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Contratti | 2009 | AVVISI E BANDI DI GARA | AUTORITÀ INDIPENDENTI, ENTI PUBBLICI NAZIONALI E ALTRI ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 124 del 21-10-2009 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-10-21&atto.codiceRedazionale=TC-09BFG17286 | AUTORITA' PORTUALE DI VENEZIA | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.124 del 21-10-2009) | Bando di gara d'appalto
Parte di provvedimento in formato grafico
TC-09BFG17286 |
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Contratti | 2022 | AVVISI E BANDI DI GARA | ENTI DEL SETTORE SANITARIO | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 32 del 16-3-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-03-16&atto.codiceRedazionale=TX22BFK5408 | ASL 1 AVEZZANO SULMONA L'AQUILA U.O.C. Acquisizione Beni e Servizi | Sede: via On. G. Saragat snc - 67100 L'Aquila (AQ), Italia Punti di contatto: U.O.C. Acquisizione Beni e Servizi - Tel. 0862368872 - Mail: [email protected] Codice Fiscale: 01792410662 Partita IVA: 01792410662 | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.32 del 16-3-2022) | Bando di gara d'appalto
SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: ASL1 Avezzano Sulmona
L'Aquila -
U.O.C. Acquisizione Beni e Servizi - Via Saragat s.n.c. 67100
L'Aquila -
Tel. 0862/368876 - Fax. 0862/368942 indirizzo PEC:
[email protected]; I.3) Comunicazione: i
documenti di
gara sono disponibili sul portale del Mercato Elettronico per le
Pubbliche
Amministrazioni (MePA) - all'indirizzo
https://www.acquistinretepa.it/opencms/opencms/vetrina_bandi_priv.h
tml?filter
=AB - Numero Iniziativa: 2892642 - Tipo di amministrazione: ASL;
Sezione II.1.1) Procedura aperta, ai sensi dell'art. 60 del D.Lgs.
50/2016 ss.mm.ii, per la fornitura di sistemi in service per
chirurgia urologica, suddivisa in 3 lotti per un periodo di tre anni,
rinnovabile per ulteriori due.
II.1.2) CPV 33190000-0 II.1.3) Tipo di appalto: fornitura II.1.6)
Lotti: 1) € 780.000,00 - 2) € 111.000,00 - 3) € 256.500,00 - II.2.3)
Luogo di esecuzione: codice NUTS ITF11 II.2.5) Criterio di
aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa - II.2.6)
Valore stimato: € 2.333.250,00 iva esclusa Il.2.10) Varianti: rinnovo
biennale, estensione nei limiti del quinto d'obbligo, proroga tecnica
di sei mesi.
Sezione III.1) Condizioni di partecipazione: indicate nel
disciplinare di gara III.1.2) - III.1.3) Capacità economica e
finanziaria/professionale e tecnica: indicati nel disciplinare di
gara III.2.2) Condizioni di esecuzione: indicate nei documenti di
gara III.2.3) Personale responsabile dell'esecuzione: indicate nei
documenti di gara.
Sezione IV.1.1) Tipo di procedura: aperta IV.2.1) Pubblicazione
precedente relativa alla stessa procedura: no IV.2.2) Termine per il
ricevimento delle offerte: 27/04/2022 ore 12:00 IV.2.4) Lingue
utilizzabili per la presentazione delle offerte: italiano IV.2.6)
Periodo minimo durante il quale l'offerente è vincolato alla propria
offerta: giorni 180 IV.2.7) Modalità di apertura delle offerte: ore
09:30 del giorno 28/04/2022 - luogo:
https://www.acquistinretepa.it/opencms/opencms/vetrina_bandi_priv.htm
l?filter=AB
Sezione VI. Altre Informazioni 1) Rinnovabilita': si VI.2) Flussi
di lavoro elettronici: ordine e fatturazione elettronica - Codice
Univoco Ufficio: UFHPVE VI.3) Inf. compl.: tutte le informazioni sono
indicate nel disciplinare di gara pubblicato sul MePA
https://www.acquistinretepa.it/opencms/opencms/vetrina_bandi_priv.htm
l?filter=AB - RUP: Dott. Massimo Pezzopane - n. gara: 2892642 VI.4.1)
Organismo responsabile procedure di ricorso: TAR Abruzzo Sez. di
L'Aquila VI.4.3) Procedure di ricorsi: 30 gg VI.5) Data di spedizione
del presente avviso alla GUUE: 2022/S 050-127383
Il direttore generale
prof. Ferdinando Romano
TX22BFK5408 |
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Parte Seconda | 2010 | Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione | Ammortamenti | Parte Seconda n. 87 del 24-7-2010 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-07-24&atto.codiceRedazionale=T10ABC8408 | TRIBUNALE DI FIRENZE | (GU Parte Seconda n.87 del 24-7-2010) | AMMORTAMENTO DI ASSEGNO POSTALE
Il Presidente del Tribunale di Firenze, con decreto in data
3.6.2010 ha pronunciato l'ammortamento dell'assegno postale n.
5543580657, emesso dall'istituto di credito Poste Italiane s.p.a.,
Filiale Badia a Settimo (FI) per l'importo di euro 1.250,00, a favore
del signor Dolfi Fulvio ed a firma di Cianti Francesco.
Opposizione nei termini di legge.
Avv. Elena Brunori
T10ABC8408 |
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Corte Costituzionale | 2002 | SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE | 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 30 del 31-7-2002 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2002-07-31&atto.codiceRedazionale=002C0768 | N. 382 ORDINANZA 10 - 23 luglio 2002 | Giudizio di legittimita' costituzionale in via principale. Regione Trentino-Alto Adige - Ordinamento degli uffici regionali e norme sul personale regionale e di enti locali - Ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri, per mancato adeguamento alla legislazione statale di principio in materia di pubblico impiego - Sopravvenuta rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte - Estinzione del processo. - Leggi Regione Trentino-Alto Adige 9 novembre 1983, n. 15; 11 giugno 1987, n. 5; 21 febbraio 1991, n. 5; 5 marzo 1993, n. 4; 6 dicembre 1993, n. 22. - D.Lgs. 16 marzo 1992, n. 266, art. 2; statuto Regione Trentino-Alto Adige, artt. 4 e 8, numero 1); legge 23 ottobre 1992, n. 421; norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale, art. 25. (002C0768) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.30 del 31-7-2002) | LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
Presidente: Cesare RUPERTO;
Giudici: Gustavo ZAGREBELSKY, Valerio ONIDA, Carlo MEZZANOTTE,
Fernanda CONTRI, Guido NEPPI MODONA, Piero Alberto CAPOTOSTI, Franco
BILE, Francesco AMIRANTE, Ugo DE SIERVO, Romano VACCARELLA;
ha pronunciato la seguente
Ordinanza
nel giudizio di legittimità costituzionale delle leggi regionali del
Trentino-Alto Adige 9 novembre 1983, n. 15 (Ordinamento degli uffici
regionali e norme sullo stato giuridico e trattamento economico del
personale); 11 gennaio [recte: giugno] 1987, n. 5 (Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 9 novembre 1983, n. 15,
"Ordinamento degli uffici regionali, e norme sullo stato giuridico e
sul trattamento economico del personale"); 21 febbraio 1991, n. 5
(Norme per potenziare il servizio di traduzioni nell'amministrazione
regionale, norme urgenti in materia di personale nonchè norme sul
personale delle Camere di commercio, industria artigianato e
agricoltura di Trento e di Bolzano e norme per l'uso della lingua
ladina per i dipendenti dei comuni ladini della Provincia di
Bolzano); 5 marzo 1993, n. 4 (Nuove norme sullo stato giuridico ed il
trattamento economico dei dipendenti dei comuni e dei segretari
comunali), e 6 dicembre 1993, n. 22 (Adeguamento normativo della
dirigenza e disposizioni urgenti in materia di personale), per
mancato adeguamento, a norma dell'art. 2 del decreto legislativo
16 marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per
il Trentino-Alto Adige concernenti il rapporto tra atti legislativi
statali e leggi regionali e provinciali, nonchè la potestà statale
di indirizzo e coordinamento), alle disposizioni di riforma del
pubblico impiego di cui alla legge 23 ottobre 1992, n. 421 (Delega al
Governo per la razionalizzazione e la revisione delle discipline in
materia di sanità, di pubblico impiego, di previdenza e di finanza
territoriale), e ai decreti legislativi 10 novembre 1993, n. 470
(Disposizioni correttive deldecreto legislativo 3 febbraio 1993,
n. 29, recante razionalizzazione dell'organizzazione delle
amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di
pubblico impiego), e 23 dicembre 1993, n. 546 (Ulteriori modifiche al
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, sul pubblico impiego),
promosso con ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri,
notificato il 18 agosto 1994, depositato in cancelleria il 26
successivo e iscritto al n. 57 del registro ricorsi 1994.
Visto l'atto di costituzione della Regione Trentino-Alto Adige;
Udito nella camera di consiglio del 5 giugno 2002 il Giudice
relatore Gustavo Zagrebelsky.
Ritenuto che il Presidente del Consiglio dei ministri, con
ricorso notificato il 18 agosto 1994 e depositato il successivo
26 agosto, ha sollevato, a norma dell'art. 2 del decreto legislativo
16 marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per
il Trentino-Alto Adige concernenti il rapporto tra atti legislativi
statali e leggi regionali e provinciali, nonchè la potestà statale
di indirizzo e coordinamento), e in relazione agli artt. 4 e 8,
numero 1), del d.P.R. 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo
unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per
il Trentino-Alto Adige), questione di legittimità costituzionale di
numerose norme contenute nella legislazione regionale del
Trentino-Alto Adige, perchè non adeguate ai nuovi principi in
materia di pubblico impiego dettati dalla legislazione statale, in
particolare dall'art. 2 della legge 23 ottobre 1992, n. 421 (Delega
al Governo per la razionalizzazione e la revisione delle discipline
in materia di sanità, di pubblico impiego, di previdenza e di
finanza territoriale), e dalle "relative norme di attuazione";
che il ricorrente ricorda di avere proposto un precedente
ricorso per "mancato adeguamento" - in riferimento alle medesime
norme oggi in discussione e in relazione ai principi della
legislazione statale contenuti sia nel citato art. 2 della legge
n. 421 del 1992 sia nel decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29
(Razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni
pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico
impiego) dichiarato peraltro inammissibile dalla Corte costituzionale
(sentenza n. 256 del 1994) per genericità della delibera di
impugnazione del Consiglio dei ministri, che non specificava nè le
disposizioni delle leggi regionali il cui mancato adeguamento veniva
censurato, nè i principi della legislazione statale cui quelle
stesse disposizioni avrebbero dovuto essere adeguate;
che, afferma il ricorrente, ciò non ha peraltro effetto
sulla proposizione del ricorso attuale, poichè nel frattempo sono
intervenuti decreti legislativi correttivi del decreto n. 29 del 1993
- il decreto legislativo 10 dicembre 1993, n. 470 (Disposizioni
correttive del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, recante
razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche
e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego), e il
decreto legislativo 23 dicembre 1993, n. 546 (Ulteriori modifiche al
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, sul pubblico impiego) - ,
emanati in attuazione dei criteri indicati nell'art. 2 della legge
n. 421 del 1992 per la razionalizzazione e riorganizzazione del
pubblico impiego, i quali partecipano della stessa natura del decreto
oggetto di correzione e dunque si qualificano anch'essi come norme
fondamentali di riforma economico-sociale, rilevanti agli effetti
dell'obbligo di adeguamento della legislazione del Trentino-Alto
Adige entro il termine prescritto, a norma dell'art. 2 del decreto
legislativo n. 266 del 1992;
che, in particolare, il Governo ricorrente formula numerose
censure relativamente alle seguenti leggi regionali del Trentino-Alto
Adige: 9 novembre 1983, n. 15 (Ordinamento degli uffici regionali e
norme sullo stato giuridico e trattamento economico del personale);
11 giugno 1987, n. 5 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale
9 novembre 1983, n. 15, "Ordinamento degli uffici regionali e norme
sullo stato giuridico e sul trattamento economico del personale");
21 febbraio 1991, n. 5 (Norme per potenziare il servizio di
traduzioni nell'amministrazione regionale, norme urgenti in materia
di personale nonchè norme sul personale delle Camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura di Trento e di Bolzano e norme
per l'uso della lingua ladina per i dipendenti dei comuni ladini
della Provincia di Bolzano); 5 marzo 1993, n. 4 (Nuove norme sullo
stato giuridico ed il trattamento economico dei dipendenti dei comuni
e dei segretari comunali), e 6 dicembre 1993, n. 22 (Adeguamento
normativo della dirigenza e disposizioni urgenti in materia di
personale), con argomentazioni e rilievi sia di ordine generale -
perchè le leggi regionali sopra indicate, eccetto l'ultima,
sarebbero "globalmente" in contrasto con i principi della normativa
statale, la quale stabilisce che il rapporto di lavoro dei dipendenti
della Regione e dei relativi enti strumentali avrebbe dovuto essere
disciplinato in base alle norme del diritto civile e della disciplina
privatistica sul rapporto di lavoro subordinato, anche in relazione
ai rapporti tra le fonti che regolano questa materia (contratti
collettivi e leggi a essi sopravvenute) - sia di ordine particolare,
su disposizioni delle citate leggi puntualmente indicate di volta in
volta nel ricorso, in tema di impegni e di limiti di spesa, di
assistenza della parte pubblica in sede di negoziazione collettiva,
di delegazioni sindacali, di composizione delle commissioni
giudicatrici di concorsi, di poteri dei dirigenti e relativi ruoli,
nonchè di specifici aspetti di svolgimento dei rapporti di lavoro e
sindacali, di reclutamento dei dipendenti e di profili organizzativi;
che nel giudizio così promosso è intervenuta la Regione
Trentino-Alto Adige, (a) deducendo che il legislatore regionale non
sarebbe vincolato dalle disposizioni del decreto legislativo n. 29
del 1993 nè da quelle correttive dello stesso, ma solo dai principi
posti dalla legge di delegazione n. 421 del 1992, onde il ricorso del
Governo, in quanto rivolto a far valere i vincoli derivanti dalla
legge n. 421, sarebbe inammissibile perchè proposto tardivamente e,
in quanto riferito ai decreti legislativi n. 470 e n. 546 del 1993,
sarebbe infondato perchè riferito a norme non aventi carattere di
parametro del giudizio, e (b) svolgendo numerose puntuali
osservazioni sul merito di ciascuna censura dedotta dal ricorrente,
per concludere nel senso dell'infondatezza del ricorso statale;
che, dopo numerosi rinvii a nuovo ruolo del giudizio in
questione, disposti su istanza della Regione resistente, quest'ultima
ha depositato, in data 9 marzo 1999, una memoria, per dedurre che con
una legge regionale emanata in pendenza del giudizio (23 ottobre
1998, n. 10) la normativa concernente il personale degli enti locali
nella Regione sarebbe stata adeguata ai principi posti dalla
legge-delega n. 421 del 1992, con la previsione di norme in larga
parte corrispondenti a quelle dei decreti legislativi attuativi
invocate dal Governo, concludendo pertanto, sotto questo profilo, per
una dichiarazione di parziale cessazione della materia del
contendere, in particolare in relazione all'impugnazione della legge
regionale n. 4 del 1993;
che successivamente, con atto depositato il 9 aprile 2002,
l'Avvocatura generale dello Stato - rilevando che con la modifica del
titolo V della parte seconda della Costituzione disposta dalla legge
costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al titolo V della
parte seconda della Costituzione), è profondamente mutato il
rapporto tra potestà legislativa regionale e vincoli della
legislazione statale, in particolare nel senso che l'interesse
nazionale non costituisce più un limite generale all'esercizio delle
competenze legislative regionali, e che per questo il ricorso per
"mancato adeguamento" della legislazione della Regione Trentino-Alto
Adige ha perso interesse - ha dichiarato, per il Presidente del
Consiglio dei ministri, di rinunciare al ricorso stesso;
che la Regione Trentino-Alto Adige ha a sua volta depositato
in data 31 maggio 2002, su conforme delibera della Giunta regionale
del 17 aprile 2002, atto di accettazione della rinuncia.
Considerato che, a norma dell'art. 25 delle norme integrative per
i giudizi davanti alla Corte costituzionale, la rinuncia al ricorso,
seguita dalla relativa accettazione della controparte, produce
l'effetto di estinguere il processo.
Per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
Dichiara estinto il processo.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale,
Palazzo della Consulta, il 10 luglio 2002.
Il Presidente: Ruperto
Il redattore: Zagrebelsky
Il cancelliere: Fruscella
Depositata in Cancelleria il 23 luglio 2002.
Il cancelliere: Fruscella
02C0768 |
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Parte Seconda | 2008 | Altri annunzi | Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici | Parte Seconda n. 67 del 7-6-2008 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2008-06-07&atto.codiceRedazionale=IG-08166 | L. Molteni & C. dei F.lli Alitti Societa' di Esercizio S.p.A. | Strada Statale 67 Localita' Granatieri Scandicci (FI) | (GU Parte Seconda n.67 del 7-6-2008) | MODIFICA SECONDARIA DI UN'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
DI SPECIALITÀ MEDICINALE PER USO UMANO. Comunicazione Agenzia
Italiana del Farmaco del 22/05/2008. CODICE PRATICA: N1B/08/609.
TITOLARE: L. Molteni & C. dei F.lli Alitti Società di Esercizio
SpA - Strada Statale 67 Fraz. Granatieri Scandicci (FI)
SPECIALITÀ MEDICINALE: MORFINA CLORIDRATO
CONFEZIONI E NUMERI DI A.I.C.:
10 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale 1 ml AIC N. 029611023
20 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale 1 ml AIC N. 029611035
10 mg/ml soluzione iniettabile 1 fiala 1 ml AIC N. 029611047
20 mg/ml soluzione iniettabile 1 fiala 1 ml AIC N. 029611050
100 mg/10 ml soluzione iniettabile 1 fiala 10 ml AIC N.
029611062 (sospesa)
100 mg/10 ml soluzione iniettabile 5 fiale 10 ml AIC N.
029611074 (sospesa)
200 mg/10 ml soluzione iniettabile 1 fiala 10 ml AIC N.
029611086 (sospesa)
200 mg/10 ml soluzione iniettabile 5 fiale 10 ml AIC N.
029611098 (sospesa)
100 mg/5 ml soluzione iniettabile 5 fiale 5 ml AIC N. 029611100
(sospesa)
100 mg/5 ml soluzione iniettabile 1 fiala 5 ml AIC N. 029611112
(sospesa)
50 mg/5 ml soluzione iniettabile 1 fiala 5 ml AIC N. 029611124
50 mg/5 ml soluzione iniettabile 5 fiale 5 ml AIC N. 029611136
(sospesa)
MODIFICA APPORTATA AI SENSI DEL REGOLAMENTO (CE) N. 1084/2003:
38.c - Altre modifiche di una procedura di prova del prodotto
finito, inclusa la sostituzione o l'aggiunta di una procedura di prova
(sostituzione)
I lotti già prodotti sono mantenuti in commercio fino alla data di
scadenza indicata in etichetta ai sensi dell'art. 14 del D.L.vo
178/91 e successive modificazioni ed integrazioni.
DECORRENZA DELLA MODIFICA: dal giorno successivo alla data della
sua pubblicazione in G.U.
Il Consigliere Delegato:
Dr. Federico Seghi Recli
IG-08166 (A pagamento). |
|
Serie Generale | 2019 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | Serie Generale n. 107 del 9-5-2019 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-05-09&atto.codiceRedazionale=19A02943&elenco30giorni=false | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | COMUNICATO | Modifica dell'autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale per uso umano «Kyleena» (19A02943) (GU Serie Generale n.107 del 09-05-2019) | Estratto determina AAM/PPA n. 320 del 15 aprile 2019
Autorizzazione delle variazioni: variazioni di tipo II: C.I.4)
una o più modifiche del riassunto delle caratteristiche del
prodotto, dell'etichettatura o del foglio illustrativo in seguito a
nuovi dati sulla qualità, preclinici, clinici o di farmacovigilanza,
relativamente al medicinale KYLEENA.
Numeri di procedura:
n. SE/H/1587/001/II/002;
n. SE/H/1587/001/II/007.
È autorizzato l'aggiornamento del riassunto delle
caratteristiche del prodotto alle sezioni 4.2, 4.4, 4.5, 4.8 e 5.2, e
corrispondenti paragrafi del foglio illustrativo e delle etichette,
relativamente al medicinale «Kyleena», nelle forme e confezioni
autorizzate all'immissione in commercio in Italia a seguito di
procedura di mutuo riconoscimento.
Gli stampati corretti ed approvati sono allegati alla determina,
di cui al presente estratto.
Titolare A.I.C.: Bayer S.p.a., con sede legale e domicilio
fiscale in Milano (MI), viale Certosa, 130, cap 20156, Italia, codice
fiscale 05849130157.
Stampati
1. Il titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio
deve apportare le modifiche autorizzate, dalla data di entrata in
vigore della presente determina al riassunto delle caratteristiche
del prodotto; entro e non oltre i sei mesi dalla medesima data al
foglio illustrativo e all'etichettatura.
2. In ottemperanza all'art. 80, commi 1 e 3, del decreto
legislativo 24 aprile 2006, n. 219 e successive modificazioni ed
integrazioni, le etichette devono essere redatte in lingua italiana
e, limitatamente ai medicinali in commercio nella Provincia di
Bolzano, anche in lingua tedesca. Il titolare dell'A.I.C. che intende
avvalersi dell'uso complementare di lingue estere, deve darne
preventiva comunicazione all'AIFA e tenere a disposizione la
traduzione giurata dei testi in lingua tedesca e/o in altra lingua
estera. In caso di inosservanza delle disposizioni sull'etichettatura
si applicano le sanzioni di cui all'art. 82 del suddetto decreto
legislativo.
Smaltimento scorte
Sia i lotti già prodotti alla data di pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente determina
che i lotti prodotti nel periodo di cui all'art. 2, comma 1, della
presente determina, che non riportino le modifiche autorizzate,
possono essere mantenuti in commercio fino alla data di scadenza del
medicinale indicata in etichetta. A decorrere dal termine di trenta
giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana della presente determina, i farmacisti sono
tenuti a consegnare il foglio illustrativo aggiornato agli utenti,
che scelgono la modalità di ritiro in formato cartaceo o analogico o
mediante l'utilizzo di metodi digitali alternativi. Il titolare
A.I.C. rende accessibile al farmacista il foglio illustrativo
aggiornato entro il medesimo termine.
Decorrenza di efficacia della determina: dal giorno successivo a
quello della sua pubblicazione, per estratto, nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana. |
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Corte Costituzionale | 2008 | SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE | 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 27 del 25-6-2008 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2008-06-25&atto.codiceRedazionale=008C0492 | N. 215 SENTENZA 9 - 18 giugno 2008 | Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Sicurezza pubblica - Reati nella produzione, importazione, distribuzione e installazione di apparecchi da gioco - Intervenuta depenalizzazione ad opera della legge n. 266 del 2005 - Inapplicabilita' alle violazioni commesse anteriormente all'entrata in vigore della novella - Denunciata irragionevole deroga al principio di retroattivita' della legge penale piu' favorevole ed ingiustificata disparita' di trattamento tra soggetti responsabili di identici illeciti - Omessa descrizione della fattispecie oggetto del giudizio a quo - Manifesta inammissibilita' della questione. - Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 547. - Costituzione, artt. 3 e 25. Sicurezza pubblica - Reati nella produzione, importazione, distribuzione e installazione di apparecchi da gioco - Intervenuta depenalizzazione ad opera della legge n. 266 del 2005 - Inapplicabilita' alle violazioni commesse anteriormente all'entrata in vigore della novella - Denunciata irragionevole deroga al principio di retroattivita' della legge penale piu' favorevole ed ingiustificata disparita' di trattamento tra soggetti responsabili di identici illeciti - Incompleta ricostruzione del quadro normativo di riferimento - Manifesta inammissibilita' della questione. - Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 547. - Costituzione, art. 3. Sicurezza pubblica - Reati nella produzione, importazione, distribuzione e installazione di apparecchi da gioco - Intervenuta depenalizzazione ad opera della legge n. 266 del 2005 - Inapplicabilita' alle violazioni commesse anteriormente all'entrata in vigore della novella - Eccezione di inammissibilita' - Reiezione. - Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 547. Sicurezza pubblica - Reati nella produzione, importazione, distribuzione e installazione di apparecchi da gioco - Intervenuta depenalizzazione ad opera della legge n. 266 del 2005 - Inapplicabilita' alle violazioni commesse anteriormente all'entrata in vigore della novella - Irragionevole deroga al principio di retroattivita' della legge penale piu' favorevole - Illegittimita' costituzionale in parte qua. - Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 547. - Costituzione, art. 3. (008C0492) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.27 del 25-6-2008) | LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
Presidente: Franco BILE;
Giudici: Giovanni Maria FLICK, Francesco AMIRANTE, Ugo DE SIERVO,
Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA, Franco
GALLO, Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Maria
Rita SAULLE, Giuseppe TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO;
ha pronunciato la seguente
Sentenza
nei giudizi di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547,
della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - leggefinanziaria
2006), promossi con ordinanza del 14 giugno 2007 dal Tribunale di
Pinerolo, con ordinanza dell'11 ottobre 2007 dal Tribunale di Varese
e con ordinanza del 19 giugno 2007 dal Tribunale di Pescara,
rispettivamente iscritte ai nn. 805, 847 e 852 del registro ordinanze
2007 e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 49, 1ª
serie speciale, dell'anno 2007 e n. 5, 1ª serie speciale, dell'anno
2008.
Visti gli atti di intervento del Presidente del Consiglio dei
ministri;
Udito nella Camera di consiglio del 7 maggio 2008 il giudice
relatore Giuseppe Tesauro.
Ritenuto in fatto
1. - Con ordinanza del 14 giugno 2007, il Tribunale di Pinerolo ha
sollevato, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, questione di
legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547, della legge 23
dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2006), il quale
prevede che per le violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del regio
decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle
leggi di pubblica sicurezza), e successive modificazioni, commesse in
data antecedente all'entrata in vigore della citata legge, si
applicano le disposizioni vigenti al tempo delle violazioni stesse.
1.1. - Il rimettente è investito di un procedimento nel quale
più persone sono imputate del reato di cui all'art. 110, comma 9,
del r.d. n. 773 del 1931, per aver installato e consentito l'uso, in
luogo aperto al pubblico, di apparecchi idonei al gioco d'azzardo «o
comunque [...] non rispondenti alle caratteristiche e prescrizioni
indicate nei commi 6 e 7 di cui all'art. 110 TULPS», in epoca
anteriore all'entrata in vigore della legge n. 266 del 2005.
Il giudice a quo si duole che, per effetto della disposizione
censurata, la rilevanza penale di tali condotte permanga, nonostante
l'art. 1, comma 543, della medesima legge abbia depenalizzato le
fattispecie già configurate come reato dall'art. 110, comma 9, del
r.d. n. 773 del 1931.
A suo avviso, l'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005,
impedendo «di fare applicazione retroattiva della nuova disciplina
contenente l'abolitio criminis», viola l'art. 3 della Costituzione,
poichè, in assenza di una sufficiente ragione giustificativa,
introduce una deroga al principio di non ultrattività della legge
penale, sancito dall'art. 2, secondo comma, del codice penale, il
quale garantisce l'eguale trattamento dei cittadini nell'applicazione
della legge penale.
Secondo la giurisprudenza costituzionale, infatti, il canone della
retroattività in mitius rinviene il suo fondamento costituzionale
nel principio di uguaglianza, il quale impone, in linea di massima,
di equiparare il trattamento sanzionatorio dei medesimi fatti, a
prescindere dalla data della loro commissione. Di conseguenza, il
principio di retroattività della lex mitior, diversamente dal
principio di irretroattività della norma penale sfavorevole, «deve
ritenersi suscettibile di deroghe legittime sul piano
costituzionale», ma solo ove sorrette da giustificazioni
oggettivamente ragionevoli (vengono richiamate le sentenze n. 394 del
2006, n. 80 del 1995, n. 6 del 1978, n. 164 del 1974, nonchè
l'ordinanza n. 330 del 1995).
Il giudice a quo osserva che la più recente legislazione ha
rafforzato il principio di retroattività della legge penale
favorevole, estendendolo anche al settore delle violazioni penali
finanziarie, nel quale - in forza dell'art. 20 della legge 7 gennaio
1929, n. 4 (Norme generali per la repressione delle violazioni delle
leggi finanziarie), abrogato dall'art. 24, comma 1, del d. lgs. 30
dicembre 1999, n. 507 - esso non operava. Peraltro, le
contravvenzioni punite dal previgente art. 110, comma 9, del r.d.
n. 773 del 1931 non erano riconducibili alla nozione di reato
finanziario.
Sulla rilevanza della questione così prospettata non incide, a
parere del rimettente, la circostanza che il citato art. 110, comma
9, sia stato nuovamente sostituito dall'art. 1, comma 86, della legge
27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007), visto
che, comunque, in forza dell'art. 1, comma 547, della legge n. 266
del 2005, le norme penali abrogate seguitano ad operare per i fatti
pregressi.
1.2. - È intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri,
rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato,
chiedendo di dichiarare la questione inammissibile, poichè, rispetto
alle fattispecie oggetto del giudizio principale, l'art. 1, comma
547, della legge n. 266 del 2005 «non dovrebbe trovare applicazione».
Infatti, prosegue la difesa erariale, l'art. 110, comma 9, del
r.d. n. 773 del 1931, nella nuova formulazione, non punisce più gli
illeciti concernenti l'installazione e l'uso degli apparecchi e
congegni da gioco d'azzardo, ma stabilisce il trattamento
sanzionatorio per i soli «apparecchi e congegni da intrattenimento di
cui ai commi 6 e 7» (art. 1, comma 86, della legge n. 296 del 2006).
La denunciata norma, pertanto, nel riferirsi alle violazioni di cui
all'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, nulla avrebbe
disposto per le condotte riguardanti gli apparecchi per il gioco
d'azzardo, in contestazione nel giudizio a quo.
2. - Anche il Tribunale di Varese, con ordinanza emessa l'11
ottobre 2007 nell'ambito di un procedimento penale concernente i
reati previsti dall'art. 110 del r.d. n. 773 del 1931 e dall'art. 718
cod. pen., ha sollevato questione di legittimità costituzionale
dell'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005.
2.1. - Il rimettente deduce che tale norma - nella parte in cui
prevede che per le violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del r.d.
n. 773 del 1931 poste in essere in data anteriore al 1° gennaio 2006
continuino ad operare le sanzioni vigenti al momento del fatto,
consentendo negli altri casi l'applicazione delle nuove sanzioni
amministrative - determina una disparità di trattamento tra soggetti
responsabili di identici illeciti «sul solo presupposto della data
del commesso reato», in contrasto non solo con l'art. 3, ma anche con
l'art. 25 della Costituzione.
Il giudice a quo, richiamando la giurisprudenza della Corte
costituzionale, ammette che il principio dell'applicazione
retroattiva delle disposizioni più favorevoli al reo possa subire
limitazioni da parte del legislatore ordinario, ma, riguardo alla
deroga recata dall'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005,
nega l'esistenza di ogni ragionevole giustificazione (viene citata la
sentenza n. 74 del 1980).
2.2. - È intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri,
rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato,
chiedendo di dichiarare la questione inammissibile, per insufficiente
descrizione della fattispecie oggetto del giudizio principale.
3. - Analoga questione di legittimità costituzionale dell'art. 1,
comma 547, della legge n. 266 del 2005 è stata prospettata dal
Tribunale di Pescara, con ordinanza del 19 giugno 2007, in
riferimento all'art. 3 della Costituzione.
3.1. - In punto di rilevanza, espone il giudice a quo che, in
forza della norma censurata, gli imputati nel giudizio principale
dovrebbero subire l'applicazione della sanzione penale, nonostante il
fatto loro contestato non sia più previsto come reato, avendo l'art.
1, comma 543, della legge n. 266 del 2005 depenalizzato la condotta
di chi distribuisce, installa o consente l'uso in luogo aperto al
pubblico di apparecchi non rispondenti alle caratteristiche descritte
ai commi 6 e 7 dell'art. 110 del r.d. n. 773 del 1931.
Anche il Tribunale di Pescara esclude che la deroga al principio
di non ultrattività della legge penale, prevista dall'art. 1, comma
547, della legge n. 266 del 2005, sia assistita da una razionale
giustificazione (è richiamata la sentenza n. 74 del 1980),
ravvisando al fondo delle scelte operate dal legislatore «solo una
diversa valutazione nel tempo del disvalore sociale e penale del
fatto».
3.2. - È intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri,
rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato,
chiedendo di dichiarare la questione inammissibile, per non aver il
rimettente considerato che l'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del
1931 è stato sostituito dall'art. 1, comma 86, della legge n. 296
del 2006.
Considerato in diritto
1. - Il Tribunale di Pinerolo, il Tribunale di Varese ed il
Tribunale di Pescara, con le ordinanze in epigrafe, sottopongono al
sindacato di questa Corte la disciplina di diritto intertemporale
contemplata dall'art. 1, comma 547, della legge 23 dicembre 2005,
n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato - leggefinanziaria 2006), relativamente alla
depenalizzazione, ad opera della medesima legge, del trattamento
sanzionatorio delle violazioni in materia di apparecchi e congegni
automatici, semiautomatici ed elettronici per il gioco.
In particolare, la norma denunciata stabilisce che per le
violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del regio decreto 18 giugno
1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica
sicurezza), e successive modificazioni, commesse in data antecedente
all'entrata in vigore della citata legge, si applicano le
disposizioni vigenti al tempo delle violazioni stesse, e così
introduce una deroga al principio di non ultrattività della legge
penale di cui all'art. 2, secondo comma, del codice penale.
Tale deroga, ad avviso dei giudici a quibus, si pone in contrasto
con l'art. 3 della Costituzione, poichè crea disparità di
trattamento tra coloro che, in momenti diversi, contravvengono alle
prescrizioni dell'art. 110 del r.d. n. 773 del 1931, in mancanza di
una sufficiente ragione giustificativa (sono richiamate le sentenze
di questa Corte n. 394 del 2006, n. 80 del 1995, n. 6 del 1978,
n. 164 del 1974, nonchè l'ordinanza n. 330 del 1995).
Il solo Tribunale di Varese deduce altresì la violazione
dell'art. 25 della Costituzione.
2. - I giudizi, avendo ad oggetto questioni analoghe, se non
identiche, vanno riuniti per essere decisi con un'unica pronuncia.
3. - Le questioni di costituzionalità sollevate dal Tribunale di
Varese e dal Tribunale di Pescara sono manifestamente inammissibili.
Il Tribunale di Varese ha omesso di descrivere la fattispecie
concreta oggetto del giudizio principale, essendosi limitato a
riferire che all'imputato è contestata, tra l'altro, la violazione
dell'art. 110 del r.d. n. 773 del 1931, senza neppure fornire
indicazioni in ordine alla data del commesso reato (ordinanza n. 55
del 2008).
Il Tribunale di Pescara, nel formulare il giudizio sulla
rilevanza, non ha compiutamente ricostruito il quadro normativo di
riferimento, avendo trascurato di argomentare, sia pure per
escluderne l'incidenza, in merito alla nuova sostituzione dell'art.
110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931 ad opera dell'art. 1, comma
86, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge
finanziaria 2007) (ordinanza n. 55 del 2008).
4. - Non può essere invece accolta l'eccezione d'inammissibilità
dell'Avvocatura dello Stato nel giudizio di costituzionalità
promosso dal Tribunale di Pinerolo, secondo cui il procedimento a quo
avrebbe ad oggetto violazioni riguardanti apparecchi per il gioco
d'azzardo, quali definiti dall'art. 110, comma 5, del r.d. n. 773 del
1931, e, rispetto a tali illeciti, l'art. 1, comma 547, della legge
n. 266 del 2005 non troverebbe applicazione, vertendo le nuove
previsioni dell'art. 110, comma 9, unicamente «In materia di
apparecchi e congegni da intrattenimento di cui ai commi 6 e 7»
(inciso inserito dall'art. 1, comma 86, della legge n. 296 del 2006).
Invero, risulta dall'ordinanza di rimessione che le condotte
contestate nel procedimento principale concernono pure apparecchi
«comunque» non rispondenti alle caratteristiche e prescrizioni di cui
all'art. 110, commi 6 e 7, del r.d. n. 773 del 1931.
D'altra parte, l'art. 1, comma 547, sancendo l'ultrattività delle
disposizioni in precedenza contenute nell'art. 110, comma 9, del r.d.
n. 773 del 1931, si applica anche alle violazioni concernenti
apparecchi e congegni per il gioco d'azzardo commesse al tempo in cui
esse erano sanzionate dalla detta norma (tra le molte, Cass., 2
maggio 2007, n. 16599 e 17 aprile 2007, n. 15297).
5. - Nel merito, la questione sollevata dal Tribunale di Pinerolo
è fondata.
6. - La legge n. 266 del 2005, sostituendo l'art. 110, comma 9,
del r.d. n. 773 del 1931, per un verso, ha trasformato in illecito
amministrativo le fattispecie contravvenzionali finalizzate al
contrasto del gioco con apparecchi e congegni non conformi alle
caratteristiche ed alle prescrizioni del comma 6 (oggetto anch'esso
di modifica) e del comma 7 dello stesso articolo; per altro verso, ha
ricondotto alle sole norme previste in materia dal codice penale la
sanzionabilità delle condotte inerenti al gioco d'azzardo, condotte
rispetto alle quali, in precedenza, era configurabile il concorso
formale di reati.
La riferita successione normativa avrebbe fatto venir meno il
rilievo penale delle violazioni dell'art. 110, comma 9, anteriormente
commesse, se per esse l'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del
2005 non avesse disposto che debba continuare ad applicarsi la legge
vigente al momento del fatto.
7. - La verifica della legittimità costituzionale del citato art.
1, comma 547, va condotta con riferimento alla parte in cui tale
disposizione deroga al principio generale stabilito dall'art. 2,
secondo comma, del codice penale, in base al quale nessuno può
essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non
costituisce reato.
Secondo la giurisprudenza di questa Corte la regola della
retroattività della lex mitior, pur avendo rango diverso dal
principio d'irretroattività della norma incriminatrice, di cui
all'art. 25, secondo comma, della Costituzione, non è priva di un
fondamento costituzionale. Per il principio di uguaglianza, infatti,
la modifica mitigatrice della legge penale e, ancor di più,
l'abolitio criminis, disposte dal legislatore in dipendenza di una
mutata valutazione del disvalore del fatto tipico, devono
riverberarsi anche a vantaggio di coloro che hanno posto in essere la
condotta in un momento anteriore, salvo che, in senso opposto,
ricorra una sufficiente ragione giustificativa (sentenze n. 394 e
n. 393 del 2006, n. 80 del 1995, n. 74 del 1980, n. 6 del 1978 e
n. 164 del 1974).
Il principio della retroattività della legge penale favorevole,
dunque, è suscettibile di limitazioni e deroghe, ma - in ragione
della peculiare rilevanza dell'interesse da esso tutelato, dimostrata
dal grado di protezione accordatogli dal diritto interno, come pure
dalla sua appartenenza alle tradizioni costituzionali comuni agli
Stati membri dell'Unione europea (Corte di giustizia, sentenza 3
maggio 2005, cause riunite C-387/02, C-391/02 e C-403/02) e al
diritto internazionale (art. 15, primo comma, del Patto
internazionale relativo ai diritti civili e politici adottato a New
York il 16 dicembre 1966, ratificato e reso esecutivo con legge 25
ottobre 1977, n. 881) - tali limitazioni e deroghe devono
giustificarsi in relazione alla necessità di preservare interessi
contrapposti di analogo rilievo (sentenze n. 72 del 2008, n. 394 e
n. 393 del 2006).
Alla stregua di siffatti criteri di giudizio, occorre valutare se
la disciplina transitoria contenuta nella norma censurata soddisfi
esigenze tali da prevalere su un principio del tipo indicato.
8. - L'indiscriminata deroga recata dall'art. 1, comma 547, della
legge n. 266 del 2005 non è correlata ad interessi di rilievo
costituzionale analogo all'interesse che il singolo vanterebbe a non
vedersi esposto alle conseguenze penali di condotte oramai punite
come mero illecito amministrativo o di condotte non più punite anche
ai sensi dell'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, bensì
unicamente secondo le previsioni del codice penale in materia di
giochi d'azzardo.
Essa, invero, contraddice gli obiettivi della depenalizzazione,
rappresentati, in base alla relazione al disegno di legge divenuto
legge n. 266 del 2005, dalla necessità di assicurare maggiore
celerità di definizione dei procedimenti e di demandare
l'irrogazione delle sanzioni all'organo con maggiori competenze
tecniche nel settore, l'Ufficio regionale dell'Amministrazione
autonoma dei monopoli di Stato.
D'altra parte, l'irretroattività della abolitio criminis non
trova adeguata giustificazione nei motivi genericamente addotti nella
relazione sopra citata, per i quali essa intende «garantire chiarezza
relativamente all'applicazione del nuovo apparato sanzionatorio», dal
momento che, ove la disposizione transitoria fosse mancata, avrebbero
comunque operato i principi generali di cui all'art. 2 cod. pen.
A fondamento della norma censurata, pur contenuta in una legge
finanziaria, neppure può ravvisarsi l'interesse primario dello Stato
alla riscossione dei tributi (sentenze n. 80 del 1995, n. 6 del 1978,
n. 164 del 1974), dato che le abolite contravvenzioni, lungi dal
soddisfare un tale interesse, avevano obiettività giuridica
afferente all'ordine pubblico (sentenza n. 237 del 2006).
9. - L'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005, pertanto,
deve essere dichiarato costituzionalmente illegittimo, per contrasto
con l'art. 3 della Costituzione, nella parte in cui consente di
applicare, per le violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del r.d.
n. 773 del 1931, e successive modificazioni, commesse in data
antecedente all'entrata in vigore della legge n. 266 del 2005, le
sanzioni penali previste al tempo delle violazioni stesse.
Per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE
Riuniti i giudizi,
Dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547,
della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria
2006), nella parte in cui stabilisce che, per le violazioni di cui
all'art. 110, comma 9, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773
(Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), e
successive modificazioni, commesse in data antecedente all'entrata in
vigore della citata legge, si applicano le sanzioni penali previste
al tempo delle violazioni stesse;
Dichiara manifestamente inammissibili le questioni di legittimità
costituzionale dell'art. 1, comma 547, della legge 23 dicembre 2005,
n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2006), sollevate dal
Tribunale di Pescara, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, e
dal Tribunale di Varese, in riferimento agli artt. 3 e 25 della
Costituzione, con le ordinanze in epigrafe.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale,
Palazzo della Consulta, il 9 giugno 2008.
Il Presidente: Bile
Il redattore: Tesauro
Il cancelliere: Di Paola
Depositata in cancelleria il 18 giugno 2008.
Il direttore della cancelleria: Di Paola |
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Contratti | 2015 | AVVISI E BANDI DI GARA | COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 33 del 18-3-2015 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-03-18&atto.codiceRedazionale=T15BFF4120 | COMUNE DI CARBONIA | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.33 del 18-3-2015) | Avviso di gara - CIG 61677940A0
I) AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Comune di Carbonia in qualità
di Ente capofila servizi distretto socio-sanitario di Carbonia, P.zza
Roma 1 Carbonia, tel. 0781694.246, fax 0781/64039,
http://www.comune.carbonia.ci.it, [email protected]
II) OGGETTO: Servizi distrettuali rivolti ai minori, adolescenti,
giovani del Distretto socio-sanitario di Carbonia. QUANTITATIVO
TOTALE: E. 72.534,96 + IVA di legge. DURATA APPALTO: 12 mesi.
III) Requisiti di ordine generale: art. 38 D. Lgs. 163/2006.
Requisiti di capacità economica e finanziaria (art. 41 D. Lgs.
163/2006) e Requisiti di capacità tecnica e professionale (art. 42
D. Lgs 163/06): si rinvia integralmente a quanto previsto nel
Disciplinare di gara.
IV) Procedura aperta. Criteri aggiudicazione: Offerta
economicamente più vantaggiosa, art. 83 D. Lgs. 163/06. Termine
ricevimento offerte: 20/04/2015, ore 12. Apertura offerte:
21/04/2015, ore 10. RUP: Dott.ssa Carla Zurru. Tutti gli atti di gara
sono pubblicati sul sito del Comune, Sezione Bandi gara/Servizi.
Il dirigente IV Servizio
dott. Livio Sanna
T15BFF4120 |
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Parte Seconda | 2012 | Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione | Richieste e dichiarazioni di assenza e di morte presunta | Parte Seconda n. 137 del 22-11-2012 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-11-22&atto.codiceRedazionale=TC12ABR16774 | TRIBUNALE CIVILE DI CROTONE Cancelleria volontaria giurisdizione | (GU Parte Seconda n.137 del 22-11-2012) | (1ª pubblicazione)
Dichiarazione di morte presunta
In data 4 ottobre 2012 è stato depositato presso il Tribunale
Civile di Crotone, ricorso il cui procedimento è stato iscritto al
n. 779/2012 R.G.V.G. con il quale i prossimi congiunti hanno chiesto
al Tribunale la dichiarazione di morte presunta dello scomparso
Miletta Rosario nato a Petilia Policastro il 25 settembre 1958 e
scomparso da Pagliarelle di Petilia Policastro (KR) a far data dal
mese di agosto 2002; Si invita chiunque abbia notizia di Miletta
Rosario nato a Petilia Policastro il 25 settembre 1958 a farla
pervenire al Tribunale di Crotone entro sei mesi dalla presente
pubblicazione.
Il richiedente
avv. Stefano Vona
TC12ABR16774 |
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Concorsi | 2010 | UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE | UNIVERSITA' DI PADOVA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 9 del 2-2-2010 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-02-02&atto.codiceRedazionale=0E000877 | UNIVERSITA' DI PADOVA | CONCORSO (scad. 4 marzo 2010) | Avviso relativo alla indizione della valutazione comparativa a tre posti di ricercatore universitario (GU n.9 del 02-02-2010) | Con decreto rettorale n. 3191 del 29 dicembre 2009 è stata
indetta la sottoindicata valutazione comparativa a tre posti di
ricercatore universitario.
Facoltà di medicina e chirurgia:
un posto - s.s.d. MED/17 - Malattie infettive;
un posto - s.s.d. MED/21 - Chirurgia toracica;
un posto - s.s.d. MED/31 - Otorinolaringoiatria.
Le domande dovranno essere inviate entro il termine perentorio di
trenta giorni decorrenti dal giorno successivo alla data di
pubblicazione dell'avviso del presente bando nella Gazzetta
Ufficiale.
Il decreto rettorale di indizione è disponibile nel sito:
http://www.unipd.it/docenti/concorsi/index.htm alla voce «bandi». |
|
Serie Generale | 2006 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | Serie Generale n. 221 del 22-9-2006 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2006-09-22&atto.codiceRedazionale=06A08494&elenco30giorni=false | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | COMUNICATO | Modificazione dell'autorizzazione all'immissione in commercio della specialita' medicinale per uso umano «Citalopram IG Farmaceutici». (GU Serie Generale n.221 del 22-09-2006) | Estratto determinazione AIC/N/T n. 932 del 6 settembre 2006
La titolarità delle autorizzazioni all'immissione in commercio
del sotto elencato medicinale fino ad ora registrato a nome della
società I.G. Farmaceutici di Irianni Giuseppe (codice fiscale
RNNGPP56A04D414M) con sede legale e domicilio fiscale in via
S. Rocco, 6 - 85033 Episcopia (Potenza).
Medicinale: CITALOPRAM IG FARMACEUTICI.
Confezione: A.I.C. n. 036869016 «40 mg/ml gocce orali, soluzione»
flacone 15 ml.
È ora trasferita alla societa': EG S.p.a. (codice fiscale
12432150154) con sede legale e domicilio fiscale in via Scarlatti
Domenico, 31 - 20124 Milano.
Con variazione della denominazione del medicinale CITALOPRAM
EUROGENERICI.
I lotti del medicinale prodotti a nome del vecchio titolare
possono essere dispensati al pubblico fino alla data di scadenza
indicata in etichetta.
La presente determinazione ha effetto dal giorno successivo a
quello della data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana. |
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Parte Seconda | 2012 | Altri annunzi | Consigli notarili | Parte Seconda n. 33 del 17-3-2012 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-03-17&atto.codiceRedazionale=TC12ADN3636 | MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Dipartimento per gli affari di Giustizia | (GU Parte Seconda n.33 del 17-3-2012) | Dispensa del notaio Maurizio Gianfelice
Il direttore generale,
Vista la domanda di dispensa, per rinuncia, del notaio Gianfelice
Maurizio, nato a Roma il 15 dicembre 1938, con sede in Rieti.
(distretti notarili riuniti di Viterbo e Rieti);
Visti gli artt. 30, 31, 34 e 37 della Legge 16 febbraio 1913, n.
89;
Visto l'art. 59 del R.D. 10 settembre 1914, n. 1326;
Visti gli artt. 4 e 16 del D.L.vo 30 marzo 2001, n. 165;
Decreta:
Il notaio Gianfelice Maurizio, nato a Roma il 15 dicembre 1938,
residente nel Comune di Rieti (distretti .notarili riuniti di Viterbo
e Rieti), è dispensato, per rinuncia, dall'esercizio delle funzioni
notarili.
La cessazione del notaio dall'esercizio delle sue funzioni avrà
effetto dal giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale.
Roma, 2 gennaio 2012
Il direttore generale
Maria Teresa Saragnano
TC12ADN3636 (Gratuito) |
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Corte Costituzionale | 2005 | SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE | 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 5 del 2-2-2005 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2005-02-02&atto.codiceRedazionale=005C0144 | N. 66 SENTENZA 13 - 29 gennaio 2005 | Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Circolazione stradale - Regolamentazione della circolazione nei centri abitati - Facolta' dei Comuni, quali enti proprietari della strada, di subordinare il parcheggio e la sosta dei veicoli al pagamento di una somma - Impedimento alla fruizione in condizioni di parita' del bene demaniale della strada e discriminazione dei cittadini in base alle condizioni economiche - Violazione del principio di eguaglianza - Difetto di motivazione in ordine alla rilevanza - Inammissibilita' della questione. - Legge 13 giugno 1991, n. 190, art. 2, comma 1, lettera d); d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285, art. 7, comma 1, lettera f). - Costituzione, art. 3. Circolazione stradale - Regolamentazione della circolazione nei centri abitati - Facolta' dei Comuni, quali enti proprietari della strada, di subordinare il parcheggio e la sosta dei veicoli al pagamento di una somma - Delega della relativa disciplina al governo - Mancata indicazione di principi e criteri direttivi in ordine alle zone da sottoporre a vincolo e alla tariffazione - Previsione, nella sola normativa delegata, dell'emanazione di direttive ministeriali per i Comuni - Eccesso di delega - Incidenza sulla liberta' di circolazione - Violazione della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte - Non fondatezza della questione. - Legge 13 giugno 1991, n. 190, art. 2, comma 1, lettera d); d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285, art. 7, comma 1, lettera f). - Costituzione, artt. 76, 16 e 23. (005C0144) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.5 del 2-2-2005) | LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
Presidente: Valerio ONIDA;
Giudici: Fernanda CONTRI, Guido NEPPI MODONA, Piero Alberto
CAPOTOSTI, Annibale MARINI, Franco BILE, Giovanni Maria FLICK,
Francesco AMIRANTE, Ugo DE SIERVO, Romano VACCARELLA, Paolo
MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA, Franco GALLO;
ha pronunciato la seguente
Sentenza
nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1,
lettera d), della legge 13 giugno 1991, n. 190 (Delega al Governo per
la revisione delle norme concernenti la disciplina della circolazione
stradale) e dell'art. 7, comma 1, lettera f), del decreto legislativo
30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), promosso con
ordinanza del 28 ottobre 2003 dal giudice di pace di Roma nel
procedimento civile vertente tra Petrangolo Antonio e il comune di
Roma, iscritta al n. 407 del registro ordinanze 2004 e pubblicata
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 20, 1ª serie speciale,
dell'anno 2004.
Visto l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei
ministri;
Udito nella camera di consiglio del 15 dicembre 2004 il giudice
relatore Fernanda Contri.
Ritenuto in fatto
1. - Il giudice di pace di Roma, con ordinanza emessa il
28 ottobre 2003, ha sollevato, in riferimento agli artt. 76, 16, 3 e
23 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale
dell'art. 2, comma 1, lettera d), della legge 13 giugno 1991, n. 190
(Delega al Governo per la revisione delle norme concernenti la
disciplina della circolazione stradale) e dell'art. 7, comma 1,
lettera f), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo
codice della strada).
Il rimettente, innanzi al quale è stata proposta opposizione a
sanzione amministrativa per omesso pagamento della somma dovuta per
la sosta del veicolo, osserva che l'art. 2, comma 1, lettera d),
della legge delega n. 190 del 1991, nel prevedere la facoltà
dell'ente proprietario della strada di subordinare il parcheggio e la
sosta dei veicoli al pagamento di una somma, non specifica i principi
e i criteri direttivi della subordinazione nè indica i criteri
impositivi. Ad avviso del giudice a quo, sussisterebbe una lesione
dell'art. 76 della Costituzione, in quanto sarebbe stata del tutto
omessa la determinazione dei principi e dei criteri direttivi e di
valutazione sia in ordine alla individuazione delle zone che possono
essere sottoposte all'onere del pagamento di una somma per il
parcheggio sia in ordine alle tariffe applicabili, non essendo
rinvenibili tali criteri nell'art. 2 della legge n. 190 del 1991, che
fa riferimento soltanto ad esigenze di tutela della sicurezza
stradale, peraltro non invocabili nella fattispecie.
Secondo il rimettente, l'omissione nella legge delega dei
principi e dei criteri direttivi, stabiliti in maniera uniforme per
l'intero territorio nazionale, avrebbe prodotto «situazioni
aberranti», in considerazione della continua estensione delle zone
soggette al pagamento e dei criteri di determinazione delle tariffe,
variabili in relazione non solo alle singole città ma anche alle
zone della medesima città e alle ore.
L'art. 7, comma 1, lettera f), del nuovo codice della strada, nel
tentativo di porre rimedio a tale omissione, avrebbe illegittimamente
rimesso al Ministro dei lavori pubblici (ora Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti) il compito di indicare le direttive
cui devono attenersi le delibere delle giunte comunali che
stabiliscono le aree destinate a parcheggio, fissando le condizioni e
le tariffe. Ad avviso del rimettente, la violazione sarebbe duplice,
poichè il Parlamento avrebbe omesso di indicare i principi direttivi
e il Governo, in assenza di delega, avrebbe demandato ad un Ministro
l'emanazione dei criteri.
Un ulteriore profilo di illegittimità costituzionale è
individuato dal giudice rimettente nella lesione dell'art. 16 della
Costituzione, che garantisce la libertà di circolazione con
riferimento anche ai mezzi di trasporto, senza i quali non vi sarebbe
una circolazione adeguata, e consente che siano previste delle
limitazioni, da attuare con legge formale, ma solo per ragioni di
sanità e sicurezza. Nella fattispecie, non solo vi sarebbe una
violazione della riserva di legge, poichè la materia è stata
rimessa alla discrezionalità del Ministro dei lavori pubblici (ora
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti), ma difetterebbero
anche i motivi di sanità e di sicurezza che possono giustificare le
limitazioni al diritto di circolazione.
Sussisterebbe poi una violazione del principio di eguaglianza,
poichè nell'accesso ad un servizio pubblico, come è la strada,
sarebbero privilegiati i cittadini con maggiori capacità economiche,
ai quali è concesso di usufruire della strada e delle relative
possibilità di parcheggio, mentre ai cittadini meno abbienti sarebbe
negato il medesimo diritto in forza di una legge che impone oneri
sproporzionati alle capacità economiche dei medesimi.
Il rimettente osserva infine che la mancanza di principi e
criteri direttivi costituirebbe anche violazione dell'art. 23 della
Costituzione, in quanto la legge delega non contiene al riguardo
nessuna indicazione, nemmeno con riferimento ai limiti minimi e
massimi delle tariffe.
Il giudice a quo richiama in proposito il principio affermato
dalla giurisprudenza costituzionale, secondo cui il carattere
impositivo della prestazione non è escluso per il solo fatto che la
richiesta del servizio dipenda dalla volontà del privato, e
sottolinea che, come più volte precisato dalla Corte costituzionale,
la determinazione delle tariffe di accesso ad un servizio essenziale
non può essere rimessa all'arbitrio delle autorità ma deve essere
assistita dalle garanzie che la Costituzione ha voluto assicurare
attraverso la riserva di legge, con la indicazione almeno dei criteri
idonei a delimitare la discrezionalità della pubblica
amministrazione per ciò che attiene sia al quantum che ai soggetti
passivi, al fine di escludere che la discrezionalità si trasformi in
arbitrio.
2. - È intervenuto nel giudizio il Presidente del Consiglio dei
ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello
Stato, concludendo per la inammissibilità o per l'infondatezza della
questione.
La difesa erariale sottolinea anzitutto come i criteri direttivi
si ricavino agevolmente dal complesso delle disposizioni contenute
nell'art. 2, comma 1, lettere d) e f), nelle quali si traduce
l'indirizzo parlamentare diretto a limitare l'uso della strada per la
sosta. Inoltre, poichè le norme impugnate non hanno carattere
innovativo rispetto alla previgente disciplina della circolazione
stradale dettata con d.P.R. 15 giugno 1959, n. 393, che all'art. 4
prevedeva analoga possibilità per i comuni di destinare al
parcheggio aree, subordinando la sosta dei veicoli al pagamento di
somme, non vi sarebbe nemmeno necessità della specifica indicazione
di principi e criteri direttivi, come affermato dalla giurisprudenza
costituzionale.
Le disposizioni del codice della strada attuano il disegno della
delega, delineando i poteri amministrativi degli enti proprietari
delle strade e delle autorità comunali secondo i moduli tipici di
regolazione dell'attività amministrativa, tra i quali è compresa la
sottoposizione dei comuni al potere di direttiva del Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti, stabilita dall'art. 7, comma 2,
lettera f).
L'Avvocatura osserva inoltre che l'istituzione delle fasce di
parcheggio a pagamento è atto impugnabile dinanzi al Tribunale
amministrativo regionale e che il rimettente non ha nemmeno
individuato l'atto istitutivo di tale parcheggio a pagamento, che
avrebbe potuto anche disapplicare, omettendo di motivare in modo
sufficiente quanto alla rilevanza della questione sollevata.
La difesa erariale sostiene poi l'infondatezza delle censure
sollevate in relazione alla pretesa violazione dell'art. 16 Cost.,
poichè la libertà di circolazione non può intendersi quale
libertà di parcheggio gratuito sulla pubblica via; nè, a suo
avviso, potrebbe invocarsi la riserva di legge prevista dall'art. 23
Cost., quando il pagamento imposto per la sosta del veicolo trovi la
sua fonte in un atto volontario dell'utente.
Infine, quanto alla dedotta lesione del principio di eguaglianza,
l'Avvocatura ritiene che la questione della determinazione delle
tariffe e delle relative esenzioni debba essere esaminata con
riferimento agli atti che hanno introdotto le tariffe stesse,
eventualmente in un giudizio di impugnazione, e che comunque appare
ragionevole la scelta operata dal legislatore di dissuadere la sosta
nei centri storici.
Considerato in diritto
1. - Il giudice di pace di Roma censura l'art. 2, comma 1,
lettera a), della legge delega per la revisione delle norme sulla
circolazione stradale 13 giugno 1991, n. 190 (Delega al Governo per
la revisione delle norme concernenti la disciplina della circolazione
stradale) e l'art. 7, comma 1, lettera f), del decreto legislativo
n. 285 del 1992 (Nuovo codice della strada), prospettando diversi
profili di illegittimità costituzionale delle due citate
disposizioni, che consentono di subordinare la sosta dei veicoli al
pagamento di una somma di denaro. Le due norme sarebbero in contrasto
anzitutto con l'art. 76 Cost., per essere stata del tutto omessa la
determinazione dei principi e dei criteri direttivi e di valutazione
sia in ordine alla individuazione delle zone che possono essere
sottoposte all'onere del pagamento di una somma per il parcheggio sia
in ordine alle tariffe applicabili; ed inoltre perchè, in assenza di
delega del Parlamento, l'indicazione di tali criteri sarebbe stata
demandata dal Governo al Ministro dei lavori pubblici (ora Ministro
delle infrastrutture e dei trasporti); con l'art. 16 Cost., sotto il
duplice profilo della violazione della riserva di legge, in quanto la
materia è stata rimessa alla discrezionalità del Ministro dei
lavori pubblici (ora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti),
e del difetto dei motivi di sanità e di sicurezza, i quali soltanto
potrebbero giustificare le limitazioni al diritto di circolazione;
con l'art. 3 Cost., poichè nell'accesso ad un servizio pubblico,
come è la strada, sarebbero privilegiati i cittadini con maggiori
capacità economiche, ai quali è concesso di usufruire della strada
e delle relative possibilità di parcheggio, mentre ai cittadini meno
abbienti sarebbe negato il medesimo diritto in forza di una legge che
impone oneri sproporzionati alle capacità economiche dei medesimi;
con l'art. 23 Cost., in quanto la determinazione delle tariffe di
accesso al servizio essenziale del parcheggio su strade urbane
sarebbe stata rimessa all'arbitrio dell'autorità, in difetto della
indicazione di criteri idonei a delimitarne la discrezionalità e
della previsione di limiti minimi e massimi.
2. - Le censure non sono fondate.
2.1. - La legge di delegazione n. 190 del 1991 è stata più
volte esaminata da questa Corte in relazione a censure riferite
all'art. 76 Cost. e si è già avuto modo di affermare che la
predetta legge, «abilitando in generale il Governo ad adottare
disposizioni, aventi valore di legge, intese a «rivedere e riordinare
[...] la legislazione vigente concernente la disciplina [...] della
circolazione stradale» ha identificato direttamente, quale base di
partenza dell'attività delegata, il codice della strada vigente,
cioè il testo unico delle norme sulla circolazione stradale
approvato con il d.P.R. 15 giugno 1959, n. 393» (sentenze n. 239 del
2003, n. 251 del 2001, n. 427 del 2000, n. 354 del 1998 e n. 305 del
1996).
Si è quindi sostenuto che la revisione e il riordino, ove
comportino l'introduzione di norme aventi contenuto innovativo
rispetto alla disciplina previgente, necessitano della indicazione di
principi e di criteri direttivi idonei a circoscrivere le diverse
scelte discrezionali dell'esecutivo, mentre tale specifica
indicazione può anche mancare allorchè le nuove disposizioni
abbiano carattere di sostanziale conferma delle precedenti (sentenza
n. 354 del 1998).
Quest'ultima ipotesi ricorre nella specie, in quanto il
previgente codice della strada conteneva già una disposizione del
tutto analoga a quella del decreto legislativo in esame, introdotta
dall'art. 15 della legge 24 marzo 1989, n. 122 (Disposizioni in
materia di parcheggi, programma triennale per le aree urbane
maggiormente popolate, nonchè modificazioni di alcune norme del
testo unico sulla disciplina della circolazione stradale, approvato
con decreto del Presidente della Repubblica 15 giugno 1959, n. 393),
che ha modificato l'art. 4 del testo unico n. 393 del 1959,
attribuendo ai comuni la facoltà di stabilire aree destinate al
parcheggio, sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al
pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di
controllo della durata anche senza custodia del veicolo, e di fissare
le relative condizioni e tariffe.
La sostanziale identità delle due norme consente allora di
affermare che la disposizione contenuta nel nuovo codice della strada
è in realtà meramente ricognitiva e confermativa della precedente;
il che vale ad escludere la sussistenza della dedotta lesione
dell'art. 76 Cost.
2.2. - Il rimettente ha invocato come parametro anche l'art. 16
Cost., a suo giudizio leso per violazione della riserva di legge e
per il difetto dei motivi di sanità e sicurezza che soltanto
potrebbero giustificare una limitazione del diritto di circolazione.
Entrambe le censure sono infondate.
Ed infatti, oltre alla considerazione che le lamentate
limitazioni al diritto di circolazione risultano comunque poste con
lo strumento della legge, è sufficiente osservare, quanto alla
doglianza relativa alla pretesa insussistenza delle ragioni che
consentono di limitare il predetto diritto, che con la sentenza
n. 264 del 1996 questa Corte ha affermato che «il precetto di cui al
detto art. 16 non preclude al legislatore la possibilità di
adottare, per ragioni di pubblico interesse, misure che influiscano
sul movimento della popolazione. In particolare l'uso delle strade,
specie con mezzi di trasporto, può essere regolato sulla base di
esigenze che, sebbene trascendano il campo della sicurezza e della
sanità, attengono al buon regime della cosa pubblica, alla sua
conservazione, alla disciplina che gli utenti debbono osservare ed
alle eventuali prestazioni che essi sono tenuti a compiere. La
tipologia dei limiti (divieti, diversità temporali o di
utilizzazioni, subordinazione a certe condizioni) viene articolata
dalla pubblica autorità tenendo conto dei vari elementi in gioco:
diversità dei mezzi impiegati, impatto ambientale, situazione
topografica o dei servizi pubblici, conseguenze pregiudizievoli
derivanti dall'uso indiscriminato del mezzo privato. Si tratta pur
sempre, però, di una disciplina funzionale alla pluralità degli
interessi pubblici meritevoli di tutela ed alle diverse esigenze, e
sempre che queste rispondano a criteri di ragionevolezza.»
In ragione di ciò, si può quindi concludere che le limitazioni
in esame sono giustificate in funzione di altri interessi pubblici
egualmente meritevoli di tutela, quali quelli attinenti al buon
regime della cosa pubblica.
2.3. - Il rimettente sostiene che nell'accesso ad un servizio
pubblico, come è la strada, sarebbero privilegiati i cittadini con
maggiori capacità economiche, ai quali è concesso di usufruire
della strada e delle relative possibilità di parcheggio, mentre ai
cittadini meno abbienti sarebbe negato il medesimo diritto in forza
di una legge che impone oneri sproporzionati alle capacità
economiche dei medesimi.
La questione risulta sollevata in modo astratto e ipotetico,
poichè manca ogni collegamento con la fattispecie del giudizio a
quo, come può del resto rilevarsi dall'ordinanza di rimessione, che
non contiene alcun riferimento alle condizioni economiche
dell'opponente nè ad una eventuale eccezione svolta dal medesimo in
relazione ad una pretesa incapacità economica di assolvere l'obbligo
di pagamento del parcheggio. Onde la inammissibilità della questione
per difetto di motivazione sulla rilevanza.
2.4. - Risulta, infine, insussistente anche la lamentata
violazione della riserva di legge in materia di prestazioni
patrimoniali imposte.
Come questa Corte ha più volte affermato (si vedano, tra le
tante, le sentenze n. 435 del 2001, n. 215 del 1998, n. 180 del 1996
e n. 236 del 1994), rientrano nella nozione di prestazione
patrimoniale imposta anche prestazioni di natura non tributaria e
aventi funzione di corrispettivo, quando per i caratteri e il regime
giuridico dell'attività resa, sia pure su richiesta del privato, a
fronte della prestazione patrimoniale appare prevalente l'elemento
della imposizione legale.
Ai fini dell'individuazione delle prestazioni patrimoniali
imposte, non costituiscono profili determinanti nè le formali
qualificazioni delle prestazioni nè la fonte negoziale o meno
dell'atto costitutivo nè l'inserimento di obbligazioni ex lege in
contratti privatistici (sentenza n. 215 del 1998). Deve invece
riconoscersi «un peso decisivo agli aspetti pubblicistici
dell'intervento delle autorità ed in particolare alla disciplina
della destinazione e dell'uso di beni o servizi, per i quali si
verifica che, in considerazione della loro natura giuridica, della
situazione di monopolio pubblico o della essenzialità di alcuni
bisogni di vita soddisfatti da quei beni o servizi, la determinazione
della prestazione sia unilateralmente imposta con atti formali
autoritativi, che, incidendo sostanzialmente sulla sfera
dell'autonomia privata, giustificano la previsione di una riserva di
legge» (sentenza n. 236 del 1994).
Nel caso in esame, il pagamento per la sosta del veicolo sfugge
sia alla nozione di tributo che a quella di prestazione patrimoniale
imposta; esso è configurabile piuttosto come corrispettivo,
commisurato ai tempi e ai luoghi della sosta, di una utilizzazione
particolare della strada, rimessa ad una scelta dell'utente non priva
di alternative; sicchè il corrispettivo risulta privo di uno dei
fondamentali requisiti che questa Corte ha ritenuto indispensabile
affinchè possa individuarsi una prestazione patrimoniale imposta; e
ciò esclude che debba essere assistito dalla garanzia prevista
dall'art. 23 Cost.
Per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
Dichiara inammissibile la questione di legittimità
costituzionale dell'art. 2, comma 1, lettera d), della legge 13
giugno 1991, n. 190 (Delega al Governo per la revisione delle norme
concernenti la disciplina della circolazione stradale) e dell'art. 7,
comma 1, lettera f), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285
(Nuovo codice della strada), sollevata, in riferimento all'art. 3
della Costituzione, dal giudice di pace di Roma con l'ordinanza in
epigrafe;
Dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale
dell'art. 2, comma 1, lettera d), della legge 13 giugno 1991, n. 190
(Delega al Governo per la revisione delle norme concernenti la
disciplina della circolazione stradale) e dell'art. 7, comma 1,
lettera f), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo
codice della strada), sollevata, in riferimento agli artt. 76, 16 e
23 della Costituzione, dallo stesso giudice di pace di Roma con
l'ordinanza in epigrafe.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale,
Palazzo della Consulta, il 13 gennaio 2005.
Il Presidente: Onida
Il redattore: Contri
Il cancelliere:Di Paola
Depositata in cancelleria il 29 gennaio 2005.
Il direttore della cancelleria: Di Paola
05C0144 |
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Concorsi | 2001 | ENTI LOCALI | COMUNE DI CRISSOLO | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 88 del 6-11-2001 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2001-11-06&atto.codiceRedazionale=01E13905 | COMUNE DI CRISSOLO | CONCORSO (scad. 6 dicembre 2001) | Riapertura dei termini del concorso pubblico, per soli esami, per la copertura a tempo pieno e indeterminato di un posto di istruttore di vigilanza - operaio - conduttore macchine (categoria C - posizione C1). (GU n.88 del 06-11-2001) | Sono riaperti i termini di presentazione delle domande
relativamente al concorso pubblico, per soli esami, per la copertura
di un posto a tempo pieno e indeterminato di istruttore di vigilanza
- operaio - conduttore macchine (categoria C - posizione economica
C1).
Titoli richiesti: diploma di scuola superiore (anni cinque ovvero
anni quattro con idoneità all'accesso all'universita) - patente di
guida categoria C.
Le domande redatte in carta semplice dovranno essere inviate al
comune di Crissolo entro trenta giorni dalla data di pubblicazione
del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale.
Info: 0175/94902 - fax 0175/94958 - e-mail:
[email protected]
Il responsabile: Attrovio |
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Contratti | 2018 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 47 del 23-4-2018 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-04-23&atto.codiceRedazionale=TX18BGA7828 | COMUNE DI ISOLA VICENTINA | Sede: via Marconi n. 14 - 36033 Isola Vicentina (VI) Italia Codice Fiscale: 80014150249 | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.47 del 23-4-2018) | Esito di gara esperita per l'affidamento della gestione del servizio
di biblioteca
SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Comune Isola Vicentina
Via Marconi, 14 Isola Vicentina Vicenza tel. 0444 599111 fax 0444
599199 pec: [email protected].
SEZIONE II: OGGETTO DELL'APPALTO: appalto per l'affidamento della
gestione del servizio di biblioteca per i Comuni di Isola Vicentina e
Monteviale dal 01/04/2018 al 31/12/2021 codice identificativo della
gara: 733105739E.
SEZIONE IV: PROCEDURA: Aperta
SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE: 26/03/2018 determina n. 208, n. offerte
ammesse 3, aggiudicatario Con Te Cooperativa Sociale Onlus di Quinto
Vicentino Vicenza, netto contrattuale €. 262.083,90.
Il responsabile unico del procedimento
dott. Ettore Dal Santo
TX18BGA7828 |
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Serie Generale | 2009 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI | Serie Generale n. 27 del 3-2-2009 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-02-03&atto.codiceRedazionale=09A00740&elenco30giorni=false | MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI | COMUNICATO | Modificazione dell'autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Maximec iniettabile». (GU Serie Generale n.27 del 03-02-2009) | Provvedimento n. 306 del 29 dicembre 2008
Procedura di mutuo riconoscimento numero IE/V/0132/001/IB/002.
Specialità medicinale per uso veterinario MAXIMEC INIETTABILE.
Confezioni:
flacone da 50 ml - A.I.C. n. 103671018;
flacone da 250 ml - A.I.C. n. 103671020;
flacone da 500 ml - A.I.C. n. 103671032.
Titolare A.I.C.: Cross Vetpharm Group Limited con sede in
Broomhill Road, Tallaght - Dublino 24 - Irlanda.
Oggetto del provvedimento: variazione tipo IB - modifica periodo
di validità (prolungamento).
È autorizza l'estensione del periodo di validità del prodotto
finito da 24 mesi a 36 mesi.
I lotti già prodotti possono rimanere in commercio fino alla
scadenza indicata in etichetta.
Il presente provvedimento ha efficacia immediata. |
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Contratti | 2007 | AVVISI E BANDI DI GARA | UNIVERSITÀ ED ALTRI ENTI DI ISTRUZIONE | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 132 del 12-11-2007 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2007-11-12&atto.codiceRedazionale=C-22273 | REGIONE SICILIANA E.R.S.U. * CATANIA | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.132 del 12-11-2007) | Estratto bando per la gestione quinquennale del servizio di
ristorazione
Parte di provvedimento in formato grafico
C-22273 (A pagamento). |
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Serie Generale | 1999 | LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI | Serie Generale n. 119 del 24-5-1999 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1999-05-24&atto.codiceRedazionale=099G0198&elenco30giorni=false | note: Entrata in vigore del decreto: 23-7-1999 | DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 marzo 1999, n. 146 | Regolamento recante norme di attuazione della direttiva 95/18/CE, relativa alle licenze delle imprese ferroviarie, e della direttiva 95/19/CE, relativa alla ripartizione delle capacita' di infrastruttura ferroviaria e alla riscossione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura. (GU Serie Generale n.119 del 24-05-1999) | IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'articolo 87 della Costituzione;
Vista la direttiva 95/18/CE del Consiglio del 19 giugno 1995,
relativa alle licenze delle imprese ferroviarie;
Vista la direttiva 95/19/CE del Consiglio del 19 giugno 1995,
riguardante la ripartizione delle capacità di infrastruttura
ferroviaria e la riscossione dei diritti per l'utilizzo
dell'infrastruttura;
Vista la legge 24 aprile 1998, n. 128, ed in particolare l'articolo
5 e l'allegato C;
Visto l'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1998, n.
277;
Considerato che occorre individuare il soggetto che ripartisce la
capacità di infrastruttura ferroviaria nel rispetto del principio di
non discriminazione ed il soggetto preposto al rilascio delle licenze
alle imprese ferroviarie stabilite nel territorio italiano;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri,
adottata nella riunione del 12 giugno 1998;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione
consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 27 luglio 1998;
Acquisiti i pareri delle competenti commissioni della Camera dei
deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 9 marzo 1999;
Sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del
Ministro dei trasporti e della navigazione, di concerto con il
Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica;
EMANA
il seguente regolamento:
Art.1
Oggetto
1. Il presente regolamento disciplina:
a) i criteri relativi al rilascio, alla proroga ed alla modifica
delle licenze alle associazioni internazionali di imprese
ferroviarie di cui all'articolo 2, comma 1, lettera d), e alle
imprese ferroviarie stabilite in Italia che effettuano trasporti
combinati internazionali di merci;
b) i principi e le procedure da seguire nella ripartizione della
capacità di infrastruttura ferroviaria e nella riscossione dei
diritti dovuti per l'utilizzo della infrastruttura.
2. Il presente regolamento non si applica alle imprese ferroviarie
la cui attività si limita all'esercizio di servizi di trasporto di
interesse regionale, locale e interregionale di interesse locale di
cui al decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422.
Art. 2
Definizioni
1. Ai fini del presente regolamento si intende per:
a) "impresa ferroviaria", qualsiasi impresa privata o pubblica la cui
attività principale consiste nell'espletamento di servizi di
trasporto di merci o di persone per ferrovia e che garantisce
obbligatoriamente la trazione;
b) "gestore dell'infrastruttura", il soggetto indicato all'articolo 4
del decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1998, n. 277,
recante il regolamento di attuazione della direttiva 91/440/CEE
relativa allo sviluppo delle imprese ferroviarie;
c) "infrastruttura ferroviaria", l'infrastruttura definita
nell'allegato 1, parte A, del Regolamento (CEE) n. 2598/70 della
Commissione del 18 dicembre 1970, individuante il contenuto delle
voci degli schemi per la contabilità dell'allegato 1 del
Regolamento (CEE) n. 1108/70 del Consiglio del 4 giugno 1970, ad
eccezione dell'ultimo alinea che, ai soli fini del presente
regolamento, si limita alla formulazione "Edifici adibiti al
servizio delle infrastrutture";
d) "associazione internazionale", l'associazione comprendente almeno
due imprese ferroviarie stabilite in due o più Stati dell'Unione
europea che ha lo scopo di fornire prestazioni di trasporto
internazionale tra Stati membri;
e) "licenza", l'autorizzazione, valida su tutto il territorio
comunitario, rilasciata dalle apposite autorità degli Stati
membri alle imprese ferroviarie che hanno sede nel territorio
comunitario, per legittimarle all'espletamento di servizi
internazionali di trasporto di merci o di persone per ferrovia;
f) "autorità preposta al rilascio delle licenze", l'autorità di cui
all'articolo 4, incaricata del rilascio delle licenze alle imprese
ferroviarie che hanno sede nel territorio italiano;
g) "linea ferroviaria", l'infrastruttura che collega due località;
h) "traccia oraria", il tempo di utilizzo dell'infrastruttura
ferroviaria necessario a far viaggiare un convoglio tra due
località;
i) "capacita'" la somma delle tracce orarie che costituiscono la
potenzialità di utilizzo di determinati segmenti di
infrastruttura ferroviaria;
l) "ripartizione", l'assegnazione della capacità, di infrastruttura
ferroviaria da parte dell'organo a ciò preposto;
m) "organo preposto alla ripartizione della capacita'", il soggetto
incaricato della ripartizione della capacità di infrastruttura
ferroviaria;
n) "orario cadenzato", successione di treni di identiche
caratteristiche, a intervallo costante fino alle due ore;
o) "interconnessione cadenzata", successione di corrispondenze con
identico tempo di attesa, ad intervallo costante, fra treni ad
orario cadenzato.
Art. 3
Utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria
1. L'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria, già disciplinato
dall'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio
1998, n. 277, è consentito a condizione che ciascuna impresa
ferroviaria dimostri:
a) il possesso della licenza di cui all'articolo 4, ovvero di altro
titolo equiparato rilasciato da uno Stato membro dell'Unione
europea, che legittimi l'espletamento di servizi intenzionali di
trasporto di merci o di persone per ferrovia, fermo restando che
in caso di associazione tutte le imprese ferroviarie associate
debbono essere titolari del medesimo tipo di licenza
corrispondente al servizio da prestare;
b) la disponibilità in qualsiasi momento del certificato di
sicurezza rilasciato dal gestore dell'infrastruttura ferroviaria
di cui si richiede l'utilizzo ai sensi dell'articolo 7;
c) la stipulazione con il gestore dell'infrastruttura ferroviaria,
direttamente o per il tramite dell'associazione eventualmente
costituita con altre imprese ferroviarie, dei necessari accordi
amministrativi, tecnici e finanziari, conseguenti all'assegnazione
di capacità. Le condizioni di base degli accordi non devono
essere discriminatorie.
Art. 4
Licenza
1. Possono chiedere il rilascio della licenza di cui all'articolo
3, comma 1, lettera a), le imprese ferroviarie che sono in possesso
dei requisiti di cui all'articolo 5, che dispongono direttamente di
materiale rotabile, nonchè del personale incaricato della guida e
dell'accompagnamento dei convogli e che sono in grado di dimostrare
la copertura assicurativa per la responsabilità civile in caso di
incidenti, in particolare per quanto riguarda i passeggeri, il
bagaglio, le merci trasportate, la posta, le altre imprese
ferroviarie, il gestore dell'infrastruttura ferroviaria e i terzi,
dal momento dell'inizio dell'attività.
2. La licenza è rilasciata dal Ministero dei trasporti e della
navigazione, entro tre mesi dal ricevimento delle informazioni
concernenti i requisiti indicati all'articolo 5 con provvedimento
comunicato al soggetto richiedente la licenza. Il rigetto della
richiesta deve essere motivato.
3. La licenza deve indicare la tipologia dei servizi internazionali
di trasporto per ferrovia di merci o di persone che l'impresa è
legittimata ad espletare.
4. Le imprese di cui al comma 1 sono tenute all'atto di
presentazione della domanda al pagamento di un contributo a titolo di
rimborso dei costi amministrativi sostenuti per l'istruttoria e per
il rilascio della licenza. Le modalità del pagamento e l'ammontare
del contributo sono determinati con decreto del Ministro dei
trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministro del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica da emanare
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente
regolamento.
Art. 5
Requisiti per il rilascio della licenza
1. Le imprese ferroviarie devono essere in possesso di requisiti di
onorabilità, capacità finanziaria e competenza professionale per
ottenere il rilascio della licenza.
2. Costituiscono requisiti di onorabilita':
a) non essere stati dichiarati falliti o sottoposti a liquidazione
coatta amministrativa o ad amministrazione straordinaria, salvo
che sia intervenuta sentenza di riabilitazione civile, nè essere
stati ammessi, nei cinque anni antecedenti la richiesta della
licenza, alle procedure di concordato preventivo o di
amministrazione controllata;
b) non aver riportato sentenza di condanna o di applicazione della
pena ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale per
delitti contro il patrimonio, contro la fede pubblica, contro
l'economia pubblica, l'industria e il commercio, contro la
pubblica incolumità, contro la pubblica amministrazione, per i
delitti previsti dal titolo XI del libro V del codice civile e dal
titolo VI del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, ovvero per
delitti non colposi per i quali la legge prevede la pena della
reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, salvo che sia
intervenuta sentenza di riabilitazione;
c) non aver riportato per due volte sentenze di condanna per reati in
materia di previdenza e di assistenza sociale, di infortuni e di
igiene del lavoro;
d) non essere stati sottoposti a misure di prevenzione personali o
patrimoniali.
3. I requisiti di cui al comma 2 debbono essere posseduti:
a) dai titolari delle imprese individuali;
b) da tutti i soci delle società di persone;
c) dai soci accomandatari, quando trattasi di società in accomandita
semplice o in accomandita per azioni;
d) dagli amministratori delegati e dai legali rappresentanti per ogni
altro tipo di società.
4. Se non si tratta di imprese individuali il requisito di cui al
comma 2, lettera a), deve essere altresì posseduto dall'ente che
esercita l'impresa.
5. Costituisce requisito di capacità finanziaria la capacità
dell'impresa di far fronte agli impegni effettivi e potenziali,
stabiliti in base a presupposti realistici, per un periodo non
inferiore a dodici mesi.
6. Per l'effettuazione dell'esame di capacità finanziaria la
richiesta di licenza deve essere corredata da specifiche informazioni
e in particolare, dei seguenti elementi:
a) risorse finanziarie disponibili, compresi depositi bancari,
anticipi concessi in conto corrente, prestiti;
b) fondi ed elementi di attivo realizzabile a titolo di garanzia;
c) capitale di esercizio;
d) costi di esercizio, compresi costi di acquisto e acconti per
veicoli, terreni, edifici, attrezzature e materiale rotabile;
e) oneri gravanti sul patrimonio dell'impresa ferroviaria.
7. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può inoltre
esigere la presentazione di una relazione di valutazione, nonchè di
documenti appropriati da parte di una banca, una cassa di risparmio,
un revisore dei conti o di altro esperto contabile; tale
documentazione deve comprendere le informazioni relative agli
elementi indicati al comma 6.
