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Contratti
2009
AVVISI E BANDI DI GARA
AUTORITÀ INDIPENDENTI, ENTI PUBBLICI NAZIONALI E ALTRI ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 124 del 21-10-2009
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-10-21&atto.codiceRedazionale=TC-09BFG17286
AUTORITA' PORTUALE DI VENEZIA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.124 del 21-10-2009)
Bando di gara d'appalto Parte di provvedimento in formato grafico TC-09BFG17286
Contratti
2022
AVVISI E BANDI DI GARA
ENTI DEL SETTORE SANITARIO
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 32 del 16-3-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-03-16&atto.codiceRedazionale=TX22BFK5408
ASL 1 AVEZZANO SULMONA L'AQUILA U.O.C. Acquisizione Beni e Servizi
Sede: via On. G. Saragat snc - 67100 L'Aquila (AQ), Italia Punti di contatto: U.O.C. Acquisizione Beni e Servizi - Tel. 0862368872 - Mail: [email protected] Codice Fiscale: 01792410662 Partita IVA: 01792410662
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.32 del 16-3-2022)
Bando di gara d'appalto SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: ASL1 Avezzano Sulmona L'Aquila - U.O.C. Acquisizione Beni e Servizi - Via Saragat s.n.c. 67100 L'Aquila - Tel. 0862/368876 - Fax. 0862/368942 indirizzo PEC: [email protected]; I.3) Comunicazione: i documenti di gara sono disponibili sul portale del Mercato Elettronico per le Pubbliche Amministrazioni (MePA) - all'indirizzo https://www.acquistinretepa.it/opencms/opencms/vetrina_bandi_priv.h tml?filter =AB - Numero Iniziativa: 2892642 - Tipo di amministrazione: ASL; Sezione II.1.1) Procedura aperta, ai sensi dell'art. 60 del D.Lgs. 50/2016 ss.mm.ii, per la fornitura di sistemi in service per chirurgia urologica, suddivisa in 3 lotti per un periodo di tre anni, rinnovabile per ulteriori due. II.1.2) CPV 33190000-0 II.1.3) Tipo di appalto: fornitura II.1.6) Lotti: 1) € 780.000,00 - 2) € 111.000,00 - 3) € 256.500,00 - II.2.3) Luogo di esecuzione: codice NUTS ITF11 II.2.5) Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa - II.2.6) Valore stimato: € 2.333.250,00 iva esclusa Il.2.10) Varianti: rinnovo biennale, estensione nei limiti del quinto d'obbligo, proroga tecnica di sei mesi. Sezione III.1) Condizioni di partecipazione: indicate nel disciplinare di gara III.1.2) - III.1.3) Capacità economica e finanziaria/professionale e tecnica: indicati nel disciplinare di gara III.2.2) Condizioni di esecuzione: indicate nei documenti di gara III.2.3) Personale responsabile dell'esecuzione: indicate nei documenti di gara. Sezione IV.1.1) Tipo di procedura: aperta IV.2.1) Pubblicazione precedente relativa alla stessa procedura: no IV.2.2) Termine per il ricevimento delle offerte: 27/04/2022 ore 12:00 IV.2.4) Lingue utilizzabili per la presentazione delle offerte: italiano IV.2.6) Periodo minimo durante il quale l'offerente è vincolato alla propria offerta: giorni 180 IV.2.7) Modalità di apertura delle offerte: ore 09:30 del giorno 28/04/2022 - luogo: https://www.acquistinretepa.it/opencms/opencms/vetrina_bandi_priv.htm l?filter=AB Sezione VI. Altre Informazioni 1) Rinnovabilita': si VI.2) Flussi di lavoro elettronici: ordine e fatturazione elettronica - Codice Univoco Ufficio: UFHPVE VI.3) Inf. compl.: tutte le informazioni sono indicate nel disciplinare di gara pubblicato sul MePA https://www.acquistinretepa.it/opencms/opencms/vetrina_bandi_priv.htm l?filter=AB - RUP: Dott. Massimo Pezzopane - n. gara: 2892642 VI.4.1) Organismo responsabile procedure di ricorso: TAR Abruzzo Sez. di L'Aquila VI.4.3) Procedure di ricorsi: 30 gg VI.5) Data di spedizione del presente avviso alla GUUE: 2022/S 050-127383 Il direttore generale prof. Ferdinando Romano TX22BFK5408
Parte Seconda
2010
Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione
Ammortamenti
Parte Seconda n. 87 del 24-7-2010
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-07-24&atto.codiceRedazionale=T10ABC8408
TRIBUNALE DI FIRENZE
(GU Parte Seconda n.87 del 24-7-2010)
AMMORTAMENTO DI ASSEGNO POSTALE Il Presidente del Tribunale di Firenze, con decreto in data 3.6.2010 ha pronunciato l'ammortamento dell'assegno postale n. 5543580657, emesso dall'istituto di credito Poste Italiane s.p.a., Filiale Badia a Settimo (FI) per l'importo di euro 1.250,00, a favore del signor Dolfi Fulvio ed a firma di Cianti Francesco. Opposizione nei termini di legge. Avv. Elena Brunori T10ABC8408
Corte Costituzionale
2002
SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE
1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 30 del 31-7-2002
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2002-07-31&atto.codiceRedazionale=002C0768
N. 382 ORDINANZA 10 - 23 luglio 2002
Giudizio di legittimita' costituzionale in via principale. Regione Trentino-Alto Adige - Ordinamento degli uffici regionali e norme sul personale regionale e di enti locali - Ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri, per mancato adeguamento alla legislazione statale di principio in materia di pubblico impiego - Sopravvenuta rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte - Estinzione del processo. - Leggi Regione Trentino-Alto Adige 9 novembre 1983, n. 15; 11 giugno 1987, n. 5; 21 febbraio 1991, n. 5; 5 marzo 1993, n. 4; 6 dicembre 1993, n. 22. - D.Lgs. 16 marzo 1992, n. 266, art. 2; statuto Regione Trentino-Alto Adige, artt. 4 e 8, numero 1); legge 23 ottobre 1992, n. 421; norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale, art. 25. (002C0768) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.30 del 31-7-2002)
LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente: Cesare RUPERTO; Giudici: Gustavo ZAGREBELSKY, Valerio ONIDA, Carlo MEZZANOTTE, Fernanda CONTRI, Guido NEPPI MODONA, Piero Alberto CAPOTOSTI, Franco BILE, Francesco AMIRANTE, Ugo DE SIERVO, Romano VACCARELLA; ha pronunciato la seguente Ordinanza nel giudizio di legittimità costituzionale delle leggi regionali del Trentino-Alto Adige 9 novembre 1983, n. 15 (Ordinamento degli uffici regionali e norme sullo stato giuridico e trattamento economico del personale); 11 gennaio [recte: giugno] 1987, n. 5 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 9 novembre 1983, n. 15, "Ordinamento degli uffici regionali, e norme sullo stato giuridico e sul trattamento economico del personale"); 21 febbraio 1991, n. 5 (Norme per potenziare il servizio di traduzioni nell'amministrazione regionale, norme urgenti in materia di personale nonchè norme sul personale delle Camere di commercio, industria artigianato e agricoltura di Trento e di Bolzano e norme per l'uso della lingua ladina per i dipendenti dei comuni ladini della Provincia di Bolzano); 5 marzo 1993, n. 4 (Nuove norme sullo stato giuridico ed il trattamento economico dei dipendenti dei comuni e dei segretari comunali), e 6 dicembre 1993, n. 22 (Adeguamento normativo della dirigenza e disposizioni urgenti in materia di personale), per mancato adeguamento, a norma dell'art. 2 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti il rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali, nonchè la potestà statale di indirizzo e coordinamento), alle disposizioni di riforma del pubblico impiego di cui alla legge 23 ottobre 1992, n. 421 (Delega al Governo per la razionalizzazione e la revisione delle discipline in materia di sanità, di pubblico impiego, di previdenza e di finanza territoriale), e ai decreti legislativi 10 novembre 1993, n. 470 (Disposizioni correttive deldecreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, recante razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego), e 23 dicembre 1993, n. 546 (Ulteriori modifiche al decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, sul pubblico impiego), promosso con ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri, notificato il 18 agosto 1994, depositato in cancelleria il 26 successivo e iscritto al n. 57 del registro ricorsi 1994. Visto l'atto di costituzione della Regione Trentino-Alto Adige; Udito nella camera di consiglio del 5 giugno 2002 il Giudice relatore Gustavo Zagrebelsky. Ritenuto che il Presidente del Consiglio dei ministri, con ricorso notificato il 18 agosto 1994 e depositato il successivo 26 agosto, ha sollevato, a norma dell'art. 2 del decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 266 (Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti il rapporto tra atti legislativi statali e leggi regionali e provinciali, nonchè la potestà statale di indirizzo e coordinamento), e in relazione agli artt. 4 e 8, numero 1), del d.P.R. 