8. In materia di competenza professionale, l'impresa ferroviaria
garantisce:
a) di disporre o di essere in grado di disporre di un'organizzazione
gestionale efficiente e di possedere le conoscenze e l'esperienza
necessarie per esercitare un controllo operativo ed una
supervisione sicuri ed efficaci relativamente ai servizi
ferroviari della tipologia specificata nella licenza;
b) che il personale responsabile della sicurezza ed in particolare
quello addetto alla guida dei convogli sia pienamente qualificato
nel proprio campo di attività;
c) che il personale, il materiale rotabile e l'organizzazione siano
tali da garantire un alto livello di sicurezza per i servizi
ferroviari da espletare.
9. Per l'effettuazione dell'esame della competenza professionale la
richiesta di licenza deve essere corredata da specifiche informazioni
relativamente:
a) alla natura e allo stato di manutenzione del materiale rotabile
con particolare riguardo alle norme di sicurezza;
b) alle qualifiche del personale responsabile della sicurezza,
nonchè alle modalità di formazione del personale, fermo restando
che il rispetto dei requisiti in materia di qualifiche deve essere
provato mediante la presentazione dei corrispondenti documenti
giustificativi.
Art. 6
Validità della licenza
1. La licenza ha validità temporale illimitata, salvo quanto
previsto dal presente articolo.
2. Il Ministero dei trasporti e della navigazione, in qualsiasi
momento, può richiedere all'impresa di comprovare il possesso ed il
mantenimento dei requisiti che hanno consentito il rilascio della
licenza.
3. Il Ministero dei trasporti e della navigazione revoca la licenza
se accerta la mancanza dei titoli e dei requisiti per il suo
rilascio, mentre ne sospende l'efficacia quando esiste un dubbio
fondato circa la loro effettiva sussistenza, per un periodo non
superiore ad un mese, per l'effettuazione dei necessari accertamenti.
4. Il Ministero dei trasporti e della navigazione, qualora vi siano
fondati dubbi circa la sussistenza dei requisiti previsti dal
presente regolamento per il rilascio della licenza ad un'impresa
ferroviaria, ne informa l'autorità dello Stato membro che l'ha
rilasciata.
5. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può rilasciare
una licenza temporanea per il tempo necessario alla riorganizzazione
dell'impresa ferroviaria, comunque non superiore al periodo di sei
mesi dalla data di rilascio, purchè non sia compromessa la sicurezza
del servizio di trasporto, quando la sospensione o la revoca della
licenza è dovuta al mancato possesso dei requisiti di capacità
finanziaria.
6. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può sospendere
la licenza o richiedere la conferma dell'istanza di rilascio quando
l'impresa ferroviaria sospende l'attività per oltre sei mesi o non
la inizia decorsi sei mesi dal rilascio della licenza. L'impresa
ferroviaria può chiedere la concessione di un termine più lungo di
sei mesi per l'inizio dell'attività in considerazione della
specificità dei servizi prestati.
7. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può invitare
l'impresa ferroviaria a chiedere la conferma della licenza nel caso
in cui siano sopravvenute modifiche della configurazione giuridica
dell'impresa stessa e, in particolare, nei casi di fusione,
incorporazione o acquisizione del controllo societario da parte di un
altro soggetto. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può
sospendere, con provvedimento motivato, l'efficacia della licenza
già rilasciata se ritiene compromessa la sicurezza del servizio di
trasporto.
8. L'impresa ferroviaria che intende estendere o modificare in modo
rilevante la propria attività deve chiedere la revisione della
licenza. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può revocare
la licenza quando l'impresa ferroviaria risulta assoggettata ad una
procedura concorsuale e mancano realistiche possibilità di una
soddisfacente ristrutturazione entro un ragionevole periodo di tempo.
Il Ministero dei trasporti e della navigazione comunica senza indugio
alla Commissione delle Comunità europee i provvedimenti di revoca,
sospensione o modifica delle licenze adottati.
9. Al fine di verificare l'effettivo adempimento e il rispetto di
quanto stabilito dal presente articolo, il Ministero dei trasporti e
della navigazione provvede, con cadenza quinquennale, al riesame
della posizione di ciascuna impresa ferroviaria cui è stata
rilasciata la licenza, ferma restando comunque la possibilità di
procedere, in qualsiasi momento, ad apposite verifiche circa
l'osservanza e la sussistenza dei suddetti obblighi e requisiti.
Art. 7
Certificato di sicurezza
1. L'articolo 5, comma 1, del decreto del Presidente dalla
Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, è sostitutio dal seguente: "1. Il
Ministero dei trasporti e della navigazione definisce gli standard e
le norme di sicurezza, su proposta del gestore dell'infrastruttura
ferroviaria, e controlla la loro applicazione.".
2. Il certificato di sicurezza di cui all'articolo 3, comma 1,
lettera b), attesta la conformità agli standard in materia di
sicurezza della circolazione definiti dal Ministero dei trasporti e
della navigazione, per le singole linee e per i singoli servizi, al
fine di garantire il sicuro e affidabile espletamento dei servizi
ferroviari.
3. Ai fini del rilascio del certificato di sicurezza le imprese
ferroviarie devono dimostrare il rispetto delle prescrizioni e delle
normative concernenti i requisiti tecnici e operativi specifici per i
servizi ferroviari da espletare, oltre quelli in materia di sicurezza
applicabili al personale, al materiale rotabile e all'organizzazione
interna dell'impresa.
4. Le imprese ferroviarie attestano che il personale incaricato
della guida e dell'accompagnamento dei convogli utilizzati per
l'espletamento dei servizi di trasporto possiede la formazione e le
conoscenze necessarie per il rispetto delle disposizioni in materia
di sicurezza e di circolazione definite dal gestore
dell'infrastruttura ferroviaria.
5. Le imprese ferroviarie attestano che il materiale rotabile che
compone i convogli è stato regolarmente immatricolato ed omologato
ed è stato sottoposto a tutti i controlli prescritti dalla vigente
normativa.
6. Il certificato di sicurezza è rilasciato, su richiesta del
legale rappresentante dell'impresa, dal gestore dell'infrastruttura
ferroviaria entro tre mesi dalla richiesta. Entro lo stesso termine
il gestore dell'infrastruttura ferroviaria comunica ai richiedenti le
ragioni del mancato rilascio.
7. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria controlla
periodicamente la conformità agli standard di sicurezza e può
revocare il certificato di sicurezza, informandone immediatamente
l'autorità che ha rilasciato la licenza all'impresa ferroviaria, nel
caso in cui accerta la perdita dei requisiti previsti dal presente
articolo.
8. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria è tenuto a
rispettare gli obblighi di riservatezza inerenti alla tutela delle
persone o delle imprese su notizie, informazioni e dati in
conformità alla normativa in materia di tutela delle persone e di
altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali.
9. Le imprese ferroviarie che alla data di entrata in vigore del
presente regolamento espletano regolarmente servizi di trasporto
sull'infrastruttura ferroviaria devono richiedere la conferma del
certificato di sicurezza ottenuto ai sensi dell'articolo 8, comma 5,
del decreto del Presidente dalla Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, e,
in attesa di tale conferma, continuano a svolgere la propria
attività di trasporto.
Art. 8
Criteri di ripartizione della
capacità di infrastruttura ferroviaria
1. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria di cui all'articolo 4
del decreto del Presidente dalla Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, è
il soggetto preposto alla ripartizione della capacità di
infrastruttura ferroviaria.
2. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria, che è a conoscenza
della capacità di tutte le linee disponibili, procede alla
ripartizione della capacità, garantendo che:
a) la capacità sia ripartita su base equa e non discriminatoria;
b) la ripartizione della capacità consenta un utilizzo efficace e
ottimale dell'infrastruttura ferroviaria.
3. Nella ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria
il gestore dà priorita':
a) ai servizi di trasporto quantitativamente e qualitativamente
sufficienti a soddisfare la mobilità dei cittadini, disciplinati
da appositi contratti di servizio da stipulare tra le imprese
ferroviarie e lo Stato, o le regioni. Tali servizi, in presenza di
richiesta di capacità per altri servizi, non possono comunque
assorbire l'intera capacità delle tratte e delle fasce orarie
interessate;
b) ai servizi di trasporto ad alta velocità effettuati totalmente o
parzialmente su infrastrutture appositamente costruite o adattate
e ai servizi di trasporto merci effettuati su linee specializzate
per tali servizi, fatte salve le disposizioni di cui agli articoli
85, 86 e 90 del Trattato CEE.
4. Nell'ambito dei servizi di trasporto viaggiatori e in quello dei
servizi merci, diversi da quelli previsti dal comma 3, è data
priorità rispettivamente:
a) ai servizi espletati con orario cadenzato o che costituiscono
interconnessione cadenzata su più linee;
b) ai servizi in grado di realizzare una interconnessione a rete di
diffusione nazionale.
5. Il Ministero dei trasporti e della navigazione, fatte salve le
disposizioni di cui agli articoli 85, 86 e 90 del Trattato CEE e
sentito il gestore dell'infrastruttura, può concedere diritti
speciali, su base non discriminatoria, alle imprese ferroviarie
che forniscono determinati servizi, se tali diritti speciali sono
indispensabili:
a) per garantire un buon livello di servizio pubblico;
b) per garantire un utilizzo efficace della capacità
d'infrastruttura;
c) per consentire il finanziamento di nuove infrastrutture.
Art. 9
Richiesta ed assegnazione di capacità
1. Le associazioni internazionali di imprese ferroviarie e le
imprese ferroviarie presentano al gestore dell'infrastruttura
ferroviaria la richiesta di capacità, quando la località di
partenza dei servizi ferroviari si trova nel territorio italiano.
2. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria rende pubblici i
criteri e le procedure per l'assegnazione della capacità e provvede
in merito alla richiesta di capacità entro due mesi dal ricevimento
di tutte le necessarie informazioni fornite dai soggetti di cui al
comma 1, dandone comunicazione ai soggetti richiedenti. Il rigetto
della richiesta deve essere motivato.
3. Quando il rigetto della richiesta è motivato dalla
insufficienza della capacità, la richiesta è riesaminata, d'accordo
con l'istante, in occasione del successivo adeguamento dell'orario
per gli itinerari interessati. Le date degli adeguamenti di orario e
le relative prescrizioni sono rese disponibili ai soggetti
interessati.
4. Il gestore dell'infrastruttura adotta tutte le procedure
necessarie al coordinamento ed agli scambi di informazione con gli
organi corrispondenti interessati degli altri Stati membri. È fatto
salvo il diritto dei soggetti di cui al comma 1 di contattare
direttamente gli altri organi interessati preposti alla ripartizione,
purchè informino il gestore dell'infrastruttura ferroviaria.
5. All'atto della richiesta di capacità i soggetti di cui al comma
1 sono tenuti a prestare a favore del gestore dell'infrastruttura
ferroviaria una fidejussione, assicurativa o bancaria, per l'importo
fissato direttamente dal gestore stesso sulla base dei commi 3,
lettera a), e 4 dell'articolo 7 del decreto del Presidente dalla
Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, a garanzia della mancata
utilizzazione della capacità assegnata.
6. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria è tenuto a
comunicare tempestivamente alle imprese ferroviarie interessate ogni
modifica rilevante della qualità delle linee o della capacità
utilizzata per l'espletamento di servizi ferroviari internazionali.
Art. 10
Riesame delle determinazioni del
gestore dell'infrastruttura ferroviaria
1. Le imprese ferroviarie e le associazioni internazionali hanno
facoltà di richiedere al Ministero dei trasporti e della navigazione
il riesame delle determinazioni adottate dal gestore
dell'infrastruttura ferroviaria in materia di ripartizione della
capacità di infrastruttura ferroviaria o in materia di riscossione
del canone. Il Ministero dei trasporti e della navigazione provvede,
entro due mesi dalla data di ricevimento di tutte le informazioni
necessarie, ai fini della pronuncia richiesta.
Art. 11
Disposizioni finali
1. Le imprese ferroviarie e le associazioni internazionali di
imprese ferroviarie che espletano sull'infrastruttura ferroviaria
nazionale servizi di trasporto di merci o di persone, sono tenute
all'osservanza degli standard definiti e delle prescrizioni emesse
dal gestore dell'infrastruttura, in particolare in materia di:
a) requisiti tecnici ed operativi specifici per i servizi ferroviari;
b) requisiti di sicurezza applicabili al personale, al materiale
rotabile e all'organizzazione interna delle imprese ferroviarie;
c) sanità, sicurezza e diritti dei lavoratori e dei consumatori.
2. È fatto obbligo alle imprese e associazioni di cui al comma 1
di rispettare gli accordi relativi ai trasporti ferroviari
internazionali vigenti nel territorio italiano.
Art. 12
Abrogazione
1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente
regolamento sono abrogati i commi 4 e 5 dell'articolo 8 del decreto
del Presidente dalla Repubblica 8 luglio 1998, n. 277.
Art. 13
Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore sessanta giorni dopo la sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a Roma, addì 16 marzo 1999
SCALFARO
D'Alema, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Letta, Ministro per le politiche
comunitarie
Treu, Ministro dei trasporti e della
navigazione
Ciampi, Ministro del tesoro, del
bilancio e della programmazione
economica
Visto, il Guardasigilli: Diliberto
Registrato alla Corte dei conti il 14 maggio 1999
Atti di Governo, registro n. 116, foglio n. 18 |
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Concorsi | 2016 | UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE | UNIVERSITA' DI ROMA «TOR VERGATA» | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 39 del 17-5-2016 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-05-17&atto.codiceRedazionale=16E02205 | UNIVERSITA' DI ROMA «TOR VERGATA» | CONCORSO (scad. 16 giugno 2016) | Selezione pubblica per il reclutamento di un ricercatore con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato - settore concorsuale 13/B3 - settore scientifico-disciplinare SECS-P/10. (GU n.39 del 17-05-2016) | Con decreto rettorale n. 1060 del 3 maggio 2016, è indetta una
selezione pubblica per il reclutamento di un ricercatore con
contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, ai sensi
dell'art. 24, comma 3, lettera a) della legge n. 240/2010 - Settore
concorsuale 13/B3 - Organizzazione aziendale, Settore
scientifico-disciplinare: SECS-P/10 - Organizzazione aziendale,
presso il Dipartimento di management e diritto dell'Università degli
studi di Roma "Tor Vergata".
Il testo del bando è disponibile sul sito d'Ateneo
all'indirizzo: http://concorsi.uniroma2.it
Inoltre, il bando verrà pubblicizzato per estratto sui seguenti
siti: http://bandi.miur.it e http://ec.europa.eu/euraxess
La domanda di ammissione alla selezione, debitamente firmata e
redatta in carta libera, oltre al plico separato, contenente i titoli
e le pubblicazioni, dovranno essere prodotti con le modalità
previste all'art. 3 del predetto bando, entro il termine perentorio
di trenta giorni, a decorrere dal giorno successivo a quello della
data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana. |
|
Concorsi | 2023 | ENTI DI RICERCA | CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE - ISTITUTO DI BIOSCIENZE E BIORISORSE DI BARI | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 41 del 30-5-2023 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-05-30&atto.codiceRedazionale=23E06407 | CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE - ISTITUTO DI BIOSCIENZE E BIORISORSE DI BARI | GRADUATORIA | Approvazione atti, graduatoria e nomina del vincitore della selezione pubblica, per titoli e colloquio, per la copertura di un posto di ricercatore III livello, a tempo determinato, per la sede di Portici. (GU n.41 del 30-05-2023) | Si avvisa che è pubblicato sul sito istituzionale del Consiglio
nazionale delle ricerche http://www.urp.cnr.it (sezione lavoro e
formazione) e nel sistema di selezioni on-line
https://selezionionline.cnr.it il provvedimento di approvazione atti,
graduatoria e nomina del vincitore della selezione, per titoli e
colloquio, ai sensi dell'art. 8 del «Disciplinare concernente le
assunzioni di personale con contratto di lavoro a tempo determinato»,
per l'assunzione, ai sensi dell'art. 83 del CCNL del comparto
Istruzione e ricerca 2016-2018, sottoscritto in data 19 aprile 2018,
di una unità di personale con profilo professionale di ricercatore
III livello, presso l'Istituto di bioscienze e biorisorse (IBBR) sede
di Portici (NA), di cui al bando n. 400.6 IBBR PNRR, pubblicato, per
estratto, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª
Serie speciale «Concorsi ed esami» - n. 8 del 31 gennaio 2023. |
|
Concorsi | 2016 | UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE | UNIVERSITA' DI MILANO-BICOCCA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 20 del 11-3-2016 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-03-11&atto.codiceRedazionale=16E01031 | UNIVERSITA' DI MILANO-BICOCCA | CONCORSO (scad. 11 aprile 2016) | Selezione pubblica, per esami, per il reclutamento di una unita' di personale di categoria B, posizione economica B3, area amministrativa, con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato (12 mesi) e parziale al 50%, per le esigenze dell'area risorse finanziarie e bilancio - Centro Servizi di Scienze 1. (Cod. 5653). (GU n.20 del 11-03-2016) | IL DIRETTORE GENERALE
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 370, con la quale viene abolita
l'imposta di bollo per le domande di concorso e di assunzione presso
le amministrazioni pubbliche;
Visto il D.P.C.M.30 marzo 1989, n. 127, in materia di
costituzione di rapporti di lavoro a tempo determinato nel pubblico
impiego;
Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168;
Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante norme in materia di
procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti
amministrativi e successive modifiche e integrazioni e il relativo
regolamento di Ateneo vigente;
Visto il D.P.C.M. 7 febbraio 1994, n. 174, che regolamenta
l'accesso dei cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea ai
posti di lavoro presso le Amministrazioni Pubbliche;
Visto il D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487 e successive modifiche e
integrazioni, le cui norme regolamentano l'accesso ai pubblici
impieghi nella Pubblica Amministrazione e le modalità di svolgimento
dei concorsi;
Vista la legge 21 giugno 1995, n. 236 recante disposizioni
urgenti per il funzionamento delle Università;
Vista la legge 15 maggio 1997, n. 127, riguardante misure urgenti
per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti
di decisione e di controllo e successive modifiche e integrazioni;
Vista la legge 16 giugno 1998, n. 191, che, tra l'altro, modifica
e integra la sopracitata legge 15.5.1997, n. 127;
Visto il D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 e successive modifiche e
integrazioni ;
Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme
generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
Amministrazioni Pubbliche;
Visto il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, in materia
di protezione dei dati personali e il vigente regolamento di Ateneo
per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari;
Visto il decreto legge 10 gennaio 2006, n. 4, riguardante misure
urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica
amministrazione;
Visto il decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, recante il
codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'art. 6
della legge 28.11.2005, n. 246;
Visto il decreto interministeriale del 9 luglio 2009 di
equiparazione tra i diplomi di laurea vecchio ordinamento, lauree
specialistiche (LS) ex D.M. 509/99 e lauree magistrali (LM) ex D.M.
270/04 ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi;
Visto il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 in materia di
"Codice dell'ordinamento militare";
Vista la legge 6 novembre 2012, n. 190, recante "Disposizioni per
la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità
nella Pubblica Amministrazione";
Visto il D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33, in materia di "Riordino
della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza
e diffusione di informazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni
Vista la legge 6 agosto 2013, n. 97, in materia di "Disposizioni
per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza
dell'Italia all'Unione Europea - legge europea 2013" e in particolare
l'art. 7 che modifica la disciplina in materia di accesso ai posti di
lavoro presso le pubbliche amministrazioni;
Visto il decreto n. 446/2014 del 19 febbraio 2014 con il quale il
Direttore Generale stabilisce un contributo per spese generali e
postali di euro 10,00 per la partecipazione ai concorsi indetti per
l'assunzione di personale tecnico - amministrativo e di dirigente;
Vista la legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante "Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato"
(Legge di stabilità 2016);
Visto il D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, in materia di "Disciplina
organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema
di mansioni, a norma dell'art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre
2014, n. 183";
Visto il vigente CCNL del Comparto Università;
Visto il vigente regolamento dell'Albo Ufficiale dell'Università
degli Studi di Milano - Bicocca;
Visto il vigente regolamento di Ateneo per la costituzione di
rapporti di lavoro a tempo determinato;
Vista la delibera del 26 gennaio 2016 con la quale il Consiglio
di Amministrazione ha approvato l'istituzione di n. 1 posto di
Categoria B, posizione economica B3, area amministrativa, con
rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato (12 Mesi) e
parziale 50%, per le esigenze dell'Area Risorse finanziarie e
bilancio - Centro Servizi Scienze 1;
Decreta:
Art. 1
Selezione pubblica
È indetta una selezione pubblica, per esami, per il reclutamento
di n. 1 unità di personale di Categoria B, posizione economica B3,
Area Amministrativa, con rapporto di lavoro subordinato a tempo
determinato (12 mesi) e parziale 50% presso l'Università degli Studi
di Milano-Bicocca per le esigenze dell'Area Risorse finanziarie e
bilancio - Centro Servizi Scienze 1, per attività di preparazione e
predisposizione dei documenti necessari alla pianificazione degli
acquisti e alla rendicontazione dei progetti di ricerca.
Art. 2
Requisiti
Per l'ammissione alla selezione sono richiesti:
a) titolo di studio: diploma di istruzione secondaria di I
grado più diploma di qualifica professionale o attestato di
qualifica rilasciato ai sensi della legge n. 845/78 o titolo
equiparabile se rilasciato ai sensi di Leggi precedenti o diploma di
corso professionale specifico o dichiarazione rilasciata dal datore
di lavoro (Enti pubblici o privati, Aziende e P.A.) sulla competenza
professionale acquisita durante l'esperienza lavorativa, della durata
minima di almeno due anni, inerenti all'attività da svolgere
prevista dall'art. 1. La dichiarazione del datore di lavoro deve
riportare l'Ente previdenziale presso il quale sono stati versati i
contributi.
(per i titoli di studio conseguiti all'estero è richiesta la
dichiarazione di equivalenza ai sensi della vigente normativa in
materia (sito web:
http://www.funzionepubblica.gov.it/la-struttura/dipartimento-della-fu
nzione-pubblica/documentazione/modulistica-per-il-riconoscimento-dei-
titoli-di-studio-/presentazione.aspx) ovvero la dichiarazione
dell'avvio della richiesta di equivalenza del titolo posseduto al
titolo richiesto dal bando con la procedura di cui all'art. 38 del
D.Lgs. 165/2001;
b) età non inferiore agli anni 18;
c) cittadinanza italiana (sono equiparati ai cittadini italiani
gli italiani non appartenenti alla Repubblica) ovvero cittadinanza di
altro Stato membro della Unione Europea. In applicazione dell'art. 7
della legge 97/2013 di cui in premessa possono partecipare anche i
familiari dei cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea non
aventi la cittadinanza di uno Stato membro purchè siano titolari del
diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente nonchè i
cittadini di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno
CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano titolari dello
status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria;
d) godimento dei diritti civili e politici;
e) idoneità fisica all'impiego. L'Amministrazione ha facoltà
di sottoporre a visita medica di controllo i vincitori della
selezione, in base alla normativa vigente;
f) essere in posizione regolare nei riguardi degli obblighi
militari (per i nati sino all'anno 1985).
Non possono accedere agli impieghi coloro che siano esclusi
dall'elettorato politico attivo e coloro che siano stati destituiti o
dispensati dall'impiego presso una pubblica amministrazione per
persistente insufficiente rendimento, ovvero siano stati dichiarati
decaduti da un impiego statale, ai sensi dell'art. 127, primo comma,
lettera d) del D.P.R. 10.1.1957, n. 3 e coloro che siano stati
licenziati per aver conseguito l'impiego mediante la produzione di
documenti falsi e comunque con mezzi fraudolenti.
I cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea o loro
familiari o cittadini di Paesi terzi devono possedere i seguenti
requisiti:
1) godere dei diritti civili e politici anche negli Stati di
appartenenza o di provenienza;
2) essere in possesso, fatta eccezione della titolarità della
cittadinanza italiana, di tutti gli altri requisiti previsti per i
cittadini della Repubblica;
3) avere adeguata conoscenza della lingua italiana.
I requisiti prescritti, compresa la dichiarazione di equivalenza
dell'eventuale titolo di studio conseguito all'estero o la
dichiarazione di avvio della richiesta di equivalenza del titolo
posseduto al titolo richiesto dal bando, devono essere posseduti alla
data di scadenza del termine ultimo per la presentazione della
domanda di ammissione. I candidati sono ammessi al concorso con
riserva.
L'Amministrazione può disporre in qualunque momento, con
comunicazione motivata del direttore generale, l'esclusione dalla
selezione per difetto dei requisiti prescritti.
Art. 3
Domande e termine di presentazione
Le domande di ammissione alla selezione, redatte a macchina o in
stampatello utilizzando il modello allegato al presente bando o
fotocopia dello stesso, devono essere indirizzate al Direttore
Generale dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca e
presentate direttamente all'Ufficio Protocollo e Posta, edificio U6,
IV piano, stanza n. 4043c, P.zza dell'Ateneo Nuovo 1, Milano, nei
giorni di Lunedì - Martedì - Giovedì dalle ore 09.00 alle ore
11.45 e dalle ore 14.30 alle ore 15.30 e nei giorni di Mercoledì e
Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 11.45 o spedite a mezzo
raccomandata con avviso di ricevimento, con esclusione di qualsiasi
altro mezzo, al Settore Reclutamento, Ufficio Concorsi, Università
degli Studi di Milano - Bicocca, P.zza dell'Ateneo Nuovo 1 - 20126
Milano, entro il termine perentorio di giorni trenta a decorrere dal
giorno successivo a quello della pubblicazione del presente decreto
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica - 4a Serie speciale -
Concorsi ed Esami. Qualora tale termine scada in giorno festivo, la
scadenza slitta al primo giorno feriale utile.
Si considerano prodotte in tempo utile le domande spedite a mezzo
raccomandata con ricevuta di ritorno entro il termine suindicato. A
tale fine fa fede il timbro a data dell'ufficio postale accettante.
Sono altresì ritenute valide le domande inviate tramite Posta
Elettronica Certificata (PEC) all'indirizzo di posta elettronica
certificata dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca
([email protected]) entro il suddetto termine. L'invio
della domanda dovrà essere effettuato esclusivamente da altra PEC;
non sarà ritenuta valida la domanda inviata da un indirizzo di posta
elettronica non certificata o se trasmessa da una casella di posta
elettronica certificata diversa dalla propria. A pena di esclusione
della domanda è obbligatorio allegare al messaggio di posta
elettronica certificata la domanda e relativi allegati sottoscritti
in originale dal candidato e scansionati in formato PDF, la scansione
PDF di un documento di identità valido (fronte/retro) e formato PDF
di tutti gli eventuali altri allegati alla domanda. Il messaggio
dovrà riportare nell'oggetto la seguente dicitura: PEC - domanda
selezione cod. n. 5653.
Nella domanda, ai sensi delle vigenti disposizioni, i candidati
devono dichiarare sotto la propria personale responsabilità e a pena
di esclusione:
a) cognome e nome;
b) la data ed il luogo di nascita;
c) il possesso della cittadinanza italiana ovvero quella di
altro Stato membro dell'Unione Europea o di essere familiare di un
cittadino di uno Stato membro dell'Unione Europea ed essere titolare
del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o di
essere cittadino di Paesi terzi che siano titolari del permesso di
soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o di essere titolari
dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione
sussidiaria;
d) se cittadini italiani, il Comune nelle cui liste elettorali
sono iscritti, ovvero i motivi della non iscrizione o della
cancellazione dalle liste elettorali medesime;
e) di avere o non avere riportato condanne penali e di avere o
non avere procedimenti penali pendenti;
f) il possesso di quanto richiesto dall'art. 2, lettera a) del
presente bando;
g) la posizione nei riguardi degli obblighi militari (per i
nati sino all'anno 1985);
h) gli eventuali servizi prestati presso Pubbliche
Amministrazioni e le eventuali cause di risoluzione di precedenti
rapporti di impieghi;
i) di non essere stati destituiti, dispensati o licenziati
dall'impiego presso una pubblica amministrazione per persistente
insufficiente rendimento, ovvero di non essere stati dichiarati
decaduti da un impiego statale ai sensi dell'art. 127, primo comma,
lettera d) del D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3 e di non essere stati
licenziati per aver conseguito l'impiego mediante la produzione di
documenti falsi o con mezzi fraudolenti;
j) i cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea o loro
familiari o cittadini di Paesi terzi devono dichiarare, altresì, di
godere dei diritti civili e politici anche nello Stato di
appartenenza o di provenienza, ovvero i motivi del mancato godimento
e di avere adeguata conoscenza della lingua italiana;
k) il domicilio o recapito, completo del codice di avviamento
postale, al quale si desidera siano trasmesse le comunicazioni
relative al concorso nonchè l'indirizzo di posta elettronica, se
posseduto;
l) l'avvenuto versamento di euro 10,00 sul conto corrente
intestato all'Università degli Studi di Milano - Bicocca presso la
Banca Popolare di Sondrio, Agenzia di Milano - ag. N. 29 - Bicocca,
P.zza della Trivulziana 6, 20126 Milano - CODICE IBAN IT87 K056 9601
6280 0000 0200 X71.
Nello spazio riservato alla causale del versamento indicare
obbligatoriamente: "contributo per la partecipazione alla selezione
codice 5653". La ricevuta del versamento deve essere allegata alla
domanda di partecipazione. Il contributo non è rimborsabile. Alla
domanda deve obbligatoriamente essere allegata una fotocopia non
autenticata di un documento di riconoscimento.
L'omissione della firma, per la quale non è richiesta
l'autenticazione, in calce alla domanda, comporta l'esclusione dalla
selezione.
Il candidato portatore di handicap deve specificare l'eventuale
ausilio necessario in relazione al proprio handicap, nonchè
l'eventuale necessità di tempi aggiuntivi per l'espletamento delle
prove da documentarsi entrambi a mezzo di idoneo certificato
rilasciato dalla struttura sanitaria pubblica competente per
territorio, ai sensi degli articoli 4 e 20 della legge 104/92.
L'Amministrazione non assume responsabilità per lo smarrimento
di comunicazioni dipendente da inesatte indicazioni del recapito da
parte del concorrente oppure da mancata o tardiva comunicazione del
cambiamento dell'indirizzo indicato nella domanda, nè per eventuali
disguidi postali e telegrafici o comunque imputabili a fatto di
terzi, a caso fortuito o forza maggiore.
Art. 4
Commissione giudicatrice
La Commissione giudicatrice è nominata dal direttore generale
nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia.
Art. 5
Prove d'esame
Gli esami consisteranno in una prova scritta e in una prova orale
sui seguenti argomenti: le procedure di acquisto tramite il Mercato
Economico della Pubblica Amministrazione (MEPA) e le procedure di
rendicontazione di progetti nazionali. Durante la prova orale verrà
accertata la conoscenza della lingua inglese e la conoscenza delle
applicazioni informatiche più diffuse (in particolare Microsoft
word, excel).
Le prove si svolgeranno presso secondo il seguente calendario:
=================================================================
| | | Università Studi |
| | 26 aprile | Milano-Bicocca, edificio U1, |
| | 2016, ore |Aula 1, Piazza della Scienza n.|
| Prova scritta | 09.30 | 1, 20126 Milano |
+=================+=============+===============================+
| | |Università Studi |
| |28 aprile |Milano-Bicocca, edificio U7 - |
| |2016, ore |Aula 16, Via Bicocca degli |
|Prova orale |10.00 |Arcimboldi n. 8, 20126 Milano |
+-----------------+-------------+-------------------------------+
La pubblicazione del suddetto calendario ha valore di notifica a
tutti gli effetti.
Per essere ammessi a sostenere le prove d'esame, i candidati
dovranno essere muniti di uno dei seguenti documenti di
riconoscimento non scaduto:
carta d'identità, passaporto, patente automobilistica o
tessera postale.
tessera di riconoscimento rilasciata dalle Amministrazioni
dello Stato ai propri dipendenti (D.P.R. 28.7.67, n. 851, art. 12).
Sono ammessi alla prova orale i candidati che abbiano riportato
una votazione di almeno 21/30 o equivalente nella prova scritta. Ai
candidati che conseguono l'ammissione alla prova orale viene data
comunicazione con l'indicazione del voto riportato nella prova
precedente.
La prova orale non si intende superata se il candidato non
ottenga almeno una votazione di 21/30 o equivalente.
Art. 6
Preferenze a parità di merito
i candidati che abbiano superato la prova orale dovranno far
pervenire al Direttore Generale dell'Università degli Studi di
Milano-Bicocca, P.zza dell'Ateneo Nuovo n. 1, 20126 Milano, entro il
termine perentorio di quindici giorni decorrenti dal giorno
successivo a quello in cui hanno sostenuto la prova orale, i
documenti in carta semplice attestanti il possesso dei titoli di
preferenza, a parità di valutazione.
Tali documenti potranno essere sostituiti, nei casi previsti
dalla legge da dichiarazione sostitutiva di certificazione o
dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
I documenti si considerano prodotti in tempo utile anche se
spediti a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento entro il
termine suindicato. A tal fine fa fede il timbro a data dell'ufficio
postale accettante.
Le categorie di cittadini che nei pubblici concorsi hanno
preferenza a parità di merito sono:
1) gli insigniti di medaglia al valor militare;
2) i mutilati ed invalidi di guerra ex combattenti;
3) i mutilati ed invalidi per fatto di guerra;
4) i mutilati ed invalidi per servizio nel settore pubblico e
privato;
5) gli orfani di guerra;
6) gli orfani dei caduti per fatto di guerra;
7) gli orfani dei caduti per servizio nel settore pubblico e
privato;
8) i feriti in combattimento;
9) gli insigniti di croce di guerra o di altra attestazione
speciale di merito di guerra, nonchè i capi di famiglia numerosa;
10) i figli di mutilati e degli invalidi di guerra ex
combattenti;
11) i figli dei mutilati e degli invalidi per fatto di guerra;
12) i figli dei mutilati e degli invalidi per servizio nel
settore pubblico e privato;
13) i genitori vedovi non risposati, i coniugi non risposati e
le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti in guerra;
14) i genitori vedovi non risposati, i coniugi non risposati e
le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti per fatto di
guerra;
15) i genitori vedovi non risposati, i coniugi non risposati e
le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti per servizio
nel settore pubblico e privato;
16) coloro che abbiano prestato servizio militare come
combattenti;
17) coloro che abbiano prestato lodevole servizio a qualunque
titolo, per non meno di un anno, nell'amministrazione che ha indetto
il concorso;
18) i coniugati e i non coniugati con riguardo al numero dei
figli a carico;
19) gli invalidi e i mutilati civili;
20) i militari volontari delle Forze Armate congedati senza
demerito al termine della ferma o rafferma;
A parità di merito e di titoli la preferenza è determinata:
1) dal numero dei figli a carico, indipendentemente dal fatto
che il candidato sia coniugato o meno;
2) dall'aver prestato lodevole servizio nelle amministrazioni
pubbliche;
3) dalla minore età.
Art. 7
Approvazione della graduatoria di merito
L'Amministrazione universitaria si riserva il diritto di
modificare o, eventualmente, di revocare il presente bando o di non
procedere all'assunzione, a suo insindacabile giudizio, quando
l'interesse pubblico lo richieda in dipendenza di sopravvenute
circostanze preclusive di natura normativa, contrattuale,
organizzativa o finanziaria, senza che i vincitori o altri
concorrenti idonei possano per questo vantare diritti nei confronti
dell'Amministrazione.
La graduatoria di merito dei candidati è formata secondo
l'ordine decrescente dei punti della votazione complessiva riportata
da ciascun candidato, con l'osservanza, a parità di merito, delle
preferenze previste dall'art. 6 del presente bando
La graduatoria di merito è approvata con decreto del direttore
generale ed è formata sommando la votazione riportata nelle prove
d'esame..
La graduatoria è pubblicata all'Albo Ufficiale dell'Università
degli Studi di Milano - Bicocca e di detta pubblicazione è dato
avviso nella Gazzetta Ufficiale - 4ª serie speciale - Concorsi ed
esami. Dalla data di pubblicazione decorre il termine per eventuali
impugnative. La graduatoria ha una validità di 36 mesi dalla data di
pubblicazione.
Art. 8
Stipulazione del contratto individuale di lavoro e assunzione in
servizio
L'assunzione in servizio nonchè la fissazione della data di
effettiva assunzione in servizio è comunque subordinata al rispetto
da parte dell'Amministrazione della procedura di cui al precedente
articolo nonchè dei vincoli normativi, contrattuali, o finanziari
che risulteranno vigenti, senza che i vincitori od altri concorrenti
idonei possano vantare diritti nei confronti della stessa
Amministrazione.
Il vincitore della selezione sarà assunto in prova, con
contratto individuale di lavoro subordinato a tempo determinato e
parziale al 50% della durata di 12 mesi, nella Categoria B - Area
Amministrativa.
All'atto dell'assunzione in servizio il dipendente è tenuto a
comprovare, ai sensi dell'art. 46 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n.
445, mediante dichiarazione sostitutiva di certificazioni, il
possesso dei requisiti previsti per l'ammissione all'impiego, come
specificati nell'art. 2 del presente bando. La dichiarazione relativa
al requisito della cittadinanza e del godimento dei diritti politici
deve riportare l'indicazione del possesso del requisito alla data di
scadenza del bando. L'amministrazione provvederà ad effettuare
idonei controlli sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive,
ai sensi dell'art. 71 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445. Qualora
dal controllo dovesse emergere la non veridicità del contenuto della
dichiarazione, il dichiarante decade dai benefici conseguiti sulla
base della dichiarazione non veritiera, fermo restando quanto
previsto dall'art. 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, in materia
di norme penali. Qualora l'interessato non intenda o non sia in grado
di ricorrere alla dichiarazione sostitutiva di certificazione, i
certificati relativi a stati, fatti o qualità personali risultanti
da albi o da pubblici registri tenuti o conservati da una pubblica
amministrazione sono acquisiti d'ufficio da questo Ateneo su
indicazione da parte dell'interessato della specifica amministrazione
che conserva l'albo o il registro.
L'idoneità fisica all'impiego sarà accertata dal medico
competente dell'Università.
Al personale assunto si applica il trattamento economico
rapportato alla posizione economica B3, ridotto in misura
proporzionale alla prestazione lavorativa, nonchè quello normativo
previsto dal CCNL dei dipendenti del comparto Università per il
personale assunto a tempo indeterminato, compatibilmente con la
durata del contratto a termine.
Il lavoratore sarà sottoposto a un periodo di prova pari ad un
mese. Tale periodo non potrà essere rinnovato o prorogato alla
scadenza.
Art. 9
Trattamento dei dati personali
Ai fini del D. Lgs. 196/2003, in materia di protezione dei dati
personali, si informa che l'Università si impegna a rispettare il
carattere riservato delle informazioni fornite dal candidato: tutti i
dati forniti saranno trattati solo per le finalità connesse e
strumentali al concorso ed alla eventuale stipula e gestione del
contratto di lavoro, nel rispetto delle disposizioni vigenti.
Art. 10
Responsabile del procedimento
Ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, il responsabile del
procedimento di selezione di cui al presente bando è il Dott. Cava
Alessandro, Area del Personale, Settore Reclutamento, P.zza
dell'Ateneo Nuovo 1, Milano.
Art. 11
Norme di rinvio
Per quanto non previsto nel presente bando valgono, semprechè
applicabili, le disposizioni sullo svolgimento dei concorsi contenute
nel Testo Unico del 10 gennaio 1957, n. 3, nel D.P.R. 3 maggio 1957,
n. 686 e successive integrazioni e modificazioni, nel D.P.R. 9 maggio
1994, n. 487, e successive modificazioni e integrazioni e le
disposizioni vigenti in materia, in quanto compatibili.
Art. 12
Pubblicità
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale -
4ª Serie speciale - Concorsi ed esami; sarà inoltre pubblicato
all'Albo Ufficiale dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca,
reso disponibile sul sito web di Ateneo (http://www.unimib.it) e
presso l'Ufficio Protocollo e Posta.
Milano, 25 febbraio 2016
Il direttore generale: Bellantoni
Allegato
Parte di provvedimento in formato grafico |
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Serie Generale | 2012 | SUPPLEMENTI ORDINARI | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | Serie Generale n. 118 del 22-5-2012 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-05-22&atto.codiceRedazionale=12A05350&elenco30giorni=false | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | COMUNICATO | Variazione di tipo II all'autorizzazione, secondo procedura nazionale, del medicinale «Protiaden» (12A05350) (GU Serie Generale n.118 del 22-05-2012 - Suppl. Ordinario n. 103) | Estratto determinazione V & A n. 599 del 23 aprile 2012
Titolare A.I.C: Teofarma S.r.l. con sede legale e domicilio
fiscale in via Fratelli Cervi, 8, 27010 - Valle Salimbene - Pavia
(codice fiscale 01423300183).
Medicinale: PROTIADEN.
Variazione AIC: B.I.a.1.b Modifica del fabbricante di una materia
prima, di un reattivo o di un prodotto intermedio utilizzato nel
procedimento di fabbricazione di una sostanza attiva o modifica del
fabbricante della sostanza attiva (compresi, eventualmente, i siti di
controllo della qualita'), per i quali non si dispone di un
certificato di conformità alla farmacopea europea Introduzione di un
nuovo fabbricante della sostanza attiva che ha il sostegno di un ASMF
(Master File della sostanza attiva). Adeguamento Standard Terms.
L'autorizzazione all'immissione in commercio è modificata come
di seguito indicata è autorizzata la modifica relativa alla
sostituzione del produttore di API Aesica Pharmaceuticals Limited con
il produttore Dipharma Francis S.r.l. supportato da ASMF, come sotto
riportato:
Parte di provvedimento in formato grafico
relativamente alla confezione sottoelencata: A.I.C. n. 025201031 -
«75 mg compresse rivestite con film» 30 compresse.
In adeguamento alla lista degli Standard Terms edizione 2004
dell'EDQM è inoltre autorizzata la modifica della forma farmaceutica
e della confezione:
da A.I.C. n. 025201031 - 30 confetti 75 mg;
a A.I.C. n. 025201031 - «75 mg compresse rivestite con film» 30
compresse.
La confezione del medicinale devono essere poste in commercio con
gli stampati, così come precedentemente autorizzati da questa
Amministrazione, con le sole modifiche necessarie per l'adeguamento
alla presente determinazione.
I lotti già prodotti possono essere mantenuti in commercio fino
alla data di scadenza indicata in etichetta.
La presente determinazione ha effetto dal giorno successivo a
quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana. |
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Concorsi | 2021 | ENTI LOCALI | UNIONE TRESINARO SECCHIA DI SCANDIANO | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 58 del 23-7-2021 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-07-23&atto.codiceRedazionale=21E07792 | UNIONE TRESINARO SECCHIA DI SCANDIANO | CONCORSO (scad. 12 agosto 2021) | Selezione pubblica, per titoli e colloquio, per la copertura di un posto di istruttore tecnico, categoria C, a tempo determinato e parziale trentatre', per il Comune di Scandiano. (GU n.58 del 23-07-2021) | È indetta selezione pubblica, per titoli e colloquio, per
l'assunzione a tempo determinato e parziale (trentatrè ore
settimanali) di una unità di personale nel profilo di istruttore
tecnico - posizione economica di accesso C1 (C.C.N.L. funzioni
locali) da assegnare al Comune di Scandiano.
Scadenza presentazione delle domande: venti giorni successivi
alla pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami».
Tutte le informazioni relative alla selezione, ivi compresi i
requisiti richiesti e le modalità per effettuare la domanda, sono
contenute nell'avviso pubblicato sul sito internet dell'Unione
Tresinaro Secchia.
La copia integrale del bando è reperibile sul sito internet:
http://www.tresinarosecchia.it/
Per informazioni: [email protected] |
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Contratti | 2020 | AVVISI E BANDI DI GARA | UNIVERSITÀ ED ALTRI ENTI DI ISTRUZIONE | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 33 del 20-3-2020 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-03-20&atto.codiceRedazionale=TX20BFL6919 | UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI FOGGIA | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.33 del 20-3-2020) | Bando di gara - CIG 8239112A4D
SEZIONE I: ENTE: Università di Foggia, Area Affari Negoziali, Via
Gramsci 89/91, 71122 Foggia, @mail: [email protected], tel.
0881338407.
SEZIONE II: OGGETTO: Accordo quadro quadriennale con unico
operatore per l'affidamento di servizi fiduciari di portierato e
assistenza alle aule nelle sedi dell'Università di Foggia
(S02_2020). Valore dell'accordo quadro: E. 600.000,00 + IVA. Canone
annuale a ribasso d'asta: E. 134.000,00 IVA esclusa.
SEZIONE IV: PROCEDURA: Aperta telematica (www.empulia.it). Scadenza
ricezione offerte: 30/04/2020 ore 12.
SEZIONE VI:ALTRE INFORMAZIONI: Documentazione integrale su:
www.unifg.it/ateneo/concorsi-e-gare/gare/servizi. GUCE n. 121316 del
12/03/20.
Il R.U.P.
dott.ssa Elisabetta Basile
TX20BFL6919 |
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Serie Generale | 1997 | DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI | MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE | Serie Generale n. 34 del 11-2-1997 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1997-02-11&atto.codiceRedazionale=097A1035&elenco30giorni=false | MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE | DECRETO 29 gennaio 1997 | Sostituzione del commissario liquidatore della societa' cooperativa "C.E.L.D. - Consorzio edilizio libero dauno", in San Severo. (GU Serie Generale n.34 del 11-02-1997) | IL MINISTRO DEL LAVORO
E DELLA PREVIDENZA SOCIALE
Visto il decreto ministeriale 18 luglio 1987 con il quale la
società cooperativa "C.E.L.D. - Consorzio edilizio libero dauno",
con sede in S. Severo (Foggia), è stata sciolta ai sensi dell'art.
2544 del codice civile ed il dott. Nicola Miticocchio ne è stato
nominato commissario liquidatore;
Visti i decreti ministeriali 23 maggio 1988 e 31 marzo 1995 con i
quali si provvedeva alla sostituzione dei commisari liquidatori, che
avevano rinunciato all'incarico;
Visto il decreto ministeriale 9 febbraio 1996 con il quale è stato
nominato commissario liquidatore il dott. Vittorio Antonacci, in
sostituzione del rag. Giancarlo Silvestro Cristalli, rinunciatario;
Vista la nota con la quale il dott. Vittorio Antonacci comunicava
di non accettare l'incarico;
Ravvisata, pertanto, la necessità di provvedere alla sua
sostituzione nell'incarico di commissario liquidatore;
Decreta:
Il dott. Alessandro Buccino, nato a San Severo (Foggia), il 15
luglio 1945 ed ivi residente in via Carso n. 3, è nominato
commissario liquidatore della società cooperativa "C.E.L.D. -
Consorzio edilizio libero dauno", con sede in San Severo (Foggia),
già sciolta ex art. 2544 del codice civile con precedente decreto
ministeriale 18 luglio 1987, in sostituzione del dottor Vittorio
Antonacci, rinunciatario.
Roma, 29 gennaio 1997
p. Il Ministro: GASPARRINI |
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Contratti | 2009 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 35 del 23-3-2009 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-03-23&atto.codiceRedazionale=T-09BGA3206 | CITTA' DI PORTICI | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.35 del 23-3-2009) | AVVISO RISULTANZA DI GARA - Fornitura di
sacchi trasparenti per raccolta differenziata.
Importo dell'appalto:Euro 158.920,08 oltre IVA.Il Comune di Portici
ha aggiudicato l'appalto in oggetto,con procedura di "pubblico
incanto",espletato con il criterio di aggiudicazione del massimo
ribasso,ai sensi del D.Lgs.163/2006.Hanno partecipato n°5
ditte.Sono state escluse n°2 ditte.L'appalto è stato aggiudicato
alla ditta:SALPLAST con sede in Afragola(NA)con il ribasso del
35,20%,quindi per l'importo di Euro 102.980,21 +IVA.
Portici, li 9 marzo 2009
Il Dirigente Ix Settore
Ing. Ciro Incoronato
T-09BGA3206 (A pagamento). |
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Concorsi | 2011 | AMMINISTRAZIONI CENTRALI | AUTORITA' PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 75 del 20-9-2011 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2011-09-20&atto.codiceRedazionale=1E005224 | AUTORITA' PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI | CONCORSO (scad. 19 novembre 2011) | Adozione di un bando relativo a un concorso pubblico per titoli ed esami per sei posti di personale con qualifica di operativo. (Deliberazione n. 420/11/CONS). (GU n.75 del 20-09-2011) | L'AUTORITÀ
Nelle sue riunioni di Consiglio del 30 giugno 2011 e del 22
luglio 2011;
Vista la legge 14 novembre 1995, n. 481, recante norme per la
concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità.
Istituzione delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica
utilità;
Vista la legge 31 luglio 1997, n. 249, recante istituzione
dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui
sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo;
Visto il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;
Vista la delibera n. 17/98 del 16 giugno 1998, pubblicata nel
supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 22 luglio 1998, n.
169, e, in particolare, il regolamento concernente il trattamento
giuridico ed economico del personale dell'autorità, e le sue
successive modifiche ed integrazioni (di seguito, anche «il
regolamento del personale»);
Visto il nuovo regolamento concernente l'organizzazione e il
funzionamento dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni,
approvato con delibera n. 316/02/CONS del 9 ottobre 2002, nel testo
coordinato con le modifiche introdotte dalla delibera n. 506/05/CONS
del 21 dicembre 2005 recante «modifiche ed integrazioni al
regolamento di organizzazione e di funzionamento dell'autorita'»,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 11 del 14 gennaio 2006 e
successive modifiche ed integrazioni;
Vista la delibera n. 464/04/CONS del 22 dicembre 2004 e, in
particolare, l'art. 2 che riconosce al personale in servizio alla
data di approvazione della medesima ai soli fini della legittimazione
alla partecipazione ai concorsi, l'anzianità maturata in Autorità
con il titolo di studio richiesto per l'accesso alla qualifica;
Vista la delibera n. 337/04/CONS del 19 ottobre 2004, concernente
«regolamento recante l'adozione della pianta organica definitiva
dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni» pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana dell'11 novembre 2004,
n. 265;
Vista la delibera n. 25/07/CONS del 17 gennaio 2007, recante
«attuazione della nuova organizzazione dell'autorita': individuazione
degli uffici di secondo livello e modifiche ed integrazioni al
regolamento di organizzazione e di funzionamento», pubblicata per
estratto nella Gazzetta Ufficiale n. 44 del 22 febbraio 2007;
Vista la delibera n. 315/07/CONS recante la definizione della
nuova dotazione organica dell'Autorità in applicazione dell'art. 1,
comma 543, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria
2007);
Vista la delibera n. 557/08/CONS del 17 settembre 2008 recante
disposizioni in merito alle attività relative al completamento della
pianta organica;
Visto l'art. 1, comma 543, della legge n. 296 del 27 dicembre
2006 (legge finanziaria 2007) che consentiva all'autorità di
«proporre una graduale ridefinizione della propria dotazione organica
in misura non superiore al 25 per cento della consistenza attuale,
mediante le risorse ad essa assicurate in via continuativa dall'art.
1, commi 65 e 66, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, senza aumenti
del finanziamento a carico del bilancio statale»;
Vista la delibera n. 315/07/CONS, già citata, resa esecutiva con
d.P.C.M del 10 luglio 2007, con la quale, oltre a definire la
dotazione organica dell'autorità, si indicava un percorso di
graduale incremento dell'organico ricorrendo a piani di reclutamento
anche a medio periodo;
Vista la delibera n. 351/11/CONS del 15 giugno 2011 recante
«disposizioni per assicurare la copertura dei posti previsti dalla
dotazione organica e conseguenti modifiche al regolamento concernente
il trattamento giuridico ed economico del personale»;
Vista la delibera n. 374/11/CONS del 30 giugno 2011 con la quale
sono state apportate modifiche alla delibera n. 315/07/CONS del 6
giugno 2007 recante: «definizione della nuova dotazione organica
dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni in applicazione
dell'art. 1, comma 543, della legge 27 dicembre 2006, n. 296»;
Considerati gli impegni che graveranno in misura sempre più
rilevante sulla struttura nel prossimo futuro e, in special modo,
quelli in materia di procedure per l'assegnazione delle frequenze, di
regolamentazione dei servizi di accesso alle reti di nuova
generazione, dei nuovi servizi di media audiovisivi e di tutela del
diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica;
Considerato che occorre assumere iniziative idonee a superare le
criticità connesse alla carenza di risorse umane, a fronte
dell'impegno, sempre più intenso, derivante dai compiti
istituzionali già affidati all'autorità e delle incombenze
conseguenti alle nuove attribuzioni come sopra descritte;
Considerato che è opportuno a tal fine provvedere in tempi
rapidi ad un'adeguata provvista di personale in possesso delle
risorse professionali necessarie ad assicurare il regolare
svolgimento dell'attività istituzionale e, nel contempo, a reclutare
personale in misura tale da garantire l'espletamento dei servizi di
carattere generale;
Vista la disponibilità di posti in organico nella qualifica di
operativo;
Ritenuto che, sulla base delle considerazioni svolte in
precedenza, sussistono i presupposti per procedere in tempi rapidi al
completamento del percorso già indicato nella delibera 315/07/CONS
coprendo le vacanze nella dotazione organica, nel rispetto di una
equilibrata ripartizione del personale tra le due sedi dell'autorità
e ferma restando la verifica della corretta copertura della spesa;
Considerato che l'art. 28, del regolamento del personale
attribuisce all'autorità il potere di stabilire nei bandi di
concorso, entro i limiti previsti dalla normativa in vigore, una
riserva di posti per il personale di ruolo, per il personale con
contratto a tempo determinato ovvero per il personale in comando,
fuori ruolo o provvedimenti analoghi incluso il personale di cui
all'art. 4 del regolamento di organizzazione;
Visto l'art. 34 che impone il previo superamento di un concorso
pubblico per l'immissione nel ruolo organico dell'autorità del
personale a contratto e di quello comunque distaccato;
Ritenuto opportuno, valutate le proprie esigenze funzionali,
destinare complessivi 6 posti a posizioni di personale con qualifica
di operativo di livello iniziale della scala stipendiale;
Valutata l'opportunità di prevedere riserve di posti nel limite
di 3 posizioni a favore del personale che ne abbia titolo, secondo
quanto previsto dal bando allegato, al fine di non disperdere le
esperienze lavorative già maturate presso l'autorità;
Considerato che gli oneri derivanti dai bandi allegati saranno
imputati ai capitoli 1.05.1069 e 1.05.1081 e che comunque la corretta
copertura della spesa sarà verificata in sede di assunzione che, ai
sensi dell'art. 2, comma 2, lettera a), della delibera n.
351/11/CONS, è condizionata alla compatibilità con le risorse
finanziarie dell'autorità e con le altre disposizioni di legge in
materia di pianta organica e assunzione nei ruoli dell'autorità;
Sentite le organizzazioni sindacali nella riunione del 7 - 8
marzo 2011 in merito al documento predisposto dall'amministrazione in
materia di procedure di valorizzazione e reclutamento del personale e
valutate le osservazioni svolte in quella sede e quelle contenute in
documenti presentate;
Udita la relazione dei commissari Stefano Mannoni e Michele
Lauria, relatori ai sensi dell'art. 29, del regolamento concernente
l'organizzazione e il funzionamento dell'autorità.
Delibera:
Art. 1
Approvazione del bando
1. È approvato il bando di concorso pubblico, per titoli ed
esami, per 6 posti di personale con qualifica di operativo, in prova.
2. I requisiti di partecipazione, nonchè le riserve dei posti
sono specificati nel bando allegato.
3. L'onere derivante dalla presente delibera trova copertura, nel
capitolo 1.05.1069 e collegati ed al capitolo 1.05.1081 per i
conseguenti oneri riflessi, del bilancio di previsione per
l'esercizio 2011 e dei successivi bilanci di competenza.
4. Il direttore del Servizio Risorse Umane e Formazione,
nell'ambito delle proprie competenze, provvede agli atti ed alle
iniziative conseguenti all'emanazione della presente delibera.
La presente delibera è pubblicata, unitamente al bando, nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale
«Concorsi» e sul sito web dell'autorità.
Roma, 22 luglio 2011
Il presidente: Calabrò
I commissari relatori: Mannoni - Lauria
ALLEGATO ALLA DELIBERA N. 420/11/CONS
Bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, a sei posti di
personale con qualifica di operativo di livello iniziale in prova
Art. 1
Posti a concorso
1. È indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per
l'assunzione in prova di sei operativi da inquadrare nel ruolo al
livello iniziale della scala stipendiale.
2. Ai sensi dell'art. 28, comma 5, del regolamento concernente il
trattamento giuridico ed economico del personale è stabilita una
riserva di tre posti per il personale con contratto a tempo
determinato, in comando, fuori ruolo o provvedimenti analoghi incluso
il personale di cui all'art. 4, del regolamento di organizzazione e
funzionamento dell'autorità.
3. L'assunzione in servizio dei candidati dichiarati vincitori è
disposta compatibilmente con le risorse finanziarie e con le altre
disposizioni di legge in materia di pianta organica e assunzione nei
ruoli dell'autorità.
Art. 2.
Requisiti di ammissione
1. Possono partecipare al concorso indetto all'art. 1 coloro che
sono in possesso dei seguenti requisiti:
a) cittadinanza italiana, ovvero cittadinanza di altro Stato
membro dell'Unione europea, ai sensi del decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 7 febbraio 1994, n. 174;
b) idoneità fisica all'impiego, da accertarsi da parte di
istituzioni sanitarie pubbliche;
c) godimento dei diritti politici (per i cittadini di altro
Stato membro dell'Unione europea nello Stato di appartenenza o di
provenienza);
d) diploma conclusivo di corso di studio di istruzione secondaria
superiore o titolo equipollente a tutti gli effetti di legge. Il
diploma estero sarà considerato utile purchè riconosciuto
equipollente ad uno dei diplomi italiani; a tal fine la domanda di
ammissione al concorso deve essere corredata a pena di esclusione dal
provvedimento di riconoscimento dell'equipollenza al corrispondente
titolo di studio italiano in base alla normativa vigente, con
l'indicazione della scala di valutazione utilizzata per
l'attribuzione del voto. Le equipollenze devono sussistere alla data
di scadenza stabilita per la presentazione delle domande;
e) possesso di uno dei seguenti requisiti:
1) abbiano svolto per almeno due anni dopo il diploma
attività debitamente documentata nelle mansioni del personale
operativo in uffici pubblici o privati;
2) abbiano prestato servizio presso l'autorità con funzioni
di operativo per almeno un anno in base a contratto a tempo
determinato ovvero a seguito di comando, distacco o fuori ruolo;
3) abbiano maturato i requisiti di cui all'art. 46 del
regolamento concernente il trattamento giuridico ed economico del
personale dell'autorità.
2. Ai fini del calcolo dell'esperienza qualificata post diploma
nel caso in cui siano state svolte più attività ed esperienze,
anche in contesti lavorativi diversi, i relativi periodi potranno
essere cumulati. Tuttavia, qualora più attività siano state svolte
contemporaneamente, si terrà conto, ai fini del cumulo dei periodi,
di una sola di esse. Le attività saranno utilmente considerate solo
se svolte nel contesto di un rapporto di natura istituzionale dal
quale derivi un impegno continuativo per almeno tre mesi. Ai fini del
calcolo del periodo minimo necessario per l'ammissione dovranno
essere considerati prioritariamente i periodi di attività che non
danno luogo a punteggi differenziati e maggiori in relazione alla
particolare qualificazione dell'attività.
3. I requisiti indicati nel presente articolo devono essere
posseduti alla data di scadenza del termine stabilito per la
presentazione delle domande di ammissione al concorso; quelli
indicati alle precedenti lettera a), b) devono essere posseduti alla
data dell'assunzione.
4. Non possono accedere all'impiego presso l'autorita':
a) coloro che abbiano riportato condanne penali passate in
giudicato e subite per reati conseguenti a comportamenti ritenuti
incompatibili con le funzioni da espletare nell'autorità;
b) coloro che siano esclusi dall'elettorato politico attivo;
c) coloro che siano stati destituiti, dispensati per persistente
insufficiente rendimento o dichiarati decaduti dall'impiego presso
una pubblica amministrazione per aver conseguito l'impiego mediante
produzione di documenti falsi o viziati da invalidità insanabile o,
comunque, con mezzi fraudolenti. 5. Tutti i candidati si intendono
ammessi con riserva dell'accertamento dei requisiti prescritti per
l'ammissione. Il direttore del Sermvizio per le risorse umane e
formazione, con provvedimento motivato, dispone in ogni momento
l'esclusione dal concorso dei candidati privi dei requisiti di
ammissione previsti dal presente articolo ovvero in caso di
irricevibilità o incompletezza della domanda di ammissione al
concorso.
Art. 3.
Domande di ammissione
1. La domanda di ammissione al concorso dovrà essere redatta in
carta semplice, con carattere stampatello e firmata dal candidato, a
pena di irricevibilità, secondo lo schema del modulo allegato n. 1
al presente bando. Copia del modulo potrà essere anche stampata dal
sito internet dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni
(www.agcom.it). Sulla busta contenente la domanda di ammissione al
concorso dovrà essere indicato: «OLI».
2. La domanda dovrà essere spedita a mezzo raccomandata con
avviso di ricevimento all'Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni, Centro Direzionale - Isola B5 - 80143 Napoli, entro il
termine perentorio di giorni 60, che decorre dal giorno successivo a
quello di pubblicazione del presente bando nella Gazzetta Ufficiale.
A tal fine farà fede la data del timbro dell'ufficio postale
accettante.
3. Il ritardo nella presentazione della domanda, quale ne sia la
causa, anche se non imputabile al candidato, comporta la non
ammissibilità del candidato stesso al concorso. Non saranno
accettate domande inviate con modalità diverse da quella indicata al
comma 2.
4. Il termine di scadenza per la spedizione, ove cada in giorno
festivo, è prorogato al giorno seguente non festivo.
5. Nella domanda di ammissione al concorso il candidato deve
dichiarare, tra l'altro:
a) il nome e cognome;
b) il luogo e la data di nascita;
c) la residenza;
d) il recapito al quale chiede che siano trasmesse le
comunicazioni relative al presente concorso e un recapito telefonico;
e) il possesso dei requisiti di cui all'art. 2;
f) il comune nelle cui liste elettorali risulti iscritto,
ovvero i motivi della non iscrizione o cancellazione dalle liste
medesime;
g) se abbia riportato condanne penali, indicando gli estremi
del provvedimento di condanna o di applicazione dell'amnistia, del
condono, dell'indulto o del perdono giudiziale e il titolo del reato
(la dichiarazione va resa anche se negativa);
h) se abbia procedimenti penali pendenti a suo carico, indicando gli
estremi del procedimento ed il titolo del reato (la dichiarazione va
resa anche se negativa); i) il diploma posseduto, con l'indicazione
della data di conseguimento, del voto riportato e dell'esatta
denominazione dell'istituto che lo ha rilasciato. I titoli di studio
conseguiti all'estero saranno considerati validi soltanto se sarà
allegato alla domanda il provvedimento di riconoscimento di
equipollenza, rilasciato dalla competente autorità, con
l'indicazione del tipo di diploma corrispondente al titolo estero e
della votazione prevista dall'ordinamento italiano equivalente alla
valutazione con cui è stato conseguito il titolo estero;
l) la posizione nei riguardi degli obblighi militari;
m) i servizi eventualmente prestati presso pubbliche
amministrazioni e le cause di risoluzione dei predetti rapporti
d'impiego;
n) le esperienze qualificate maturate dopo il conseguimento del
diploma, utili ai fini di quanto previsto dall'art. 2, comma 1,
lettera e), specificando:
la natura dell'attività svolta e la tipologia contrattuale
di riferimento nonchè la posizione ricoperta (impiego pubblico o
privato, con precisazione della carriera o categoria e del livello di
inquadramento; ecc.);
il contenuto dell'attività e delle funzioni esercitate;
la denominazione, la sede ed il settore di competenza degli
enti o imprese o studi professionali presso i quali l'attività o il
servizio sono stati svolti;
la data di inizio (giorno, mese ed anno) e quella di termine
(giorno, mese ed anno) per ogni periodo di attività;
o) la lingua straniera scelta, fra inglese e francese, per la
prova orale;
p) eventuali titoli di precedenza o preferenza e le riserve
stabiliti da disposizioni di legge;
q) curriculum formativo e professionale, datato e sottoscritto
con firma autografa;
r) elenco dei titoli valutabili ai sensi del successivo art. 6.
Ai fini della valutazione ai sensi dell'art. 6, devono essere
indicati i titoli, professionali o di studio, attinenti l'attività
istituzionale dell'autorità, nonchè la conoscenza di lingue
straniere, diverse da quella scelta per la prova orale; l'indicazione
dei titoli e della conoscenza della lingue dovrà essere
circostanziata con gli elementi idonei a consentire l'esatta
individuazione dell'ente o istituto, pubblico o privato, nazionale o
estero, che ha rilasciato il titolo, nonchè l'attribuzione di un
punteggio o valutazione di merito.
Alla domanda dovranno essere allegati fotocopia integrale di un
documento di identità, che si intenderà prodotta con riferimento
alle dichiarazioni contenute nei documenti e alla conformità di
fotocopie agli originali, prodotti con la domanda di concorso, per le
finalità previste dagli articoli 46 e 47 del d.P.R. 28 dicembre
2000, n. 445; l'assenza del documento di identità comporterà
l'invalidità delle dichiarazioni effettuate e dei documenti non
prodotti in originale o in copia autentica, senza possibilità di
regolarizzazione degli stessi. 6. Per il riconoscimento dei benefici
previsti dall'art. 20, della legge 5 febbraio 1992, n. 104 («legge
quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate»), i candidati portatori di handicap, ai sensi
dell'art. 3, della medesima legge, devono specificare nella domanda
di ammissione al concorso la necessità di tempi aggiuntivi e/o gli
ausili per lo svolgimento delle prove del concorso, in relazione allo
specifico handicap posseduto. È anche possibile attestare di essere
stato riconosciuto portatore di handicap ai sensi del citato art. 3
mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione effettuata ai
sensi dell'art. 46 del d.P.R. n. 445/2000. Qualora l'Autorità
riscontri la non veridicità di quanto autocertificato dal candidato,
procede all'annullamento delle prove dallo stesso sostenute.
7. Dalla domanda deve risultare l'autorizzazione in modo espresso
agli enti privati o alle persone fisiche - citati nella domanda in
qualità di datori di lavoro - a fornire conferma scritta a seguito
di specifica richiesta dell'autorità volta ad accertare se le
dichiarazioni di cui ai precedente comma 5 sono veritiere.
8. In caso di presentazione di istanze, atti o documenti in
lingua straniera, deve essere allegata una traduzione in lingua
italiana, certificata conforme al testo straniero, redatta dalla
competente rappresentanza diplomatica o consolare.
9. L'autorità non assume alcuna responsabilità per la
dispersione delle comunicazioni dipendente da inesatta indicazione
del recapito da parte dell'aspirante oppure da mancata o tardiva
comunicazione del cambiamento del recapito indicato nella domanda, e
per eventuali disguidi postali o telegrafici imputabili a fatto di
terzi, caso fortuito o forza maggiore.
10. Le informazioni relative al concorso saranno disponibili nel
sito internet www.agcom.it.
Art. 4.
Commissione esaminatrice
1. La commissione esaminatrice del concorso, da nominarsi con
successiva delibera, sarà costituita da esperti di provata
competenza nelle materie oggetto delle prove d'esame del concorso
scelti tra professori ordinari, tra magistrati delle giurisdizioni
superiori, tra dirigenti generali dello Stato e tra dirigenti
dell'autorità, anche in quiescenza. Per le lingue straniere e per
particolari esigenze tecniche e funzionali la commissione potrà
essere integrata da uno o più componenti esperti.
Art. 5.
Prove di esame, criteri di attribuzione dei punteggi
1. Il concorso è articolato in un'eventuale prova preselettiva,
nella valutazione dei titoli, in una prova scritta teorico - pratica,
e in una prova orale.
2. Il punteggio massimo complessivamente attribuibile è di 100
punti ripartiti in 20 punti per i titoli; 40 punti per la prova
scritta e 40 punti per la prova orale. La valutazione dei titoli
precede le prove d'esame ed è effettuata dalla commissione previa
determinazione dei criteri di valutazione e nel rispetto dei criteri
generali stabiliti dal bando. Sono ammessi alla prova scritta i
candidati che ottengano almeno 10 punti nella valutazione dei titoli.
Sono ammessi alla prova orale i candidati che ottengano almeno 20
punti nella prova scritta.
3. Il punteggio complessivo sarà determinato dalla somma dei
punteggi utili riportati nella valutazione dei titoli, nella prova
scritta e nella prova orale. Sono considerati idonei i candidati che
hanno conseguito almeno 70 punti.
4. La prova scritta ed orale verteranno sulle materie riportate
nell'allegato n. 2 al presente bando. Nell'ambito della prova orale
sarà accertata la conoscenza di una lingua straniera a scelta dal
candidato tra inglese e francese ed indicata nella domanda di
concorso, nonchè saranno accertate, anche con l'uso di personal
computer, le conoscenze e la capacità applicativa del candidato in
ambito OFFICE, nonchè rispetto alla navigazione in internet.
5. In relazione al numero dei candidati ammessi al concorso,
l'autorità valuta la possibilità che le prove d'esame siano
precedute da una prova preselettiva, effettuata anche con l'ausilio
di sistemi elettronici, ed utilizzando criteri di svolgimento
preventivamente stabiliti dalla commissione esaminatrice e comunicati
ai candidati prima dell'inizio della prova. La prova preselettiva
precede la valutazione dei titoli e la prova di esame scritta ed
orale. La prova è intesa ad accertare il possesso di idonea e
specifica preparazione professionale in relazione alle mansioni
previste per la qualifica di operativo. I candidati che hanno
prestato servizio in autorità con contratto a tempo determinato
ovvero abbiano svolto periodi di stage presso l'autorità, sono
esonerati dalla prova preselettiva. Sulla base dei risultati della
prova preselettiva, per la quale è previsto un punteggio massimo di
100 punti, è formato un elenco dei candidati ammessi alla fase
successiva . Sono ammessi i candidati che riportano una votazione di
almeno 70 punti. Sono comunque ammessi coloro che sono collocati in
detto elenco entro il quarantesimo posto, nonchè i candidati
eventualmente classificati ex aequo al quarantesimo posto. Il
punteggio conseguito nella prova preselettiva non viene preso in
considerazione al fine della formazione della graduatoria finale di
merito. L'elenco di coloro che hanno superato la prova preselettiva
è pubblicato mediante affissione presso la sede di Napoli
dell'autorità e sul sito web dell'autorità www.agcom.it.
Art. 6.
Valutazione dei titoli
1. La Commissione esaminatrice determina preliminarmente, per
ciascuna delle categorie di titoli di seguito indicate i criteri per
l'attribuzione del relativo punteggio.
2. Il punteggio massimo attribuibile ai titoli è 20 punti. Il
risultato della valutazione dei titoli è reso noto ai candidati
mediante affissione presso la sede di Napoli dell'autorità e
mediante pubblicazione sul sito internet dell'autorità. I titoli a
tal fine valutabili sono i seguenti:
a) titoli relativi all'esperienza qualificata post-diploma, diversa
da quella di cui al successivo punto c), da valutarsi limitatamente
al periodo eccedente quello minimo necessario per l'ammissione al
concorso fino ad un massimo di 9 punti attribuiti in base alla
rilevanza e alla durata delle esperienze di lavoro maturate nei campi
di interesse dell'autorità e all'attinenza con i compiti da svolgere
in autorità. Saranno considerati soltanto i periodi conformi alle
caratteristiche e negli ambiti descritti dall'art. 2, e risultanti
dalle attestazioni dei datori di lavoro, allegate al modulo di
domanda, che ne attestino la durata ed il regolare svolgimento.
Per la determinazione dei periodi utilmente valutabili si
applicano i criteri indicati all'art. 2, comma 1, del presente bando.
b) altri titoli, professionali o di studio, attinenti
l'attività istituzionale dell'autorità o la conoscenza di lingue
straniere diverse da quella prescelta dal candidato per la prova
orale punteggio massimo di 9 punti così ripartiti:
voto conseguito nel diploma conclusivo di corso di studio di
istruzione secondaria superiore prescritto: 0,5 punti i voti compresi
tra 51/60 e 56/60 o tra 85/100 e 95/100; 1 punto per i voti compresi
tra 57/60 e 59/60 o tra 96/100 e 99/100; 1,5 punti per i voti pari a
60/60 e 100/100;
diploma di laurea breve o diploma di laurea specialistica o
equipollente: fino ad un massimo di 2,5 punti;
altri elementi che comprovino il possesso da parte del
candidato di un profilo professionale e culturale aderente a quello
richiesto per l'espletamento delle funzioni: fino ad un massimo di
3,5 punti;
incarichi e servizi speciali svolti nelle pubbliche
amministrazione, o altri incarichi di particolare rilevanza nei campi
di interesse dell'autorita': fino ad un massimo di 1,5 punti;
c) anzianità di servizio presso l'autorità, con particolare
riferimento alla durata della stessa maturata in base a contratto a
tempo determinato, ovvero a seguito di comando, distacco, fuori
ruolo, e di altre analoghe posizioni, per periodi eccedenti quello
valutato per l'ammissione al concorso con esclusione di periodi di
aspettativa volontaria: 3 punti per ogni anno.
3. Salve le disposizioni contenute nel d.P.R. 28 dicembre 2000,
n. 445, gli attestati relativi alle diverse categorie di titoli e le
pubblicazioni devono essere prodotti in un unico esemplare originale,
ovvero in fotocopia purchè accompagnati da una dichiarazione
sostitutiva di atto di notorietà attestante che si tratta di copia
conforme all'originale. Esclusivamente - a pena di non valutazione -
a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, saranno presi in
considerazione solo se inoltrati entro il termine utile per la
presentazione delle domande.
Art. 7.
Svolgimento delle prove di esame
1. La data e la sede di svolgimento della prova scritta ovvero
dell'eventuale prova preselettiva sono pubblicati nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie Speciale - «Concorsi
ed esami» del 22 novembre 2011 e saranno pubblicati sul sito internet
dell'autorità. La pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli
effetti nei confronti dei candidati ammessi a sostenerle.
2. Per essere ammessi a sostenere le prove del concorso i
candidati devono essere muniti di un documento d'identità o di
riconoscimento in corso di validità. I cittadini di Stato membro
dell'Unione europea diverso dall'Italia devono essere muniti di un
documento equipollente.
3. I risultati della prova scritta sono affissi presso la sede di
Napoli dell'autorità e sono pubblicati sul sito internet. Ai
candidati che abbiano superato la prova scritta è comunicata la data
fissata per la prova orale.
4. Durante lo svolgimento della prova preselettiva e delle altre
prove d'esame si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni
contenute nel d.P.R. 9 maggio 1994, n. 487 e successive modificazioni
ed integrazioni.
Art. 8
Prova orale
1. La prova orale, finalizzata all'accertamento delle cognizioni
e dei requisiti tecnico-professionali necessari all'espletamento
delle funzioni proprie della qualifica da conferire, è articolata
secondo quanto indicato nell'allegato n. 2 al presente bando.
Art. 9.
Graduatoria finale
1. Espletate le prove del concorso, la commissione esaminatrice
forma la graduatoria di merito con l'indicazione dei punteggi
conseguiti dai candidati. Il punteggio complessivo è dato dalla
somma dei punteggi riportati, nella valutazione dei titoli posseduti,
nella prova scritta e nella prova orale.
2. L'autorità approva la graduatoria finale in base alla
graduatoria di merito e agli eventuali titoli di precedenza o
preferenza stabiliti da disposizioni di legge per essa vincolanti.
3. Fermo restando quanto precede, qualora due o più candidati
risultino in graduatoria nella medesima posizione, è preferito il
candidato più giovane di età.
4. L'autorità, sotto condizione dell'accertamento del possesso
dei requisiti per l'ammissione al concorso e all'impiego, nonchè dei
titoli rientranti tra quelli indicati al precedente art. 6 e degli
eventuali titoli di precedenza o preferenza dichiara vincitori del
concorso i primi classificati nella graduatoria finale in relazione,
in prima istanza, al numero dei posti non riservati messi a concorso
e, successivamente, in relazione al numero di posti riservati.
5. In caso di rinuncia di uno dei vincitori, l'autorità si
riserva la facoltà di assegnare ad altro candidato idoneo il posto
resosi disponibile, seguendo l'ordine della relativa graduatoria
finale.
6. La graduatoria del concorso è pubblicata mediante affissione
presso la sede di Napoli dell'autorità e sul sito internet
dell'autorità www.agcom.it - Di tale pubblicazione è data notizia
mediante avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana -
4ª Serie Speciale - «Concorsi ed esami».
7. L'autorità si riserva la facoltà di utilizzare la
graduatoria, nel termine di tre anni dalla data di approvazione della
stessa, per eventuali ulteriori assunzioni resesi necessarie.
Art. 10.
Documenti per l'ammissione all'impiego
1. L'assunzione in servizio dei candidati dichiarati vincitori
del concorso è disposta compatibilmente con le risorse finanziarie e
con altre disposizioni di legge in materia di pianta organica e
assunzione nei ruoli dell'autorità ed alla verifica, a pena di
decadenza, dell'effettivo possesso dei requisiti per l'ammissione al
concorso ed all'impiego nonchè dei titoli rientranti tra quelli
indicati al precedente art. 6.
2. I candidati dichiarati vincitori del concorso, per i quali si
intende disporre l'assunzione in servizio, sono invitati, sotto pena
di decadenza, a presentare, ovvero a trasmettere a mezzo raccomandata
con avviso di ricevimento, all'autorità per le garanzie nelle
comunicazioni - Servizio risorse umane e formazione - Centro
Direzionale, Isola B5 - 80143 Napoli - entro il termine stabilito in
detta comunicazione, idonea documentazione comprovante il possesso
dei soli stati, fatti o qualità soggetti a modificazione, nonchè
dichiarazione datata e sottoscritta di insussistenza di situazioni di
incompatibilità all' assunzione dell'impiego presso l'autorità. La
documentazione deve essere in regola con le norme sul bollo ed
ammissibile in sostituzione delle normali certificazioni ai sensi
degli articoli 46 e 47 del d.P.R. n. 445/2000 e successive
modificazioni. I candidati dipendenti di ruolo dello Stato dovranno
presentare esclusivamente la certificazione medica e copia conforme
dello stato matricolare rilasciati in data successiva all'invito a
produrli.
3. I documenti presentati oltre il termine stabilito dal comma 2
del presente articolo non sono presi in considerazione e comportano
la decadenza dal diritto alla nomina in prova. Si considerano
prodotti in tempo utile i documenti spediti a mezzo di raccomandata
con avviso di ricevimento, ovvero consegnati a mano presso gli Uffici
dell'Autorità - Centro Direzionale Isola B5 - Napoli, entro il
termine stabilito dal comma 2 del presente articolo. Ai fini della
determinazione della data di spedizione fa fede la data del timbro
apposto dall'ufficio postale accettante ovvero quella apposta dagli
Uffici dell'autorità.
4. È facoltà dell'autorità sottoporre a visita medica di
controllo presso la A.S.L. competente per territorio i vincitori del
concorso nei confronti dei quali si intenda procedere all'assunzione.
5. I vincitori del concorso sono nominati operativi di livello
iniziale in prova nella carriera operativa del personale di ruolo
dell'autorità, tre saranno assegnati alla sede di Roma e tre
assegnati alla sede di Napoli.
6. I concorrenti utilmente collocati in graduatoria scelgono,
secondo l'ordine della graduatoria stessa, la sede di assegnazione
tra Napoli e Roma nell'ambito dei posti messi a concorso.
7. L'accettazione della nomina in prova non può essere in alcun
modo condizionata ed include la disponibilità del candidato al
trasferimento in altra sede dell'autorità.
8. In seguito al conferimento della nomina in prova, gli
interessati devono presentarsi, entro il termine indicato nella
relativa comunicazione, presso la sede di Napoli. Eventuali proroghe
di detto termine sono concesse solo per giustificati, documentati
motivi.
9. I candidati che hanno conseguito la nomina e non assumono
servizio senza giustificato motivo entro il prescritto termine, sono
dichiarati decaduti dalla nomina.
10. Il Servizio Risorse Umane e formazione effettuerà controlli,
anche a campione, ai sensi dell'art. 71, del d.P.R. 28 dicembre 2000
n. 445, sulla veridicità delle dichiarazioni rese nella domanda di
ammissione. Entro il termine di trenta giorni dalla data di
assunzione in servizio il vincitore del concorso dovrà comunque
presentare, a pena di decadenza, al Servizio Risorse Umane e
formazione, un certificato rilasciato da un'azienda sanitaria locale,
da un medico militare o da un ufficiale sanitario, attestante
l'idoneità fisica al servizio continuativo ed incondizionato
nell'impiego al quale il concorso si riferisce.
11. La nomina in ruolo è subordinata al compimento, con esito
positivo, del periodo di prova. Il periodo di prova ha la durata di
sei mesi a decorrere dal giorno di effettivo inizio del servizio ed
è prolungato per un periodo di tempo eguale a quello in cui il
dipendente sia stato assente, a qualunque titolo, dal servizio
stesso. Il periodo di prova, se concluso favorevolmente, è computato
come servizio di ruolo effettivo. Nell'ipotesi di esito sfavorevole,
esso è prorogato per altri sei mesi, al termine dei quali, ove
l'esito sia ancora sfavorevole, viene dichiarata dall'autorità la
risoluzione del rapporto.
12. Il personale, già in servizio presso l'autorità, che ha
partecipato al concorso risultandone vincitore, è esentato dal
periodo di prova sempre che il servizio prestato presso l'Autorità
sia stato di durata superiore al periodo di prova stesso.
Art. 11.
Informativa sul trattamento dei dati personali dei candidati
1. Ai sensi dell'art. 13, comma 1, del decreto legislativo 30
giugno 2003, n. 196, si informano i candidati che i dati personali
sono raccolti e conservati presso l'autorità, servizio risorse umane
e formazione, e sono trattati anche in forma automatizzata ai soli
fini dell'espletamento del concorso e, successivamente all'eventuale
instaurazione del rapporto di impiego, per le finalità inerenti alla
gestione del rapporto medesimo, con logiche pienamente rispondenti
alle predette finalità.
2. Per il trattamento, da parte dell'autorità, dei dati
conferiti non è richiesto il consenso degli interessati.
3. I dati personali potranno essere comunicati alle
amministrazioni pubbliche ovvero ai soggetti terzi nei confronti dei
quali la comunicazione risulti necessaria per finalità connesse allo
svolgimento del concorso ovvero alla gestione dell'eventuale rapporto
d'impiego.
4. I dati idonei a rivelare lo stato di salute dei candidati sono
trattati per l'adempimento degli obblighi previsti dalle leggi n.
104/1992 e n. 68/1999, nonchè per l'accertamento del requisito
dell'idoneità fisica all'impiego, previsto dall'art. 2 del d.P.R. 9
maggio 1994, n. 487.
5. Ciascun candidato gode dei diritti riconosciuti dall'art. 7
del citato decreto legislativo n. 196/2003 tra i quali il diritto di
accedere ai dati che lo riguardano; di far aggiornare, rettificare,
integrare i dati erronei o incompleti; di far cancellare i dati
trattati in violazione di legge; di opporsi, per motivi legittimi, al
trattamento dei dati che lo riguardano.
6. Titolare del trattamento è l'autorità, Centro Direzionale
Isola B5 - Napoli, nei cui confronti possono essere fatti valere i
diritti di cui sopra.
Il presidente: Calabrò
Allegato 1
Parte di provvedimento in formato grafico
Allegato 2
Parte di provvedimento in formato grafico |
|
Parte Seconda | 2010 | Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione | Notifiche per pubblici proclami | Parte Seconda n. 136 del 16-11-2010 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-11-16&atto.codiceRedazionale=TC10ABA11010 | TRIBUNALE DI VERONA | (GU Parte Seconda n.136 del 16-11-2010) | Estratto atto di citazione
Con atto di citazione 29 settembre 2010 Sartori Luigi, residente in
Brenzone (VR), via Cà Romana n. 11, con l'avv. Michele Fontana,
domiciliato in Verona, via Pancaldo n. 70, ha convenuto avanti il
Tribunale di Verona per l'udienza del 31 marzo 2011, ore di rito,
Sartori Dolores, Mabel, Stefano, Formaggioni Clementina, Sartori
Agostino, Antonia, Bartola, Berta, Domenico, Dora, Ezio, Francesca,
Giuseppe, Luigi (fu Vittorio), Maria, Paolo, Zeno e Veronesi Elisa
nonchè i loro eredi e/o aventi causa, per far accertare nei
confronti degli stessi l'intervenuta usucapione in suo favore degli
immobili distinti al CT Comune di Brenzone (VR), fg. 27, mm.nn. 25,
39, 106, 108 e 138. Il 19 ottobre 2010 il presidente del Tribunale di
Verona, su parere positivo del P.M., ha autorizzato la notifica per
pubblici proclami dell'atto di citazione disponendo deposito dello
stesso nella Casa comunale di Verona, affissione all'albo nella Casa
Comunale di Verona, inserzione per estratto nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica.
Verona, 2 novembre 2010
Avv. Michele Fontana
TC10ABA11010 |
||
Serie Generale | 2020 | DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI | MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI | Serie Generale n. 206 del 19-8-2020 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-08-19&atto.codiceRedazionale=20A04436&elenco30giorni=false | MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI | DECRETO 5 agosto 2020 | Conferma dell'incarico al Consorzio di tutela Provolone del Monaco DOP e attribuzione dell'incarico di svolgere le funzioni di cui all'articolo 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 per la DOP «Provolone del Monaco». (20A04436) (GU Serie Generale n.206 del 19-08-2020) | IL DIRIGENTE DELLA PQAI IV
della direzione generale per la promozione
della qualità agroalimentare e dell'ippica
Visto il regolamento (CE) n. 1151/2012 del Consiglio del 21
novembre 2012 relativo ai regimi di qualità dei prodotti agricoli ed
alimentari;
Viste le premesse sulle quali è fondato il predetto regolamento
ed, in particolare, quelle relative alle esigenze dei consumatori
che, chiedendo qualità e prodotti tradizionali, determinano una
domanda di prodotti agricoli o alimentari con caratteristiche
specifiche riconoscibili, in particolare modo quelle connesse
all'origine geografica.
Considerato che tali esigenze possono essere soddisfatte dai
consorzi di tutela che, in quanto costituiti dai soggetti
direttamente coinvolti nella filiera produttiva, hanno un'esperienza
specifica ed una conoscenza approfondita delle caratteristiche del
prodotto;
Vista la legge 21 dicembre 1999, n. 526, recante disposizioni per
l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia
alla Comunità europea - legge comunitaria 1999, ed in particolare
l'art. 14, comma 15, che individua le funzioni per l'esercizio delle
quali i Consorzi di tutela delle DOP, delle IGP e delle STG possono
ricevere, mediante provvedimento di riconoscimento, l'incarico
corrispondente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e
forestali;
Visto l'art. 14 della citata legge 21 dicembre 1999, n. 526, ed in
particolare il comma 15, che individua le funzioni per l'esercizio
delle quali i Consorzi di tutela delle DOP, delle IGP e delle STG
possono ricevere, mediante provvedimento di riconoscimento,
l'incarico corrispondente dal Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali;
Visti i decreti ministeriali 12 aprile 2000, pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 97
del 27 aprile 2000, recanti «disposizioni generali relative ai
requisiti di rappresentatività dei Consorzi di tutela delle
denominazioni di origine protette (DOP) e delle indicazioni
geografiche protette (IGP)» e «individuazione dei criteri di
rappresentanza negli organi sociali dei Consorzi di tutela delle
denominazioni di origine protette (DOP) e delle indicazioni
geografiche protette (IGP)», emanati dal Ministero delle politiche
agricole alimentari e forestali in attuazione dell'art. 14, comma 17,
della citata legge n. 526/1999;
Visto il decreto 12 settembre 2000, n. 410 pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 9
del 12 gennaio 2001, con il quale, in attuazione dell'art. 14, comma
16, della legge n. 526/1999, è stato adottato il regolamento
concernente la ripartizione dei costi derivanti dalle attività dei
consorzi di tutela delle DOP e delle IGP incaricati dal Ministero;
Visto il decreto 12 ottobre 2000 pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 272 del 21
novembre 2000, con il quale, conformemente alle previsioni dell'art.
14, comma 15, lettera d) sono state impartite le direttive per la
collaborazione dei consorzi di tutela delle DOP e delle IGP con
l'Ispettorato centrale repressione frodi, ora Ispettorato centrale
della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti
agroalimentari (ICQRF), nell'attività di vigilanza;
Visto il decreto 10 maggio 2001, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 134 del 12
giugno 2001, recante integrazioni ai citati decreti del 12 aprile
2000;
Visto il decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 297, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale
n. 293 del 15 dicembre 2004, recante «disposizioni sanzionatorie in
applicazione del regolamento (CEE) n. 2081/92, relativo alla
protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di
origine dei prodotti agricoli e alimentari»;
Visti i decreti 4 maggio 2005, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana - Serie generale n. 112 del 16 maggio 2005,
recanti integrazione ai citati decreti del 12 aprile 2000;
Visto il decreto 5 agosto 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana - Serie generale n. 191 del 18 agosto 2005,
recante modifica al citato decreto del 4 maggio 2005;
Visto il decreto dipartimentale n. 7422 del 12 maggio 2010 recante
disposizioni generali in materia di verifica delle attività
istituzionali attribuite ai Consorzi di tutela ai sensi dell'art. 14,
comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526;
Visto il regolamento (UE) n. 121 della Commissione del 9 febbraio
2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee
legge 38 dell'11 febbraio 2010 con il quale è stata registrata la
denominazione d'origine protetta «Provolone del Monaco»;
Visto il decreto ministeriale del 21 febbraio 2011, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale -
n. 58 dell'11 marzo 2011, con il quale è stato attribuito per un
triennio al Consorzio di tutela del Provolone del Monaco DOP il
riconoscimento e l'incarico a svolgere le funzioni di cui all'art.
14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 per la DOP
«Provolone del Monaco»;
Visto il decreto ministeriale del 19 luglio 2017, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n.
187 del 11 agosto 2017, con il quale è stato rinnovato da ultimo al
Consorzio di tutela del Provolone del Monaco DOP l'incarico a
svolgere le funzioni di cui all'art. 14, comma 15, della legge 21
dicembre 1999, n. 526 per la DOP «Provolone del Monaco»;
Visto l'art. 7 del decreto ministeriale del 12 aprile 2000, n.
61413 citato, recante disposizioni generali relative ai requisiti di
rappresentatività dei Consorzi di tutela delle DOP e delle IGP che
individua la modalità per la verifica della sussistenza del
requisito della rappresentatività, effettuata con cadenza triennale,
dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;
Considerato che la condizione richiesta dall'art. 5 del decreto 12
aprile 2000 sopra citato, relativo ai requisiti di rappresentatività
dei Consorzi di tutela, è soddisfatta in quanto il Ministero ha
verificato che la partecipazione, nella compagine sociale, dei
soggetti appartenenti alla categoria «caseifici» nella filiera
«formaggi» individuata all'art. 4, lettera a) del medesimo decreto,
rappresenta almeno i 2/3 della produzione controllata dall'organismo
di controllo nel periodo significativo di riferimento. Tale verifica
è stata eseguita sulla base delle dichiarazioni presentate dal
Consorzio richiedente con nota del 21 luglio 2020 (prot. mipaaf n.
9013621) e delle attestazioni rilasciate dall'organismo di controllo
agroqualità in data 4 agosto 2020 (prot. Mipaaf n. 9041223),
autorizzato a svolgere le attività di controllo sulla denominazione
di origine protetta «Provolone del Monaco»;
Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme
generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche, ed in particolare l'art. 16, lettera d);
Vista la direttiva dipartimentale n. 805 del 12 marzo 2020, come
modificata dalla direttiva dipartimentale n. 1483 del 21 aprile 2020,
ed in particolare l'art. 2, comma 3, recante autorizzazione alla
firma degli atti e dei provvedimenti relativi ai procedimenti
amministrativi di loro competenza per i titolari degli uffici di
livello dirigenziale non generale;
Ritenuto pertanto necessario procedere alla conferma dell'incarico
al Consorzio di tutela del Provolone del Monaco DOP a svolgere le
funzioni indicate all'art. 14, comma 15, della legge n. 526/1999 per
la DOP «Provolone del Monaco»;
Decreta:
Articolo unico
1. È confermato per un triennio l'incarico concesso con il decreto
21 febbraio 2011 e confermato da ultimo con decreto ministeriale 19
luglio 2017 al Consorzio di tutela del Provolone del Monaco DOP con
sede legale in Montechiaro di Vico Equense (NA), via Calvania n. 20,
a svolgere le funzioni di cui all'art. 14, comma 15, della legge 21
dicembre 1999, n. 526 per la DOP «Provolone del Monaco».
2. Il predetto incarico, che comporta l'obbligo delle prescrizioni
previste nel decreto del 21 febbraio 2011 può essere sospeso con
provvedimento motivato e revocato ai sensi dell'art. 7 del decreto 12
aprile 2000, recante disposizioni generali relative ai requisiti di
rappresentatività dei consorzi di tutela delle denominazioni di
origine protette (DOP) e delle indicazioni geografiche protette
(IGP).
Il presente decreto entra in vigore dalla data di emanazione dello
stesso, ed è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana.
Roma, 5 agosto 2020
Il dirigente: Polizzi |
|
Parte Seconda | 2014 | Annunzi commerciali | Convocazioni di assemblea | Parte Seconda n. 44 del 12-4-2014 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2014-04-12&atto.codiceRedazionale=T14AAA5170 | BONOTTO HOTELS S.P.A. | Sede: viale delle Fosse, 3 - 36061 Bassano del Grappa (VI) Tel. +39 (0)424 522.055 - Fax +39 (0)424529.489 www.bonotto.it Capitale sociale: € 2.634.150 i.v. Registro delle imprese: VI n. 01276640248 | (GU Parte Seconda n.44 del 12-4-2014) | Convocazione di assemblea ordinaria
Gli azionisti della Bonotto Hotels S.p.A. sono convocati in
Assemblea ordinaria in prima convocazione il giorno 29 Aprile 2014,
alle ore 16,00 presso la sede legale in Bassano del Grappa, Viale
delle Fosse, 3, per discutere e deliberare in merito al seguente
ordine del giorno
1. Esame di Bilancio al 31 dicembre 2013, costituito dallo stato
patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa, lettura
della relazione del Collegio Sindacale, delibere inerenti e
conseguenti;
2. Nomina, per gli esercizi 2014, 2015 e 2016, del Collegio
Sindacale, del suo Presidente, e determinazione dell'emolumento
annuale da riconoscere al Collegio.
Qualora l'Assemblea in prima convocazione non fosse validamente
costituita per insufficienza del numero legale essa è sin d'ora
convocata in seconda convocazione, con il medesimo ordine del giorno,
per il giorno
19 maggio 2014, ore 11,00
presso l' Hotel Belvedere Piazzale G. Giardino,14 , Bassano del
Grappa
Ai sensi dell' art. 16 dello Statuto sociale, hanno diritto ad
intervenire all' Assemblea ed esercitarvi il diritto di voto solo
coloro che risultano iscritti nel libro dei soci almeno cinque giorni
prima di quello fissato per l'Assemblea in prima convocazione e che
siano in possesso del documento attestante l'avvenuto deposito, nello
stesso termine, delle azioni presso la sede sociale .
Per tale periodo, e fino a che l'Assemblea non abbia avuto luogo,
le azioni resteranno indisponibili.
Gli azionisti possono farsi rappresentare nell' Assemblea da altra
persona mediante delega da conferirsi per iscritto .
Bassano del Grappa, 09 Aprile 2014
L'amministratore unico
Faresin cav. Giannina
T14AAA5170 |
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Concorsi | 2001 | UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE | UNIVERSITA' DI PAVIA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 68 del 28-8-2001 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2001-08-28&atto.codiceRedazionale=001E7876 | UNIVERSITA' DI PAVIA | NOMINA | Sostituzione di un membro della commissione giudicatrice per la procedura di valutazione comparativa per il settore scientifico-disciplinare L10Y - Filologia e linguistica romanza - scuola di paleografia e filologia musicale. (GU n.68 del 28-08-2001) | IL RETTORE
Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168;
Vista la legge 3 luglio 1998, n. 210, con la quale si è
provveduto a trasferire alle università la competenza ad espletare
le procedure per la copertura dei posti di ruolo e per la nomina in
ruolo dei professori di prima e seconda fascia e dei ricercatori
universitari;
Vista la legge 19 ottobre 1999, n. 370;
Visto il regolamento ministeriale emanato con il decreto del
Presidente della Repubblica 23 marzo 2000, n. 117;
Visto il decreto rettorale n. 139 del 3 luglio 2001 con cui è
stato emanato il regolamento sulle modalità di espletamento delle
procedure per il reclutamento dei professori universitari di ruolo e
dei ricercatori;
Visto il decreto rettorale n. 91/conc. del 20 marzo 2001 il cui
avviso è stato pubblicato nel supplemento alla Gazzetta Ufficiale -
4a serie speciale - n. 30 del 13 aprile 2001 con il quale sono state
indette le procedure di valutazione comparativa per la copertura di
complessivi ventisette posti di ricercatore universitario tra cui un
posto per il settore scientifico-disciplinare L10Y - Filologia e
linguistica romanza, presso la scuola di paleografia e filologia
musicale;
Vista la delibera con la quale il consiglio della scuola ha
provveduto a designare il prof. Speroni Gian Battista, quale
componente interno della commissione giudicatrice della predetta
procedura di valutazione comparativa;
Vista la nota del 17 luglio 2001 con cui il prof. Speroni Gian
Battista ha espresso la sua impossibilità a far parte della suddetta
commissione, per gravi motivi di salute;
Vista la delibera con la quale il consiglio della scuola nella
seduta del 18 luglio 2001 ha provveduto a designare il prof.
Formisano Luciano, ordinario del settore scientifico-disciplinare
L10Y, in sostituzione del prof. Speroni Gian Battista;
Visto il decreto rettorale n. 113/conc. del 28 maggio 2001 con
cui sono state indette le procedure elettorali (seconda tornata 2001)
per la costituzione delle commissioni giudicatrici delle procedure di
valutazione comparativa a posti di professore di ruolo di prima e
seconda fascia e di ricercatore universitario;
Visto il risultato delle operazioni di voto per l'elezione dei
componenti le commissioni giudicatrici;
Ritenuto, pertanto, di dover provvedere alla costituzione della
predetta commissione giudicatrice;
Decreta:
Art. 1.
Per le motivazioni di cui in premessa il prof. Speroni Gian
Battista, professore ordinario presso la facoltà di lettere e
filosofia di questo Ateneo è sostituito dal prof. Formisano Luciano,
ordinario del settore scientifico-disciplinare L10Y presso la
facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di
Bologna.
Art. 2.
È costituita la commissione giudicatrice per la procedura di
valutazione comparativa bandita con il decreto rettorale di cui in
premessa per il settore scientifico-disciplinare L10Y - Filologia e
linguistica romanza - Scuola di paleografia e filologia musicale.
Membro designato:
prof. Formisano Luciano, ordinario, Bologna - lettere e
filosofia.
Componente eletto - associato:
prof. Porta Giuseppe - Siena - lettere e filosofia II.
Componente eletto - ricercatore:
dott. Maninchedda Paolo Giovanni - Cagliari - Lingue e
letterature straniere.
Le eventuali cause di incompatibilità e le modifiche dello stato
giuridico intervenute successivamente alla nomina non incidono sulla
qualità di componente delle commissioni giudicatrici.
Art. 3.
Ai sensi del comma 16, dell'art. 3, del decreto del Presidente
della Repubblica n. 117/1995, dalla data di pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale del presente decreto rettorale di nomina della
commissione giudicatrice decorrono i trenta giorni previsti
dall'art. 9 del decreto-legge 21 aprile 1995, n. 120, convertito, con
modificazioni, dalla legge 21 giugno 2000, n. 236, per la
presentazione al rettore da parte dei candidati di eventuali istanze
di ricusazione dei commissari. Decorso tale termine e, comunque, dopo
l'insediamento della commissione non sono ammesse istanze di
ricusazione dei commissari.
Al presente decreto viene data pubblicità anche per via
telematica al seguente indirizzo:
http://www.unipv.it/webdoc/ufficioconcorsi/tabaprile2001.htm
Pavia, 25 luglio 2001
Il rettore: Schmid |
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Serie Generale | 1994 | AVVISI DI RETTIFICA | Serie Generale n. 83 del 11-4-1994 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1994-04-11&atto.codiceRedazionale=094A2373&elenco30giorni=false | AVVISO DI RETTIFICA | Comunicato relativo alla deliberazione della Commissione nazionale per le societa' e la borsa 8 marzo 1994 concernente: "Adozione del regolamento recante disposizioni in ordine alle modalita' di pubblicazione ed al contenuto dell'annuncio relativo agli accordi parasociali di cui all'art. 10, comma 4, della legge 18 febbraio 1992, n. 149. (Delibera n. 7835)". (Deliberazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 60 del 14 marzo 1994). (GU Serie Generale n.83 del 11-04-1994) | Nel regolamento allegato alla deliberazione citata in epigrafe,
pubblicata nella sopra indicata Gazzetta Ufficiale, alla pag. 51,
all'art. 4, comma 2, lettera a), seconda riga, dove è scritto: " ..
e all'acquisto di nuovi titoli, ..", leggasi: " .. e all'acquisto di
nuove azioni, ..". |
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Regioni | 2014 | REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE | 3a Serie Speciale - Regioni n. 38 del 20-9-2014 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/regioni/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2014-09-20&atto.codiceRedazionale=14R00365 | REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE | LEGGE REGIONALE 24 luglio 2014, n. 6 | Disposizioni per la variazione di bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014 - 2016 della Regione autonoma Trentino-Alto Adige (legge finanziaria). (GU 3a Serie Speciale - Regioni n.38 del 20-09-2014) | (Pubblicata nel Bollettino ufficiale
della Regione Trentino-Alto Adige n. 30/I-II del 29 luglio 2014)
IL CONSIGLIO REGIONALE
Ha approvato
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE
Promulga
la seguente legge:
Art. 1
Ulteriore finanziamento interventi
per lo sviluppo del territorio
1. Per interventi di sviluppo del territorio realizzati attraverso
fondi di rotazione, nonchè per i fini di cui all'articolo 1, comma 4
della legge regionale 13 dicembre 2012, n. 8 "Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013 - 2015 della
Regione Autonoma Trentino-Alto Adige (legge finanziaria)" è
autorizzato un ulteriore stanziamento pari a euro 200 milioni.
2. Lo stanziamento di cui al comma 1 è ripartito in parti uguali a
favore delle Province autonome di Trento e di Bolzano. La Giunta
regionale provvede all'assegnazione, previa presentazione da parte di
ciascuna Provincia di un programma, anche stralcio, riportante le
tipologie di intervento a cui è finalizzato l'utilizzo delle risorse
stesse, l'entità delle somme da assegnare rispettivamente alla
Provincia e/o alle società controllate dalla stessa, le modalità di
utilizzo e i tempi di attivazione degli interventi.
3. Con il provvedimento di assegnazione è disposto l'impegno delle
relative spese ai sensi dell'articolo 28 della legge regionale 15
luglio 2009, n. 3, concernente (Norme in materia di bilancio e di
contabilità della Regione).
4. All'articolo 1, comma 4 della legge regionale n. 8 del 2012, la
parola "quindici" è sostituita dalla parola: "venti".
5. Alla copertura dell'onere di cui al comma 1 per l'anno 2014 si
provvede mediante utilizzo di pari importo dell'avanzo dell'esercizio
finanziario 2013.
Art. 2
Modifiche della legge regionale 15 luglio 2009, n. 3 concernente
"Norme in materia di bilancio e di contabilità della Regione" e
successive modificazioni
1. Alla legge regionale 15 luglio 2009, n. 3 concernente "Norme in
materia di bilancio e di contabilità della Regione" e successive
modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
a) dopo il comma 6 dell'articolo 4 è inserito il seguente:
"6-bis. L'utilizzo di stanziamenti di spesa di competenza per
un ammontare complessivo pari all'avanzo di amministrazione presunto,
applicato ai sensi del comma 6 e non derivante da rendiconti già
approvati da parte del Consiglio regionale, è subordinato alla
approvazione da parte del Consiglio regionale del rendiconto
dell'esercizio precedente. A tal fine al bilancio di previsione è
allegato l'elenco dei capitoli di spesa con l'indicazione del
relativo importo. La Giunta regionale con propria deliberazione,
fermo restando l'importo complessivo riportato nell'elenco di cui al
presente comma, può apportare modifiche con riferimento sia ai
capitoli di spesa che agli importi. Qualora l'avanzo di
amministrazione risultante dal rendiconto approvato dal Consiglio
regionale sia inferiore a quello applicato ai sensi del comma 6, la
Giunta regionale, entro quindici giorni dall'avvenuta approvazione da
parte del Consiglio regionale, individua gli stanziamenti di spesa di
competenza per un ammontare pari al minor avanzo che non possono
essere utilizzati.";
b) il comma 8 dell'articolo 11 è sostituito con il seguente:
"8. In relazione al concorso della Regione al riequilibrio
della finanza pubblica, anche mediante il rimborso allo Stato di
spese dallo stesso eventualmente anticipate, la Giunta regionale con
propria deliberazione può adottare le conseguenti variazioni di
bilancio mediante storno delle somme dagli stanziamenti di competenza
al fondo di cui al comma 1, lettera d). La disponibilità del fondo
risultante al termine dell'esercizio finanziario viene portata a
residuo passivo sino al permanere delle misure di risanamento
disposte dallo Stato ovvero al raggiungimento di intese circa
l'utilizzo delle suddette somme. Qualora vengano meno le motivazioni
del vincolo, la Giunta regionale è autorizzata a prelevare dal fondo
somme per integrare, in misura compatibile con il patto di
stabilità, gli stanziamenti dei capitoli di spesa.";
c) il comma 9 dell'articolo 11 è soppresso.
Art. 3
Modifica dell'articolo 13 della legge regionale 16 luglio 2004, n. 1
concernente "Disposizioni per l'assestamento del bilancio di
previsione dell'anno 2004 della Regione Autonoma Trentino-Alto
Adige (legge finanziaria)" e successive modificazioni)
1. All'articolo 13 della legge regionale 16 luglio 2004, n. 1
concernente "Disposizioni per l'assestamento del bilancio di
previsione dell'anno 2004 della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige
(legge finanziaria)", come sostituito dall'articolo 7, comma 1 della
legge regionale 21 dicembre 2004, n. 5 concernente "Disposizioni per
la formazione del bilancio annuale 2005 e pluriennale 2005 - 2007
della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige (legge finanziaria)" e
successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, dopo la lettera o) è aggiunta la seguente:
"o-bis) legge regionale 18 febbraio 2005, n. 1 e successive
modificazioni, concernente pacchetto famiglia e previdenza sociale.";
b) al comma 4 è aggiunto il seguente periodo: "Sono in ogni caso
destinate agli interventi in materia di previdenza integrativa le
risorse assegnate per il finanziamento delle leggi regionali di cui
al comma 1 con esclusione delle leggi di cui al comma 1, lettere c),
f), g), m) ed o).";
c) il comma 5 è sostituito dal seguente:
"5. È facoltà delle Province erogare in un esercizio somme
minori o eccedenti le assegnazioni regionali a valere sul fondo
unico, anche relativamente alle quote aventi vincolo specifico di
destinazione. Fermo restando il vincolo di destinazione di cui al
comma 4, ultimo periodo, le somme non erogate nell'anno di
competenza, nonchè le eventuali economie derivanti da modifiche
legislative, possono essere impiegate in esercizi successivi
esclusivamente per le finalità previste dalle leggi regionali di cui
al presente articolo.".
Art. 4
Modifiche all'articolo 4 della legge regionale 18 marzo 2013, n. 2
concernente "Modifiche alla legge regionale 27 novembre 1993, n. 19
(Indennità regionale a favore dei lavoratori disoccupati inseriti
nelle liste provinciali di mobilità e disposizioni in materia di
previdenza integrativa)e successive modifiche e alla legge
regionale 27 febbraio 1997, n. 3 concernente (Interventi di
previdenza integrativa a sostegno dei fondi pensione a base
territoriale regionale) e successive modifiche"
1. All'articolo 4 della legge regionale 18 marzo 2013, n. 2, come
sostituto dall'articolo 1, comma 1 della legge regionale 12 settembre
2013, n. 6, le parole "4 milioni 500 mila" sono sostituite dalle
parole: "3 milioni 500 mila" e le parole "3 milioni" sono sostituite
dalle parole: "2 milioni".
Art. 5
Proroga graduatoria per assunzioni
a tempo determinato
1. L'efficacia della graduatoria della selezione pubblica per
assunzioni a tempo determinato, indetta con deliberazione della
Giunta regionale 26 ottobre 2011, n. 230, in corso di validità alla
data del 1 ° settembre 2013, è prorogata fino al 31 dicembre 2016.
Art. 6
Modifiche alla legge regionale 20 novembre 1999, n. 8 "Attribuzione
di indennità a favore dei Giudici di pace della regione
Trentino-Alto Adige")
1. L'articolo 7 della legge regionale 20 novembre 1999, n. 8
(Attribuzione di indennità a favore dei Giudici di pace della
regione Trentino-Alto Adige) è sostituito dal seguente:
"Art. 7 (Formazione dei Giudici di Pace) - 1. La Regione, in
relazione alle competenze in materia di Giudici di Pace previste
dalla normativa di attuazione dello Statuto speciale ed al fine di
assicurare il rispetto delle disposizioni di attuazione in materia di
uso delle lingue, organizza, avvalendosi di norma della Facoltà di
Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Trento, nonchè di
altre Università dell'area Euregio Tirolo Alto Adige Trentino, corsi
e seminari di formazione, iniziale e permanente, per i Giudici di
Pace del Distretto di Trento.
2. Il programma delle attività formative di cui al comma 1 tiene
conto di quanto previsto per la formazione della magistratura
onoraria dalle linee programmatiche adottate dal Consiglio Superiore
della Magistratura e dal Ministero della Giustizia, nonchè dalle
attività didattiche della Scuola Superiore della Magistratura.
3. I corsi di formazione iniziale sono inoltre organizzati d'intesa
con il Consiglio giudiziario - Sezione autonoma Giudici di Pace.
4. La Regione al fine della trasparenza e conoscibilità ed in
funzione della formazione di cui al comma 1 cura la pubblicazione
tramite strumenti informatici della giurisprudenza dei Giudici di
Pace del Distretto, avvalendosi di norma della Facoltà di
Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Trento, nonchè di
altre Università dell'area Euregio Tirolo Alto Adige Trentino per
l'analisi, catalogazione e massimazione delle decisioni.".
Art. 7
Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2004, n. 5 "Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale 2005 e pluriennale 2005 -
2007 della Regione Autonoma Trentino -Alto Adige (legge
finanziaria)"
1. L'articolo 4 della legge regionale 21 dicembre 2004, n. 5 è
sostituito dal seguente:
"Art. 4 (Immobili degli uffici del Giudice di Pace) - 1. La
Regione, in relazione all'applicazione dell'articolo 3, comma 2 del
decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 156 ed al fine di consentire
efficiente funzionalità agli Uffici del Giudice di Pace, sostiene
gli oneri relativi agli immobili messi a disposizione o comunque
destinati quali sedi degli uffici medesimi.".
2. Per i fini del comma 1 è prevista la spesa di euro 1.050.000,00
per ciascuno degli anni dal 2014 al 2016 sull'unità previsionale di
base 03125 per euro 750.000,00 e sull'unità previsionale di base
03210 per euro 300.000,00.
3. Alla copertura degli oneri derivanti dall'applicazione del comma
2 si provvede con gli stanziamenti di spesa già disposti in bilancio
sull'unità previsionale di base 03125 per euro 550.000,00 e
sull'unità previsionale di base 03210 per euro 300.000,00 a carico
degli esercizi finanziari dal 2014 al 2016 e autorizzati per gli
interventi di cui all'articolo 4 della legge regionale 21 dicembre
2004, n. 5, sostituito dal comma 1 del presente articolo, e per euro
200.000,00 mediante riduzione delle autorizzazioni di spesa disposte
sull'unità previsionale di base 03100 per gli anni dal 2014 al 2016
dalla legge regionale 20 novembre 1999, n. 8.
Art. 8
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello
della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della
Regione. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla
osservare come legge della Regione.
Trento, 24 luglio 2014
ROSSI |
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Serie Generale | 1995 | SUPPLEMENTI ORDINARI | MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI | Serie Generale n. 146 del 24-6-1995 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1995-06-24&atto.codiceRedazionale=095A3537&elenco30giorni=false | MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI | COMUNICATO | Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei piani urbani del traffico. (GU Serie Generale n.146 del 24-06-1995 - Suppl. Ordinario n. 77) | IL MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI
DI CONCERTO CON
IL MINISTERO DELL'AMBIENTE
E
LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
DIPARTIMENTO PER LE AREE URBANE
Vista la legge 13 giugno 1991, n. 190, ed in particolare l'articolo
1, comma 1, lettera a;
Visto il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato
dal decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 360;
Vista la deliberazione 7 aprile 1993 del Comitato interministeriale
per la programmazione economica nel trasporto (CIPET);
Sentito il parere della sesta sezione del Consiglio superiore dei
lavori pubblici, espresso nell'adunanza del 24 maggio 1994;
Visto l'articolo 9, comma 9, del decreto legge 25 novembre 1994, n.
649, e successive reiterazioni, che modifica la denominazione
dell'Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale
in Direzione generale della viabilità e mobilità urbana ed
extraurbana;
sono emanate le seguenti:
DIRETTIVE
PER LA REDAZIONE, ADOZIONE ED ATTUAZIONE DEI
PIANI URBANI DEL TRAFFICO
0 - PREMESSA
Il nuovo Codice della strada (nuovo Cds), all'articolo 36, fa obbligo
della redazione del Piano urbano del traffico (PUT) ai comuni con
popolazione residente superiore a trentamila abitanti, ovvero
comunque interessati da rilevanti problematiche di circolazione
stradale.
Il PUT costituisce uno strumento tecnico-amministrativo di breve
periodo, finalizzato a conseguire il miglioramento delle condizioni
della circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione
dell'inquinamento acustico ed atmosferico e il contenimento dei
consumi energetici, nel rispetto dei valori ambientali. Esso deve
essere coordinato, oltre che con i piani del traffico per la
viabilità extraurbana previsti dallo stesso articolo 36, per i quali
saranno emanate apposite direttive, con gli strumenti urbanistici,
con i Piani di risanamento e tutela ambientale e con i Piani di
trasporto. Piani - questi - che costituiscono gli strumenti di
valenza strategica per il governo del sistema della mobilità,
dell'ambiente, dell'assetto urbanistico e della programmazione
economica di un determinato ambito territoriale. Tale governo è
finalizzato al conseguimento, tra l'altro, dei medesimi obiettivi
perseguiti dal PUT.
Occorre quindi che questi strumenti siano coordinati in modo tale da
rendere integrate e reciprocamente congrue le azioni e gli interventi
che ogni strumento si propone di attuare.
Le presenti "Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei
Piani urbani del traffico", ai sensi del citato articolo 36 del nuovo
Cds, vengono emanate dal Ministro dei lavori pubblici, di concerto
con il Ministro dell'ambiente ed il Ministro per i problemi delle
aree urbane, sulla base delle indicazioni formulate dal Comitato
interministeriale per la programmazione economica nel trasporto
(CIPET) nella deliberazione 7 aprile 1993.
Le presenti direttive sono rivolte sia ai comuni, tenuti all'adozione
del PUT, sia ai tecnici, ai quali i comuni stessi, con i criteri
indicati al successivo paragrafo 5.8, affidano l'incarico di
redazione del PUT.
Alle direttive possono far riferimento anche quei comuni che, pur non
essendo tenuti per legge, ritengono opportuno dotarsi di un PUT.
Le direttive trattano sia la fase della redazione del PUT, per la
quale hanno valenza di prescrizioni, sia le fasi dell'adozione e
dell'attuazione dello stesso, intendendo rispettare, in ogni caso,
l'autonomia degli enti locali nella determinazione delle procedure
interne e nell'organizzazione degli uffici.
La necessità della trattazione delle suddette fasi deriva:
- dalla previsione del nuovo Cds dell'obbligo di adozione del PUT;
- dalle specifiche indicazioni contenute al punto 4.4 della
sopracitata delibera CIPET
- dalla considerazione che l'adozione del PUT costituisce una fase
intermedia tra i diversi livelli del processo di redazione del PUT
(piano generale, piano particolareggiato, piano esecutivo), mentre
l'attuazione del PUT stesso costituisce la prima fase del suo
processo di aggiornamento.
I criteri guida per la redazione dei PUT, tenuto anche conto delle
anzidette indicazioni del CIPET, sono sinteticamente individuabili
nei seguenti due punti:
- progettazione degli interventi in una logica globale del sistema
della mobilità, dell'ambiente e della pianificazione urbanistica,
con particolare attenzione al coordinamento con i Piani che governano
il sistema stesso;
- utilizzo congiunto di misure atte a migliorare l'offerta di
trasporto e di misure intese al controllo ed all'orientamento della
domanda di mobilità, ivi inclusa l'eventuale introduzione di misure
di tariffazione sull'uso dell'automobile in ambito urbano.
Gli interventi da prevedersi nel PUT saranno relativi sia alle
condizioni di circolazione usuali che si verificano durante l'anno
sia alle eventuali condizioni di emergenza ambientale derivanti dal
superamento dei limiti di inquinamento ammissibili, come indicato al
successivo paragrafo 5.6.
Analogamente particolare attenzione è posta per le aree protette -
archeologiche, monumentali e naturali - e particolarmente
vulnerabili, tramite i criteri individuati ai paragrafi 2.6, che
dovranno essere rispettati, nella redazione del PUT, unitamente alle
specifiche indicazioni dei Piani di tutela eventualmente predisposti
dagli uffici competenti.
Le presenti direttive sono formulate in maniera unitaria sia per i
centri di piccole dimensioni sia per i centri di medie e grandi
dimensioni, in quanto comuni sono i problemi della circolazione e gli
obiettivi da perseguire. Diversi sono in genere i contenuti da
applicare per le due tipologie di centri abitati e pertanto, per i
piccoli centri, sono possibili ipotesi riduttive in rapporto alla
realtà locale, come indicato nello specifico capitolo ed in
particolare al paragrafo 4.4.
Per i comuni interessati da fenomeni stagionali di affluenza
turistica il PUT dovrà configurare diverse soluzioni di
organizzazione della circolazione nella stagione turistica e nel
residuo periodo dell'anno, con particolare riferimento a quelle della
stagione turistica, e con possibilità d'uso di segnaletica
rimovibile o di limitata valenza temporale. Il grado di
approfondimento delle analisi, delle indagini, dei contenuti
progettuali e dei relativi elaborati di piano sarà adeguato alla
rilevanza delle problematiche di congestione della circolazione
stradale.
Fermo restando che il PUT è un piano a breve termine e che la sua
attuazione non comporta rilevanti impegni finanziari, non è da
escludere che in taluni casi sia necessario prevedere opere ed
interventi di rilevante impegno economico. In detti casi, fatte salve
le verifiche previste al paragrafo 2.5, nel PUT stesso devono essere
contenute specifiche valutazioni di fattibilità tecnico-economica,
in modo differenziato per ogni livello di Piano come indicato nei
paragrafi 4.1 e 4.2. In ogni caso, al livello di piano esecutivo di
cui al paragrafo 4.3 devono essere previste specifiche valutazioni
finanziarie per l'attuazione del PUT in modo da consentire alle
amministrazioni comunali una previsione di impegno certo di spesa.
Le presenti direttive redatte in relazione alla crescente
complessità dei problemi della mobilità e dell'ambiente nelle aree
urbane ed agli avanzamenti scientifici nella pianificazione della
circolazione, sostituiscono la precedente circolare 8 agosto 1986, n.
2575, del Ministero dei lavori pubblici "Disciplina della
circolazione stradale nelle zone urbane ad elevata congestione del
traffico veicolare. Piani urbani del traffico" e la circolare 20
settembre 1961, n. 50067, del Ministero dei lavori pubblici sugli
"Uffici comunali del traffico".
1 - DEFINIZIONI
Il Piano urbano del traffico (PUT) è costituito da un insieme
coordinato di interventi per il miglioramento delle condizioni della
circolazione stradale nell'area urbana, dei pedoni, dei mezzi
pubblici e dei veicoli privati, realizzabili nel breve periodo - arco
temporale biennale - e nell'ipotesi di dotazioni di infrastrutture e
mezzi di trasporto sostanzialmente inveriate.
In particolare il PUT deve essere inteso come "piano di immediata
realizzabilita'", con l'obiettivo di contenere al massimo - mediante
interventi di modesto onere economico - le criticità della
circolazione; tali criticità - specialmente nelle aree urbane di
maggiori dimensioni - potranno infatti essere interamente rimosse
solo attraverso adeguati potenziamenti sull'offerta di infrastrutture
e di servizi del trasporto pubblico collettivo, che costituiscono
l'oggetto principale del Piano dei trasporti, realizzabile nel lungo
periodo - arco temporale decennale -.
La corretta progettazione dell'organizzazione della circolazione
stradale deve prevedere interventi su tutti i suoi settori, ivi
inclusa, oltre la gestione ottimale degli spazi stradali esistenti,
pubblici o aperti all'uso pubblico (individuazione degli interventi
di organizzazione delle sedi varie, finalizzata al miglior uso
possibile delle medesime per la circolazione stradale), anche - ove
necessario - la gestione ottimale del sistema di trasporto pubblico
collettivo stradale (individuazione di nuovi percorsi e nuove
frequenze delle linee, finalizzata al migliore uso possibile del
relativo parco dei mezzi esistenti). In tale evenienza il PUT può
più propriamente essere denominato Piano della mobilità, mentre
nell'altra evenienza rimane al PUT il significato - più limitato -
di gestione ottimale degli spazi stradali esistenti.
Qualora, soprattutto nelle prime fasi di attuazione delle presenti
direttive, difficoltà operative e finanziarie rendessero in genere
non realizzabili in tempi brevi interventi significativi sulla
struttura dei servizi di trasporto pubblico collettivo, quest'ultima
può essere considerata invariante nella redazione del PUT.
Tuttavia, anche in questo caso la progettazione e la verifica degli
interventi previsti nel PUT devono considerare gli effetti di tali
interventi sulle prestazioni e le capacità del servizio di trasporto
pubblico collettivo, nonchè sulla nuova domanda di trasporto
pubblico generata e sulla possibilità di soddisfacimento di tale
domanda.
Nel processo di pianificazione e governo del sistema dei trasporti a
scala urbana, il PUT costituisce in definitiva lo strumento tecnico-
amministrativo di breve periodo, che mediante successivi
aggiornamenti (piano-processo) rappresenta le fasi attuative di un
disegno strategico - di lungo periodo - espresso dal Piano dei
trasporti, da elaborare in genere a scala comprensoriale (bacino di
traffico) e con riferimento anche a tutte le altre modalità di
trasporto non stradale.
Quest'ultimo Piano, infatti, è costituito da un insieme articolato
di interventi relativi allo sviluppo dell'offerta di infrastrutture e
servizi di trasporto, congiunti a politiche di controllo delle
modalità di soddisfacimento della domanda di mobilità (politiche di
controllo della domanda) ed ad indirizzi per la pianificazione
territoriale ed urbanistica; il Piano dei trasporti costituisce,
pertanto, uno strumento di fondamentale valenza strategica per
l'ordinato sviluppo delle aree urbane.
Il PUT deve essere redatto, comunque, anche nelle more della
redazione dei Piani di governo della mobilità e dell'ambiente di cui
alla premessa, ivi compreso il Piano dei trasporti; in tal caso esso
può prevedere eccezionalmente alcuni limitati interventi
sull'offerta di infrastrutture e servizi di trasporto, per i quali
vanno tuttavia effettuate accurate valutazioni economiche e
finanziarie, come appresso specificato.
2 - OBIETTIVI ED INDICATORI FONDAMENTALI
Il PUT va elaborato (articolo 36, comma 4, del nuovo Cds) attraverso
indagini, studi e progetti finalizzati ad ottenere:
1) il miglioramento delle condizioni di circolazione (movimento e
sosta),
2) il miglioramento della sicurezza stradale (riduzione degli
incidenti stradali),
3) la riduzione degli inquinamenti atmosferico ed acustico,
4) il risparmio energetico,
nonchè in accordo con gli strumenti urbanistici ed i piani dei
trasporti vigenti e nel rispetto dei valori ambientali.
Il conseguimento di ciascuno dei quattro obiettivi indicati può
essere espresso da opportuni indicatori, il cui valore si può
stimare in sede di progettazione e/o successivamente all'attuazione
del Piano. Si considerano in generale sia i valori assoluti degli
indicatori sia i valori relativi al traffico totale, espresso in
termini di veicoli x km e/o viaggiatori x km.
2.1 - MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI CIRCOLAZIONE
Migliorare le condizioni della circolazione stradale, nei suoi
aspetti di movimento e sosta degli utenti, significa soddisfare la
domanda di mobilità al miglior livello di servizio possibile, nel
rispetto dei vincoli di Piano (economici, urbanistici ed ambientali).
A questi fini di livello di servizio si identifica - anzitutto - con
il grado di fluidità dei movimenti veicolari, il cui miglioramento
permette velocità più regolari e mediamente più elevate di quelle
attuali. Ciò comporta, in particolare, un benefico effetto anche
sulle velocità dei trasporti collettivi su strada e, quindi, la
riduzione dei tempi di spostamento e del disagio di tutti gli utenti.
Inoltre, l'ottenimento di maggiore velocità e regolarità dei
servizi collettivi di trasporto concorre a richiamare più utenza su
tale tipo di servizio, determinando così un ulteriore fondamentale
elemento di decongestionamento del traffico urbano, tenuto conto
della più elevata capacità di trasporto dei mezzi collettivi
rispetto a quelli individuali.
Il miglioramento delle condizioni di circolazione riguarda anche
l'utenza pedonale, nonchè la sosta veicolare. Maggiore fruibilità
della città da parte dei pedoni e minore perdita di tempo nella
ricerca dei posti di sosta veicolare, ove consentita, sono quindi
obiettivi di pari importanza rispetto a quello della fluidificazione
dei movimenti veicolari.
In particolare, gli indicatori del miglioramento dei movimenti
veicolari possono essere definiti, mediante parametri di deflusso in
una fascia oraria, disaggregati (per singoli tronchi della rete) e/o
aggregati (per intere reti stradali e di trasporto collettivo), quali
il rapporto flusso/capacità, la velocità commerciale media, il
tempo complessivo di viaggio (veicoli x ora e/o viaggiatori x ora).
2.2 - MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA STRADALE
Il PUT deve perseguire, altresì, il miglioramento della sicurezza
stradale e - quindi - la consistente riduzione degli incidenti
stradali e delle loro conseguenze, in generale, mediante la
separazione ed il controllo delle diverse componenti di traffico (di
cui al successivo pgf. 3.2.1) ed, in particolare mediante
l'attuazione delle proposte derivanti da specifiche analisi tecniche
sulle cause degli incidenti stradali, con preminente riferimento a
quelle relative a carenze infrastrutturali e/o di regolazione e
controllo del traffico.
La sicurezza della circolazione stradale deve in particolar modo
interessare i ciclisti ed i pedoni e, fra quest'ultimi, precipuamente
gli scolari e le persone anziane e quelle con limitate capacità
motorie (difesa delle utenze deboli).
Il conseguimento di questo obiettivo è da ritenersi soddisfatto in
sede di redazione del Piano quando la progettazione risulti conforme
alle norme del nuovo Cds ed a quelle - di settore - del Consiglio
nazionale delle ricerche; esso - comunque - va successivamente
misurato in fase di verifica e valutato nelle sue componenti
attraverso una dettagliata analisi delle modalità e delle
conseguenze degli incidenti stradali.
2.3 - RIDUZIONE DEGLI INQUINAMENTI ATMOSFERICO ED ACUSTICO
Ai fini della protezione della salute e dell'ambiente il PUT deve
concorrere a perseguire, inoltre, la riduzione degli inquinamenti
atmosferico ed acustico, cui il traffico veicolare concorre in modo
rilevante specialmente nei casi esistenti di marcia lenta,
discontinua ed episodica e di condizioni meteorologiche particolari.
Tale riduzione, oltre che mediante gli interventi propri dei piani e
dei programmi di più ampia portata (controlli programmati sulla
qualità dei carburanti usati per la trazione veicolare, campagne di
controllo delle emissioni inquinanti e della rumorosità dei veicoli
in circolazione, impiego alternativo di veicoli con propulsori ad
energia pulita, interventi attivi o passivi di contenimento del
rumore), viene perseguita, nei limiti del PUT, in generale attraverso
la fluidificazione del traffico (cfr. 1 obiettivo) ed interventi di
orientamento e controllo della domanda di mobilità, ed, ove
necessario, attraverso la limitazione della circolazione veicolare.
Per quel che riguarda l'inquinamento atmosferico tali misure dovranno
riguardare, in particolare, i centri abitati compresi nelle zone
esposte a rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico,
individuate dalle regioni ai sensi dell'articolo 9 del decreto del
Ministro dell'ambiente 20.5.91 "Criteri per la raccolta dei dati
inerenti la qualità dell'aria".
Specifici provvedimenti dovranno essere presi a difesa delle aree del
centro abitato particolarmente vulnerabili dal punto di vista
dell'esposizione ad inquinanti atmosferici ove individuate
nell'ambito dei Piani di intervento operativo per la gestione degli
stati di attenzione e di allarme, previsti dallo stesso D.M. 20.5.91
e predisposti dall'autorità competente individuata dalle regioni ai
sensi del D.P.R. 10.1.92 "Atto di indirizzo e coordinamento in
materia di sistemi di rilevazione dell'inquinamento urbano". Per
quanto riguarda l'inquinamento acustico si dovrà tener conto della
classificazione in zone di cui all'articolo 2 del D.P.C.M. 1.3.91 con
particolare riguardo alle classi I e II di cui alla tabella I
dell'allegato B allo stesso decreto.
Il raggiungimento di questo obiettivo va verificato mediante la
rilevazione sia delle emissioni e/o tassi di concentrazione delle
principali sostanze inquinanti, sia dei livelli di rumore che si
determinano nelle varie zone urbane, specialmente con riferimento a
quelle oggetto di specifica tutela.
I risultati di dette rilevazioni vanno confrontati con i valori
limite fissati - per l'inquinamento acustico - dal decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 1.3.1991, e - per
l'inquinamento atmosferico - dal decreto del Ministro dell'ambiente
15.4.1994 (con rispettivi riferimenti, per quest'ultimo, al decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri 28.3.1983 ed al decreto del
Presidente della Repubblica n. 203/1988).
2.4 - RISPARMIO ENERGETICO
Con il razionale uso dei mezzi di trasporto e delle sedi stradali si
ottiene, la fluidificazione del traffico, il che comporta
essenzialmente sia la riduzione dei tempi di viaggio, sia il
risparmio dei consumi energetici dei veicoli pubblici e privati, come
dettagliatamente esposto nella circolare del Ministro per i problemi
delle aree urbane del 28.5.1991, n. 1196, pubblicata sulla G.U. n.
134 del 10.6.1991.
Infatti, lo stesso controllo periodico dei livelli di efficienza dei
motori a combustione dei veicoli pubblici e privati consente notevoli
risparmi energetici, che vanno ad aggiungersi alla diminuzione degli
inquinamenti atmosferici.
Pertanto, anche dal punto di vista in esame, i benefici ricavabili in
termini finanziari dalla collettività, pur valutati solo in termini
economici diretti, in seguito all'adozione e conseguente
realizzazione del PUT, sono quindi prevedibilmente di gran lunga
superiori ai costi che le amministrazioni comunali devono affrontare.
Il conseguimento dell'obiettivo in esame può essere misurato
mediante la determinazione del consumo, specifico e complessivo, del
carburante dei veicoli motorizzati pubblici e privati ed,
eventualmente, di altre fonti energetiche (energia elettrica per tram
e filovie), in relazione alle condizioni di traffico determinate.
2.5 - ACCORDO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI ED I PIANI
DEI TRASPORTI VIGENTI
Fermo restando che il PUT è uno strumento di pianificazione
sottordinato rispetto al PRG vigente, il PUT stesso può proporre
eccezionalmente aggiornamenti allo stesso PRG o agli strumenti di
attuazione vigenti.
L'armonizzazione tra PUT e strumenti urbanistici si realizza
attraverso:
- la verifica che le eventuali opere infrastrutturali previste dal
PUT siano contenute negli strumenti urbanistici vigenti. In caso
contrario si avviano le procedure di variazione degli strumenti
urbanistici, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione
vigente;
- la verifica che le trasformazioni del territorio, le modifiche di
destinazione d'uso ed in generale l'attuazione delle opere previste
dagli strumenti urbanistici (qualora generino od attraggano traffico)
siano compatibili con gli indirizzi del PUT. In caso contrario si
procede attraverso una opportuna attività di coordinamento tra gli
uffici appartenenti ai diversi assessorati competenti, al fine di
raccordare le diverse esigenze.
Per l'armonizzazione tra il PUT e l'eventuale Piano dei trasporti
vigente vale quanto espresso al precedente capoverso.
2.6 - RISPETTO DEI VALORI AMBIENTALI
Il rispetto dei valori ambientali consiste nel preservare ed al tempo
stesso migliorare - per quanto possibile - la fruizione dell'ambiente
urbano nel suo complesso e delle peculiarità delle singole parti che
lo caratterizzano, quali i centri storici, le aree protette -
archeologiche, monumentali e naturali - e gli spazi collettivi
destinati al transito ed alla sosta pedonali, alle attività
commerciali, culturali e ricreative ed al verde pubblico e privato.
Nel settore specifico, la riqualificazione ambientale di detti centri
ed aree, che in taluni casi si identifica con la diretta necessità
di recupero fisico di spazio pedonale, si ottiene mediante la
riduzione dei carichi veicolari stradali all'interno delle stesse
aree, sempre comunque nell'ottica di conservare un efficiente grado
di accessibilità alle aree medesime, proprio per mantenere in
esercizio la loro elevata qualificazione funzionale. La riduzione dei
carichi veicolari può interessare anche - in particolare - il
transito dei mezzi pesanti per problemi di inquinamento da
vibrazioni, oppure la sosta di autovetture e specialmente di mezzi
pesanti per problemi di intrusione visiva.
3 - STRATEGIE GENERALI DI INTERVENTO
La corretta organizzazione del traffico urbano richiede un'ampia
serie coordinata di interventi, su tutto il territorio urbanizzato e
su tutte le componenti della circolazione stradale.
Gli interventi in questione possono riassumersi nei due seguenti tipi
di strategie generali da adottare:
- il miglioramento della capacità di trasporto dell'intero sistema,
comprendente la rete stradale, le aree di sosta ed i servizi di
trasporto pubblico collettivo, ove esistenti;
- l'orientamento ed il controllo della domanda di mobilità verso
modi di trasporto che richiedano minori disponibilità di spazi
stradali rispetto alla situazione esistente.
Le strategie in questione vengono di seguito indicate con le
denominazioni sintetiche di "interventi sull'offerta di trasporto" ed
"interventi sulla domanda di mobilita'".
3.1 - INTERVENTI SULL'OFFERTA DI TRASPORTO
3.1.1 - Classifica funzionale delle strade
La principale causa di congestione del traffico urbano si identifica
nella promiscuità d'uso delle strade (tra veicoli e pedoni, tra
movimenti e soste, tra veicoli pubblici collettivi e veicoli privati
individuali). Pertanto, la riorganizzazione della circolazione
stradale richiede in primo luogo la definizione di un'idonea
classifica funzionale delle strade.
Detta classifica individua, infatti, la funzione preminente o l'uso
più opportuno, che ciascun elemento vario deve svolgere all'interno
della rete stradale urbana, per risolvere i relativi problemi di
congestione e sicurezza del traffico, in analogia e stretta
correlazione agli strumenti urbanistici che determinano l'uso delle
diverse aree esterne alle sedi stradali.
La classifica in questione, coerentemente all'articolo 2 del nuovo
Cds ed alle norme del C.N.R., fa riferimento in generale ai seguenti
quattro tipi fondamentali di strade urbane:
- autostrade, la cui funzione è quella di rendere avulso il centro
abitato dai problemi del suo traffico di attraversamento, traffico -
questo - che non ha interessi specifici con il centro medesimo in
quanto ad origine e destinazioni degli spostamenti. Nel caso di vaste
dimensioni del centro abitato, alcuni tronchi terminali delle
autostrade extraurbane - in quanto aste autostradali di penetrazione
urbana - hanno la funzione di consentire un elevato livello di
servizio anche per la parte finale (o iniziale) degli spostamenti di
scambio tra il territorio extraurbano e quello urbano. Per questa
categoria di strade sono ammesse solamente le componenti di traffico
relative ai movimenti veicolari, nei limiti di quanto previsto
all'articolo 175 del nuovo Cds ed all'articolo 372 del relativo
Regolamento di esecuzione. Ne risultano pertanto, escluse, in
particolare, le componenti di traffico relative ai pedoni, ai
velocipedi, ai ciclomotori, alla fermata ed alla sosta (salvo quelle
di emergenza);
- strade di scorrimento, la cui funzione, oltre a quella
precedentemente indicata per le autostrade nei riguardi del traffico
di attraversamento e del traffico di scambio, da assolvere
completamente o parzialmente nei casi rispettivamente di assenza o di
contemporanea presenza delle autostrade medesime, è quella di
garantire un elevato livello di servizio per gli spostamenti a più
lunga distanza propri dell'ambito urbano (traffico interno al centro
abitato).
Per questa categoria di strade è prevista dall'articolo 142 del
nuovo Cds la possibilità di elevare il limite generalizzato di
velocità per le strade urbane, pari a 50 km/h, fino al 70 km/h. Per
l'applicazione delle presenti direttive vengono individuati gli
itinerari di scorrimento costituiti da serie di strade, le quali -
nel caso di presenza di corsie o sedi riservate ai mezzi pubblici di
superficie - devono comunque disporre di ulteriori due corsie per
senso di marcia. Su tali strade di scorrimento sono ammesse tutte le
componenti di traffico, escluse la circolazione dei veicoli a
trazione animale, dei velocipedi e dei ciclomotori, qualora la
velocità ammessa sia superiore a 50km/h, ed esclusa altresì la
sosta dei veicoli, salvo che quest'ultima risulti separata con idonei
spartitraffico;
- strade di quartiere, con funzione di collegamento tra settori e
quartieri limitrofi e, per centri abitati di più vaste dimensioni,
tra zone estreme di un medesimo settore o quartiere (spostamenti di
minore lunghezza rispetto a quelli eseguiti sulle strade di
scorrimento, sempre interni al centro abitato).
In questa categoria rientrano, in particolare, le strade destinate a
servire gli insediamenti principali urbani e di quartiere (servizi,
attrezzature, ecc.), attraverso gli opportuni elementi viari
complementari. Sono ammesse tutte le componenti di traffico, compresa
anche la sosta delle autovetture purchè esterna alla carreggiata e
provvista di apposite corsie di manovra;
- strade locali, a servizio diretto degli edifici per gli spostamenti
pedonali e per la parte iniziale o finale degli spostamenti veicolari
privati. In questa categoria rientrano, in particolare, le strade
pedonali e le strade parcheggio; su di esse non è comunque ammessa
la circolazione dei mezzi di trasporto pubblico collettivo.
La classifica funzionale delle strade nell'ambito del PUT, attraverso
gli anzidetti quattro tipi fondamentali di strade urbane, va adottata
anche nelle more dell'emanazione da parte del Ministro dei lavori
pubblici delle norme per la classificazione delle strade esistenti,
di cui all'articolo 13, comma 4, del nuovo Cds. Detta classifica
viene redatta tenuto conto - da un lato - delle caratteristiche
strutturali fissate dall'articolo 2 del nuovo Cds e delle
caratteristiche geometriche esistenti per ciascuna strada in esame,
nonchè delle caratteristiche funzionali dianzi precisate, e -
dall'altro lato - del fatto che le anzidette caratteristiche
strutturali previste dal nuovo Cds sono da considerarsi come
"obiettivo da raggiungere per le strade esistenti, laddove siano
presenti vincoli fisici immediatamente non eliminabili (cfr. pgf. 1.2
dell'allegato, dove sono anche indicati altri tre tipi di strade, con
caratteristiche intermedie rispetto a quelle del nuovo Cds, per
meglio adattarsi alle situazioni esistenti).
3.1.2 - Viabilità principale ed isole ambientali
L'insieme di tutti i tipi di strade dianzi esposte, escluse le strade
locali, assume la denominazione di rete principale urbana,
caratterizzata dalla preminente funzione di soddisfare le esigenze di
mobilità della popolazione (movimenti motorizzati), attraverso - in
particolare - l'esclusione della sosta veicolare dalle relative
carreggiate stradali. L'insieme delle rimanenti strade (strade
locali) assume la denominazione di rete locale urbana, con funzione
preminente di soddisfare le esigenze dei pedoni e della sosta
veicolare.
La viabilità principale, così definita, viene a costituire una rete
di itinerari stradali le cui maglie racchiudono singole zone urbane,
alle quali viene assegnata la denominazione di isole ambientali,
composte esclusivamente da strade locali ("isole", in quanto interne
alla maglia di viabilità principale; "ambientali" in quanto
finalizzate al recupero della vivibilità degli spazi urbani).
Si consideri, in particolare, che il concetto di "maglia di
viabilità principale" sembrerebbe non aver significato nel caso di
centri abitati di modestissime dimensioni, basati su un'unica strada
principale o su una coppia di strade principali (di cui l'una
confluente o traversante rispetto all'altra). Tenuto però presente
che il presupposto minimo di riorganizzazione del traffico
s'identifica con l'esistenza di uno specifico itinerario per il
traffico di attraversamento urbano, la contemporanea considerazione
di quest'ultimo itinerario (circonvallazione, nel caso più semplice,
e sistema tangenziale, nei casi più complessi) conduce all'esistenza
di maglie della viabilità principale nel senso precitato.
Le isole ambientali in questione, anche se periferiche, sono tutte da
considerare come "aree con ridotti movimenti veicolari", in quanto -
se non altro - il transito veicolare motorizzato viene dirottato
sulla viabilità principale, almeno per la quota parte di non
competenza specifica delle singole zone (eliminazione del traffico di
attraversamento dalle singole isole ambientali).
Naturalmente, quando la rimanente quota di traffico (quella in arrivo
ed in partenza da ciascuna isola) viene anch'essa ad eccedere la
capacità della rete stradale, il che accade in genere per le zone
più centrali e per quelle a più spinta qualificazione direzionale e
commerciale, le limitazioni di circolazione veicolare motorizzata
divengono maggiormente impegnative, vincolando sempre di più la
soste veicolare, fino ad escluderla e financo a consentire il
transito - ove necessario - solo al sistema di trasporto collettivo,
idoneo - appunto - per la sua maggiore capacità di trasporto a
rispondere alle esigenze di mobilità della popolazione.
Il passaggio graduale, dalla situazione attuale - di un servizio
diffuso "porta a porta" (garantito dal trasporto individuale, ma non
più consentito in determinati ambienti urbani dalla capacità della
rete stradale)-, alla situazione di piano - relativa ad un servizio
concentrato "fermata per fermata" del trasporto collettivo di linea,
e/o concentrato "area di parcheggio per area di parcheggio"-,
determina la formazione di consistenti flussi pedonali, il
soddisfacimento delle cui esigenze - insieme a quelle di carattere
ambientale e socioeconomico - costituiscono poi la premessa
vincolante alla realizzazione di aree pedonali interamente
coincidenti od interne alle isole ambientali anzidette.
3.1.3. - Principali interventi di miglioramento dell'offerta
I principali strumenti attraverso i quali risulta possibile nel breve
termine ottenere il miglioramento della capacità del sistema di
trasporto urbano riguardano:
- l'eliminazione della sosta veicolare dalla viabilità principale,
- l'adeguamento della capacità delle intersezioni ai flussi
veicolari in transito.
L'eliminazione della sosta veicolare dalla viabilità principale, al
di là degli interventi di orientamento e controllo della domanda di
mobilità di cui al successivo paragrafo 3.2, in genere comporta:
- il riordino delle strade, piazze e larghi appartenenti alla
viabilità locale, finalizzato alla possibilità di recupero di nuovi
spazi di sosta (strade-parcheggio ed aree-parcheggio), fatte sempre
salve le esigenze dei pedoni e la vocazione ambientale dei luoghi,
tenuto conto dei relativi valori storici artistici ed architettonici;
- l'utilizzo - eventualmente provvisorio - delle aree pubbliche, ma
anche private, in attesa di definitiva destinazione urbanistica, in
termini di realizzazione e di gestione di aree di parcheggio -
eventualmente multipiano - ad uso pubblico (parcheggi di tipo
sostitutivo della sosta su strada), con possibile attrezzatura di
alberature ed anche con riferimento ad interventi finanziati
dall'iniziativa privata;
- la realizzazione di parcheggi ad uso privato (parcheggi
pertinenziali, sempre ad uso sostitutivo della sosta su strada), su
suolo privato o anche pubblico, con particolari facilitazioni da
prevedere per i privati interessati alla loro costruzione;
- il potenziamento e la riorganizzazione del corpo di vigilanza
urbana, in forma diretta ed indiretta, intesa quest'ultima come
potenziamento dei servizi atti ad ottenere - in particolare - un
idoneo ed efficace controllo delle modalità di sosta.
In particolare, rispetto a quanto dianzi affermato, si osservi il
significato di "sanatoria", per l'attuale situazione di congestione
della sosta, che vengono ad assumere le strade-parcheggio e le aree-
parcheggio, come aree sostitutive della vigente sosta indiscriminata
su strada, mentre ai parcheggi pertinenziali ("stanziali" per i
residenti e gli addetti e "di relazione" per l'utenza occasionale ed
i visitatori) ed ai parcheggi di scambio (di cui si dirà
successivamente) viene assegnato la particolare funzione di
mantenimento nel tempo delle condizioni sia di recupero della
fluidità sulla viabilità principale, sia di recupero ambientale
dell'area urbana, ottenute attraverso la realizzazione degli
interventi previsti dal PUT.
Ancorchè sgomberata dalla sosta, la viabilità principale necessità
poi - per l'efficiente svolgimento delle funzioni ad essa richieste -
di tutto quell'insieme di interventi che vanno sotto la denominazione
di adeguamento della capacità delle intersezioni ai flussi veicolari
in transito, tenuto conto che esse rappresentano - in genere - i
punti nevralgici del sistema della rete stradale.
Questo settore di intervento, che coinvolge limitazioni alle manovre
di svolta a sinistra, istituzione di sensi unici di marcia, adeguate
canalizzazioni ed, eventualmente, ridisegno delle caratteristiche
geometriche con riduzione del numero dei rami di intersezione, può
oggi avvalersi dei più moderni sistemi tecnologici di controllo del
traffico (a partire dagli impianti semaforici attuati dai flussi
veicolari e/o pedonali), di vasta utilità, semprechè risulti
corretto il dimensionamento della rete principale (come quantità,
estesa e distribuzione delle corsie di marcia messe a disposizione
per le diverse correnti veicolari) e delle politiche intermodali e
tariffarie eventualmente adottate (di seguito esaminate).
3.2 - INTERVENTI SULLA DOMANDA DI MOBILITÀ
3.2.1 - Tipi di componenti del traffico
Le quattro componenti fondamentali del traffico, qui di seguito
esposte secondo l'ordine assunto nella loro scala dei valori
all'interno del Piano, sono:
1 - circolazione dei pedoni;
2 - movimento di veicoli per il trasporto collettivo con fermate di
linea (autobus, filobus e tram), urbani ed extraurbani;
3 - movimento di veicoli motorizzati senza fermate di linea
(autovetture, autoveicoli commerciali, ciclomotori, motoveicoli,
autobus turistici e taxi);
4 - sosta di veicoli motorizzati, in particolare relativamente alle
autovetture private.
Nell'individuazione delle suddette componenti, ai fini
dell'organizzazione del traffico, si è ritenuta prioritaria la
caratterizzazione dei veicoli in "di linea" o "non di linea"
piuttosto che in "pubblici" e "privati".
L'adozione dell'anzidetta scala dei valori delle componenti
fondamentali del traffico rappresenta una precisa strategia del Pi-
ano, dalla quale in generale consegue che, in caso di congestione di
una strada dovuta alla presenza contemporanea delle quattro
componenti anzidette, il problema viene risolto " allontanando" -
dapprima - la sosta dei veicoli privati individuali e -
successivamente, qualora non si fosse raggiunto il grado di riordino
desiderato, - le altre componenti di traffico, nell'ordine inverso a
quello precedentemente indicato. Naturalmente nel quadro anche di
quanto esposto al paragrafo seguente, al fine di soddisfare - in ogni
caso - le esigenze di mobilità della popolazione, al termine
"allontanando" viene assegnato il significato progettuale di
"fornendo l'alternativa comportamentale immediatamente più
opportuna", di carattere spaziale e/o modale e/o temporale.
La precedente elencazione delle componenti fondamentali non esclude,
ove occorra, la considerazione di altre componenti del traffico, def-
inite in tale contesto componenti secondarie (quali la circolazione
di velocipedi), nonchè il trattamento differenziato di singole
categorie di veicoli all'interno delle anzidette principali
componenti di traffico (movimento di autovetture separato dal
movimento di veicoli commerciali pesanti, oppure sosta di autovetture
e sosta di mezzi collettivi).
I piani ed i progetti parziali, ossia riferiti solo ad una o ad
alcune delle componenti fondamentali del traffico elencate ed
ancorchè estesi all'intera area urbana, non possono assumere la
denominazione generale di PUT, ma solo denominazioni specifiche (pi-
ano degli itinerari pedonali, piano delle corsie riservate ai mezzi
pubblici, piano dei parcheggi, piano delle piste ciclabili), in
quanto affrontano solo uno od alcuni aspetti dell'intera
problematica. In quanto tale PUT richiede, dunque, la contemporanea
considerazione sistematica almeno delle quattro componenti
fondamentali del traffico sopra elencate e delle loro mutue
interrelazioni (cfr. pgf. 4.4).
3.2.2 - Alternative spaziali, modali e temporali
Laddove non esista il trasporto pubblico collettivo, oppure risultino
assenti concrete possibilità di immediato miglioramento del suo
servizio, gli interventi sull'offerta precedentemente descritti
finalizzano gli obiettivi del Piano attraverso - sostanzialmente - la
strategia di fornire alternative spaziali alla mobilità veicolare
urbana, consistenti nell'individuazione di itinerari alternativi per
i flussi veicolari e di spazi di sosta alternativi a quelli in uso
sulla viabilità principale.
L'attuale grado di saturazione fisica degli spazi disponibili per i
movimenti e la sosta veicolare rende - però - molto spesso
insufficiente l'adozione della sola strategia ora indicata,
specialmente per le aree urbane maggiormente congestionate. In tali
situazioni risulta quindi necessario intervenire orientando - come
detto - la domanda di mobilità verso modi di trasporto che
richiedono minori disponibilità di spazi stradali per il
soddisfacimento della domanda medesima (domanda espressa, non più in
veicoli x km, bensì in persone x km). Questa tipologia di interventi
rientra nella cosiddetta politica delle alternative modali, che trova
attuazione fondamentalmente nella migliore organizzazione possibile
del trasporto collettivo, sia a carattere pubblico che privato
(autobus aziendali).
Nel caso di centri abitati di modeste dimensioni, laddove non esiste
e non è fattibile un sistema di trasporto pubblico collettivo,
risulta egualmente valido il criterio di fornire alternative modali
all'uso di autoveicoli per il trasporto individuale privato, che
trova la sua applicazione specifica attraverso adeguate facilitazioni
per le modalità di trasporto pedonali (con eventuali loro ausili
meccanici) e ciclistiche (specialmente per le aree urbane in
pianura), naturalmente con un raggio di azione più limitato di
quello del trasporto pubblico, ma - comunque - rese convenienti dalla
minore estensione dei centri medesimi. Quest'ultime modalità di
trasporto alternative (pedonale e ciclabile) sono utilizzabili anche
nei centri abitati di maggiore estensione, per formare quel complesso
di interventi che - insieme all'alternativa modale costituita dal
trasporto pubblico collettivo - garantiscono il carattere di
intermodalità del PUT.
Oltre che delle alternative spaziali e modali, il Piano può
avvalersi di interventi relativi alle strategie proprie delle alter-
native temporali, le quali fanno riferimento al soddisfacimento della
domanda di mobilità - per quanto utile e conveniente - in orari
ricadenti nei cosiddetti periodi di morbida del traffico, durante i
quali si registrano minori intensità dei flussi veicolari in
movimento.
Questi interventi, che coinvolgono anche altri settori - oltre quello
del traffico - e che pertanto vanno con essi coordinati, riguardano
in genere lo sfalsamento degli orari di inizio e termine delle
attività lavorative e scolastiche, la migliore distribuzione degli
orari delle attività commerciali e degli uffici aperti al pubblico e
simili.
3.2.3 - Principali interventi intermodali
La politica delle alternative modali viene in generale resa
efficiente attraverso l'applicazione contestuale - da un lato - di
forme di incentivazione dell'uso dei cosiddetti modi alternativi e -
dall'altro lato - di forme di disincentivazione dell'uso degli
autoveicoli per il trasporto individuale privato, con il vincolo -
non sopprimibile - che la capacità di trasporto alternativa fornita
risulti in grado di assorbire - ad un livello di esercizio
accettabile - le quote di domanda ad essa trasferite dal sistema
individuale privato.
In quest'ambito di interventi rientrano misure molto varie, di
carattere tecnico, normativo e tariffario; ad esempio sono
ipotizzabili forme di facilitazione per l'utilizzazione dei taxi e
delle autovetture ad uso collettivo (car pool), in contrapposizione
all'adozione di restrizione alla circolazione delle autovetture ad
uso individuale.
Tra essi risultano peculiarmente significativi due tipi di
intervento:
- la realizzazione di aree di sosta dove lasciare la propria
autovettura e proseguire lo spostamento con un altro modo di
trasporto (parcheggi di scambio, intesi in questo contesto come forma
di disincentivazione all'uso di autovetture per il trasporto
individuale privato);
- l'introduzione di particolari sistemi di tariffazione della
circolazione dell'autovetture in determinate zone urbane (intesi in
questo contesto come forme di disincentivazione all'uso delle
autovetture con il solo conducente).
I parcheggio di scambio, specie nelle aree urbane di maggiori
dimensioni, incoraggiano infatti la intermodalità dei movimenti
sulle direttrici centro-periferia, prevedendo adeguati spazi di
sosta, preferibilmente custodita, in prossimità delle principali
interconnessioni tra la rete viaria di adduzione all'area urbana ed i
terminali periferici delle linee di trasporto pubblico collettivo.
Gli spazi di sosta andranno attrezzati, in relazione alle dimensioni
dell'area, con elementi di arredo urbano e con servizi complementari
di ristoro, di informazione all'utente e di interesse culturale.
Detti parcheggi risultano analogamente utili anche nelle aree urbane
di minori dimensioni laddove non esiste il servizio di trasporto
pubblico, con riferimento alla possibilità di proseguire lo
spostamento a piedi con un percorso pedonale di accettabile
lunghezza.
D'altro verso, la tariffazione della sosta su strada in determinati
ambienti urbani e/o, eventualmente, dell'accesso veicolare
individuale a tali ambienti, conduce ad una riduzione della domanda
di mobilità motorizzata individuale, sia in quanto rende
maggiormente competitivo - dal punto di vista economico - l'uso degli
anzidetti sistemi di trasporto alternativi, rispetto a quello
individuale autoveicolare, sia in quanto induce all'uso collettivo
(per accompagnamento, per accordi tra colleghi di lavoro o di studio,
ecc.) dello stesso sistema di trasporto autoveicolare.
Inoltre la tariffazione della sosta su strada, oltre che incentivare
la rotazione dei veicoli su uno stesso posto di sosta, contribuisce
al finanziamento degli interventi necessari alla gestione di tutto il
traffico stradale (articolo 7, comma 7 del nuovo Cds).
4 - ARTICOLAZIONE E CONTENUTI PROGETTUALI
I contenuti di seguito esposti - salvo specifiche menzioni - sono di
generale applicazione, in quanto affrontano argomenti comunque
presenti nell'elaborazione di un PUT, con riferimento anche ai centri
abitati di più modeste dimensioni.
In funzione del grado di affinamento delle proposte di intervento, in
forma più o meno dettegliata, i contenuti in questione vengono
distinti su tre livelli di progettazione del PUT, rappresentativi
anche del suo specifico iter di approvazione da parte degli organi
istituzionali competenti.
4.1 - PIANO GENERALE
Il 1 livello di progettazione è quello del Piano generale del
traffico urbano (PGTU), inteso quale progetto preliminare o piano
quadro del PUT, relativo all'intero centro abitato (cfr. successivo
pgf. 5.2) ed indicante sia la politica intermodale adottata, sia la
qualificazione funzionale dei singoli elementi della viabilità
principale e degli eventuali elementi della viabilità locale
destinati esclusivamente ai pedoni (classifica funzionale della
viabilita'), nonchè il rispettivo regolamento viario, anche delle
occupazioni di suolo pubblico (standard geometrici e tipo di
controllo per i diversi tipi di strade - cfr. allegato - pgf. 1.2),
sia il dimensionamento preliminare degli interventi previsti in
eventuale proposizione alternativa, sia il loro programma generale di
esecuzione (priorità di intervento per l'esecuzione del PGTU).
Detto dimensionamento deve rispondere al soddisfacimento complessivo
della domanda di mobilità e deve risolvere il coordinamento delle
esigenze almeno delle quattro componenti fondamentali del traffico,
di cui si è detto al paragrafo 3.2.1.
Esso pertanto riguarda, in particolare, la proposizione contestuale:
- del piano di miglioramento della mobilità pedonale, con
definizione delle piazze, strade, itinerari od aree pedonali - AP- e
delle zone a traffico limitato - ZTL - o, comunque, a traffico
pedonalmente privilegiato;
- del piano di miglioramento della mobilità dei mezzi collettivi
pubblici (fluidificazione dei percorsi, specialmente delle linee
portanti) con definizione delle eventuali corsie e/o carreggiate
stradali ad essi riservate, e dei principali nodi di interscambio,
nonche dei rispettivi parcheggi di scambio con il trasporto privato e
dell'eventuale piano di riorganizzazione delle linee esistenti e
delle loro frequenze (PUT inteso come Piano della mobilita');
- del piano di riorganizzazione dei movimenti dei veicoli motorizzati
privati, con definizione sia dello schema generale di circolazione
veicolare (per la viabilità principale), sia della viabilità
tangenziale per il traffico di attraversamento del centro abitato,
sia delle modalità di assegnazione delle precedenze tra i diversi
tipi di strade;
- del piano di riorganizzazione della sosta delle autovetture, con
definizione sia delle strade parcheggio, sia delle aree di sosta a
raso fuori delle sedi stradali ed, eventualmente, delle possibili
aree per i parcheggi multipiano, sostitutivi della sosta vietata su
strada, sia del sistema di tariffazione e/o di limitazione temporale
di quota parte della sosta rimanente su strada.
Per i centri abitati di più modeste dimensioni, privi di servizio di
trasporto pubblico urbano, il piano di miglioramento della mobilità
dei mezzi pubblici collettivi riguarda le linee extraurbane
traversanti o attestantisi nei centri medesimi.
Gli elaborati progettuali del PGTU, relativi agli argomenti
anzidetti, devono essere redatti in scala da 1:25.000 fino ad 1:5.000
(od eccezionalmente valori inferiori), in funzione delle dimensioni
del centro abitato, e devono essere accompagnati da una relazione
tecnica comprendente anche le analisi di rispondenza delle soluzioni
proposte alla domanda di mobilità, con descrizione dei dati e dei
metodi di calcolo utilizzati (simulazioni del traffico, con diverso
grado di approfondimento delle valutazioni in rapporto alla
complessità dell'area in esame). Tali analisi riguardano, in
particolare, il dimensionamento e la configurazione della rete viaria
principale, il bilancio della sosta veicolare (tra posti-auto
eliminati e quelli recuperati, in rapporto alla politica intermodale
adottata) ed, eventualmente (Piano della mobilita'), la
riorganizzazione delle linee del trasporto pubblico collettivo.
Qualora tra gli interventi del PGTU siano eccezionalmente previste
opere di rilevante onere economico (parcheggi multipiano, nuove linee
di trasporto pubblico collettivo, soluzioni di intersezioni a livelli
sfalsati, nuovi tronchi di viabilità tangenziale, sistemi di
controllo centralizzato del traffico, nuovi sistemi tecnologici di
informazione per l'utenza), la relazione anzidetta deve essere
integrata con le specifiche analisi di convenienza economica
(benefici/costi) e di fattibilità finanziaria delle opere medesime.
I parcheggi multipiano, ove non previsti nei PUP (Piani urbani dei
parcheggi), le intersezioni a livelli sfalsati ed i nuovi tronchi di
viabilità tangenziale, ove non previsti dagli strumenti urbanistici
vigenti, devono essere opportunamente segnalati, per il tramite degli
uffici comunali competenti, all'amministrazione per le necessarie
modifiche di detti strumenti, secondo la vigente legislazione e
normativa urbanistica, e, per le ipotesi viarie di interesse statale,
secondo l'articolo 81 del D.P.R. 616/1977.
Al contrario, qualora gli interventi infrastrutturali siano già
previsti dagli strumenti urbanistici e le specifiche analisi di
convenienza economica e di fattibilità finanziaria delle opere
abbiano dato esito positivo, questi devono essere considerati
prioritari prevedendo comunque la realizzazione dei necessari
interventi atti alla limitazione ed all'abbattimento dei fenomeni di
inquinamento atmosferico ed acustico.
Qualora per la zona comprendente il centro abitato in esame sia stato
predisposto il Piano di intervento operativo (PIO) per la gestione
degli stati di attenzione e di allarme, come previsto dall'articolo 9
del D.M. 20.5.91 "Criteri per la raccolta dei dati inerenti la
qualità dell'aria", uno specifico paragrafo della relazione tecnica
(integrato con gli specifici elaborati grafici e di calcolo
necessari) viene destinato al pacchetto degli interventi considerati
dal Piano per prevenire l'inquinamento atmosferico e di quelli
necessari quando il livello di attenzione o di allarme impone
l'adozione di misure di emergenza; tali interventi devono essere
integrati nella strategia adottata per il PUT. Per le aree
metropolitane ed i comuni con più di 150.000 abitanti la suddetta
relazione tecnica deve essere integrata con una valutazione,
eventualmente anche mediante l'ausilio di modelli, degli effetti
sull'inquinamento ambientale delle ipotesi progettuali formulate dal
PUT che tenga conto dei Piani di intervento operativo e di
risanamento acustico. Indicazioni relative alle tipologie ed all'uso
dei modelli di cui sopra verranno fornite con successivi quaderni
tecnici.
4.2 - PIANI PARTICOLAREGGIATI
Il 2 livello di progettazione è quello dei piani particolareggiati
del traffico urbano, intesi quali progetti di massima per
l'attuazione del PGTU, relativi ad ambiti territoriali più ristretti
di quelli dell'intero centro abitato, quali - a seconda delle
dimensioni del centro medesimo - le circoscrizioni, i settori urbani,
i quartieri o le singole zone urbane (anche come fascia di influenza
dei singoli itinerari di viabilità principale), e da elaborare
secondo l'ordine previsto nell'anzidetto programma generale di
esecuzione del PGTU.
Detto programma deve prevedere singoli insiemi di interventi
attuabili - in particolare - sotto forma di specifici "lotti
funzionali", nel senso che con la loro attuazione non devono
riscontrarsi peggioramenti per la situazione del traffico nelle aree
circostanti a quella di intervento.
I Piani particolareggiati in questione indicano il dimensionamento di
massima degli interventi previsti per tutta la viabilità, principale
e locale, all'interno rispettivo ambito territoriale di studio con i
rispettivi schemi di circolazione. Essi, in particolare, riguardano:
- i progetti per le strutture pedonali, con eventuali marciapiedi,
passaggi ed attraversamenti pedonali e relative protezioni, e per la
salvaguardia della fluidità veicolare attorno alle eventuali AP, ZTL
e zone particolarmente sensibili all'inquinamento atmosferico
individuate dal PIO (organizzazione dei cosiddetti itinerari di
arroccamento);
- il tipo di organizzazione delle fermate, dei capilinea e dei punti
di interscambio dei mezzi pubblici collettivi e delle rispettive
eventuali corsie e/o sedi riservate e l'eventuale progetto di massima
per i parcheggi di scambio con il trasporto privato, nonchè
l'eventuale piano di dettaglio per la riorganizzazione delle linee
esistenti e delle loro frequenze (PUT inteso come Piano della
mobilita');
- gli schemi dettagliati di circolazione per i diversi itinerari
della viabilità principale e per la viabilità di servizio, il tipo
di organizzazione delle intersezioni stradali della viabilità
principale (con relativo schema di fasatura e di coordinamento degli
impianti semaforici od, eventualmente, schema di svincolo delle
correnti veicolari e pedonali a livelli sfalsati) ed il piano
generale della segnaletica verticale, specialmente di indicazione e
precedenza;
- il tipo di organizzazione della sosta per gli eventuali spazi
laterali della viabilità principale, per le strade - parcheggio, per
le aree di sosta esterne alle sedi stradali e per gli eventuali
parcheggi multipiano sostitutivi della sosta vietata su strada,
nonchè l'eventuale organizzazione della tariffazione e/o limitazione
della sosta di superficie (strade ed aree).
Gli elaborati progettuali di questo 2 livello di progettazione devono
essere redatti in scala da 1:5.000 fino ad 1:1.000 (o eccezionalmente
più dettagliata), in funzione delle dimensioni dell'ambito
territoriale in studio (circoscrizione, settore urbano, quartiere,
zona o fascia urbana), e devono essere accompagnati da una relazione
tecnica comprendente, oltre al proporzionamento degli interventi
proposti in rapporto ai livelli di traffico previsti, con
l'indicazione dei dati, delle analisi e dei metodi di calcolo
utilizzati, anche una stima sommaria dei relativi costi di
intervento, nonchè gli approfondimenti necessari sia delle analisi
di convenienza economica e di fattibilità finanziaria per le
eventuali opere di rilevante impegno economico, sia degli eventuali
pacchetti di interventi da adottare in condizioni di emergenza
ambientale, di cui si è detto nel 1 livello di progettazione.
4.3 - PIANI ESECUTIVI
Il 3 livello di progettazione è quello dei Piani esecutivi del
traffico urbano, intesi quali progetti esecutivi dei piani
particolareggiati del traffico urbano. La progettazione esecutiva
riguarda, di volta in volta, l'intero complesso degli interventi di
un singolo Piano particolareggiato, ovvero singoli lotti funzionali
della viabilità principale e/o dell'intera rete viaria di specifiche
zone urbane (comprendenti una o più maglie di viabilità principale,
con relativa viabilità interna a carattere locale), facenti parte di
uno stesso Piano particolareggiato.
Detti Piani esecutivi definiscono completamente gli interventi
proposti nei rispettivi Piani particolareggiati, quali - ad esempio -
le sistemazioni delle sedi viarie, la canalizzazione delle
intersezioni, gli interventi di protezione delle corsie e delle sedi
riservate e le indicazioni finali della segnaletica stradale
(orizzontale, verticale e luminosa), e li integrano - in particolare
- per quanto attiene le modalità di gestione del PUT (in termini di
verifiche ed aggiornamenti necessari).
Tra queste ultime modalità assumono particolare importanza i due
essenziali Piani di settore relativi al "potenziamento e/o
ristrutturazione del servizio di vigilanza urbana" ed alle
indispensabili "campagne di informazione e di sicurezza stradale".