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige), questione di legittimità costituzionale di numerose norme contenute nella legislazione regionale del Trentino-Alto Adige, perchè non adeguate ai nuovi principi in materia di pubblico impiego dettati dalla legislazione statale, in particolare dall'art. 2 della legge 23 ottobre 1992, n. 421 (Delega al Governo per la razionalizzazione e la revisione delle discipline in materia di sanità, di pubblico impiego, di previdenza e di finanza territoriale), e dalle "relative norme di attuazione"; che il ricorrente ricorda di avere proposto un precedente ricorso per "mancato adeguamento" - in riferimento alle medesime norme oggi in discussione e in relazione ai principi della legislazione statale contenuti sia nel citato art. 2 della legge n. 421 del 1992 sia nel decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 (Razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego) dichiarato peraltro inammissibile dalla Corte costituzionale (sentenza n. 256 del 1994) per genericità della delibera di impugnazione del Consiglio dei ministri, che non specificava nè le disposizioni delle leggi regionali il cui mancato adeguamento veniva censurato, nè i principi della legislazione statale cui quelle stesse disposizioni avrebbero dovuto essere adeguate; che, afferma il ricorrente, ciò non ha peraltro effetto sulla proposizione del ricorso attuale, poichè nel frattempo sono intervenuti decreti legislativi correttivi del decreto n. 29 del 1993 - il decreto legislativo 10 dicembre 1993, n. 470 (Disposizioni correttive del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, recante razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego), e il decreto legislativo 23 dicembre 1993, n. 546 (Ulteriori modifiche al decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, sul pubblico impiego) - , emanati in attuazione dei criteri indicati nell'art. 2 della legge n. 421 del 1992 per la razionalizzazione e riorganizzazione del pubblico impiego, i quali partecipano della stessa natura del decreto oggetto di correzione e dunque si qualificano anch'essi come norme fondamentali di riforma economico-sociale, rilevanti agli effetti dell'obbligo di adeguamento della legislazione del Trentino-Alto Adige entro il termine prescritto, a norma dell'art. 2 del decreto legislativo n. 266 del 1992; che, in particolare, il Governo ricorrente formula numerose censure relativamente alle seguenti leggi regionali del Trentino-Alto Adige: 9 novembre 1983, n. 15 (Ordinamento degli uffici regionali e norme sullo stato giuridico e trattamento economico del personale); 11 giugno 1987, n. 5 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 9 novembre 1983, n. 15, "Ordinamento degli uffici regionali e norme sullo stato giuridico e sul trattamento economico del personale"); 21 febbraio 1991, n. 5 (Norme per potenziare il servizio di traduzioni nell'amministrazione regionale, norme urgenti in materia di personale nonchè norme sul personale delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Trento e di Bolzano e norme per l'uso della lingua ladina per i dipendenti dei comuni ladini della Provincia di Bolzano); 5 marzo 1993, n. 4 (Nuove norme sullo stato giuridico ed il trattamento economico dei dipendenti dei comuni e dei segretari comunali), e 6 dicembre 1993, n. 22 (Adeguamento normativo della dirigenza e disposizioni urgenti in materia di personale), con argomentazioni e rilievi sia di ordine generale - perchè le leggi regionali sopra indicate, eccetto l'ultima, sarebbero "globalmente" in contrasto con i principi della normativa statale, la quale stabilisce che il rapporto di lavoro dei dipendenti della Regione e dei relativi enti strumentali avrebbe dovuto essere disciplinato in base alle norme del diritto civile e della disciplina privatistica sul rapporto di lavoro subordinato, anche in relazione ai rapporti tra le fonti che regolano questa materia (contratti collettivi e leggi a essi sopravvenute) - sia di ordine particolare, su disposizioni delle citate leggi puntualmente indicate di volta in volta nel ricorso, in tema di impegni e di limiti di spesa, di assistenza della parte pubblica in sede di negoziazione collettiva, di delegazioni sindacali, di composizione delle commissioni giudicatrici di concorsi, di poteri dei dirigenti e relativi ruoli, nonchè di specifici aspetti di svolgimento dei rapporti di lavoro e sindacali, di reclutamento dei dipendenti e di profili organizzativi; che nel giudizio così promosso è intervenuta la Regione Trentino-Alto Adige, (a) deducendo che il legislatore regionale non sarebbe vincolato dalle disposizioni del decreto legislativo n. 29 del 1993 nè da quelle correttive dello stesso, ma solo dai principi posti dalla legge di delegazione n. 421 del 1992, onde il ricorso del Governo, in quanto rivolto a far valere i vincoli derivanti dalla legge n. 421, sarebbe inammissibile perchè proposto tardivamente e, in quanto riferito ai decreti legislativi n. 470 e n. 546 del 1993, sarebbe infondato perchè riferito a norme non aventi carattere di parametro del giudizio, e (b) svolgendo numerose puntuali osservazioni sul merito di ciascuna censura dedotta dal ricorrente, per concludere nel senso dell'infondatezza del ricorso statale; che, dopo numerosi rinvii a nuovo ruolo del giudizio in questione, disposti su istanza della Regione resistente, quest'ultima ha depositato, in data 9 marzo 1999, una memoria, per dedurre che con una legge regionale emanata in pendenza del giudizio (23 ottobre 1998, n. 10) la normativa concernente il personale degli enti locali nella Regione sarebbe stata adeguata ai principi posti dalla legge-delega n. 421 del 1992, con la previsione di norme in larga parte corrispondenti a quelle dei decreti legislativi attuativi invocate dal Governo, concludendo pertanto, sotto questo profilo, per una dichiarazione di parziale cessazione della materia del contendere, in particolare in relazione all'impugnazione della legge regionale n. 4 del 1993; che successivamente, con atto depositato il 9 aprile 2002, l'Avvocatura generale dello Stato - rilevando che con la modifica del titolo V della parte seconda della Costituzione disposta dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione), è profondamente mutato il rapporto tra potestà legislativa regionale e vincoli della legislazione statale, in particolare nel senso che l'interesse nazionale non costituisce più un limite generale all'esercizio delle competenze legislative regionali, e che per questo il ricorso per "mancato adeguamento" della legislazione della Regione Trentino-Alto Adige ha perso interesse - ha dichiarato, per il Presidente del Consiglio dei ministri, di rinunciare al ricorso stesso; che la Regione Trentino-Alto Adige ha a sua volta depositato in data 31 maggio 2002, su conforme delibera della Giunta regionale del 17 aprile 2002, atto di accettazione della rinuncia. Considerato che, a norma dell'art. 25 delle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale, la rinuncia al ricorso, seguita dalla relativa accettazione della controparte, produce l'effetto di estinguere il processo. Per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE Dichiara estinto il processo. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 10 luglio 2002. Il Presidente: Ruperto Il redattore: Zagrebelsky Il cancelliere: Fruscella Depositata in Cancelleria il 23 luglio 2002. Il cancelliere: Fruscella 02C0768
Parte Seconda
2008
Altri annunzi
Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici
Parte Seconda n. 67 del 7-6-2008
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2008-06-07&atto.codiceRedazionale=IG-08166
L. Molteni & C. dei F.lli Alitti Societa' di Esercizio S.p.A.
Strada Statale 67 Localita' Granatieri Scandicci (FI)
(GU Parte Seconda n.67 del 7-6-2008)
MODIFICA SECONDARIA DI UN'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO DI SPECIALITÀ MEDICINALE PER USO UMANO. Comunicazione Agenzia Italiana del Farmaco del 22/05/2008. CODICE PRATICA: N1B/08/609. TITOLARE: L. Molteni & C. dei F.lli Alitti Società di Esercizio SpA - Strada Statale 67 Fraz. Granatieri Scandicci (FI) SPECIALITÀ MEDICINALE: MORFINA CLORIDRATO CONFEZIONI E NUMERI DI A.I.C.: 10 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale 1 ml AIC N. 029611023 20 mg/ml soluzione iniettabile 5 fiale 1 ml AIC N. 029611035 10 mg/ml soluzione iniettabile 1 fiala 1 ml AIC N. 029611047 20 mg/ml soluzione iniettabile 1 fiala 1 ml AIC N. 029611050 100 mg/10 ml soluzione iniettabile 1 fiala 10 ml AIC N. 029611062 (sospesa) 100 mg/10 ml soluzione iniettabile 5 fiale 10 ml AIC N. 029611074 (sospesa) 200 mg/10 ml soluzione iniettabile 1 fiala 10 ml AIC N. 029611086 (sospesa) 200 mg/10 ml soluzione iniettabile 5 fiale 10 ml AIC N. 029611098 (sospesa) 100 mg/5 ml soluzione iniettabile 5 fiale 5 ml AIC N. 029611100 (sospesa) 100 mg/5 ml soluzione iniettabile 1 fiala 5 ml AIC N. 029611112 (sospesa) 50 mg/5 ml soluzione iniettabile 1 fiala 5 ml AIC N. 029611124 50 mg/5 ml soluzione iniettabile 5 fiale 5 ml AIC N. 029611136 (sospesa) MODIFICA APPORTATA AI SENSI DEL REGOLAMENTO (CE) N. 1084/2003: 38.c - Altre modifiche di una procedura di prova del prodotto finito, inclusa la sostituzione o l'aggiunta di una procedura di prova (sostituzione) I lotti già prodotti sono mantenuti in commercio fino alla data di scadenza indicata in etichetta ai sensi dell'art. 14 del D.L.vo 178/91 e successive modificazioni ed integrazioni. DECORRENZA DELLA MODIFICA: dal giorno successivo alla data della sua pubblicazione in G.U. Il Consigliere Delegato: Dr. Federico Seghi Recli IG-08166 (A pagamento).