Gli elaborati progettuali di questo 3 livello di progettazione devono
essere redatti in scala da 1:500 fino ad 1:200 o valori inferiori, in
funzione delle necessità di descrezione esecutiva degli interventi
proposti, e devono essere accompagnati da una relazione tecnica
comprendente anche la valutazione dettagliata dei computi metrici
estimativi necessari per la determinazione dei costi di intervento,
nonchè la redazione del piano finanziario per la realizzazione e la
gestione degli interventi medesimi.
Per i centri urbani di più modeste dimensioni, specialmente se
interessati da fenomeni stagionali di affluenza turistica, il 2 e 3
livello di progettazione possono anche essere riuniti in un'unica
fase di progettazione (livello dei Piani di dettaglio).
4.4 - CONTENUTI FONDAMENTALI, EVENTUALI E COLLATERALI
Gli anzidetti principali contenuti progettuali del PUT sono
riepilogati nella seguente tabella, dove risultano integrati anche
con ulteriori contenuti a carattere "collaterale", relativi alla
disaggregazione delle quattro componenti fondamentali del traffico,
(ad esempio, per i veicoli merci e per i taxi), alle altre componenti
del traffico (ad esempio, per i portatori di handicap deambulanti e
per i velocipedi), oppure ad altri argomenti di studio (ad esempio,
per l'arredo urbano, per campagne di controllo delle emissioni
inquinanti e della rumorosita') che potranno essere specificatamente
indicati dall'amministrazione comunale.
I piani relativi a queste ultime componenti di traffico, studiate con
riferimento all'intero ambito urbano, assumono in genere la
denominazione di Piani di settore, che potranno essere adeguatamente
redatti solo dopo la predisposizione del PTGU ed a sua stretta
integrazione (la stessa denominazione viene coerentemente assegnata
agli interventi relativi a singoli strumenti di attuazione: si citano
così - oltre a quelli precedentemente indicati per la vigilanza
urbana e per l'informazione e la sicurezza stradale - i Piani di
settore della regolazione semaforica, dell'arredo urbano, della
segnaletica di indicazione, ecc.).
Nella tabella anzidetta, gli argomenti relativi al 2 e 3 livello di
progettazione del PUT sono accorpati in un unico livello, appunto
definito di "dettaglio".
Altresì, in detta tabella i tipi di intervento previsti vengono
distinti in "fondamentali" ed in "eventuali", con riferimento alla
loro obbligatorietà o meno di presenza nel PUT.
Più precisamente, i "contenuti fondamentali" riguardano tutti i
centri abitati, anche quelli di più modeste dimensioni, mentre i
"contenuti eventuali" - risultando dipendenti dalla situazione locale
di congestione del traffico - potranno anche non essere presenti nel
PUT, salvo - in genere - che per i centri abitati di maggiori
dimensioni (al di spora dei 100.000 abitanti).
In particolare, per i centri abitati con popolazione superiore a
1.000.000 di abitanti, considerata l'ampiezza del territorio urbano
ed i tempi di studio e di approvazione successivamente indicati, tra
i contenuti fondamentali del PGTU possono essere eccezionalmente
demandati ai successivi Piani particolareggiati quelli attinenti
all'eventuale definizione dei sensi unici di marcia sulla viabilità
principale.
| |
| PRINCIPALI CONTENUTI PROGETTUALI DEI PIANI URBANI DEL TRAFFICO |
| |
| | | | | |
| Settore di intervento | | Tipo di | | Livello di |
| | |intervento(*)| |progettazione|
| | | | | |
| | | | | |
|- migliorie generali per la | |fondamentale | | generale |
| mobilità pedonale (es. sgombero | | | | |
| dei marciapiedi) | | | | |
| | | | | |
|- definizione delle piazze, strade,| | eventuale | | generale |
| itinerari od aree pedonali - AP | | | | |
| | | | | |
|- definizione zone a traffico | | eventuale | | generale |
| limitato - ZTL - o a traffico | | | | |
| pedonale privilegiato | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- migliorie gen. per mobilità | |fondamentale | | generale |
| mezzi pubblici collettivi | | | | |
| fluidificazione percorsi) | | | | |
| | | | | |
|- individuazione delle corsie e/o | | eventuale | | generale |
| sedi riservate ai mezzi pubblici | | | | |
| | | | | |
|- individuazione dei parcheggi di | | eventuale | | generale |
| scambio tra mezzi privati e | | | | |
| pubblici | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- definizione dello schema generale| |fondamentale | | generale |
| di circolazione della viabilità | | | | |
| principale | | | | |
| | | | | |
|- individuazione viabilità | |fondamentale | | generale |
| tangenziale per traffico di | | | | |
| attraversamento urbano | | | | |
| | | | | |
|- definizione delle modalità di | |fondamentale | | generale |
| precedenza tra i diversi tipi di | | | | |
| strade | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- definizione delle strade ed aree | |fondamentale | | generale |
| esistenti da destinare a | | | | |
| parcheggio | | | | |
| | | | | |
|- spazi di sosta sostitutivi (a | | eventuale | | generale |
| raso, fuori delle sedi stradali, | | | | |
| e/o multipiano) | | | | |
| | | | | |
|- aree e tipo di tariffazione e/o | |fondamentale | | generale |
| limitazione temporale per la | | | | |
| sosta su strada | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- definizione della classifica | |fondamentale | | generale |
| funzionale delle strade e degli | | | | |
| spazi stradali | | | | |
| | | | | |
|- definizione del regolamento | |fondamentale | | generale |
| viario e delle occupazioni di | | | | |
| suolo pubblico | | | | |
| | | | | |
|- individuazione delle priorità | |fondamentale | | generale |
| di intervento per l'attuazione | | | | |
| del PGTU | | | | |
| | | | | |
|- definizione degli interventi per | | eventuale | | generale |
| l'emergenza ambientale | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- progetti per strutture pedonali | |fondamentale | | dettaglio |
| (marciapiedi, passaggi ed | | | | |
| attraversamenti) | | | | |
| | | | | |
|- progetti per l'itinerario di | | eventuale | | dettaglio |
| arroccamento alle AP ed alle ZTL | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- organizzazione delle fermate e | |fondamentale | | dettaglio |
| capilinea dei mezzi pubblici | | | | |
| collettivi | | | | |
| | | | | |
|- organizzazione delle corsie e/o | | eventuale | | dettaglio |
| sedi riservate ai mezzi pubblici | | | | |
| collettivi | | | | |
| | | | | |
|- progetti dei parcheggi di scambio| | eventuale | | dettaglio |
| tra mezzi privati e pubblici | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- schemi dettagliati di | |fondamentale | | dettaglio |
| circolazione degli itinerari | | | | |
| principali | | | | |
| | | | | |
|- schemi particolari di | |fondamentale | | dettaglio |
| circolazione della viabilità di | | | | |
| servizio e viabilità locale | | | | |
| | | | | |
|- progetti di canalizzazione delle | |fondamentale | | dettaglio |
| intersezioni della viabilità | | | | |
| principale | | | | |
| | | | | |
|- schemi di fasatura e di | |fondamentale | | dettaglio |
| coordinamento degli impianti | | | | |
| semaforici | | | | |
| | | | | |
|- progetti di svincoli stradali a | | eventuale | | dettaglio |
| livelli sfalsati per veicoli e | | | | |
| per pedoni | | | | |
| | | | | |
|- piano della segnaletica, in | |fondamentale | | dettaglio |
| particolare di indicazione e di | | | | |
| precedenza | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- organizzazione delle strade | |fondamentale | | dettaglio |
| parcheggio e delle relative | | | | |
| intersezioni | | | | |
| | | | | |
|- organizzazione delle aree di | | eventuale | | dettaglio |
| sosta a raso fuori delle sedi | | | | |
| stradali | | | | |
| | | | | |
|- progetti dei parcheggi multipiano| | eventuale | | dettaglio |
| sostitutivi | | | | |
| | | | | |
|- organizzazione della tariffazione| |fondamentale | | dettaglio |
| e/o limitazione temporale della | | | | |
| sosta | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- modalità di gestione del piano | |fondamentale | | dettaglio |
| (verifiche ed aggiornamenti) | | | | |
| | | | | |
|- progetto degli interventi per | | eventuale | | dettaglio |
| l'emergenza ambientale | | | | |
| | | | | |
| | | | | |
|- ristrutturazione della rete di | | collaterale | | gen.-dett. |
| trasporto pubblico collettivo | | | | |
| stradale | | | | |
| | | | | |
|- potenziamento e/o | | collaterale | | gen.-dett. |
| ristrutturazione del servizio di | | | | |
| vigilanza urbana | | | | |
| | | | | |
|- campagne di informazione e di | | collaterale | | gen.-dett. |
| sicurezza stradale | | | | |
| | | | | |
|- movimento e sosta dei veicoli dei| | collaterale | | gen.-dett. |
| portatori di handicap deambulanti| | | | |
| | | | | |
|- arredo urbano degli ambienti | | collaterale | | gen.-dett. |
| pedonalizzati | | | | |
| | | | | |
|- sistemi di trasporto innovativi, | | collaterale | | gen.-dett. |
| anche pedonali | | | | |
| | | | | |
|- movimento e sosta dei velocipedi | | collaterale | | gen.-dett. |
| | | | | |
|- movimento e sosta dei taxi | | collaterale | | gen.-dett. |
| | | | | |
|- movimento, sosta e relativi orari| | collaterale | | gen.-dett. |
| di servizio per i veicoli merci | | | | |
| | | | | |
|- movimento e sosta degli autobus | | collaterale | | gen.-dett. |
| turistici | | | | |
| | | | | |
|- sistemi di informazione | | collaterale | | gen.-dett. |
| all'utenza | | | | |
| | | | | |
| |
| (*) "fondamentale" = previsto obbligatoriamente nel Piano; |
| |
| "eventuale" = dipendente dalla situazione di traffico |
| |
| "collaterale" = su specifica richiesta dell'amministrazione |
| committente l'incarico di redazione del Piano |
| |
5 - MODALITÀ PROCEDURALI
5.1 - OBBLIGO DI ADOZIONE
L'obbligo di adozione del PUT (articolo 36, comma 1, del nuovo Cds),
fa riferimento alla redazione e all'approvazione del Piano generale
del traffico urbano (PGTU), secondo la sua definizione fornita al
capitolo precedente.
Detto PGTU costituisce atto di programmazione ed è soggetto ad
approvazione secondo le procedure della legge 8 giugno 1990, n. 142.
Questo stesso iter di adozione è opportuno sia utilizzato nel caso
di varianti al PGTU particolarmente importanti, che dovessero
emergere durante la redazione dei successivi Piani particolareggiati
per ambiti territoriali molto vasti.
Varianti modeste, così come gli aggiornamenti della classifica
funzionale della viabilità per il passaggio di categoria delle
strade da un tipo ad un altro tipo, nonchè tutti gli interventi
attuativi del PUT, possono essere direttamente oggetto di ordinanze
del sindaco.
5.2. - AMBITO TERRITORIALE
L'obbligo di adozione del PUT fa, inoltre, riferimento agli ambiti
territoriali identificantisi - in genere - con l'intero centro
abitato (come delimitato ai sensi dell'articolo 4 del nuovo Cds) di
ogni territorio comunale con popolazione residente superiore a 30.000
abitanti (popolazione riferita all'1.1.1993, o a data successiva nel
caso in cui detto valore non sia già stato raggiunto).
Ambiti territoriali più ristretti di quello dell'intero centro
abitato, quali le circoscrizioni, i settori urbani, i quartieri o le
singole zone urbane, non possono essere oggetto esclusivo del PGTU,
bensì di specifici progetti di dettaglio, successivi
all'approvazione del PGTU ed in accordo con esso.
Lo stesso intero ambito urbano oggetto del PUT riguarda, altresì
(articolo 36, comma 2, del nuovo Cds), quei comuni che, seppure con
popolazione residente inferiore a 30.000 abitanti, registrino - anche
solo in particolari periodi dell'anno - un'affluenza turistica e/o
pendolarismo per motivi di lavoro e di studio, tale che la
popolazione presente risulti in detti periodi eguale o superiore a
30.000 unità.
Sempre con riferimento ai comuni con popolazione residente inferiore
a 30.000 abitanti, l'obbligo di adozione del PUT riguarda, altresì
(sempre per effetto dello stesso comma 2 precitato), quei centri
abitati di particolare valore ambientale (storico, artistico ed
architettonico) o che presentino un intenso transito di mezzi
pesanti, tale che ne derivino rilevanti ed estese problematiche di
congestione della circolazione stradale.
Nel caso di territori comunali comprendenti una o più frazioni,
nettamente separate dal centro abitato del capoluogo, si procede
all'elaborazione di PUT specifici, oltre che per il centro abitato
anzidetto, anche per le singole frazioni.
In tal caso, l'obbligo di adozione del PUT s'intende esteso a tutte
le frazioni con popolazione residente, o presente anche solo in
particolari periodi dell'anno, superiore ai 30.000 abitanti.
5.3 - ATTIVITÀ DI COORDINAMENTO
Nel caso di centri abitati contigui di comuni diversi, durante la
formazione dei rispettivi Piani, si deve fare riferimento ad una
specifica attività di coordinamento, meglio se in sede progettuale
(con riferimento ad un unico Piano) e - comunque - in sede di
adozione dei Piani medesimi. A tale scopo le regioni, contestualmente
alla predisposizione dell'elenco dei comuni tenuti all'adozione del
PUT, individuano anche i comuni con aree urbane territorialmente
finitime, per i quali è richiesta una specifica attività di
coordinamento, e tra questi designano il comune capofila, al quale è
demandata la redazione del PGTU dell'intera area. Il coordinamento
tra le diverse amministrazioni comunali interessate viene perseguito
mediante lo strumento dell'accordo di programma e, pertanto, le rela-
tive conferenze di programma vengono convocate dal comune capofila,
nelle forme previste dall'articolo 27 della legge 142/1990.
Qualora il PUT interessi infrastrutture e servizi di altri enti e di
aziende extracomunali (consorzi, province, A.N.A.S., F.S., società
autostradali, aziende di trasporto collettivo, ecc.), l'attività di
coordinamento per la redazione del PGTU deve essere svolta tra i
relativi enti interessati, secondo quanto stabilito all'articolo 36,
comma 7, del nuovo Cds, attraverso - anche in questo caso - il citato
istituto della conferenza di programma tra i rappresentanti delle
amministrazioni, anche statali, coinvolte.
5.4 - ATTUAZIONE TECNICA E FINANZIARIA
Successivamente all'adozione del PGTU da parte del consiglio
comunale, il Piano medesimo va portato in attuazione attraverso la
redazione dei relativi Piani di dettaglio (Piani particolareggiati e
Piani esecutivi) e la realizzazione degli interventi ivi previsti,
secondo l'ordine stabilito nel loro programma generale di esecuzione,
precedentemente approvato.
Affinchè il PUT non perda la sua efficacia, detta fase di sua
integrale attuazione non deve comportare una durata superiore ai due
anni, compresa la completa revisione ed eventuale modifica della
segnaletica verticale ed orizzontale per l'intera area urbana
(incluse tutte le strade locali). Nel primo periodo di applicazione
delle presenti direttive, questo limite di durata potrà essere
eccezionalmente superato nei centri abitati di più rilevante
dimensione (al di sopra dei 300.000 abitanti) e con riferimento
esclusivo a quelle loro zone al momento non soggette a congestione
del traffico, per le quali l'integrale revisione e l'eventuale
modifica della segnaletica stradale potranno essere effettuate nel
terzo anno di intervento per i comuni con popolazione tra i 300.000
ed 1.000.000 di abitanti, o nel quarto anno di intervento per i
comuni al di sopra di 1.000.000 di abitanti, sempre a partire dalla
data di adozione del PGTU.
Per il rispetto dei tempi di attuazione anzidetti, diviene quindi
essenziale - da un lato - che vengano semplificate al massimo
possibile le procedure di controllo amministrativo e di approvazione
dei Piani di dettaglio e dei relativi interventi, in modo tale cioè
che la fase di attuazione del PGTU si caratterizzi prettamente come
fase di attività tecnica, e - dall'altro lato - che risultino certe
le fonti di finanziamento dei progetti e degli interventi attraverso
la predisposizione di apposito capitolo di bilancio comunale, sul
quale far confluire sia i proventi contravvenzionali (articolo 208,
commi 2 e 4, del nuovo Cds), sia quelli (eventuali) di tariffazione
della sosta (articolo 7, comma 7, del nuovo Cds) od anche
dell'accesso a determinate zone urbane (articolo 7, comma 9, del
nuovo Cds), sia quelli che eventualmente verranno messi a
disposizione delle rispettive amministrazioni regionali (previa
definizione dei meccanismi di controllo - in particolare -
sull'attivazione degli interventi).
5.5 - GESTIONE ORDINARIA
Per gestione ordinaria del PUT si intende l'attività di rispetto, di
controllo e di aggiornamento delle discipline di traffico imposte a
seguito dell'attuazione del PUT.
L'attività di rispetto delle discipline imposte, ai fini della
fluidità e della sicurezza stradale, comporta l'attuazione di quanto
previsto nei Piani di settore relativi al "potenziamento e/o
ristrutturazione del servizio di vigilanza urbana" ed alle "campagne
di informazione e sicurezza stradale", che concludono la fase
progettuale del PUT. La mancata attuazione di queste attività, con
le modalità previste nei relativi Piani di settore, determina il
fallimento certo del PUT e, pertanto, nei meccanismi di controllo
degli eventuali finanziamenti da parte delle amministrazioni
regionali vanno affrontati anche quest'ultimi argomenti.
L'attività di controllo su strada dell'efficacia degli interventi
previsti dal PUT, oltre che sul monitoraggio ambientale, di cui anche
al paragrafo successivo, si basa essenzialmente sul monitoraggio del
traffico e sulle analisi dei relativi dati "prima e dopo"
l'attuazione delle nuove discipline di circolazione stradale.
Il monitoraggio del traffico riguarda la raccolta dei dati relativi -
essenzialmente - ai cinque parametri di seguito elencati con alcune
loro finalità particolari:
- i flussi veicolari sulle intersezioni e su alcune sezioni tipo
della viabilità principale, ai fini del controllo di validità della
regolazione semaforica e dei metodi previsionali e di simulazione
adottati per la redazione del PUT;
- le velocità di percorrenza veicolare per i mezzi pubblici e
privati sui diversi itinerari della viabilità principale, ai fini
del controllo sia del mantenimento dei livelli di fluidità
recuperati con l'attuazione degli interventi del PUT, sia dei punti
critici di "caduta" delle velocità medesime;
- le presenze di sosta veicolare nelle diverse zone urbane, ai fini
del controllo della politica di ripartizione modale degli spostamenti
adottata (in correlazione ai dati dei passeggeri dei veicoli adibiti
al trasporto collettivo pubblico) e come controllo dei possibili
nuovi punti di innesco della congestione sulla viabilità principale;
- il numero dei passeggeri su tratte significative della rete urbana
di trasporto pubblico collettivo (ove esistente), ai fini dianzi
espressi;
- gli incidenti stradali che - in correlazione alla entità dei
diversi tipi di infrazioni alle regole di circolazione - determinano
i più necessari argomenti da trattare nelle campagne di sicurezza
stradale.
L'insieme di questi dati ed il loro confronto con quelli della
situazione precedente (analisi "prima-dopo") consentono, quindi, di
tenere sotto controllo la situazione dello stato di esercizio della
rete stradale, delle aree di sosta e del sistema dei trasporti
collettivi, per decidere sia le eventuali ulteriori "campagno di
informazione" sul PUT (da svolgere per l'adeguamento dei
comportamenti dell'utenza), sia gli stessi affinamenti progettuali
del PUT, sia il suo aggiornamento, almeno biennale (piano processo),
con basi informative eventualmente ampliate.
La prescrizione di aggiornamento biennale del PUT (articolo 36, comma
5, del nuovo Cds) riguarda, in particolare, l'obbligo di riepilogo
biennale dei risultati dell'anzidetto monitoraggio sul traffico,
accompagnato dalla relativa relazione tecnica per gli aggiornamenti
progettuali necessari (certamente indispensabili - almeno - per la
regolazione semaforica e per le discipline della sosta) e per
l'eventuale necessità di revisione integrale del PUT.
Da ciò deriva la fondamentale importanza di mantenere in efficienza
ed aggiornare costantemente gli archivi manuali ed informatici dei
dati raccolti per la predisposizione del PUT, nonchè l'eventuale
sistema di modelli del traffico messi a punto in tale occasione.
5.6 - GESTIONE DELL'EMERGENZA
Salvo i casi dove risultino indispensabili anche le opere
infrastrutturali proprie del Piano dei trasporti, l'attuazione degli
interventi previsti dal PUT, attraverso la fluidificazione del
traffico ed il più razionale uso dei veicoli individuali privati,
dovrebbe ricondurre i dati dell'inquinamento acustico ed atmosferico
(in condizioni meteorologiche normali) entro i rispettivi valori di
soglia, se non altro per quanto attiene il contributo proprio del
trasporto motorizzato e semprechè vengano parallelamente adottati
gli interventi necessari sui carburanti, sui veicoli e sulle
pavimentazioni ed attrezzature stradali, anche con specifico
riferimento al rispetto delle norme in vigore per la limitazione
della rumorosità e delle emissioni inquinanti dei veicoli a motore
(articolo 79, comma 2, del nuovo Cds).
Ciò non toglie che in condizioni meteorologiche particolari possano
verificarsi episodi acuti di inquinamento atmosferico ed in caso di
raggiungimento dello stato di attenzione o di allarme, come definiti
dalla D.M. 15.4.94 "Norme tecniche in materia di livelli e di stati
di attenzione e di allarme", e i suoi successivi aggiornamenti,
debbano conseguentemente essere adottati provvedimenti di emergenza
(forti restrizioni dei movimenti motorizzati individuali, almeno per
i veicoli che non ottemperino alle più recenti norme per il
contenimento delle emissioni inquinanti, tenendo altresì conto della
minore capacità inquinante dei veicoli a due ruote e dei veicoli ad
emissione zero) conformemente a quanto previsto in tale circostanza
dal PUT in armonia con il Piano di intervento operativo previsto
dall'articolo 9 del D.M. 20.5.91 "Criteri per la raccolta dei dati
inerenti la qualità dell'aria". Tali provvedimenti devono essere
ovviamente decisi con tutte le cautele possibili per i loro riflessi
su tutte le attività socioeconomiche urbane.
In questo senso, riguardo al provvedimento del blocco (ancorchè non
generalizzato) dei veicoli individuali motorizzati, mentre da un lato
risulta suggeribile la contestuale adozione del cosiddetto sistema
del "car-pool", dall'altro lato è da sconsigliare il ricorso
prolungato all'uso del cosiddetto sistema "a targhe alterne", in
quanto nel lungo termine conduce ad effetti completamente opposti al
contenimento dell'uso dei veicoli individuali a motore in ambito
urbano.
Ai fini delle situazioni di emergenza, diviene, quindi,
indispensabile attuare con il massimo anticipo possibile gli
interventi del PUT relativi alla fluidificazione degli itinerari più
esterni del sistema viario tangenziale urbano, che possono anche
interessare parzialmente la viabilità del centro abitato (in zone
non congestionate e non densamente abitate), su cui deviare il
traffico di attraversamento ed al cui interno potranno essere
adottati i provvedimenti di parziale blocco dei veicoli individuali
motorizzati e di contestuale aumento eccezionale della capacità
della rete di trasporto collettivo, anche con ricorso al relativo
sistema privato (istituzione temporanea di corse addizionali ed
eventuali linee integrative).
La definizione del sistema viario tangenziale a cui di volta in volta
far riferimento per i provvedimenti anzidetti, in funzione dei
livelli di inquinamento atmosferico misurati e previsti, anche in
rapporto all'evoluzione del quadro meteorologico, dipenderà anche
dalla preliminare individuazione delle aree del territorio urbano
particolarmente vulnerabili dal punto di vista dell'esposizione ad
inquinanti atmosferici, fornita dall'autorità competente -
nell'ambito dei rispettivi Piani di intervento operativo -, sulla
base dei dati del monitoraggio ambientale coordinato dalla stessa
autorità.
5.7 - INCOMBENZE REGIONALI
Le regioni, qualora non abbiano già provveduto, entro due mesi
dall'emanazione delle presenti direttive devono predisporre l'elenco
dei rispettivi comuni interessati al PUT (eventualmente raggruppati,
nel caso di necessaria attività di coordinamento - cfr. pgf. 5.3) e
trasmetterne copia alla Direzione generale della viabilità e
mobilità urbana ed extraurbana affinchè, a cura del Ministero dei
lavori pubblici, detto elenco venga pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale della Repubblica Italiana (articolo 36, comma 2, del nuovo
Cds).
È inoltre necessario che la prescrizione anzidetta venga
eventualmente integrata (anche attraverso successivo atto
deliberativo - da emanarsi da parte della regione entro due mesi dal
precedente -) con le disposizioni relative al possibile contributo di
distinti finanziamenti regionali degli studi per la redazione dei PUT
e degli interventi ivi previsti, nonchè alle procedure di controllo
per l'assegnazione di detto contributo secondo i relativi stadi di
avanzamento dei lavori.
Il contributo in questione va comunque erogato nella misura
compatibile con le risorse finanziarie disponibili e tenuto conto
della gravità e rilevanza sociale dei problemi della mobilità per i
singoli comuni. In ogni caso la parte dei finanziamenti relativa agli
interventi di riorganizzazione o miglioramento della circolazione
stradale potrà essere erogato unicamente a quei comuni che abbiano
già adottato il PUT.
È altresì necessario che le delibere in questione vengano
biennalmente aggiornate da parte delle singole regioni, sia per
quanto attiene eventuali possibili ampliamenti del finanziamento
degli interventi, sia in merito all'elencazione di ulteriori comuni i
cui caratteri insediativi e di traffico siano nel frattempo variati
in modo tale da farli rientrare nell'obbligo di adozione del PUT
(cfr. pgf. 5.2). In particolare, non è previsto l'istituto opposto,
per il quale - cioè - la variazione di detti caratteri, con loro
valori in diminuzione, possa comportare la cancellazione di un comune
da un elenco precedente.
Le regioni infine, contestualmente all'assegnazione dell'ultima quota
di finanziamento degli interventi, danno comunicazione alla Direzione
anzidetta dell'ammontare complessivo assegnato ad ogni comune,
distintamente per la redazione dei progetti e per la realizzazione
degli interventi ivi previsti, in modo tale che la Direzione medesima
possa annualmente riferire al Ministro dei lavori pubblici lo stato
di attuazione della legge.
5.8 - INCOMBENZE COMUNALI
I comuni interessati all'attuazione del PUT, secondo quanto
precedentemente anticipato e tenuto conto dei tempi di redazione dei
relativi elaborati progettuali di dettaglio per l'intera rete
stradale urbana, specialmente in connessione al particolare impegno
conseguente alla prima applicazione delle presenti direttive, hanno
in generale l'obbligo di:
- adottare entro un anno il Piano generale del traffico urbano, a
partire dall'emanazione delle presenti direttive (fatto salvo
l'espletamento delle incombenze regionali per la predisposizione dei
relativi elenchi di comuni coinvolti);
- portarlo completamente in attuazione nei due anni successivi,
attraverso la redazione dei relativi Piani particolareggiati e Piani
esecutivi (fatte salve le deroghe previste per i comuni con
popolazione superiore ai 300.000 abitanti, di cui al pgf. 5.4);
- provvedere all'aggiornamento del PUT per ciascuno dei bienni
successivi, con un anno di tempo per l'adozione delle sue varianti e
l'anno susseguente per l'attuazione dei relativi interventi.
A tale scopo i comuni interessati dovranno anzitutto assegnare
l'incarico di redazione del PGTU a tecnici specializzati appartenenti
al proprio personale o/e ad esperti specializzati esterni, inclusi
nell'albo degli esperti in materia di Piani del traffico in corso di
predisposizione presso il Ministero dei lavori pubblici (articolo 36,
commi 8 e 9, del nuovo Cds). Nelle more di tali possibilità,
l'incarico in questione deve essere comunque affidato a tecnici di
comprovata esperienza nel settore della pianificazione del traffico.
Ove necessario, l'incarico di redazione del Piano viene affidato
tramite "sistema concorsuale per titoli", con particolare riferimento
all'esperienza di pianificazione del settore. Con riferimento anche
agli stadi di progettazione successivi al PGTU, nel relativo bando
dovranno essere indicati il livello di Piano da progettare, il suo
ambito territoriale d'intervento, gli eventuali contenuti
"collaterali" da includere nel Piano (di cui alla tabella conclusiva
del cap. 4) e la disponibilità economica complessiva (anche per
l'esecuzione delle indagini e rilievi necessari); conseguentemente,
la scelta dell'incaricato dovrà basarsi, oltre che sui titoli
anzidetti, sulla proposta d'uso dei fondi messi a disposizione
(tipologia e finalizzazione delle indagini, impostazione
metodologica, argomenti di studio e di progettazione, loro specifica
rispondenza alle presenti direttive ed eventuale possibilità di
trasferimento all'Ufficio traffico delle banche-dati informatiche
elaborate durante l'incarico).
Nella stessa delibera di incarico per il PGTU dovranno anche essere
indicati - in particolare - gli organi politici (sindaco, o assessore
al traffico, o commissione consigliare, ecc.) e tecnici (ingegnere
dirigente dell'Ufficio traffico o commissione tecnica, composta dal-
predetto ingegnere e dai dirigenti degli altri uffici coinvolti nella
problematica della mobilità, ecc.) di riferimento per la redazione
del PGTU e per la sua approvazione.
Redatto il PGTU, esso viene adottato dalla giunta comunale, e viene -
poi - depositato per trenta giorni in visione del pubblico, con
relativa contestuale comunicazione di possibile presentazione di
osservazioni (nel medesimo termine), anche da parte di singoli
cittadini. Successivamente, il consiglio comunale delibera sulle
proposte di Piano e sulle eventuali osservazioni presentate (con
possibilità di rinviare il PGTU in sede tecnica per le modifiche
necessarie) e procede, infine, alla sua adozione definitiva.
Per i Piani di dettaglio (Piani particolareggiati e Piani esecutivi),
ferme restando le procedure precedentemente indicate per quanto
attiene l'incarico di redazione (salvo che per gli interventi
dell'arredo urbano di aree pedonali, il cui progetto preliminare
potrà anche essere oggetto di specifico "concorso di idee"), devono
adottarsi procedure semplificate relativamente alle loro fasi di
controllo e di approvazione, in modo da rispettare la loro
qualificazione prettamente tecnica. In particolare, per detti Piani
di dettaglio non è prevista la fase di approvazione da parte del
consiglio comunale, ma diviene - invece - ancor più essenziale la
fase di presentazione pubblica attraverso le "campagne informative",
propedeutiche all'entrata in esercizio degli interventi di Piano. Per
l'aggiornamento del PUT si seguono procedure analoghe a quelle
anzidette, sia nelle fasi di assegnazione degli incarichi di
progettazione, sia in quelle di eventuale adozione del nuovo PGTU e
di attuazione dei nuovi interventi previsti.
I PUT che alla data della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
delle presenti direttive sono stati già adottati, o per i quali è
in corso l'iter procedurale di approvazione, o anche sono in avanzata
fase di redazione, possono essere portati direttamente in attuazione
o completare il proprio iter procedurale di approvazione, se redatti
secondo i criteri indicati dalla circolare 2575 dell'8 agosto 1986
vigente prima dell'emanazione delle presenti direttive.
All'atto del primo aggiornamento i comuni procedono ad un completo
adeguamento del PGTU alle presenti direttive. Analogamente dovrà
procedersi per la redazione dei Piani di successivo livello.
Per i comuni inadempienti all'obbligo di redazione, adozione ed
attuazione del PUT, il Ministero dei lavori pubblici, dopo la
segnalazione di provvedere entro un termine assegnato, oltre che
avvalersi dell'esecuzione d'ufficio del Piano e dei suoi interventi
(articolo 36, comma 10, del nuovo Cds), può anche avvalersi
dell'istituto del "commissariamento ad acta".
6 - UFFICIO TECNICO DEL TRAFFICO
Considerate anche le nuove incombenze assegnate ai comuni in materia
di circolazione stradale dal nuovo Cds, è necessario che quelle
amministrazioni comunali - le quali risultano vincolate dal Cds
medesimo all'adozione del PUT (cfr. cap. 5) - costituiscano uno
specifico Ufficio tecnico del traffico (peraltro già raccomandato
con circolare del Ministro dei lavori pubblici, n. 50067 del
20.9.1961 e di seguito indicato con la denominazione abbreviata di
Ufficio traffico), ovvero adeguino alle nuove funzioni - appresso in-
dicate - l'eventuale rispettivo ufficio (sezione, servizio o
ripartizione) già esistente.
L'Ufficio traffico deve essere dotato di sufficiente autonomia
decisionale ed operativa per poter operare con tempestività,
autorità ed efficacia, eliminando eventuali ostacoli od interferenze
da parte di altri settori della stessa amministrazione comunale ed,
eventualmente, integrando l'Ufficio stesso con competenze di altri
settori, quali - in particolare - quelle dell'ufficio vigilanza
urbana e dell'ufficio viabilità dei lavori pubblici.
Sarà, comunque, necessario che l'Ufficio traffico e gli uffici
comunali già richiamati, nonchè quelli per il Piano regolatore, per
l'urbanistica, per i lavori pubblici, per i beni storici, artistici e
monumentali, per l'ambiente, per il verde e giardini, per la
pubblicità stradale, per l'illuminazione e per i servizi
tecnologici, trovino forme di "coordinamento" delle loro attività,
ove queste competenze fossero attribuite ad assessorati diversi.
L'amministrazione comunale potrà, in tal caso, indire "conferenze
dei servizi" cui partecipino i responsabili di detti uffici.
Si tratta quindi, in molti casi, di accorpare in un'unica struttura
compiti e responsabilità della circolazione stradale oggi dispersi
in più uffici e, comunque, di potenziare e coordinare energie e
competenze esistenti, anche in rapporto alle esigenze imposte
dall'applicazione delle più moderne logiche e tecnologie di
regolazione e controllo del traffico.
Le funzioni precipue dell'Ufficio traffico attengono al perseguimento
integrale degli obiettivi precedentemente esposti in merito al PUT
(cfr. cap. 2), con strumenti di intervento - però - che coinvolgono
anche il controllo della scelta e dell'efficiente realizzazione delle
nuove infrastrutture previste dal Piano dei trasporti o dagli
strumenti urbanistici vigenti.
Per il perseguimento di tali obiettivi devono essere svolte una serie
di attività che sono dettagliatamente indicate al capitolo 5
dell'allegato.
Roma, 12 aprile 1995
IL MINISTRO DEI LAVORI PUBBLICI
E DELL'AMBIENTE
BARATTA
p. Il Presidente del Consiglio
dei Ministri
Il Sottosegretario di Stato
delegato in materia di aree urbane
SCALZINI
Registrato alla Corte dei Conti il 18 maggio 1995
Registro n. 1 Lavori pubblici, foglio n. 233
ALLEGATO
1 - CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE
I criteri di seguito esposti sono di generale applicazione, in quanto
affrontano argomenti comunque presenti nella elaborazione del PUT,
anche con riferimento alle aree urbane di più modeste dimensioni,
salvo specifica diversa menzione.
Il loro ordine di esposizione riguarda, dapprima, gli aspetti
generali del PGTU (pgff. 1.1 - 1.3) e, successivamente, gli aspetti
connessi alle singole componenti fondamentali del traffico (pgff. 1.4
- 1.9); il capitolo risulta, infine, concluso dall'esposizione dei
criteri di progettazione per il rispetto dei valori ambientali (pgf.
1.10) e da quelli per la redazione del programma di attuazione del
PGTU (pgf. 1.11).
1.1 - CRITERIO INFORMATORE
Il PGTU deve soddisfare tutte le esigenze di mobilità della
popolazione al miglior livello di servizio possibile con gli
interventi ed i vincoli propri del PUT (cfr. pgf. 2.1 delle
direttive) e, pertanto, non risultano accettabili proposte di
intervento che non diano risposta almeno in forma alternativa a dette
esigenze (cfr. pgf. 3.2.2 delle direttive).
Questo criterio di progettazione, deve condurre essenzialmente
all'individuazione di una rete viaria principale di adeguata
capacità, riguarda - in particolare - il soddisfacimento e
coordinamento delle esigenze delle diverse componenti fondamentali
del traffico urbano (cfr. pgf. 3.2.1 delle direttive), che viene
ottenuto attraverso l'appropriata selezione ed assegnazione, per
ciascuna componente anzidetta, di specifici itinerari, sedi, corsie
ed aree, riservati, obbligati o preferenziali. Infatti, l'attuale
situazione di congestione del traffico urbano è da connettere -
anzitutto - alla promiscuità d'uso delle sedi viarie e pertanto il
criterio organizzativo di base della circolazione stradale si
identifica nella separazione dei traffici con differente tipo di
marcia, lenta o veloce e continua o discontinua. In tal senso sono da
separare per evidenti motivi, dapprima, i pedoni dai veicoli;
successivamente, nell'ambito dei veicoli, quelli in movimento da
quelli in sosta; infine, nell'ambito dei veicoli in movimento, quelli
in marcia discontinua, caratterizzata quest'ultima da sistematiche
fermate lungo un percorso prestabilito (vedi "di linea"), da quelli
in marcia continua (vedi "non di linea").
La selezione dei traffici in questione - come singole visioni
parziali - può apparire quale scelta prioritaria di esigenze
generali del centro abitato a danno di esigenze locali (ad esempio,
la scelta di alcune strade come viabilità principale urbana), oppure
- viceversa - quale priorità di esigenze locali a danno di quelle
generali (ad esempio, la scelta di alcune strade come aree pedonali o
di parcheggio). Sta di fatto, invece, che - come visione globale -
l'anzidetta selezione dei traffici risponde all'obiettivo di
soddisfacimento, vincolato (con sacrificio di esigenze considerate di
importanza secondaria nella logica del PUT), dell'insieme delle di-
verse necessità di mobilità, di sicurezza stradale, di recupero
ambientale e di economia urbana, oltre che di riduzione degli
inquinamenti atmosferico ed acustico e di risparmio energetico.
La selezione in questione si identifica con la idonea individuazione
della classifica funzionale della viabilità, in modo tale da
ottenere sia la separazione delle componenti di traffico nettamente
diverse, sia - tenuto conto della maggiore capacità di trasporto
fornibile dai mezzi collettivi rispetto a quelli individuali - la
prevalenza d'uso, per quanto possibile ed ove necessario, del
servizio di trasporto collettivo rispetto a quello individuale.
Considerato l'elevato grado di congestione del traffico veicolare
già raggiunto nei centri abitati, nel paragrafo 3.2 delle direttive
è già stata infatti evidenziata la necessità che la redazione del
PUT, venga affrontata con criteri di politica intermodale dei
trasporti.
Tale politica si attua con strumenti diversi (anche la stessa
classifica funzionale della viabilità è uno di questi strumenti),
tra i quali è importante evidenziare quello relativo alla
tariffazione della sosta su strada (per i centri abitati di modeste
dimensioni e non gravati da rilevante congestione del traffico quanto
di seguito espresso va letto - con gli opportuni adattamenti - in
riferimento alle limitazioni temporali della sosta con "zone disco").
In questo senso diviene essenziale assumere tra i criteri generali di
progettazione del PUT, quello relativo ad una adeguata calibratura
del provvedimento di tariffazione della sosta su strada, nella sua
triplice funzione di strumento diretto per la regolazione del
traffico (in quanto ad uso più razionale e più contenuto dei
veicoli individuali privati ed al soddisfacimento di una maggiore
quantità di utenza), di strumento idoneo a favorire la prevalenza
d'uso del sistema di trasporto pubblico collettivo e di quelli
pedonale e ciclistico (in quanto a loro maggiore convenienza
economica) e di strumento capace a reperire (insieme ai proventi
contravvenzionali ed agli eventuali contributi regionali) i fondi
necessari per attuare gli interventi previsti dal PUT.
L'adeguata calibratura in questione si riferisce, in special modo,
alla determinazione del minimo numero di posti-auto su strada da
sottoporre al pagamento di una tariffa di sosta (nelle zone
maggiormente congestionate) e del valore delle rispettive tariffe
(differenziate per grado di congestione e per classi di utenza - con
agevolazioni per i residenti -), in modo tale che - dai relativi
proventi e dalla creazione di una domanda economica della sosta -
s'inneschi anche la possibilità di realizzazione di posti-auto fuori
delle sedi stradali da parte dei privati (sempre come parcheggi
sostitutivi). L'effetto sinergico di recupero dei proventi della
sosta da quest'ultimi parcheggi consente altresì, di non dover
estendere il provvedimento di tariffazione della sosta su strada
all'intero centro abitato.
Nelle città di maggiori dimensioni detto provvedimento è inoltre da
verificare in rapporto alla disponibilità di capacità residua del
servizio di trasporto pubblico collettivo, per il soddisfacimento
delle esigenze dell'utenza, dirottata su quest'ultimo tipo di
trasporto.
1.2 - CLASSIFICA DELLE STRADE E REGOLAMENTO VIARIO
L'articolazione della classifica delle strade, per quanto attiene ai
suoi aspetti funzionali, è già stata esposta nel paragrafo 3.1.1
delle direttive.
Oltre a quanto già esposto, in questa sede è importante evidenziare
che per i centri abitati di più vaste dimensioni, od anche per
quelli di più modeste dimensioni, ai fini dell'applicazione delle
presenti direttive ed, in particolare, al fine di adattare la
classifica funzionale alle caratteristiche geometriche delle strade
esistenti ed alle varie situazioni di traffico, possono prevedersi
anche altri tipi di strade con funzione e caratteristiche intermedie
rispetto ai tipi precedentemente indicati, quali:
- strade di scorrimento veloce, intermedie tra le autostrade e le
strade di scorrimento;
- strade interquartiere, intermedie tra quelle di scorrimento e
quelle di quartiere;
- strade locali interzonali, intermedi tra quelle di quartiere e
quelle locali, quest'ultime anche con funzioni di servizio rispetto
alle strade di quartiere.
Parimenti importante è il tenere presente che le intersezioni viarie
di ogni tipo di strada sono ammesse esclusivamente con altre strade
dello stesso tipo o di tipo immediatamente precedente o seguente (con
riferimento ai tipi generali di strade, di cui al paragrafo 3.1.1
delle direttive). Altresì, la funzionalità delle intersezioni è
garantita anche dall'individuazione dell'eventuali "strade di
servizio" (articolo 2, comma 4, del nuovo Cds), per quanto attiene -
in particolare - la concentrazione in punti opportuni delle manovre
di svolta a sinistra ed il disimpegno di aree di sosta e di passi
carrabili diffusi.
È inoltre da rilevare che la classifica viaria anzidetta non esclude
lo studio delle interconnesioni tra il traffico stradale e quello di
altri tipi di trasporto; anzi, particolare attenzione deve essere
riservata, oltre allo studio dei relativi parcheggi di scambio da
sistema individuale a sistema collettivo, all'adatta classifica
funzionale dei collegamenti stradali con le stazioni ferroviarie ed,
ove esistono, con gli aeroporti, i porti e le stazioni dei trasporti
a fune, nonchè - per i centri abitati di più vaste dimensioni - con
le stazioni delle linee metropolitane.
Al fine di assolvere adeguatamente la funzione preminente che ciascun
elemento viario deve svolgere all'interno della rete stradale urbana
e - quindi - al fine di assicurare un omogeneo grado di sicurezza e
di regolarità d'uso delle stesse infrastrutture stradali, la
classifica funzionale delle strade deve essere integrata da un
apposito regolamento viario che determina le caratteristiche
geometriche e di traffico e la disciplina d'uso di ogni tipo di
strada.
Tale regolamento è da elaborare - in attesa dell'emanazione delle
specifiche direttive ministeriali, ma comunque tenuto già conto
delle definizioni costruttive dei diversi tipi di strade, di cui
all'articolo 2, comma 3, del nuovo Cds e delle norme previste dal
Regolamento di esecuzione del medesimo - sulla base delle indicazioni
fornite dalle altre normative vigenti (in particolare del Consiglio
nazionale delle ricerche), da utilizzare in forma aggiornata tenuto
conto di quanto prescritto nel nuovo Cds e nel Regolamento anzidetti.
Dette normative riguardano: le "Norme sulla caratteristiche
geometriche e di traffico delle strade urbane" - C.N.R., B.U. n.
60/1978; le "Norme sulle caratteristiche geometriche e di traffico
delle intersezioni urbane" - C.N.R., B.U. n. 90/1983; le
"Disposizioni in materia di parcheggi e programma triennale per le
aree urbane maggiormente popolate" - legge n. 122/1989 e successive
istruzioni; gli Indirizzi attuativi per la fluidificazione del
traffico urbano ai fini del risparmio energetico" - circolare del
Ministro delle aree urbane n. 1196/1991; le "Norme sull'arredo
funzionale delle strade urbane" - C.N.R., B.U. n. 150/1992; i
"Principali criteri e standard progettuali delle piste ciclabili"
parte II della circolare del Ministro delle aree urbane n. 432/1993.
Il regolamento viario determina, in particolare, specifici standard
tecnici per ogni tipo di strada, in merito a:
- le componenti di traffico ammesse e, quindi, il tipo di loro
regolazione, quale marciapiedi protetti, corsie riservate per i mezzi
pubblici collettivi, piste ciclabili, divieti di sosta, ecc.;
- le caratteristiche geometriche della sezione trasversale, quali
larghezza e numero minimo di corsie, presenza o meno dello
spartitraffico centrale, larghezza minima delle banchine, dei
marciapiedi ed, in generale, delle fasce di pertinenza, ecc. (già in
parte evidenziate dal citato articolo 2, comma 3, del nuovo Cds);
- le caratteristiche geometriche di tracciato in relazione alla
velocità minima di progetto, quali pendenza massima trasversale in
curva, raggi minimi planimetrici ed altimetrici, pendenza
longitudinale massima, ecc.;
- l'organizzazione delle intersezioni stradali, anche con riferimento
a punti singolari di intersecazione delle traiettorie veicolari e
pedonali, quali tipo di intersezioni e loro distanza, regolazione
delle svolte a sinistra, dimensionamento e frequenza dei passi
carrabili, tipi e distanze degli attraversamenti pedonali,
dimensionamento delle piazzole di fermata dei mezzi pubblici
collettivi e per il carico o lo scarico delle merci, ecc.;
- le dimensioni delle fasce di sosta laterale, ove consentita,
comprensive delle file di sosta e delle rispettive corsie di manovra,
in funzione dell'angolo di parcheggio e del tipo di veicoli ammessi
in sosta (standard da adottare anche per specifiche aree di sosta
fuori delle sedi stradali);
- le discipline delle altre occupazioni delle sedi stradali, distinte
in relazione al carattere permanente o temporaneo che esse
presentano, nonchè le modalità di coordinamento degli interventi
connessi ad occupazioni contemporanee di sedi stradali ricadenti
nella medesima zona urbana o direttrice viaria. Le occupazioni
permanenti in particolare riguardano installazioni pubblicitarie,
chioschi, edicole, cabine, sistemazioni a verde, punti di vendita per
il commercio ambulante, mercati fissi, distributori di carburante,
tavolini ombrelloni e fioriere; le occupazioni temporanee in
particolare riguardano carico e scarico delle merci, raccolta dei
rifiuti urbani, pulizia delle strade, fiere, mercati settimanali,
giostre stagionali, riunioni assembleari, cortei, manifestazioni
sportive e lavori di manutenzione delle pavimentazioni stradali, di
segnaletica stradale e dei sottoservizi e sopraservizi (con
specifiche regole di coordinamento dei lavori stradali tra aziende e
comune, riferite anche alla possibile esecuzione dei lavori su più
turni delle ventiquattro ore giornaliere).
In generale, il regolamento viario, in quanto a valori degli standard
geometrici previsti, è da considerarsi cogente per le strade di
nuova realizzazione ed è da considerarsi come obiettivo da
raggiungere per le strade esistenti laddove siano presenti vincoli
strutturali immediatamente non eliminabili.
Anche in quest'ultimo caso sono comunque da rispettare appieno le
funzioni di traffico previste per le singole strade e tra queste, in
particolare, quelle espresse attraverso l'identificazione delle
componenti di traffico ammesse su ciascun tipo di strada.
1.3 - SEPARAZIONE DEI MOVIMENTI DALLE SOSTE
Anche questo criterio di progettazione è stato parzialmente
accennato nel cap. 3 delle direttive ed in questa sede è opportuno
riesaminarlo nei suoi aspetti generali di separazione dei movimenti
veicolari e pedonali dalle soste veicolari, al fine di facilitare la
mobilità urbana, quale espressione delle esigenze generali dei
cittadini in contrapposizione alle esigenze locali di sosta.
Per quanto attiene la separazione tra veicoli in movimento e quelli
in sosta, essa riguarda essenzialmente la rete viaria principale del
centro abitato e va attuata in modo tale che sulle corsie di marcia
delle autostrade e delle strade di scorrimento non si abbia alcun
condizionamento da parte della sosta veicolare, mentre sulle strade
di quartiere detto condizionamento deve essere comunque ridotto al
minimo, attraverso l'esistenza di specifiche corsie di manovra per la
sosta (cfr. articolo 2 del nuovo Cds). Per le reti viarie con
elementi di limitata ampiezza della sede stradale, l'applicazione del
criterio in questione si trasforma, in genere, direttamente
nell'operazione di sgombero della sosta della viabilità principale.
Per quanto attiene, invece, la separazione della mobilità dei pedoni
dalla componente della sosta veicolare essa va attuata su tutti i
tipi di strada (principali e locali), tenendo conto - in particolare
- che le occupazione di suolo pubblico relative ai marciapiedi devono
- in ogni caso (sia occupazioni temporanee che permanenti) -
garantire uno spazio libero per i pedoni non inferiore a 2 m di
larghezza (articolo 20, comma 3, del nuovo Cds).
Rammentato - in particolare - che per passaggio pedonale s'intende
quella parte longitudinale della sede stradale esterna alla
carreggiata e specificatamente destinata al transito dei pedoni nel
caso di assenza di marciapiede, l'applicazione del criterio in
questione si trasforma in genere, per qualsiasi tipo di reti
stradali, direttamente nell'operazione di sgombero della sosta dai
marciapiedi e dai passaggi ed attraversamenti pedonali.
1.4 - CONTINUITÀ DELLA RETE PEDONALE
Il rispetto delle esigenze della prima componente fondamentale del
traffico urbano (circolazione dei pedoni) richiede una serie di
interventi tutti finalizzati a garantire la fluida e sicura
continuità dell'intera rete pedonale (sia in ambiti centrali che
periferici del territorio urbano), costituita essenzialmente dai
marciapiedi, dai passaggi pedonali e dagli attraversamenti pedonali
(oltre che dalle eventuali aree pedonali) attraverso l'applicazione
degli standard progettuali (dimensionali e tipologici) previsti nel
Regolamento viario e derivati, in particolare, dalle citate norme
C.N.R. sull'arredo funzionale delle strade. Da tale applicazione
deriva, molto spesso, la necessità di ampliamento delle larghezze
degli anzidetti elementi stradali pedonali
In questo settore di progettazione assumono inoltre speciale rilievo
- in sede di PGTU - l'eventuale individuazione di aree pedonali e di
zone di traffico limitato o, meglio, zone a traffico pedonale
privilegiato, operata in modo da garantire - da un lato - l'adeguata
accessibilità e frequentazione delle aree e zone medesime, e -
dall'altro lato - che l'ampiezza di tali ambiti urbani non abbia a
compromettere la mobilità motorizzata nelle zone circostanti
(contestuale definizione dei cosiddetti itinerari di arroccamento
atti ad accogliere il traffico motorizzato deviato dagli ambiti in
questione).
Si consideri che le discipline di traffico caratterizzanti le zone a
traffico pedonale privilegiato (isole ambientali costituite in genere
da strade-parcheggio) sono: la precedenza generalizzata per i pedoni
rispetto a veicoli (fermo restando - comunque - l'obbligo per i
pedoni di attraversamento ortogonale delle carreggiate), il limite di
velocità per i veicoli pari a 30 km/h, la tariffazione della sosta
su spazi pubblici stradali (con agevolazioni tariffarie per i
residenti) e lo schema di circolazione tale da impedire
l'attraversamento veicolare della zona e da costringere le uscite
dalla zona su percorsi prossimi a quelli di ingresso (percorsi ad U).
1.5 - PRIORITÀ DELLA RETE DEL TRASPORTO PUBBLICO
COLLETTIVO
Le strade dove transitano i mezzi di trasporto pubblico collettivo
devono rientrare nella classificazione della viabilità principale
(nelle sue diversificazioni di autostrade e di strade di scorrimento
e di quartiere) e, quindi, come tali attrezzate in modo da garantire
la massima possibile fluidità ai movimenti veicolari. Proprio per
questo motivo nel PUT sono ricomprese eventuali deviazioni di
percorso per alcune linee di servizio di trasporto pubblico
collettivo, in modo da rendere organica la rete di itinerari della
viabilità principale (assetto organico delle maglie di viabilità
principale) e finalizzare - così - l'obiettivo di massima fluidità
del servizio di trasporto pubblico. Nelle città di maggiori
dimensioni ciò comporta in genere, la revisione dei cosiddetti
"ricircoli di quartiere o di capolinea".
Nei centri abitati di più modeste dimensioni, dove è assente questo
tipo di servizio, il presente criterio di progettazione va, comunque,
attuato con riferimento ai percorsi delle linee pubbliche
extraurbane.
All'interno di detta rete principale va - poi - curata l'ottimale
localizzazione ed attrezzatura delle eventuali corsie e/o sedi
stradali e dei punti di fermata per il servizio di trasporto pubblico
(urbano ed extraurbano), finalizzate al raggiungimento dell'assetto-
obiettivo di prevalenza d'uso del servizio collettivo rispetto al
trasporto individuale.
L'adozione di corsie e/o sedi stradali riservate va operata, in
particolare, quando la frequenza di passaggio dei mezzi collettivi
risulti tale da fornire una capacità di trasporto superiore a quella
di transito dei soli mezzi individuali (in genere, almeno 25-30
autobus/ora per senso di marcia), situazione - questa - nella quale
l'assenza della corsia riservata determinerebbe inoltre specifiche
situazioni di insicurezza per la circolazione veicolare, dovute ai
continui sorpassi per il traffico individuale in corrispondenza dei
punti di fermata dei mezzi collettivi. Laddove non esistono spazi di
adeguata ampiezza per la protezione delle operazioni di salita e di
discesa dei passeggeri dai mezzi pubblici collettivi, le corsie
riservate vanno di norma localizzate immediatamente a lato dei
marciapiedi, al fine di consentire lo svolgimento di dette operazioni
in condizioni di massima sicurezza.
Nella definizione della rete preferenziale (corsie e/o sedi
riservate) per i mezzi di trasporto pubblico, ma anche nella
eventuale rilocalizzazione dei loro percorsi in promiscuo, specifica
attenzione va posta nell'adozione dei relativi sensi unici di marcia,
al fine di non ridurre eccessivamente la fascia di influenza
integrale (nei due sensi di marcia) di ciascuna linea di trasporto
pubblico (sensi unici a distanza - in genere - non superiore a 100
m). Le stesse cautele vanno in particolare adottate nella scelta dei
percorsi delle corsie riservate con il cosiddetto sistema di
"contraflow" (unica corsia riservata in opposto senso di marcia a
quelle del traffico ordinario su una stessa carreggiata stradale).
La localizzazione ottimale dei punti di fermata dei mezzi pubblici
collettivi va attuata, oltre che in rapporto alle esigenze della
relativa utenza, anche ai fini di loro possibili attestamenti
preferenziali in aree di intersezione, particolarmente utili per
l'efficienza del servizio di trasporto in questione specialmente in
assenza di corsie riservate.
Ulteriori criteri progettuali, strettamente connessi
all'attrattività ed all'efficienza del servizio di trasporto
collettivo pubblico e da adottare in sede di progettazione
particolareggiata ed esecutiva del PGTU, sono quelli relativi sia
all'arredo funzionale dei punti di fermata (con specifica indicazione
dei "nomi-fermata", percorsi ed orari dei mezzi, ed opportune
attrezzature di attesa, quali pensiline, illuminazione, sedili,
ecc.), sia alle adeguate dimensioni delle zone di fermata medesime,
in rapporto al numero dei mezzi di transito ed a quello dei
passeggeri in attesa, specialmente per le fermate localizzate lungo
le corsie riservate.
Fanno altresì parte integrante della rete di trasporto pubblico
collettivo i parcheggi di scambio, i cui principali criteri di
progettazione richiedono il verificarsi delle seguenti condizioni:
- ubicazione immediatamente a lato (in genere in destra rispetto
all'accesso al centro-città di arterie stradali con intenso traffico
individuale; - ampia disponibilità di spazio, oltre che per la sosta
delle autovetture, anche per l'idonea fermata - o meglio capolinea -
dei mezzi pubblici, con le relative attrezzature;
- possibilità di esistenza del servizio di custodia dei veicoli
(moderatamente oneroso) e di idonea illuminazione dell'area;
- elevate frequenza e capacità residua di trasporto dei mezzi
pubblici coinvolti (tenuto conto del preesistente carico dei
passeggeri sui mezzi medesimi);
- accertata utilità dei percorsi all'interno dell'area urbana (in
termini di destinazioni raggiunte) da parte della (o delle) linee di
trasporto pubblico coinvolte;
- sensibile vantaggio in termini di risparmio sulla durata totale
dello spostamento (oltre che monetario), nella prosecuzione del
viaggio con il sistema collettivo (vantaggio - questo - che risulta
connesso alla facile accessibilità sia al luogo del parcheggio sia
alla fermata del sistema collettivo, nonchè alla lunghezza ed alla
velocità di spostamento con quest'ultimo sistema rispetto a quello
individuale).
Dette condizioni si verificano più facilmente nelle grandi città
dotate di linee metropolitane, che collegano le distanti periferie
urbane (oltre 6 - 8 km) con le zone direzionali e commerciali
dell'area centrale, linee per le quali è immediato rilevare i
caratteri di elevate frequenza, capacità di trasporto e velocità di
viaggio e, quindi, di risparmi in termini temporali e monetari,
rispetto all'uso del sistema di trasporto individuale.
Per le città di più modeste dimensioni le condizioni in questione
vanno verificate al meglio possibile, tenuto comunque presente che,
in assenza di sensibili vantaggi nel trasbordo per l'utenza
individuale, l'operazione "parcheggi di scambio" può ritenersi
certamente fallimentare.
1.6 - FACILITAZIONI PER LA MOBILITÀ A LUNGA DISTANZA
All'interno della viabilità principale e salvo le autostrade, se
esistenti (già caratterizzate dalle loro caratteristiche
costruttive), la individuazione funzionale tra itinerari di
scorrimento ed itinerari di quartiere (con limite di velocità
rispettivamente pari a 70 ed a 50 km/h - cfr. articolo 142 del nuovo
Cds) va operata tenendo conto della necessità di garantire
l'esecuzione degli spostamenti veicolari con velocità crescente
all'aumentare della loro lunghezza.
Detto criterio va attuato attraverso l'adatta attrezzatura dei
diversi elementi della rete stradale di movimento (rete principale),
in modo tale che gli spostamenti più lunghi (traffici di
attraversamento e di scambio del centro abitato, nonchè spostamenti
tra opposte periferie urbane, che si attuano in genere sulle
autostrade e sulle strade di scorrimento - cfr. pgf. 3.1.1 delle
direttive) possano realizzarsi con velocità adeguata e superiore a
quella degli spostamenti più brevi (spostamenti tra settori urbani e
quartieri limitrofi, che si attuano in genere sulle strade di
quartiere).
Tale attrezzatura, che riguarda specialmente le caratteristiche
geometriche della sezione trasversale, del tracciato e delle
intersezioni dei diversi tipi di strade, deve rispondere agli stand-
ard tecnici fissati nel regolamento viario (in particolare - cfr.
articolo 2 del nuovo Cds -, le autostrade prive di intersezioni a
raso e le strade di scorrimento con eventuali intersezioni a raso,
nel qual caso devono essere semaforizzate con regolazione ad alta
capacità di smaltimento dei flussi veicolari).
1.7.- IDONEITÀ DELLO SCHEMA DI CIRCOLAZIONE
I criteri progettuali del PUT esposti in questo capitolo concorrono
sostanzialmente tutti alla definizione dello schema di circolazione,
nei suo aspetti essenziali di divieti di transito per le diverse
categorie di utenza veicolare (strade riservate), di corsie
riservate, di doppi sensi o sensi unici di marcia e di manovre
consentite sulle intersezioni, nonchè di ordine dei diritti di
precedenza sulle intersezioni dei vari itinerari stradali (ordine
definito direttamente dalla classifica viaria per strade di tipo
diverso - intersezioni disomogenee - e da stabilire di volta in volta
per strade dello stesso tipo - intersezioni omogenee -).
Rispetto allo schema generale di circolazione, relativo alla
viabilità principale (o rete di movimento), incidono - in
particolare - i criteri progettuali relativi:
- alla necessità di deviazione del traffico di attraversamento su
opportuni itinerari tangenziali al centro abitato (cfr. pgf.
precedente);
- alla sufficiente capacità di smaltimento del traffico da parte dei
singoli itinerari principali urbani (cfr. pgf. 1.1), eventualmente
sdoppiati su percorsi paralleli limitrofi a senso unico, ma
tendenzialmente a doppio senso di marcia, per limitare al massimo
possibile la quantità di strade soggette al transito di elevati
flussi veicolari e, quindi, soggette a possibili fenomeni di
inquinamento atmosferico ed acustico da parte del traffico
motorizzato. I sensi unici, infatti, comportano in genere
allungamenti di percorso, il che significa maggiore domanda di
trasporto (espressa in termini di veicoli x km da soddisfare);
- alla adeguata scorrevolezza delle percorrenze dei mezzi di
trasporto pubblico collettivo (cfr. pgf. 1.5), eventualmente ottenuta
anche tramite corsie e/o sedi stradali riservate;
- alla idonea difesa di particolari zone urbane da proteggere dal
loro traffico di possibile attraversamento (cfr. pgf. 1.4), tramite
opportuni schemi di circolazione interna e sistemi di scorrimento
tangenziale alle zone medesime (itinerari di arroccamento);
- alla opportunità di deviare alcune manovre veicolari, relative
alle principali intersezioni urbane, su strade di servizio alle
intersezioni medesime (cfr. pgf. successivo).
Rispetto allo schema di circolazione delle maglie viarie interne agli
itinerari principali (schema di circolazione della viabilità locale
nelle isole ambientali) incidono invece - in particolare - i criteri
progettuali relativi:
- alla congruenza con lo schema generale di circolazione, in modo da
evitare percorsi alternativi (percorsi di by-pass) sulla viabilità
locale per il traffico di attraversamento dell'isola ambientale;
- alla ottimizzazione della capacità di sosta sui singoli tronchi di
detta viabilità (cfr. pgf. 1.9);
- alla facilitazione di ricerca dei relativi posti di sosta;
- alla adeguata accessibilità tangenziale motorizzata per le
eventuali aree pedonali;
- alla accessibilità differenziata (tra categorie di utenza ammesse
ed escluse) per le eventuali zone a traffico limitato.
In genere, quest'ultimi criteri conducono ad un uso intensivo dei
sensi unici di marcia sulla viabilità locale (salvo - ovviamente -
per le strade a fondo cieco), tenuto anche conto della modesta
rilevanza dei flussi veicolari coinvolti e della brevità dei loro
percorsi e, quindi, senza eccessivo incremento della domanda di
trasporto.
1.8. - FLUIDITÀ DELLE INTERSEZIONI
Anche se dalla classifica funzionale delle strade e relativo
regolamento viario (cfr. pgf. 1.2) derivano già precisi vincoli per
la diversa tipologia delle intersezioni tra i vari tipi di strade,
quest'ultima va attentamente verificata - in sede di - Piani
particolareggiati del PGTU - in modo da rispettare il criterio
progettuale di congruenza della capacità delle intersezioni stradali
con i flussi di traffico previsti, in quanto esse rappresentano -
quasi sempre - i punti nevralgici delle reti stradali urbane, anche
se sgomberate dalla sosta veicolare di intralcio.
Dalle relative analisi di capacità e di confronto con i flussi
veicolari previsti in transito derivano quelle scelte progettuali, in
loco o a più vasto raggio (intersezioni a livelli sfalsati su
itinerari autostradali e di strade di scorrimento, eventuali sensi
unici di marcia con relativi impianti semaforici coordinati su
itinerari di strade di scorrimento e di quartiere, divieti di svolta
a sinistra sulla viabilità principale, canalizzazioni del traffico,
ecc.), che finalizzano in modo prevalente il precedente criterio
progettuale di facilitazioni per la mobilità a lunga distanza (cfr.
pgf. 1.6) e consentono di mettere a punto la classifica funzionale
della viabilità.
1.9 - SODDISFACIMENTO DELLE ESIGENZE DI SOSTA
Considerato che, anche con le politiche intermodali più influenti
sulla riduzione dei movimenti con veicoli motorizzati individuali,
rimane pur sempre da risolvere il problema della loro rilevante
presenza in sosta su strada (con riferimento al valore già raggiunto
dall'indice di motorizzazione privata), diviene essenziale adottare
il criterio di utilizzazione ottimale delle strade locali e delle
aree esterne alle sedi stradali destinate alla sosta (strade-
parcheggio ed aree di parcheggio a raso, individuate anche tra le
aree - pubbliche e private - in attesa di destinazione urbanistica
definitiva), in termini di recupero del massimo numero possibile di
posti-auto per riequilibrare - almeno - le esigenze di sosta
sacrificate lungo la viabilità principale e per l'eventuale recupero
di aree pedonali (parcheggi sostitutivi). Tale utilizzazione ottimale
si ottiene, in sede di piani di dettaglio del PUT, attraverso l'uso
intensivo e generalizzato dei relativi standard tecnici previsti nel
regolamento viario e fatte - comunque - sempre salve le esigenze dei
pedoni, espresse nel precedente criterio progettuale di cui al
paragrafo 1.4.
Oltre quello di riferirsi eventualmente alla realizzazione di
parcheggi multipiano (sempre in termini di spazi sostitutivi della
sosta eliminata sulla viabilità principale e semprechè quest'ultimi
risultino economicamente convenienti e finanziariamente fattibili,
tenuto conto della capacità di sosta recuperata con le strade-
parcheggio e le nuove aree di parcheggio a raso), fanno parte del
presente criterio progettuale, anche i criteri relativi:
- sia a l'eventuale possibile - in fase di gestione del PUT -
recupero di quelle aree pertinenziali (esterne o interne agli
edifici) di cui è stata abusivamente variata la originaria
destinazione d'uso a parcheggio,
- sia - per fondamentali motivi di sicurezza - alla normale
utilizzazione di fasce laterali di sosta, invece che centrali,
specialmente nel caso di disponibilità residua di spazio su strade
di scorrimento e di quartiere (utili - tra l'altro - per
l'allontanamento dei prodotti inquinanti della motorizzazione
veicolare dagli spazi destinati ai pedoni ed alle attività
insediative).
Su tutte le indicate organizzazioni di sosta sovrintendono, infine, i
criteri progettuali connessi all'adeguata agibilità delle manovre
per i diversi tipi di veicoli coinvolti ed - in particolare - al
rispetto delle distanze minime di visibilità, da mantenere sgombere
dalla sosta in prossimità delle intersezioni, in modo da assicurare
una sufficiente distanza di arresto in rapporto alla velocità dei
veicoli con traiettorie intersecantisi.
1.10 - RISPETTO DEI VALORI AMBIENTALI
Nel nuovo Cds e nelle presenti direttive si è riconosciuto, tra gli
obiettivi di fondo del PUT, quello di preservare ed al tempo stesso
migliorare le condizioni ambientali - in particolare - dell'area
centrale urbana, in quanto - in genere - area maggiormente
congestionata e ricca di valori storici, artistici, architettonici e
paesaggistici (in caso diverso, le considerazioni seguenti si
adattano alle aree con tali caratteristiche).
Il criterio di fondo per il raggiungimento di tale scopo è la
deviazione, su itinerari tangenziali, del traffico veicolare in
attraversamento rispetto all'area centrale, a tutto vantaggio anche
dell'utenza che in essa deve arrivare o che da essa deve partire
(traffico di scambio dell'area centrale).
Contemporaneamente alla deviazione dei flussi veicolari di
attraversamento, per il traffico di scambio si deve poi tendere alla
riduzione dei percorsi interni al centro (e così anche per il
traffico propriamente interno), adottando discipline circolatorie che
favoriscano ingressi in detta area "all'ultimo momento" ed il più
vicino possibile alle destinazioni (o, viceversa, uscite "immediate"
dall'area centrale ed il più vicino possibile alle origini).
Tali criteri, che finalizzano anche gli obiettivi di riduzione
dell'inquinamento atmosferico ed acustico, sono analogamente da
adottare anche per le zone residenziali ed, ancor più, per quelle
ospedaliere e scolastiche.
Per le zone centrali è inoltre da finalizzare, per quanto possibile,
il criterio di effettuazione delle soste di lunga durata fuori dalle
sedi stradali, attraverso eventualmente la realizzazione di nuove
aree di parcheggio (parcheggi sostitutivi), e l'utilizzo pedonale
delle superfici così recuperate.
Parallelamente, risulta opportuno regolamentare le rimanenti
superfici stradali da destinare alla sosta veicolare, al fine di
favorire le soste di breve durata (regolamentazioni a tempo e/o a
tariffa), in modo da ottenere la fruizione degli spazi su strada
(più accessibili e quindi maggiormente richiesti di quelli fuori
strada) per il maggior numero possibile di utenti.
Quest'ultimo criterio si adatta funzionalmente anche alle zone a
carattere prevalentemente commerciale e direzionale, non centrali,
per le quali è particolarmente rilevante il problema della sosta dei
veicoli individuali.
L'applicazione dei criteri esposti si realizza attraverso l'idonea
disciplina d'uso delle sedi stradali, secondo quanto indicato al
paragrafo 1.2. Ciò significa che generalmente, le strade interne
all'area centrale non dovranno essere organizzate come strade di
scorrimento (salvo che, eccezionalmente, per i mezzi pubblici
collettivi), ma utilizzate solo come strade di quartiere e strade
locali (solo quest'ultime, nel caso in cui l'area centrale possa
identificarsi con un'unica isola ambientale).
Inoltre, il raggiungimento completo degli obiettivi di recupero e di
miglioramento dei valori ambientali, viene perseguito - a corredo
degli interventi propri del PUT - attraverso congrue opere di arredo
urbano (sistemazioni a verde, tipi specifici di materiali per le
pavimentazioni, illuminazioni diversificate, attrezzature per il
miglioramento degli ambienti stradali, ecc.).
1.11 - IDONEITÀ DEL PROGRAMMA DI ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI
Il programma di attuazione degli interventi, che conclude la
redazione del PGTU (cfr. tabella dei contenuti del PUT, al termine
del cap. 4 delle direttive), deve presentare caratteri di idoneità
sia dal punto di vista economico-finanziario, specialmente per le
eventuali opere di rilevante costo di realizzazione, sia dal punto di
vista funzionale, nel senso che ciascun insieme di interventi
previsti in ogni fase di attuazione del programma si caratterizzi
come "lotto funzionale di opere", a cui corrisponde uno specifico
miglioramento della situazione generale del traffico urbano.
In genere ciò significa che ciascuna di tali fasi, in cui siano
previsti interventi di restrizioni alla circolazione motorizzata
individuale, deve essere accompagnata (meglio se preceduta) da
interventi che forniscano concrete alternative di carattere modale
e/o spaziale per la mobilità delle persone e delle merci.
A titolo esemplificativo e con riferimento ad un centro abitato di
medie dimensioni ed in situazione non eccezionale di congestione
veicolare prevalentemente all'interno dell'area centrale, il relativo
programma di attuazione del PGTU comprende - in genere - le seguenti
fasi successive di intervento:
1) organizzazione sia della maglia di viabilità principale
tangenziale all'area centrale (con recupero di fluidità veicolare),
sia della sosta nella fascia urbana esterna adiacente all'area
medesima (con recupero di spazi di sosta);
2) interventi sull'area centrale, per la deviazione del relativo
traffico veicolare individuale di attraversamento, per le protezioni
e facilitazioni della circolazione pedonale, per organizzazioni più
vincolanti della sosta e per il miglioramento del servizio di
trasporto collettivo da e per l'are medesima;
3) organizzazione degli itinerari di viabilità principale per il
resto della città;
4) interventi sulle strade interne alle restanti maglie di viabilità
principale, analogamente a quanto detto per l'isola ambientale
centrale (fase 2).
Per quanto attiene, in particolare, l'idoneità dal punto di vista
delle analisi di utilità delle eventuali opere di rilevante costo di
realizzazione (cfr. pgf. 4.1 delle direttive), le analisi in
questione devono essere eseguite secondo criteri specifici del
settore, quali - ad esempio - quelli forniti nel B.U. n. 91/1983 del
C.N.R. sulle "Istruzioni per la determinazione della redditività
degli interventi stradali".
2 - CRITERI PARTICOLARI DI PROGETTAZIONE
I criteri di seguito esposti sono di particolare applicazione, in
quanto riguardano o l'elaborazione dei Piani di dettaglio del PGTU
(Piani particolareggiati e Piani esecutivi) o i Piani di settore
relativi a componenti di traffico non ricomprese tra quelle
fondamentali (cfr. tabella conclusiva del cap. 4 delle direttive).
2.1 - PROTEZIONE DELLE UTENZE DEBOLI
Con il termine di utenze deboli si fa riferimento ai pedoni, ai
ciclisti ed - in particolare - alle persone con limitate capacità
motorie, sia per limitazioni fisiche permanenti o temporanee, sia per
la loro età (bambini ed anziani).
Per i pedoni, nel paragrafo 1.4 sono già stati evidenziati i criteri
generali di progettazione da adottare in sede di redazione del PGTU.
In sede - invece - di sua progettazione particolareggiata ed
esecutiva, diviene essenziale l'individuazione della localizzazione
più appropriata di eventuali sovrappassi e sottopassi pedonali sulle
autostrade e sulle strade di scorrimento e di attraversamenti
semaforizzati su quest'ultime strade e quelle di quartiere, nonchè
l'individuazione degli elementi di arredo funzionale delle strade,
oltre che per le aree pedonali, anche per tutta la rimanente
viabilità. In quest'ultimo settore di progettazione rientrano - in
particolare - le protezioni dei marciapiedi (specialmente sulle
strade di scorrimento), le isole salvagente segnalate e protette per
gli attraversamenti pedonali (specialmente sulle strade di quartiere
a due o più corsie per senso di marcia), la continuità del piano
dei marciapiedi non interrotta continuamente dai passi carrabili
(salvo quest'ultimi non riguardino aree di parcheggio di vaste
dimensioni), le protezioni degli alunni in entrata ed in uscita dalle
scuole (con - per quanto possibile - accessi ubicati sulle strade
locali e non su strade di quartiere o, peggio, su strade di
scorrimento), ed - infine - il possibile ampliamento dei marciapiedi
in corrispondenza degli attraversamenti pedonali ed in detrazione
degli spazi di sosta (laddove consentita e tenuto comunque conto
delle esigenze di capacità per il deflusso veicolare sulle
intersezioni).
Gli standard progettuali da adottare in questo settore di studi sono
specificati nelle citate norme C.N.R. - "Arredo funzionale delle
strade urbane".
Anche per soddisfare le esigenze dei ciclisti sono da utilizzare
specifici standard progettuali, emanati dal Ministro delle aree ur-
bane in occasione della disponibilità di finanziamenti statali per
la realizzazione di piste ciclabili (cfr. relativa circolare n. 432
del 31.3.1993).
Riguardo a quest'ultime norme si sottolineano - in particolare - il
criterio di protezione delle piste ciclabili sulle strade di
scorrimento (con spartitraffico invalicabili) e quello di
utilizzazione di rispettive corsie riservate a senso unico (concorde
ed a destra della corsia per il traffico motorizzato), specialmente
nel caso di piste realizzate su carreggiate esistenti, nonchè quello
relativo all'adeguata organizzazione delle intersezioni tra piste
ciclabili in presenza contestuale del traffico motorizzato e pedonale
(possibile organizzazione dei rispettivi attraversamenti come sistema
rotatorio a senso unico antiorario, ubicato immediatamente
all'interno dell'insieme degli attraversamenti pedonali).
Nel caso di mancanza di spazi per la realizzazione di piste ciclabili
secondo gli standard in questione ed in presenza di non rilevanti
flussi ciclistici, è suggerito l'uso di banchine ciclabili a senso
unico (di larghezza di 1 m, compresa la segnaletica orizzontale) e
con piano viabile idoneo all'uso specifico.
Infine, riguardo alle persone con limitate capacità motorie va
adottato ogni possibile miglioramento per la loro mobilità ai sensi
della vigente legislazione in materia (cfr. art. 27 della legge n.
118/1971 e D.P.R. n. 384/1978), specialmente in rapporto
all'utilizzazione del sistema di trasporto pubblico collettivo ed
agli adeguamenti necessari per le superfici viabili, nonchè alla
disponibilità di adeguati spazi di parcheggio con specifico
riferimento ai detentori dell'apposito "speciale contrassegno" (cfr.
D.l. n. 1176 del 8.6.1979, circolare del Ministero dei lavori
pubblici n. 1030 del 13.6.1983 e successive "Direttive inerenti la
facilitazione per la circolazione dei veicoli a servizio delle
persone invalide" - compresa la relativa "Appendice integrativa" -
emanate dallo stesso Ministero dei lavori pubblici nell'aprile 1985).
2.2 - EFFICIENTE DISTRIBUZIONE DELLE MERCI
Nella riorganizzazione della circolare urbana il soddisfacimento
delle esigenze di mobilità e di distribuzione delle merci assume
pari importanza - anche se coinvolge una minore quantità di veicoli
- di quella del soddisfacimento della domanda di mobilità delle
persone.
Nella circolare n. 62 del 5.8.1993 del Ministero dei lavori pubblici.
sono esposti i criteri di intervento a cui occorre far riferimento
nel caso di limitazioni ai movimenti dei mezzi pesanti di massa
complessiva superiore a 7,5 t su determinati itinerari.
Per i veicoli di massa inferiore a tale limite, in genere utilizzati
per la distribuzione delle merci nella città, e con riferimento
specifico a quest'ultimo tipo di servizio (compresi i mezzi della
nettezza urbana), nel PUT vanno particolarmente affrontati gli
argomenti relativi agli orari di servizio ed agli spazi di sosta ad
essi riservati (piazzole per il carico e lo scarico delle merci).
Riguardo gli orari di servizio, essi in generale vanno studiati in
modo tale che, per la viabilità principale, non vengano a coincidere
con le ore di punta della mobilità delle persone e, per le aree
pedonali (con servizio merci tangenziale alle aree medesime) e le
zone a traffico limitato, detti orari non abbiano a coincidere con i
periodi di punta della frequentazione pedonale agli esercizi
commerciali.
Per le piazzole di carico e scarico delle merci occorre, poi, far
riferimento particolare alla loro ubicazione in prossimità delle
intersezioni, senza - comunque - che ciò venga a limitare la loro
capacità di smaltimento del traffico, in modo tale che ogni singola
piazzola riesca ad essere utile al maggior numero possibile di
esercizi di attività circostanti, anche mediante l'uso di adeguati
carrelli per le merci. Dette piazzole non sono - in ogni caso -
soggette a tariffazione della sosta per i veicoli merci, ovviamente
durante i previsti orari di servizio (negli altri orari rimangono -
invece - a disposizione dei veicoli per il trasporto delle persone,
con le relative limitazioni imposte nella zona).
Da quanto esposto si evince la complessità della problematica, che
richiede pertanto l'esecuzione di approfondite indagini e rilevazioni
specifiche, da svolgere anche in collaborazione con gli enti ed
associazioni coinvolte, a supporto delle relative attività di
progettazione, ricomprese in uno specifico Piano di settore
successivo al PGTU (cfr tabella dei contenuti del PUT, a conclusione
del capitolo 4 delle direttive).
2.3 - VISIBILITÀ ED AGIBILITÀ DELLE MANOVRE VEICOLARI
SULLE INTERSEZIONI
Sia nella progettazione di sistemazione delle intersezioni della
viabilità principale, sia nella progettazione di sistemazioni della
sosta in vicinanza di intersezioni sulla viabilità locale,
particolare cura va posta nella risoluzione dei problemi di
visibilità (esistenza di sufficienti distanze di arresto per le
traiettorie di veicoli intersecantesi) e di agibilità delle manovre
veicolari dei mezzi pesanti (specialmente in svolte a destra),
compresi quelli del servizio di trasporto pubblico collettivo.
I relativi standard tecnici da rispettare sono esposti in generale
nelle citate norme del C.N.R. relative alle "strade ed intersezioni
urbane" ed in particolare per quanto attiene gli altri tipi di
intersezioni e cioè i varchi degli spartitraffico, i passi carrabili
e gli accessi ai distributori di carburante, nella norma del C.N.R.
- "Arredo funzionale delle strade urbane".
2.4 - IDONEITÀ DELLA REGOLAZIONE SEMAFORICA
Molto vasto è il settore progettuale della regolazione semaforica ed
altrettanto ampia è la bibliografia disponibile in detto settore.
Le relative norme sono pubblicate nel citato B.U. del C.N.R. -
"Arredo delle strade urbane", rispetto al quale si evidenziano i
criteri di progettazione connessi - in particolare - a:
- la verifica dei limiti di capacità della regolazione semaforica,
al di sotto dei cui valori minimi la regolazione medesima non è
necessaria (salvo che per specifici problemi di sicurezza della
circolazione, relativi alla mancanza di visibilità alle intersezioni
per ostacoli inamovibili) ed al di sopra dei cui valori massimi la
stessa regolazione non è più sufficiente a smaltire i flussi
veicolari e pedonali in transito (con conseguente necessità di
progettazione dei correttivi necessari);
- l'utilizzo diffuso - per quanto possibile - di impianti semaforici
attuati dal traffico in modo da evitare perdite di tempo in attesa
(eliminazione dei "rossi inutili") non richiesti dall'intensità dei
flussi veicolari e pedonali in movimento ed anche con riferimento
all'eliminazione dell'innesco di possibili scorretti (e
pericolosissimi) comportamenti dell'utenza che tali situazioni di
"rosso inutile" determinano;
- la coordinazione delle temporizzazioni semaforiche lungo itinerari
di scorrimento o di quartiere, specialmente laddove le intersezioni
risultino molto ravvicinate.
2.5 - IDONEITÀ DELLA SEGNALETICA STRADALE
Questo settore di progettazione risulta il più delicato ed
importante agli effetti del miglioramento della circolazione
stradale, poichè anche le migliori discipline di traffico - sebbene
attentamente studiate e verificate durante la progettazione nella
loro efficienza a risolvere i problemi - vengono ad essere vanificate
nella loro applicazione su strada, qualora non siano rese di precisa
conoscenza pubblica attraverso l'idonea segnaletica orizzontale e
verticale.
Oltre che nel nuovo Cds e nel relativo Regolamento di esecuzione, i
rispettivi criteri di progettazione sono riportati - in particolare -
nello specifico capitolo delle citate norme C.N.R. - "Arredo
funzionale delle strade urbane" e nella circolare del Ministero dei
lavori pubblici n. 2730 del 19.4.1971, relativa alla "Segnaletica
delle autostrade urbane", nonchè nella circolare n. 400 del 9.2.1979
relativa alla "Segnaletica urbana di indicazione", nella quale sono
espressamente indicati i criteri da seguire nella progettazione di un
Piano di segnalamento. Dette norme e circolari vanno comunque
utilizzate in forma aggiornata tenuto conto di quanto prescritto nel
nuovo Cds e - in particolare - nel titolo II, capo II, del
Regolamento.
3 - ANALISI QUANTITATIVE FONDAMENTALI
Questo tipo di analisi riguardano gli essenziali confronti tra
domanda di mobilità ed offerta di trasporto, che sono da instaurare
in sede di redazione del PUT (nelle forme più opportune in rapporto
alle dimensioni del centro abitato).