Serie Generale
2019
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
Serie Generale n. 107 del 9-5-2019
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-05-09&atto.codiceRedazionale=19A02943&elenco30giorni=false
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
COMUNICATO
Modifica dell'autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale per uso umano «Kyleena» (19A02943) (GU Serie Generale n.107 del 09-05-2019)
Estratto determina AAM/PPA n. 320 del 15 aprile 2019 Autorizzazione delle variazioni: variazioni di tipo II: C.I.4) una o più modifiche del riassunto delle caratteristiche del prodotto, dell'etichettatura o del foglio illustrativo in seguito a nuovi dati sulla qualità, preclinici, clinici o di farmacovigilanza, relativamente al medicinale KYLEENA. Numeri di procedura: n. SE/H/1587/001/II/002; n. SE/H/1587/001/II/007. È autorizzato l'aggiornamento del riassunto delle caratteristiche del prodotto alle sezioni 4.2, 4.4, 4.5, 4.8 e 5.2, e corrispondenti paragrafi del foglio illustrativo e delle etichette, relativamente al medicinale «Kyleena», nelle forme e confezioni autorizzate all'immissione in commercio in Italia a seguito di procedura di mutuo riconoscimento. Gli stampati corretti ed approvati sono allegati alla determina, di cui al presente estratto. Titolare A.I.C.: Bayer S.p.a., con sede legale e domicilio fiscale in Milano (MI), viale Certosa, 130, cap 20156, Italia, codice fiscale 05849130157. Stampati 1. Il titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio deve apportare le modifiche autorizzate, dalla data di entrata in vigore della presente determina al riassunto delle caratteristiche del prodotto; entro e non oltre i sei mesi dalla medesima data al foglio illustrativo e all'etichettatura. 2. In ottemperanza all'art. 80, commi 1 e 3, del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 e successive modificazioni ed integrazioni, le etichette devono essere redatte in lingua italiana e, limitatamente ai medicinali in commercio nella Provincia di Bolzano, anche in lingua tedesca. Il titolare dell'A.I.C. che intende avvalersi dell'uso complementare di lingue estere, deve darne preventiva comunicazione all'AIFA e tenere a disposizione la traduzione giurata dei testi in lingua tedesca e/o in altra lingua estera. In caso di inosservanza delle disposizioni sull'etichettatura si applicano le sanzioni di cui all'art. 82 del suddetto decreto legislativo. Smaltimento scorte Sia i lotti già prodotti alla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente determina che i lotti prodotti nel periodo di cui all'art. 2, comma 1, della presente determina, che non riportino le modifiche autorizzate, possono essere mantenuti in commercio fino alla data di scadenza del medicinale indicata in etichetta. A decorrere dal termine di trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana della presente determina, i farmacisti sono tenuti a consegnare il foglio illustrativo aggiornato agli utenti, che scelgono la modalità di ritiro in formato cartaceo o analogico o mediante l'utilizzo di metodi digitali alternativi. Il titolare A.I.C. rende accessibile al farmacista il foglio illustrativo aggiornato entro il medesimo termine. Decorrenza di efficacia della determina: dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione, per estratto, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Corte Costituzionale
2008
SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE
1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 27 del 25-6-2008
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2008-06-25&atto.codiceRedazionale=008C0492
N. 215 SENTENZA 9 - 18 giugno 2008
Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Sicurezza pubblica - Reati nella produzione, importazione, distribuzione e installazione di apparecchi da gioco - Intervenuta depenalizzazione ad opera della legge n. 266 del 2005 - Inapplicabilita' alle violazioni commesse anteriormente all'entrata in vigore della novella - Denunciata irragionevole deroga al principio di retroattivita' della legge penale piu' favorevole ed ingiustificata disparita' di trattamento tra soggetti responsabili di identici illeciti - Omessa descrizione della fattispecie oggetto del giudizio a quo - Manifesta inammissibilita' della questione. - Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 547. - Costituzione, artt. 3 e 25. Sicurezza pubblica - Reati nella produzione, importazione, distribuzione e installazione di apparecchi da gioco - Intervenuta depenalizzazione ad opera della legge n. 266 del 2005 - Inapplicabilita' alle violazioni commesse anteriormente all'entrata in vigore della novella - Denunciata irragionevole deroga al principio di retroattivita' della legge penale piu' favorevole ed ingiustificata disparita' di trattamento tra soggetti responsabili di identici illeciti - Incompleta ricostruzione del quadro normativo di riferimento - Manifesta inammissibilita' della questione. - Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 547. - Costituzione, art. 3. Sicurezza pubblica - Reati nella produzione, importazione, distribuzione e installazione di apparecchi da gioco - Intervenuta depenalizzazione ad opera della legge n. 266 del 2005 - Inapplicabilita' alle violazioni commesse anteriormente all'entrata in vigore della novella - Eccezione di inammissibilita' - Reiezione. - Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 547. Sicurezza pubblica - Reati nella produzione, importazione, distribuzione e installazione di apparecchi da gioco - Intervenuta depenalizzazione ad opera della legge n. 266 del 2005 - Inapplicabilita' alle violazioni commesse anteriormente all'entrata in vigore della novella - Irragionevole deroga al principio di retroattivita' della legge penale piu' favorevole - Illegittimita' costituzionale in parte qua. - Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 547. - Costituzione, art. 3. (008C0492) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.27 del 25-6-2008)
LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente: Franco BILE; Giudici: Giovanni Maria FLICK, Francesco AMIRANTE, Ugo DE SIERVO, Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA, Franco GALLO, Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Maria Rita SAULLE, Giuseppe TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO; ha pronunciato la seguente Sentenza nei giudizi di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - leggefinanziaria 2006), promossi con ordinanza del 14 giugno 2007 dal Tribunale di Pinerolo, con ordinanza dell'11 ottobre 2007 dal Tribunale di Varese e con ordinanza del 19 giugno 2007 dal Tribunale di Pescara, rispettivamente iscritte ai nn. 805, 847 e 852 del registro ordinanze 2007 e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 49, 1ª serie speciale, dell'anno 2007 e n. 5, 1ª serie speciale, dell'anno 2008. Visti gli atti di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri; Udito nella Camera di consiglio del 7 maggio 2008 il giudice relatore Giuseppe Tesauro. Ritenuto in fatto 1. - Con ordinanza del 14 giugno 2007, il Tribunale di Pinerolo ha sollevato, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2006), il quale prevede che per le violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), e successive modificazioni, commesse in data antecedente all'entrata in vigore della citata legge, si applicano le disposizioni vigenti al tempo delle violazioni stesse. 1.1. - Il rimettente è investito di un procedimento nel quale più persone sono imputate del reato di cui all'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, per aver installato e consentito l'uso, in luogo aperto al pubblico, di apparecchi idonei al gioco d'azzardo «o comunque [...] non rispondenti alle caratteristiche e prescrizioni indicate nei commi 6 e 7 di cui all'art. 110 TULPS», in epoca anteriore all'entrata in vigore della legge n. 266 del 2005. Il giudice a quo si duole che, per effetto della disposizione censurata, la rilevanza penale di tali condotte permanga, nonostante l'art. 1, comma 543, della medesima legge abbia depenalizzato le fattispecie già configurate come reato dall'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931. A suo avviso, l'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005, impedendo «di fare applicazione retroattiva della nuova disciplina contenente l'abolitio criminis», viola l'art. 3 della Costituzione, poichè, in assenza di una sufficiente ragione giustificativa, introduce una deroga al principio di non ultrattività della legge penale, sancito dall'art. 2, secondo comma, del codice penale, il quale garantisce l'eguale trattamento dei cittadini nell'applicazione della legge penale. Secondo la giurisprudenza costituzionale, infatti, il canone della retroattività in mitius rinviene il suo fondamento costituzionale nel principio di uguaglianza, il quale impone, in linea di massima, di equiparare il trattamento sanzionatorio dei medesimi fatti, a prescindere dalla data della loro commissione. Di conseguenza, il principio di retroattività della lex mitior, diversamente dal principio di irretroattività della norma penale sfavorevole, «deve ritenersi suscettibile di deroghe legittime sul piano costituzionale», ma solo ove sorrette da giustificazioni oggettivamente ragionevoli (vengono richiamate le sentenze n. 394 del 2006, n. 80 del 1995, n. 6 del 1978, n. 164 del 1974, nonchè l'ordinanza n. 330 del 1995). Il giudice a quo osserva che la più recente legislazione ha rafforzato il principio di retroattività della legge penale favorevole, estendendolo anche al settore delle violazioni penali finanziarie, nel quale - in forza dell'art. 20 della legge 7 gennaio 1929, n. 4 (Norme generali per la repressione delle violazioni delle leggi finanziarie), abrogato dall'art. 24, comma 1, del d. lgs. 30 dicembre 1999, n. 507 - esso non operava. Peraltro, le contravvenzioni punite dal previgente art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931 non erano riconducibili alla nozione di reato finanziario. Sulla rilevanza della questione così prospettata non incide, a parere del rimettente, la circostanza che il citato art. 110, comma 9, sia stato nuovamente sostituito dall'art. 1, comma 86, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007), visto che, comunque, in forza dell'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005, le norme penali abrogate seguitano ad operare per i fatti pregressi. 