3.1 - DIMENSIONAMENTO E QUALIFICAZIONE DELLA RETE
PRINCIPALE
Comunque nota la domanda di mobilità, sia essa espressa dai flussi
di traffico sulla rete, sia dalla matrice origine/destinazione degli
spostamenti (cfr. capitolo seguente), l'analisi in questione si
identifica con un processo di assegnazione del traffico veicolare
sulla viabilità principale, cioè con un processo di previsione dei
carichi veicolari (collettivi ed individuali) che nei periodi di
punta interesseranno i singoli elementi della rete di movimento
proposta.
Tale analisi viene finalizzata alla verifica, per ciascuno degli
elementi in questione, dell'idoneità a soddisfare la domanda di
mobilità con una prefissata riserva di capacità.
Nel caso particolare in cui per diversi elementi viari non si
verifichi l'evenienza citata (esistenza di riserva di capacita'),
altri elementi della rete provvisoriamente classificati come
viabilità locale dovranno essere inseriti nella viabilità
principale, oppure dovranno essere riesaminate le ipotesi di politica
intermodale adottata, in modo tale da raggiungere un soddisfacente
equilibrio tra domanda ed offerta di trasporto.
Qualora nel processo di assegnazione anzidetto venga ad utilizzarsi
una rete stradale principale, con i singoli elementi già
"classificati", dal processo medesimo deriva, non solo il
dimensionamento della rete di movimento, ma anche la verifica della
qualifica funzionale dei singoli tronchi stradali, cioè la
conformità ai livelli di servizio desiderati.
Per la classificazione in questione si tenga presente la necessità
di disporre degli elementi conoscitivi indicati al paragrafo 1.2 ed,
in particolare, di quelli attinenti alle previsioni indicate dagli
strumenti urbanistici generali e/o attuativi, in modo che il PUT
possa fornire un concreto contributo anche allo sviluppo ordinato
della città.
3.2 - SGOMBERO DELLA SOSTA DALLA RETE PRINCIPALE
In sede di redazione del PGTU l'analisi in questione richiede:
- la conoscenza dell'attuale situazione di punta delle presenze di
sosta sull'intera rete stradale (principale e locale), eventualmente
con rilievi a campione per le diverse zone urbane (specialmente nel
caso dei centri abitati di maggiori dimensioni);
- l'introduzione di specifiche ipotesi di riassetto della sosta,
ancorchè a livello preliminare, per singoli elementi delle reti
anzidette (sgombero sulla viabilità principale ed utilizzazione
intensiva su quella locale).
Il bilancio, per aree sufficientemente ristrette, tra i valori della
domanda e dell'offerta di sosta così determinati, consente di
formulare adeguate ipotesi di soddisfacimento delle esigenze di
sosta, eventualmente attraverso l'utilizzo di specifiche nuove strade
ed aree di parcheggio (con la preliminare identificazione delle
disposizioni ottimali di sosta - cfr. pgf. 1.9).
Solo nel caso in cui tale analisi dimostri ancora insufficiente
offerta di posto in superficie e non risulti possibile introdurre
ulteriori ipotesi concrete di politica intermodale di soddisfacimento
della domanda di mobilità, si potranno proporre idonei impianti
multipiano di parcheggio (specialmente con riferimento alla
situazione di sosta notturna dei residenti), da verificare con le
specifiche analisi di fattibilità economica e finanziaria.
3.3 - VERIFICA DI CAPACITÀ DELLE INTERSEZIONI
La verifica del livello di fluidità delle intersezioni si identifica
con la determinazione - nei periodi di punta - dell'indice di
congestione delle medesime, definendo quest'ultimo come rapporto tra
i flussi veicolari previsti e quelli che potrebbero essere smaltiti
da ciascuna intersezione, nel caso in cui si adottasse una
regolazione semaforica della sua durata massima (cfr. pgf. 2.4).
Dalla determinazione di detto indice, specialmente nel caso in cui
esso assuma valore superiore all'unità, conseguono dirette e moti-
vate ipotesi sull'organizzazione tipo da adottare per le intersezioni
o sulle modifiche da adottare nello schema di circolazione e nella
classifica viaria (strade di servizio per le svolte a sinistra devi-
ate dall'intersezione in esame, nuovi sensi unici per la deviazione
dell'intero flusso di traffico confluente sull'intersezione da uno o
più rami, ecc.), o sull'eventuale ampliamento delle zone di accumulo
e di uscita delle carreggiate stradali intersecantisi, oppure - in-
fine - sull'eventuale utilizzo di soluzioni delle intersezioni a
livelli sfalsati.
Quest'ultime soluzioni possono essere proposte semprechè, anche in
questo caso, non risulti possibile introdurre ulteriori ipotesi con-
crete di politica intermodale di soddisfacimento della domanda di
mobilità.
Le verifiche in questione vengono in genere svolte in sede di Piani
particolareggiati ed assumono significato tanto più concreto quanto
più i traffici previsti si avvicinino alla realtà.
Ciò significa che esse andranno ripetute in sede di gestione del PUT
e, comunque, subito dopo l'instaurazione di nuovi sensi unici od
altri provvedimenti che abbiano a modificare sostanzialmente la
distribuzione dei flussi di traffico sulla rete stradale.
4 - INDAGINI E RILEVAZIONI
Da quanto esposto deriva che i dati, occorrenti per una corretta
impostazione di un PUT e per la successiva verifica degli interventi
realizzati, possono essere fondamentalmente suddivisi in due insiemi,
dei quali l'uno riguarda la descrizione della mobilità (domanda di
trasporto) e l'altro la descrizione delle caratteristiche delle rete
esistente (offerta di trasporto). Sia la domanda che l'offerta vanno
compiutamente esaminate in termini di movimento e sosta, almeno con
riferimento alle principali componenti di traffico (cfr. pgf. 3.2.1
delle direttive).
Tali dati non esauriscono comunque l'intera base conoscitiva
necessaria per la redazione del PUT secondo quanto messo in evidenza
nel successivo paragrafo 4.3.
Per tutti i tipi di rilevazioni su strada si dovrà accertare che
durante il loro svolgimento non vi siano turbative del traffico
dovute a situazioni spazio-temporali contingenti che renderebbero i
risultati privi di significato. È opportuno, quindi, che le indagini
ed i rilievi vengano generalmente eseguiti nei giorni feriali dal
lunedì al venerdì e durante i normali periodi di attività
lavorativa e scolastica (salvo che non si intenda studiare situazioni
di punta specifiche, quali quelle connesse ad attività turistiche,
ricreative, ecc., che coinvolgono direttamente i giorni festivi ed i
periodi di ferie).
4.1 - LA DOMANDA DI TRASPORTO
4.1.1 - Mobilità
La domanda di mobilità urbana stradale, afferente ai diversi modi di
trasporto (collettivo ed individuale, motorizzati e non motorizzati,
ecc.), può essere rapidamente descritta in termini di "flussi
veicolari" su significative sezioni della rete, nel periodo temporale
di riferimento, quando con il PUT non si intenda modificare in modo
sostanziale l'attuale configurazione dei percorsi e di uso dei
diversi mezzi di trasporto.
In questo contesto, per variazione sostanziale della configurazione
del traffico non si intende tanto quella conseguente - ad esempio -
allo sdoppiamento dei sensi di marcia di alcune direttrici stradali o
all'introduzione di taluni divieti di svolta, quanto quella
conseguente - ad esempio - all'operazione di riassetto completo della
circolazione su vaste aree urbane, con - in particolare - deviazione
dei relativi traffici di attraversamento e variazioni significative
della ripartizione modale degli spostamenti tra mezzi collettivi e
mezzi individuali (per effetto - ad esempio - della tariffazione
della sosta su strada, od altro).
Nel caso, quindi, di sostanziale invarianza della configurazione del
traffico, si provvederà al rilievo dei flussi veicolari (e/o di
persone) sui tronchi principali della rete stradale, pervenendo così
alla descrizione del sua assetto attuale.
Tale modo di procedere risulta giustificabile anche in presenza di
prevista variazione sostanziale della configurazione del traffico,
nel caso - però - di ambiti territoriali di modeste dimensioni per i
quali esistono limitatissime alternative di percorsi stradali, o
comunque in situazioni di flussi veicolari da deviare di non
rilevante entità rispetto alle capacità di trasporto disponibili.
Per la rilevazione dei flussi di traffico si può ricorrere all'uso
di tecniche campionarie, tenendo conto della peculiarità che la
situazione in studio presenta, sia dal punto di vista della
composizione dei flussi (definizione delle componenti di traffico da
rilevare), sia della loro entità in relazione ai diversi periodi di
punta del giorno (almeno nel primo mattino e nel tardo pomeriggio
con periodi di rilevamento anche sub-orari) e dell'anno (definizione
degli eventuali periodi stagionali).
Nel caso, invece, in cui si ritenga di dover intervenire con una
diversa configurazione del traffico, a raggio molto vasto e di
consistente entità (nei significati precitati), sarà necessario
conoscere la domanda di mobilità in termini di matrice
origine/destinazione (matrice O/D) degli spostamenti veicolari (e/o
di persone) totalmente o parzialmente interni all'area urbana.
In altri termini si tratta di conoscere l'intensità delle singole
linee di desiderio (l.d.d. - singoli elementi della matrice O/D
citata), venendo così a disporre di una informazione più completa e
totalmente indipendente dalla distribuzione attuale del traffico
sulla rete e adatta, quindi, ad individuare configurazioni alterna-
tive di traffico tra cui scegliere la migliore. A prescindere -
infatti - dal periodo temporale di riferimento e dal modo di
trasporto utilizzato, l'informazione "flusso di traffico" risulta
definita attraverso l'indicazione della sola sezione di rilevamento,
mentre, la "linea di desiderio" rimane descritta dalla coppia di
indicazioni relative all'origine ed alla destinazione dello
spostamento e, quindi, indipendentemente dal percorso seguito.
Elemento di particolare attenzione nella descrizione della mobilità
attraverso la matrice O/D è la partizione in zone dell'area di stu-
dio, in quanto a partizioni diverse competono matrici diverse, capaci
di esaltare, o addirittura celare, i fenomeni circolatori che si
intendono studiare. Infatti, con suddivisioni del territorio in zone
eccessivamente ampie si ha l'esaltazione della mobilità
"intrazonale" che, per altro, non è poi possibile descrivere sulla
rete. La dimensione delle zone dovrà pertanto essere congruente, in
particolare, con la lunghezza degli spostamenti che non è necessario
considerare per l'elaborazione del PUT (con riferimento - ad esempio
- a percorsi pedonali massimi accettabili dell'ordine di 300 m, per
il raggiungimento sia delle fermate del trasporto collettivo, sia
delle aree di parcheggio dei veicoli individuali).
Riguardo alle matrici O/D si evidenzia che, per quanto attiene alla
mobilità sistematica (mobilità per motivi di studio e di lavoro),
l'ISTAT - nell'ambito del censimento generale della popolazione -
rileva le informazioni necessarie alla successiva ricostruzione della
matrice O/D a livello comunale ed intercomunale, utilizzando come
suddivisione di base del territorio le zone censuarie. L'ampiezza di
quest'ultime zone risulta adatta agli scopi del PUT (in genere,
attraverso operazioni di accorpamento delle zone medesime) ed
relativi dati possono essere utilizzati purchè - preventivamente -
la codifica delle informazioni in questione venga specificatamente ad
interessare anche la zona di destinazione urbana degli spostamenti.
Nel caso di utilizzazione di matrici O/D non derivanti da indagini
specifiche (interviste a domicilio, su strada, ecc.), occorre che la
loro ricostruzione sia eseguita attraverso sistemi di taratura dei
dati che si avvalgano di approfonditi rilievi dei flussi di traffico
su strada, di modo che il PUT possa - comunque - essere redatto con
una base conoscitiva della domanda di trasporto sufficientemente
attendibile e significativa.
4.1.2 - Sosta veicolare
Tra le indagini necessarie a descrivere la domanda di trasporto è da
comprendere - specificatamente - quella inerente alla domanda di
sosta delle autovetture, quanto meno per la quota parte attualmente
effettuata su strada e su aree aperte al pubblico.
È, in particolare, necessario descrivere tale domanda sia in termini
quantitativi (numero autovetture in sosta per particolari periodi di
tempo, rotazioni giornaliere di sosta per specifiche aree, ecc.), che
qualitativi (residenti, addetti, visitatori, ecc.), adottando di
volta in volta metodi di indagine specifici, campionari o riferiti
all'universo. A tali scopi vengono in genere effettuate rilevazioni
di presenza di sosta a metà mattino, a metà pomeriggio e di notte.
Ove specificatamente richiesto da parte delle amministrazioni
comunali, devono inoltre, essere svolte indagini su componenti
veicolari particolari, quali i veicoli merci, gli autobus turistici,
i velocipedi, ecc.
4.2 - OFFERTA DI TRASPORTO
4.2.1 - Inventario della rete
Anche al fine di avviare le necessarie operazioni del catasto
stradale (articolo 13, comma 6, del nuovo Cds), la rete stradale va
indagata al fine di predisporre elaborati (tabulari e/o grafici), che
per ciascun suo tronco viario indichino - in genere - almeno:
- la caratterizzazione urbanistica (residenziale, commerciale,
industriale, ecc.);
- l'organizzazione e le principali caratteristiche geometriche della
sede stradale (larghezza della carreggiata e dei marciapiedi,
spartitraffico, ecc.);
- i sensi di circolazione, i divieti di svolta e le categorie
veicolari ammesse (attuale schema di circolazione);
- la presenza di linee di trasporto collettivo (servizi urbani ed
extraurbani) e di relativi impianti fissi in sede propria (linee
ferroviarie e tranviarie);
- l'esistenza di impedimenti fisici notevolmente condizionanti il
deflusso veicolare (curve eccezionali, strettoie, ecc.) e di fattori
coadiuvanti l'inquinamento atmosferico ed acustico (edifici
latistanti di notevole altezza, ecc.);
- la tipologia della capacità legale di sosta e dei divieti di
sosta, oltre che su strada anche su aree aperte al pubblico;
- la disponibilità di aree, fuori dalla sedi stradali, eventualmente
utilizzabili per la sosta dei veicoli (anche di proprietà privata).
4.2.2 - Mobilità
L'offerta di trasporto è in genere caratterizzata dal numero di
persone e/o quantità di merci che possono transitare su ciascun
elemento della rete (nel periodo temporale di riferimento) e dalle
relative condizioni di transito, tra cui viene esaminata in
particolare la velocità.
Nel caso della rete stradale, la presenza di traffico comporta il
mutuo condizionamento tra i diversi veicoli e tra i vari tipi di
utenti, specialmente sulle intersezioni; da ciò deriva che la
velocità di esercizio della singola strada, compreso
l'attraversamento delle intersezioni, dipende dal numero degli utenti
che vi transitano (flusso - in genere - espresso in autovetture
equivalenti/ora, attraverso l'uso di adeguati coefficienti di
omogeneizzazione delle diverse categorie di veicoli rispetto alle
condizioni di movimento in esame). L'offerta di mobilità di ciascun
elemento della rete stradale è, pertanto, descritta tramite
un'opportuna funzione denominata "curva di deflusso".
Detta curva, in funzione delle caratteristiche geometriche,
ambientali e di traffico di una strada, fornisce per ciascun tronco
stradale omogeneo l'andamento della velocità della corrente
veicolare in funzione del flusso di traffico. In altri termini la
curva di deflusso fornisce per ciascun livello di servizio
(velocita') la relativa capacità (o portata) del tronco stradale.
Se nelle analisi (cfr. pgf. 3.1), il processo di assegnazione del
traffico è eseguito a partire dalla conoscenza dei soli flussi di
traffico, è sufficiente che l'offerta di mobilità della rete
stradale sia descritta dalla capacità di ciascun tronco, ad un
prefissato livello di servizio.
Ciò risulta valido anche nel caso che si adottino modelli di
assegnazione del traffico con criterio di individuazione dei percorsi
del tipo "tutto o niente" sulla base della minimizzazione delle
distanze o dei tempi di percorrenza (con velocità prefissate).
Se, invece, si fa uso di un modello di assegnazione delle linee di
desiderio alla rete stradale di tipo più complesso (con
minimizzazione dei tempi di percorrenza o dei costi di trasporto -
variabili in rapporto ai flussi veicolari -, od altro), l'offerta
deve essere descritta tramite la curva di deflusso associata a
ciascun tronco stradale.
In particolare, si tenga presente che i modelli di assegnazione con
minimizzazione dei tempi di percorrenza, specificamente adatti per il
confronto di utilità tra schemi di circolazione alternativi, ben si
prestano nell'ambito del PUT anche a tener conto degli effetti del
consumo di carburante e dell'inquinamento atmosferico, poichè la
minimizzazione degli anzidetti tempi si identifica con la
massimizzazione delle velocità di percorrenza e quest'ultima, a sua
volta, si identifica con la minimizzazione dei consumi di carburante
e dell'inquinamento atmosferico.
In ogni caso, con i modelli di assegnazione la rappresentazione delle
reti viene effettuata tramite un grafo, che rimane descritto da un
insieme di nodi, i quali identificano i centri di origine e di
destinazione degli spostamenti (nodi centroidi) e/o le intersezioni
tra le strade (nodi di scambio), e da un insieme di archi, i quali
individuano le strade che si intendono descrivere (rete viaria
principale sottoposta ad analisi).
Diversa è la situazione per le linee di trasporto pubblico
collettivo in sede propria, per le quali la velocità di esercizio
non subisce sostanziali condizionamenti (a parte quelli delle
intersezioni) dall'entità dell'utenza (passeggeri). In questo caso
l'offerta di trasporto e'definita a priori e coincide generalmente
con il servizio effettuato; il corrispondente parametro di misura
(dipendente dal numero e tipo di mezzi, frequenza, velocità
commerciale, ecc.) è direttamente rappresentato dal numero di "posti
x km/ora" offerti.
4.2.3 - Sosta veicolare
L'offerta di sosta è ottenuta quantificando la disponibilità dei
posti-sosta (convenzionalmente posti-autovettura) consentiti dalle
disposizioni vigenti (posti legali), sia su strada che su aree aperte
al pubblico (cfr. pgf. 4.2.1).
Per lo svolgimento dell'analisi relativa allo sgombero della sosta
dalla rete principale è necessario disporre di dati sufficientemente
disaggregati; pertanto le specifiche indagini devono essere svolte
tronco per tronco stradale e/o per ambiti territoriali opportunamente
ristretti.
È inoltre opportuno che i rilievi interessino anche i divieti di
sosta, con - possibilmente - le relative motivazioni.
È, infine, necessario provvedere all'inventario delle aree (con le
loro dimensioni) in cui sia possibile la realizzazione di parcheggi a
raso, anche se attualmente non aperte al pubblico ed in special modo
qualora siano di proprietà pubblica.
4.3 - ALTRE INDAGINI PARTICOLARI
4.3.1 - Rilievo dei flussi alle intersezioni
Esso è costituito dal rilievo delle correnti veicolari distinte per
categoria di veicoli e per tipo di manovra effettuata.
Questo tipo di indagine va eseguita per fornire i dati necessari alla
progettazione di una razionale organizzazione della circolazione
sulle intersezioni.
Pertanto, nel caso in cui il PUT si elabori sulla base della
conoscenza dei flussi di traffico, il rilievo si esegue - in genere -
prima del progetto degli interventi e, dal momento che esso viene
esteso alle intersezioni della prevista viabilità principale, può
praticamente sostituire il rilievo dei flussi sulle sezioni stradali
di cui al paragrafo 4.1.1 (salvo problemi connessi a situazioni di
congestione delle intersezioni, che richiedono l'esecuzione delle
rilevazioni "a monte" delle code veicolari).
Viceversa nel caso in cui il PUT si elabori sulla base della
conoscenza della matrice O/D degli spostamenti, l'indagine in
questione conviene - in genere - che sia eseguita dopo la
realizzazione degli interventi di variazione dello schema di
circolazione, sia per consentire i successivi affinamenti del Piano,
sia per adeguarlo alle eventuali modifiche di comportamento degli
utenti, non previste dal modello di assegnazione del traffico.
4.3.2 - Indagini sul trasporto pubblico collettivo
Il trasporto pubblico collettivo può essere gestito da diversi
soggetti pubblici e privati, le relative indagini devono pertanto
essere svolte contemporaneamente su tutte le linee, distinguendo i
dati relativi a singola azienda o società di gestione.
Esse riguardano, in particolare, i percorsi delle linee, l'ubicazione
delle fermate, le frequenze e le velocità operative e commerciali
dei mezzi e, possibilmente, il numero dei passeggeri saliti e discesi
alle principali fermate urbane.
Dette informazioni, opportunamente elaborate, consentono di
individuare - in particolare - i tronchi stradali dove è
maggiormente necessario intervenire per la fluidificazione del
servizio pubblico, nonchè risultano necessarie per il
dimensionamento e l'attrezzatura delle aree di fermata.
4.3.3 - Indagini sugli incidenti
Al fine di ridurre il numero e la gravità degli incidenti, è
opportuno effettuare specifiche indagini sui medesimi e successive
analisi per accertarne le cause tecniche, sulla base di riepiloghi
annuali dei dati (possibilmente su base quinquennale), opportunamente
localizzati su planimetrie (mappe dei punti neri).
Ciò consente di studiare ed adottare i provvedimenti necessari, in
tutti i casi in cui gli incidenti siano dovuti, prevalentemente,
all'inadeguatezza delle infrastrutture stradali o della
organizzazione del traffico.
Qualora invece gli incidenti risultino dovuti essenzialmente al
comportamento degli utenti, le relative analisi possono fornire
indicazioni sull'opportunità di promuovere specifiche campagne in-
formative di sicurezza, specialmente correlando i relativi dati con
quelli delle contravvenzioni accertate.
4.3.4 - Indagini di controllo
Questo tipo di indagini, che rappresentano il cosiddetto monitoraggio
del traffico (cfr. pgf. 5.5 delle direttive), è richiesto:
- per valutare lo stato di esercizio della rete;
- per la taratura di eventuali modelli di assegnazione del traffico;
- per quantificare l'efficacia degli interventi adottati mediante
l'uso di parametri prefissati, rappresentativi della situazione
ottenuta;
- per consentire, eventuali, ulteriori affinamenti progettuali (piano
processo).
Tra i parametri da rilevare (flussi veicolari, velocità di
percorrenza, presenze di sosta, carico di passeggeri sul servizio di
trasporto pubblico ed incidenti) assume particolare significato la
velocità commerciale, rilevata "prima-dopo" la realizzazione degli
interventi lungo prestabiliti itinerari stradali, scelti in maniera
da rappresentare significatamente anche la velocità media
sull'intera rete stradale.
5 - ATTIVITÀ DELL'UFFICIO TECNICO DEL TRAFFICO
Pe il perseguimento degli obiettivi indicati al capitolo 2 delle
direttive, l'Ufficio tecnico del traffico (o - abbreviatamente -
Ufficio traffico, contraddistinto con la sigla UTT), deve svolgere
una serie di attività che risultano riepilogate nell'organigramma
appresso esposto, il quale è stato elaborato - per quanto attiene la
suddivisione dell'ufficio in più sezioni (o "funzioni") - con
riferimento a città dell'ordine di 300.000 abitanti.
Per città di dimensioni maggiori o inferiori dovranno, naturalmente,
essere apportate le modifiche rispettivamente necessarie in
ampliamento o in semplificazione, identificando - quindi - le
"sezioni" come specifiche "funzioni".
Ad esempio, per le aree urbane di maggiori dimensioni la 2 e la 3
sezione vanno articolate per singoli nuclei di progettazione (di
settore e/o di ambito territoriale); viceversa, per i centri abitati
di più modeste dimensioni, può prevedersi l'esistenza anche di una
sola sezione (costituente l'intero ufficio), ferma restando comunque
la necessità che vengano svolte tutte le attività esposte
nell'organigramma (al livello consono con le rispettive dimensioni
della problematica).
Altresì importante è il tener presente che l'organigramma in
questione non fa tanto riferimento alla fase di redazione del PUT o
della sua rielaborazione integrale, quanto alla sua gestione continua
nel tempo, con le sue necessarie verifiche ed aggiornamenti. Infatti,
la fase di redazione del PUT rappresenta un periodo di particolare
impegno progettuale, che può essere affrontato anche con la
collaborazione di tecnici specialisti esterni all'amministrazione
comunale, mentre altrettanto non può essere efficientemente fatto
per quanto attiene la sua attuazione, il controllo di utilità degli
interventi e le loro eventuali modifiche.
ORGANIGRAMMA DELL'ATTIVITÀ DELL'UFFICIO TECNICO DEL TRAFFICO
(per comuni dell'ordine di 300.000 abitanti)
| |
| ASSESSORE AL TRAFFICO ED AI TRASPORTI PUBBLICI (o ASSESSORE ALLA |
| MOBILITA') |
| |
| |
| INGEGNERE DEL TRAFFICO - DIRIGENTE DELL'UFFICIO |
| |
| |
| INGEGNERI DEL TRAFFICO - DIRIGENTI DI SEZIONE TECNICA |
| |
| | | |
| SEZIONI INDAGINI | | SEZIONE CONTROLLO E |
| STATISTICHE E PROGRAMMI | | SEGNALETICA |
| | | |
| | | |
| - statistiche sul traffico | | - segnaletica orizzontale |
| | | |
| - statistiche di incidenti e | | - segnaletica verticale e |
| contravvenzioni | | complementare |
| | | |
| - indagini origine-destinazione| | - segnali luminosi |
| | | |
| - catasto degli spazi pubblici | | - segnali a messaggio |
| stradali | | variabile |
| | | |
| - servizi e frequentazione dei | | - sistemi di parcheggio |
| mezzi pubblici collettivi | | |
| | | |
| - monitoraggio del traffico | | - nuovi sistemi tecnologici |
| | | |
| - banca dati e modelli | | - segnaletica di fermata e |
| | | capolinea mezzi pubblici |
| | | |
| - analisi "prima e dopo" | | - catasto della segnaletica |
| | | orizzontale e verticale |
| | | |
| - analisi economico-finanziarie| | - catasto della regolazione |
| | | semaforica |
| | | |
| - ricerche operative varie | | - rapporti con vigilanza urbana|
| | | |
| - previsioni e programmi di | | - pronto intervento |
| intervento | | |
| | | |
| - rapporti con organismi per | | - banca-progetti di regolazione|
| l'inquinamento ambientale | | del traffico |
| | | |
| - aggiornamento del PUT | | |
| | | |
segue
| |
| SEZIONE SISTEMAZIONI |
| INFRASTRUTTURALI |
| |
| |
| - marciapiedi e spartitraffico |
| |
| - aree di fermata e capolinea |
| dei mezzi pubblici |
| |
| - intersezioni canalizzate |
| |
| - aree di sosta |
| (ev. multipiano) |
| |
| - sistemazioni di accessi e |
| viabilità di servizio |
| |
| - supervisione dei progetti di |
| nuove linee di trasp. |
| collettivo |
| |
| - supervisione dei progetti di |
| nuove arterie e svincoli |
| |
| - esame progetti urbanistici |
| interessanti la mobilità |
| |
| - arredo urbano |
| |
| - rapporti con gli uffici |
| verde, illuminazione, |
| pubblicità stradale e difesa|
| beni ambientali |
| |
| - banca progetti di |
| infrastrutture e di arredo |
| |
segue
| | | |
| DIRIGENTE SEGRETERIA | | DIRIGENTE AMMINISTRATIVO |
| | | |
| | | |
| SEZIONE SEGRETERIA E | | SEZIONE GIURIDICO |
| RELAZIONI PUBBLICHE | | AMMINISTRATIVA |
| | | |
| | | |
| - protocollo ed archivio della | | - protocollo ed archivio delle |
| corrispondenza | | ordinanze |
| | | |
| - rapporti con altri uffici | | - pareri giuridici e relativi |
| pubbl., aziende trasporti, | | rapporti con altri uffici |
| F.S., A.N.A.S. ed ispettorato| | pubbl. |
| generale | | |
| | | - licenze taxi e permessi di |
| - campagne informative per | | circolazione |
| il conseguimento del | | |
| pubblico consenso sul PUT | | - concessioni trasporto |
| | | pubblico ed aree di |
| - conferenze stampa per | | parcheggio |
| singoli interventi di | | |
| attuazione del PUT | | - concessioni occupazioni |
| | | stradali e passi carrabili |
| - documentazioni sul traffico | | |
| (studi e planimetrie) | | - tariffazione sosta ed accesso|
| | | |
| - "sportello pubblico" per | | - controllo pubblicità ed |
| informazioni ed osservazioni | | insegne stradali |
| | | |
| - campagne preventive di | | - bilancio e gestione fondi |
| educazione e sicurezza | | e personale dell'Ufficio |
| stradale | | |
| | | - corsi qualificazione |
| | | personale |
| | | |
| | | - insegnamento scolastico e |
| | | parchi-scuola del traffico |
| | | |
5.1 - ORGANIZZAZIONE GENERALE E QUALIFICAZIONE DEL PERSONALE
L'attività dell'Ufficio è coordinata dal suo dirigente, che può
dipendere o direttamente dall'assessore al traffico ed ai trasporti
pubblici (o assessore alla mobilita'), ove l'assessorato sia
istituito in forma autonoma (caso più frequente, indicato
nell'organigramma), oppure da altro assessorato più complesso,
meglio se comprendente le competenze della vigilanza urbana e della
viabilità ed opere di urbanizzazione primaria (cfr. pgf. 6 delle
direttive).
In quest'ultimo caso l'Ufficio traffico, dovrà comunque disporre -
come detto - di autonomia funzionale, separata da quella degli altri
uffici facente parte dello stesso assessorato.
Dal dirigente dell'ufficio dipendono le seguenti cinque sezioni:
1 - indagini, statistiche e programmi,
2 - controllo e segnaletica,
3 - sistemazioni infrastrutturali,
4 - segreteria e relazioni pubbliche,
5 - giuridico-amministrativa.
Il dirigente dell'ufficio ed i dirigenti delle prime tre sezioni
anzidette (sezioni tecniche), è necessario che posseggano titoli
accademici coerenti alle funzioni da svolgere, tra cui - almeno - la
laurea in ingegneria civile trasporti; titoli preferenziali risultano
- poi - essere l'esperienza in pianificazione del traffico e dei
trasporti e la partecipazione a corsi di specializzazione post laurea
in materia di pianificazione anzidetta ed in materie ad essa
attinenti (programmi di formazione permanente, dottorati di ricerca,
ecc.). Tale esperienza e/o specializzazione dovrebbe poterli rendere
esenti dalle eventuali regole di rotazione del personale all'interno
dell'amministrazione.
Per gli altri due dirigenti di sezione possono valere le regole già
in vigore presso le singole amministrazioni comunali, tenuta comunque
presente l'opportunità di possedere esperienza nel settore delle
pubbliche relazioni per la 4 sezione ed esperienza giuridico-
amministrativa nel settore del traffico e dei trasporti per la 5
sezione. Oltre ai dirigenti di sezione, l'Ufficio traffico dovrebbe
poter disporre di altro personale laureato, con riferimento
particolare anche all'esperienza nei settori della statistica,
economia, urbanistica, arredo urbano, ambiente ed informatica.
Tenuto conto delle necessità e dei diversi livelli del personale,
l'Ufficio traffico dovrebbe poter contare (sempre con riferimento a
città dell'ordine di 300.000 abitanti) su una forza lavoro
complessivamente pari a 20-30 unità (compresi i dirigenti, ma
escluso il personale per l'esecuzione delle indagini su strada e per
l'apposizione della segnaletica), di cui oltre la metà concentrate
sulla 2 e 3 sezione, le quali devono in particolare disporre di
tecnici coadiutori (geometri, periti o altri diplomati specializzati)
che integrino opportunamente il corpo degli ingegneri specializzati
in pianificazione del traffico e dei trasporti.
In generale, poi, l'ufficio deve essere dotato delle attrezzature
tecniche necessarie allo svolgimento efficiente e tempestivo della
propria attività, con riferimento particolare alla gestione dei
propri archivi (banca-dati e modelli sul traffico, catasto delle
strade, della segnaletica e della regolazione semaforica, banca-
progetti di regolazione della circolazione stradale, di
infrastrutture dei trasporti e di arredo urbano, nonchè - ovviamente
- archivi della corrispondenza e delle ordinanze), avvalendosi - per
quanto possibile - delle più moderne attrezzature tecnologiche del
settore (personal computer, stampanti grafiche, ecc.).
In particolare, attraverso le conoscenze delle caratteristiche
fisiche delle strade e delle relative pertinenze ed arredi, nonchè
del traffico veicolare e pedonale che su di esse si svolge, il
catasto stradale in ambito urbano è uno strumento che consente la
programmazione della manutenzione e dello sviluppo viario, nonchè
della gestione del traffico, e - più in generale - la stessa
programmazione urbanistica.
Pertanto, detto catasto costituisce essenziale strumento di supporto
specialmente per:
a) l'attività di coordinamento e integrazione tra PUT,
pianificazione urbanistica e programmazione degli interventi
(recependo indicazioni e fornendo elementi per le scelte operative);
b) il monitoraggio del traffico (1 sezione dell'UTT);
c) l'elaborazione delle analisi "prima-dopo" (1 sezione dell'UTT);
d) la manutenzione e l'aggiornamento della segnaletica (2 sezione
dell'UTT);
e) l'individuazione delle sistemazioni infrastrutturali più urgenti
e comunicazione di tali esigenze ai diversi uffici competenti (3
sezione dell'UTT);
Successivamente, per tener conto anche delle informazioni relative
alle aree di sosta, il catasto in questione assume la denominazione -
più generale - di "catasto degli spazi pubblici stradali".
5.2 - ATTIVITÀ DELLE SINGOLE SEZIONI
Sempre con riferimento all'organigramma esposto, qui di seguito
vengono indicati alcuni aspetti peculiari dell'attività che deve
essere svolta dalle singole cinque "sezioni" secondo cui si articola
l'Ufficio traffico, identificabili - come detto per le città di
minori dimensioni - più propriamente in cinque "funzioni".
La 1 sezione - "Indagini, statistiche e programmi" trova la sua
motivazione di esistere nella considerazione che per poter
individuare le più adatte soluzioni alla congestione del traffico
occorre preliminarmente conoscere i diversi aspetti del problema, in
forma approfondita di dati attuali e previsionali (quest'ultimi in
rapporto alle diverse politiche di intervento adottabili). I dati cui
si fa riferimento sono quelli relativi alle statistiche di traffico
(a partire dalla popolazione, parco circolante privato - persone e
merci -, passeggeri dei mezzi pubblici, ecc.); alle statistiche degli
incidenti stradali correlati a quelli delle contravvenzioni (relative
mappe dei punti neri); alle indagini sulla origine e destinazione
degli spostamenti (dati raccolti dal censimento decennale della
popolazione e/o da specifiche indagini particolari); al catasto degli
spazi pubblici stradali (con le relative caratteristiche
toponomastiche e geometriche, di cui si è detto, correlate
all'entità dei rispettivi flussi veicolari in transito ed alle
presenze di sosta); ai servizi ed alla frequentazione dei mezzi
collettivi pubblici (delle aziende locali e delle F.S.); ed, infine,
al monitoraggio continuo del traffico (con particolare riferimento
almeno ai dati dei flussi veicolari, delle loro velocità di
percorrenza, delle presenze di sosta dei passeggeri dei mezzi
pubblici e degli incidenti stradali - cfr. pgf. 5.5. delle
direttive). I dati in questione possono essere ottenuti direttamente
dalla bibliografia ufficiale ed attraverso rilievi, indagini ed
inchieste condotte secondo opportuni metodo statistici, oppure
richiedendoli agli altri uffici od enti rilevatori che già si
occupano di rilevamenti statistici in genere.
Queste notizie, continuamente aggiornate ed archiviate nella propria
"banca-dati e modelli", consentono in particolare di svolgere le
indispensabili "analisi prima e dopo gli interventi", le "analisi
economico-finanziarie" (ad esempio, quelle relative alla tariffazione
della sosta) e tutte le altre "varie ricerche operative" necessarie a
mettere a punto le "previsioni ed i programmi di intervento"
necessari all'aggiornamento biennale del PUT (in collaborazione con
le altre due sezioni tecniche dell'Ufficio traffico).
È fondamentale, inoltre, che questa sezione curi anche i "rapporti
con gli organismi di controllo dell'inquinamento atmosferico ed
acustico", per affrontare le eventuali rispettive situazioni di
emergenza (cfr. pgf. 5.6 delle direttive) e per prevenirle sulla base
dei dati del monitoraggio del traffico e del monitoraggio ambientale.
La 2 sezione - "Controllo e segnaletica" - cura l'attuazione del PUT
e dei suoi aggiornamenti per quanto attiene - in particolare - il
controllo del traffico ed i piani di segnalamento nonchè
l'installazione, la gestione e la manutenzione della segnaletica
stradale e delle attrezzature tecnologiche su strada, nel rispetto
dei criteri di idoneità di cui al paragrafo 2.5.
La relativa attività concerne, in dettaglio, il corretto
tracciamento della "segnaletica orizzontale" (comprese isole
spartitraffico in vernice, stalli e piazzole di sosta, anche per i
veicoli merci) e l'adeguata apposizione (compresa la risoluzione dei
possibili problemi di interferenza tra segnali) della "segnaletica
verticale" (con particolare attenzione a quella di indicazione) e
"complementare" (delineatori stradali, toponomastica, ecc.), dei
"segnali luminosi" (a luce fissa o variabile), dei "segnali a
messaggio variabile" dei parcometri od altri "sistemi per la
regolazione della sosta", dei "nuovi sistemi tecnologici" (con
riferimento all'uso di tessere elettroniche prepagate per la sosta o
per l'accesso in determinate aree), della "segnaletica di
informazione alle fermate e capilinea dei mezzi pubblici" (taxi
compresi), ecc.
Ciò comporta, altresì, la disponibilità e l'aggiornamento continuo
del "catasto della segnaletica orizzontale e verticale" (in
correlazione al catasto stradale della 1 sezione) e del "catasto
della regolazione semaforica" (compresi i relativi schemi di
fasatura, di temporizzazione, di coordinamento, ecc.).
È anche essenziale che questa 2 sezione svolga una continua e
capillare azione di rapporti con la vigilanza urbana, affinchè
quest'ultima esplichi nella migliore forma possibile la propria
attività di controllo del traffico, sia per le nuove sistemazioni
circolatorie sia per quelle già in atto. È del pari opportuno che
il corpo di vigilanza urbana collabori, specialmente con questa
sezione dell'Ufficio traffico, fornendo tutti quei suggerimenti di
natura pratica che l'insostituibile esperienza diretta su strada è
capace di sviluppare.
Notevolmente importante è, infine, l'attività di "pronto
intervento" che la sezione deve svolgere per situazioni particolari
(lavori stradali, manifestazioni straordinarie, ecc.), con tempestivo
approntamento di progetti per deviazioni del traffico, adeguati
restringimenti delle sedi stradali, uso di semafori mobili per sensi
unici alternati e rispettiva segnaletica di lavori in corso. La
tempestività di redazione dei progetti è naturalmente connessa
anche alla facile accessibilità alla "banca-progetti di regolazione
del traffico", gestita dal questa 2 sezione.
La 3 sezione - "Sistemazioni infrastrutturali" cura l'attuazione del
PUT e dei suoi aggiornamenti per quanto attiene - in particolare - le
modifiche (ancorchè modeste, ma indispensabili) delle sedi stradali
e delle aree per la sosta, nonchè - almeno - l'impostazione e la
verifica finale dei progetti di nuove opere infrastrutturali del Pi-
ano dei trasporti e degli strumenti urbanistici generali ed
attuativi.
Le modifiche delle sedi ed aree stradali, con riferimento agli
interventi propri del PUT, riguardano in genere i nuovi "marciapiedi,
passaggi pedonali, piste ciclabili e vari spartitraffico
materializzati" (comprese le isole salvagente), gli "apprestamenti
per le fermate ed i capilinea dei mezzi pubblici", ed i relativi
interscambi di passeggeri, le "intersezioni canalizzate" (comprese le
isole spartitraffico, le rotatorie e le eventuali attrezzature a
livelli sfalsati) - con risoluzione degli essenziali problemi di
visibilità -, le sistemazioni delle "aree di sosta" su strada (con
opportuna modellatura dei marciapiedi) e fuori delle sedi stradali
(con eventuali impianti multipiano), di tipo sostituivo o di scambio
ed anche a servizio di autobus turistici e di veicoli merci, nonchè
le sistemazioni di "accessi" (passi carrabili) e della "viabilità di
servizio" (anche con adeguati varchi degli spartitraffico).
L'impostazione e la verifica finale di nuove opere infrastrutturali
di trasporto riguardano la supervisione dei progetti sia di nuove
"linee ed attestamenti di trasporto pubblico collettivo" (su gomma,
su ferro, ecc.), sia di "nuove arterie e svincoli stradali",
(veicolari, pedonali e ciclabili), progetti questi che - in linea di
massima - dovranno essere tutti impostati dalla 3 sezione
dell'Ufficio traffico.
Se detti progetti verranno poi redatti esecutivamente da altri
uffici, essi dovranno essere riesaminati ed approvati per il parere
finale dalla sezione in questione.
Parimenti, per quanto riguarda i "progetti urbanistici" più
consistenti (anche a livello di relativi piani particolareggiati ed
attuativi), che coinvolgono i problemi di mobilità dei cittadini
(compresi i parcheggi pertinenziali), è necessario un'intervento
informativo e consultivo della 3 sezione dell'Ufficio traffico, che
possa concretarsi, se non proprio in un parere vincolante sulle
concessioni edilizie, almeno mediante un efficiente e reale
coordinamento delle competenze tra gli uffici coinvolti, su un piano
di loro stretta collaborazione (conferenze dei servizi). In generale,
all'atto realizzativo di ogni opera infrastrutturale dei trasporti,
un rappresentante di questa sezione dell'Ufficio traffico dovrà
affiancare la direzione dei lavori, per garantire che taluni
particolari, definiti solo durante i lavori, non siano realizzati in
modo da danneggiare la funzionalità delle opere sotto il profilo
della fluidità e sicurezza della mobilità pedonale e veicolare.
Un ultimo fondamentale settore di attività di questa 3 sezione
riguarda i progetti di "arredo urbano", specialmente con riferimento
alla organizzazione ambientale delle aree pedonali (a partire dalla
rimodellatura delle pavimentazioni), ma anche con riferimento
all'attrezzatura dei diversi tipi di strade, in modo che la loro
categoria funzionale (cfr. pgf. 3.1.1 delle direttive) e, quindi, i
comportamenti da tenere possano essere immediatamente compresi
dall'utenza in transito (motorizzata, pedonale e ciclistica).
Divengono in questo senso essenziali i "rapporti di collaborazione
con altri uffici", eventualmente non comunali, relativi alle
competenze sull'illuminazione stradale, sulle insegne e pubblicità
stradale, sul verde stradale e sulla difesa dei beni ambientali.
Anche in questo caso la funzionalità della sezione è strettamente
connessa alla facile accessibilità alla propria "banca-progetti di
infrastrutture di trasporto e di arredo stradale".
Oltre alle "attività tradizionali di segreteria", comprendenti il
protocollo e l'archivio della corrispondenza, nonchè i rapporti sia
con altri uffici comunali precedentemente non menzionati (ma, anche a
livello provinciale e regionale), sia con le aziende di trasporto
pubblico coinvolte, con le Ferrovie dello Stato, con l'A.N.A.S. ed,
in particolare, con la Direzione generale della viabilità e
mobilità urbana ed extraurbana ed altri uffici ministeriali, la 4
sezione - "Segreteria e relazioni pubbliche" cura specialmente le
attività connesse all'informazione pubblica nel settore del
traffico.
In tal senso questa 4 sezione deve essere particolarmente bene
organizzata per quanto riguarda le pubbliche relazioni, dovendo
assumersi il ruolo di coordinamento tra le iniziative degli altri
servizi comunali che hanno attinenza con la mobilità e dovendo
direttamente venire a contatto sia con numerosi organismi tecnici e
sociali della città, sia con molte categorie di utenti che si
considerano danneggiate dai provvedimenti restrittivi di
regolamentazione della circolazione stradale. Conseguentemente, dalla
4 sezione dell'Ufficio traffico dovranno essere organizzate
"adeguate campagne informative per il conseguimento del pubblico
consenso sul PUT" e - pertanto - focalizzate, non solo sulla diffusa
conoscenza degli interventi generali del Piano, ma anche sulle
finalità e motivazioni che hanno determinato la loro scelta.
Infatti, solo la diffusa e convinta conoscenza da parte di chi lo
deve utilizzare, cioè di tutta la popolazione, può garantire al PUT
il completo successo nella sua attuazione. Rientrano nella stessa
logica anche le successive "conferenze stampa per le varie fasi
attuative del Piano", con i relativi comunicati corredati di idonee
planimetrie illustranti i singoli nuovi interventi. Questo tipo di
attività presuppone, quindi, l'esistenza di addetti specifici alla
preparazione di "documentazioni sul traffico urbano" (pubblicazione
di studi e planimetrie della città, con percorsi delle linee di
trasporto pubblico e relativi orari e tariffe, schemi generali e
particolari di circolazione veicolare, ubicazione delle aree di
parcheggio e relative tariffe, ambienti pedonalizzati, ecc.), da
distribuire direttamente anche presso uno "sportello al pubblico",
destinato sia a fornire informazioni, sia a raccogliere osservazioni
da parte dei cittadini (con eventuale numero verde telefonico).
Parimenti importante per questa 4 sezione, è lo svolgimento di
campagne preventive di educazione e sicurezza stradale", finalizzate
all'approfondita conoscenza delle norme del Cds da parte di tutta
l'utenza, in modo da ottenere benefici effetti in termini sia di
maggiore fluidità della mobilità veicolare, sia di minore frequenza
e gravità degli incidenti stradali.
Fondamentale è la selezione sistematica dei singoli argomenti da
trattare nelle campagne in questione, individuando i settori di
utenza e le discipline di traffico da affrontare (in collaborazione
con la 1 sezione), eventualmente in forma ripetitiva e maggiormente
diffusa, nel caso in cui le corrispondenti successive "campagne re-
pressive" svolte dal corpo di vigilanza urbana dovessero dimostrare
di non aver raggiunto gli obiettivi prefissati.
Oltre alle attività tradizionali di "protocollo ed archivio delle
ordinanze" e di "pareri giuridico-amministrativi" dello specifico
settore e, quindi, di rapporti con gli altri analoghi uffici
(comunali, provinciali, regionali e ministeriali), in modo da poter
sempre operare nell'ambito della legalità, la 5 sezione -
"Giuridico- amministrativa" viene a svolgere molte altre attività
della pubblica amministrazione, connesse, - in particolare - al
rilascio di "licenze per i taxi" e di "permessi speciali di
circolazione" (per veicoli pesanti, veicoli dei residenti in determi-
nate zone, ecc.), al rilascio di "concessioni per la costruzione e la
gestione di nuove linee di trasporto pubblico e di nuovi parcheggi"
(esclusi quelli a carattere pertinenziale), alle "concessioni di
occupazione del suolo pubblico" ed all'apertura di "passi carrabili",
al controllo della gestione dell'eventuale "tariffazione della sosta
e dell'accesso in determinati ambienti urbani" ed al controllo
dell'installazione di "sistemi pubblicitari e di insegne stradali".
Quest'ultime attività consentono - tra l'altro - di recuperare fondi
che istituzionalmente, insieme ai fondi contravvenzionali ed agli
specifici contributi regionali, devono confluire nei capitoli di
bilancio dell'Ufficio traffico, da utilizzare per le proprie
attività di rilevazione, progettazione ed intervento per il
miglioramento della circolazione e sicurezza stradale. Ne consegue
una consistente e strategica attività di "bilancio e gestione dei
fondi" dell'ufficio medesimo.
Poichè, infine, questa 5 sezione risulta formata prevalentemente da
personale amministrativo, ad essa vengono inoltre assegnati - in
genere - i compiti di organizzazione sia dei "corsi di formazione ed
aggiornamento tecnico del personale" interno ed esterno all'Ufficio
(compresi specialmente i vigili urbani), sia dell'insegnamento
scolastico, con quest'ultimo insegnamento eventualmente coadiuvato
attraverso la realizzazione di specifici "parchi-scuola sul
traffico". L'espletamento di quest'ultima attività è - in ogni caso
- da svolgere in stretta collaborazione con il corpo dei vigili
urbani ed in coordinazione con le attività relative alle campagne
informative e di educazione stradale, precedentemente esposte (cfr.
4 sezione). |
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Serie Generale | 2002 | DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI | PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE | Serie Generale n. 79 del 4-4-2002 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2002-04-04&atto.codiceRedazionale=02A03731&elenco30giorni=false | PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE | ORDINANZA 28 marzo 2002 | Ulteriori disposizioni di protezione civile per il proseguimento degli interventi di superamento dell'emergenza nelle regioni colpite dagli eventi alluvionali dell'autunno 2000. Riparto dei fondi. (Ordinanza n. 3191). (GU Serie Generale n.79 del 04-04-2002) | IL MINISTRO DELL'INTERNO
delegato per il coordinamento
della protezione civile
Visto l'art. 5, comma 2 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con
modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in data
21 settembre 2001, che delega le funzioni del coordinamento della
protezione civile, di cui alla legge 24 febbraio 1992, n. 225, al
Ministro dell'interno;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21
dicembre 2001 con il quale è stata disposta la proroga dello stato
di emergenza in ordine a situazioni emergenziali derivanti dagli
eventi alluvionali verificatisi nel corso dei mesi di ottobre e
novembre 2000 che hanno interessato i territori delle regioni
Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia,
Toscana e delle province autonome di Trento e di Bolzano;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14
gennaio 2002 con il quale è stata disposta la proroga dello stato di
emergenza in ordine a situazioni emergenziali derivanti dagli eventi
alluvionali verificatisi nel corso dei mesi di ottobre e novembre
2000 che hanno interessato i territori delle regioni Veneto e Valle
d'Aosta;
Vista l'ordinanza del Ministro dell'interno delegato al
coordinamento della protezione civile n. 3135 del 10 maggio 2001,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 116
del 21 maggio 2001, recante disposizioni per il proseguimento degli
interventi di superamento dell'emergenza nelle regioni colpite dagli
eventi alluvionali dell'autunno 2000;
Visto l'art. 2, commi 1 e 2 della predetta ordinanza che prevede
la ripartizione per gli anni 2002 e 2003 delle somme assegnate alle
regioni e alle province autonome con l'art. 1, comma 1, della
medesima ordinanza;
Tenuto conto che la tabella F allegata alla legge 28 dicembre 2001,
n. 448, ha rimodulato per gli anni 2002, 2003 e 2004 gli stanziamenti
originariamente previsti dalla tabella F allegata alla legge 23
dicembre 2000, n. 388, per gli anni 2002 e 2003, a titolo di
reintegro del Fondo per la protezione civile;
Tenuto conto altresi che per effetto di tale rimodulazione gli
stanziamenti per gli anni 2002, 2003 e 2004 sono quantificati
rispettivamente, in euro 165.266.207,71, euro 103.291.379,82 e euro
216.911.897,62, senza alcuna variazione rispetto all'assegnazione
complessiva prevista dall'art. 1, comma 1, della sopra citata
ordinanza n. 3135 del 10 maggio 2001;
Considerato che occorre procedere ad un nuovo riparto dei fondi
assegnati alle regioni e alle province autonome con l'art. 2, commi 1
e 2 della predetta ordinanza n. 3135 ridefinendo le suddette
assegnazioni in misura proporzionale alla rimodulazione di cui sopra;
Tenuto conto inoltre che, per tale mera rimodulazione, conseguente
al predetto disposto legislativo ed effettuate sulla base di criteri
oggettivi, predeterminati e senza alcuna discrezionalità in merito,
non ricorrono le condizioni per acquisire l'intesa ex art. 107 del
decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
Su proposta del capo del Dipartimento della protezione civile;
Dispone:
Art. 1.
1. I commi 1 e 2 dell'art. 2 dell'ordinanza n. 3135 del 10 maggio
2001 sono così sostituiti:
"1. All'onere derivante dall'applicazione dell'art. 1, comma 1,
dell'ordinanza n. 3135 del 10 maggio 2001 (pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana n. 116 del 21 maggio 2001) si
provvede con la disponibilità di cui all'unità previsionale di base
n. 13.2.1.3 (capitolo 974 - Fondo per la protezione civile) del
bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli
anni 2002, 2003 e 2004, secondo la seguente ripartizione: regione
autonoma Valle d'Aosta: euro 7.032.604,58 a valere sulle
disponibilità per l'anno 2002, euro 4.395.377,86 a valere sulle
disponibilità per l'anno 2003, euro 9.230.293,52 a valere sulle
disponibilità per l'anno 2004; regione Piemonte: euro 66.809.743,54
a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 41.756.089,71 a
valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 87.687.788,40 a
valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione Liguria: euro
24.614.116,04 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro
15.383.822,53 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro
32.306.027,30 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione
Lombardia: euro 5.274.453,44 a valere sulle disponibilità per l'anno
2002, euro 3.296.533,40 a valere sulle disponibilità per l'anno
2003, euro 6.922.720,14 a valere sulle disponibilità per l'anno
2004; regione Emilia-Romagna: euro 20.570.368,41 a valere sulle
disponibilità per l'anno 2002, euro 12.856.480,25 a valere sulle
disponibilità per l'anno 2003, euro 26.998.608,53 a valere sulle
di-sponibilità per l'anno 2004; regione Toscana: euro 20.218.738,18
a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 12.636.711,36 a
valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 26.537.093,86 a
valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione Veneto: euro
5.801.898,78 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro
3.626.186,74 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro
7.614.992,15 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione
autonoma Friuli-Venezia Giulia: euro 5.801.898,78 a valere sulle
disponibilità per l'anno 2002, euro 3.626.186,74 a valere sulle
disponibilità per l'anno 2003, euro 7.614.992,15 a valere sulle
disponibilità per l'anno 2004; provincia autonoma di Trento: euro
3.867.932,52 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro
2.417.457,83 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro
5.076.661,43 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; provincia
autonoma di Bolzano: euro 5.274.453,44 a valere sulle disponibilità
per l'anno 2002, euro 3.296.533,40 a valere sulle disponibilità per
l'anno 2003, euro 6.922.720,14 a valere sulle disponibilità per
l'anno 2004.
2. Le regioni e le province autonome di cui al com-ma 1, prima
degli esercizi finanziari 2002, 2003 e 2004, possono anticipare le
somme equivalenti allo scopo di provvedere ad eventuali erogazioni
che si rendesse necessario disporre in favore dei soggetti attuatori
degli interventi.".
La presente ordinanza sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.
Roma, 28 marzo 2002
Il Ministro: Scajola |
|
Contratti | 2012 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 62 del 30-5-2012 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-05-30&atto.codiceRedazionale=T12BGA9750 | BANCA D'ITALIA | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.62 del 30-5-2012) | Avviso volontario per la trasparenza preventiva (art. 79-bis del
d.lgs. n. 163/2006 e s.m.i.)
Stazione appaltante: Banca d'Italia - Servizio Elaborazioni e
Infrastrutture - Via Nazionale 91 - 00184 Roma - tel. 0647921 -
www.bancaditalia.it.
Oggetto del contratto: manutenzione e assistenza telefonica per il
prodotto MULTILAB (C038/11).
Motivazione dell'affidamento con procedura negoziata: ai sensi
dell'art. 57, comma 2, lettera b) del d.lgs. n. 163/2006 e s.m.i., in
quanto la società è titolare dei diritti di esclusiva.
Denominazione aggiudicatario: TELPRESS ITALIA S.p.A. - Via Maestri
del Lavoro, 1/b - 02010 Vazia (RI).
Il capo del servizio - Responsabile del procedimento
ing. Andrea Cividini
T12BGA9750 |
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Contratti | 2022 | ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA | ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 89 del 1-8-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-08-01&atto.codiceRedazionale=TX22BIA16499 | ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL'EMILIA-ROMAGNA | Sede legale: via Antonio Bianchi n. 9 - 25124 Brescia (BS), Italia Codice Fiscale: 00284840170 Partita IVA: 00284840170 | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.89 del 1-8-2022) | Asta pubblica - Affitto di due lotti di terreno agricolo
È indetta asta pubblica per la cessione in affitto di due lotti di
terreno agricolo siti nel comune di Roncadelle (BS) di proprietà
dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e
dell'Emilia Romagna "Bruno Ubertini" (P.I. e C.F. n.00284840170), di
seguito indicati:
- Lotto 1 - Foglio n.6 - Particella n.23 della superficie di Ha
12.68.50, pari a piò bresciani n.38,96 (piò bresciano = m2
3.255,39) - Seminativo irriguo di seconda classe - R.D. € 884,42 -
R.A. € 1.113,71;
- Lotto 2 - Foglio n.6 - Particella n.32 della superficie di Ha
05.05.10, pari a piò bresciani n.15,51 (piò bresciano = m2
3.255,39) - Seminativo irriguo di seconda classe - R.D. € 352,16 -
R.A. € 443,47
L'asta pubblica sarà esperita con il metodo delle offerte segrete
da confrontarsi al canone d'affitto annuo posto a base di gara
stabilito in € 320,00 al piò bresciano. Non sono ammesse offerte
inferiori al canone stabilito a base d'asta. Si procederà
all'aggiudicazione anche in caso di presentazione di una sola
offerta.
Costituisce oggetto dell'affitto ciascun singolo lotto. La
destinazione urbanistica dei terreni è di area agricola produttiva.
I terreni dovranno essere utilizzati in conformità alla destinazione
urbanistica degli stessi. Nessun altro impiego è consentito, pena
l'immediata risoluzione del contratto.
Sono ammessi a partecipare gli imprenditori agricoli, i coltivatori
diretti ed i soggetti ad essi equiparati. Cauzione provvisoria €
1.000,00 per ciascun lotto. Il contratto sarà stipulato con
disposizioni in deroga alla L.203/1982 (art.45). La durata del
contratto di affitto è stabilita in anni sei. È esclusa ogni
possibilità di rinnovo. Gli attuali affittuari sono titolari di un
diritto di prelazione. La migliore offerta ricevuta sarà pertanto
comunicata agli attuali affittuari, i quali saranno preferiti se
offriranno condizioni uguali.
Le offerte dovranno pervenire presso la sede legale dell'Istituto
in via A. Bianchi n. 9, 25124 Brescia, entro e non oltre il giorno 22
agosto 2022. I plichi contenenti le offerte e la relativa
documentazione saranno esaminati il giorno 23 agosto 2022 alle ore
16,00 presso la sala del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto,
in via A. Bianchi, 9 a Brescia.
I soggetti interessati potranno ritirare il bando integrale di gara
presso l'U.O. Affari Generali e Legali dell'Istituto (tel. 030
2290624-406-321). Il bando integrale, il modello di domanda di
partecipazione ed il modello per l'offerta economica sono pubblicati
all'albo on line dell'Istituto (www.izsler.it), all'albo pretorio
della provincia di Brescia e del comune di Roncadelle.
Il direttore generale
dott. Piero Frazzi
TX22BIA16499 |
|
Serie Generale | 2021 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | MINISTERO DELL'INTERNO | Serie Generale n. 211 del 3-9-2021 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-09-03&atto.codiceRedazionale=21A05196&elenco30giorni=false | MINISTERO DELL'INTERNO | COMUNICATO | Soppressione del Monastero di Santa Chiara, in Termini Imerese (21A05196) (GU Serie Generale n.211 del 03-09-2021) | Con decreto del Ministro dell'interno del 19 agosto 2021 viene
soppresso il Monastero di Santa Chiara, con sede in Termini Imerese
(PA).
Il provvedimento di soppressione acquista efficacia civile dal
momento dell'iscrizione dello stesso nel registro delle persone
giuridiche.
Il patrimonio di cui è titolare l'ente soppresso è devoluto
secondo le modalità disposte dal provvedimento canonico. |
|
Contratti | 2010 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 53 del 10-5-2010 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-05-10&atto.codiceRedazionale=TC10BGA8994 | AZIENDA SANITARIA UNICA REGIONALE MARCHE | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.53 del 10-5-2010) | Avviso di appalto aggiudicato (decreto legislativo n. 163/2006)
Codice identificativo gara: 0403503534 - CUP: E83B09000120002
Parte di provvedimento in formato grafico
TC10BGA8994 |
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Corte Costituzionale | 2022 | ATTI DI PROMOVIMENTO DEL GIUDIZIO DELLA CORTE | 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 28 del 13-7-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-13&atto.codiceRedazionale=22C00115 | N. 37 RICORSO PER LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE 10 giugno 2022 | Ricorso per questione di legittimita' costituzionale depositato in cancelleria il 10 giugno 2022 (del Presidente del Consiglio dei ministri). Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Previsione che gli interventi riguardano esclusivamente la canapa (Cannabis sativa L.) con un contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) entro i limiti previsti dalla normativa europea e statale. Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Previsione che la Regione promuove, tra l'altro, le attivita' di sperimentazione e ricerca funzionali all'espansione della coltura della canapa orientate all'utilizzo della canapa nel settore alimentare, cosmetico, farmacologico e ornamentale; le attivita' di formazione di coloro che operano nella filiera della canapa e di informazione per la diffusione della conoscenza delle proprieta' della canapa e dei suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, della bioedilizia e farmacologico; l'impiego e test dei semi di canapa per la produzione di semi decorticati ad uso alimentare. Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Prodotti ottenibili dalla coltivazione della canapa - Inserimento tra i prodotti ottenibili di piante intere, parti di pianta e rami freschi o essiccati, polveri derivate, ottenute dalla macinatura, vagliatura o setacciamento. Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Canapa terapeutica - Promozione, coltivazione e trasformazione della canapa terapeutica ad uso medico da parte delle aziende pubbliche e private presenti nel territorio regionale. Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Norma finanziaria - Previsione che la Regione attua la legge regionale n. 6 del 2022 nei limiti delle risorse finanziarie stanziate annualmente con legge di bilancio per tali finalita'. - Legge della Regione autonoma Sardegna 11 aprile 2022, n. 6 (Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale), artt. 1, comma 5; 2, comma 2, lettera a), numeri 1 e 6, lettera b) e lettera c); 3, comma 1, lettere h) e i); 8; e 9. (22C00115) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.28 del 13-7-2022) | Ricorso per la Presidenza del Consiglio dei ministri (codice
fiscale n. 97163520584), in persona del Presidente p.t., ex lege
rappresentata e difesa dall'Avvocatura Generale dello Stato (codice
fiscale n. 80224030587) presso i cui uffici domicilia ex lege in
Roma, via dei Portoghesi n. 12; Pec
[email protected];
nei confronti della Regione Sardegna, in persona del Presidente
pro tempore, per la dichiarazione di illegittimità costituzionale
della legge della Regione Sardegna n. 6/2022, pubblicata nel BUR n.
17 del 12 aprile 2022, recante: «Norme di sostegno e promozione della
coltivazione e della filiera della canapa industriale».
La legge regionale n. 6/22, che reca «Norme di sostegno e
promozione della coltivazione e della filiera della canapa
industriale", eccede dalle competenze statutarie della Regione
Sardegna, in contrasto con gli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale
di autonomia della Regione, risultando invasiva della competenza
esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza di
cui all'art. 117, secondo comma, lettera h) della Costituzione,
violando altresì i principi fondamentali in materia di tutela della
salute di cui all'art. 117, terzo comma, della Costituzione, oltre a
porsi in contrasto con l'art. 81, terzo comma, della Costituzione:
come da delibera del Consiglio dei ministri in data 6 giugno 2022 si
propone pertanto il presente ricorso ex art. 127 della Costituzione,
e ciò nei sensi e per le ragioni di seguito indicate.
- L'art. 3, lettera d) dello Statuto speciale della Regione
autonoma della Sardegna, legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3,
attribuisce alla Regione potestà legislativa in materia di
«agricoltura e foreste; piccole bonifiche e opere di miglioramento
agrario e fondiario».
In base al medesimo art. 3 dello Statuto speciale, la potestà
legislativa regionale deve essere esercitata «in armonia con la
Costituzione e i principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica
e col rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi
nazionali, nonchè delle norme fondamentali delle riforme
economico-sociali della Repubblica».
Il successivo art. 4, lettera i) prevede la competenza regionale
ad emanare norme legislative in materia di «igiene e sanità
pubblica» con i medesimi limiti sopra enunciati, nonchè dei principi
stabiliti dalle leggi dello Stato.
Si rappresenta inoltre che la disciplina statale di principio è
dettata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 309/1990
«Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti
e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei
relativi stati dì tossicodipendenza» e dalla legge n. 242 del 2016,
intitolata «Disposizioni per la promozione della coltivazione e della
filiera agroindustriale della canapa».
A tale riguardo, la giurisprudenza costante della Corte
costituzionale interpreta il concetto di «ordine pubblico e
sicurezza» - quale settore riservato dalla Costituzione alla
legislazione esclusiva dello Stato - come comprendente l'insieme
degli interventi e delle misure finalizzate al mantenimento
dell'ordine pubblico ed alla prevenzione dei reati, tra i quali grave
allarme sociale destano quelli in materia di stupefacenti.
La Consulta, inoltre, ha sottolineato (sentenza n. 333/1991) che
la citata normativa statale (in particolare, il decreto del
Presidente della Repubblica n. 309/1990), nel definire il catalogo
delle sostanze vietate (con le relative eccezioni di natura
tassativa), integra elementi accessori delle fattispecie penali
tipiche di cui al medesimo decreto del Presidente della Repubblica,
nel pieno rispetto del principio della riserva di legge di cui
all'art. 25 della Costituzione.
La Corte ha, altresì, affermato che la predetta normativa in
materia di sostanze stupefacenti ha come obiettivo la tutela dei beni
giuridici della salute pubblica e dell'ordine e sicurezza pubblica
(sentenze nn. 133/1992 e 109/2016).
Il citato testo unico classifica le sostanze stupefacenti o
psicotrope raggruppandole in cinque tabelle. La cannabis, in
particolare, rientra nella «Tabella II».
- L'art. 26 del testo unico vieta la coltivazione delle piante
ricomprese nella Tabella II ad eccezione della canapa coltivata
esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi
industriali, diversi da quelli di cui all'art. 27, consentiti dalla
normativa dell'Unione europea.
La coltura della canapa non può, quindi, riguardare le tipologie
di piante ricomprese nei divieti di cui al citato testo unico ma, ai
sensi dell'art. 1, comma 2, della legge n. 242/2016, è, invece,
ammessa per le varietà iscritte nel Catalogo comune delle varietà
delle specie di piante agricole, ai sensi dell'art. 17 della
direttiva 2002/54/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002.
Il successivo comma 3 dell'art. 1 della legge n. 242/2016
specifica che le attività di sostegno e promozione riguardano, in
particolare, la coltura della canapa finalizzata:
a) alla coltivazione e alla trasformazione;
b) all'incentivazione dell'impiego e del consumo finale di
semilavorati di canapa provenienti da filiere prioritariamente
locali;
c) allo sviluppo di filiere territoriali integrate che
valorizzino i risultati della ricerca e perseguano l'integrazione
locale e la reale sostenibilità economica e ambientale;
d) alla produzione di alimenti, cosmetici, materie prime
biodegradabili e semilavorati innovativi per le industrie di diversi
settori;
e) alla realizzazione di opere di bioingegneria, bonifica dei
terreni, attività didattiche e di ricerca.
Inoltre, l'art. 2 del medesimo testo di legge, rubricato
«Liceità della coltivazione», reca l'elenco di prodotti che è
lecito ottenere dalla canapa coltivata.
Si tratta, in particolare, di:
a) alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto
delle discipline dei relativi settori;
b) semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o
carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali
di diversi settori, compreso quello energetico;
c) materiale destinato alla pratica del sovescio;
d) materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o
prodotti utili per la bioedilizia;
e) materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica
di siti inquinati;
f) coltivazioni dedicate alle attività didattiche e
dimostrative nonchè di ricerca da parte di istituti pubblici o
privati;
g) coltivazioni destinate al florovivaismo.
La legge regionale in esame incide, dunque oltre che nella
materia della tutela della salute pubblica, anche in quella
dell'ordine e della sicurezza pubblica, di cui all'art. 117, secondo
comma, lettera h) della Costituzione, ogniqualvolta la stessa legge
introduca disposizioni incompatibili con i divieti posti dalla
normativa statale.
Ciò premesso le sotto-indicate disposizioni della legge
regionale in esame risultano eccedere dalle competenze statutarie,
per le specifiche motivazioni di seguito specificate.
1. Sull'art. 1, comma 5: contrasto con l'art. 117, secondo comma,
lettera h) della Costituzione e con gli articoli 3 e 4 dello Statuto
speciale.
- L'art. 1, comma 5, del provvedimento in esame individua
l'ambito di applicazione della stessa legge esclusivamente alla
canapa con un contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) entro i limiti
previsti dalla normativa europea e statale. Tale disposizione appare
eccentrica rispetto alla normativa statale (e pertanto, rispetto al
riparto di competenze tra Stato e regioni) nei termini che seguono.
I valori di tolleranza di THC indicati (0,2% - 0,6%) all'art. 4,
comma 5, della legge n. 242 del 2016 si riferiscono solo al principio
attivo rinvenuto nelle piante in coltivazione e non al prodotto
oggetto di commercio. Tali limiti operano a tutela del coltivatore,
quale valore massimo per l'applicazione della causa di esclusione
della responsabilità. Sono evidenti, infatti, le motivazioni che
hanno indotto il Legislatore statale all'elaborazione di questa
disposizione finalizzata a tutelare l'imprenditore agricolo che abbia
allestito regolarmente la piantagione, utilizzando sementi
certificate idonee a sviluppare fisiologicamente piante con un
corredo di THC inferiore allo 0,2%, e che, per cause naturali e senza
avervi in alcun modo contribuito con il proprio consapevole
intervento, veda svilupparsi una coltura che presenta valori di
concentrazione del principio attivo superiori ai citati parametri
percentuali. In merito ai «margini di tolleranza» in esame, come
evidenziato nei documenti preparatori della legge n. 242 del 2016, il
valore dello 0,2% è speculare a quello contenuto nell'art. 32, comma
6 del regolamento UE 1307/2013 del 17 dicembre 2013, secondo cui «le
superfici utilizzate per la produzione di canapa sono ettari
ammissibili solo se il tenore di tetraidrocannabinolo delle varietà
coltivate non supera lo 0,2%».
In sostanza, se il tenore di THC delle piante coltivate non
supera il valore dello 0,2% la coltivazione è comunque lecita e
l'imprenditore ha diritto a ricevere dei contributi per lo
svolgimento della sua attività. Allo stesso tempo, il legislatore
nazionale, con l'art. 4, comma 5 della richiamata legge n. 242 del
2016, ha inteso escludere la responsabilità dell'imprenditore
agricolo nei casi in cui si sviluppi, per cause a lui non imputabili,
una piantagione che si caratterizza per una concentrazione di THC
superiore allo 0,2% ma nei limiti dello 0,6%.
Pertanto, l'attribuzione di rilevanza generalizzata ai suddetti
limiti al contenuto di THC appare esorbitare dalla competenza
regionale in subiecta materia, andando a violare la competenza
esclusiva statale in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui
all'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione.
2. Sull'art. 2, comma 2, lettera A), punto 6; lettera B); lettera
C): contrasto con l'art. 117, secondo comma lettera h) della
Costituzione, con i principi fondamentali in materia di tutela della
salute, ai sensi dell'art. 117 terzo comma della Costituzione, e con
gli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale.
- L'art. 2, comma 2, lettera a), punto 6 riconosce alla Regione
la facoltà di promuovere «le attività di sperimentazione e ricerca
funzionali all'espansione della coltura della canapa in un'ottica di
sostenibilità ambientale ed economica, orientate principalmente...
all'utilizzo della canapa per uso alimentare, cosmetico,
farmacologico e ornamentale». La citata disposizione regionale è
censurabile, sotto il profilo della legittimità costituzionale,
nella parte in cui non specifica che le attività di sperimentazione
e ricerca orientate ad un eventuale uso farmacologico devono
intendersi limitate a quelle previste ai sensi dell'art. 26 del
decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 «Testo unico
delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze
psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati dì
tossicodipendenza» ovvero ai sensi dell'art. 7 della legge n. 242 del
2016 recante «Disposizioni per la promozione della coltivazione e
della filiera agroindustriale della canapa». Le citate disposizioni
statali di riferimento, infatti, costituiscono principi fondamentali
in materia di tutela della salute, al cui rispetto la Regione
Sardegna è tenuta ai sensi del combinato disposto degli articoli 3 e
4 lettera i) dello Statuto speciale di autonomia violando altresì i
principi fondamentali stabiliti da leggi dello Stato in materia di
«tutela della salute», di cui all'art. 117, terzo comma, della
Costituzione.
Si precisa, al riguardo, che l'utilizzo farmacologico della
canapa non rientra tra gli usi consentiti ai sensi dell'art. 2, comma
2, della citata legge n. 242 del 2016 ed è viceversa disciplinato
dal decreto legislativo n. 219 del 2006 recante «Attuazione della
direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad
un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano».
Pertanto, la legge regionale in esame, nel disciplinare aspetti
propri della coltivazione della canapa industriale e richiamando
espressamente la legge n. 242 del 2016, contiene disposizioni
relative alla cannabis ad uso medico (stupefacente) che è, invece,
disciplinata dai citati decreto del Presidente della Repubblica n.
309/90 e decreto legislativo n. 219/2006, confondendo
conseguentemente i prodotti derivati dalla canapa industriale con
quelli della cannabis ad uso medico e gli usi consentiti dalle due
distinte discipline.
Si segnala, peraltro, che un eventuale utilizzo a scopi
sperimentali della semente è subordinato alle condizioni dettate
dall'art. 7 della legge n. 242 del 2016 e deve avvenire secondo le
modalità ivi indicate.
Inoltre, va considerato che, ai sensi dell'art. 26 del decreto
del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990: «1. Salvo quanto
stabilito nel comma 2, è vietata nel territorio dello Stato la
coltivazione delle piante comprese nelle tabelle I e II di cui
all'art. 14, ad eccezione della canapa coltivata esclusivamente per
la produzione di fibre o per altri usi industriali, diversi da quelli
di cui all'art. 27, consentiti dalla normativa dell'Unione europea.
2. Il Ministro della sanità può autorizzare istituti universitari e
laboratori pubblici aventi fini istituzionali di ricerca, alla
coltivazione delle piante sopra indicate per scopi scientifici,
sperimentali o didattici».
La norma regionale si pone quindi in violazione della competenza
esclusiva statale in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui
all'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione ed in
contrasto con i principi fondamentali in materia di tutela della
salute dettati dallo Stato con le richiamate disposizioni, al cui
rispetto la Regione è tenuta ai sensi degli articoli 3 e 4 dello
Statuto speciale di autonomia.
Analoghe censure valgono anche per la lettera b) del comma 2,
nonchè per la successiva lettera c) del medesimo art. 2, che, nel
disciplinare l'impiego e i test dei semi di canapa per la produzione
di semi decorticati ad uso alimentare, non appare in linea con la
summenzionata legge n. 242/2016 che, come sopra puntualmente
indicato, regolamenta l'utilizzo dei prodotti derivanti dalle
coltivazioni di canapa ammesse, senza prevedere l'impiego alimentare
indicato dalla disposizione in commento.
Con riferimento ai limiti di THC valgono le medesime censure
formulate al precedente punto 1, laddove (comma 2, lett. a), n. 1)
gli stessi vengono richiamati, con riferimento all'individuazione, in
funzione dei diversi impieghi, delle varietà o popolazioni di canapa
più idonee alla coltivazione nel territorio sardo.
3. Sull'art. 3, comma 1, lettere H) e I); contrasto con l'art. 117,
secondo comma lettera h) della Costituzione, con i principi
fondamentali in materia di tutela della salute, ai sensi dell'art.
117, terzo comma della Costituzione, e con gli articoli 3 e 4 dello
Statuto speciale.
- L'art. 3, comma 1, alle lettere h) e i) inserisce tra i
prodotti ottenibili dalla canapa anche «piante intere, parti di
piante... polveri derivate ottenute dalla macinatura, vagliatura o
setacciamento» non contemplate, invece, dalla legge n. 242 del 2016.
In tal modo, la legge regionale integra di fatto il dettato normativo
nazionale, eccedendo la propria sfera di competenza. Più
precisamente, mediante, da un lato, il riferimento a tali prodotti e,
dall'altro, il mancato richiamo alla vigente normativa in materia di
utilizzo ad uso umano di piante intere o parti di esse e polveri
derivate, ottenute dalla macinatura e dalla relativa trasformazione
ai sensi del decreto legislativo n. 219 del 24 aprile 2006 e del
decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 9 ottobre 1990,
per la successiva commercializzazione come medicinali, si delinea un
contrasto tra la disposizione regionale in esame e i principi
fondamentali in materia di tutela della salute dettati dallo Stato
con le richiamate disposizioni, al cui rispetto la Regione è tenuta
ai sensi degli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale di autonomia.
Considerate altresì che l'art. 117, terzo comma della Costituzione
che attribuisce alla legge dello Stato la competenza a fissare i
principi fondamentali in materia di «tutela della salute».
A tale riguardo, si precisa che non tutte le parti della pianta
della canapa possono essere utilizzate per realizzare prodotti.
Conformemente a quanto previsto dall'art. 2 della legge n. 242 del
2016, occorrerebbe fare riferimento ai soli prodotti che contengono
semi e derivati (come fibre, canapuli e parti legnose, il cui uso è
lecito) e non anche ai prodotti che contengono tutte le parti della
pianta (ad es., bustine di fiori essiccati o polline-hasc).
Più nel dettaglio, si osserva che non possono essere utilizzate
le foglie e le infiorescenze della pianta della canapa, il cui
utilizzo, in campo farmaceutico, costituendo sostanze stupefacenti,
è soggetto ad autorizzazione preventiva, come previsto dalle
Convenzioni delle Nazioni Unite del 1961 e del 1971, dalla normativa
euro-unitaria e dalla normativa nazionale in materia di stupefacenti
(articoli 17-26-27-32 del decreto del Presidente della Repubblica n.
309 del 1990 e Tabella II del medesimo decreto). Le foglie e le
infiorescenze di cannabis contengono anche CBD (cannabidiolo), che è
da considerarsi a tutti gli effetti una sostanza attiva, ai sensi
dell'art. 1, comma 1, lett. b-bis) del decreto legislativo n.
219/2006 e, per tale motivo, rientrano nell'ambito di applicazione
della disciplina propria dei medicinali (art. 2, comma 2, del cit.
decreto legislativo n. 219/2006). Da quanto esposto, si desume che
dalla coltivazione della canapa non è possibile ottenere «piante
intere», così come, viceversa, testualmente previsto dall'art. 3
della legge regionale in esame.
Con specifico riferimento alla rilevanza delle previsioni
contenute nella legge n. 242 del 2016 relativamente ai prodotti che
possono essere ottenuti dalla coltivazione, appare opportuno
richiamare quanto rilevato dalla Suprema Corte di Cassazione (Cass.
pen. Sez. Unite, Sent., ud. 30 maggio 2019, 10 luglio 2019, n.
30475):
«1) la legge n. 242 del 2016 è volta a promuovere la
coltivazione agroindustriale di canapa delle varietà ammesse
(cannabis sativa L.), coltivazione che beneficia dei contributi
dell'Unione europea, ove il coltivatore dimostri di avere impiantato
sementi ammesse;
2) si tratta di coltivazione consentita senza necessità di
autorizzazione ma dalla stessa possono essere ottenuti esclusivamente
i prodotti tassativamente indicati dalla legge n. 242 del 2016, art.
2, comma 2, (esemplificando: dalla coltivazione della canapa di cui
si tratta possono ricavarsi fibre e carburanti, ma non hashish e
marijuana);
3) la commercializzazione di cannabis sativa L. o dei suoi
derivati, diversi da quelli elencati dalla legge del 2016, integra il
reato di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del
1990, art. 73, commi 1 e 4, anche se il contenuto di THC sia
inferiore alle concentrazioni indicate all'art. 4, commi 5 e 7 della
legge del 2016.
- L'art. 73 cit. incrimina la commercializzazione di foglie,
inflorescenze, olio e resina, derivati della cannabis, senza operare
alcuna distinzione rispetto alla percentuale di THC che deve essere
presente in tali prodotti, attesa la richiamata nozione legale di
sostanza stupefacente, che informa gli articoli 13 e 14 T. U.
stupefacenti.
Pertanto, impiegando il lessico corrente, deve rilevarsi che la
cessione, la messa in vendita ovvero la commercializzazione al
pubblico, a qualsiasi titolo, di prodotti - diversi da quelli
espressamente consentiti dalla legge n. 242 del 2016 - derivati dalla
coltivazione della cosiddetta cannabis light, integra gli estremi del
reato ex art. 73, T. U. stupefacenti».
La previsione regionale in esame viola dunque la competenza
esclusiva statale in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui
all'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione e contrasta
con i principi fondamentali in materia di tutela della salute dettati
dallo Stato con le richiamate disposizioni, al cui rispetto la
Regione è tenuta ai sensi degli articoli 3 e 4 dello Statuto
speciale di autonomia.
4. Sull'art. 8; contrasto con l'art. 117, secondo comma lettera h)
della Costituzione, con i principi fondamentali in materia di tutela
della salute, ai sensi dell'art. 117, terzo comma della Costituzione,
e con gli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale.
- La legge regionale in esame è censurabile, altresì,
relativamente all'art. 8 che attribuisce alla Regione il compito di
sostenere e promuovere la coltivazione e la trasformazione della
«canapa terapeutica ad uso medico» da parte delle aziende pubbliche e
private presenti nel territorio regionale, al fine di «favorire la
competitività e la sostenibilità delle produzioni canapicole, con
particolare riferimento alle produzioni per scopi farmaceutici».
Premesso che non esiste una definizione di «canapa terapeutica» e
sarebbe più corretto l'utilizzo dell'espressione «medicinali di
origine vegetale a base di cannabis», in quanto tali disciplinati dal
decreto legislativo n. 219/2006 e dal decreto del Presidente della
Repubblica n. 309/1990, occorre al riguardo richiamare quanto
previsto dall'art. 18-quarter, comma 1, del decreto-legge 16 ottobre
2017, n. 148, convertito in legge 4 dicembre 2017, n. 172, in forza
del quale lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, autorizzato
alla fabbricazione di infiorescenze di cannabis in osservanza alle
norme di buona fabbricazione, secondo le direttive dell'Unione
europea, recepite con il decreto legislativo n. 219 del 2006, è
l'unico soggetto che, per legge, può provvedere alla coltivazione e
alla trasformazione della cannabis in sostanze e preparazioni
vegetali (ad alto contenuto di THC e CBD) per la successiva
distribuzione alle farmacie, al fine di soddisfare il fabbisogno
nazionale di tali preparazioni e per la conduzione di studi clinici.
Il medesimo art. 18-quanter, infatti, prevede che «2. Per assicurare
la disponibilità di cannabis a uso medico sul territorio nazionale,
anche al fine di garantire la continuità terapeutica dei pazienti
già in trattamento, l'Organismo statale per la cannabis di cui al
decreto del Ministro della salute 9 novembre 2015, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30 novembre 2015, può autorizzare
l'importazione di quote di cannabis da conferire allo Stabilimento
chimico farmaceutico militare di Firenze, ai fini della
trasformazione e della distribuzione presso le farmacie. 3. Qualora
risulti necessaria la coltivazione di ulteriori quote di cannabis
oltre quelle coltivate dallo Stabilimento chimico farmaceutico
militare di Firenze, possono essere individuati, con decreto del
Ministro della salute, uno o più enti o imprese da autorizzare alla
coltivazione nonchè alla trasformazione, con l'obbligo di operare
secondo le Good agricultural and collecting practices (GACP) in base
alle procedure indicate dallo stesso Stabilimento».
Alla luce del su esposto quadro normativo, si rileva che la legge
regionale non può introdurre o presupporre diversi meccanismi
autorizzatori rispetto a quelli definiti dalla legge statale (cfr.
anche Corte costituzionale, sentenza n. 141 del 2013).
Manca, inoltre, nell'art. 8 della legge regionale in esame, il
riferimento all'art. 26 del decreto del Presidente della Repubblica
n. 109 del 1990, atteso che la locuzione «in particolare», seguita
dal dettaglio degli articoli da rispettare, nell'escludere dal novero
dei medesimi le disposizioni contenute nell'art. 26, appare idonea a
determinare il contrasto con le previsioni legislative statali.
Alla luce delle argomentazioni addotte, si ravvisa il contrasto
tra l'art. 8 della legge in oggetto e le richiamate disposizioni
statali e, conseguentemente un'ingerenza della legislazione regionale
in ambiti di competenza statale, spettando allo Stato, in via
esclusiva, la materia dell'ordine pubblico e della sicurezza, ai
sensi dell'art. 117, secondo comma, lettera h) della Costituzione,
nonchè, la definizione dei principi fondamentali a tutela della
salute, di cui all'art. 117, terzo comma della Costituzione, cui la
Regione Sardegna deve attenersi ai sensi dell'art. 4 dello Statuto
speciale di autonomia.
5. Sull'art. 9; contrasto l'art. 81, terzo comma, della
Costituzione.
Infine, la norma finanziaria contenuta nell'art. 9, nel
richiamare l'art. 38, comma 1, del decreto legislativo n. 118 del
2011, «Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali
e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5
maggio 2009, n. 42», prevede che «la Regione attua la presente legge
nei limiti delle risorse finanziarie stanziate annualmente con legge
di bilancio per tali finalita'». Il richiamato art. 38, comma 1,
decreto legislativo n. 118 del 2011 dispone che «Le leggi regionali
che prevedono spese a carattere continuativo quantificano l'onere
annuale previsto per ciascuno degli esercizi compresi nel bilancio di
previsione e indicano l'onere a regime, ovvero, nel caso in cui non
si tratti di spese obbligatorie, possono rinviare le quantificazioni
dell'onere annuo alla legge di bilancio». Ciò posto, la disposizione
regionale in esame non quantifica gli oneri e indica la copertura
finanziaria in maniera generica, facendo semplicemente riferimento
alle «risorse finanziarie stanziate annualmente con legge di bilancio
per tali finalita'».
- La legge regionale in esame prevede, tra l'altro, all'art. 2,
comma 4, che «Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della
presente legge, la Giunta regionale, con propria deliberazione [...]
determina le modalità, i criteri e le priorità per l'erogazione dei
contributi, compatibilmente con la normativa dell'Unione europea
vigente in materia di aiuti di Stato [...]». Tale previsione è
suscettibile di determinare oneri a carico del bilancio regionale a
decorrere dall'anno 2022, oneri non quantificati e per i quali la
copertura finanziaria è indicata in maniera generica, senza neanche
individuare la missione, il programma e il titolo ove imputare la
spesa in esame.
Per tali motivi, la richiamata norma finanziaria si pone in
contrasto anche con l'art. 19, comma 1 della legge 31 dicembre 2009,
n. 196 «Legge di contabilità e finanza pubblica», che dispone che
«le leggi e i provvedimenti che comportano oneri, anche sotto forma
di minori entrate, a carico dei bilanci delle amministrazioni
pubbliche devono contenere la previsione dell'onere stesso e
l'indicazione della copertura finanziaria riferita ai relativi
bilanci, annuali e pluriennali».
La norma in esame non risulta quindi rispettosa dell'obbligo di
copertura finanziaria delle leggi di spesa declinato nelle
disposizioni del citato decreto legislativo n. 118 del 2011 e della
legge n. 196 del 2009, risultando quindi in contrasto con l'art. 81,
terzo comma, della Costituzione secondo cui «ogni legge che importi
nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte».
P. Q. M.
La legge regionale in epigrafe, limitatamente alle disposizioni
di cui agli articoli 1, comma 5, 2, comma 2, lettera a), numeri 1) e
6), lettera b) e lettera c), 3, comma 1, lettere h) e i), 8 e 9,
viene con il presente atto impugnata dinanzi alla Corte
costituzionale ai sensi dell'art. 127 della Costituzione, come da
attestazione della delibera del Consiglio dei ministri in data 6
giugno 2022 che si deposita, unitamente alla proposta di impugnativa.
Si conclude pertanto affinchè sia dichiarata l'illegittimità
costituzionale, nei sensi sopra esposti, degli articoli 1, comma 5;
2, comma 2, lettera a), numeri 1) e 6), lettera b) e lettera c); 3,
comma 1, lettere h) e i); 8 e 9, della legge della Regione Sardegna
n. 6/2022, pubblicata nel BUR n. 17 del 12 aprile 2022, recante:
«Norme di sostegno e promozione della coltivazione e della filiera
della canapa industriale».
Roma, 9 giugno 2022
Il vice avvocato generale: De Giovanni |
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Serie Generale | 2018 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | Serie Generale n. 71 del 26-3-2018 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-03-26&atto.codiceRedazionale=18A02004&elenco30giorni=false | AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO | COMUNICATO | Autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale per uso umano «Staros» (18A02004) (GU Serie Generale n.71 del 26-03-2018) | Estratto determina n. 363/2018 del 9 marzo 2018
Medicinale: STAROS.
Titolare A.I.C.: S.F. Group S.r.l., via Tiburtina n. 1143 - 00156
Roma (Italia).
Confezioni:
5 mg, compresse rivestite con film. 28 compresse in blister
Al/Al - A.I.C. n. 045245014 (in base 10);
10 mg, compresse rivestite con film. 28 compresse in blister
Al/Al - A.I.C. n. 045245026 (in base 10);
20 mg, compresse rivestite con film. 28 compresse in blister
Al/Al - A.I.C. n. 045245038 (in base 10);
40 mg, compresse rivestite con film. 28 compresse in blister
Al/Al - A.I.C. n. 045245040 (in base 10).
Forma farmaceutica: compresse rivestite con film.
Validità prodotto integro: tre anni.
Composizione:
ciascuna compressa rivestita con film contiene 5 mg di
rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio);
ciascuna compressa rivestita con film contiene 10 mg di
rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio);
ciascuna compressa rivestita con film contiene 20 mg di
rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio);
ciascuna compressa rivestita con film contiene 40 mg di
rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio);
principio attivo: rosuvastatina (come rosuvastatina sale di
calcio);
eccipienti:
nucleo della compressa: lattosio monoidrato, cellulosa
microcristallina crospovidone tipo A, sodio carbonato monoidrato,
sodio laurilsolfato, magnesio stearato;
rivestimento della compressa [5 mg]: opadry II 85F62533
giallo, polivinalcol parzialmente idrolizzato, titanio diossido
(E171), polietilenglicole, talco, ferro ossido giallo (E172);
rivestimento della compressa [10 mg, 20 mg, 40 mg]:
polivinilalcol parzialmente idrolizzato, opadry II 85F64743 rosa,
titanio diossido (E171), polietilenglicole, talco, ferro ossido
giallo (E172), ferro ossido rosso (E172), rosso allura AC (E129),
indigotina (E132).
Produzione del principio attivo:
Nantong Chanyoo Pharmatech Co., Ltd. - N°. 2 Tonghai Si Road,
Yangkou Chemical - Industrial Park - 226407 - Cina;
Nantong Chanyoo Pharmatech Co., Ltd. - Rudong Coastal Economic
Development Zone, Nantong, Jiangsu Province 226407 - Cina,
(produzione del principio attivo per sintesi chimica, lavorazione del
principio attivo, confezionamento primario e secondario del principio
attivo, conservazione e/o distribuzione del principio attivo).
Produzione del prodotto finito:
produzione:
Arrow Pharm (Malta) Ltd. - Birzebbugia - BBG 3000 - Malta
(produzione medicinali non-sterili, controllo di qualità
chimico/fisico, conservazione e/o distribuzione);
Actavis Ltd. BLB016, Bulebel Industrial Estate - Zjtun - ZTN
3000 - Malta (controllo di qualità chimico/fisico, confezionamento
primario e secondario, conservazione e/o distribuzione);
Balkanpharma-Dupnitsa AD - 3 Samokovsko Shosse Str. -
Dupnitza - 2600 - Bulgaria (controllo di qualità chimico/fisico,
confezionamento primario e secondario,, conservazione e/o
distribuzione);
confezionamento primario e secondario:
Actavis Ltd. - BLB016, Bulebel Industrial Estate - Zjtun -
ZTN 3000 - malta (confezionamento primario e secondario);
Balkanpharma-Dupnitsa AD - 3 Samokovsko Shosse Str. -
Dupnitza - 2600 - Bulgaria (confezionamento primario e secondario);
Lachifarma S.r.l. - s.s. 16 zona industriale - 73010 Zollino
(Lecce) - Italia (confezionamento secondario);
rilascio dei lotti e controllo di qualità (controllo qualità
chimico e fisico):
Arrow Pharm (Malta) Ltd. - 62 Hal Far Industrial Estate -
Birzebbugia - BBG 3000 - Malta;
Actavis Ltd. - BLB016, Bulebel Industrial Estate - Zejtun -
ZTN 3000 - Malta;
Balkanpharma-Dupnitsa AD - 3 Samokovsko Shosse Str. -
Dupnitza - 2600 - Bulgaria.
Indicazioni terapeutiche:
trattamento dell'ipercolesterolemia:
adulti, adolescenti e bambini, di età pari o superiore a sei
anni, con ipercolesterolemia primaria (tipo IIa inclusa
l'ipercolesterolemia familiare omozigote) o dislipidemia mista (tipo
IIb) come adiuvante di un regime alimentare e quando la risposta alla
dieta o ad altri trattamenti non-farmacologici (ad es., esercizio
fisico, riduzione del peso) risulti adeguati;
ipercolesterolemia omozigote familiare come adiuvante di un
regime alimentare o di trattamenti che riducono il livello dei lipidi
(ad esempio, LDL-aferesi) o se tali trattamenti non sono appropriati;
prevenzione degli eventi cardiovascolari: prevenzione degli
eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti considerati ad alto
rischio per un primo evento cardiovascolare, come adiuvante per la
correzione di tali fattori di rischio.
Classificazione ai fini della rimborsabilità
Confezioni:
5 mg, compresse rivestite con film 28 compresse in blister
Al/Al - A.I.C. n. 045245014 (in base 10); classe di rimborsabilità
«A»; prezzo ex factory (IVA esclusa): € 3,51; prezzo al pubblico (IVA
inclusa): € 6,58; nota AIFA 13;
10 mg, compresse rivestite con film 28 compresse in blister
Al/Al - A.I.C. n. 045245026 (in base 10); classe di rimborsabilità
«A»; prezzo ex factory (IVA esclusa): € 4,27; prezzo al pubblico (IVA
inclusa): € 8,00; nota AIFA 13;
20 mg, compresse rivestite con film 28 compresse in blister
Al/Al - A.I.C. n. 045245038 (in base 10); classe di rimborsabilità
«A»; prezzo ex factory (IVA esclusa): € 6,45; prezzo al pubblico (IVA
inclusa): € 12,10; nota AIFA 13;
40 mg, compresse rivestite con film 28 compresse in blister
Al/Al - A.I.C. n. 045245040 (in base 10); classe di rimborsabilità
«A»; prezzo ex factory (IVA esclusa): € 6,72; prezzo al pubblico (IVA
inclusa): € 12,60; nota AIFA 13.
Qualora il principio attivo, sia in monocomponente che in
associazione, sia sottoposto a copertura brevettuale o al certificato
di protezione complementare, la classificazione di cui alla presente
determinazione ha efficacia, ai sensi dell'art. 11, comma 1, ultimo
periodo, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, dal giorno
successivo alla data di scadenza del brevetto o del certificato di
protezione complementare, pubblicata dal Ministero dello sviluppo
economico.
Sino alla scadenza del termine di cui al precedente comma, il
medicinale «Staros» è classificato, ai sensi dell'art. 12, comma 5,
del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, nell'apposita
sezione, dedicata ai farmaci non ancora valutati ai fini della
rimborsabilità, della classe di cui all'art. 8, comma 10, lettera c)
della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni,
denominata classe «C (nn)».
Classificazione ai fini della fornitura
La classificazione ai fini della fornitura del medicinale
«Staros» è la seguente: medicinale soggetto a prescrizione medica
(RR).
Stampati
Le confezioni della specialità medicinale devono essere poste in
commercio con etichette e fogli illustrativi conformi al testo
allegato alla presente determinazione.
È approvato il riassunto delle caratteristiche del prodotto
allegato alla presente determinazione.
Tutela brevettuale
Il titolare dell'A.I.C. del farmaco generico è esclusivo
responsabile del pieno rispetto dei diritti di proprietà industriale
relativi al medicinale di riferimento e delle vigenti disposizioni
normative in materia brevettuale.
Il titolare dell'A.I.C. del farmaco generico è altresì
responsabile del pieno rispetto di quanto disposto dall'art. 14,
comma 2 del decreto legislativo n. 219/2006 che impone di non
includere negli stampati quelle parti del riassunto delle
caratteristiche del prodotto del medicinale di riferimento che si
riferiscono a indicazioni o a dosaggi ancora coperti da brevetto al
momento dell'immissione in commercio del medicinale.
Rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza - PSUR
Al momento del rilascio dell'autorizzazione all'immissione in
commercio, la presentazione dei rapporti periodici di aggiornamento
sulla sicurezza non è richiesta per questo medicinale. Tuttavia, il
titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio deve
presentare i rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza per
questo medicinale se il medicinale è inserito nell'elenco delle date
di riferimento per l'Unione europea (elenco EURD) di cui all'art.
107-quater, paragrafo 7 della direttiva 2010/84/CE e pubblicato sul
portale web dell'Agenzia europea dei medicinali.
Decorrenza di efficacia della determinazione: dal giorno
successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana. |
|
Contratti | 2020 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 137 del 23-11-2020 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-11-23&atto.codiceRedazionale=TX20BGA25395 | COMUNE DI FERMO | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.137 del 23-11-2020) | Esito di gara - CIG 8390438878
SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Comune di Fermo Via
Mazzini, 4 - 63900 Fermo (FM) [email protected]
SEZIONE II: OGGETTO: Gestione del servizio di ricovero, custodia,
mantenimento e cura dei cani nei termini e modalità specificati in
dettaglio nel Capitolato Tecnico Prestazionale. Quantitativo a base
di gara (comprensivo dell'opzione di rinnovo) € 391.061,00 di cui €
3.000,00 per oneri della sicurezza. Durata dell'appalto: anni due (2)
e facoltà di rinnovo per un ulteriore periodo fino ad un massimo di
ventiquattro (24) mesi.
SEZIONE IV: PROCEDURA: aperta art. 60 Dlgs. 50/2016. Criterio di
aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa.
SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE: Imprese partecipanti: n. 1. Impresa
aggiudicataria: GAZZOLI SIMONE "TUTTO PER IL CANE" di Fermo, con un
punteggio per l'offerta economicamente più vantaggiosa di 100/100;
importo euro/cane/giorno offerto: € 2,170.
Il dirigente sett. LL.PP. protezione civile ambiente, urbanistica
contratti appalti
dott. Alessandro Paccapelo
TX20BGA25395 |
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Serie Generale | 1996 | AVVISI DI RETTIFICA | Serie Generale n. 130 del 5-6-1996 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1996-06-05&atto.codiceRedazionale=096A3379&elenco30giorni=false | AVVISO DI RETTIFICA | Avviso relativo al comunicato del Ministero della sanita' concernente: "Autorizzazioni all'immissione in commercio di specialita' medicinali per uso umano presso officine di terzi". (Comunicato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 77 del 1 aprile 1996). (GU Serie Generale n.130 del 05-06-1996) | Nella parte del comunicato citato in epigrafe riguardante il
decreto del Ministero della sanità n. P.P.T./34 del 20 marzo 1996,
concernente la specialità medicinale "MEFOXIN", alla pag. 55, prima
colonna, della suindicata Gazzetta Ufficiale, dove è scritto: "è
apportata la seguente modifica: la produzione della specialità
medicinale 'MEFOXIN' è eseguita anche presso l'officina della Merck
Sharp & Dohme - Chibret, sita in Clermont Ferrand (Francia).",
leggasi: "è apportata la seguente modifica: la produzione (delle
filale solventi) e tutte le operazioni terminali di confezionamento
della specialità medicinale 'MEFOXIN' sono eseguite anche presso
l'officina della Merck Sharp & Dohme - Chibret, sita in Clermont
Ferrand (Francia).". |
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Serie Generale | 2022 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA | Serie Generale n. 151 del 30-6-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-06-30&atto.codiceRedazionale=22A03806&elenco30giorni=false | MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA | COMUNICATO | Approvazione del Programma nazionale di gestione dei rifiuti. (22A03806) (GU Serie Generale n.151 del 30-06-2022) | Si comunica che il Ministero della transizione ecologica (MiTE)
con sede in Roma - via Cristoforo Colombo n. 44, ha pubblicato sul
proprio sito istituzionale all'indirizzo
https://www.mite.gov.it/pagina/riforma-1-2-programma-nazionale-la-ges
tione-dei-rifiuti il decreto n. 257 del 24 giugno 2022 che approva il
Programma nazionale di gestione dei rifiuti, di cui all'art. 198-bis
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che ne costituisce
parte integrante, con valenza per gli anni dal 2022 al 2028. |
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Contratti | 2019 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 85 del 22-7-2019 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-07-22&atto.codiceRedazionale=TX19BGA16296 | CITTA' DI TORINO | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.85 del 22-7-2019) | Esito di gara - Procedura aperta n. 13/2019
SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE
-Denominazione ufficiale: CITTÀ DI TORINO - Area appalti ed
economato - Servizio appalti lavori pubblici; indirizzo postale:
piazza Palazzo di Città n.1 citta': Torino; codice postale: 10122;
paese: Italia; punti di contatto: telefono: +39 (011) 01122253; posta
elettronica: [email protected]; Sito internet:
www.comune.torino.it/appalti/
SEZIONE II: OGGETTO DELL'APPALTO
-Denominazione conferita all'appalto dall'amministrazione
aggiudicatrice: procedura aperta n. 13/2019
-Tipo di appalto e luogo di esecuzione: lavori pubblici - Torino
-Breve descrizione dell'appalto o degli acquisti: Rinforzo
strutturale e risanamento conservativo dei ponti cittadini - Anno
2018 - C.O. 4302.
-CPV (Vocabolario comune per gli appalti): vocabolario principale,
oggetto principale: 45221000-2.
-Valore finale totale degli appalti - I.V.A. esclusa: euro
450.916,93.
SEZIONE V AGGIUDICAZIONE DELL'APPALTO
-Data della decisione di aggiudicazione dell'appalto: 28.06.2019.
-Informazione sulle offerte: Numero delle offerte pervenute: 23
-Nome e recapito dell'operatore economico aggiudicatario: F.lli
Bottin di Bottin Livio Walter & C. s.n.c., ribasso del 44,30%; via
Bruno Stefanat n. 121, 10078 Venaria (TO). Paese: Italia; P.e.c.:
[email protected].
-Informazione sul valore iniziale dell'appalto - I.V.A. esclusa:
794.241,93.
SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI
-Organismo responsabile delle procedure di ricorso: Tribunale
Amministrativo Regionale per il Piemonte; Indirizzo postale: corso
Stati Uniti n.45 Citta': Torino Codice Postale: 10129, Italia;
telefono: +39 011 557.64.11.
-Termini di presentazione dei ricorsi: 30 giorni a partire dal 4
luglio 2019.
Il dirigente area appalti ed economato
dott.ssa Margherita Rubino
TX19BGA16296 |
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Serie Generale | 2020 | DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI | MINISTERO DELLA SALUTE | Serie Generale n. 290 del 21-11-2020 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-11-21&atto.codiceRedazionale=20A06276&elenco30giorni=false | MINISTERO DELLA SALUTE | DECRETO 30 ottobre 2020 | Conferma del riconoscimento del carattere scientifico dell'IRCCS di diritto pubblico «Centro di riferimento oncologico», in Aviano, nella disciplina di «oncologia». (20A06276) (GU Serie Generale n.290 del 21-11-2020) | IL VICE MINISTRO DELLA SALUTE
Visto il decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, e successive
modificazioni, concernente il riordino della disciplina degli
istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e, in
particolare, l'art. 13, che stabilisce i requisiti necessari ai fini
del riconoscimento del carattere scientifico dei medesimi istituti;
Visto, altresì, l'art. 15 del citato decreto legislativo n. 288
del 2003, il quale stabilisce che ogni due anni le Fondazioni IRCCS,
gli IRCCS non trasformati e quelli privati inviano al Ministero della
salute i dati aggiornati circa il possesso dei requisiti di cui al
suddetto art. 13, nonchè la documentazione necessaria ai fini della
conferma e che sulla base della sussistenza dei requisiti prescritti
il Ministro della salute, d'intesa con il presidente della regione
interessata, conferma o revoca il riconoscimento;
Visto il decreto del Ministro della salute 14 marzo 2013 e, in
particolare, l'art. 2, comma 1, come modificato dal decreto del
Ministro della salute 5 febbraio 2015, che individua la
documentazione necessaria per la conferma del riconoscimento del
carattere scientifico degli IRCCS, ai sensi dell'art. 14, comma 1 del
richiamato decreto legislativo;
Visto il decreto del Ministro della salute 6 dicembre 2017,
adottato d'intesa con il Presidente della regione Friuli-Venezia
Giulia, con il quale è stato confermato il carattere scientifico per
la disciplina «Oncologia», dell'IRCCS di diritto pubblico «Centro di
riferimento oncologico», per la sede di Aviano (PN), via F. Gallini,
2;
Vista la nota del 15 novembre 2019 con la quale il «Centro di
riferimento oncologico», codice fiscale e partita IVA 00623340932, ha
trasmesso a questo Ministero la documentazione necessaria ai fini
della conferma del riconoscimento quale Istituto di ricovero e cura a
carattere scientifico per la disciplina «Oncologia» per la predetta
sede;
Vista la relazione riguardante la site-visit effettuata presso il
citato istituto il 20 febbraio 2020 dagli esperti della commissione
di valutazione nominata con decreto in data 19 dicembre 2019 del
direttore generale della ricerca e dell'innovazione in sanità;
Accertata la sussistenza dei requisiti previsti dall'art. 13, comma
3, lettere da a) ad h) del decreto legislativo 16 ottobre 2003, n.
288 e successive modificazioni;
Vista la nota prot. n. 0018354 del 7 ottobre 2020 con la quale il
Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia ha espresso la propria
intesa ai fini dell'adozione del provvedimento di conferma del
riconoscimento del carattere scientifico dell'istituto;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 14 agosto 2020,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - Serie generale - 25 agosto
2020, n. 211, recante l'attribuzione del titolo di Vice Ministro al
Sottosegretario di Stato presso il Ministero della salute, sen. prof.
Pierpaolo Sileri;
Decreta:
Art. 1
1. È confermato il riconoscimento del carattere scientifico
dell'IRCCS di diritto pubblico «Centro di riferimento oncologico»,
nella disciplina «Oncologia», per la sede di Aviano (PN), via F.
Gallini, 2.
2. Il riconoscimento è soggetto a revisione, ai sensi dell'art. 15
del decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, all'esito dell'invio
dei dati aggiornati circa il possesso dei requisiti e della
documentazione necessaria ai fini della conferma.
Roma, 30 ottobre
Il vice Ministro: Sileri |
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Parte Seconda | 2014 | Altri annunzi | Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici | Parte Seconda n. 58 del 17-5-2014 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2014-05-17&atto.codiceRedazionale=T14ADD6403 | RATIOPHARM ITALIA S.R.L. | Sede legale: viale Monza n. 270 - Milano Codice Fiscale e/o Partita IVA: 12582960154 | (GU Parte Seconda n.58 del 17-5-2014) | Modifica secondaria di un'autorizzazione all'immissione in commercio
di un medicinale per uso umano. Modifica apportata ai sensi del
Regolamento 1234/2008/CE e s.m.i. e del D. L.vo 29 dicembre 2007 n.
274
Medicinale: ALPRAZOLAM RATIOPHARM ITALIA
Confezioni e numeri AIC: 035855042 "750 microgrammi/ml gocce orali,
soluzione" - Flacone 20 ml
Codice Pratica: N1B/2014/715
Tipo di modifica: Variazione Tipo IB - B.II.d.1.z
Modifica apportata: rettifica del saggio per la determinazione
dell'uniformità di dose (conformità a Ph. Eur. 0672, edizione
corrente)
Medicinale: AMIODARONE RATIOPHARM ITALIA
Confezioni e numeri AIC: 035729019 "200 mg compresse" - 20
compresse
Codice Pratica: N1A/2014/941
Tipo di modifica: Variazione Tipo IAIN - B.III.1.a.3
Modifica apportata: Presentazione di un certificato di conformità
alla farmacopea europea. Nuovo certificato presentato da un nuovo
fabbricante della sostanza attiva (R1-CEP 2005- 225-Rev 00 -
Arevipharma GmbH - Meissner Strasse 35 - 01445 Radebeul - Germania).
Medicinale: SIMVASTATINA RATIOPHARM ITALIA
Confezioni e numeri AIC: 037451 per tutti i dosaggi e le confezioni
autorizzate
Codice Pratica: C1B/2014/1030
Procedura Europea: DE/H/2584/IB/0038/G
Tipo di modifica: Grouping di variazioni Tipo IB - B.I.d.1.z e IAin
B.III.1.a.3
Modifica apportata: Presentazione di un certificato di conformità
alla farmacopea europea. Nuovo certificato presentato da un nuovo
fabbricante della sostanza attiva (CEP R1-CEP 2003-257-Rev 01 -
Artemis Biotech - a Division of Themis Medicare Limited - Industrial
Development Area - Plot No. 1 & 5 Jeedimetla - 500 055 Hyderabad -
India); introduzione del re-test period (36 mesi)
Codice Pratica: C1B/2014/1032
Procedura Europea: DE/H/2584/002-004/IB/0039
Tipo di modifica: Tipo IB - B.I.d.1.z
Modifica apportata: estensione del re-test period della sostanza
attiva da "36 mesi" a "48 mesi" per il produttore Teva Pharmaceutical
Works Private Limited Company - Pallagi Ut 13 - 4042 Debrecen
(Ungheria) (CEP R0-CEP 2010-130-Rev 01).
I lotti già prodotti sono mantenuti in commercio fino alla data di
scadenza indicata in etichetta. Decorrenza della Modifica: dal giorno
successivo alla data della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Un procuratore
dott.ssa Maria Carla Curis
T14ADD6403 |
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Parte Seconda | 2016 | Altri annunzi | Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici | Parte Seconda n. 92 del 4-8-2016 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-08-04&atto.codiceRedazionale=TX16ADD7573 | D.M.G. ITALIA S.R.L. | Sede: via Laurentina Km. 26,700 - 00071 Pomezia - Roma Codice Fiscale: 04502861000 | (GU Parte Seconda n.92 del 4-8-2016) | Modifica secondaria di un'autorizzazione all'immissione in commercio
di specialità medicinali per uso umano. Modifica apportata ai sensi
del D.Lgs. 219/2006 e s.m.i.
Titolare: DMG Italia srl
Medicinale: PAIDOMICINA
Codice pratica: N1A/2016/1561
Confezioni: Tutte, Numeri AIC: 0425400
Medicinale: NAFLOX
Codice pratica: N1A/2016/1561
Confezioni: Tutte, Numeri di AIC: 0366500
Tipologia variazioni e modifiche apportate: raggruppamento di
variazioni tipo IAIN - A.1 e A.5 a) Modifica dell'indirizzo del
titolare AIC: modifica Codice di Avviamento Postale da 00040 a 00071.
I lotti già prodotti possono essere mantenuti in commercio fino alla
data di scadenza indicata in etichetta.
Un procuratore
Daniela Cornieri
TX16ADD7573 |
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Parte Seconda | 2011 | Altri annunzi | Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici | Parte Seconda n. 61 del 28-5-2011 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2011-05-28&atto.codiceRedazionale=TS11ADD7879 | BAYER - S.P.A. | (GU Parte Seconda n.61 del 28-5-2011) | Modifiche secondarie di un'autorizzazione all'immissione in commercio
di una specialità medicinale per uso umano. (Modifiche apportate
ai sensi del regolamento (CE) n. 1234/2008).
Titolare: Bayer S.p.a., con sede e domicilio legale in viale
Certosa n. 130, 20156 (Milano). Codice fiscale e partita I.V.A. n.
05849130157.
Specialità medicinale: CANESTEN UNIDIE.
Confezione e numero di A.I.C.: 1% crema tubo da 30 g - A.I.C. n.
026045029.
Modifica apportata ai sensi del regolamento CE n. 1234/2008 Pratica
n.ro N1A/2011/133.
IAin B.II.f.1.a.2 Modifica della stabilità del prodotto finito
dopo prima apertura (16 mesi).
I lotti già prodotti sono mantenuti in commercio fino alla data di
scadenza indicata in etichetta.
Un procuratore dirigente:
dott. Salvatore Lenzo
TS11ADD7879 |
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Concorsi | 2022 | ENTI LOCALI | COMUNE DI MESERO | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 18 del 4-3-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-03-04&atto.codiceRedazionale=22E02252 | COMUNE DI MESERO | CONCORSO (scad. 3 aprile 2022) | Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di collaboratore professionale, categoria B3, a tempo indeterminato e pieno. (GU n.18 del 04-03-2022) | L'amministrazione comunale di Mesero rende noto che è indetto il
seguente concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di
un posto di categoria B3, profilo professionale collaboratore
professionale, a tempo pieno ed indeterminato.
Gli interessati possono presentare apposita domanda da far
pervenire all'ufficio protocollo entro trenta giorni successivi alla
data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami».
L'avviso pubblico integrale è pubblicato sul sito istituzionale
www.comune.mesero.mi.it al link amministrazione trasparente, bandi di
concorso.
Per ulteriori informazioni rivolgersi all'ufficio personale del
Comune di Mesero (telefono 02-97285013). |
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Parte Seconda | 2022 | Annunzi commerciali | Altri annunzi commerciali | Parte Seconda n. 150 del 27-12-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-12-27&atto.codiceRedazionale=TX22AAB13785 | CONSULTINVEST LOANS SPV S.R.L. | Sede: viale Luigi Majno, 10 - 20129 Milano Codice Fiscale: 12295130962 | (GU Parte Seconda n.150 del 27-12-2022) | Avviso di cessione di crediti pro soluto ai sensi del combinato
disposto degli articoli 1 e 4 della L. 130/1999 (la "Legge 130")
corredato dall'informativa ai debitori ceduti sul trattamento dei
dati personali, ai sensi degli articoli 13 e 14 del Regolamento UE n.
679/2016 sulla Protezione dei Dati Personali ("GDPR")
Consultinvest Loans SPV S.r.l., (il "Cessionario") comunica,
nell'ambito di un'operazione di cartolarizzazione denominata
Consultinvest Notes - TST ai sensi della Legge 130 (l'"Operazione di
Cartolarizzazione") da realizzarsi mediante l'emissione da parte
dello stesso Cessionario di titoli ai sensi del combinato disposto
degli articoli 1 e 5 della Legge 130 (i "Titoli"), l'acquisto pro
soluto ai sensi dell'articolo 58 del decreto legislativo 1° settembre
1993, n. 385 e degli articoli 1 e 4 della Legge n. 130 del 30 aprile
1999 (la "Legge 130"), in data 21 dicembre 2022, da BGS Securities
S.r.l. con sede legale in Biella, via Aldo Moro, 3/A, codice fiscale,
P.IVA 02604110029, REA di Biella n. 196673, (il "Cedente"), dei
crediti, per nominali Euro 2.800.000, denominati in Euro e a
qualsiasi titolo dovuti (per capitale, interessi - anche di mora -,
indennizzi, commissioni, penalità o qualsiasi altro titolo) che
rispettano i seguenti criteri: (a) Crediti originariamente acquistati
dal Cedente ai sensi di un avviso di cessione pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Parte II, numero 81,
del 10/07/2021; (b) Crediti derivanti da contratti regolati dalla
legge italiana; (c) Crediti derivanti da contratti di finanziamento
originariamente erogati da Credito Valtellinese SpA o da istituti di
credito da questo incorporati.
Unitamente ai predetti crediti sono stati altresì trasferiti al
Cessionario, senza bisogno di alcuna formalità e annotazione, come
previsto dal comma 3 dell'articolo 58 del Testo Unico Bancario, tutti
gli altri diritti derivanti da essi, ivi incluse le altre garanzie
reali e personali, i privilegi, gli accessori e, più in generale,
ogni diritto, azione, facoltà o prerogativa, anche di natura
processuale, inerenti ai crediti ed ai contratti che li hanno
generati.
Il ruolo di soggetto incaricato della riscossione dei crediti (ivi
incluse le attività relative al recupero (giudiziale e
stragiudiziale) oggetto della cessione, anche, se del caso,
attraverso l'escussione delle relative garanzie) e dei relativi
servizi di cassa e pagamento, nonchè il ruolo di responsabile della
verifica della conformità delle operazioni alla legge, ai sensi
dell'art. 2 co. 6 e 6 bis della Legge 130, è stato conferito dal
Cessionario a Zenith Service S.p.A., una società costituita ed
operante con la forma giuridica di società per azioni, con sede
legale in Corso Vittorio Emanuele II, 24-28, Milano, codice fiscale e
numero di iscrizione presso il Registro delle Imprese di
Milano-Monza-Brianza-Lodi 02200990980, iscritta al registro generale
degli intermediari finanziari ai sensi dell'articolo 106 del Testo
Unico Bancario al n. 30, codice ABI 32590.2 (il "Servicer").
Il Servicer si avvarrà di BGS REC S.r.l. con sede in Biella Via
Aldo Moro 3/A (il "Gestore del Portafoglio") quale Gestore del
Portafoglio per lo svolgimento di alcune specifiche attività di
natura operativa riguardanti la gestione dei suddetti crediti.
Informativa privacy
Atteso che la cessione dei crediti suddetti ha comportato il
trasferimento di dati personali inerenti i debitori ceduti e i
relativi garanti, la presente notizia è effettuata da Consultinvest
Loans SPV S.r.l., quale nuovo titolare dei dati (il "Titolare"),
anche ai sensi degli articoli 13 e 14 Regolamento UE 2016/679 (GDPR).
Gli Interessati hanno il diritto di richiedere l'accesso ai dati che
li riguardano, la rettifica o, se del caso, la cancellazione degli
stessi o di opporsi al loro trattamento; hanno inoltre diritto di
richiedere la limitazione del trattamento nei casi previsti dall'art.
18 GDPR, di ottenere i dati che li riguardano, nei casi previsti
dall'art. 20 GDPR; nonchè di proporre reclamo al Garante per la
protezione dei dati personali ai sensi dell'art. 77 GDPR, qualora
ritengano che il trattamento dei dati che li riguardano sia contrario
alla normativa applicabile. Inoltre, Zenith Service, operando in
qualità di Servicer, e BGS REC S.r.l., in qualità di Gestore del
Portafoglio, tratteranno i dati ciascuno in qualità di responsabile
del trattamento (il "Responsabile del Trattamento"). Potranno,
altresì, venire a conoscenza dei dati personali in qualità di
soggetti autorizzati al trattamento - nei limiti dello svolgimento
delle mansioni loro assegnate - persone fisiche appartenenti alle
categorie dei consulenti e/o dei dipendenti del Titolare del
Trattamento. L'elenco completo ed aggiornato dei soggetti ai quali i
dati personali potranno essere comunicati e di quelli che ne potranno
venire a conoscenza potrà essere consultato in ogni momento
inoltrando apposita richiesta al Titolare o a ciascun Responsabile
del Trattamento.
Per l'esercizio dei diritti di cui sopra, nonchè per ogni
informazione relativa al presente avviso ciascun Interessato potrà
rivolgersi presso l'unità locale operativa di Zenith Service S.p.a.,
situata in Milano, Corso Vittorio Emanuele II, 24-28, nonchè presso
la sede legale del Cessionario quella di BGS REC S.r.l. dalle ore
9.00 alle ore 12.30 di ogni giorno lavorativo bancario.
Milano, 23 dicembre 2022
Consultinvest Loans SPV S.r.l. - Il legale rappresentate
Gianluigi Indino
TX22AAB13785 |
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Contratti | 2023 | AVVISI E BANDI DI GARA | AUTORITÀ INDIPENDENTI, ENTI PUBBLICI NAZIONALI E ALTRI ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 73 del 28-6-2023 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-06-28&atto.codiceRedazionale=TX23BFG19241 | AGENZIA DEL DEMANIO Direzione Regionale Toscana e Umbria | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.73 del 28-6-2023) | Bando di gara - CIG 9900723F12
SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Agenzia del Demanio
Direzione Regionale Toscana e Umbria, via Laura 64 - 50121 Firenze,
tel 055-200711 pec: [email protected];
http://www.agenziademanio.it.
SEZIONE II: OGGETTO: Affidamento del servizio di progettazione,
direzione lavori e coordinamento della sicurezza con applicazione del
processo BIM per la rifunzionalizzazione di compendio demaniale Ex
magazzini generi di monopolio da adibire a sede della Commissione
tributaria della provincia di Arezzo. Criterio di aggiudicazione:
offerta economicamente più vantaggiosa. Importo complessivo
dell'appalto: € 302.605,07 IVA esclusa di cui € 491,27 per oneri
della sicurezza non soggetti a ribasso, suddivisi come indicato nel
Disciplinare di gara. Durata dell'appalto: 150 giorni.
SEZIONE IV: PROCEDURA: Aperta. Termine ultimo e luogo per la
presentazione delle offerte: ore 12.00 del giorno 3/08/2023
attraverso la piattaforma telematica CONSIP.
SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI: Spedizione in GUUE il 22/06/2023.
Documentazione di gara consultabile sul sito www.agenziademanio.it.
Il direttore regionale dell'Agenzia del Demanio Direzione regionale
Toscana e Umbria
ing. Dario Di Girolamo
TX23BFG19241 |
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Serie Generale | 1989 | DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI | MINISTRO PER IL COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE | Serie Generale n. 47 del 25-2-1989 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1989-02-25&atto.codiceRedazionale=089A0793&elenco30giorni=false | MINISTRO PER IL COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE | ORDINANZA 10 febbraio 1989 | Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza idrica nel comune di Castiglione Olona, in provincia di Varese. (Ordinanza n. 1652/FPC). (GU Serie Generale n.47 del 25-02-1989) | IL MINISTRO PER IL COORDINAMENTO
DELLA PROTEZIONE CIVILE
Visto il decreto-legge 10 luglio 1982, n. 428, convertito, con
modificazioni, dalla legge 12 agosto 1982, n. 547;
Visto il decreto-legge 12 novembre 1982, n. 829, convertito, con
modificazioni, dalla legge 23 dicembre 1982, n. 938;
Visto l'art. 6, comma 7, del decreto-legge 26 gennaio 1987, n. 8,
convertito, con modificazioni, dalla legge 27 marzo 1987, n. 120;
Visto l'art. 17 del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 361,
convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1987, n. 441;
Vista la deliberazione della giunta municipale del comune di
Castiglione Olona n. 284 del 6 agosto 1987;
Viste le deliberazioni del consiglio comunale n. 82 e n. 83 dell'8
agosto 1987;
Vista la nota n. 318 del 13 gennaio 1988 del sindaco di Castiglione
Olona, in esecuzione della deliberazione della giunta municipale n.
37 di pari data, intesa ad ottenere un finanziamento nella misura
occorrente di lire 1 miliardo e 700 milioni, per la risoluzione del
problema di approvvigionamento idrico alla popolazione di quel
comune;
Vista la successiva istanza n. 7202 del 21 settembre 1988 prodotta
dal sindaco di cui sopra in cui la richiesta viene riformulata per
ottenere: 1) ai sensi dell'art. 6, comma 7, della legge 27 marzo
1987, n. 120, la somma di L. 826.459.551 a copertura delle spese
sostenute dall'amministrazione comunale nella fase di prima
emergenza; 2) ai sensi dell'art. 17 della legge 29 ottobre 1987, n.
441, la somma d L. 900.000.000 a copertura delle spese per le opere
da eseguire a completamento delle succitate;
Vista la relazione dell'ufficio tecnico del comune di Castiglione
Olona ove sono descritti gli interventi già realizzati, resisi
necessari a seguito dell'emergenza idrica verificatasi dapprima per
inquinamento da Tris (2-cloroetilfosfato) in uno dei pozzi destinati
all'approvvigionamento idrico e, successivamente, per il franamento
del pozzo n. 17 cui il civico acquedotto era stato allacciato per
assicurare l'approvvigionamento stesso, per cui è dovuto ricorrersi
alla potabilizzazione delle acque del pozzo inquinato;
Visto che, come appare nella relazione in parola, le opere a
completamento degli interventi sono necessarie per la normalizzazione
della situazione idrica del comune;
Vista la nota n. 5550/87 sett. 2 dell'11 agosto 1987 della
prefettura di Varese;
Vista la nota n. 4889 del 22 febbraio 1988 della giunta regionale
della Lombardia in cui si rende noto che gli accertamenti effettuati
dal genio civile di Varese hanno evidenziato la necessità di
interventi nel comune suddetto, atti a fronteggiare l'emergenza
idrica derivante da inquinamento delle falde;
Ravvisata la necessità di provvedere con urgenza onde fronteggiare
l'emergenza idrica sopra descritta;
Acquisita l'intesa con il Ministero dell'ambiente;
Sentito il Ministero della sanità;
Avvalendosi dei poteri conferitigli ed in deroga ad ogni contraria
norma;
Dispone:
Art. 1.
È concesso al comune di Castiglione Olona, in provincia di Varese,
un contributo straordinario di L. 826.459.551 a copertura delle spese
anticipate nella fase di prima emergenza e consistenti nel
collegamento del pozzo 17 all'acquedotto comunale; nella
installazione dell'impianto di potabilizzazione; nella pulizia e
spurgo dei pozzi in attività e negli interventi vari nella fase
dell'emergenza e per la distribuzione dell'acqua alla cittadinanza.
Art. 2.
È concesso al comune stesso un finanziamento di L. 900.000.000 per
il completamento degli interventi già effettuati od in corso di
ultimazione e consistenti nell'esecuzione di una nuova condotta di
adduzione dal bacino in località "Bisso" a quello in località
"Casino"; nella trivellazione di un nuovo pozzo e nella realizzazione
di una nuova cabina di trasformazione per alimentazione.
Art. 3.
L'onere derivante dall'attuazione della presente ordinanza,
consistente in complessive L. 1.726.459.551, è posto a carico del
fondo per la protezione civile, la somma indicata nell'art. 1 verrà
recuperata sul mutuo che sarà concesso dalla Cassa depositi e
prestiti al comune di Castiglione Olona, ai sensi dell'art. 6, comma
7, del decreto-legge 26 gennaio 1987, n. 8, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 marzo 1987, n. 120; la somma relativa
al finanziamento di cui all'art. 2 resterà invece a carico del fondo
per la protezione civile con imputazione dei fondi di cui all'art. 17
del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 361, convertito, con
modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1987, n. 441.
La presente ordinanza sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.
Roma, addì 10 febbraio 1989
Il Ministro: LATTANZIO |
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Concorsi | 2022 | AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE | AZIENDA SANITARIA UNIVERSITARIA GIULIANO ISONTINA DI TRIESTE | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 89 del 11-11-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-11-11&atto.codiceRedazionale=22E13980 | AZIENDA SANITARIA UNIVERSITARIA GIULIANO ISONTINA DI TRIESTE | CONCORSO (scad. 11 dicembre 2022) | Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di dirigente medico a tempo indeterminato, disciplina di medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza. (GU n.89 del 11-11-2022) | È indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, per la
copertura a tempo indeterminato di un posto di dirigente medico in
disciplina di medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza.
Il termine per la presentazione delle domande, prodotte
esclusivamente in via telematica, scade il trentesimo giorno
successivo alla data di pubblicazione del presente estratto nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale
«Concorsi ed esami».
Il bando integrale, contenente le indicazioni e le modalità di
compilazione e presentazione delle domande, è disponibile sul sito
internet http://www.asugi.sanita.fvg.it sezione Concorsi e Avvisi.
Il medesimo è altresì pubblicato nel B.U.R. della Regione
Friuli-Venezia Giulia n. 40 del 5 ottobre 2022. |
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Contratti | 2009 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 17 del 9-2-2009 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-02-09&atto.codiceRedazionale=T-09BGA1403 | AUTOSTRADE PER L'ITALIA S.P.A. | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.17 del 9-2-2009) | ESITO DI GARA
Parte di provvedimento in formato grafico
Autostrade // Per L'Italia S.P.A.
Direzione Servizi Tecnici Acquisti e Appalti
Il Responsabile
(Amedeo Gagliardi)
T-09BGA1403 (A pagamento). |
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Concorsi | 2020 | AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE | AZIENDA SOCIO-SANITARIA TERRITORIALE «RHODENSE» DI GARBAGNATE MILANESE | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 24 del 24-3-2020 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-03-24&atto.codiceRedazionale=20E03833 | AZIENDA SOCIO-SANITARIA TERRITORIALE «RHODENSE» DI GARBAGNATE MILANESE | CONCORSO (scad. 23 aprile 2020) | Concorso pubblico per la copertura di un posto di dirigente biologo, disciplina di patologia clinica, area della medicina diagnostica e dei servizi, a tempo indeterminato. (GU n.24 del 24-03-2020) | È indetto concorso pubblico per la copertura a tempo
indeterminato di:
un posto di dirigente biologo - disciplina di patologia
clinica, area della medicina diagnostica e dei servizi.
Il termine per la presentazione delle domande, redatte su carta
semplice e corredate dei documenti prescritti, scade il trentesimo
giorno successivo alla data di pubblicazione del presente estratto
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il testo integrale del bando è stato pubblicato sul Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia Serie avvisi e concorsi n. 8 del 19
febbraio 2020 ed è inoltre acquisibile dal sito web dell'Azienda
www.asst-rhodense.it - sezione concorsi.
Per ulteriori informazioni rivolgersi all'ufficio concorsi
dell'A.S.S.T. Rhodense, viale Forlanini n. 95 - 20024 Garbagnate
Milanese (MI) - Tel. 02 994302755/2756. |
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Contratti | 2015 | AVVISI E BANDI DI GARA | ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 100 del 26-8-2015 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-08-26&atto.codiceRedazionale=T15BFM14463 | ETRA S.P.A. | Sede legale: largo Parolini, 82b - Bassano del Grappa (VI) | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.100 del 26-8-2015) | Estratto avviso di attivazione della procedura di selezione di
imprese cui affidare in appalto l'esecuzione di lavori di acquedotto
e fognatura (OG6) nel triennio 2015/2017
Visto l'avviso di attivazione della procedura di selezione di
imprese cui affidare in appalto l'esecuzione di lavori di acquedotto
e fognatura (OG6) nel triennio 2014/2016, assunto al protocollo
aziendale n. 48295 del 07.07.2014 e pubblicato sulla G.U.R.I. V°
Serie Speciale n. 76 del 07.07.2014, nonchè, il relativo Regolamento
della qualificazione delle imprese esecutrici dei lavori di
acquedotto e fognatura, pubblicato unitamente al suddetto avviso sul
sito web di E.T.R.A. S.p.A. e sul portale
https://etraspa.bravosolution.com,
Considerato che all'avviso suddetto ha risposto un numero d'imprese
insufficiente a costituire un elenco da invitare alle procedure
d'affidamento per l'esecuzione di lavori di acquedotto e fognatura,
rientranti nella categoria OG6;
Vista la deliberazione assunta dal Consiglio di Gestione il
06.07.2015, con la quale è stata approvata, per la summenzionata
motivazione, una nuova versione del regolamento per la qualificazione
delle imprese esecutrici dei lavori di acquedotto e fognatura;
RENDE NOTO CHE
E.T.R.A. S.p.A. intende selezionare soggetti idonei, interessati ad
assumere in appalto l'esecuzione di lavori di acquedotto e fognatura,
rientranti nella categoria OG 6, fino al valore dell'importo della
soglia comunitaria vigente nel corso di validità del sistema e cioè
nel triennio 2015/2017.
Possono presentare domanda di qualificazione tutti i soggetti
elencati all'art. 9 del regolamento, in possesso dei requisiti
elencati nel regolamento medesimo (prima scadenza ai fini dell'avvio
del sistema: ore 12.00 del 02.10.2015). Le imprese interessate ad
essere selezionate, possono presentare domanda di qualificazione
anche dopo il suddetto termine di scadenza.
Le modalità, e la documentazione da presentare ai fini della
qualificazione, sono dettagliatamente descritti nel Regolamento per
la qualificazione delle imprese esecutrici di lavori di acquedotto e
fognatura e nell'Avviso integrale, entrambi consultabili sul sito di
Etra S.p.a. www.etraspa.it alla sezione bandi di gara e nel Portale
all'indirizzo internet: https://etraspa.bravosolution.com.
La procedura di qualificazione si svolgerà interamente in
modalità telematica: le candidature dovranno essere formulate dai
soggetti interessati e ricevute dalla stazione appaltante
esclusivamente per mezzo del Portale accessibile all'indirizzo
internet: https://etraspa.bravosolution.com.
Alle imprese che alla data di pubblicazione del presente avviso
risultano qualificabili secondo quanto previsto dalla precedente
versione del regolamento, ossia l'edizione 2014, verrà comunicata
attraverso il Portale la relativa qualificazione. Queste ultime
potranno decidere, se lo ritengono opportuno, di qualificarsi
nuovamente sulla base della nuova versione del regolamento.
Chiarimenti inerenti la procedura di qualificazione possono essere
inviati all'indirizzo e-mail [email protected].
Svolge le funzioni di Responsabile del procedimento il Sig.
Leonardo Pieretti.
Per il direttore generale - Il direttore commerciale
dott. Paolo Zancanaro
T15BFM14463 |
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Concorsi | 2013 | ENTI LOCALI | COMUNE DI BOSA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 58 del 23-7-2013 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-07-23&atto.codiceRedazionale=13E03114 | COMUNE DI BOSA | CONCORSO (scad. 26 agosto 2013) | Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato parziale a 32 ore settimanali per un posto di collaboratore ai servizi amministrativo-contabili cat. C. (GU n.58 del 23-07-2013) | È indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, per la
copertura a tempo indeterminato parziale a 32 ore settimanali di un
posto di collaboratore ai servizi amm.vo-contabile cat. C.
Requisiti specifici: diploma di scuola media superiore di durata
quinquennale.
Termine di presentazione delle domande: 26 agosto 2013.
Il bando e lo schema di domanda sono pubblicati sul sito Internet
www.comune.bosa.or.it all'albo pretorio online e nella sezione
«Amministrazione Trasparente» - Bandi di concorso. |
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Contratti | 2017 | AVVISI E BANDI DI GARA | ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 74 del 30-6-2017 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-06-30&atto.codiceRedazionale=TX17BFM11099 | MILANO RISTORAZIONE S.P.A. | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.74 del 30-6-2017) | Bando di gara per gli appalti di lavori, forniture e servizi -
Allegato I - art. 3 - comma 1 - D. Lgs. n. 67 del 9.4.2003 - Lotto n.
1 CIG 71108570D5 - Lotto n. 2 CIG 7110866840 - Forniture
L'appalto rientra nel campo di applicazione dell'accordo sugli
appalti pubblici? NO
SEZIONE I: Amministrazione aggiudicatrice:
1.1.Denominazione e indirizzo ufficiali dell'Amministrazione
aggiudicatrice:
Denominazione: Milano Ristorazione spa
Servizio Responsabile: Direzione Acquisti e Contratti
Indirizzo: via Quaranta, 41
C.a.p.: 20139
Localita'/Citta': Milano
Stato: Italia
Telefono: 0390288463200
Telefax: 0390288464695
Posta elettronica: [email protected]
Indirizzo Internet: www.milanoristorazione.it
I.2 Indirizzo presso il quale è possibile ottenere ulteriori
informazioni:
come al punto 1.1;
I.3 Indirizzo presso il quale è possibile ottenere la
documentazione:
come al punto 1.1;
I.4 Indirizzo presso il quale è possibile inviare le offerte:
come al punto 1.1;
I.5 Tipo di amministrazione aggiudicatrice:
Organismo di diritto pubblico;
SEZIONE II: Oggetto dell'appalto:
II.1 DESCRIZIONE:
II.1.2 Acquisto;
II.1.4 Si tratta di un accordo quadro?
No;
II.1.6 Descrizione/Oggetto dell'appalto:
Fornitura di Verdure IV Gamma;
II.1.7 Luogo di prestazione della fornitura:
Milano;
II.1.8.1 CPV:
15331000-7
II.1.9 Divisione in lotti:
SI;
II.1.10 Ammissibilità di varianti:
NO;
II.2 QUANTITATIVO O ENTITÀ DELL'APPALTO:
II.2.1 Entità totale € 1.946.880,00 (iva esclusa), di cui:
Lotto 1:
€ 973.440,00 (iva esclusa) di cui:
- € 405.600,00 a base d'asta
- € 405.600,00 per eventuale rinnovo
- € 162.240,00 per eventuale utilizzo dell'importo previsto ai
sensi dell'art. 106 comma 12 del D.lgs. 50/2016 e s.m.i. (c.d.
"quinto d'obbligo")
Lotto 2:
€ 973.440,00 (iva esclusa) di cui:
- € 405.600,00 a base d'asta
- € 405.600,00 per eventuale rinnovo
- € 162.240,00 per eventuale utilizzo dell'importo previsto ai
sensi dell'art. 106 comma 12 del D.lgs. 50/2016 e s.m.i. (c.d.
"quinto d'obbligo")
II.2.2 Opzioni:
NO;
II.3 : DURATA DELL'APPALTO O TERMINE DI ESECUZIONE:
Anni 1;
SEZIONE III: Informazioni di carattere giuridico, economico,
finanziario e tecnico:
III.1 CONDIZIONI RELATIVE ALL'APPALTO:
III.1.1 Cauzioni e garanzie richieste:
deposito cauzionale provvisorio, previsto nella misura del 2% (due
per cento) dell'importo complessivo presunto a base d'asta del lotto
di concorrenza;
III.1.2 Principali modalità di finanziamento e di pagamento e/o
riferimenti alle disposizioni applicabili in materia:
mezzi propri di bilancio. Pagamento entro il termine di 30 gg. dal
giorno del mese di ricevimento della fattura;
III.1.3 Forma giuridica che dovrà assumere il raggruppamento di
imprenditori, di fornitori o di prestatori di servizi aggiudicatario
dell'appalto:
art. 48 D.Lgs. 50/2016;
III.2 CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE:
III.2.1 Indicazioni riguardanti la situazione propria
dell'imprenditore / del fornitore / del prestatore di servizi,
nonchè informazioni e formalità necessarie per la valutazione dei
requisiti minimi di carattere economico e tecnico che questi devono
possedere:
- iscrizione nel Registro delle Imprese per le attività inerenti
la fornitura in questione, in conformità a quanto previsto dall'art.
83 co. 3 - D. Lgs. 50/2016;
- non sussistenza dei motivi di esclusione di cui all'art. 80 - D.
Lgs. 50/2016;
- rispetto del contratto nazionale di lavoro ed eventuali
integrativi territoriali e/o aziendali e delle norme sulla sicurezza
nei luoghi di lavoro, ai sensi del D. Lgs. 81/2008, nonchè di tutti
gli adempimenti di legge nei confronti dei lavoratori dipendenti o
soci;
- solo per gli operatori aventi sede, residenza o domicilio nei
Paesi inseriti nelle "black list" di cui al D.M. 4.5.1999 ed al D.M.
21.11.2001: autorizzazione rilasciata ai sensi del D.M. 14.12.2010;
- forniture, comprensive della tipologia di prodotti previsti
oggetto della gara, eseguite nell'ultimo triennio presso enti
pubblici o soggetti privati, con l'indicazione del relativo importo e
dichiarazione di buon esito delle stesse.
La somma degli importi dei contratti stipulati nell'ultimo triennio
dovrà essere almeno pari all'importo posto a base d'asta dei lotti
aggiudicabili;
- qualora le fornitura di cui al punto precedente siano state
effettuate presso soggetti privati:
- documentazione rilasciata dai committenti, dalla quale risulti,
in riferimento alla forniture di cui all'elenco presentato, il buon
esito e la regolare esecuzione delle stesse;
oppure, in alternativa:
- copia delle fatture quietanziate fino all'importo minimo
richiesto.
- non sussistenza, anche riferita all'eventuale /agli eventuali
subappaltatori, delle cause di esclusione di cui all'art. 80 - co. 1,
2, 4 e 5, del D. Lgs. 50/2016.;
- dichiarazione, resa ai sensi dell'art. 46 dpr 445/2000, da parte:
- titolare dell'impresa e direttori tecnici per le imprese
individuali;
- i soci ed i direttori tecnici per le Snc
- i soci accomandatari ed i direttori tecnici se si tratta di Sas;
- dei membri del consiglio di amministrazione cui sia stata
conferita la legale rappresentanza, ivi compresi institori e
procuratori generali, dei membri degli organi con poteri di direzioni
o di vigilanza o dei soggetti muniti di poteri di rappresentanza, di
direzione o di controllo, dei direttori tecnici o del socio unico
persona fisica, ovvero il socio di maggioranza in caso di società
con meno di quattro soci, se si tratta di altro tipo di società o
consorzio;
attestante l'assenza delle cause di esclusione indicate all'art.
80- commi 1 e 2 -del D.lgs. n. 50/2016;
III.2.1.1 Situazione giuridica - prove richieste:
dichiarazione resa ai sensi degli artt. 46 e 47 dpr 445/00;
III.2.1.2 Capacità economica e finanziaria - prove richieste:
attestazione di almeno n. 2 istituti bancari che attestino
l'idoneità finanziaria ed economica dei concorrenti;
II.2.1.3 Capacità tecnica - tipo di prove richieste:
- dichiarazione resa ai sensi degli artt. 46 e 47 dpr 445/00;
- documentazione rilasciata dai committenti, oppure, in
alternativa, copia delle fatture quietanziate;
SEZIONE IV: PROCEDURE:
IV.1 TIPO DI PROCEDURA:
Aperta;
IV.2: CRITERI DI AGGIUDICAZIONE;
B) offerta economicamente più vantaggiosa
B2) criteri enunciati nel disciplinare di gara
IV.3 INFORMAZIONI DI CARATTERE AMMINISTRATIVO:
IV.3.1 Numero di riferimento attribuito al dossier
dall'amministrazione aggiudicatrice:
14/2017;
IV.3.2 Documenti contrattuali e documenti complementari -
condizioni per ottenerli:
disponibili fino al 21.07.2017 - ore 12,00- gratuito;
IV.3.3 Scadenza fissata per la ricezione delle offerte o delle
domande di partecipazione:
28.07.2017 - ore 11,00;
IV.3.5. Lingua utilizzabile nelle offerte o nelle domande di
partecipazione:
italiano;
IV. 3.6 Periodo minimo durante il quale l'offerente è vincolato
dalla propria offerta:
180 giorni (dalla scadenza fissata per le ricezione delle offerte);
IV.3.7 Modalità di apertura delle offerte:
seduta pubblica;
IV.3.7.1 Persone ammesse ad assistere all'apertura delle offerte:
Legali Rappresentanti degli offerenti o loro procuratori o
rappresentanti;
IV.3.7.2 Data, ora e luogo:
28.07.2017 - ore 14,00
Sede di Milano Ristorazione Spa - Via Quaranta, 41 - Milano;
SEZIONE VI: Altre informazioni:
VI.1 TRATTASI DI BANDO NON OBBLIGATORIO:
no;
VI.2 PRECISARE, ALL'OCCORRENZA, SE IL PRESENTE APPALTO HA CARATTERE
PERIODICO E INDICARE IL CALENDARIO PREVISTO PER LA PUBBLICAZIONE DEI
PROSSIMI AVVISI:
VI.3 L'APPALTO È CONNESSO AD UN PROGETTI / PROGRAMMA FINANZIATO
CON FONDI DELL'UE:
no;
VI.5 DATA DI SPEDIZIONE DEL PRESENTE BANDO:
22.06.2017
Il direttore acquisti e contratti
dott.ssa Roberta Mascheroni
TX17BFM11099 |
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Contratti | 2022 | AVVISI E BANDI DI GARA | COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 71 del 20-6-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-06-20&atto.codiceRedazionale=TX22BFF12936 | STAZIONE UNICA APPALTANTE UNIONE DEI COMUNI VALLE DEL SAVIO | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.71 del 20-6-2022) | Bando di gara - Concorso di progettazione - CIG 9252582037 - CPV
71250000-5
AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Stazione Unica Appaltante Unione
dei Comuni Valle del Savio, Piazza Del Popolo,10 - Cesena (FC) -
47521; Punti Di Contatto: Dott. Fabiano Michelini; Telefono
0547/356233 - 0547/356234; P.E.C.:
[email protected]; sito: www.unionevallesavio.it.
OGGETTO: Comune di Cesena. Concorso di progettazione a procedura
aperta in un unico grado "Prossima stazione: Cesena. Gli spazi
pubblici dalla stazione alla Citta'". Importo complessivo: €
115.000,00 (oltre IVA e altri tributi).
PROCEDURA: aperta. Criterio di aggiudicazione: vedi disciplinare di
concorso. Termine ricezione offerte: 05.09.2022 ore 12,00.
ALTRE INFORMAZIONI: Info e doc.:
www.unionevallesavio.it/profilocommittente.
Il dirigente della S.U.A. - Responsabile del procedimento di gara
dott. Fabiano Michelini
TX22BFF12936 |
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Parte Seconda | 2022 | Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione | Piani di riparto e deposito bilanci finali di liquidazione | Parte Seconda n. 87 del 28-7-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-28&atto.codiceRedazionale=TX22ABS8720 | L'AURA SOCIETA' COOPERATIVA | in liquidazione coatta amministrativa | (GU Parte Seconda n.87 del 28-7-2022) | Deposito bilancio finale di liquidazione
Si comunica che in data 17/01/2022 è stato depositato presso la
Sezione Fallimentare del Tribunale di Reggio Emilia il bilancio
finale di liquidazione della L'aura società cooperativa in
liquidazione coatta amministrativa.
Gli interessati, entro 30 giorni dalla pubblicazione del presente
avviso, possono proporre, con ricorso al Tribunale, le loro
contestazioni.
Il commissario liquidatore
dott.ssa Giovanna Lumetti
TX22ABS8720 |
|
Serie Generale | 2009 | DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA' | GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI | Serie Generale n. 288 del 11-12-2009 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-12-11&atto.codiceRedazionale=09A14777&elenco30giorni=false | GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI | DELIBERAZIONE 19 novembre 2009 | Linee guida in tema di referti on-line. (Deliberazione n. 36). (09A14777) (GU Serie Generale n.288 del 11-12-2009) | IL GARANTE PER LA PROTEZIONE
DEI DATI PERSONALI
Nella riunione odierna, in presenza del prof. Francesco Pizzetti,
presidente, del dott. Giuseppe Chiaravalloti, vice presidente, del
dott. Mauro Paissan e del dott. Giuseppe Fortunato, componenti, e del
dott. Filippo Patroni Griffi, segretario generale;
Vista ladeliberazione del 25 giugno 2009, n. 21, con la quale
l'Autorità ha avviato una procedura di consultazione pubblica su un
documento, adottato in pari data, contenente "Linee guida in tema di
referti on-line" e pubblicato, unitamente alla medesima
deliberazione, sul sito web dell'Autorità e sulla Gazzetta Ufficiale
n. 162 del 15 luglio 2009;
Visti i commenti e le osservazioni pervenute a questa Autorità a
seguito della consultazione pubblica per la quale era stato fissato
il termine del 30 settembre 2009;
Tenuto conto che le osservazioni ricevute hanno riguardato
principalmente la necessità di prevedere un periodo di
disponibilità del referto on-line superiore a 30 gg., nonchè di
evidenziare il diverso ambito di applicazione delle presenti Linee
guida sia rispetto a quelle in tema di Fascicolo sanitario
elettronico (FSE) e di dossier sanitario, sia in relazione alla
specifica disciplina in tema di validità legale del referto;
Ritenuto opportuno, alla luce delle osservazioni ricevute, di
apportare alcune modifiche alle "Linee guida in tema di referti
on-line" oggetto di consultazione pubblica, ed, in particolare, di
prevedere un periodo di disponibilità del referto on-line di 45 gg.,
tenuto conto che tale maggiore intervallo temporale può considerarsi
congruo sotto il profilo delle specifiche cautele che, secondo quanto
disposto nelle medesime Linee guida, devono essere adottate al fine
di assicurare un idoneo livello di sicurezza dei dati personali in
tal modo trattati;
Ritenuto, in base agli approfondimenti svolti e tenuto conto delle
suddette osservazioni ricevute, di individuare un quadro unitario di
misure e accorgimenti necessari e opportuni da porre a garanzia dei
cittadini, in relazione ai trattamenti di dati che li riguardano;
Visto il codice in materia di protezione dei dati personali (d.lg.
30 giugno 2003, n. 196);
Vista la documentazione in atti;
Viste le osservazioni dell'Ufficio formulate dal segretario
generale ai sensi dell'art. 15 del regolamento del Garante n. 1/2000;
Relatore il prof. Francesco Pizzetti;
Delibera:
a) di adottare in via definitiva le "Linee guida in tema di referti
on-line", contenute nel documento allegato quale parte integrante
della presente deliberazione (Allegato n. 1);
b) che copia della presente deliberazione, unitamente ai menzionati
allegati, sia trasmessa al Ministero della giustizia - Ufficio
pubblicazione leggi e decreti, per la sua pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, ai sensi dell'art. 143,
comma 2, del codice.
Roma, 19 novembre 2009
Il Presidente e relatore
Pizzetti
Il segretario generale
Patroni Griffi
Allegato 1
1. Ambito di applicazione delle linee guida.
L'Autorità ritiene opportuno fornire alcune indicazioni in
merito all'utilizzo dei dati personali nell'ambito di alcune
iniziative sorte nel processo di ammodernamento della sanità
pubblica e privata che ha generato un maggiore sviluppo delle reti e
una più ampia gestione informatica e telematica di atti, documenti e
procedure.
All'interno di tali iniziative è stato riscontrato essere di
recente molto diffusa in numerose strutture sanitarie, soprattutto
private, l'offerta di servizi gratuiti generalmente riconducibili
all'espressione "referti on-line", consistenti nella possibilità per
l'assistito di accedere al "referto", inteso come la relazione
scritta rilasciata dal medico sullo stato clinico del paziente dopo
un esame clinico o strumentale, con modalità informatica.
Analogamente è concessa all'assistito la possibilità di decidere,
di volta in volta o una tantum, di ricevere telematicamente i
predetti esiti clinici direttamente attraverso il proprio medico
curante o il medico di medicina generale/pediatra di libera scelta
(MMG/PLS).
Tale modalità di conoscibilità dei referti viene generalmente
realizzata attraverso due modalita':
1) la ricezione del referto presso la casella di posta
elettronica dell'interessato;
2) il collegamento al sito Internet della struttura sanitaria
ove è stato eseguito l'esame clinico, al fine di effettuare il
download del referto.
In quest'ultimo caso, che sembra essere il più utilizzato, al
paziente viene generalmente fornito un nome utente ed una password
all'atto della prenotazione o dell'effettuazione dell'esame.
In alcune delle iniziative esaminate è anche possibile
effettuare il download del "reperto" (inteso come il risultato
dell'esame clinico o strumentale effettuato, come ad es. un'immagine
radiografica, un'ecografica o un valore ematico) assieme al referto
stilato dal medico.
Talvolta, il paziente viene avvisato della possibilità di
visualizzare il referto attraverso una delle modalità sopra
descritte mediante l'invio di uno short message service (sms) sul
numero di telefono mobile fornito alla struttura sanitaria dallo
stesso paziente all'atto dell'adesione al servizio.
Le presenti linee guida non intendono disciplinare gli aspetti
relativi alla validità legale del referto, che rimane regolata dalla
specifica normativa di settore, ferme restando, ovviamente, anche le
disposizioni relative alla firma elettronica del documento
informatico, con specifico riferimento alle metodologie
dell'autenticazione informatica ove applicabili (d.lg. 7 marzo 2005,
n. 82).
Allo stato delle notizie acquisite, non consta l'esistenza di una
normativa in merito a tali modalità di consegna dei referti. Ciò
stante, si è osservato che nella quasi totalità delle iniziative
esaminate, la refertazione on-line non sostituisce le normali
procedure di consegna dei referti, che restano, in ogni caso,
disponibili in formato cartaceo, ai sensi e per gli effetti di legge,
presso la struttura sanitaria dove è stata erogata la prestazione.
Il paziente, infatti, può generalmente ritirare i referti in
originale (1). Tali servizi, infatti, non si propongono, di regola,
di sostituire la refertazione cartacea, bensì di anticiparla,
fornendo un'anteprima dei referti, attraverso la visualizzazione e la
stampa dei documenti stessi non appena questi siano resi disponibili
dalla struttura erogatrice della prestazione sanitaria.
-------
(1) Al riguardo, cfr. art. 5, comma 8, legge 29 dicembre
1990, n. 407 e art. 4, comma 18, legge 30 dicembre 1991, n. 412.
Si ritiene opportuno precisare che i servizi oggetto delle
presenti linee guida sono da considerare del tutto distinti e
autonomi dal Fascicolo sanitario elettronico (Fse) (2), consistendo
quest'ultimo nell'insieme delle informazioni relative ai diversi
eventi clinici (e, quindi, non solo quelle sui referti) occorsi ad un
individuo durante la sua vita, messo in condivisione logica dai
professionisti o organismi sanitari, in qualità di autonomi titolari
del trattamento, che assistono nel tempo l'interessato, al fine di
offrirgli un migliore processo di cura.
-------
(2) Provvedimento del Garante del 16 luglio 2009, recante
"Linee guida in tema di Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e di
dossier sanitario", pubblicato in G.U. n. 178 del 3 agosto 2009 e
consultabile sul sito: www.garanteprivacy.it [doc.web n. 1634116].
Con le presenti linee guida si intende individuare uno specifico
quadro unitario di garanzie per i cittadini nei confronti di alcuni
servizi, attualmente in uso, consistenti nella possibilità di
ricevere via posta elettronica o di consultare telematicamente il
referto relativo ad un singolo evento sanitario (es. analisi
cliniche) non appena lo stesso sia reso disponibile da parte
dell'organismo sanitario presso il quale si è rivolto l'interessato.
2. Fruizione facoltativa del servizio di refertazione on-line.
In base alle disposizioni contenute nel Codice
dell'amministrazione digitale, deve essere assicurata la
disponibilità, la gestione, l'accesso, la trasmissione, la
conservazione e la fruibilità dell'informazione in modalità
digitale utilizzando le tecnologie dell'informazione e della
comunicazione nel rispetto della disciplina rilevante in materia di
trattamento dei dati personali e, in particolare, delle disposizioni
del Codice in materia di protezione dei dati personali (art. 2, d.lg.
7 marzo 2005, n. 82).
Come già anticipato, la mancanza di specifiche disposizioni
normative in merito a tali modalità di consegna dei referti
determina che tali servizi devono essere considerati facoltativi per
l'interessato, ovvero offerti con modalità tali da rendere possibile
a quest'ultimo di potere comunque scegliere di ritirare il referto in
formato cartaceo. All'interessato deve essere consentito, infatti, di
scegliere, in piena libertà, se accedere o meno al servizio di
refertazione on-line, garantendogli in ogni caso la possibilità di
continuare a ritirare i referti cartacei presso la struttura
erogatrice della prestazione.
La struttura sanitaria deve, anche, garantire all'interessato di
decidere liberamente, sulla base di una specifica informativa e di un
apposito consenso in ordine al trattamento dei dati personali
connessi a tale servizio, di aderire o meno a tali servizi di
refertazione, senza alcun pregiudizio sulla possibilità di usufruire
delle prestazioni mediche richieste.
Qualora l'interessato abbia scelto di aderire ai suddetti servizi
di refertazione, deve essergli concesso, in relazione ai singoli
esami clinici a cui si sottoporrà di volta in volta, di manifestare
una volontà contraria, ovvero che i relativi referti non siano
oggetto del servizio di refertazione on-line precedentemente scelto.
Anche nel caso di comunicazione del referto presso l'indirizzo
della casella di posta elettronica fornito dall'interessato, a
quest'ultimo deve essere concessa la possibilità di confermare
l'indirizzo di posta elettronica in cui ricevere tale comunicazione
in occasione dei successivi accertamenti clinici. Resta ferma
l'operatività del sistema che verrà adottato ai sensi del d.P.C.M.
6 maggio 2009 in materia di rilascio e di uso della casella di posta
elettronica certificata assegnata ai cittadini.
Per quanto riguarda la possibilità per l'interessato di
acconsentire alla comunicazione dei risultati diagnostici al medico
curante o al MMG/PLS dallo stesso indicato, tale volontà deve essere
manifestata di volta in volta. All'interessato deve, infatti, essere
concesso il diritto di non comunicare sistematicamente al medico
curante tutti i risultati delle indagini cliniche effettuate,
lasciandogli la possibilità di scegliere, di volta in volta, quali
referti mettere a disposizione del proprio medico. Tale garanzia deve
intendersi operante sia nel caso più frequente in cui l'interessato
autorizzi la comunicazione del referto presso la casella di posta
elettronica del medico curante, sia in quello in cui autorizzi la
struttura sanitaria a fornire le credenziali di autenticazione
direttamente al medico, affinchè quest'ultimo effettui il download
del suo referto.
Nel caso di utilizzazione del servizio di avviso tramite sms
della disponibilità alla consultazione dei referti attraverso le
modalità sopra descritte, nel messaggio inviato deve essere data
solo notizia della disponibilità del referto e non anche del
dettaglio della tipologia di accertamenti effettuati, del loro esito
o delle credenziali di autenticazione assegnate all'interessato (Cfr.
successivo punto 6).
3. Informativa e consenso.
Per consentire all'interessato di esprimere scelte consapevoli in
relazione al trattamento dei propri dati personali, il titolare del
trattamento deve previamente fornirgli un'idonea informativa sulle
caratteristiche del servizio di refertazione on-line (artt. 13, 79 e
80 del Codice). Tale informativa, che può essere resa anche
unitamente a quella relativa al trattamento dei dati personali per
finalità di cura ma distinta da essa, deve indicare, con linguaggio
semplice, tutti gli elementi richiesti dall'art. 13 del Codice. In
particolare, deve essere evidenziata la facoltatività dell'adesione
a tali servizi, aventi la finalità di rendere più rapidamente
conoscibile all'interessato il risultato dell'esame clinico
effettuato.
L'informativa deve rendere note all'interessato anche le
modalità attraverso le quali rivolgersi al titolare per esercitare i
diritti di cui agli artt. 7 e ss. del Codice.
Al fine di assicurare una piena comprensione degli elementi
indicati nell'informativa, il titolare deve formare adeguatamente il
personale coinvolto sugli aspetti rilevanti della disciplina sulla
protezione dei dati personali, anche ai fini di un più efficace
rapporto con gli interessati.
Dopo aver fornito l'informativa, il titolare del trattamento deve
acquisire un autonomo e specifico consenso dell'interessato a
trattare i suoi dati personali, anche sanitari, attraverso le
suddette modalità di refertazione.
4. Archivio dei referti.
In alcune delle iniziative di refertazione on-line in essere, è
offerto all'interessato anche un servizio aggiuntivo, solitamente
gratuito, consistente nella possibilità di archiviare, presso la
struttura sanitaria, tutti i referti effettuati nei laboratori della
stessa. Il suddetto archivio è generalmente consultabile on-line
dall'interessato, il quale può anche effettuare il download dei
referti ivi raccolti.
Il titolare del trattamento che intenda offrire all'interessato
tale servizio di archiviazione è tenuto a fornire allo stesso una
specifica informativa ed ad acquisire un autonomo consenso.
Tali archivi, raccogliendo tutti i referti effettuati nel tempo
dall'interessato ed essendo realizzati presso un organismo sanitario
in qualità di unico titolare del trattamento (es., laboratorio di
analisi, clinica privata), ricadono nella definizione di dossier
sanitario, secondo quanto indicato nel richiamato Provvedimento del
Garante del 16 luglio 2009, recante "Linee guida in tema di Fascicolo
sanitario elettronico (FSE) e di dossier sanitario". Ciò stante, il
titolare del trattamento che intenda offrire all'interessato la
possibilità di raccogliere i referti in tali archivi deve tenere
conto delle garanzie, anche di sicurezza, individuate nel citato
provvedimento per i dossier sanitari.
5. Comunicazione dei dati all'interessato.
Secondo quanto previsto dall'art. 84 del Codice, i dati personali
inerenti allo stato di salute devono essere resi noti all'interessato
solo per il tramite di un medico designato dallo stesso o dal
titolare. Il secondo comma di tale disposizione prevede che il
titolare o il responsabile possano autorizzare per iscritto esercenti
le professioni sanitarie diversi dai medici, che nell'esercizio dei
propri compiti intrattengono rapporti diretti con i pazienti e sono
incaricati di trattare dati personali idonei a rivelare lo stato di
salute, a rendere noti i medesimi dati all'interessato.
L'abilitazione all'accesso dei suddetti sistemi di refertazione
deve, pertanto, essere consentita all'interessato nel rispetto delle
cautele previste dalla disciplina di settore già applicabili anche
per il cartaceo e richiamate dal Garante nel provvedimento generale
del 2005 (3). In particolare, nel caso di specie, l'intermediazione
può essere soddisfatta accompagnando la comunicazione del reperto
con un giudizio scritto e la disponibilità del medico a fornire
ulteriori indicazioni su richiesta dell'interessato.
-------
(3) Cfr. punto 4 del provvedimento del Garante del 9 novembre
2005 "Strutture sanitarie: rispetto della dignita'" consultabile sul
sito www.garanteprivacy.it - doc. web n.1191411
I titolari del trattamento, nell'offrire tali servizi, devono
tenere conto delle disposizioni di settore che prevedono, nella
comunicazione dei referti e nella illustrazione del loro significato
diagnostico, una specifica attività di consulenza da parte del
personale medico (ad esempio, nel caso di indagini cliniche volte a
rivelare direttamente o indirettamente l'infezione da HIV (4) ). La
necessità di assicurare una consulenza genetica appropriata
nell'effettuazione di test genetici (5), anche prenatali, fa ritenere
di potere, poi, escludere la possibilità di offrire tali servizi di
refertazione nel caso in cui l'interessato si sottoponga a tali
indagini cliniche.
-------
(4) Cfr. art. 5, l. 5 giugno 1990, n.135, Relazione al
parlamento sullo stato di attuazione delle strategie attivate per
fronteggiare l'infezione da HIV nell'anno 2006, Ministero della
salute, Dipartimento della prevenzione e della comunicazione,
Direzione generale della prevenzione sanitaria e Manuale di
informazioni pro-positive, a cura della Consulta del volontariato per
i problemi dell'AIDS presso il Ministero della salute, in merito
all'assistenza psicologica e alla consulenza specialistica alle
persone che hanno effettuato il test HIV.
(5) Cfr. art.12, Convenzione sui diritti dell'uomo e sulla
biomedicina, Oviedo il 4 aprile 1997 e Autorizzazione al trattamento
dei dati genetici del 22 febbraio 2007, pubblicata in G.U. n. 65 del
19 marzo 2007, consultabile sul sito: www.garanteprivacy.it - doc.
web n. 1389918, la cui efficacia è stata differita con provvedimento
del 19 dicembre 2008 pubblicato in G.U. n. 15 del 20 gennaio 2009 -
doc. web n. 1582871
6. Misure di sicurezza e tempi di conservazione dei dati.
La particolare delicatezza dei dati personali trattati mediante i
servizi di refertazione on-line impone l'adozione di specifici
accorgimenti tecnici per assicurare idonei livelli di sicurezza ai
sensi dell'art. 31 del Codice, ferme restando le misure minime che
ciascun titolare del trattamento deve comunque adottare ai sensi del
Codice (artt. 33 e ss.) e, in particolare, laddove applicabili,
quelle richieste dalla regola 24 del Disciplinare tecnico in materia
di misure minime di sicurezza, allegato B) al Codice, laddove per il
trasferimento di dati idonei a rivelare l'identità genetica di un
individuo viene richiesto il ricorso alla cifratura.
Per la consegna degli esiti dell'attività diagnostica e di
analisi biomedica si prospettano attualmente i due diversi scenari
sopra descritti che pongono problemi di protezione dei dati da
affrontare con differenti approcci.
Scenario 1 - consultazione on-line dei referti tramite servizi
Web accessibili da Internet.
Nel caso in cui il servizio che si intenda offrire consti nella
possibilità per l'interessato di collegarsi al sito Internet della
struttura sanitaria che ha eseguito l'esame clinico, al fine di
effettuare la copia locale (download) o la visualizzazione
interattiva del referto, devono essere adottate delle specifiche
cautele quali:
1. protocolli di comunicazione sicuri, basati sull'utilizzo di
standard crittografici per la comunicazione elettronica dei dati, con
la certificazione digitale dell'identità dei sistemi che erogano il
servizio in rete (protocolli https ssl - Secure Socket Layer);
2. tecniche idonee ad evitare la possibile acquisizione delle
informazioni contenute nel file elettronico nel caso di sua
memorizzazione intermedia in sistemi di caching, locali o
centralizzati, a seguito della sua consultazione on-line;
3. l'utilizzo di idonei sistemi di autenticazione
dell'interessato attraverso ordinarie credenziali o, preferibilmente,
tramite procedure di strong authentication;
4. disponibilità limitata nel tempo del referto on-line
(massimo 45 gg.);
5. possibilità da parte dell'utente di sottrarre alla
visibilità in modalità on-line o di cancellare dal sistema di
consultazione, in modo complessivo o selettivo, i referti che lo
riguardano.
Scenario 2 - spedizione del referto tramite posta elettronica.
Qualora il titolare del trattamento intenda inviare copia del
referto alla casella di posta elettronica dell'interessato, a seguito
di sua richiesta, per il referto prodotto in formato digitale devono
essere osservate le seguenti cautele:
1. spedizione del referto in forma di allegato a un messaggio
e-mail e non come testo compreso nella body part del messaggio;
2. il file contenente il referto dovrà essere protetto con
modalità idonee a impedire l'illecita o fortuita acquisizione delle
informazioni trasmesse da parte di soggetti diversi da quello cui
sono destinati, che potranno consistere in una password per
l'apertura del file o in una chiave crittografica rese note agli
interessati tramite canali di comunicazione differenti da quelli
utilizzati per la spedizione dei referti (Cfr. regola 24 del
Disciplinare tecnico allegato B) al Codice). Tale cautela può non
essere osservata qualora l'interessato ne faccia espressa e
consapevole richiesta, in quanto l'invio del referto alla casella di
posta elettronica indicata dall'interessato non configura un
trasferimento di dati sanitari tra diversi titolari del trattamento,
bensì una comunicazione di dati tra la struttura sanitaria e
l'interessato effettuata su specifica richiesta di quest'ultimo;
3. convalida degli indirizzi e-mail tramite apposita procedura
di verifica on-line, in modo da evitare la spedizione di documenti
elettronici, pur protetti con tecniche di cifratura, verso soggetti
diversi dall'utente richiedente il servizio.
In ogni caso, per il trattamento dei dati nell'ambito
dell'erogazione del servizio on-line agli utenti deve essere
garantita la disponibilità di:
1. idonei sistemi di autenticazione e di autorizzazione per gli
incaricati in funzione dei ruoli e delle esigenze di accesso e
trattamento (ad es., in relazione alla possibilità di consultazione,
modifica e integrazione dei dati), prevedendo il ricorso alla strong
authentication con utilizzo di caratteristiche biometriche nel caso
del trattamento di dati idonei a rivelare l'identità genetica di un
individuo;
2. separazione fisica o logica dei dati idonei a rivelare lo
stato di salute e la vita sessuale dagli altri dati personali
trattati per scopi amministrativo-contabili.
Il titolare del trattamento deve, inoltre, prevedere apposite
procedure che rendano immediatamente non disponibili per la
consultazione on-line o interrompano la procedura di spedizione per
posta elettronica dei referti relativi a un interessato che abbia
comunicato il furto o lo smarrimento delle proprie credenziali di
autenticazione all'accesso al sistema di consultazione on-line o
altre condizioni di possibile rischio per la riservatezza dei propri
dati personali.