1.2. - È intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, chiedendo di dichiarare la questione inammissibile, poichè, rispetto alle fattispecie oggetto del giudizio principale, l'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005 «non dovrebbe trovare applicazione». Infatti, prosegue la difesa erariale, l'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, nella nuova formulazione, non punisce più gli illeciti concernenti l'installazione e l'uso degli apparecchi e congegni da gioco d'azzardo, ma stabilisce il trattamento sanzionatorio per i soli «apparecchi e congegni da intrattenimento di cui ai commi 6 e 7» (art. 1, comma 86, della legge n. 296 del 2006). La denunciata norma, pertanto, nel riferirsi alle violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, nulla avrebbe disposto per le condotte riguardanti gli apparecchi per il gioco d'azzardo, in contestazione nel giudizio a quo. 2. - Anche il Tribunale di Varese, con ordinanza emessa l'11 ottobre 2007 nell'ambito di un procedimento penale concernente i reati previsti dall'art. 110 del r.d. n. 773 del 1931 e dall'art. 718 cod. pen., ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005. 2.1. - Il rimettente deduce che tale norma - nella parte in cui prevede che per le violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931 poste in essere in data anteriore al 1° gennaio 2006 continuino ad operare le sanzioni vigenti al momento del fatto, consentendo negli altri casi l'applicazione delle nuove sanzioni amministrative - determina una disparità di trattamento tra soggetti responsabili di identici illeciti «sul solo presupposto della data del commesso reato», in contrasto non solo con l'art. 3, ma anche con l'art. 25 della Costituzione. Il giudice a quo, richiamando la giurisprudenza della Corte costituzionale, ammette che il principio dell'applicazione retroattiva delle disposizioni più favorevoli al reo possa subire limitazioni da parte del legislatore ordinario, ma, riguardo alla deroga recata dall'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005, nega l'esistenza di ogni ragionevole giustificazione (viene citata la sentenza n. 74 del 1980). 2.2. - È intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, chiedendo di dichiarare la questione inammissibile, per insufficiente descrizione della fattispecie oggetto del giudizio principale. 3. - Analoga questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005 è stata prospettata dal Tribunale di Pescara, con ordinanza del 19 giugno 2007, in riferimento all'art. 3 della Costituzione. 3.1. - In punto di rilevanza, espone il giudice a quo che, in forza della norma censurata, gli imputati nel giudizio principale dovrebbero subire l'applicazione della sanzione penale, nonostante il fatto loro contestato non sia più previsto come reato, avendo l'art. 1, comma 543, della legge n. 266 del 2005 depenalizzato la condotta di chi distribuisce, installa o consente l'uso in luogo aperto al pubblico di apparecchi non rispondenti alle caratteristiche descritte ai commi 6 e 7 dell'art. 110 del r.d. n. 773 del 1931. Anche il Tribunale di Pescara esclude che la deroga al principio di non ultrattività della legge penale, prevista dall'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005, sia assistita da una razionale giustificazione (è richiamata la sentenza n. 74 del 1980), ravvisando al fondo delle scelte operate dal legislatore «solo una diversa valutazione nel tempo del disvalore sociale e penale del fatto». 3.2. - È intervenuto il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, chiedendo di dichiarare la questione inammissibile, per non aver il rimettente considerato che l'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931 è stato sostituito dall'art. 1, comma 86, della legge n. 296 del 2006. Considerato in diritto 1. - Il Tribunale di Pinerolo, il Tribunale di Varese ed il Tribunale di Pescara, con le ordinanze in epigrafe, sottopongono al sindacato di questa Corte la disciplina di diritto intertemporale contemplata dall'art. 1, comma 547, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - leggefinanziaria 2006), relativamente alla depenalizzazione, ad opera della medesima legge, del trattamento sanzionatorio delle violazioni in materia di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici per il gioco. In particolare, la norma denunciata stabilisce che per le violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), e successive modificazioni, commesse in data antecedente all'entrata in vigore della citata legge, si applicano le disposizioni vigenti al tempo delle violazioni stesse, e così introduce una deroga al principio di non ultrattività della legge penale di cui all'art. 2, secondo comma, del codice penale. Tale deroga, ad avviso dei giudici a quibus, si pone in contrasto con l'art. 3 della Costituzione, poichè crea disparità di trattamento tra coloro che, in momenti diversi, contravvengono alle prescrizioni dell'art. 110 del r.d. n. 773 del 1931, in mancanza di una sufficiente ragione giustificativa (sono richiamate le sentenze di questa Corte n. 394 del 2006, n. 80 del 1995, n. 6 del 1978, n. 164 del 1974, nonchè l'ordinanza n. 330 del 1995). Il solo Tribunale di Varese deduce altresì la violazione dell'art. 25 della Costituzione. 2. - I giudizi, avendo ad oggetto questioni analoghe, se non identiche, vanno riuniti per essere decisi con un'unica pronuncia. 3. - Le questioni di costituzionalità sollevate dal Tribunale di Varese e dal Tribunale di Pescara sono manifestamente inammissibili. Il Tribunale di Varese ha omesso di descrivere la fattispecie concreta oggetto del giudizio principale, essendosi limitato a riferire che all'imputato è contestata, tra l'altro, la violazione dell'art. 110 del r.d. n. 773 del 1931, senza neppure fornire indicazioni in ordine alla data del commesso reato (ordinanza n. 55 del 2008). Il Tribunale di Pescara, nel formulare il giudizio sulla rilevanza, non ha compiutamente ricostruito il quadro normativo di riferimento, avendo trascurato di argomentare, sia pure per escluderne l'incidenza, in merito alla nuova sostituzione dell'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931 ad opera dell'art. 1, comma 86, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007) (ordinanza n. 55 del 2008). 4. - Non può essere invece accolta l'eccezione d'inammissibilità dell'Avvocatura dello Stato nel giudizio di costituzionalità promosso dal Tribunale di Pinerolo, secondo cui il procedimento a quo avrebbe ad oggetto violazioni riguardanti apparecchi per il gioco d'azzardo, quali definiti dall'art. 110, comma 5, del r.d. n. 773 del 1931, e, rispetto a tali illeciti, l'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005 non troverebbe applicazione, vertendo le nuove previsioni dell'art. 110, comma 9, unicamente «In materia di apparecchi e congegni da intrattenimento di cui ai commi 6 e 7» (inciso inserito dall'art. 1, comma 86, della legge n. 296 del 2006). Invero, risulta dall'ordinanza di rimessione che le condotte contestate nel procedimento principale concernono pure apparecchi «comunque» non rispondenti alle caratteristiche e prescrizioni di cui all'art. 110, commi 6 e 7, del r.d. n. 773 del 1931. D'altra parte, l'art. 1, comma 547, sancendo l'ultrattività delle disposizioni in precedenza contenute nell'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, si applica anche alle violazioni concernenti apparecchi e congegni per il gioco d'azzardo commesse al tempo in cui esse erano sanzionate dalla detta norma (tra le molte, Cass., 2 maggio 2007, n. 16599 e 17 aprile 2007, n. 15297). 5. - Nel merito, la questione sollevata dal Tribunale di Pinerolo è fondata. 6. - La legge n. 266 del 2005, sostituendo l'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, per un verso, ha trasformato in illecito amministrativo le fattispecie contravvenzionali finalizzate al contrasto del gioco con apparecchi e congegni non conformi alle caratteristiche ed alle prescrizioni del comma 6 (oggetto anch'esso di modifica) e del comma 7 dello stesso articolo; per altro verso, ha ricondotto alle sole norme previste in materia dal codice penale la sanzionabilità delle condotte inerenti al gioco d'azzardo, condotte rispetto alle quali, in precedenza, era configurabile il concorso formale di reati. La riferita successione normativa avrebbe fatto venir meno il rilievo penale delle violazioni dell'art. 110, comma 9, anteriormente commesse, se per esse l'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005 non avesse disposto che debba continuare ad applicarsi la legge vigente al momento del fatto. 7. - La verifica della legittimità costituzionale del citato art. 1, comma 547, va condotta con riferimento alla parte in cui tale disposizione deroga al principio generale stabilito dall'art. 2, secondo comma, del codice penale, in base al quale nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce reato. Secondo la giurisprudenza di questa Corte la regola della retroattività della lex mitior, pur avendo rango diverso dal principio d'irretroattività della norma incriminatrice, di cui all'art. 25, secondo comma, della Costituzione, non è priva di un fondamento costituzionale. Per il principio di uguaglianza, infatti, la modifica mitigatrice della legge penale e, ancor di più, l'abolitio criminis, disposte dal legislatore in dipendenza di una mutata valutazione del disvalore del fatto tipico, devono riverberarsi anche a vantaggio di coloro che hanno posto in essere la condotta in un momento anteriore, salvo che, in senso opposto, ricorra una sufficiente ragione giustificativa (sentenze n. 394 e n. 393 del 2006, n. 80 del 1995, n. 74 del 1980, n. 6 del 1978 e n. 164 del 1974). Il principio della retroattività della legge penale favorevole, dunque, è suscettibile di limitazioni e deroghe, ma - in ragione della peculiare rilevanza dell'interesse da esso tutelato, dimostrata dal grado di protezione accordatogli dal diritto interno, come pure dalla sua appartenenza alle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri dell'Unione europea (Corte di giustizia, sentenza 3 maggio 2005, cause riunite C-387/02, C-391/02 e C-403/02) e al diritto internazionale (art. 15, primo comma, del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici adottato a New York il 16 dicembre 1966, ratificato e reso esecutivo con legge 25 ottobre 1977, n. 881) - tali limitazioni e deroghe devono giustificarsi in relazione alla necessità di preservare interessi contrapposti di analogo rilievo (sentenze n. 72 del 2008, n. 394 e n. 393 del 2006). Alla stregua di siffatti criteri di giudizio, occorre valutare se la disciplina transitoria contenuta nella norma censurata soddisfi esigenze tali da prevalere su un principio del tipo indicato. 