In ogni caso devono essere adottate tutte le misure di sicurezza
necessarie per rispettare il divieto di diffusione dei dati sanitari
prescritto dal Codice (artt. 22, comma 8 e 26, comma 5). |
|
Concorsi | 2023 | AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE | AZIENDA SANITARIA LOCALE CN2 ALBA-BRA DI ALBA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 33 del 2-5-2023 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-05-02&atto.codiceRedazionale=23E05219 | AZIENDA SANITARIA LOCALE CN2 ALBA-BRA DI ALBA | CONCORSO (scad. 1 giugno 2023) | Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di dirigente medico, disciplina di radiodiagnostica. (GU n.33 del 02-05-2023) | In esecuzione della determinazione n. 480 del 22 marzo 2023 è
indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, a un posto di
dirigente medico, disciplina di radiodiagnostica
Il termine per la presentazione delle domande, redatte su carta
semplice e corredate dei documenti prescritti, scade il trentesimo
giorno successivo alla data di pubblicazione del presente avviso
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie
speciale «Concorsi ed esami».
Il testo integrale del bando è pubblicato nel Bollettino
Ufficiale della Regione Piemonte n. 15 del 13 aprile 2023.
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla S.C. amministrazione
del personale e sviluppo risorse umane dell'A.S.L. CN2 Alba-Bra, via
Vida n. 10 - 12051 Alba; tel. 0173/316521/205 oppure consultare il
sito: www.aslcn2.it |
|
Contratti | 2022 | ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA | ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 51 del 4-5-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-05-04&atto.codiceRedazionale=TX22BIA9023 | PROVINCIA DI CHIETI | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.51 del 4-5-2022) | Asta pubblica
È indetto Avviso Pubblico di vendita con il metodo delle offerte
segrete del Complesso immobiliare "Mario Negri Sud", di proprietà
della Provincia di Chieti, ubicato a Santa Maria Imbaro. Il Complesso
ha una superficie totale di 55.000,00 mq, è censito in Catasto al
foglio 2, part.lle nn. 57, 479, 480, 481 e 62 del medesimo comune.
Detto bene, destinato a Centro di Ricerche, ospita immobili con
destinazioni differenti, ma strettamente funzionali all'attività di
ricerca. Prezzo a base d'asta € 10.729.260,00.
Le domande devono pervenire entro le ore 12:00 del 03/06/2022.
L'apertura delle offerte avverrà il 06/06/2022 ore 10:00 presso gli
uffici provinciali siti a Chieti in Corso Marrucino, 97.
L'avviso e gli allegati sono disponibili sull'albo pretorio on line
e sul sito internet della Provincia di Chieti,
http://www.provincia.chieti.it.
Il dirigente del servizio patrimonio immobiliare
ing. Giancarlo Moca
TX22BIA9023 |
||
Serie Generale | 2007 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI FERRARA | Serie Generale n. 166 del 19-7-2007 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2007-07-19&atto.codiceRedazionale=07A06314&elenco30giorni=false | CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI FERRARA | COMUNICATO | Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli preziosi (GU Serie Generale n.166 del 19-07-2007) | Ai sensi dell'art. 29, comma 5 del regolamento recante norme per
l'applicazione del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251, sulla
disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli
preziosi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica
30 maggio 2002 n. 150, si rende noto che:
la sottoriportata impresa, già assegnataria del marchio a
fianco indicato, ha cessato la propria attività connessa con l'uso
del marchio stesso ed è stata cancellata dal Registro degli
assegnatari di cui all'art. 14 del decreto legislativo 22 maggio
1999, n. 251, dalla Camera di commercio, industria, artigianato e
agricoltura di Ferrara con determinazione del dirigente del
segretario n. 114 del 19 giugno 2007.
=====================================================================
n. marchio | Impresa | Sede
=====================================================================
52FE |D.E.A. s.n.c. di Salmi Davide |Formignana |
|
Contratti | 2011 | AVVISI E BANDI DI GARA | ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 42 del 8-4-2011 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2011-04-08&atto.codiceRedazionale=TC11BFM6707 | QUADRIFOGLIO SERVIZI AMBIENTALI AREA FIORENTINA - S.p.a. | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.42 del 8-4-2011) | Bando di gara a procedura aperta
Parte di provvedimento in formato grafico
TC11BFM6707 |
||
Parte Seconda | 2012 | Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione | Ammortamenti | Parte Seconda n. 42 del 7-4-2012 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-04-07&atto.codiceRedazionale=TC12ABC5331 | TRIBUNALE DI PISTOIA | (GU Parte Seconda n.42 del 7-4-2012) | Ammortamento libretto
Il presidente del Tribunale di Pistoia con decreto del 4 febbraio
2012, ha dichiarato l'ammortamento del libretto n. 00558/413/182
convenzionalmente intestato a «Linda 2» con un saldo apparente di
€ 2.286,14 (duemiladuecentoottantasei/14), emesso dalla Banca Cassa
di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.a., con sede in via Mammianese
n. 236, Marliana, Filiale di Marliana.
Opposizione giorni 90.
Il richiedente
Rossana Cecchini
TC12ABC5331 |
||
Concorsi | 2019 | ENTI PUBBLICI STATALI | CONSIGLIO PER LA RICERCA IN AGRICOLTURA E L'ANALISI DELL'ECONOMIA AGRARIA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 61 del 2-8-2019 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-08-02&atto.codiceRedazionale=19E09053 | CONSIGLIO PER LA RICERCA IN AGRICOLTURA E L'ANALISI DELL'ECONOMIA AGRARIA | RETTIFICA | Riapertura dei termini del conferimento, per titoli ed esame-colloquio, di una borsa di studio per laureati, presso il Centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali di Caserta. (GU n.61 del 02-08-2019) | Si comunica la riapertura dei termini di presentazione delle
domande per la selezione pubblica, per titoli ed esame-colloquio, per
il conferimento di una borsa di studio per laureati della durata di
undici mesi presso la sede di Caserta del CREA - Centro di ricerca
cerealicoltura e colture industriali, per la seguente tematica:
«Politiche sull'agricoltura sostenibile con particolare riferimento
alla razionalizzazione della risorsa irrigua. Politiche di filiera
con particolare riguardo al tema del biologico e dell'integrato»
nell'ambito del progetto di ricerca PROSURI. (Avviso pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 45 del
7 giugno 2019).
Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione
alla selezione, redatte in carta semplice, utilizzando lo schema
allegato al bando e indirizzate al CREA - Centro di ricerca
cerealicoltura e colture industriali - Via Torrino n. 2 81100
Caserta, scade perentoriamente il trentesimo giorno successivo a
quello della data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed
esami». Tale termine, qualora venga a scadere in giorno festivo, si
intenderà protratto al primo giorno non festivo immediatamente
seguente.
Il bando di selezione, in versione integrale, è disponibile sul
sito internet istituzionale: http://www.crea.gov.it al link
«Amministrazione - Lavoro / Formazione» e costituisce l'unico testo
definitivo che prevale in caso di discordanza. |
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Corte Costituzionale | 1999 | SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE | 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 29 del 21-7-1999 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1999-07-21&atto.codiceRedazionale=099C0760 | N. 302 ORDINANZA 7 - 14 luglio 1999 | Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Comuni e province - Ordinamento dei segretari comunali e provinciali - Concorso dei segretari capi - Requisiti di ammissione - Dedotta ingiustificata disparita' di trattamento rispetto ai vice segretari ed ai capi ripartizione - Normativa sopravvenuta, con integrale abrogazione del decreto normativo denunciato - Restituzione degli atti al giudice rimettente. (D.P.R. 23 giugno 1972, n. 749, art. 8, secondo comma, lettera a)). (Cost., art. 3). (099C0760) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.29 del 21-7-1999) | LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
Presidente: dott. Renato GRANATA;
Giudici: prof. Giuliano VASSALLI, prof. Francesco GUIZZI, prof.
Cesare MIRABELLI, avv. Massimo VARI, dott. Cesare RUPERTO, dott.
Riccardo CHIEPPA, prof. Gustavo ZAGREBELSKY, prof. Valerio ONIDA,
prof. Carlo MEZZANOTTE, prof. Guido NEPPI MODONA, prof. Piero Alberto
CAPOTOSTI, prof. Annibale MARINI;
ha pronunciato la seguente
Ordinanza
nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 8, secondo
comma, lettera a), del d.P.R. 23 giugno 1972, n. 749 (Nuovo
ordinamento dei segretari comunali e provinciali), promosso con
ordinanza emessa il 25 marzo 1997 dal Consiglio di Stato sul ricorso
proposto da N.B. contro il Ministero dell'Interno, iscritta al n. 88
del registro ordinanze 1998 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica n. 9, prima serie speciale dell'anno 1998.
Visto l'atto di costituzione di N.B., nonchè l'atto di intervento
del Presidente del Consiglio dei Ministri;
Udito nell'udienza pubblica del 22 giugno 1999 il giudice relatore
Piero Alberto Capotosti;
Udito l'Avvocato dello Stato Gaetano Zotta per il Presidente del
Consiglio dei Ministri.
Ritenuto che, nel corso di un giudizio instaurato da un segretario
capo del ruolo dei segretari comunali per l'annullamento di un bando
di concorso per la nomina a segretario comunale generale di classe
seconda, il Consiglio di Stato, quarta sezione, con ordinanza del 25
marzo 1997, ha sollevato, in riferimento all'art. 3 della
Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'art. 8,
secondo comma, lettera a) del d.P.R. 23 giugno 1972, n. 749 (Nuovo
ordinamento dei segretari comunali e provinciali), nella parte in cui
prevede che il requisito del servizio effettivo di ruolo per almeno
cinque anni nella qualifica, prescritto per l'ammissione al concorso
dei segretari capi, debba essere posseduto "alla data di
pubblicazione del decreto che indice il concorso";
che, secondo l'ordinanza di rimessione, la disposizione impugnata
realizzerebbe una ingiustificata disparità di trattamento rispetto
ai vice segretari comunali e provinciali ed ai capi ripartizione
titolari dei comuni e delle province, che, a norma dell'art. 8,
secondo comma, lettera b) siano in possesso, tra l'altro, di
determinati requisiti di anzianità, da valutarsi, secondo l'art. 1,
quinto comma, del d.P.R. n. 749 del 1972, con riferimento "alla data
di scadenza del termine prevista nel bando di concorso per la
presentazione della domanda di ammissione";
che, ad avviso del giudice rimettente, quest'ultima disposizione
costituirebbe espressione di un principio generale, diretto a
favorire la più ampia partecipazione ai concorsi per l'accesso al
pubblico impiego, che potrebbe ben essere derogato, a tutela di
particolari interessi pubblici, ma, avendo natura procedimentale,
richiederebbe una uniformità di disciplina inconciliabile con
l'instaurazione di un doppio regime giuridico nell'ambito del
medesimo concorso;
che, nel caso di specie, la deroga non sarebbe giustificata nè
dalla diversa posizione dei segretari capi rispetto ai vice segretari
ed ai capi ripartizione, in quanto per questi è già prescritta una
maggiore anzianità di servizio, nè dall'esigenza di bilanciare la
minore anzianità richiesta ai segretari capi, tenuto conto del breve
periodo di tempo normalmente intercorrente tra la pubblicazione del
bando e la scadenza del termine per la presentazione delle domande;
che nel giudizio è intervenuto il Presidente del Consiglio dei
Ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello
Stato, il quale ha eccepito l'infondatezza della questione,
sostenendo che la norma censurata non ha natura meramente
procedimentale, ma caratterizza lo stesso requisito dell'anzianità
di servizio, allo scopo di assicurare l'equità nel trattamento di
categorie diverse di aspiranti;
che si è costituito altresì il ricorrente, il quale ha
insistito per la dichiarazione di illegittimità costituzionale,
svolgendo argomentazioni sostanzialmente analoghe a quelle risultanti
dall'ordinanza di rimessione.
Considerato che, successivamente alla proposizione della questione
di legittimità costituzionale, è intervenuto il d.P.R. 4 dicembre
1997, n. 465 (Regolamento recante disposizioni in materia di
ordinamento dei segretari comunali e provinciali, a norma dell'art.
17, comma 78, della legge 15 maggio 1997, n. 127), il quale, all'art.
35, lettera i) ha disposto, in conformità al predetto art. 17, comma
78, l'integrale abrogazione del d.P.R. n. 749 del 1972, e quindi
anche della disposizione censurata, "decorsi centoventi giorni dalla
data di entrata in vigore del presente regolamento";
che il medesimo d.P.R. n. 465 del 1997 ha radicalmente modificato
l'ordinamento di carriera dei segretari comunali e provinciali, in
particolare disciplinando l'amministrazione dell'albo nazionale dei
segretari comunali e provinciali, previsto dall'art. 17, comma 75,
della legge n. 127 del 1997 e disponendone l'articolazione in fasce
professionali (art. 11), individuando i criteri per la prima
iscrizione dei segretari già in ruolo, in relazione alla qualifica
ed all'anzianità di servizio (art. 12), determinando le procedure
per l'accesso all'albo (art. 13) e la progressione in carriera (art.
14), fissando le modalità per la nomina del segretario da parte dei
sindaci e dei presidenti delle province (art. 15), e dettando le
regole della mobilità conseguente al mancato conferimento o alla
revoca dell'incarico (art. 18);
che le norme sopravvenute, volte ad adeguare la disciplina del
rapporto di impiego dei segretari comunali e provinciali alle
innovazioni introdotte nella loro posizione giuridica, hanno
determinato un mutamento del complessivo quadro normativo di
riferimento, che impone il riesame della perdurante rilevanza della
questione di legittimità costituzionale da parte del giudice a quo.
Per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
Ordina la restituzione degli atti al Consiglio di Stato, quarta
sezione.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale,
Palazzo della Consulta, il 7 luglio 1999.
Il Presidente: Granata
Il redattore: Capotosti
Il cancelliere: Fruscella
Depositata in cancelleria il 14 luglio 1999.
Il cancelliere: Fruscella
99C0760 |
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Contratti | 2008 | AVVISI E BANDI DI GARA | COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 53 del 7-5-2008 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2008-05-07&atto.codiceRedazionale=C-088344 | COMUNE DI VAIRANO PATENORA (Provincia di Caserta) | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.53 del 7-5-2008) | Avviso di gara per pubblico incanto per l'affidamento del servizio di
tesoreria comunale
Parte di provvedimento in formato grafico
C-088344 (A pagamento). |
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Concorsi | 2016 | UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE | UNIVERSITA' «LA SAPIENZA» DI ROMA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 94 del 29-11-2016 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-11-29&atto.codiceRedazionale=16E06236 | UNIVERSITA' «LA SAPIENZA» DI ROMA | CONCORSO (scad. 29 dicembre 2016) | Procedura comparativa, per titoli e colloquio, per il reclutamento di un ricercatore con rapporto di lavoro a tempo determinato, con regime di impegno a tempo pieno della durata di tre anni eventualmente prorogabile per ulteriori due anni, presso il Dipartimento di Medicina clinica. (GU n.94 del 29-11-2016) | Ai sensi dell'art. 24 della legge n. 240/2010 e del regolamento
per il reclutamento di ricercatori con contratto a tempo determinato
di tipologia «A», emanato da questa Università con decreto rettorale
n. 1785/2016 del 22 luglio 2016 è indetta una procedura comparativa
per titoli e colloquio per il reclutamento di un ricercatore con
rapporto di lavoro a tempo determinato, con regime di impegno a tempo
pieno, della durata di tre anni eventualmente prorogabile per
ulteriori due anni - settore concorsuale 06/D4 - Malattie cutanee,
malattie infettive e malattie dell'apparato digerente - settore
scientifico-disciplinare MED/17 per svolgere attività di ricerca
presso il Dipartimento di Medicina clinica della Sapienza Università
di Roma.
Dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente
avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie
speciale «Concorsi ed esami» - decorre il termine di trenta giorni
per la presentazione della domanda di partecipazione, secondo le
modalità indicate nel bando.
Ad avvenuta pubblicazione dell'avviso nella Gazzetta Ufficiale,
il bando integrale comprensivo dello schema di domanda, sarà reso
immediatamente disponibile:
sul sito web dell'Ateneo:
https://web.uniroma1.it/trasparenza/personale-docente/bandi-personale
-docente
sul sito web del Dipartimento: http://www.dmc-sapienza.it
nonchè in stralcio sul sito del Miur: http://bandi.miur.it
e sul sito web dell'Unione europea:
http://ec.europa.eu/euraxess |
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Concorsi | 2024 | AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE | AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI CATANZARO | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 12 del 9-2-2024 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2024-02-09&atto.codiceRedazionale=24E00762 | AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI CATANZARO | CONCORSO (scad. 10 marzo 2024) | Conferimento dell'incarico quinquennale di direttore della struttura complessa di igiene degli alimenti di origine animale e loro derivati. (GU n.12 del 09-02-2024) | In esecuzione della deliberazione n. 98 del 23 gennaio 2024, è
indetto avviso pubblico per il conferimento dell'incarico
quinquennale di direttore della Struttura complessa «Igiene degli
alimenti di origine animale e loro derivati» dell'Azienda sanitaria
provinciale di Catanzaro.
Il termine per la presentazione delle domande, redatte su carta
semplice e corredate dei documenti prescritti, scade il trentesimo
giorno successivo alla data di pubblicazione del presente avviso
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie
speciale «Concorsi ed esami».
Il testo integrale del bando, con l'indicazione dei requisiti e
le modalità di partecipazione all'avviso, è pubblicato nel
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria, parte terza, n. 18 del
25 gennaio 2024.
Per ulteriori informazioni rivolgersi aIl'U.O. Gestione risorse
umane - Gestione delle procedure di selezione e reclutamento
dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro - via Vinicio Cortese
n. 25 - 88100 - Catanzaro - oppure collegarsi al sito www.asp.cz.it -
Concorsi e Avvisi. |
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Contratti | 2020 | AVVISI E BANDI DI GARA | AUTORITÀ INDIPENDENTI, ENTI PUBBLICI NAZIONALI E ALTRI ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 49 del 29-4-2020 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-04-29&atto.codiceRedazionale=TX20BFG9381 | AUTORITA' DI SISTEMA PORTUALE DEL MARE DI SARDEGNA | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.49 del 29-4-2020) | Bando di gara telematica - CUP D27I19000010005 - CIG 8224944E7E
SEZIONE I: ENTE: Autorità di Sistema Portuale del Mare di
Sardegna, Molo Dogana Porto di Cagliari 09124 Tel. 070679531 pec:
[email protected]
SEZIONE II: OGGETTO: Affidamento dei lavori di consolidamento
statico della banchina antistante il capannone Nervi. L'importo
complessivo dell'appalto ammonta ad € 1.175.058,06 di cui €
1.151.913,06 per lavori ed € 23.145,00 per oneri sulla sicurezza non
soggetto a ribasso. RUP: Ing. Alessandra Mannai
SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO,
FINANZIARIO E TECNICO: Si rinvia alla documentazione di gara
pubblicata sul sito dell'Ente: http://www.adspmaredisardegna.it/
nella sezione Albo Pretorio- Bandi e gare
SEZIONE IV: PROCEDURA: aperta ai sensi art.60 D.Lgs.50/16 da
aggiudicarsi in base al criterio del minor prezzo ed applicazione
delle previsioni di cui art.97 co.8 del medesimo D.Lgs, secondo
quanto previsto dall'art.36 co.2 lett.d D.Lgs 50/16, così come
modificato dalla Legge 55/19. Termine ricezione offerte: 26.05.2020
h.13. Apertura: 26.05.2020 h.15.
SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI: Sopralluogo obbligatorio:no.
Il segretario generale
avv. Natale Ditel
TX20BFG9381 |
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Parte Seconda | 2010 | Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione | Ammortamenti | Parte Seconda n. 38 del 30-3-2010 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-03-30&atto.codiceRedazionale=T10ABC3644 | TRIBUNALE DI TRANI | (GU Parte Seconda n.38 del 30-3-2010) | AMMORTAMENTO
Il Presidente del Tribunale di Trani con decreto n.345/2010 ha
pronunciato l'ammortamento autorizzandone l'insinuazione allo stato
passivo del fallimento LA CASALINGA S.r.l. trascorsi 30 gg
dall'effetto cambiario emesso in data 23/03/2008 con scadenza
15/11/2008 di Euro 3.500,00 N. 1051121171 a firma della "LA CASALINGA
Srl" e all'ordine di CARBONE FRANCESCO. Purchè non venga fatta nel
frattempo opposizione dal detentore.
Avv. Massimiliano Matera
T10ABC3644 |
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Contratti | 2019 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 47 del 19-4-2019 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-04-19&atto.codiceRedazionale=TX19BGA8585 | CONTARINA S.P.A. | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.47 del 19-4-2019) | Esito di gara - CIG 76234448FF - CIG 7623454142 - CIG 7623464980
SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE. Contarina S.p.a. - Via
Vittorio Veneto n. 6 - Spresiano (TV).
SEZIONE II: OGGETTO. Affidamento dell'appalto di fornitura e
manutenzione di mezzi d'opera e macchine operatrici (bando su GUUE n.
2019/S 058-133761).
SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE. Affidatari: lotto n. 1 MAIE SpA per un
importo di € 151.497,00; lotto n. 2 Zandonà Luigi S.r.l. per un
importo di € 41.500,00; lotto n. 3 Zandonà Luigi S.r.l. per un
importo di € 40.500,00.
Spresiano,11/04/2019
Il direttore generale
Michele Rasera
TX19BGA8585 |
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Contratti | 2012 | AVVISI E BANDI DI GARA | COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 110 del 21-9-2012 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-09-21&atto.codiceRedazionale=T12BFF17087 | COMUNE DI LACONI Provincia di Oristano | Piazza Marconi, 1 - 08034 Tel. 0782 866200 - fax 0782 869579 | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.110 del 21-9-2012) | Pubblicazione per estratto
Il Responsabile del Servizio Tecnico RENDE NOTO
che con propria determinazione n. 549 del 07.09.2012 è stato
approvato il bando di gara per l'affidamento del servizio di
direzione lavori, misura e contabilità, emissione del certificato di
regolare esecuzione, redazione del piano di manutenzione dell'opera,
di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e di
esecuzione per l'intervento di: "Riqualificazione del tessuto
insediativo e completamento dei servizi turistici del centro urbano
di Laconi. Riqualificazione urbana Parco Piso. Stralci Funzionali
B-C".
CIG: 453147102B.
Importo a base d'asta: Euro 147.205,51.
Le modalità ed i termini di presentazione delle offerte, riservate
ai soggetti di cui all'art. 90, comma 1, lett. d), e), f), g) ed h)
del D Lgs n. 163/2006 sono riportate nel bando integrale pubblicato
all'Albo Pretorio on-line del Comune di Laconi, accessibile dal link
presente nel sito istituzionale www.comune.laconi.or.it e nel sito
www.regione.sardegna.it Il termine di presentazione delle domande,
come indicati nel bando integrale di gara e nel capitolato d'oneri,
è previsto per il quindicesimo giorno a decorrere dalla data di
inserzione del presente avviso sulla G.U.R.I. - V Serie Speciale
Contratti Pubblici.
Chiunque abbia interesse può prendere visione degli atti e
ritirare copia del bando e degli appositi modelli presso l'Ufficio
Tecnico del Comune negli orari d'ufficio, ovvero scaricarli
gratuitamente dal sito istituzionale del Comune.
Laconi, 19.09.2012
Il responsabile del servizio tecnico
dott. ing. Massimo Dessanai
T12BFF17087 |
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Serie Generale | 2005 | DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI | MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI | Serie Generale n. 41 del 19-2-2005 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2005-02-19&atto.codiceRedazionale=05A01219&elenco30giorni=false | MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI | DECRETO 31 gennaio 2005 | Sostituzione di un componente effettivo della commissione di certificazione presso la direzione provinciale del lavoro di Ancona. (GU Serie Generale n.41 del 19-02-2005) | IL DIRIGENTE
della direzione provinciale del lavoro di Ancona
Visti gli articoli 75 e seguenti del decreto legislativo del
10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni sulle
certificazioni dei rapporti di lavoro;
Visto il decreto 21 luglio 2004 del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali (Gazzetta Ufficiale n. 198 del 24 agosto 2004) e
segnatamente l'art. 1 «Costituzione e composizione delle commissioni
di certificazione»;
Tenuto conto della circolare del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali n. 126 del 15 dicembre 2004;
Visto il proprio decreto 11 novembre 2004 pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 278 del 26 novembre 2004 con il quale è stata
costituita la commissione di certificazione presso il servizio
politiche del lavoro della direzione provinciale del lavoro di
Ancona;
Vista la nota del 27 gennaio 2005 con la quale l'I.N.A.I.L., sede
provinciale di Ancona, ha comunicato la sostituzione del proprio
rappresentante, dott.ssa Sonia Serani, con il dott. Giuseppe M.
Mariotti, direttore della sede provinciale di Ancona;
Tenuto conto che sia l'I.N.A.I.L. che l'I.N.P.S. hanno comunicato i
nominativi di due componenti supplenti destinati in caso di assenza o
impedimento a sostituire i titolari;
Considerato, inoltre, che al fine di assicurare la piena
operatività della commissione occorre individuare anche due
componenti supplenti in rappresentanza della direzione provinciale
del lavoro di Ancona;
Decreta:
Art. 1.
La commissione di certificazione presso la direzione provinciale
del lavoro di Ancona è, pertanto, così composta:
componenti di diritto:
dott. Luigi Formentini, direttore della direzione provinciale
del lavoro di Ancona, presidente;
dott. Alessandro Polloni, in rappresentanza della DPL di Ancona
con delega alla presidenza in caso di assenza o impedimento del
presidente;
dott. Giampiero Guiducci, in rappresentanza della DPL di
Ancona;
dott. Domenico Lapenna, in rappresentanza dell'I.N.P.S. di
Ancona;
dott. Giuseppe M. Mariotti, in rappresentanza dell'I.N.A.I.L.
di Ancona;
componenti supplenti:
dott. Roberta Rosini, funzionario temporanemente addetto al
servizio politiche del lavoro in rappresentanza della direzione
provinciale del lavoro di Ancona;
dott.ssa Marta Molisani, in rappresentanza della Direzione
provinciale del lavoro di Ancona;
dott. Giuliano Giovannetti, in rappresentanza dell'I.N.P.S. di
Ancona;
dott.ssa Sonia Serani, in rappresentanza dell'I.N.A.I.L. di
Ancona.
Art. 2.
Alle riunioni della commissione partecipano a titolo consultivo un
rappresentante Consigli provinciali degli Ordini professionali di
appartenenza dei soggetti di cui all'art. 1 della legge n. 12/1979.
Ancona, 31 gennaio 2005
Il dirigente: Formentini |
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Serie Generale | 2010 | DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI | MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE | Serie Generale n. 169 del 22-7-2010 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-07-22&atto.codiceRedazionale=10A08905&elenco30giorni=false | MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE | DECRETO 14 giugno 2010 | Iscrizione in tariffa del fiammifero denominato Euromatch Euro caminetto tipo caminetto, variazione del prezzo di vendita al pubblico dei fiammiferi denominati Athena SAF 40, Uragano, ETNA fiamma, Euro S/40, e rideterminazione dell'importo di fabbricazione relativa al fiammifero denominato Big Matches By IFR. (10A08905) (GU Serie Generale n.169 del 22-07-2010) | IL DIRETTORE
per le accise
Visto il decreto ministeriale 22 dicembre 1958, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 43 del 20 febbraio 1959, recante le
caratteristiche delle marche contrassegno per fiammiferi, e
successive modificazioni;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972,
n. 633, relativo all'istituzione dell'imposta sul valore aggiunto, e
successive modificazioni;
Vista la legge 13 maggio 1983, n. 198, recante l'adeguamento alla
normativa comunitaria della disciplina concernente i monopoli del
tabacco lavorato e dei fiammiferi;
Visto il decreto ministeriale 21 maggio 1992, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 129 del 3 giugno 1992, con il quale l'aggio per
la vendita dei fiammiferi è stato fissato nella misura del 10 per
cento del prezzo di vendita al pubblico;
Visto il decreto ministeriale 4 luglio 1994, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 216 del 15 settembre 1994, concernente le
condizioni e modalità di applicazione dell'imposta di fabbricazione
sui fiammiferi di provenienza comunitaria;
Visto il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive
modificazioni ed integrazioni, testo unico delle disposizioni
legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e
relative sanzioni penali ed amministrative;
Visto il decreto ministeriale 1° marzo 2002, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2002, con il quale vengono,
tra l'altro, rideterminati gli scaglioni di prezzo di vendita dei
fiammiferi di ordinario consumo ai fini dell'applicazione delle
aliquote di imposta di fabbricazione;
Visto il decreto ministeriale 16 dicembre 2002, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2003, con il quale è stato
iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di
fiammifero denominato «Athena SAF 40»;
Visto il decreto ministeriale 16 ottobre 2003, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 258 del 6 novembre 2003, con il quale è stato
iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di
fiammifero denominato «Uragano»;
Visto il decreto direttoriale 27 maggio 2004, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 2004, con il quale è stato
iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di
fiammifero denominato «Etna Fiamma»;
Visto il decreto direttoriale 14 settembre 2005, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 263 dell'11 novembre 2005, con il quale è
stato iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di
fiammifero denominato «Euro S/40»;
Visto il decreto direttoriale 25 gennaio 2007, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 73 del 28 marzo 2007, con il quale è stato
iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di
fiammifero denominato «Big Matches By IFR»;
Vista la richiesta di iscrizione in tariffa di un nuovo tipo di
fiammifero denominato Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto,
presentata dalla società Euromatch;
Vista la richiesta di variazione del prezzo di vendita al pubblico
dei fiammiferi denominati «Athena SAF 40», «Uragano», «Etna Fiamma»
ed «Euro S/40» presentata dalla società Tecnomatch S.r.l.;
Considerata l'esigenza di procedere alla rideterminazione
dell'imposta di fabbricazione sul fiammifero «Big Matches By IFR»,
stabilita con decreto direttoriale 3 marzo 2010, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 76 del 1° aprile 2010;
Attesa la necessità di procedere in linea con le citate richieste;
Decreta:
Art. 1
È iscritto nella tariffa di vendita al pubblico il seguente tipo
di condizionamento di fiammiferi denominati Euromatch «Euro
Caminetto» tipo caminetto, le cui caratteristiche sono così
determinate:
Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto
Condizionamento: scatola di cartoncino a tiretto passante
contenente 40 fiammiferi di legno paraffinati amorfi.
Caratteristiche del fiammifero:
lunghezza: mm. 190;
lunghezza con capocchia: mm. 196;
larghezza: mm. 3,0 x 3,0;
tolleranza misure: +/- 3 %;
capocchie accendibili solo su striscia impregnata di fosforo
amorfo.
Caratteristiche della scatola:
dimensioni esterne: mm. 220 x 65 x 18;
grammatura cartoncino esterno: gr. 350 al mq.;
grammatura cartoncino interno: gr. 300 al mq.;
ruvido: striscia di fosforo amorfo su un solo lato di mm. 220 x
15;
tolleranza contenuto: 4 %.
Le caratteristiche comuni delle marche contrassegno da applicare su
ciascun condizionamento di fiammiferi Euromatch «Euro Caminetto» tipo
caminetto, sono quelle previste all'art. 1, paragrafo I, del decreto
ministeriale 22 dicembre 1958, citato nelle premesse.
All'art. 1, paragrafo II, dello stesso decreto ministeriale 22
dicembre 1958 e successive modificazioni, è aggiunto il seguente
numero:
137) colore «rosso-giallo», con legenda Euromatch «Euro
Caminetto» tipo caminetto in basso, per la scatola di cartoncino a
tiretto passante con 40 fiammiferi di legno paraffinati amorfi,
denominata Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto.
Fino a nuove disposizioni, possono essere applicate sul nuovo tipo
di fiammifero denominato Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto le
marche di cui all'art. 1 del ripetuto decreto ministeriale 22
dicembre 1958, indicate al n. 18, di colore rosso-giallo.
Art. 2
Il prezzo di vendita al pubblico e l'imposta di fabbricazione
calcolata ai sensi del decreto ministeriale 1° marzo 2002, sul
fiammifero denominato Euromatch «Euro Caminetto» tipo Caminetto, sono
stabilite nelle misure di seguito indicate, unitamente all'imposta
sul valore aggiunto dovuta per singolo condizionamento di fiammiferi
di ordinario consumo:
Parte di provvedimento in formato grafico
Art. 3
Il prezzo di vendita al pubblico dei seguenti tipi di fiammiferi,
per singolo condizionamento, è variato come segue:
Parte di provvedimento in formato grafico
Art. 4
L'imposta di fabbricazione, ai sensi del decreto ministeriale 1°
marzo 2002 e l'imposta sul valore aggiunto dovute per singolo
condizionamento dei fiammiferi di ordinario consumo di cui all'art.
3, in relazione al prezzo di vendita al pubblico, sono determinate
come segue:
Parte di provvedimento in formato grafico
Art. 5
L'imposta di fabbricazione dovuta per singolo condizionamento del
fiammifero di ordinario consumo denominato «Big Matches By IFR»,
calcolata ai sensi del decreto ministeriale 1° marzo 2002, è
rideterminata come segue:
Parte di provvedimento in formato grafico
Il presente decreto entra in vigore dalla data di pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 14 giugno 2010
Il direttore per le accise: Rispoli
Registrato alla Corte dei conti il 2 luglio 2010
Ufficio controllo Ministeri economico-finanziari, registro n.3
Economia e finanze, foglio n. 301 |
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Contratti | 2016 | AVVISI E BANDI DI GARA | COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 111 del 26-9-2016 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-09-26&atto.codiceRedazionale=TX16BFF12312 | COMUNE DI CORSICO (MI) | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.111 del 26-9-2016) | Bando di gara - CIG 680857342E
SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE. Comune di Corsico -
Città Metropolitana di Milano - Via Roma 18, 20094 Corsico (MI)
Italia.
SEZIONE II: OGGETTO. Il servizio consiste nel trasporto di
cittadini, residenti a Corsico, portatori di handicap, per
raggiungere strutture sanitarie, riabilitative e socio-educative
ubicate nel territorio comunale e regionale. Il valore stimato totale
dell'appalto è pari ad euro 220.500,00= oltre IVA 10%
SEZIONE IV: PROCEDURA: aperta telematica (Sintel). Criterio:
offerta economicamente più vantaggiosa. Termine ricezione offerte:
31/10/2016 entro le ore 23:59.
SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI. Responsabile del procedimento:
Dott.ssa Angela Ianzano. Documentazione disponibile su:
www.comune.corsico.mi.it.
Il dirigente del settore istituzionale
dott.ssa Filomena Romagnuolo
TX16BFF12312 |
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Concorsi | 2018 | UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE | UNIVERSITA' DI BERGAMO | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 34 del 27-4-2018 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-04-27&atto.codiceRedazionale=18E03779 | UNIVERSITA' DI BERGAMO | CONCORSO (scad. 28 maggio 2018) | Procedura di selezione per la copertura di un posto di ricercatore a tempo determinato, settore concorsuale 10/H1 - Lingua, letteratura e cultura francese. (GU n.34 del 27-04-2018) | È indetta una procedura pubblica di selezione per un posto di
ricercatore universitario a tempo determinato, (tipo b), ai sensi
dell'art. 24, comma 3, lettera b) della legge 30 dicembre 2010, n.
240, per il settore concorsuale 10/H1 - Lingua, letteratura e cultura
francese - settore scientifico-disciplinare L-LIN/03 - Letteratura
francese, presso il Dipartimento di lettere, filosofia, comunicazione
dell'Università degli studi di Bergamo.
Le domande di ammissione alla procedura, completate secondo le
modalità previste dal bando, devono essere inoltrate entro il
termine perentorio di trenta giorni, a decorrere dal giorno
successivo a quello di pubblicazione dell'avviso nella Gazzetta
Ufficiale. Qualora il termine di scadenza cada in giorno festivo, la
scadenza è posticipata al primo giorno lavorativo successivo.
Il testo integrale del bando con l'indicazione dei requisiti di
ammissione alla procedura e delle modalità di partecipazione al
concorso, è disponibile sul sito web dell'Università degli studi di
Bergamo all'indirizzo http://www.unibg.it/ sezione Concorsi e
selezioni.
Il responsabile del procedimento della selezione di cui al
presente bando è il dott. William Del Re, dirigente responsabile dei
Servizi amministrativi generali, in via dei Caniana n. 2 - 24127
Bergamo, tel. 035/2052876, fax 035/2052862, indirizzo di posta
elettronica [email protected] - indirizzo PEC
[email protected] |
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Contratti | 2019 | AVVISI E BANDI DI GARA | ENTI DEL SETTORE SANITARIO | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 16 del 6-2-2019 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-02-06&atto.codiceRedazionale=TX19BFK2346 | AZIENDA SANITARIA LOCALE LECCE | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.16 del 6-2-2019) | Bando di gara POR Puglia 2014-2020 - Intervento A912.9 "Potenziamento
della rete di emergenza urgenza legata al territorio delle ASL Lecce,
mediante l'acquisto di autoambulanze" - Procedura aperta ai sensi
dell'art. 60 D.Lgs. n. 50/2016 e smi per l'acquisto di ambulanze -
CUP F89DI7000740006 - Lotto 1 CIG 7783865898 - Lotto 2 CIG 7783869BE4
SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: I.1) Denominazione
ufficiale: ASL Lecce, Via Miglietta n. 5 - 73100 Lecce, Italia.
Indirizzi e punti di contatto presso i quali sono disponibili
ulteriori informazioni: Area Gestione del Patrimonio, Piazza Bottazzi
n.1 - 73100 - Lecce. RUP DR. Silvio Schito, Tel 0832215914, email:
[email protected]. Tutta la documentazione è visionabile e
scaricabile sul sito internet
http://www.sanita.puglia.it/web/asl-lecce. Le offerte e le domande di
partecipazione vanno inviate telematicamente tramite il Portale
EmPULIA www.empulia.it. I.2.4) Tipo di amministrazione
aggiudicatrice: Autorità Regionale/locale. Salute. L'amministrazione
aggiudicatrice acquista per conto di altre amministrazioni
aggiudicatrici: No.
SEZIONE II: OGGETTO DELL'APPALTO: II.1.1) Por Puglia 2014-2020 -
Intervento A912.9 "Potenziamento della rete di emergenza urgenza
legata al territorio delle ASL Lecce, mediante l'acquisto di
autoambulanze". Procedura aperta ai sensi dell'art. 60 DLGS n.
50/2016 e smi per l'acquisto di ambulanze. CUP: F89DI7000740006.
II.1.2) Appalto Fornitura: Acquisto. Luogo principale di esecuzione:
Presidi Ospedalieri, PTA. II.1.3) Appalto pubblico suddiviso in due
lotti: Lotto 1 E 1.440.000,00+IVA da aggiudicarsi secondo il criterio
dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell'art.95
comma 2 del D.Lgs. 50/2016 in base ai parametri indicati nel
Capitolato Tecnico - Allegato A. Lotto 2 E 770.000,00 + IVA da
aggiudicarsi al prezzo più basso ai sensi dell'art. 95 comma 4,
lett. b del D.LGS. 50/2016 e s.m.i., in quanto fornitura con
caratteristiche standardizzate riportate nel capitolato tecnico -
Allegato B. II.1.5) Puglia 2014-2020 - P.O. F.E.S.R. 2014-2020 -
Intervento A912.9 "Potenziamento della rete di emergenza urgenza
legata al territorio delle ASL Lecce, mediante l'acquisto di
autoambulanze". Procedura aperta ai sensi dell'art. 60 DLGS n.
50/2016 e smi per l'acquisto di ambulanze. II.1.1.6) 34114121-3 -
Ambulanze. II.1.8) Divisione in lotti: Si. II.2.1) Quantitativo o
entità dell'appalto: E.2.210.000 oltre IVA.
SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO,
FINANZIARIO E TECNICO: III.1.1) Cauzioni e garanzie richieste:
secondo le modalità e condizioni stabilite nel Capitolato di gara.
III.1.2) Principali modalità di finanziamento e di pagamento e/o
riferimenti alle disposizioni applicabili in materia: Puglia
2014-2020 - P.O. F.E.S.R. 2014-2020 - Intervento A912.9
"Potenziamento della rete di emergenza urgenza legata al territorio
delle ASL Lecce. III.1.3) È ammessa la partecipazione alla gara di
imprese temporaneamente raggruppate/raggruppande e di Consorzi con
l'osservanza degli artt. 45, 47, 48 del DLGS 50/2016. III.2.1)
Situazione personale degli operatori, inclusi i requisiti relativi
all'iscrizione nell'albo professionale o nel registro commerciale: si
rimanda al Disciplinare di gara. a) Iscrizione al registro delle
imprese della CCIAA o ad uno dei registri di cui all'art. 83 comma 3
del D.Lgs. n. 50/16. b) Insussistenza delle cause di esclusione di
cui all'art. 80 del D.Lgs. 50/16. III.2.2) Capacità economica e
finanziaria: secondo le indicazioni riportate nel Disciplinare Art.
6, punto o). a) fatturato globale di impresa per fornitura analoghe,
conseguito negli ultimi tre esercizi, non inferiore ad E. 500.000 IVA
esclusa. III.2.3) Capacità Tecnica: secondo le indicazioni riportate
nel Capitolato Speciale d'appalto.
SEZIONE IV: PROCEDURE: IV.1.1) Procedura Aperta in forma telematica
tramite il Portale EmPULIA www.empulia.it. IV.2.1) Criteri di
aggiudicazione: Lotto 1 da aggiudicare secondo il criterio
dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell'art.95
comma 2 del D.Lgs. 50/2016 in base ai parametri indicati nel
Capitolato Tecnico- Allegato A. Lotto 2 da aggiudicare al prezzo più
basso ai sensi dell'art. 95 comma 4, let. b del DLGS 50/2016 e
s.m.i., in quanto fornitura con caratteristiche standardizzate
riportate nel capitolato tecnico - Allegato B. IV.3.2) Pubblicazioni
precedenti relative allo stesso appalto: Si. IV.3.3) Termine per il
ricevimento delle richieste di documenti o per l'accesso ai
documenti: 11.03.2019 ore 12:00. IV.3.4) Termine per il ricevimento
delle offerte o domande di partecipazione: 28.03.2019 ore 13:00.
IV.3.6) Lingua: Italiano. IV.3.7) L'offerente è vincolato alla
propria offerta per 360 giorni (dalla scadenza fissata per la
ricezione delle offerte). IV.3.8) L'apertura delle offerte avrà
luogo in seduta pubblica il 29.03.2019 ore 10:00 c/o l'Azienda
Sanitaria Lecce - Area Gestione Patrimonio, Piazza Bottazzi 1-73100
Lecce.
SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI: VI.3) Le ditte che intendono
presentare offerta devono provvedere al versamento del contributo
ANAC corrispondente al lotto per cui intendono partecipare secondo le
modalità previste dal Disciplinare di Gara a pena di esclusione dal
procedimento nonchè trascrivere il C.I.G. di riferimento sulla busta
contenente la documentazione. L'Azienda si riserva di revocare il
presente bando o l'intera procedura di gara per autotutela o per
sopravvenuti impedimenti di qualsiasi natura. Responsabile Unico del
Procedimento: Dott. Silvio Schito. Ogni chiarimento in ordine alla
procedura di gara dovrà essere inviato all'indirizzo di posta
elettronica: [email protected]. Per informazioni telefonare dal
lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 al numero Tel:
0832215914-215937. VI.4) Organismo responsabile delle procedure di
ricorso: TAR Puglia sez. Lecce. VI.4.1) Presentazione di ricorso: 30
gg, ai sensi dell'art. 8, comma 2 quinquies del decreto n. 53/2010.
VI.5) Data di spedizione del presente avviso alla G.U.C.E.:
31/01/2019 Lecce.
Il direttore generale
dott. Antonio Pastore
TX19BFK2346 |
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Contratti | 2009 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 137 del 20-11-2009 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-11-20&atto.codiceRedazionale=T-09BGA20311 | REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA CENTRO SERVIZI CONDIVISI | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.137 del 20-11-2009) | AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
Il Centro Servizi Condivisi - Via Uccellis 12/f- 33100 Udine - ha
aggiudicato, in nome e per conto delle Aziende del Servizio Sanitario
Regionale del Friuli Venezia Giulia e dell'A.R.P.A. del Friuli
Venezia Giulia, i seguenti servizi e forniture, ai sensi del D.Lgs.
163/2006: a) ID09ARPA011 gascromotografo-spettrometro di massa; b)
ID09AE011 lavapadelle; c) ID08A320 contropulsatori aortici; d)
ID09ARPA019 manutenzione della rete di rilevamento della qualità
dell'aria; e) ID09BS056 medicazioni per ortopedia; f) ID09BS191
dispositivo per il trattamento delle neoplasie epatiche; g)
ID09ARPA020 fornitura di tre autovetture; h) ID09ARPA03 acidi per
analisi, solventi e reagenti; i) ID09BS061 prodotti feather per
anatomia patologica; j) ID09BS222 placche per malleolo; k)
ID09ARPA016 fornitura di acidi, terreni disidratati e terreni pronti;
l) ID09BS195 reagenti e materiali di consumo con messa a disposizione
di analizzatori per emogasanalisi; m) ID09BS122 alcool etilico 95°;
n) ID09SE063 accordo quadro per l'assegnazione di progetti
finalizzati alla promozione della salute mentale per l'A.S.S. n. 6
"Friuli Occidentale"; o) ID09SE066 servizio di asportazione e
smaltimento rifiuti sanitari; p) ID09AE010 sgabelli per reparti
ospedalieri. La documentazione di aggiudicazione è reperibile sul
sito www.csc.sanita.fvg.it alla sezione "Delibere e decreti". Gli
avvisi relativi alle aggiudicazioni sono disponibili sul sito
www.csc.sanita.fvg.it alla voce "Bandi e Avvisi di gara - Esiti
2009", previo accesso tramite l' "area riservata".
Udine, 16.11.2009
Il Commissario Straordinario
Ing. Claudio Giuricin
T-09BGA20311 |
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Corte Costituzionale | 1998 | ATTI DI PROMOVIMENTO DEL GIUDIZIO DELLA CORTE | 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 38 del 23-9-1998 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1998-09-23&atto.codiceRedazionale=098C1065 | N. 36 RICORSO PER LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE 28 agosto 1998 | N. 36 Ricorso per questione di legittimita' costituzionale depositato in cancelleria il 28 agosto 1998 (della regione siciliana) Sanita' pubblica - Rifornimento idrico delle isole minori - Funzioni in materia esercitate dal Ministero della difesa - Trasferimento alle regioni a statuto speciale per le isole minori comprese nel territorio - Lesione delle competenze e dell'autonomia della regione siciliana, in particolare, nelle materie di igiene, sanita' publica, assistenza sanitaria, comunicazione e trasporti - Mancata attribuzione di mezzi finanziari per fronteggiare i nuovi oneri, con violazione dell'obbligo di copertura per nuove o maggiori spese - Inosservanza delle procedure statutariamente previste per l'adozione di normative interessanti la regione stessa - Incidenza sulle competenze e sull'autonomia finanziaria delle regioni. (D.Lgs. 30 giugno 1998, n. 244). (Cost., art. 81, quarto comma, 116 e 119; statuto regione Sicilia, art. 17, 19, 21, comma 3, e 43; legge 27 dicembre 1997, n. 449, art. 55, comma 5). (098C1065) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.38 del 23-9-1998) | Ricorso della regione siciliana, in persona del Presidente
pro-tempore on. dott. Giuseppe Drago, rappresentato e difeso, sia
congiuntamente che disgiuntamente, giusta procura a margine del
presente atto, dall'avv. Michele Arcadipane e dall'avv. Giovanni
Carapezza Figlia, ed elettivamente domiciliato presso la sede
dell'ufficio della regione siciliana in Roma, via Marghera n. 36,
autorizzato a proporre ricorso con deliberazione della Giunta
regionale n. 269 del 20 agosto 1998;
Contro il Presidente del Consiglio dei Ministri pro-tempore,
domiciliato per la carica in Roma, Palazzo Chigi presso gli uffici
della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e difeso per legge
dall'Avvocatura dello Stato, per la dichiarazione di illegittimità
costituzionale del decreto legislativo 30 giugno 1998, n. 244:
"Trasferimento alle regioni a statuto speciale delle funzioni del
Ministero della difesa in materia di rifornimento idrico delle isole
minori, a norma dell'art. 55, comma 5, della legge 27 dicembre 1997,
n. 449" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana, n. 171, serie generale, del 24 luglio 1998.
Con l'art. 55, comma 5, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, è
stata disposta la delega al Governo della Repubblica per l'emanazione
di un decreto legislativo volto a:
"a) trasferire alle regioni a statuto speciale le funzioni in
materia di rifornimento idrico delle isole minori, assegnate
dall'art. 4 della legge 21 dicembre 1978, n. 861, al Ministero della
difesa fermo restando il concorso del predetto Ministero quando
ricorrano particolari necessità nello specifico settore e fermi
restando la continuità e il livello qualitativo del servizio;
b) disciplinare il concorso di cui alla lett. a), sulla base
della capacità operativa delle unità di rifornimento idrico in
dotazione al Ministero della difesa e dei relativi stanziamenti di
bilancio". Con decreto legislativo 30 giugno 1998, n. 244,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, n.
171, s.g., del 24 luglio 1998, il previsto trasferimento è stato
attuato senza il rispetto delle particolari forme procedurali sancite
dallo statuto siciliano e senza disporre una correlativa attribuzione
di mezzi finanziari. In definitiva, il predetto "trasferimento di
funzioni" si è risolto in un puro addossamento alle regioni ad
autonomia differenziata, e in particolare alla regione siciliana (il
cui territorio, tra tutte, conta un maggior numero di isole minori),
dell'onere gestionale e finanziario del rifornimento idrico delle
isole minori, "senza spese" per lo Stato. Il decreto legislativo 30
giugno 1998, n. 244, è costituzionalmente illegittimo per le ragioni
che di seguito si espongono.
1. - Violazione dell'art. 43 dello statuto siciliano. Violazione
delle norme di attuazione dello statuto siciliano in materia di
igiene, sanità pubblica ed assistenza sanitaria e/o in materia di
comunicazione e trasporti.
L'art. 43 dello statuto siciliano impone che la normativa di
attuazione dello statuto medesimo venga determinata da una
commissione paritetica. Non è dubitabile che il trasferimento di
funzioni determinato dal decreto legislativo n. 244 del 1998, qui
impugnato, abbisognasse dello speciale procedimento imposto dall'art.
43 dello statuto siciliano, e non escluso, peraltro, dall'art. 55,
comma 5, della legge di delega 27 dicembre 1997, n. 449. Secondo
l'insegnamento di codesta ecc.ma Corte, infatti, solo in dipendenza
di un'attribuzione statutaria ben definita in tutti i suoi aspetti,
non sorge la necessità di norme di attuazione (sentenze 15 luglio
1969, n. 136 e 11 maggio 1971, n. 95. D'altronde la stessa
circostanza che l'art. 55 della legge n. 449/1997 ha delegato il
Governo ad attuare il trasferimento di funzioni de qua (e, di certo,
non ha inteso escludere l'osservanza dell'art. 43 dello statuto
siciliano) evidenzia, di per se, la necessità di specifiche norme di
attuazione in merito. È appena il caso di evidenziare che
l'illegittimità costituzionale ora lamentata, non è solo correlata
ad una questione di pura forma; infatti, la ponderazione delle norme
in questione in sede di confronto e raffronto tra gli interessi e le
ragioni dello Stato e della regione, avrebbe portato all'emanazione
di una disciplina che tenesse in debito conto tutte le esigenze degli
enti interessati e, in definitiva e soprattutto, delle popolazioni
delle isole minori in questione. La palese violazione dell'art. 43
dello statuto regionale determina, peraltro, la violazione della
vigente normativa di attuazione dello statuto, che, per effetto del
decreto legislativo qui impugnato, subisce modificazioni strutturali
ad opera di una norma di rango inferiore. È ben nota la posizione,
nella gerarchia delle fonti, attribuita alle norme di attuazione
dello statuto siciliano, che si pongono in posizione intermedia tra
le norme delle leggi costituzionali e quelle delle leggi ordinarie,
statali o regionali (Corte costituzionale sentenza n. 151/1972).
Il decreto legislativo n. 244/1998, quindi, viola la normativa di
attuazione dello statuto regionale in materia di igiene, sanità
pubblica ed assistenza sanitaria (d.P.R 9 agosto 1956, n. 1111, e
successive modifiche ed integrazioni), attribuendo alla regione
siciliana parte dei compiti riservati allo Stato dal quarto comma
dell'art. 1 del d.P.R. 9 agosto 1956, n. 1111, nel testo novato dal
d.P.R. 13 maggio 1985, n. 256, e specificatamente quelli previsti
dall'art. 4, primo comma, n. 2, della legge 23 dicembre 1978, n.
833, in ordine a "igiene e sicurezza in ambienti di vita e di
lavoro"; materia quest'ultima in cui è dato ricomprendere, sotto il
profilo della tutela della salute anche le funzioni di che trattasi.
Nè, in proposito, potrebbe rilevarsi, per eludere la specifica
censura testè avanzata, che le funzioni in questione non siano di
diretta pertinenza del Ministero della sanità. È oltremodo
evidente, infatti, che le funzioni di che trattasi erano state
attribuite dalla legislazione statale pregressa al Ministero della
difesa solo per ragioni logistiche, essendo detto Ministero in
possesso - o autorizzato a dotarsi, in forza dello stanziamento
disposto con l'art. 1 della legge 21 dicembre 1978, n. 861 - dei
mezzi idonei all'approvvigionamento idrico via mare; ed invero
nessuna competenza specifica correlata con la sicurezza e difesa
nazionale, di tale Ministero potrebbe venire trasferita alla regione.
Ove, invece, l'aspetto prevalente - o uno degli aspetti - delle
fuzioni e compiti trasferiti si ravvisi nella fase
dell'approvvigionamento idrico sotto il profilo del trasporto
dell'acqua, potabile o meno, la violazione si determinerebbe con
riferimento alla normativa di attuazione in materia di comunicazioni
e trasporti d.P.R 17 dicembre 1953, n 1113, e successive modifiche ed
integrazioni), dal momento che la competenza in ordine ai trasporti
in questione, sinora riservati e gestiti in ambito nazionale, viene,
con il decreto legislativo impugnato, trasferita - salve le eccezioni
di particolare necessità, previste in via generale nel medesimo
atto, e peraltro da definire concretamente in sede di accordo di
programma - alla regione.
2. - Violazione degli artt. 81, comma quarto, 116 e 119 della
Costituzione e degli artt. 17 e 19 dello statuto della regione
siciliana.
L'art. 81, quarto comma, della Costituzione impone il principio
generale dell'obbligo di copertura delle nuove o maggiori spese;
obbligo che codesta ecc.ma Corte ha sempre ritenuto estendersi oltre
il bilancio dello Sato persona in senso stretto obbligando viceversa
tutti gli enti rientranti nel complesso della finanza pubblica
allargata, e destinato altresì ad operare non soltanto con una
efficacia circoscritta all'interno del singolo ente, bensì tale da
condizionare anche i rapporti che intercorrono tra enti diversi,
reciprocamente ordinati. Il principio costituzionale sancito
dall'art. 81, comma 4, non consente dunque al legislatore nazionale -
a pena di una illegittima elusione del principio medesimo - di
addossare agli enti rientranti nella così detta finanza pubblica
allargata, nuove e maggiori spese senza contestualmente indicare i
mezzi con cui fare fronte agli oneri imposti (Corte costituzionale 17
dicembre 1981, n. 189 e 8 giugno 1981, n. 92); ciò anche nel
presupposto dell'esistente collegamento finanziario tra simili enti e
lo Stato, che appare in realtà "dare luogo ad un unico complesso".
Si osserva peraltro che - come è stato evidenziato in dottrina -
l'obbligo della copertura appare avere anche la finalità di
assicurare la razionalità dei processi decisionali; razionalità che
esige consapevolezza delle conseguenze indotte sulla situazione
finanziaria non soltanto dello Stato, ma anche degli enti sui quali
gli oneri sono destinati a gravare.
Inoltre, il medesimo principio costituzionale fornisce una
garanzia agli enti sottoposti salvaguardando la competenza dei loro
bilanci a determinare i relativi equilibri finanziari.
Il decreto legislativo impugnato incide invero direttamente sulle
attribuzioni regionali, imponendo alla regione lo svolgimento della
funzione di rifornimento idrico in precedenza svolta dal Ministero
della difesa con l'utilizzo dei propri mezzi, con refluenze quindi
non solo organizzatorie, ma anche finanziarie, e con la conseguente
lesione, altresì, dell'autonomia garantita dallo statuto speciale.
La norma impugnata appare dunque - in conformità peraltro, ai
principi desumibili dalla sentenza 11 ottobre l983, n. 307, di
codesta ecc.ma Corte - costituzionalmente illegittima, poichè
addossa alla regione siciliana un onere del tutto nuovo, in
precedenza sostenuto dallo Stato, senza determinare - in contrasto
con l'art. l, comma 4, della Costituzione - una apposita copertura
finanziaria, ed obbligandola quindi ad imputare al proprio bilancio
di previsione, mediante un corrispondente utilizzo di risorse
proprie, la spesa occorrente, con la conseguente limitazione, in
realtà, oltre che dell'autonomia finanziaria sotto il versante delle
uscite, anche dell'autonomia legislativa, che, come effetto
indiretto, ne risulterebbe compressa.
Va ancora rilevato che il trasferimento di specifiche funzioni e/o
competenze dallo Stato alla regione, senza prevedere la contestuale
attribuzione delle risorse necessarie all'espletamento delle
medesime, altera l'equilibrio tra mezzi finanziari ed insieme delle
funzioni e/o competenze, vulnerando così, in violazione degli artt.
116 e 119 della Costituzione, nonchè degli artt. 17 e 19 dello
statuto della regione siciliana l'autonomia costituzionalmente
riconosciuta.
3. - Violazione dell'art. 21, comma 3, dello statuto della regione
siciliana.
L'art. 21, terzo comma, dello statuto statuisce che il Presidente
della regione "col rango di Ministro partecipa al Consiglio dei
Ministri con voto deliberativo nelle materie che interessano la
regione".
Premesso che, in via generale, in conformità alla costante
giurisprudenza costituzionale in materia, la partecipazione dei
Presidenti delle regioni (o delle province ad autonomia
differenziata) alle sedute del Consiglio dei Ministri nelle quali si
discutono questioni di interesse delle rispettive regioni (o province
autonome) "si rende necessaria soltanto nei casi in cui l'interesse
di quest'ultime possa essere qualificato, oltrechè di particolare
rilevanza o intensità, come interesse differenziato, nel senso che
dev'essere tale da distaccarsi da quelli generali e comuni a tutte o
a una categoria di regioni e da configurarsi come interesse proprio e
peculiare della singola regione" (sentenza 31 luglio 1990, n. 38l),
va rilevata la particolare pregnanza, ampiezza e specialità della
riportata disposizione statutaria che - attribuendo al Presidente
della regione il rango di Ministro, sancendo il carattere
deliberativo del suo voto e prescrivendo la partecipazione del
medesimo ogni qual volta si trattino materie che interessano la
regione - comporta una maggiore incisività ed estensione della
competenza in questione. Ma anche a voler prescindere dalla
peculiarità della competenza attribuita - in maniera differenziata
rispetto a quella di cui in analoghe, ma non identiche, previsioni
contenute in altri statuti speciali - al Presidente della regione
siciliana, che ne differenzierebbe il grado di tutela, si rileva che,
in ogni caso, la mancata partecipazione alla riunione del Consiglio
dei Ministri del 26 giugno 1998 in cui e stata adottata la
deliberazione di approvazione del decreto legislativo impugnato, non
ha consentito la tutela degli interessi che si collegano alla regione
come ente esponenziale di poteri giuridici di autonomia. Ed invero,
considerato che le isole minori riguardate dall'impugnato atto
risultano esclusivamente ricomprese - per ciò che concerne le
regioni a statuto speciale nei cui confronti, in via apparentemente
indifferenziata, si procede a trasferire le funzioni in materia di
rifornimento idrico assegnate al Ministero della difesa dall'art 4
della legge 21 dicembre 1978, n. 861 - nell'ambito territoriale di
due sole regioni, e specificatamente della regione siciliana e della
regione Sardegna, la deliberazione del Consiglio dei Ministri
sottostante all'atto impugnato coinvolgeva in concreto interessi
regionali qualificati da una "rilevante peculiarità e da una
particolare intensita'", che giustificavano quella particolare forma
di cooperazione tra organi del più alto livello statale e regionale
qual'è quella in esame, e che appare appunto necessaria ed
indispensabile in presenza di quegli "interessi che si distaccano da
quelli generali come propri e peculiari di singole regioni", cui ha
avuto modo di riferirsi codesta ecc.ma Corte nella sentenza n. 545
del 1989.
P. Q. M.
Voglia codesta ecc.ma Corte costituzionale accogliere il presente
ricorso, dichiarando l'illegittimità costituzionale del decreto
legislativo impugnato, in quanto lesivo dell'autonomia regionale e
posto in essere in contrasto con le procedure previste dall'art. 43
dello statuto della regione siciliana, in violazione dell'art. 21
del medesimo statuto, ed in dispregio degli artt. 81, 116 e 119 della
Costituzione.
Con riserva di ulteriori deduzioni.
Si depositano con il presente atto:
1) Autorizzazione a ricorrere (deliberazione della Giunta
regionale n. 269 del 20 agosto 1998);
2) Copia del decreto legislativo 30 giugno 1998, n. 244.
Palermo, addì 21 agosto 1998
Avv. Michele Arcadipane - avv. Giovanni Carapezza Figlia
98C1065 |
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Contratti | 2007 | BANDI DI GARA | BANDI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 59 del 23-5-2007 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2007-05-23&atto.codiceRedazionale=S-5362 | PROVINCIA DI MANTOVA | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.59 del 23-5-2007) | Procedura aperta per l'affidamento della fornitura di automezzi nuovi
per il servizio faunistico-venatorio
della provincia di Mantova e contestuale cessione di automezzi usati
di proprietà della provincia di Mantova
Parte di provvedimento in formato grafico
S-5362 (A pagamento). |
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Corte Costituzionale | 2005 | ATTI DI PROMOVIMENTO DEL GIUDIZIO DELLA CORTE | 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 4 del 26-1-2005 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2005-01-26&atto.codiceRedazionale=005C1464 | N. 112 RICORSO PER LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE 16 dicembre 2004 | Ricorso per questione di legittimita' costituzionale depositato in cancelleria il 16 dicembre 2004 (della Regione Marche) Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 in materia di occupazione e mercato del lavoro - Previsione dell'autorizzazione all'esercizio di attivita' di intermediazione dei comuni singoli, o associati nelle unioni di comuni, delle comunita' montane, delle camere di commercio e degli istituti di secondo grado statali e paritari, a condizione che svolgono la predetta attivita' senza fini di lucro - Subordinazione del regime autorizzatorio al previo accertamento dei requisiti, di cui agli artt. 4 e 5 del d.lgs. n. 276/2003 - Ricorso della Regione Marche - Denunciata lesione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro mediante disciplina analitica e di dettaglio - Violazione del principio di liberta' di impresa economica - Violazione dei principi di sussidiarieta' e di adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 2, comma 1. - Costituzione, artt. 41, 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo, secondo e terzo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Procedura di autorizzazione alle attivita' di intermediazione - Previsione di disciplina, da parte delle Regioni, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni e dei principi fondamentali desumibili in materia del decreto legislativo - Previsione, in assenza di autorizzazione a livello nazionale, della possibilita' di esercizio provvisorio delle attivita' con esclusivo riferimento ad una singola Regione - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro - Lesione del principio di liberta' di impresa economica - Lesione dei principi di sussidiarieta' e di adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 2, comma 2. - Costituzione, artt. 41, 77, 117, terzo, quarto e sesto comma e 118, primo, secondo e terzo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Soggetti autorizzati all'attivita' di intermediazione ai sensi dell'art. 2 del d.lgs. n. 276 del 2003 - Divieto di svolgere attivita' di intermediazione nella forma del consorzio - Soggetti autorizzati da una singola regione - Divieto di operare a favore di imprese con sede legale in altre regioni - Ricorso della Regione Marche - Denunciata lesione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione del principio di liberta' di impresa economica - Lesione dei principi di sussidiarieta' e di adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 2, comma 3. - Costituzione, artt. 41, 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo, secondo e terzo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Inadempimento nell'erogazione delle funzioni attribuibile alla responsabilita' esclusiva del datore di lavoro e tale da impedire la realizzazione della finalita' di cui agli artt. 48, comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, del d.lgs. n. 276 del 2003 - Obbligo in tale ipotesi del datore di lavoro di versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sia stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di apprendistato, maggiorata del 100 per cento - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di formazione professionale e di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 11. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Gravi inadempienze nella realizzazione del progetto individuale di inserimento di cui sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e tali da impedire la realizzazione delle finalita' di cui all'art. 54, comma 1 del d.lgs. n. 276 del 2003 - Obbligo, in tale ipotesi, del datore di lavoro di versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di inserimento, maggiorata del 100 per cento - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di formazione professionale e di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 12. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Incentivi economici previsti dalla disciplina vigente in materia di contratto di formazione e lavoro - Applicazione ai soli lavoratori di cui all'art. 54, comma 1, lett. b), c), e) ed f), del d.lgs. n. 276 del 2003, nel rispetto del regolamento CE n. 2204/2002 della Commissione - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di formazione professionale e di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 13. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Disciplina transitoria dei contratti di formazione e lavoro - Limiti per l'accesso ai benefici economici - Attribuzione all'INPS dello scrutinio della domanda per l'accesso ai benefici economici secondo i criteri fissati del decreto legislativo - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di formazione professionale e di tutela e sicurezza del lavoro - Lesione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 14. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Attivita' lavorative - Determinazione della retribuzione massima del lavoro accessorio - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 16. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Disciplina della modalita' di svolgimento del lavoro accessorio - Conferimento al Ministro del lavoro e delle politiche sociali del potere di individuare con proprio decreto le aree metropolitane ed il concessionario del servizio, nonche' di regolamentare criteri e modalita' per il versamento dei contributi assicurativi e previdenziali - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro - Lesione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 17. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. (005C1464) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.4 del 26-1-2005) | Ricorso per la Regione Marche, in persona del Presidente pro
tempore della Giunta regionale, a ciò autorizzato con deliberazione
della Giunta regionale n. 1462 del 2 dicembre 2004, rappresentato e
difeso dall'avv. prof. Stefano Grassi del Foro di Firenze ed
elettivamente domiciliato presso lo studio di quest'ultimo in Roma,
piazza Barberini n. 12, come da procura speciale per atto del notaio
Sabatini di Ancona rep. n. 36.269 del 7 dicembre 2004;
Contro lo Stato, in persona del Presidente del Consiglio dei
ministri pro tempore, per la dichiarazione di illegittimità
costituzionale degli artt. 2, 11, 12, 13, 14, 16 e 17 del decreto
legislativo 6 ottobre 2004, n. 251 (pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 239 dell'11 ottobre 2004), che reca «Disposizioni
correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, in
materia di occupazione e mercato del lavoro», per violazione degli
artt. 41, 77, 117, 118 Cost.
1. - La Regione Marche ha sollevato questione di legittimità
costituzionale di diverse norme della L. 14 febbraio 2003, n. 30
(Delega al Governo in materia di occupazione e lavoro), in
particolare degli artt. 1 (Delega al Governo per la revisione della
disciplina dei servizi pubblici e privati per l'impiego, nonchè in
materia di intermediazione e interposizione privata nella
somministrazione di lavoro), comma 1; comma 2, lettera a), lettera
b), lettera c), lettera d), lettera e), lettera f), lettera h),
lettera l), lettera m); 2 (Delega al Governo in materia di riordino
dei contratti a contenuto formativo e di tirocinio) comma 1, lettera
b), lettera c), lettera d), lettera e), lettera f), lettera h),
lettera i); 3 (Delega al Governo in materia di riforma della
disciplina del lavoro a tempo parziale) comma 1, lettera a), lettera
b), lettera c); 8 (Delega al Governo per la razionalizzazione delle
funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro), con
ricorso pendente davanti a questa Corte con n. 41/2003, discusso
all'udienza del 12 ottobre 2004.
2. - La Regione Marche ha, successivamente, sollevato questione
di legittimità costituzionale delle seguenti norme contenute nel
decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276, con ricorso pendente
davanti a questa Corte con n. 92/2003, discusso all'udienza del 12
ottobre 2004:
art. 3, comma 2, per la parte in cui dispone il mantenimento
da parte delle Province delle funzioni amministrative attribuite dal
decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469;
art. 4, che disciplina le «agenzie per il lavoro», in
particolare del comma 2, per la parte in cui riserva al Ministero del
lavoro e delle politiche sociali l'autorizzazione delle «agenzie per
il lavoro» con efficacia per l'intero territorio nazionale;
art. 6, che individua taluni «regimi particolari di
attuazione» per lo svolgimento dell'attività di intermediazione da
parte di soggetti pubblici e privati, in particolare del comma 6, per
la parte in cui limita l'efficacia dell'autorizzazione conferita alle
«agenzie per il lavoro» dalle Regioni con esclusivo riferimento al
proprio territorio;
art. 47, che definisce le tipologie e i limiti quantitativi
dei «rapporti di apprendistato»;
art. 48, che disciplina il contenuto del contratto di
apprendistato;
art. 49, che disciplina il rapporto di «apprendistato
professionalizzante»;
art. 50, che disciplina il rapporto di «apprendistato per
l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta funzione»;
art. 51, che detta norma in materia di «crediti formativi»
dell'apprendista;
art. 52, che disciplina il «repertorio delle professioni»
istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
art. 53, che disciplina gli incentivi economici, normativi e
previdenziali del rapporto di apprendistato;
art. 54, che definisce il campo di applicazione del
«contratto di inserimento»;
art. 55, che delinea la nozione di «progetto individuale di
inserimento»;
art. 56, che disciplina la forma del «contratto di
inserimento»;
art. 57, che disciplina la durata del contratto di
inserimento;
art. 58, che detta norme sulla disciplina del contratto di
inserimento;
art. 59, che detta norme per gli incentivi economici e
normativi per quanto riguarda il contratto di inserimento;
art. 60, che disciplina i «tirocini estivi di orientamento»;
art. 70, che definisce le «prestazioni di lavoro accessorio»;
art. 71, che delinea il campo di applicazione dell'attività
di «lavoro accessorio»;
art. 72, che disciplina il «lavoro accessorio»;
art. 73, che prevede il coordinamento a livello informativo
tra INPS, INAIL e Ministero del lavoro e delle politiche sociali in
materia di «lavoro accessorio»;
art. 74, che identifica talune tipologie di prestazioni che
non integrano un rapporto di lavoro autonomo e subordinato.
3. - Il 6 ottobre 2004 è stato quindi emanato il decreto
legislativo n. 251, che prevede disposizioni correttive del decreto
legislativo 10 settembre 2003, n. 276, in materia di occupazione e
lavoro, in particolare, le seguenti:
l'art. 2 prevede che «1. All'articolo del decreto
legislativo, il comma 2 è sostituito dal seguente: "2. Sono altresì
autorizzati allo svolgimento della attività di intermediazione,
secondo le procedure di cui al comma 6, i comuni singoli o associati
nelle forme delle unioni di comuni e delle comunità montane, le
camere di commercio e gli istituti di scuola secondaria di secondo
grado, statali e paritari a condizione che svolgano la predetta
attività senza finalità di lucro e che siano rispettati i requisiti
di cui alle lettere c), f) e g), del comma 1, dell'art. 5, nonchè
l'invio di ogni informazione relativa al funzionamento del mercato
del lavoro ai sensi di quanto disposto dall'art. 17".
2. All'articolo 6 del decreto legislativo, il comma 8 è
sostituito dal seguente: "8. Le procedure di autorizzazione di cui ai
commi 6 e 7 sono disciplinate dalle regioni nel rispetto dei livelli
essenziali delle prestazioni e dei principi fondamentali desumibili
in materia dal presente decreto. In attesa delle normative regionali,
i soggetti autorizzati ai sensi della disciplina previgente allo
svolgimento della attività di intermediazione, nonchè i soggetti di
cui al comma 3, che non intendono richiedere l'autorizzazione a
livello nazionale possono continuare a svolgere, in via provvisoria e
previa comunicazione al Ministero del lavoro e delle politiche
sociali dell'ambito regionale, le attività oggetto di autorizzazione
con esclusivo riferimento ad una singola regione. Il Ministero del
lavoro e delle politiche sociali provvede alla iscrizione dei
predetti soggetti, in via provvisoria e previa verifica che
l'attività si sia svolta nel rispetto della normativa all'epoca
vigente, nella sezione regionale dell'albo di cui all'art. 4, comma
1".
3. All'articolo 6 del decreto legislativo, dopo il comma 8 è
aggiunto il seguente: "8-bis. I soggetti autorizzati ai sensi del
presente articolo non possono in ogni caso svolgere l'attività di
intermediazione nella forma del consorzio, i soggetti autorizzati da
una singola regione, ai sensi dei commi 6, 7, e 8, non possono
operare a favore di imprese con sede legale in altre regioni»;
l'art. 11 prevede che: «1. All'articolo 53, comma 3, del
decreto legislativo, il secondo periodo è sostituito dai seguenti:
"In caso di inadempimento nella erogazione della formazione di cui
sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e che sia tale da
impedire la realizzazione delle finalità di cui agli articoli 48,
comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, il datore di lavoro è tenuto a
versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta
con nferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che
sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di
apprendistato, maggiorata del 100 per cento. La maggiorazione così
stabilita esclude l'applicazione di qualsiasi altra sanzione prevista
in caso di omessa contribuzione"»;
l'art. 12 prevede che: «1. All'articolo 55 del decreto
legislativo, il comma 5 è sostituito dal seguente: "5. In caso di
gravi inadempienze nella realizzazione del progetto individuale di
inserimento di cui sia esclusivamente responsabile il datore di
lavoro e che siano tali da impedire la realizzazione delle finalità
di cui all'articolo 54, comma 1, il datore di lavoro è tenuto a
versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta
con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore
che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di
inserimento, maggiorata del 100 per cento. La maggiorazione così
stabilita esclude l'applicazione di qualsiasi altra sanzione prevista
in caso di omessa contribuzione"»;
l'art. 13 prevede che «1. All'articolo 59, comma 3, dopo le
parole: "lettere b), c), d), e), ed f)" sono aggiunte le seguenti:
"nel rispetto del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione,
del 5 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle
comunità Europee il 13 dicembre 2002"»;
l'art. 14 prevede che «1. Dopo l'articolo 59 del decreto
legislativo è inserito il seguente: "Art. 59-bis (Disciplina
transitoria dei contratti di formazione e lavoro). 1. Ai contratti di
formazione e lavoro stipulati dal 24 ottobre 2003 e fino al 31
ottobre 2004, sulla base di progetti autorizzati entro il 23 ottobre
2003, si applica la disciplina vigente prima della data di entrata in
vigore del presente decreto legislativo, ad eccezione dei benefici
economici previsti in materia di contratti di formazione e lavoro,
per i quali si applica la disciplina di cui al comma 2.
2. Per poter accedere ai benefici economici previsti dalla
disciplina vigente prima della data del 24 ottobre 2003 in materia di
contratti di formazione e lavoro, nel limite massimo complessivo di
16.000 lavoratori, i datori di lavoro, che abbiano stipulato i
contratti di cui al comma 1, devono presentare, entro trenta giorni
dalla stipula, domanda all'INPS contenente l'indicazione del numero
dei contratti stipulati. Alla domanda va allegata copia delle
rispettive autorizzazioni.
3. L'I.N.P.S. ammette, entro il trenta novembre 2004 e nel
limite numerico di cui al comma 2, l'accesso ai benefici economici di
cui allo stesso comma 2, secondo il criterio della priorità della
data della stipula del contratto di formazione e lavoro. L'accesso ai
benefici è comunque concesso in via prioritaria ai contratti di
formazione e lavoro stipulati nell'ambito di contratti d'area o patti
territoriali".
2. Per i contratti di formazione e lavoro già stipulati, il
termine della presentazione delle domande di cui al comma 2,
dell'art. 59-bis del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276,
decorre dalla data di entrata in vigore del presente decreto
legislativo».
l'art. 16 prevede che: «1. All'articolo 70, comma 2, del
decreto legislativo, le parole: "a 3 mila euro" sono sostituite dalle
seguenti: "a 5 mila euro"»;
l'art. 17 prevede che: «1. L'articolo 72 del decreto
legislativo è sostituito dal seguente: "Art. 72 (Disciplina del
lavoro accessorio). 1. Per ricorrere a prestazioni di lavoro
accessorio, i beneficiari acquistano presso le rivendite autorizzate
uno o più carnet di buoni per prestazioni di lavoro accessorio il
cui valore nominale è fissato con decreto del Ministro del Lavoro e
delle politiche sociali, da adottarsi entro trenta giorni e
periodicamente aggiornato.
2. Tale valore nominale è stabilito tenendo conto della
media delle retribuzioni rilevate per le attività lavorative affini
a quelle di cui all'articolo 70, comma 1, nonchè del costo di
gestione del servizio.
3. Il prestatore di lavoro accessorio percepisce il proprio
compenso presso il concessionario, di cui al comma 5, all'atto della
restituzione dei buoni ricevuti dal beneficiario della prestazione di
lavoro accessorio. Tale compenso è esente da qualsiasi imposizione
fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato del
prestatore di lavoro accessorio.
4. Il concessionario provvede al pagamento delle spettanze
alla persona che presenta i buoni, registrandone i dati anagrafici e
il codice fiscale; effettua il versamento per suo conto dei
contributi per fini previdenziali all'INPS, alla gestione separata di
cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in
misura pari al 13 per cento del valore nominale del buono, e per fini
assicurativi contro gli infortuni all'INAIL, in misura pari al 7 per
cento del valore nominale del buono, e trattiene l'importo
autorizzato dal decreto, di cui al comma 1, a titolo di rimborso
spese.
5. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con
proprio decreto, individua le aree metropolitane e il concessionario
del servizio attraverso cui avviare una prima fase di sperimentazione
delle prestazioni di lavoro accessorio e regolamenta criteri e
modalità per il versamento dei contributi di cui al comma 4 e delle
relative coperture assicurative e previdenziali".
2. Il termine per l'adozione del decreto di cui al comma 1
dell'articolo 72 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276,
decorre dalla data di entrata in vigore del presente decreto
legislativo».
4. - Le modifiche così apportate alle norme già impugnate del
D.lgs. 10 settembre 2003, n. 276, invece di rimuoverne i precetti
ritenuti illegittimi, ne confermano la portata, risultando, pertanto,
lesive delle competenze costituzionalmente garantite dalla nostra
Costituzione.
In particolare, l'emanazione del decreto correttivo 251 del 2004
non determina la cessazione della materia del contendere con
riferimento alla questione di legittimità costituzionale degli
articoli 6, 53, 55, 59, 70, 72 del d.lgs. 10 settembre 2003 n. 276,
perchè contiene norme che li modifica senza rimuoverne i profili di
illegittimità già censurati, laddove la cessazione della materia
del contendere si configura, come afferma questa Corte solo se «la
norma sopravvenuta soddisfa pienamente le pretese del ricorrente,
essendo stato rimosso il precetto normativo censurato» (Corte
costituzionale (ord.), 7 maggio 2004, n. 137, ultimo considerato).
È, infatti, evidente che la disciplina delineata dalle norme del
decreto correttivo che si impugna conferma regole in grado di
impedire il libero ed autonomo esercizio delle funzioni legislative
regionali in materia di tutela e sicurezza del lavoro, materia
attribuita alla competenza concorrente delle Regioni dal terzo comma
dell'art. 117 Cost., nonchè in materia di formazione e istruzione
professionale, di competenza legislativa regionale esclusiva, ai
sensi dell'art. 117, quarto comma, Cost., ponendosi così in
contrasto con il ruolo specificamente riservato allo Stato nella
legislazione concorrente; limitato dalla norma costituzionale alla
determinazione dei principi fondamentali della materia.
Principi che devono tradursi in «norme-principio chiare ed
omogenee, tenendo peraltro conto che non tutte le disposizioni che in
tal senso si autoqualificano, nè "il loro compiuto tenore letterale"
costituiscono in ogni caso «principi della legislazione dello Stato",
ma soltanto "i nuclei essenziali del contenuto normativo" che tali
disposizioni esprimono (sentenza n. 482 del 1995)» (afferma questa
Corte nella recente sentenza 28 luglio 2004, n. 280, punto 3 parte in
diritto).
Le norme impugnate con il presente ricorso fissano inoltre
principi e regole dei settori trattati, che sono in grado di
condizionare in modo assorbente il potere regolamentare e l'esercizio
delle funzioni amministrative da parte della Regione ricorrente. Ciò
in violazione della riserva alla Regione della funzione regolamentare
e della funzione amministrativa nelle materie di sua competenza
legislativa, così come stabilito dall'art. 117, sesto comma, della
Costituzione, nonchè dall'art. 118 Cost.
La Regione Marche ritiene, altresì, che il d.lgs. n. 251 del
2004, invadendo le proprie attribuzioni costituzionali, si discosti
dalle stesse prescrizioni della legge di delegazione n. 30 del 2003,
violando l'art. 77 Cost.
La legge n. 30 del 2003 infatti, nel conferire la delega al
Governo, afferma, in linea di principio, che l'esercizio del potere
legislativo delegato deve avvenire «nel rispetto delle competenze
affidate alle regioni in materia di tutela e sicurezza del lavoro
dalla legge di revisione costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3»
(art. 1, comma 1).
Tale disciplina, lesiva delle competenze costituzionalmente
spettanti alla Regione ricorrente, è illegittima costituzionalmente
per i seguenti motivi di diritto.
5. - Illegittimità dell'art. 2 del decreto legislativo n. 251
del 6 ottobre 2004, per violazione degli artt. 41, 117, terzo, quarto
e sesto comma Cost.; nonchè con riferimento all'art. 118, primo,
secondo e terzo comma Cost., anche in relazione all'art. 77 Cost.
L'art. 2, primo comma del D.lgs. 251 del 2004 sostituisce il
comma 2 dell'art. 6 del D.lgs. 276/2003, nella parte in cui
autorizzava allo svolgimento dell'attività di intermediazione
«secondo le procedure di cui all'articolo 4 o di cui al comma 6 del
presente articolo i comuni, le camere di commercio e gli istituti di
scuola secondaria di secondo grado, statali e paritari».
In particolare il testo del comma 2 dell'art. 6 modificato non
prevede più, per il procedimento di autorizzazione relativo
all'attività di intermediazione, le procedure dell'art. 4,
riportandosi solo a quelle previste dall'art. 6, comma 6 e, inoltre,
amplia i soggetti destinatari, includendovi "i comuni singoli o
associati nelle forme delle unioni di comuni e delle comunità
montane".
Da una parte, quindi, tra i regimi particolari di autorizzazione,
non sono più compresi quelli sottoposti alle procedure di rilascio
da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 4),
dall'altra i regimi che residuano dalla modifica apportata ovvero
«concessi dalle regioni e dalle province autonome» (art. 6, comma 6),
sono comunque subordinati al «previo accertamento dei requisiti di
cui agli articoli 4 e 5», requisiti puntualmente definiti dalla
normativa statale, con conseguente violazione dell'art. 117, terzo
comma Cost.
La circoscritta estensione territoriale in relazione alla
validità dell'autorizzazione concessa dalla Regione si configura
inoltre quale violazione del principio di libertà di impresa
economica con riferimento all'art. 41 Cost.
Analoga censura deve essere formulata con riferimento al terzo
comma dell'art. 2 del D.lgs. 251/2004, che aggiunge all'art. 6 del
D.lgs. 276/2003, il comma 8-bis, limitando l'operatività dei
soggetti così autorizzati, in quanto «non possono in ogni caso
svolgere l'attività di intermediazione nella forma del consorzio. I
soggetti autorizzati da una singola regione, ai sensi dei commi 6, 7,
e 8, non possono operare a favore di imprese con sede legale in altre
regioni».
È evidente la lesione del principio di libertà dell'impresa
economica in relazione all'art. 41 Cost., difatti «emerge una nozione
unitaria di mercato che non consente la creazione di artificiose
barriere territoriali all'espandersi dell'impresa e al diritto di
questa di calibrare le proprie strutture organizzative sulla propria
capacità produttiva» (cfr. sent. di questa Corte, n. 362/1998).