8. - L'indiscriminata deroga recata dall'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005 non è correlata ad interessi di rilievo costituzionale analogo all'interesse che il singolo vanterebbe a non vedersi esposto alle conseguenze penali di condotte oramai punite come mero illecito amministrativo o di condotte non più punite anche ai sensi dell'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, bensì unicamente secondo le previsioni del codice penale in materia di giochi d'azzardo. Essa, invero, contraddice gli obiettivi della depenalizzazione, rappresentati, in base alla relazione al disegno di legge divenuto legge n. 266 del 2005, dalla necessità di assicurare maggiore celerità di definizione dei procedimenti e di demandare l'irrogazione delle sanzioni all'organo con maggiori competenze tecniche nel settore, l'Ufficio regionale dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. D'altra parte, l'irretroattività della abolitio criminis non trova adeguata giustificazione nei motivi genericamente addotti nella relazione sopra citata, per i quali essa intende «garantire chiarezza relativamente all'applicazione del nuovo apparato sanzionatorio», dal momento che, ove la disposizione transitoria fosse mancata, avrebbero comunque operato i principi generali di cui all'art. 2 cod. pen. A fondamento della norma censurata, pur contenuta in una legge finanziaria, neppure può ravvisarsi l'interesse primario dello Stato alla riscossione dei tributi (sentenze n. 80 del 1995, n. 6 del 1978, n. 164 del 1974), dato che le abolite contravvenzioni, lungi dal soddisfare un tale interesse, avevano obiettività giuridica afferente all'ordine pubblico (sentenza n. 237 del 2006). 9. - L'art. 1, comma 547, della legge n. 266 del 2005, pertanto, deve essere dichiarato costituzionalmente illegittimo, per contrasto con l'art. 3 della Costituzione, nella parte in cui consente di applicare, per le violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del r.d. n. 773 del 1931, e successive modificazioni, commesse in data antecedente all'entrata in vigore della legge n. 266 del 2005, le sanzioni penali previste al tempo delle violazioni stesse. Per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE Riuniti i giudizi, Dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2006), nella parte in cui stabilisce che, per le violazioni di cui all'art. 110, comma 9, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), e successive modificazioni, commesse in data antecedente all'entrata in vigore della citata legge, si applicano le sanzioni penali previste al tempo delle violazioni stesse; Dichiara manifestamente inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 547, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2006), sollevate dal Tribunale di Pescara, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, e dal Tribunale di Varese, in riferimento agli artt. 3 e 25 della Costituzione, con le ordinanze in epigrafe. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 9 giugno 2008. Il Presidente: Bile Il redattore: Tesauro Il cancelliere: Di Paola Depositata in cancelleria il 18 giugno 2008. Il direttore della cancelleria: Di Paola
Contratti
2015
AVVISI E BANDI DI GARA
COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 33 del 18-3-2015
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-03-18&atto.codiceRedazionale=T15BFF4120
COMUNE DI CARBONIA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.33 del 18-3-2015)
Avviso di gara - CIG 61677940A0 I) AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Comune di Carbonia in qualità di Ente capofila servizi distretto socio-sanitario di Carbonia, P.zza Roma 1 Carbonia, tel. 0781694.246, fax 0781/64039, http://www.comune.carbonia.ci.it, [email protected] II) OGGETTO: Servizi distrettuali rivolti ai minori, adolescenti, giovani del Distretto socio-sanitario di Carbonia. QUANTITATIVO TOTALE: E. 72.534,96 + IVA di legge. DURATA APPALTO: 12 mesi. III) Requisiti di ordine generale: art. 38 D. Lgs. 163/2006. Requisiti di capacità economica e finanziaria (art. 41 D. Lgs. 163/2006) e Requisiti di capacità tecnica e professionale (art. 42 D. Lgs 163/06): si rinvia integralmente a quanto previsto nel Disciplinare di gara. IV) Procedura aperta. Criteri aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa, art. 83 D. Lgs. 163/06. Termine ricevimento offerte: 20/04/2015, ore 12. Apertura offerte: 21/04/2015, ore 10. RUP: Dott.ssa Carla Zurru. Tutti gli atti di gara sono pubblicati sul sito del Comune, Sezione Bandi gara/Servizi. Il dirigente IV Servizio dott. Livio Sanna T15BFF4120
Parte Seconda
2012
Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione
Richieste e dichiarazioni di assenza e di morte presunta
Parte Seconda n. 137 del 22-11-2012
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-11-22&atto.codiceRedazionale=TC12ABR16774
TRIBUNALE CIVILE DI CROTONE Cancelleria volontaria giurisdizione
(GU Parte Seconda n.137 del 22-11-2012)
(1ª pubblicazione) Dichiarazione di morte presunta In data 4 ottobre 2012 è stato depositato presso il Tribunale Civile di Crotone, ricorso il cui procedimento è stato iscritto al n. 779/2012 R.G.V.G. con il quale i prossimi congiunti hanno chiesto al Tribunale la dichiarazione di morte presunta dello scomparso Miletta Rosario nato a Petilia Policastro il 25 settembre 1958 e scomparso da Pagliarelle di Petilia Policastro (KR) a far data dal mese di agosto 2002; Si invita chiunque abbia notizia di Miletta Rosario nato a Petilia Policastro il 25 settembre 1958 a farla pervenire al Tribunale di Crotone entro sei mesi dalla presente pubblicazione. Il richiedente avv. Stefano Vona TC12ABR16774
Concorsi
2010
UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
UNIVERSITA' DI PADOVA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 9 del 2-2-2010
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-02-02&atto.codiceRedazionale=0E000877
UNIVERSITA' DI PADOVA
CONCORSO (scad. 4 marzo 2010)
Avviso relativo alla indizione della valutazione comparativa a tre posti di ricercatore universitario (GU n.9 del 02-02-2010)
Con decreto rettorale n. 3191 del 29 dicembre 2009 è stata indetta la sottoindicata valutazione comparativa a tre posti di ricercatore universitario. Facoltà di medicina e chirurgia: un posto - s.s.d. MED/17 - Malattie infettive; un posto - s.s.d. MED/21 - Chirurgia toracica; un posto - s.s.d. MED/31 - Otorinolaringoiatria. Le domande dovranno essere inviate entro il termine perentorio di trenta giorni decorrenti dal giorno successivo alla data di pubblicazione dell'avviso del presente bando nella Gazzetta Ufficiale. Il decreto rettorale di indizione è disponibile nel sito: http://www.unipd.it/docenti/concorsi/index.htm alla voce «bandi».
Serie Generale
2006
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
Serie Generale n. 221 del 22-9-2006
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2006-09-22&atto.codiceRedazionale=06A08494&elenco30giorni=false
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
COMUNICATO
Modificazione dell'autorizzazione all'immissione in commercio della specialita' medicinale per uso umano «Citalopram IG Farmaceutici». (GU Serie Generale n.221 del 22-09-2006)
Estratto determinazione AIC/N/T n. 932 del 6 settembre 2006 La titolarità delle autorizzazioni all'immissione in commercio del sotto elencato medicinale fino ad ora registrato a nome della società I.G. Farmaceutici di Irianni Giuseppe (codice fiscale RNNGPP56A04D414M) con sede legale e domicilio fiscale in via S. Rocco, 6 - 85033 Episcopia (Potenza). Medicinale: CITALOPRAM IG FARMACEUTICI. Confezione: A.I.C. n. 036869016 «40 mg/ml gocce orali, soluzione» flacone 15 ml. È ora trasferita alla societa': EG S.p.a. (codice fiscale 12432150154) con sede legale e domicilio fiscale in via Scarlatti Domenico, 31 - 20124 Milano. Con variazione della denominazione del medicinale CITALOPRAM EUROGENERICI. I lotti del medicinale prodotti a nome del vecchio titolare possono essere dispensati al pubblico fino alla data di scadenza indicata in etichetta. La presente determinazione ha effetto dal giorno successivo a quello della data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Parte Seconda
2012
Altri annunzi
Consigli notarili
Parte Seconda n. 33 del 17-3-2012
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-03-17&atto.codiceRedazionale=TC12ADN3636
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Dipartimento per gli affari di Giustizia
(GU Parte Seconda n.33 del 17-3-2012)
Dispensa del notaio Maurizio Gianfelice Il direttore generale, Vista la domanda di dispensa, per rinuncia, del notaio Gianfelice Maurizio, nato a Roma il 15 dicembre 1938, con sede in Rieti. (distretti notarili riuniti di Viterbo e Rieti); Visti gli artt. 30, 31, 34 e 37 della Legge 16 febbraio 1913, n. 89; Visto l'art. 59 del R.D. 10 settembre 1914, n. 1326; Visti gli artt. 4 e 16 del D.L.vo 30 marzo 2001, n. 165; Decreta: Il notaio Gianfelice Maurizio, nato a Roma il 15 dicembre 1938, residente nel Comune di Rieti (distretti .notarili riuniti di Viterbo e Rieti), è dispensato, per rinuncia, dall'esercizio delle funzioni notarili. La cessazione del notaio dall'esercizio delle sue funzioni avrà effetto dal giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Roma, 2 gennaio 2012 Il direttore generale Maria Teresa Saragnano TC12ADN3636 (Gratuito)
Corte Costituzionale
2005
SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE
1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 5 del 2-2-2005
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2005-02-02&atto.codiceRedazionale=005C0144
N. 66 SENTENZA 13 - 29 gennaio 2005
Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Circolazione stradale - Regolamentazione della circolazione nei centri abitati - Facolta' dei Comuni, quali enti proprietari della strada, di subordinare il parcheggio e la sosta dei veicoli al pagamento di una somma - Impedimento alla fruizione in condizioni di parita' del bene demaniale della strada e discriminazione dei cittadini in base alle condizioni economiche - Violazione del principio di eguaglianza - Difetto di motivazione in ordine alla rilevanza - Inammissibilita' della questione. - Legge 13 giugno 1991, n. 190, art. 2, comma 1, lettera d); d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285, art. 7, comma 1, lettera f). - Costituzione, art. 3. Circolazione stradale - Regolamentazione della circolazione nei centri abitati - Facolta' dei Comuni, quali enti proprietari della strada, di subordinare il parcheggio e la sosta dei veicoli al pagamento di una somma - Delega della relativa disciplina al governo - Mancata indicazione di principi e criteri direttivi in ordine alle zone da sottoporre a vincolo e alla tariffazione - Previsione, nella sola normativa delegata, dell'emanazione di direttive ministeriali per i Comuni - Eccesso di delega - Incidenza sulla liberta' di circolazione - Violazione della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte - Non fondatezza della questione. - Legge 13 giugno 1991, n. 190, art. 2, comma 1, lettera d); d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285, art. 7, comma 1, lettera f). - Costituzione, artt. 76, 16 e 23. (005C0144) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.5 del 2-2-2005)
LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente: Valerio ONIDA; Giudici: Fernanda CONTRI, Guido NEPPI MODONA, Piero Alberto CAPOTOSTI, Annibale MARINI, Franco BILE, Giovanni Maria FLICK, Francesco AMIRANTE, Ugo DE SIERVO, Romano VACCARELLA, Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA, Franco GALLO; ha pronunciato la seguente Sentenza nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1, lettera d), della legge 13 giugno 1991, n. 190 (Delega al Governo per la revisione delle norme concernenti la disciplina della circolazione stradale) e dell'art. 7, comma 1, lettera f), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), promosso con ordinanza del 28 ottobre 2003 dal giudice di pace di Roma nel procedimento civile vertente tra Petrangolo Antonio e il comune di Roma, iscritta al n. 407 del registro ordinanze 2004 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 20, 1ª serie speciale, dell'anno 2004. Visto l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri; Udito nella camera di consiglio del 15 dicembre 2004 il giudice relatore Fernanda Contri. Ritenuto in fatto 1. - Il giudice di pace di Roma, con ordinanza emessa il 28 ottobre 2003, ha sollevato, in riferimento agli artt. 76, 16, 3 e 23 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1, lettera d), della legge 13 giugno 1991, n. 190 (Delega al Governo per la revisione delle norme concernenti la disciplina della circolazione stradale) e dell'art. 7, comma 1, lettera f), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada). Il rimettente, innanzi al quale è stata proposta opposizione a sanzione amministrativa per omesso pagamento della somma dovuta per la sosta del veicolo, osserva che l'art. 2, comma 1, lettera d), della legge delega n. 190 del 1991, nel prevedere la facoltà dell'ente proprietario della strada di subordinare il parcheggio e la sosta dei veicoli al pagamento di una somma, non specifica i principi e i criteri direttivi della subordinazione nè indica i criteri impositivi. Ad avviso del giudice a quo, sussisterebbe una lesione dell'art. 76 della Costituzione, in quanto sarebbe stata del tutto omessa la determinazione dei principi e dei criteri direttivi e di valutazione sia in ordine alla individuazione delle zone che possono essere sottoposte all'onere del pagamento di una somma per il parcheggio sia in ordine alle tariffe applicabili, non essendo rinvenibili tali criteri nell'art. 2 della legge n. 190 del 1991, che fa riferimento soltanto ad esigenze di tutela della sicurezza stradale, peraltro non invocabili nella fattispecie. Secondo il rimettente, l'omissione nella legge delega dei principi e dei criteri direttivi, stabiliti in maniera uniforme per l'intero territorio nazionale, avrebbe prodotto «situazioni aberranti», in considerazione della continua estensione delle zone soggette al pagamento e dei criteri di determinazione delle tariffe, variabili in relazione non solo alle singole città ma anche alle zone della medesima città e alle ore. L'art. 7, comma 1, lettera f), del nuovo codice della strada, nel tentativo di porre rimedio a tale omissione, avrebbe illegittimamente rimesso al Ministro dei lavori pubblici (ora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti) il compito di indicare le direttive cui devono attenersi le delibere delle giunte comunali che stabiliscono le aree destinate a parcheggio, fissando le condizioni e le tariffe. Ad avviso del rimettente, la violazione sarebbe duplice, poichè il Parlamento avrebbe omesso di indicare i principi direttivi e il Governo, in assenza di delega, avrebbe demandato ad un Ministro l'emanazione dei criteri. Un ulteriore profilo di illegittimità costituzionale è individuato dal giudice rimettente nella lesione dell'art. 16 della Costituzione, che garantisce la libertà di circolazione con riferimento anche ai mezzi di trasporto, senza i quali non vi sarebbe una circolazione adeguata, e consente che siano previste delle limitazioni, da attuare con legge formale, ma solo per ragioni di sanità e sicurezza. Nella fattispecie, non solo vi sarebbe una violazione della riserva di legge, poichè la materia è stata rimessa alla discrezionalità del Ministro dei lavori pubblici (ora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti), ma difetterebbero anche i motivi di sanità e di sicurezza che possono giustificare le limitazioni al diritto di circolazione. Sussisterebbe poi una violazione del principio di eguaglianza, poichè nell'accesso ad un servizio pubblico, come è la strada, sarebbero privilegiati i cittadini con maggiori capacità economiche, ai quali è concesso di usufruire della strada e delle relative possibilità di parcheggio, mentre ai cittadini meno abbienti sarebbe negato il medesimo diritto in forza di una legge che impone oneri sproporzionati alle capacità economiche dei medesimi. Il rimettente osserva infine che la mancanza di principi e criteri direttivi costituirebbe anche violazione dell'art. 23 della Costituzione, in quanto la legge delega non contiene al riguardo nessuna indicazione, nemmeno con riferimento ai limiti minimi e massimi delle tariffe. Il giudice a quo richiama in proposito il principio affermato dalla giurisprudenza costituzionale, secondo cui il carattere impositivo della prestazione non è escluso per il solo fatto che la richiesta del servizio dipenda dalla volontà del privato, e sottolinea che, come più volte precisato dalla Corte costituzionale, la determinazione delle tariffe di accesso ad un servizio essenziale non può essere rimessa all'arbitrio delle autorità ma deve essere assistita dalle garanzie che la Costituzione ha voluto assicurare attraverso la riserva di legge, con la indicazione almeno dei criteri idonei a delimitare la discrezionalità della pubblica amministrazione per ciò che attiene sia al quantum che ai soggetti passivi, al fine di escludere che la discrezionalità si trasformi in arbitrio. 2. - È intervenuto nel giudizio il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, concludendo per la inammissibilità o per l'infondatezza della questione. La difesa erariale sottolinea anzitutto come i criteri direttivi si ricavino agevolmente dal complesso delle disposizioni contenute nell'art. 2, comma 1, lettere d) e f), nelle quali si traduce l'indirizzo parlamentare diretto a limitare l'uso della strada per la sosta. Inoltre, poichè le norme impugnate non hanno carattere innovativo rispetto alla previgente disciplina della circolazione stradale dettata con d.P.R. 15 giugno 1959, n. 393, che all'art. 4 prevedeva analoga possibilità per i comuni di destinare al parcheggio aree, subordinando la sosta dei veicoli al pagamento di somme, non vi sarebbe nemmeno necessità della specifica indicazione di principi e criteri direttivi, come affermato dalla giurisprudenza costituzionale. Le disposizioni del codice della strada attuano il disegno della delega, delineando i poteri amministrativi degli enti proprietari delle strade e delle autorità comunali secondo i moduli tipici di regolazione dell'attività amministrativa, tra i quali è compresa la sottoposizione dei comuni al potere di direttiva del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, stabilita dall'art. 7, comma 2, lettera f). L'Avvocatura osserva inoltre che l'istituzione delle fasce di parcheggio a pagamento è atto impugnabile dinanzi al Tribunale amministrativo regionale e che il rimettente non ha nemmeno individuato l'atto istitutivo di tale parcheggio a pagamento, che avrebbe potuto anche disapplicare, omettendo di motivare in modo sufficiente quanto alla rilevanza della questione sollevata. La difesa erariale sostiene poi l'infondatezza delle censure sollevate in relazione alla pretesa violazione dell'art. 16 Cost., poichè la libertà di circolazione non può intendersi quale libertà di parcheggio gratuito sulla pubblica via; nè, a suo avviso, potrebbe invocarsi la riserva di legge prevista dall'art. 23 Cost., quando il pagamento imposto per la sosta del veicolo trovi la sua fonte in un atto volontario dell'utente. Infine, quanto alla dedotta lesione del principio di eguaglianza, l'Avvocatura ritiene che la questione della determinazione delle tariffe e delle relative esenzioni debba essere esaminata con riferimento agli atti che hanno introdotto le tariffe stesse, eventualmente in un giudizio di impugnazione, e che comunque appare ragionevole la scelta operata dal legislatore di dissuadere la sosta nei centri storici. Considerato in diritto 1. - Il giudice di pace di Roma censura l'art. 2, comma 1, lettera a), della legge delega per la revisione delle norme sulla circolazione stradale 13 giugno 1991, n. 190 (Delega al Governo per la revisione delle norme concernenti la disciplina della circolazione stradale) e l'art. 7, comma 1, lettera f), del decreto legislativo n. 285 del 1992 (Nuovo codice della strada), prospettando diversi profili di illegittimità costituzionale delle due citate disposizioni, che consentono di subordinare la sosta dei veicoli al pagamento di una somma di denaro. Le due norme sarebbero in contrasto anzitutto con l'art. 76 Cost., per essere stata del tutto omessa la determinazione dei principi e dei criteri direttivi e di valutazione sia in ordine alla individuazione delle zone che possono essere sottoposte all'onere del pagamento di una somma per il parcheggio sia in ordine alle tariffe applicabili; ed inoltre perchè, in assenza di delega del Parlamento, l'indicazione di tali criteri sarebbe stata demandata dal Governo al Ministro dei lavori pubblici (ora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti); con l'art. 16 Cost., sotto il duplice profilo della violazione della riserva di legge, in quanto la materia è stata rimessa alla discrezionalità del Ministro dei lavori pubblici (ora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti), e del difetto dei motivi di sanità e di sicurezza, i quali soltanto potrebbero giustificare le limitazioni al diritto di circolazione; con l'art. 3 Cost., poichè nell'accesso ad un servizio pubblico, come è la strada, sarebbero privilegiati i cittadini con maggiori capacità economiche, ai quali è concesso di usufruire della strada e delle relative possibilità di parcheggio, mentre ai cittadini meno abbienti sarebbe negato il medesimo diritto in forza di una legge che impone oneri sproporzionati alle capacità economiche dei medesimi; con l'art. 23 Cost., in quanto la determinazione delle tariffe di accesso al servizio essenziale del parcheggio su strade urbane sarebbe stata rimessa all'arbitrio dell'autorità, in difetto della indicazione di criteri idonei a delimitarne la discrezionalità e della previsione di limiti minimi e massimi. 2. - Le censure non sono fondate. 