L'art. 2, secondo comma, del D.lgs. 251/2004, che sostituisce il
comma 8 dell'art. 6 del D.lgs. 276/2003, risulta parimenti
illegittimo.
È vero che, con la modifica apportata, non è più previsto che
sia il Ministro del lavoro e delle politiche sociali a stabilire con
decreto le modalità di costituzione della apposita sezione regionale
dell'albo di cui all'articolo 4, comma 1 e delle procedure ad essa
connesse (secondo la versione precedente dell'art. 6, comma 8), ma la
norma nel testo sostituito, prevedendo che «le procedure di
autorizzazione di cui ai commi 6 e 7 sono disciplinate dalle regioni
nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni e dei principi
fondamentali desumibili in materia dal presente decreto», viola la
competenza garantita dall'art. 117, terzo comma Cost., dal momento
che i «principi fondamentali desumibili in materia dal presente
decreto» in realtà si traducono in norme puntualmente dettagliate.
In altri termini, i «particolari regimi di autorizzazione» di cui
all'art. 6 sono funzioni amministrative che rientrano nell'ambito
della tutela e della sicurezza del lavoro di cui all'art. 117, terzo
comma Cost., mentre il legislatore statale fissa una disciplina
puntuale di questa materia, sottraendo la possibilità di un
esercizio coerente della competenza legislativa regionale (con
violazione anche in questo caso sia della competenza legislativa
concorrente, a norma dell'art. 117, terzo comma, Cost., sia delle
competenze regolamentari ed amministrative di cui agli artt. 117,
sesto comma, e 118 Cost.).
È, inoltre, evidente che il comma 8 dell'art. 6, nel testo
sostituito, nella parte in cui prevede che «in attesa delle normative
regionali, i soggetti autorizzati ai sensi della disciplina
previgente allo svolgimento della attività di intermediazione,
nonchè i soggetti di cui al comma 3, che non intendono richiedere
l'autorizzazione a livello nazionale possono continuare a svolgere,
in via provvisoria e previa comunicazione al Ministero del lavoro e
delle politiche sociali dell'ambito regionale, le attività oggetto
di autorizzazione con esclusivo riferimento ad una singola regione.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali provvede alla
iscrizione dei predetti soggetti, in via provvisoria e previa
verifica che l'attività si sia svolta nel rispetto della normativa
all'epoca vigente, nella sezione regionale dell'albo di cui
all'art. 4, comma 1», si pone in violazione dell'art. 118 Cost.
Questa Corte ha chiarito, infatti, che «la concreta allocazione
delle funzioni amministrative ai vari livelli di governo non puo
prescindere da un intervento legislativo (statale o regionale, a
seconda della ripartizione della competenza legislativa in materia),
che deve, di volta in volta, manifestare la prevalenza del criterio
generale di allocazione al livello comunale ovvero la necessaria
preminente considerazione di esigenze unitarie che impongono una
allocazione diversa: in questo contesto, il nuovo art. 118, secondo
comma, della Costituzione, stabilisce che i comuni (oltre che le
Province e le Città metropolitane) sono titolari sia di "funzioni
amministrative proprie" sia di funzioni "conferite con legge statale
o regionale, secondo le rispettive competenze")» (Corte
Costituzionale, 11 giugno 2004, n. 172, punto 4 parte in diritto).
Di conseguenza, una deroga alla potestà regolamentare degli enti
locali in merito alla disciplina dell'organizzazione e dello
svolgimento delle funzioni conferite «si inserisce nell'ambito della
previsione del sesto comma dell'art. 117, come attuato dall'art. 4,
comma 4, della legge n. 131 del 2003, secondo cui la potestà
regolamentare dell'ente locale in materia di organizzazione e
svolgimento delle funzioni si esplica nell'ambito delle leggi statali
e regionali, che ne assicurano i requisiti minimi di uniformita»
(Corte costituzionale, 2 dicembre 2004, n. 372, punto 5 parte in
diritto).
Questo significa che i principi di sussidiarietà e adeguatezza
«convivono con il normale riparto di competenze legislative contenuto
nel Titolo V e possono giustificarne una deroga solo se la
valutazione dell'interesse pubblico sottostante all'assunzione di
funzioni regionali da parte dello Stato sia proporzionata, non
risulti affetta da irragionevolezza alla stregua di uno scrutinio
stretto di costituzionalità, e sia oggetto di un accordo stipulato
con la Regione interessata». Pertanto, «per giudicare se una legge
statale che occupi questo spazio sia invasiva delle attribuzioni
regionali o non costituisca invece applicazione dei principi di
sussidiarietà ed adeguatezza, diviene elemento valutativo essenziale
la previsione di un'intesa fra lo Stato e le Regioni interessate,
alla quale sia subordinata l'operatività della disciplina» (Corte
Costituzionale, 16 luglio 2004, n. 233, punto 3 parte in diritto).
6. - Illegittimità degli artt. 11, 12, 13, 14 del decreto
legislativo n. 251 del 6 ottobre 2004 con particolare riferimento
all'art. 117, terzo, quarto e sesto comma Cost., nonchè con
riferimento all'art. 118 primo e secondo comma Cost., anche in
relazione all'art. 77 Cost.
L'art. 11 del D.lg. 251/2004 prevede che: «1. All'articolo
53, comma 3, del decreto legislativo, il secondo periodo è
sostituito dai seguenti: "In caso di inadempimento nella erogazione
della formazione di cui sia esclusivamente responsabile il datore di
lavoro e che sia tale da impedire la realizzazione delle finalità di
cui agli articoli 48, comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, il datore
di lavoro è tenuto a versare la differenza tra la contribuzione
versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento
contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al
termine del periodo di apprendistato, maggiorata del 100 per cento.
La maggiorazione così stabilita esclude l'applicazione di qualsiasi
altra sanzione prevista in caso di omessa contribuzione"».
La precedente formulazione del secondo periodo del terzo comma
dell'art. 53 prevedeva che «in caso di inadempimento nella erogazione
della formazione di cui sia esclusivamente responsabile il datore di
lavoro e che sia tale da impedire la realizzazione delle finalità di
cui agli articoli 48, comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, il datore
di lavoro è tenuto a versare la quota dei contributi agevolati
maggiorati del 100 per cento».
L'art. 12 del D.lg. 251/2004 prevede che «1. All'articolo 55
del decreto legislativo, il comma 5 è sostituito dal seguente: "5.
In caso di gravi inadempienze nella realizzazione del progetto
individuale di inserimento di cui sia esclusivamente responsabile il
datore di lavoro e che siano tali da impedire la realizzazione delle
finalità di cui all'articolo 54, comma 1, il datore di lavoro è
tenuto a versare la differenza tra la contribuzione versata e quella
dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale
superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del
periodo di inserimento, maggiorata del 100 per cento. La
maggiorazione così stabilita esclude l'applicazione di qualsiasi
altra sanzione prevista in caso di omessa contribuzione"».
La precedente formulazione del quinto comma dell'art. 55
prevedeva che «in caso di gravi inadempienze nella realizzazione del
progetto individuale di inserimento il datore di lavoro è tenuto a
versare la quota dei contributi agevolati maggiorati del 100 per
cento».
L'art. 13 prevede che «1. All'articolo 59, comma 3, dopo le
parole: "lettere b), c), d), e), ed f)" sono aggiunta le seguenti:
"nel rispetto del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione,
del 5 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle
comunità Europee il 13 dicembre 2002"», per cui il testo del comma 3
dell'art. 59 così modificato risulta il seguente: «In attesa della
riforma del sistema degli incentivi alla occupazione, gli incentivi
economici previsti dalla disciplina vigente in materia di contratto
di formazione e lavoro trovano applicazione con esclusivo riferimento
ai lavoratori di cui all'art. 54, comma 1, lettere b), c), d), e), ed
f), nel rispetto del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione,
del 5 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle
comunità europee il 13 dicembre 2002"».
L'art. 14 prevede che «1. Dopo l'articolo 59 del decreto
legislativo è inserito il seguente: "Art. 59-bis (Disciplina
transitoria dei contratti di formazione e lavoro). 1. Ai contratti di
formazione e lavoro stipulati dal 24 ottobre 2003 e fino al 31
ottobre 2004, sulla base di progetti autorizzati entro il 23 ottobre
2003, si applica la disciplina vigente prima della data di entrata in
vigore del presente decreto legislativo, ad eccezione dei benefici
economici previsti in materia di contratti di formazione e lavoro,
per i quali si applica la disciplina di cui al comma 2.
2. Per poter accedere ai benefici economici previsti dalla
disciplina vigente prima della data del 24 ottobre 2003 in materia di
contratti di formazione e lavoro, nel limite massimo complessivo di
16.000 lavoratori, i datori di lavoro, che abbiano stipulato i
contratti di cui al comma 1, devono presentare, entro trenta giorni
dalla stipula, domanda all'INPS contenente l'indicazione del numero
dei contratti stipulati. Alla domanda va allegata copia delle
rispettive autorizzazioni.
3. L'I.N.P.S. ammette, entro il trenta novembre 2004 e nel
limite numerico di cui al comma 2, l'accesso ai benefici economici di
cui allo stesso comma 2, secondo il criterio della priorità della
data della stipula del contratto di formazione e lavoro. L'accesso ai
benefici è comunque concesso in via prioritaria ai contratti di
formazione e lavoro stipulati nell'ambito di contratti d'area o patti
territoriali».
2. Per i contratti di formazione e lavoro già stipulati, il
termine della presentazione delle domande di cui al comma 2,
dell'art. 59-bis del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276,
decorre dalla data di entrata in vigore del presente decreto
legislativo».
Gli articoli 11 e 12 si traducono in precetti invasivi delle
competenze regionali garantite dall'art. 117, quarto comma Cost.,
regolando in modo esauriente le inadempienze relative al contratto di
apprendistato (art. 11, primo comma, che sostituisce il secondo
periodo dell'art. 53, terzo comma del D.lgs. 276/2003) e al contratto
di inserimento (art. 12, che sostituisce il quinto comma dell'art. 55
D.lgs. 276/2003), quindi aspetti attinenti alla formazione
professionale.
Si osservi, fra l'altro, che, in data 14 ottobre 2004, il
Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha emanato la circolare
n. 40/2004, che all'art. 8 (Disciplina sanzionatoria), conferma tale
ingerenza prevedendo che «l'inadempimento formativo imputabile al
datore di lavoro sarà valutato sulla base del percorso di formazione
previsto all'interno del piano formativo e di quanto regolamentato
dalla disciplina regionale».
Perciò le impugnate disposizioni si pongono in contrasto con
l'art. 117 Cost. perchè violano la competenza residuale riservata
alle Regioni in materia di formazione professionale (art. 117, quarto
comma), che esula dalla fissazione dei livelli essenziali dei diritti
civili e sociali, nonchè la competenza concorrente in materia di
tutela e sicurezza del lavoro (art. 117, terzo comma, Cost.), posto
che la disciplina del contratto di apprendistato e del progetto di
inserimento è riconducibile oltre che alla formazione professionale,
anche alle politiche attive del lavoro.
Analoga censura deve essere formulata con riferimento
all'introduzione dell'art. 59-bis operata dall'art. 14 D.lgs.
251/2004 sulla «Disciplina transitoria dei contratti di formazione e
lavoro» e all'art. 13 (che modifica l'art. 59, terzo comma del D.lgs.
276/2003) che individua e delimita i beneficiari degli incentivi
economici previsti dalla disciplina vigente in materia di contratto
di formazione e lavoro. Sulla stessa linea, fra l'altro, è
intervenuto il D.M. del Ministro del lavoro e delle politiche sociali
di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, approvato
ma non ancora pubblicato, che, in senso - ulteriormente restrittivo,
prevede all'art. 3, che «gli incentivi economici di cui all'articolo
59, comma 3, del decreto legislativo n. 276 del 2003, si applicano ai
contratti stipulati ai sensi dell'articolo 54, comma 1, lettera e)
del medesimo decreto legislativo solo ove le lavoratrici siano
residenti nei territori di cui all'articolo 2 del presente decreto».
Anche in questo caso le regole fissate dal legislatore delegato
risultano lesive delle competenze legislative regionali, per la parte
in cui escludono la possibilità per le Regioni di intervenire nella
disciplina in un settore che investe non soltanto la tutela e la
sicurezza del lavoro ma anche le materie della formazione
professionale e dell'istruzione (materie quest'ultime riservate alla
potestà legislativa esclusiva della Regione, ai sensi dell'art. 117,
quarto comma, Cost. e, conseguentemente, alla potestà regolamentare,
di cui all'art. 117, sesto comma, ed amministrativa, di cui
all'art. 118 Cost.).
La competenza riconosciuta allo Stato dall'art. 117, comma 1
cost., in materia di ordinamento civile, peraltro, non può
giustificare la disciplina di principio relativa ai rapporti
interprivati che si instaurano nell'ambito della contrattazione tra
lavoratori e datori di lavoro, operando in un momento successivo e
necessariamente conforme all'assetto delle competenze legislative
fissate dalla Costituzione.
La stessa Corte, con riferimento al contratto di apprendistato,
del resto ha ammesso che la competenza legislativa regionale possa
incidere sui rapporti privati mediante la disciplina di profili
pubblicistici del contratto (Corte costituzionale, 23 giugno 1988,
n. 691, punto 2 parte in diritto).
In definitiva, gli articoli 11, 12, 13 e 14 del D.lgs. n. 251 del
2004, in quanto disciplinano non soltanto i rapporti interprivati di
lavoro ma disciplina in particolare i servizi pubblici e privati
attinenti al mercato del lavoro e alle politiche attive e passive che
vi sono connesse; nonchè, nella parte in cui tocca i temi della
istruzione e formazione professionale è viceversa da considerare
lesivo delle competenze costituzionalmente spettanti alla Regione
ricorrente e costituzionalmente illegittimo.
7. - Illegittimità degli artt. 16 e 17 del decreto legislativo
n. 251 del 6 ottobre 2004 con particolare riferimento all'art. 117,
terzo, quarto e sesto comma Cost., nonchè con riferimento
all'art. 118, primo e secondo comma Cost., anche in relazione
all'art. 77 Cost.
Gli artt. 16 e 17 del decreto legislativo n. 251 del 2004
modificano la disciplina delle prestazioni occasionali di tipo
accessorio.
L'art. 16 prevede che: «1. All'articolo 70, comma 2, del
decreto legislativo, le parole: "a 3 mila euro" sono sostituite dalle
seguenti: "a 5 mila euro"», per cui il testo del comma 2 dell'art. 70
così modificato risulta il seguente: «2. Le attività lavorative di
cui al comma 1, anche se svolte a favore di più beneficiari,
configurano rapporti di natura meramente occasionale e accessoria,
intendendosi per tali le attività che coinvolgono il lavoratore per
una durata complessiva non superiore a trenta giorni nel corso
dell'anno solare e che, in ogni caso, non danno complessivamente
luogo a compensi superiori a 5 mila euro sempre nel corso di un anno
solare"».
L'art. 17 prevede che: «1. L'articolo 72 del decreto
legislativo è sostituito dal seguente: "Art. 72 (Disciplina del
lavoro accessorio). - 1. Per ricorrere a prestazioni di lavoro
accessorio, i beneficiari acquistano presso le rivendite autorizzate
uno o più carnet di buoni per prestazioni di lavoro accessorio il
cui valore nominale è fissato con decreto del Ministro del Lavoro e
delle politiche sociali, da adottarsi entro trenta giorni e
periodicamente aggiornato.
2. Tale valore nominale è stabilito tenendo conto della
media delle retribuzioni rilevate per le attività lavorative affini
a quelle di cui all'articolo 70, comma 1, nonchè del costo di
gestione del servizio.
3. Il prestatore di lavoro accessorio percepisce il proprio
compenso presso il concessionario, di cui al comma 5, all'atto della
restituzione dei buoni ricevuti dal beneficiario della prestazione di
lavoro accessorio. Tale compenso è esente da qualsiasi imposizione
fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato del
prestatore di lavoro accessorio.
4. Il concessionario provvede al pagamento delle spettanze
alla persona che presenta i buoni, registrandone i dati anagrafici e
il codice fiscale; effettua il versamento per suo conto dei
contributi per fini previdenziali all'INPS, alla gestione separata di
cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in
misura pari al 13 per cento del valore nominale del buono, e per fini
assicurativi contro gli infortuni all'INAIL, in misura pari al 7 per
cento del valore nominale del buono, e trattiene l'importo
autorizzato dal decreto, di cui al comma 1, a titolo di rimborso
spese.
5. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con
proprio decreto, individua le aree metropolitane e il concessionario
del servizio attraverso cui avviare una prima fase di sperimentazione
delle prestazioni di lavoro accessorio e regolamenta criteri e
modalità per il versamento dei contributi di cui al comma 4 e delle
relative coperture assicurative e previdenziali".
2. Il termine per l'adozione del decreto di cui al comma 1
dell'articolo 72 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276,
decorre dalla data di entrata in vigore del presente decreto
legislativo».
Anche gli articoli 16 e 17 risultano lesivi delle competenze
legislative regionali, per la parte in cui escludono la possibilità
per le Regioni di intervenire nella disciplina di questo settore, che
riguarda la promozione del lavoro e di conseguenza la materia delle
politiche attive afferente alla tutela e la sicurezza del lavoro.
L'art. 16, che modifica l'art. 70 del D.lgs. 276/2003, individua
la retribuzione massima delle prestazioni di lavoro accessorio.
L'art. 17, che sostituisce l'art. 72 del D.lgs. 276/2003, da un
lato, prevede una dettagliata disciplina delle modalità di
svolgimento del lavoro accessorio, in violazione dell'art. 117, terzo
comma Cost., dall'altro, in particolare al quinto comma, conferendo
al Ministro del lavoro e delle politiche sociali la legittimazione ad
individuare con proprio decreto, le aree metropolitane e il
concessionario del servizio attraverso cui avviare una prima fase di
sperimentazione delle prestazioni di lavoro accessorio e
regolamentare criteri e modalità per il versamento dei contributi
assicurativi e previdenziali, attribuisce potestà regolamentare al
Ministro in violazione dell'art. 117, sesto comma Cost., che esclude
la possibilità per lo Stato di intervenire» con atti normativi di
rango sublegislativo» (Corte Costituzionale, 27 ottobre 2003, n. 329,
punto 4 parte in diritto).
P. Q. M.
Si chiede che questa ecc.ma Corte dichiari l'illegittimità
costituzionale degli artt. 2, 11, 12, 13, 14, 16 e 17 del decreto
legislativo 6 ottobre 2004, n. 251 (pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 239 dell'11 ottobre 2004), che reca disposizioni
correttive del d.lgs. 276/2003 in materia di occupazione e mercato
del lavoro, per violazione degli artt. 41, 77, 117, 118 Cost.
Firenze - Roma, addì 7 dicembre 2004
Prof. avv. Stefano Grassi
05C1464 |
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e contratti/ - Codice Fiscale e P.I. : C.F./P.IVA 01397530682.
SEZIONE II: OGGETTO DELL'APPALTO. Deliberazione n. 9 del
09/01/2020- fornitura di cartucce e toner, originali e rigenerati a
ridotto impatto ambientale. II.1.2) Codice CPV principale: C.P.V.
30125100-2 e C.P.V. 30192113-6. II.1.3) Tipo di appalto forniture
II.1.4) Breve descrizione: fornitura di cartucce e toner, originali e
rigenerati a ridotto impatto ambientale II.1.5) Valore totale,
opzioni e IVA esclusa: € 500.000,00 Eur II.1.6) Informazioni relative
ai lotti Questo appalto è suddiviso in lotti: no. II.2.1)
Denominazione: vedi disciplinare. II.2.3) Luogo di esecuzione Codice
NUTS: ITF13 - Criteri di aggiudicazione vedi Disciplinare II.2.7)
Durata dell'accordo quadro in mesi: 48 (vedi art 2 Disciplinare di
gara) II.2.11) Informazioni relative alle opzioni e descrizione: sì,
50 per cento del valore dell'accordo quadro, proroga semestrale.
SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO,
FINANZIARIO E TECNICO. Vedi disciplinare III.1.2) Capacità economica
e finanziaria e tecnico professionale: vedi disciplinare - Criteri di
selezione indicati nei documenti di gara.
SEZIONE IV: PROCEDURA. IV.1.1) Tipo procedura: Aperta IV.1.3)
L'avviso comporta la conclusione di un accordo quadro con un unico
operatore. Numero massimo di partecipanti all'accordo quadro
previsto: non previsto IV.2.2) Termine per il ricevimento delle
offerte o delle domande di partecipazione Data: 24/03/2020, Ora
locale: 13:00 - IV.2.4) Lingue utilizzabili per la presentazione
delle offerte Italiano IV.2.6) Periodo minimo durante il quale
l'offerente è vincolato alla propria offerta Durata in mesi: 8 (dal
termine ultimo per il ricevimento delle offerte) IV.2.7) Modalità di
apertura delle offerte : pubblica, in seguito ad avviso notificato ai
concorrenti - Luogo e persone ammesse e alla procedura di apertura:
vedi disciplinare.
SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI. VI.3) Informazioni complementari:
ogni chiarimento va richiesto solo a mezzo PEC: la gara sarà svolta
con modalità telematica su piattaforma Net4Market. CIG: 81839644BD -
R.U.P.: Tiziana Petrella. VI.4.1) Organismo resp. procedure ricorso:
TAR Pescara, Via A. Lo Feudo 1. 65129 Pescara - tel. +39 085918661
fax +39 0859186633 VI.4.4) Servizio presso il quale sono disponibili
informazioni sulle procedure di ricorso U.O. Affari generali Via
Renato Paolini 47 65124 Pescara, Italia VI.5) Data di spedizione
dell' avviso GUUE: 24/01/20.
Il direttore U.O.C. ABS
dott.ssa Tiziana Petrella
TX20BFK2010 |
||
Concorsi | 2019 | ENTI LOCALI | COMUNE DI BOARA PISANI | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 83 del 18-10-2019 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-10-18&atto.codiceRedazionale=19E12628 | COMUNE DI BOARA PISANI | CONCORSO (scad. 17 novembre 2019) | Concorso pubblico, per titoli ed per esami, per la copertura di un posto di istruttore amministrativo contabile, categoria D1, a tempo pieno ed indeterminato. (GU n.83 del 18-10-2019) | È indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, per
l'assunzione a tempo pieno ed indeterminato di un istruttore
amministrativo/contabile, categoria D1. Il bando integrale con
modalità e requisiti per la partecipazione è reperibile presso il
sito istituzionale dell'ente: www.comune.boarapisani.pd.it nella
sezione amministrazione trasparente - bandi di concorso. Il
calendario e le sedi di svolgimento dell'eventuale prova preselettiva
e delle altre prove concorsuali verranno comunicati con successivo
avviso sul sito web istituzionale nella sezione dedicata e
sopramenzionata.
Scadenza per la presentazione delle domande: trenta giorni dalla
pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami». |
|
Concorsi | 2021 | AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE | ESTAR | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 14 del 19-2-2021 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-02-19&atto.codiceRedazionale=21E01393 | ESTAR | CONCORSO (scad. 21 marzo 2021) | Concorso pubblico unificato, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di dirigente medico, disciplina di reumatologia, a tempo indeterminato, per l'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi. (GU n.14 del 19-02-2021) | In esecuzione della deliberazione del direttore generale di ESTAR
n. 11 del 13 gennaio 2021, esecutiva ai sensi di legge, è indetto
concorso pubblico unificato, per titoli ed esami, per la copertura di
un posto a tempo indeterminato di dirigente medico nella disciplina
di reumatologia (area medica e delle specialità mediche)
(9/2021/CON).
Il vincitore verrà assunto dall'Azienda
ospedaliero-universitaria Careggi.
La graduatoria generale di merito potrà essere utilizzata da
tutte le aziende ed enti del Servizio sanitario della Regione
Toscana, secondo il loro fabbisogno e fatto salvo l'esaurimento delle
eventuali graduatorie vigenti.
Le domande di partecipazione al concorso dovranno essere
presentate esclusivamente in forma telematica connettendosi al sito
Estar: www.estar.toscana.it seguendo il percorso: concorsi ->
concorsi e selezioni in atto -> concorsi pubblici -> dirigenza e
compilando lo specifico modulo on-line e seguendo le istruzioni ivi
contenute, entro le ore 12,00 del trentesimo giorno successivo alla
data di pubblicazione del presente estratto nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami».
Qualora detto giorno sia festivo, il termine è prorogato al primo
giorno successivo non festivo.
Il testo integrale del bando, con l'indicazione dei requisiti,
delle modalità di partecipazione al concorso, è pubblicato nel
Supplemento n. 12 del Bollettino Ufficiale della Regione Toscana -
Parte III - n. 3 del 20 gennaio 2021 e potrà essere consultato sul
sito internet di Estar all'apertura termini di presentazione domande.
Per chiarimenti ed informazioni i candidati potranno rivolgersi
all'ufficio concorsi di Estar tramite e-mail all'indirizzo
[email protected] |
|
Serie Generale | 2001 | DECRETI PRESIDENZIALI | Serie Generale n. 249 del 25-10-2001 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2001-10-25&atto.codiceRedazionale=01A11570&elenco30giorni=false | DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21 settembre 2001 | Direttiva sulla sperimentazione dell'analisi di impatto della regolamentazione sui cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. (GU Serie Generale n.249 del 25-10-2001) | IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante la disciplina
dell'attività di Governo e l'ordinamento della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, e successive modificazioni ed integrazioni;
Visto l'art. 5, della legge 8 marzo 1999, n. 50, il quale
stabilisce che con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
sono definiti, in via sperimentale, tempi e modalità di
effettuazione dell'Analisi di impatto della regolamentazione (AIR)
sull'attività dei cittadini e delle imprese e sull'organizzazione
delle amministrazioni pubbliche in relazione agli schemi di atti
normativi adottati dal Governo e di regolamenti ministeriali e
interministeriali;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, recante norme
sul riordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
10 novembre 1993 recante il regolamento della Presidenza del
Consiglio dei Ministri;
Vista la circolare del Presidente del Consiglio dei Ministri del
15 aprile 1998 relativa agli adempimenti del Governo in materia di
istruttoria legislativa;
Vista la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del
27 marzo 2000, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 118 del 23 maggio
2000, che ha fornito prime indicazioni per la sperimentazione
dell'analisi di impatto della regolamentazione;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
9 agosto 2001 recante delega al Ministro per la funzione pubblica per
la semplificazione del sistema di regolazione e per l'attuazione
della legge 8 marzo 1999, n. 50;
Vista la raccomandazione ai Paesi membri, adottata dall'OCSE il
9 marzo 1995, sul miglioramento della qualità della normazione
pubblica ed il rapporto OCSE, del maggio 1997, sulla riforma della
regolazione;
Vista la dichiarazione n. 39 adottata dalla Conferenza
intergovernativa per la revisione del trattato sull'Unione europea ed
allegata al trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997, concernente la
qualità redazionale della legislazione comunitaria;
Visto il rapporto OCSE sulla riforma della regolazione in Italia
del 2001, in cui l'AIR è considerata come una tra le riforme dalle
più elevate potenzialità per migliorare la qualità della
regolazione, e le relative raccomandazioni;
Visto il "Rapporto iniziale" del marzo 2001 del "Gruppo consultivo
di alto livello" sulla qualità della regolamentazione a livello
europeo, costituiti dai Ministri europei della funzione pubblica nel
novembre 2000;
Viste le conclusioni del Consiglio europeo di Stoccolma del
23-24 marzo 2001, e in particolare il punto 23, in cui si considera
l'AIR come uno strumento fondamentale per una regolazione più
chiara, semplice ed efficace;
Considerata la necessità di definire principi comuni ai fini del
miglioramento della qualità e della trasparenza del sistema
normativo;
Valutata l'opportunità di ridefinire e rendere più efficace la
sperimentazione dell'analisi di impatto della regolamentazione al
fine di una sua graduale applicazione a tutta l'attività normativa
del Governo, ampliando consistentemente il novero dei casi oggetto di
sperimentazione ed estendendo l'attività di formazione dei
dipendenti pubblici all'utilizzo dell'AIR;
Su proposta del Ministro per la funzione pubblica;
Sentito il Consiglio dei Ministri nella riunione del 31 agosto
2001;
A d o t t a
la seguente direttiva:
I - Finalità.
1. L'art. 5 della legge 8 marzo 1999, n. 50, ha introdotto
l'analisi di impatto della regolazione (di seguito denominata AIR)
nel nostro ordinamento. La direttiva del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 27 marzo 2000 ha fornito prime indicazioni per l'avvio
della fase di sperimentazione.
2. La presente direttiva contiene gli indirizzi volti a ridefinire
e rendere efficace la sperimentazione dell'analisi di impatto della
regolamentazione sui cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni
al fine di una sua graduale applicazione a tutta l'attività
normativa del Governo, ampliando consistentemente il novero dei casi
oggetto di sperimentazione ed estendendo l'attività di formazione
dei dipendenti pubblici all'utilizzo dell'AIR.
3. La nuova attività di sperimentazione è finalizzata a:
a) responsabilizzare i singoli Ministeri nella realizzazione
delle analisi e sviluppare le capacità tecniche necessarie
all'interno delle singole amministrazioni;
b) ampliare e diversificare il novero dei casi-pilota;
c) definire criteri di individuazione delle ipotesi in cui non è
necessario sottoporre lo schema di un atto normativo ad AIR, anche in
base al parametro della rilevanza dell'impatto della norma sui
destinatari;
d) definire prime modalità di monitoraggio e verifica ex post
dell'impatto della regolamentazione (VIR), del suo grado di
applicazione e della sua efficacia rispetto agli obiettivi
prefigurati con l'AIR;
e) realizzare, al fine di una effettiva attuazione dell'AIR, un
esteso programma di riqualificazione dei dipendenti pubblici che
dovranno svolgere le analisi;
f) individuare le modalità più semplici ed efficaci di
inserimento dell'AIR nell'ambito del procedimento di progettazione,
redazione e approvazione degli atti normativi da parte del Governo;
g) sviluppare forme di coordinamento istituzionale tra il Governo
e il Parlamento in materia di AIR;
h) individuare, in relazione alle attività previste dalla
presente direttiva, misure di rafforzamento dei settori
giuridico-legislativi dei Ministeri, anche con l'inserimento di
specifiche professionalità.
II - Organizzazione.
1. La guida strategica della sperimentazione è attribuita ad un
comitato di indirizzo, presieduto dal Ministro per la funzione
pubblica e composto dal capo del Dipartimento affari giuridici e
legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri (di seguito
denominato DAGL), con funzioni di vice presidente, da un vice
segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
designato dal segretario generale, dal capo del Dipartimento affari
economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal capo
ufficio legislativo del Dipartimento della funzione pubblica, dal
coordinatore del Nucleo per la semplificazione delle norme e delle
procedure (di seguito denominato Nucleo), e dal direttore della
Scuola superiore della pubblica amministrazione (di seguito
denominata SSPA).
2. Il comitato:
a) definisce ed aggiorna il piano operativo della
sperimentazione;
b) approva il piano di formazione;
c) coordina le attività di comunicazione istituzionale sull'AIR;
d) individua, a seguito di consultazione con i singoli Ministeri,
almeno venti casi di sperimentazione riconducibili a diverse
tipologie di atto normativo (disegno di legge, decreto legislativo,
regolamento governativo, regolamento ministeriale, provvedimento di
attuazione di direttiva comunitaria);
e) verifica, anche tramite rapporti intermedi, l'andamento della
sperimentazione, adottando tutte le misure necessarie per assicurarne
l'efficacia;
f) ridefinisce la realizzazione dell'AIR sulla base di una o,
eventualmente, più griglie metodologiche differenziate a seconda del
tipo di intervento normativo e verifica l'opportunità del modello di
AIR basato su una doppia fase di analisi (preliminare e finale);
g) valuta i risultati della sperimentazione;
h) approva il manuale delle pratiche per la realizzazione
dell'AIR.
3. Ciascun Ministro individua un "referente per l'analisi di
impatto della regolamentazione", responsabile nei confronti del
comitato di indirizzo dell'andamento e dei risultati della
sperimentazione presso il proprio dicastero. In particolare, il
referente per l'AIR dovrà assicurare, con il coinvolgimento dei
singoli uffici di settore, la realizzazione dell'analisi di impatto
per ciascuno dei casi-pilota di competenza di quel dicastero.
4. Il DAGL assicura il coordinamento tra le attività dei diversi
Ministeri e valuta, anche con il supporto del Nucleo, l'AIR (sia
preliminare che finale) prodotta dai singoli Ministeri, demandando
alle amministrazioni, laddove necessario, di operare integrazioni.
5. La SSPA sottopone al comitato direttivo un progetto di piano di
formazione del personale coinvolto nell'applicazione dell'AIR e ne
cura la realizzazione.
III - Attività.
1. La nuova attività di sperimentazione si divide in quattro fasi
secondo il calendario stabilito dal comitato:
a) prima fase: si costituirà il comitato di indirizzo, si
individueranno i "referenti per l'analisi di impatto", si
predisporranno il piano operativo iniziale della sperimentazione ed
il piano della formazione, si individueranno i casi oggetto della
sperimentazione;
b) seconda fase: si realizzeranno la sperimentazione ed il
programma di formazione;
c) terza fase: nel corso di questa fase si predisporrà il
rapporto finale di valutazione delle attività di sperimentazione e
si definiranno le modalità di introduzione a regime dell'AIR;
d) quarta fase: si redigerà il manuale delle pratiche per la
realizzazione dell'AIR.
Roma, 21 settembre 2001
Il Presidente: Berlusconi
Registrato alla Corte dei conti il 10 ottobre 2001
Ministeri istituzionali, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
registro n. 12, foglio n. 219 |
|||
Concorsi | 2000 | UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE | UNIVERSITA' «LA SAPIENZA» DI ROMA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 26 del 31-3-2000 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2000-03-31&atto.codiceRedazionale=000E2876 | UNIVERSITA' «LA SAPIENZA» DI ROMA | RINVIO | Rinvio della pubblicazione della prova preselettiva del concorso pubblico, per esami, a trentadue posti di assistente socio sanitario - infermiere professionale. (GU n.26 del 31-03-2000) | Il calendario della prova preselettiva del concorso pubblico
esami a trentadue posti di assistente socio sanitario - infermiere
professionale - presso i servizi generali della facoltà di medicina
e chirurgia dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza" sarà
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - 4a serie speciale - "Concorsi
ed esami" del 30 giugno 2000. |
|
Contratti | 2022 | AVVISI E BANDI DI GARA | ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 61 del 27-5-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-05-27&atto.codiceRedazionale=TX22BFM10973 | TRENORD S.R.L. | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.61 del 27-5-2022) | Bando di gara - Servizi di pubblica utilità - Servizi - Base
giuridica: Direttiva 2014/25/UE
SEZIONE I: ENTE AGGIUDICATORE
I.1) Denominazione e indirizzi
Denominazione ufficiale: Trenord S.r.l.
Indirizzo postale: Piazzale Cadorna 14 Citta': Milano Codice NUTS:
ITC4C Milano Codice postale: 20123Paese: Italia Persona di contatto:
Dott.ssa Sarah Laquagni
E-mail: [email protected] Tel.: +39 0285114250Fax: +39
0285114621 Indirizzi Internet: Indirizzo principale:
https://acquistionline.trenord.itIndirizzo del profilo di
committente: https://acquistionline.trenord.it
I.3) Comunicazione
I documenti di gara sono disponibili per un accesso gratuito,
illimitato e diretto presso: https://acquistionline.trenord.it
Ulteriori informazioni sono disponibili presso l'indirizzo
sopraindicato
Le offerte o le domande di partecipazione vanno inviate
all'indirizzo sopraindicato
I.6) Principali settori di attività
Servizi ferroviari
SEZIONE II: OGGETTO
II.1) Entità dell'appalto
II.1.1) Denominazione:
Interventi di manutenzione sul materiale rotabile Trenord presso i
siti del "Deposito Esteso"
Numero di riferimento: Proc. 177/2022 CIG: 9226151CA6
II.1.2) Codice CPV principale
50222000 Servizi di manutenzione di materiale rotabile
II.1.3) Tipo di appalto
Servizi
II.1.4) Breve descrizione:
La procedura è finalizzata alla stipula di un contratto d'appalto
per servizi di manutenzione sul materiale rotabile Trenord presso i
siti del "Deposito Esteso", da realizzarsi durante le soste notturne
e/o diurne del materiale rotabile, sono finalizzati a garantire gli
standard di qualità del servizio offerto ai viaggiatori, in termini
di affidabilità, decoro e comfort. Gli interventi di seguito
descritti dovranno essere realizzati secondo modalità e tempistiche
tali da non compromettere la regolarità dei treni in partenza.
Maggiori informazioni relative alla descrizione dell'appalto sono
indicate nella documentazione scaricabile dal sito Internet:
https://acquistionline.trenord.it.
II.1.5) Valore totale stimato
Valore, IVA esclusa: 14.015.640,00 EUR
II.1.6) Informazioni relative ai lotti
Questo appalto è suddiviso in lotti: no
II.2) Descrizione
II.2.3) Luogo di esecuzione
Codice NUTS: ITC4 Lombardia
Luogo principale di esecuzione:
Regione Lombardia e regioni limitrofe.
II.2.4) Descrizione dell'appalto:
La procedura è finalizzata alla stipula di un contratto d'appalto
per servizi di manutenzione sul materiale rotabile Trenord presso i
siti del "Deposito Esteso", da realizzarsi durante le soste notturne
e/o diurne del materiale rotabile, sono finalizzati a garantire gli
standard di qualità del servizio offerto ai viaggiatori, in termini
di affidabilità, decoro e comfort. Gli interventi di seguito
descritti dovranno essere realizzati secondo modalità e tempistiche
tali da non compromettere la regolarità dei treni in partenza.
Maggiori informazioni relative alla descrizione dell'appalto sono
indicate nella documentazione scaricabile dal sito Internet:
https://acquistionline.trenord.it.
II.2.5) Criteri di aggiudicazione
Il prezzo non è il solo criterio di aggiudicazione e tutti i
criteri sono indicati solo nei documenti di gara
II.2.6) Valore stimato
Valore, IVA esclusa: 14.015.640,00 EUR
II.2.7) Durata del contratto d'appalto, dell'accordo quadro o del
sistema dinamico di acquisizione
Durata in mesi: 24
Il contratto d'appalto è oggetto di rinnovo: no
II.2.10) Informazioni sulle varianti
Sono autorizzate varianti: no
II.2.11) Informazioni relative alle opzioni
Opzioni: sì
Descrizione delle opzioni:
La durata dell'appalto è pari a 24 mesi + eventuale opzione di 24
mesi.
La durata dell'appalto può inoltre essere prorogata per il tempo
strettamente necessario all'individuazione di un nuovo contraente, ai
sensi e per gli effetti dell'art. 106, comma 11 del D.Lgs. 50/2016 e
ss.mm.ii.
II.2.13) Informazioni relative ai fondi dell'Unione europea
L'appalto è connesso ad un progetto e/o programma finanziato da
fondi dell'Unione europea: no
II.2.14) Informazioni complementari
L'importo complessivo presunto dell'appalto è pari ad Euro
14.015.640,00 più I.V.A., con la seguente articolazione:
- Euro 7.015.640,00 per il servizio base di 24 mesi di cui Euro
15.640,00 quali costi della sicurezza non soggetti a ribasso.
- Euro 7.000.000,00 per eventuale opzione economica esercitabile
anche parzialmente.
SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO,
FINANZIARIO E TECNICO
III.1) Condizioni di partecipazione
III.1.1) Abilitazione all'esercizio dell'attività professionale,
inclusi i requisiti relativi all'iscrizione nell'albo professionale o
nel registro commerciale
Elenco e breve descrizione delle condizioni:
a) ai sensi dell'art. 85, comma 1 del codice, i concorrenti rendono
formale dichiarazione di non trovarsi nelle situazioni di esclusione
di cui all'art. 80 del codice e di soddisfare i pertinenti criteri di
selezione stabiliti dalla stazione appaltante ai sensi dell'art. 83
del codice, nonchè gli eventuali criteri oggettivi fissati ai sensi
dell'art. 91 del codice, compilando apposito documento predisposto
dalla stazione appaltante in conformità alle linee
guida di cui al decreto del ministero delle Infrastrutture e dei
trasporti pubblicate sulla GU n. 174 del 27.7.2016 denominato mod.
D.G.U.E.;
b) i concorrenti dichiarano l'iscrizione nel registro delle imprese
della Camera di commercio o in analogo registro dello Stato di
appartenenza (se imprenditore straniero) da cui risulti che l'impresa
opera in settore analogo a quello oggetto del presente bando di gara,
mediante la compilazione del modello CCIAA allegato.
III.1.2) Capacità economica e finanziaria
Elenco e breve descrizione dei criteri di selezione:
Previsti nel disciplinare di gara disponibile con accesso gratuito,
illimitato e diretto presso: https://acquistionline.trenord.it
III.1.3) Capacità professionale e tecnica
Elenco e breve descrizione dei criteri di selezione:
Previsti nel disciplinare di gara disponibile con accesso gratuito,
illimitato e diretto presso: https://acquistionline.trenord.it
III.1.6) Cauzioni e garanzie richieste:
Si precisa che, trattandosi di procedura esperita da impresa
appartenente ai cosiddetti settori speciali, non trova applicazione
il disposto di cui all'art. 93, comma 7 del codice. Non sarà dunque
ammesso, per gli operatori economici in possesso di certificazione
del sistema di qualità aziendale e/o delle altre certificazioni
citate dalla richiamata disposizione normativa, il beneficio della
riduzione del 50 % dell'importo della garanzia provvisoria e
definitiva.
III.1.7) Principali modalità di finanziamento e di pagamento e/o
riferimenti alle disposizioni applicabili in materia:
Fondi propri di esercizio.
III.1.8) Forma giuridica che dovrà assumere il raggruppamento di
operatori economici aggiudicatario dell'appalto:
Sono ammessi a partecipare alla gara tutti i soggetti indicati
all'art. 45 del codice. Al momento della presentazione dell'offerta,
i soggetti di cui all'art. 45, comma 1, lettere d), e) ed f) del
D.Lgs. n. 50/2016 e ss.mm.ii. potranno non essere ancora formalmente
costituiti, ma a condizione che l'offerta contenga l'impegno che, in
caso di aggiudicazione, le stesse imprese costituiranno l'RTI, il
consorzio o il GEIE, e conferiranno mandato collettivo speciale con
rappresentanza a una di esse, espressamente indicata e qualificata
come mandataria o capogruppo, la quale stipulerà il contratto in
nome e per conto proprio e delle mandanti. In caso di consorzi di cui
all'art. 45, comma 1, lett. b) e c) del codice, l'offerta dovrà
contenere l'indicazione dei consorziati esecutori.
SEZIONE IV: PROCEDURA
IV.1) Descrizione
IV.1.1) Tipo di procedura
Procedura negoziata con previo avviso di indizione di gara
IV.1.3) Informazioni su un accordo quadro o un sistema dinamico di
acquisizione
IV.1.8) Informazioni relative all'accordo sugli appalti pubblici
(AAP)
L'appalto è disciplinato dall'accordo sugli appalti pubblici: no
IV.2) Informazioni di carattere amministrativo
IV.2.2) Termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di
partecipazione
Data: 30/06/2022
Ora locale: 12:00
IV.2.3) Data stimata di spedizione ai candidati prescelti degli
inviti a presentare offerte o a partecipare
IV.2.4) Lingue utilizzabili per la presentazione delle offerte o
delle domande di partecipazione:
Italiano
SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI
VI.1) Informazioni relative alla rinnovabilità
Si tratta di un appalto rinnovabile: no
VI.3) Informazioni complementari:
La procedura è interamente gestita con sistemi telematici. È
previsto sopralluogo obbligatorio con le modalità disposte dal
Disciplinare di Gara.
La domanda di partecipazione deve essere formulata entro la data
prevista al punto IV.2.2) e secondo le modalità indicate nel
disciplinare di gara.
Concorrenti potranno richiedere eventuali chiarimenti inerenti alla
presente gara entro il termine delle ore 12:00 del giorno 20.06.2022
utilizzando esclusivamente il servizio di messaggistica della gara
online (area «messaggi»). Non verranno prese in considerazione
richieste di chiarimenti pervenute a voce, telefonicamente o comunque
dopo la data ultima sopra indicata. I chiarimenti sul bando e/o
eventuali informazioni sostanziali in merito alla presente procedura
di gara, verranno pubblicati - entro le ore 16:00 del giorno
23.06.2022 - sul portale nell'apposita area «messaggi» ovvero
nell'area «allegati» della presente gara e saranno visibili ai
concorrenti abilitati alla gara medesima. In tema di avvalimento, si
applica l'art. 89 del codice.
Per partecipare alla procedura di gara, gli operatori economici
interessati dovranno preventivamente registrarsi sul portale; a tal
fine, dovranno seguire le istruzioni disponibili sulla home page del
portale medesimo o quanto indicato nel documento «disciplinare di
gara» allegato alla presente procedura; la registrazione e la
successiva abilitazione consentono all'operatore economico di
accedere alla sezione dedicata alla presente gara; con l'accesso a
tale sezione ciascun operatore economico potra':
- prendere visione della documentazione di gara,
- inviare richieste di chiarimento,
- presentare la propria offerta.
La stazione appaltante esclude i candidati o i concorrenti in caso
di mancato adempimento alle prescrizioni previste dalle disposizioni
di legge vigenti nonchè di sussistenza delle circostanze previste
dall'art. 80 del codice; costituiscono ulteriore causa di esclusione:
l'inutile decorso del termine di regolarizzazione concesso dalla
stazione appaltante ai sensi dell'art. 83, comma 9 del codice; la
sussistenza di irregolarità essenziali non sanabili quali carenze
della documentazione tali da non consentire l'individuazione del
contenuto e del soggetto responsabile della stessa; parimenti,
saranno escluse le offerte non conformi alle prescrizioni di cui agli
atti di gara la cui osservanza sia prevista «a pena di esclusione»;
Trenord srl si riserva di escludere le offerte formulate da
raggruppamenti sovrabbondanti qualora le modalità di costituzione
del raggruppamento rivelino profili anticoncorrenziali.
Le spese per la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del presente
bando di gara sono rimborsate alla stazione appaltante
dall'aggiudicatario entro il termine di 60 giorni
dall'aggiudicazione: a tal fine Trenord provvederà
alla fatturazione nei confronti del soggetto aggiudicatario e tale
fatturazione potrà essere compensata con i pagamenti dovuti al
soggetto aggiudicatario medesimo per l'esecuzione dell'appalto.
Ai sensi del regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), si informa che i
dati comunicati dai concorrenti verranno utilizzati solo per le
finalità connesse all'espletamento della procedura di gara e
verranno comunque trattati in modo tale da garantirne la riservatezza
e la sicura conservazione.
Maggiori informazioni complementari sono indicate nella
documentazione scaricabile dal sito Internet:
https://acquistionline.trenord.it
VI.4) Procedure di ricorso
VI.4.1) Organismo responsabile delle procedure di ricorso
Denominazione ufficiale: T.A.R. LOMBARDIA Citta': MILANO Paese:
Italia
VI.4.3) Procedure di ricorso
Informazioni dettagliate sui termini di presentazione dei ricorsi:
TAR Lombardia
Milano
Italia
VI.4.4) Servizio presso il quale sono disponibili informazioni
sulle procedure di ricorso
Denominazione ufficiale: TAR LOMBARDIA Citta': MILANO Paese: Italia
VI.5) Data di spedizione del presente avviso:
VI.5) Data di spedizione del presente avviso in Guue: 24/05/2022
L'amministratore delegato
dott. Marco Piuri
TX22BFM10973 |
||
Contratti | 2015 | AVVISI ESITI DI GARA | AVVISI ESITI DI GARA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 89 del 31-7-2015 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-07-31&atto.codiceRedazionale=TX15BGA953 | REGIONE BASILICATA Dipartimento programmazione e finanze - Ufficio amministrazione digitale | Sede: via Vincenzo Verrastro n. 4 - 85100 Potenza (PZ), Italia Punti di contatto: [email protected]. Codice Fiscale: Codice Fiscale: 80002950766 Partita IVA: Partita IVA: 00949000764 | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.89 del 31-7-2015) | Avviso di aggiudicazione di affidamento dei lavori per la
realizzazione del nuovo data center della Regione Basilicata.
Categoria prevalente OG11 - Classifica III - Categoria
scorporabile/subappaltabile OG1 - Classifica I.
I.1) Ente Regione Basilicata - Dipartimento Programmazione e
Finanze, Ufficio Amministrazione Digitale - 85100 Potenza (PZ) -
email [email protected].
II.1) Affidamento dei lavori per la realizzazione del nuovo data
center della Regione Basilicata, sito al piano terreno della sede di
via V. Verrastro n. 4 Potenza - Codice CIG 5378198563; Codice CUP:
G43D12000070006 - Categoria prevalente OG11 - Classifica III -
Categoria scorporabile/subappaltabile OG1 - Classifica I.
IV.2) Criterio di aggiudicazione: Procedura aperta, ai sensi
dell'art. 55 - "Procedure aperte e ristrette" del D.Lgs. 163/2006
utilizzando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa
(art. 83 del D.Lgs. n. 163/06).
IV.3.2) Bando di gara: GU 5 Serie Speciale - Contratti Pubblici
n.132 del 11-11-2013).
V.1) Data di Aggiudicazione: 18/06/2015.
V.2) Offerte pervenute: n° 7 .
V.3) Aggiudicatario: Pietrafesa Canio s.r.l. - con sede in Potenza
(PZ), via Isca del Pioppo 27/H, codice fiscale e Partita IVA n.
01752890762.
V.4) Importo di aggiudicazione: euro 769.963,44 oltre a euro
10.000,00 quali oneri per la sicurezza, non soggetti a ribasso, per
un totale di euro 779.963,44.
VI.3.1) T.A.R. della Basilicata - via Rosica n. 89/91 - 85100
Potenza (PZ).
Responsabile unico del procedimento
ing. Salvatore Panzanaro
TX15BGA953 |
|
Parte Seconda | 2019 | Altri annunzi | Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici | Parte Seconda n. 24 del 26-2-2019 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-02-26&atto.codiceRedazionale=TV19ADD1896 | I.B.N. SAVIO S.R.L. | Sede sociale: via del Mare n. 36, 00071 Pomezia (RM) | (GU Parte Seconda n.24 del 26-2-2019) | Modifiche secondarie di autorizzazioni all'immissione in commercio di
specialità medicinali per uso umano. Modifiche apportate ai sensi
del Regolamento (CE) 1234/2008 e s.m.i.
Titolare: I.B.N. SAVIO S.r.l.
Med. PRODIREXAN A.I.C. n. 043912 Tutte le confezioni:
Prat. C1B/2017/1708 - MT/H/0170/001/IB/008/G Var. grouping IB: IAIN
- C.I.8.a; IB - A.2.b Introduzione nuova sintesi Sistema di
Farmacovigilanza PSMF in Francia e modifica della denominazione del
medicinale in Francia.
Decorrenza delle modifiche: dal giorno successivo alla data della
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Prat. C1A/2018/2204 - MT/H/0170/001/IA/014 Var. IAIN - B.II.b.2.c.1
Aggiunta di un fabbricante responsabile del rilascio dei lotti
(Industria Quimica y Farmaceutica Vir, S.A. - solo per la Spagna).
Prat. C1A/2019/70 - MT/H/0170/001/IA/015 Var. IA - A.7 Soppressione
del sito di fabbricazione del prodotto finito in cui si svolge il
rilascio dei lotti (Alcala Farma S.L. - Spagna).
I lotti già prodotti sono mantenuti in commercio fino alla data di
scadenza indicata in etichetta ai sensi dell'art. 14 del
decreto-legge n. 178/91 e successive modificazioni ed integrazioni.
Il direttore ufficio regolatorio
dott. Stefano Bonani
TV19ADD1896 |
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Serie Generale | 2002 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | MINISTERO DELLA DIFESA | Serie Generale n. 287 del 7-12-2002 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2002-12-07&atto.codiceRedazionale=02A13763&elenco30giorni=false | MINISTERO DELLA DIFESA | COMUNICATO | Conferimento di onorificenze al merito dell'Esercito (GU Serie Generale n.287 del 07-12-2002) | Croce d'argento al merito dell'Esercito
Con decreto ministeriale 12 novembre 2001 è conferita la
seguente ricompensa: Croce d'argento.
Al Col. Pietro Costantino, nato il 22 maggio 1952 a Francavilla
Fontana (Brindisi), con la seguente motivazione: "Capo delle
operazioni terrestri e direttore del centro operativo interforze del
Comando KFOR impegnato in Kosovo nell'operazione "Consistent effort ,
affrontava il delicatissimo e fondamentale incarico con grande
lucidità, intelligenza, energia, iniziativa e grandissimo spirito di
servizio.
Dimostrava in ogni circostanza elevata professionalità e
competenza, con ciò procurandosi l'immediata e profonda stima e
l'unanime apprezzamento dei vertici militari e civili della missione.
Chiarissimo esempio di ufficiale di rango che ha contribuito in
maniera determinante ad accrescere il prestigio della nazione e delle
Forze armate in ambito internazionale.
Ha saputo ben meritare per la Patria".
Kosovo, 1 ottobre 1999 - 2 marzo 2000
Con decreto ministeriale 12 novembre 2001 è conferita la
seguente ricompensa: Croce d'argento.
Al Col. Leonardo Di Marco nato il 5 febbraio 1955 a San Severo
(Foggia) con la seguente motivazione: "Ufficiale assistente del Capo
di SM dell'ARRC per il coordinamento del fuoco ha assolto, nel corso
delle operazioni NATO "Joint guarantor e "Joint guardian , condotte
da KFOR in Macedonia e Kosovo, la funzione preminente di vice capo
della Commissione per l'attuazione dei due accordi NATO-Serbia e
NATO-UCK, contribuendo in modo determinante alla stesura definitiva
del primo dei due accordi e al loro rispetto da parte serba e
kosovara, una volta perfezionati e firmati. Con determinazione fuori
dal comune, altissima professionalità, si distingueva per
competenza, acuta intelligenza ed equilibrio in fase di stesura e nel
corso degli estenuanti negoziati con le controparti.
Contribuiva, poi, alla verifica del rispetto dei medesimi,
operando sempre in prima linea in situazioni rapidamente mutevoli e
caratterizzate da contatti con controparti diffidenti e talora
imprevedibili, in un ambiente ad alto ed, in talune circostanze e
momenti, altissimo rischio personale. generoso, energico, con
spiccate attitudini di negoziatore, pienamente consapevole dell'onere
delle responsabilità assunte e dei rischi che avrebbe corso, ha
fornito prestazioni altissime, accrescendo il lustro e l'immagine
delle Forze armate italiane.
Rarissimo esempio di ufficiale totalmente dedicato al servizio,
altamente competente e con vastissime conoscenze culturali e
operative, di assoluta lealta'".
Skopje, 30 marzo - 11 giugno 1999
Pristina, 12 giugno - 10 settembre 1999
Croce di bronzo al merito dell'Esercito
Con decreto 12 novembre 2001 è conferita la seguente ricompensa:
Croce di bronzo.
Al Cap. Luigi Musti nato il 26 gennaio 1964 a Catania con la
seguente motivazione: "Ufficiale addetto alle operazioni e piani del
Genio del Comando KFOR, operante in Kosovo nell'ambito
dell'operazione "Consistent effort , affrontava il proprio incarico
con maturità, decisione e determinazione. Dotato di ottime qualità
intellettuali e di una approfondita preparazione professionale
forniva, sia a tavolino che sul campo, un rendimento costantemente
elevatissimo, conseguendo l'incondizionato apprezzamento di quanti,
nel difficile ambiente internazionale, lo hanno impiegato e
giudicato.
Con il proprio indefesso impegno ha contribuito in misura
notevolissima ad accrescere il prestigio della nazione e
dell'Esercito italiano in ambito internazionale.
Chiarissimo esempio di giovane ufficiale motivato e capace che ha
saputo ben meritare per la Patria".
Kosovo, 24 settembre 1999 - 24 marzo 2000 |
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Contratti | 2017 | AVVISI E BANDI DI GARA | ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 8 del 20-1-2017 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-01-20&atto.codiceRedazionale=TX17BFM977 | S.I.T.A.F. S.P.A. - SOCIETA' ITALIANA TRAFORO AUTOSTRADALE DEL FREJUS | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.8 del 20-1-2017) | Bando di gara - Direttiva 2004/18/CE
Sezione I : Amministrazione aggiudicatrice
I.1) Denominazione, indirizzi e punti di contatto: Denominazione
ufficiale: S.I.T.A.F. S.p.A. - Società Italiana Traforo Autostradale
del Frejus Indirizzo postale: Frazione San Giuliano n. 2 Citta': SUSA
Codice postale: 10059 Paese: Italia (IT) Punti di contatto: Telefono:
+39 122621621. All'attenzione di: Direzione Tecnica. Posta
elettronica: [email protected] Fax: +39 122629673 - Indirizzi internet:
Indirizzo generale dell'amministrazione aggiudicatrice/ente
aggiudicatore: (URL) http://www.sitaf.it. Ulteriori informazioni sono
disponibili presso I punti di contatto sopra indicati Il capitolato
d'oneri e la documentazione complementare (inclusi i documenti per il
dialogo competitivo e per il sistema dinamico di acquisizione) sono
disponibili presso I punti di contatto sopra indicati. Le offerte o
le domande di partecipazione vanno inviate a I punti di contatto
sopra indicati.
I.2) Tipo di amministrazione aggiudicatrice: Concessionario di
lavori pubblici
I.3) Principali settori di attivita': costruzione e gestione
autostrade
I.4) Concessione di un appalto a nome di altre amministrazioni
aggiudicatrici
L'amministrazione aggiudicatrice acquista per conto di altre
amministrazioni aggiudicatrici: NO
Sezione II: Oggetto dell'appalto
II.1) Descrizione: l'Appalto ha per oggetto la fornitura e
l'assistenza in loco in fase di montaggio di 10 portoni HCM 120, 62
porte HCM 120 e 180 porte REI 120/60, di varie dimensioni,
all'interno dei rifugi, dei by-pass e dei locali tecnici a servizio
della Galleria di Sicurezza del Traforo del Frejus in fase di
realizzazione ed allestimento come Galleria di Transito. II.1.1)
Denominazione conferita all'appalto dall'amministrazione
aggiudicatrice : SITAF SpA: Galleria di Sicurezza del Tunnel del
Frejus - Fornitura serramenti locali tecnici - CIG 6918651B69 - CUP
H31B01000250008. II.1.2) Tipo di appalto e luogo di consegna o di
esecuzione: Fornitura - Luogo principale di consegna delle forniture:
Tutte le forniture dovranno essere consegnate sul piazzale lato
Italia Traforo T4 e collocate nei locali indicati dalla Direzione dei
Lavori - Codice NUTS: ITC11
II.1.3) Vocabolario comune per gli appalti (CPV) : Oggetto
principale 44421500-2
II.1.4) Informazioni relative all'accordo sugli appalti pubblici
(AAP) : L'appalto è disciplinato dall'accordo sugli appalti pubblici
(AAP) : NO. II.1.5) Lotti: Questo appalto è suddiviso in lotti: NO .
Le offerte vanno presentate per uno o più lotti. II.1.6)
Informazioni sulle varianti: Ammissibilità di varianti : NO
II.2) Quantitativo o entità dell'appalto : Valore stimato, IVA
esclusa : 2.744.648,42 Valuta : EUR
II.2.2) Opzioni : Opzioni : NO (in caso affermativo) Descrizione
delle opzioni :
II.2.3) Informazioni sui rinnovi : L'appalto è oggetto di rinnovo:
NO
II.3) Durata dell'appalto o termine di esecuzione: Durata in mesi :
30 giugno 2018
Sezione III : Informazioni di carattere giuridico, economico,
finanziario e tecnico
III.1) Condizioni relative all'appalto: III.1.1) Cauzioni e
garanzie richieste: Garanzia ai sensi dell'art. 93, comma 1, del
D.Lgs 50/2016, secondo le modalità descritte nel disciplinare di
gara. Garanzia a titolo di cauzione definitiva, ai sensi dell'art.
103, D.Lgs. n. 50/2016. III.1.2) Principali modalità di
finanziamento e di pagamento e/o riferimenti alle disposizioni
applicabili in materia: Forniture corrisposte in autofinanziamento.
III.1.3) Forma giuridica che dovrà assumere il raggruppamento di
operatori economici aggiudicatario dell'appalto: Sono ammessi alla
gara i soggetti di cui all'art. 45, commi 1 e 2, del D.lgs. 50/2016,
nonchè i soggetti di cui all'art. 49 del medesimo decreto, in
possesso dei requisiti previsti nel disciplinare. Ai raggruppamenti
temporanei e consorzi ordinari si applica l'art. 48 del decreto
citato. III.1.4) Altre condizioni particolari: La realizzazione
dell'appalto è soggetta a condizioni particolari : NO.
III.2) Condizioni di partecipazione:
III.2.1) Situazione personale degli operatori economici, inclusi i
requisiti relativi all'iscrizione nell'albo professionale o nel
registro commerciale: Informazioni e formalità necessarie per
valutare la conformità ai requisiti: Ogni singolo operatore
economico (anche in caso di R.T.I., consorzio) dovrà, a pena di
esclusione della procedura, essere in possesso dei seguenti
requisiti:
1. di non trovarsi in situazioni tali da configurare una delle
condizioni previste nell'art. 80 del D.Lgs 50/2016;
2. requisiti di idoneità professionale previsti dall'art. 83,
commi 1, lett. a) e 3 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50:
iscrizione alla C.C.I.A.A. o analogo registro di stato estero
aderente alla U.E. dalla quale risulti che l'impresa è iscritta con
uno scopo sociale compatibile con le attività oggetto dell'appalto.
Da dichiarare mediante compilazione del DGUE
III.2.2) Capacità economica e finanziaria: Informazioni e
formalità necessarie per valutare la conformità ai requisiti: Da
dichiarare mediante compilazione del DGUE
Livelli minimi di capacità eventualmente richiesti:
1. fatturato degli ultimi tre esercizi 2013, 2014, 2015, non
inferiore complessivamente a € 5.489.296,84;
2. idonee referenze bancarie da parte di almeno due Istituti di
credito a livello nazionale.
III.2.3) Capacità tecnica: Informazioni e formalità necessarie
per valutare la conformità ai requisiti:
Da dichiarare mediante compilazione del DGUE
Livelli minimi di capacità eventualmente richiesti:
1. Elenco delle principali forniture di beni analoghi a quelli
richiesti nel presente bando, effettuati negli ultimi tre anni, con
l'indicazione dei rispettivi importi, date e destinatari, pubblici o
privati;
2. Descrizione dell'attrezzatura, del materiale e
dell'equipaggiamento tecnico di cui l'operatore economico dispone per
eseguire la fornitura.
III.3) Condizioni relative agli appalti di servizi: III.3.1)
Informazioni relative ad una particolare professione: La prestazione
del servizio è riservata ad una particolare professione: NO.
III.3.2) Personale responsabile dell'esecuzione del servizio: Le
persone giuridiche devono indicare il nome e le qualifiche
professionali del personale incaricato della prestazione del
servizio: NO
Sezione IV : Procedura
IV.1) Tipo di procedura: Aperta
IV.2) Criteri di aggiudicazione: Minor Prezzo
IV.2.2) Informazioni sull'asta elettronica Ricorso ad un'asta
elettronica: NO
IV.3) Informazioni di carattere amministrativo:
IV.3.1) Numero di riferimento attribuito al dossier
dall'amministrazione aggiudicatrice: CIG 6918651B69 - CUP
H31B01000250008. IV.3.2) Pubblicazioni precedenti relative allo
stesso appalto: NO. IV.3.3) Condizioni per ottenere il capitolato
d'oneri e documenti complementari o il documento - Documenti a
pagamento: NO
IV.3.4) Termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di
partecipazione:
Data: 20/02/2017 Ora: 12:00
IV.3.6) Lingue utilizzabili per la presentazione delle offerte o
delle domande di partecipazione: Lingua o lingue ufficiali dell'UE:
ITALIANO
IV.3.7) Periodo minimo durante il quale l'offerente è vincolato
alla propria offerta:
Durata in giorni : 180 (dal termine ultimo per il ricevimento delle
offerte)
IV.3.8) Modalità di apertura delle offerte: Data : 22/02/2017 Ora
10:00 Luogo: Susa (TO) - Frazione San Giuliano 2
Persone ammesse ad assistere all'apertura delle offerte: SÌ un
rappresentante per ogni operatore economico concorrente
Sezione VI: Altre informazioni
VI.1) Informazioni sulla periodicita': Si tratta di un appalto
periodico : no. VI.2) Informazioni sui fondi dell'Unione europea:
L'appalto è connesso ad un progetto e/o programma finanziato da
fondi dell'Unione europea : no
VI.3) Informazioni complementari: Procedura aperta ex art. 60 del
D.Lgs. 50/2016, disposta con provvedimento di approvazione
dell'Amministratore Delegato della S.I.T.A.F. S.p.A. prot. n. 12112
del 15/12/2106, con adozione del criterio di aggiudicazione del minor
prezzo, in ragione della necessità di fornire beni in continuità
con le caratteristiche tipologiche dei prodotti già installati
presso l'infrastruttura di riferimento. Il termine di durata
dell'appalto, indicato nel 30 giugno 2018, va considerato tenendo
presenti le consegne parziali come di seguito descritte. Entro due
mesi dall'aggiudicazione e comunque non oltre il 31 marzo 2017,
dovranno essere fornite le porte HCM/REI per l'allestimento di almeno
due rifugi.
Più precisamente:
- n. 4 porte tagliafuoco in acciaio inox AISI 304L minimo ad
apertura scorrevole REI 120 interna ai rifugi di dimensioni
passaggio: 150 x 200 cm;
- n. 4 porte tagliafuoco in acciaio inox AISI 304L minimo a due
battenti cieco HCM 120 certificata per pressioni di esercizio fino a
2.200 Pa, di dimensioni: 1,50(0,95 + 0,55) x 2,07 m;
- n. 2 porte tagliafuoco in acciaio zincato a caldo verniciato a un
battente REI 60 nel locale tecnico interno ai rifugi di dimensioni
passaggio: 0,90 x 200 cm.
Entro e non oltre 30 settembre 2017 dovrà essere completata la
fornitura di tutte le porte HCM/REI per l'allestimento dei restanti
rifugi.
Inoltre, entro il 30 settembre 2017 dovrà essere completata la
fornitura necessaria per l'allestimento del by pass 5. Più
precisamente:
n. 2 portoni tagliafuoco in acciaio inox AISI 304L minimo
motorizzati a due battenti HCM 120 certificati per pressioni di
esercizio fino a 2.200 Pa, di dimensioni: 4,00(2,00 + 2,00) x 4,00 m,
così distribuite:
n. 1 lato galleria sul versante italiano;
n. 1 lato T4 sul versante italiano;
n. 3 porte tagliafuoco in acciaio zincato a caldo verniciato a un
battente REI 60 di dimensioni passaggio: 0,90 x 210 cm, così
distribuite:
n. 1 nel locale tecnico del by pass 5 sul versante italiano;
n. 2 nel posto fisso nel by pass 5 sul versante italiano;
n. 3 porte tagliafuoco in acciaio zincato a caldo verniciato a un
battente REI 60 di dimensioni passaggio: 0,60 x 210 cm, così
distribuite:
n. 3 all'interno del posto fisso nel by pass 5 sul versante
italiano.
Le disposizioni per partecipare alla presente procedura sono
integralmente previste nel Disciplinare di Gara, disponibile sul sito
www.sitaf.it. La stazione appaltante si riserva la facoltà di
aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida. La stazione
appaltante si riserva la facoltà di revocare (e non aggiudicare) in
ogni momento l'intera procedura, per sopravvenute ragioni di pubblico
interesse o per la modifica delle circostanze di fatto o dei
presupposti giuridici su cui la procedura si basa, come anche di non
procedere - a suo insindacabile giudizio - all'aggiudicazione qualora
ritenga che nessuna delle offerte ottenute sia conveniente o
rispondente alle proprie esigenze, così come previsto dall'art. 95,
comma 12, del D. Lgs. n. 50/2016.
La Stazione Appaltante avvisa che, nel caso di procedura deserta,
non prenderà in considerazione le eventuali manifestazioni di
interesse alla partecipazione ad una successiva procedura, qualora le
stesse non contengano specifica motivazione delle ragioni che hanno
impedito la presentazione dell'offerta. Il concorrente dovrà
indicare nell'Offerta Economica, a pena di esclusione, i propri costi
aziendali concernenti l'adempimento delle disposizioni in materia di
salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, ai sensi dell'art. 95, comma
10, del D.lgs. n. 50/2016.
Ai sensi degli artt. 81 e 216, comma 13, del D.lgs. 50/2016, la
verifica del possesso dei requisiti di carattere generale, di
capacità economico-finanziaria e tecnico-professionale della
presente procedura, sarà effettuata mediante l'utilizzo della Banca
dati nazionale degli operatori economici di cui al sistema AVCPASS,
reso disponibile dall'Autorità. Pertanto, gli operatori economici
sono tenuti ad effettuare la procedura di registrazione al sistema
accedendo all'apposito collegamento del portale ANAC (Servizi ad
accesso riservato - AVCPASS), nonchè ad acquisire il PASSOE di cui
all'art. 2, comma 3 della delibera dell'AVCP (ora ANAC) n. 111 del 20
dicembre 2012, che dovrà essere stampato, sottoscritto ed inserito
nella busta dedicata alla DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA.
Salvo quanto disposto nel disciplinare, tutte le comunicazioni e
tutti gli scambi di informazioni tra stazione appaltante e operatori
economici si intendono validamente effettuate qualora rese
all'indirizzo PEC indicato dai concorrenti. Ai fini delle eventuali
richieste di accesso agli atti, il concorrente, ai sensi dell'art.
53, comma 5, lett. a) del D.lgs. 50/2016, potrà allegare eventuale e
motivata dichiarazione che indichi quali informazioni fornite
costituiscano segreti tecnici o commerciali e che ritenga escluse
dall'esercizio del diritto di accesso ex L. 241/1990 e s.m.i. e da
ogni forma di divulgazione, fatto salvo quanto previsto all'art. 53,
comma 6, del medesimo decreto.
Il presente appalto è soggetto a tracciabilità dei flussi
finanziari di cui alla Legge n. 136/2010 e s.m.i. e al rispetto del
Protocollo Operativo di cui alla Delibera CIPE 15/2015, pubblicata
sulla G.U. Serie generale n° 155 del 07/07/2015, in relazione al
monitoraggio finanziario per l'opera in oggetto. Pertanto,
l'aggiudicatario dell'appalto sarà soggetto ai seguenti obblighi:
- l'obbligo di accendere uno o più conti "dedicati" in via
esclusiva all'opera considerata;
- l'obbligo di effettuare tutti i pagamenti, salve le eccezioni
indicate le Protocollo Operativo, tramite bonifici SEPA sui quali
riportare il CUP (H31B01000250008) nell'ambito della stringa
alfanumerica di individuazione del pagamento e delle relative
causali;
- l'obbligo di rilasciare agli intermediari finanziari presso cui
sono accesi i suddetti conti dedicati una "lettera di manleva", che
li autorizzi a trasmettere al DIPE le informazioni del pari
specificate nel Protocollo operativo;
Ai sensi della Delibera CIPE 26 giugno 2009 n.43/2009, è
prescritto che tutti gli affidamenti a valle dell'aggiudicazione, di
qualunque importo, saranno sottoposti all'acquisizione di
informazioni antimafia nei confronti dei subappaltatori e sub
affidatari, ai sensi del DPR 03/06/1998, n. 252, secondo le modalità
stabilite dall'Allegato 3 alla Delibera CIPE n. 43 del 26/06/2009: a
tal riguardo, la Committente ha sottoscritto con PREFETTURA UTG di
TORINO un Protocollo di Legalità ai fini della prevenzione dei
tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata, in forza
del quale la Committente si obbliga, nella sua qualità di Soggetto
Aggiudicatore, a comunicare tempestivamente alla Prefettura - U.T.G.
di TORINO i dati relativi alle società e imprese, anche con
riferimento ai loro assetti societari, cui intende affidare
l'esecuzione dei lavori o di cui intende avvalersi nell'affidamento
di servizi, noli o trasporti, o per la fornitura di materiali facenti
parte integrante del ciclo produttivo o comunque strettamente
inerenti alla realizzazione dell'opera, fatta eccezione per i dati
relativi ai concessionari e/o gestori e licenziatari di Stato.
Eventuali chiarimenti potranno essere richiesti esclusivamente in
lingua italiana e dovranno pervenire per iscritto tassativamente
entro le ore 12:00 del giorno 08/02/2017 all'indirizzo PEC:
[email protected]. Non saranno, pertanto, fornite risposte ai quesiti
pervenuti successivamente al termine indicato. Le risposte ai quesiti
saranno pubblicate sul sito internet della Stazione appaltante
www.sitaf.it, Sezione "Società Trasparente", Bandi di Gara, entro il
giorno 15/02/2017. Sul medesimo sito saranno inoltre pubblicate
eventuali ulteriori informazioni o variazioni relative alla procedura
di gara. Gli interessati sono pertanto tenuti a consultare il sito
fino alla data di scadenza fissata per la presentazione delle
offerte.
Il Responsabile del procedimento, ai sensi dell'art. 31 del D.lgs.
50/2016, è il Direttore Tecnico Ing. Massimo Berti - Frazione San
Giuliano, n. 2 - 10059 Susa (TO).
VI.4) Procedure di ricorso: VI.4.1) Organismo responsabile delle
procedure di ricorso: Denominazione ufficiale: Tribunale
Amministrativo Regionale (TAR) Piemonte Indirizzo postale: Corso
Stati Uniti, 45 Citta': Torino Codice postale: 10129 Paese: Italia
(IT) Telefono: +39 115576411 Posta elettronica: Fax: +39 11539265
VI.4.2) Presentazione di ricorsi: 30 giorni dalla pubblicazione del
bando. Ai sensi dell'art. 29 comma 1 del D.lgs. n. 50/2016 i
concorrenti possono impugnare i provvedimenti di ammissione e di
esclusione entro 30 giorni dalla loro pubblicazione su profilo della
Stazione Appaltante
VI.4.3) Servizio presso il quale sono disponibili informazioni
sulla presentazione dei ricorsi: Denominazione ufficiale: SITAF
S.p.A. -Ufficio Legale Indirizzo postale: Frazione San Giuliano, 2
Citta': Susa (TO) Codice postale: 10059 Paese: Italia (IT) Telefono:
+39 122621621 Posta elettronica: [email protected] Fax: +39 122621686
VI.5) Data di spedizione del presente avviso: 11/01/2017
S.I.T.A.F. S.p.A. - L'amministratore delegato
ing. Gianni Luciani
TX17BFM977 |
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Parte Seconda | 2011 | Altri annunzi | Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici | Parte Seconda n. 8 del 22-1-2011 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2011-01-22&atto.codiceRedazionale=T11ADD689 | ACTAVIS GROUP PTC EHF | (GU Parte Seconda n.8 del 22-1-2011) | Estratto Comunicazione notifica regolare UVA del 07 Gennaio 2011
protocollo n. AIFA/V & A/PC/P/1136.
Specialità Medicinale: GLIMEPIRIDE ACTAVIS (AIC: 03642) 1 mg, 2
mg, 3 mg, 4 mg, compresse.
Confezioni: 038642043, 038642106, 038642195, 038642272, 038642056,
038642094, 038642171, 038642260, 038642068, 038642132, 038642207,
038642258, 038642017, 038642144, 038642169, 038642245, 038642031,
038642120, 038642157, 038642221, 038642070, 038642082, 038642183,
038642233, 038642029, 038642118, 038642219, 038642284.
Titolare AIC: ACTAVIS GROUP PTC ehf
N° e Tipologia variazione: IT/H/0240/001-004/IB/06 C.I.3.a IB
foreseen Codice Pratica:C1B/2010/3971
Tipo di Modifica: Modifica stampati
Modifica apportata: Aggiornamento di SPC e PIL a seguito della
valutazione finale dello PSUR per glimepiride.
È autorizzata la modifica degli stampati richiesta (paragrafi 4.5
e 4.8 del Riassunto delle Caratteristiche del prodotto e
corrispondente paragrafo del Foglio Illustrativo) relativamente alle
confezioni sopra elencate e la responsabilità si ritiene affidata
alla Azienda titolare dell'AIC.
I lotti già prodotti non possono più essere dispensati al
pubblico a decorrere dal 120° giorno successivo a quello della
pubblicazione della presente determinazione nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica Italiana. Trascorso il suddetto termine non potranno
più essere dispensate al pubblico confezioni che non rechino le
modifiche indicate dal presente provvedimento.
È approvata, altresì, secondo la lista dei termini standard della
Farmacopea Europea, la denominazione delle confezioni da riportare
sugli stampati così come indicata nell'oggetto.
Un Procuratore:
Lorena Verza.
T11ADD689 |
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Serie Generale | 2009 | ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI | MINISTERO DELL'INTERNO | Serie Generale n. 224 del 26-9-2009 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-09-26&atto.codiceRedazionale=09A11265&elenco30giorni=false | MINISTERO DELL'INTERNO | COMUNICATO | Riconoscimento della personalita' giuridica alla Provincia italiana dell'Istituto figlie di nostra Signora della Misericordia, in Roma. (09A11265) (GU Serie Generale n.224 del 26-09-2009) | Con decreto del Ministro dell'interno in data 26 agosto 2009,
viene riconosciuta la personalità giuridica civile alla Provincia
italiana dell'Istituto figlie di nostra Signora della Misericordia,
con sede in Roma. |
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Serie Generale | 2022 | DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI | MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO | Serie Generale n. 10 del 14-1-2022 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-01-14&atto.codiceRedazionale=22A00115&elenco30giorni=false | MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO | DECRETO 29 dicembre 2021 | Liquidazione coatta amministrativa della «Lignum Vitae societa' cooperativa», in Arezzo e nomina del commissario liquidatore. (22A00115) (GU Serie Generale n.10 del 14-01-2022) | IL MINISTRO
DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Visto l'art. 198 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267;
Visto il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito nella legge
7 agosto 2012, n. 135;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29
luglio 2021, n. 149, recante «Regolamento di organizzazione del
Ministero dello sviluppo economico»;
Vista la sentenza n. 25/2021 del 21 aprile 2021 del Tribunale di
Arezzo con la quale è stato dichiarato lo stato d'insolvenza della
società cooperativa «Cooperativa Lignum Vitae - cooperativa sociale
di tipo A e B onlus in liquidazione»;
Considerato che, ex art. 195, comma 4 del regio decreto 16 marzo
1942, n. 267, la stessa è stata comunicata all'autorità competente
perchè disponga la liquidazione ed è stata inoltre notificata,
affissa e resa pubblica nei modi e nei termini stabiliti per la
sentenza dichiarativa dello stato di fallimento;
Ritenuta l'opportunità di omettere la comunicazione di avvio del
procedimento ex art. 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241, con
prevalenza dei principi di economicità e speditezza dell'azione
amministrativa, atteso che l'adozione del decreto di liquidazione
coatta amministrativa è atto dovuto e consequenziale alla
dichiarazione dello stato di insolvenza e che il debitore è stato
messo in condizione di esercitare il proprio diritto di difesa;
Considerato che il nominativo del professionista cui affidare
l'incarico di commissario liquidatore è stato individuato tramite
processo di estrazione informatico, tra coloro che risultano
regolarmente iscritti nella banca dati del ministero, tramite il
portale di gestione dei commissari liquidatori, nel rispetto del
criterio territoriale e di rotazione, conformemente a quanto
prescritto dalla circolare del direttore generale del 4 aprile 2018
recante «Banca dati dei professionisti interessati alla attribuzione
di incarichi ex articoli 2545-terdecies, 2545-sexiesdecies,
2545-septiesdecies, secondo comma e 2545-octiesdecies del codice
civile», pubblicata sul sito internet del ministero;
Decreta:
Art. 1
La società cooperativa «Cooperativa Lignum Vitae - cooperativa
sociale di tipo A e B onlus in liquidazione» con sede in Arezzo
(codice fiscale n. 02294060518) è posta in liquidazione coatta
amministrativa, ai sensi dell'art. 2545-terdecies del codice civile.
Considerati gli specifici requisiti professionali, come risultanti
dal curriculum vitae, è nominato commissario liquidatore il dott.
Franco Gliatta, nato a Chiusi (SI) il 20 aprile 1962 (codice fiscale:
GLTFNC62D20C662S), domiciliato in Cortona (AR), via Ipogeo n. 12.
Art. 2
Al predetto commissario liquidatore spetta il trattamento economico
previsto dal decreto del Ministro dello sviluppo economico di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze del 3 novembre
2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana
del 5 dicembre 2016.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.
Il presente provvedimento potrà essere impugnato dinnanzi al
competente Tribunale amministrativo regionale, ovvero a mezzo di
ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ove ne
sussistano i presupposti di legge.
Roma, 29 dicembre 2021
Il Ministro: Giorgetti |
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Concorsi | 2004 | UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE | UNIVERSITA' DI PERUGIA | 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami
n. 41 del 25-5-2004 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2004-05-25&atto.codiceRedazionale=04E02837 | UNIVERSITA' DI PERUGIA | DIARIO | Diario delle prove di esame della procedura di valutazione comparativa ad un posto di ricercatore universitario, facolta' di agraria, settore scientifico-disciplinare AGR/11 - Entomologia generale e applicata. (GU n.41 del 25-05-2004) | Le prove di esame della procedura di valutazione comparativa ad
un posto di ricercatore universitario per il settore
scientifico-disciplinare AGR/11 entomologia generale e applicata
della facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia,
indetta con decreto rettorale n. 1776 del 30 settembre 2003 - il cui
avviso è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - 4ª serie
speciale - n. 79 del 10 ottobre 2003, si svolgeranno presso l'auletta
didattica della sezione di entomologia agraria del Dipartimento di
arboricoltura e protezione delle piante dell'Università degli studi
di Perugia, borgo XX Giugno, 74 - Perugia, secondo il seguente
calendario:
prova scritta: 28 giugno 2004 ore 9;
prova pratica: 29 giugno 2004 ore 9;
prova orale: 30 giugno 2004 ore 9. |
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Contratti | 2021 | ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA | ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA | 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 106 del 13-9-2021 | https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-09-13&atto.codiceRedazionale=TX21BIA21128 | ASST DI MONZA | (GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.106 del 13-9-2021) | Asta pubblica per l'alienazione di bene immobile
Si rende noto che l'ASST di Monza, in esecuzione della
Deliberazione del Direttore Generale n. 775 del 25 maggio 2021 -
intende procedere all'alienazione - mediante asta pubblica - di una
abitazione (villetta a schiera) ubicata nel Comune di Gignese (VB),
in via Barè 23. L'importo a base d'asta è fissato in € 195.000,00
oltre agli oneri annessi e connessi al trasferimento del diritto di
proprietà e di pubblicità del procedimento di vendita. L'abitazione
è messa in vendita unitamente agli arredi ivi ubicati come da
lascito testamentario stimati in € 200,00 che l'acquirente dovrà
versare cumulativamente al prezzo offerto per l'abitazione.
Il termine di scadenza delle offerte è fissato per le ore 12.00
del giorno 29.10.2021. L'asta avrà luogo in Monza, il giorno
29.10.2021, alle ore 15.00, presso la sede della S.C. Gestione
Tecnico Patrimoniale dell'ASST di Monza - ubicata al quarto piano
della Palazzina Villa Serena - adiacente al P.O. di Monza,Via
Pergolesi 33. Il Bando integrale e i relativi allegati sono
acquisibile dal profilo informatico dell'ASST Monza
www.asst-monza.it. Le informazioni riguardo all'immobile in vendita,
ivi compresi i sopralluoghi, potranno essere richieste tramite via
mail: [email protected] o tramite il cell. 3666807514 del
responsabile del procedimento. Le funzioni di responsabile del
procedimento per l'espletamento dell'asta pubblica sono assunte dal
dott. Antonio Borreca in qualità dirigente amministrativo dell'ASST
di Monza.
Il R.U.P.
Antonio Borreca
TX21BIA21128 |