2.1. - La legge di delegazione n. 190 del 1991 è stata più volte esaminata da questa Corte in relazione a censure riferite all'art. 76 Cost. e si è già avuto modo di affermare che la predetta legge, «abilitando in generale il Governo ad adottare disposizioni, aventi valore di legge, intese a «rivedere e riordinare [...] la legislazione vigente concernente la disciplina [...] della circolazione stradale» ha identificato direttamente, quale base di partenza dell'attività delegata, il codice della strada vigente, cioè il testo unico delle norme sulla circolazione stradale approvato con il d.P.R. 15 giugno 1959, n. 393» (sentenze n. 239 del 2003, n. 251 del 2001, n. 427 del 2000, n. 354 del 1998 e n. 305 del 1996). Si è quindi sostenuto che la revisione e il riordino, ove comportino l'introduzione di norme aventi contenuto innovativo rispetto alla disciplina previgente, necessitano della indicazione di principi e di criteri direttivi idonei a circoscrivere le diverse scelte discrezionali dell'esecutivo, mentre tale specifica indicazione può anche mancare allorchè le nuove disposizioni abbiano carattere di sostanziale conferma delle precedenti (sentenza n. 354 del 1998). Quest'ultima ipotesi ricorre nella specie, in quanto il previgente codice della strada conteneva già una disposizione del tutto analoga a quella del decreto legislativo in esame, introdotta dall'art. 15 della legge 24 marzo 1989, n. 122 (Disposizioni in materia di parcheggi, programma triennale per le aree urbane maggiormente popolate, nonchè modificazioni di alcune norme del testo unico sulla disciplina della circolazione stradale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 15 giugno 1959, n. 393), che ha modificato l'art. 4 del testo unico n. 393 del 1959, attribuendo ai comuni la facoltà di stabilire aree destinate al parcheggio, sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo della durata anche senza custodia del veicolo, e di fissare le relative condizioni e tariffe. La sostanziale identità delle due norme consente allora di affermare che la disposizione contenuta nel nuovo codice della strada è in realtà meramente ricognitiva e confermativa della precedente; il che vale ad escludere la sussistenza della dedotta lesione dell'art. 76 Cost. 2.2. - Il rimettente ha invocato come parametro anche l'art. 16 Cost., a suo giudizio leso per violazione della riserva di legge e per il difetto dei motivi di sanità e sicurezza che soltanto potrebbero giustificare una limitazione del diritto di circolazione. Entrambe le censure sono infondate. Ed infatti, oltre alla considerazione che le lamentate limitazioni al diritto di circolazione risultano comunque poste con lo strumento della legge, è sufficiente osservare, quanto alla doglianza relativa alla pretesa insussistenza delle ragioni che consentono di limitare il predetto diritto, che con la sentenza n. 264 del 1996 questa Corte ha affermato che «il precetto di cui al detto art. 16 non preclude al legislatore la possibilità di adottare, per ragioni di pubblico interesse, misure che influiscano sul movimento della popolazione. In particolare l'uso delle strade, specie con mezzi di trasporto, può essere regolato sulla base di esigenze che, sebbene trascendano il campo della sicurezza e della sanità, attengono al buon regime della cosa pubblica, alla sua conservazione, alla disciplina che gli utenti debbono osservare ed alle eventuali prestazioni che essi sono tenuti a compiere. La tipologia dei limiti (divieti, diversità temporali o di utilizzazioni, subordinazione a certe condizioni) viene articolata dalla pubblica autorità tenendo conto dei vari elementi in gioco: diversità dei mezzi impiegati, impatto ambientale, situazione topografica o dei servizi pubblici, conseguenze pregiudizievoli derivanti dall'uso indiscriminato del mezzo privato. Si tratta pur sempre, però, di una disciplina funzionale alla pluralità degli interessi pubblici meritevoli di tutela ed alle diverse esigenze, e sempre che queste rispondano a criteri di ragionevolezza.» In ragione di ciò, si può quindi concludere che le limitazioni in esame sono giustificate in funzione di altri interessi pubblici egualmente meritevoli di tutela, quali quelli attinenti al buon regime della cosa pubblica. 2.3. - Il rimettente sostiene che nell'accesso ad un servizio pubblico, come è la strada, sarebbero privilegiati i cittadini con maggiori capacità economiche, ai quali è concesso di usufruire della strada e delle relative possibilità di parcheggio, mentre ai cittadini meno abbienti sarebbe negato il medesimo diritto in forza di una legge che impone oneri sproporzionati alle capacità economiche dei medesimi. La questione risulta sollevata in modo astratto e ipotetico, poichè manca ogni collegamento con la fattispecie del giudizio a quo, come può del resto rilevarsi dall'ordinanza di rimessione, che non contiene alcun riferimento alle condizioni economiche dell'opponente nè ad una eventuale eccezione svolta dal medesimo in relazione ad una pretesa incapacità economica di assolvere l'obbligo di pagamento del parcheggio. Onde la inammissibilità della questione per difetto di motivazione sulla rilevanza. 2.4. - Risulta, infine, insussistente anche la lamentata violazione della riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali imposte. Come questa Corte ha più volte affermato (si vedano, tra le tante, le sentenze n. 435 del 2001, n. 215 del 1998, n. 180 del 1996 e n. 236 del 1994), rientrano nella nozione di prestazione patrimoniale imposta anche prestazioni di natura non tributaria e aventi funzione di corrispettivo, quando per i caratteri e il regime giuridico dell'attività resa, sia pure su richiesta del privato, a fronte della prestazione patrimoniale appare prevalente l'elemento della imposizione legale. Ai fini dell'individuazione delle prestazioni patrimoniali imposte, non costituiscono profili determinanti nè le formali qualificazioni delle prestazioni nè la fonte negoziale o meno dell'atto costitutivo nè l'inserimento di obbligazioni ex lege in contratti privatistici (sentenza n. 215 del 1998). Deve invece riconoscersi «un peso decisivo agli aspetti pubblicistici dell'intervento delle autorità ed in particolare alla disciplina della destinazione e dell'uso di beni o servizi, per i quali si verifica che, in considerazione della loro natura giuridica, della situazione di monopolio pubblico o della essenzialità di alcuni bisogni di vita soddisfatti da quei beni o servizi, la determinazione della prestazione sia unilateralmente imposta con atti formali autoritativi, che, incidendo sostanzialmente sulla sfera dell'autonomia privata, giustificano la previsione di una riserva di legge» (sentenza n. 236 del 1994). Nel caso in esame, il pagamento per la sosta del veicolo sfugge sia alla nozione di tributo che a quella di prestazione patrimoniale imposta; esso è configurabile piuttosto come corrispettivo, commisurato ai tempi e ai luoghi della sosta, di una utilizzazione particolare della strada, rimessa ad una scelta dell'utente non priva di alternative; sicchè il corrispettivo risulta privo di uno dei fondamentali requisiti che questa Corte ha ritenuto indispensabile affinchè possa individuarsi una prestazione patrimoniale imposta; e ciò esclude che debba essere assistito dalla garanzia prevista dall'art. 23 Cost. Per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE Dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1, lettera d), della legge 13 giugno 1991, n. 190 (Delega al Governo per la revisione delle norme concernenti la disciplina della circolazione stradale) e dell'art. 7, comma 1, lettera f), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), sollevata, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, dal giudice di pace di Roma con l'ordinanza in epigrafe; Dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1, lettera d), della legge 13 giugno 1991, n. 190 (Delega al Governo per la revisione delle norme concernenti la disciplina della circolazione stradale) e dell'art. 7, comma 1, lettera f), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), sollevata, in riferimento agli artt. 76, 16 e 23 della Costituzione, dallo stesso giudice di pace di Roma con l'ordinanza in epigrafe. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 13 gennaio 2005. Il Presidente: Onida Il redattore: Contri Il cancelliere:Di Paola Depositata in cancelleria il 29 gennaio 2005. Il direttore della cancelleria: Di Paola 05C0144
Concorsi
2001
ENTI LOCALI
COMUNE DI CRISSOLO
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 88 del 6-11-2001
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2001-11-06&atto.codiceRedazionale=01E13905
COMUNE DI CRISSOLO
CONCORSO (scad. 6 dicembre 2001)
Riapertura dei termini del concorso pubblico, per soli esami, per la copertura a tempo pieno e indeterminato di un posto di istruttore di vigilanza - operaio - conduttore macchine (categoria C - posizione C1). (GU n.88 del 06-11-2001)
Sono riaperti i termini di presentazione delle domande relativamente al concorso pubblico, per soli esami, per la copertura di un posto a tempo pieno e indeterminato di istruttore di vigilanza - operaio - conduttore macchine (categoria C - posizione economica C1). Titoli richiesti: diploma di scuola superiore (anni cinque ovvero anni quattro con idoneità all'accesso all'universita) - patente di guida categoria C. Le domande redatte in carta semplice dovranno essere inviate al comune di Crissolo entro trenta giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale. Info: 0175/94902 - fax 0175/94958 - e-mail: [email protected] Il responsabile: Attrovio
Contratti
2018
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 47 del 23-4-2018
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-04-23&atto.codiceRedazionale=TX18BGA7828
COMUNE DI ISOLA VICENTINA
Sede: via Marconi n. 14 - 36033 Isola Vicentina (VI) Italia Codice Fiscale: 80014150249
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.47 del 23-4-2018)
Esito di gara esperita per l'affidamento della gestione del servizio di biblioteca SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Comune Isola Vicentina Via Marconi, 14 Isola Vicentina Vicenza tel. 0444 599111 fax 0444 599199 pec: [email protected]. SEZIONE II: OGGETTO DELL'APPALTO: appalto per l'affidamento della gestione del servizio di biblioteca per i Comuni di Isola Vicentina e Monteviale dal 01/04/2018 al 31/12/2021 codice identificativo della gara: 733105739E. SEZIONE IV: PROCEDURA: Aperta SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE: 26/03/2018 determina n. 208, n. offerte ammesse 3, aggiudicatario Con Te Cooperativa Sociale Onlus di Quinto Vicentino Vicenza, netto contrattuale €. 262.083,90. Il responsabile unico del procedimento dott. Ettore Dal Santo TX18BGA7828
Serie Generale
2009
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
Serie Generale n. 27 del 3-2-2009
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-02-03&atto.codiceRedazionale=09A00740&elenco30giorni=false
MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
COMUNICATO
Modificazione dell'autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Maximec iniettabile». (GU Serie Generale n.27 del 03-02-2009)
Provvedimento n. 306 del 29 dicembre 2008 Procedura di mutuo riconoscimento numero IE/V/0132/001/IB/002. Specialità medicinale per uso veterinario MAXIMEC INIETTABILE. Confezioni: flacone da 50 ml - A.I.C. n. 103671018; flacone da 250 ml - A.I.C. n. 103671020; flacone da 500 ml - A.I.C. n. 103671032. Titolare A.I.C.: Cross Vetpharm Group Limited con sede in Broomhill Road, Tallaght - Dublino 24 - Irlanda. Oggetto del provvedimento: variazione tipo IB - modifica periodo di validità (prolungamento). È autorizza l'estensione del periodo di validità del prodotto finito da 24 mesi a 36 mesi. I lotti già prodotti possono rimanere in commercio fino alla scadenza indicata in etichetta. Il presente provvedimento ha efficacia immediata.
Contratti
2007
AVVISI E BANDI DI GARA
UNIVERSITÀ ED ALTRI ENTI DI ISTRUZIONE
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 132 del 12-11-2007
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2007-11-12&atto.codiceRedazionale=C-22273
REGIONE SICILIANA E.R.S.U. * CATANIA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.132 del 12-11-2007)
Estratto bando per la gestione quinquennale del servizio di ristorazione Parte di provvedimento in formato grafico C-22273 (A pagamento).
Serie Generale
1999
LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI
Serie Generale n. 119 del 24-5-1999
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1999-05-24&atto.codiceRedazionale=099G0198&elenco30giorni=false
note: Entrata in vigore del decreto: 23-7-1999
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 marzo 1999, n. 146
Regolamento recante norme di attuazione della direttiva 95/18/CE, relativa alle licenze delle imprese ferroviarie, e della direttiva 95/19/CE, relativa alla ripartizione delle capacita' di infrastruttura ferroviaria e alla riscossione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura. (GU Serie Generale n.119 del 24-05-1999)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visto l'articolo 87 della Costituzione; Vista la direttiva 95/18/CE del Consiglio del 19 giugno 1995, relativa alle licenze delle imprese ferroviarie; Vista la direttiva 95/19/CE del Consiglio del 19 giugno 1995, riguardante la ripartizione delle capacità di infrastruttura ferroviaria e la riscossione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura; Vista la legge 24 aprile 1998, n. 128, ed in particolare l'articolo 5 e l'allegato C; Visto l'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1998, n. 277; Considerato che occorre individuare il soggetto che ripartisce la capacità di infrastruttura ferroviaria nel rispetto del principio di non discriminazione ed il soggetto preposto al rilascio delle licenze alle imprese ferroviarie stabilite nel territorio italiano; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 12 giugno 1998; Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 27 luglio 1998; Acquisiti i pareri delle competenti commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 9 marzo 1999; Sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica; EMANA il seguente regolamento: Art.1 Oggetto 1. Il presente regolamento disciplina: a) i criteri relativi al rilascio, alla proroga ed alla modifica delle licenze alle associazioni internazionali di imprese ferroviarie di cui all'articolo 2, comma 1, lettera d), e alle imprese ferroviarie stabilite in Italia che effettuano trasporti combinati internazionali di merci; b) i principi e le procedure da seguire nella ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria e nella riscossione dei diritti dovuti per l'utilizzo della infrastruttura. 2. Il presente regolamento non si applica alle imprese ferroviarie la cui attività si limita all'esercizio di servizi di trasporto di interesse regionale, locale e interregionale di interesse locale di cui al decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422. Art. 2 Definizioni 1. Ai fini del presente regolamento si intende per: a) "impresa ferroviaria", qualsiasi impresa privata o pubblica la cui attività principale consiste nell'espletamento di servizi di trasporto di merci o di persone per ferrovia e che garantisce obbligatoriamente la trazione; b) "gestore dell'infrastruttura", il soggetto indicato all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, recante il regolamento di attuazione della direttiva 91/440/CEE relativa allo sviluppo delle imprese ferroviarie; c) "infrastruttura ferroviaria", l'infrastruttura definita nell'allegato 1, parte A, del Regolamento (CEE) n. 2598/70 della Commissione del 18 dicembre 1970, individuante il contenuto delle voci degli schemi per la contabilità dell'allegato 1 del Regolamento (CEE) n. 1108/70 del Consiglio del 4 giugno 1970, ad eccezione dell'ultimo alinea che, ai soli fini del presente regolamento, si limita alla formulazione "Edifici adibiti al servizio delle infrastrutture"; d) "associazione internazionale", l'associazione comprendente almeno due imprese ferroviarie stabilite in due o più Stati dell'Unione europea che ha lo scopo di fornire prestazioni di trasporto internazionale tra Stati membri; e) "licenza", l'autorizzazione, valida su tutto il territorio comunitario, rilasciata dalle apposite autorità degli Stati membri alle imprese ferroviarie che hanno sede nel territorio comunitario, per legittimarle all'espletamento di servizi internazionali di trasporto di merci o di persone per ferrovia; f) "autorità preposta al rilascio delle licenze", l'autorità di cui all'articolo 4, incaricata del rilascio delle licenze alle imprese ferroviarie che hanno sede nel territorio italiano; g) "linea ferroviaria", l'infrastruttura che collega due località; h) "traccia oraria", il tempo di utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria necessario a far viaggiare un convoglio tra due località; i) "capacita'" la somma delle tracce orarie che costituiscono la potenzialità di utilizzo di determinati segmenti di infrastruttura ferroviaria; l) "ripartizione", l'assegnazione della capacità, di infrastruttura ferroviaria da parte dell'organo a ciò preposto; m) "organo preposto alla ripartizione della capacita'", il soggetto incaricato della ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria; n) "orario cadenzato", successione di treni di identiche caratteristiche, a intervallo costante fino alle due ore; o) "interconnessione cadenzata", successione di corrispondenze con identico tempo di attesa, ad intervallo costante, fra treni ad orario cadenzato. Art. 3 Utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria 1. L'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria, già disciplinato dall'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, è consentito a condizione che ciascuna impresa ferroviaria dimostri: a) il possesso della licenza di cui all'articolo 4, ovvero di altro titolo equiparato rilasciato da uno Stato membro dell'Unione europea, che legittimi l'espletamento di servizi intenzionali di trasporto di merci o di persone per ferrovia, fermo restando che in caso di associazione tutte le imprese ferroviarie associate debbono essere titolari del medesimo tipo di licenza corrispondente al servizio da prestare; b) la disponibilità in qualsiasi momento del certificato di sicurezza rilasciato dal gestore dell'infrastruttura ferroviaria di cui si richiede l'utilizzo ai sensi dell'articolo 7; c) la stipulazione con il gestore dell'infrastruttura ferroviaria, direttamente o per il tramite dell'associazione eventualmente costituita con altre imprese ferroviarie, dei necessari accordi amministrativi, tecnici e finanziari, conseguenti all'assegnazione di capacità. Le condizioni di base degli accordi non devono essere discriminatorie. Art. 4 Licenza 1. Possono chiedere il rilascio della licenza di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), le imprese ferroviarie che sono in possesso dei requisiti di cui all'articolo 5, che dispongono direttamente di materiale rotabile, nonchè del personale incaricato della guida e dell'accompagnamento dei convogli e che sono in grado di dimostrare la copertura assicurativa per la responsabilità civile in caso di incidenti, in particolare per quanto riguarda i passeggeri, il bagaglio, le merci trasportate, la posta, le altre imprese ferroviarie, il gestore dell'infrastruttura ferroviaria e i terzi, dal momento dell'inizio dell'attività. 2. La licenza è rilasciata dal Ministero dei trasporti e della navigazione, entro tre mesi dal ricevimento delle informazioni concernenti i requisiti indicati all'articolo 5 con provvedimento comunicato al soggetto richiedente la licenza. Il rigetto della richiesta deve essere motivato. 3. La licenza deve indicare la tipologia dei servizi internazionali di trasporto per ferrovia di merci o di persone che l'impresa è legittimata ad espletare. 4. Le imprese di cui al comma 1 sono tenute all'atto di presentazione della domanda al pagamento di un contributo a titolo di rimborso dei costi amministrativi sostenuti per l'istruttoria e per il rilascio della licenza. Le modalità del pagamento e l'ammontare del contributo sono determinati con decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento. Art. 5 Requisiti per il rilascio della licenza 1. Le imprese ferroviarie devono essere in possesso di requisiti di onorabilità, capacità finanziaria e competenza professionale per ottenere il rilascio della licenza. 2. Costituiscono requisiti di onorabilita': a) non essere stati dichiarati falliti o sottoposti a liquidazione coatta amministrativa o ad amministrazione straordinaria, salvo che sia intervenuta sentenza di riabilitazione civile, nè essere stati ammessi, nei cinque anni antecedenti la richiesta della licenza, alle procedure di concordato preventivo o di amministrazione controllata; b) non aver riportato sentenza di condanna o di applicazione della pena ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale per delitti contro il patrimonio, contro la fede pubblica, contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio, contro la pubblica incolumità, contro la pubblica amministrazione, per i delitti previsti dal titolo XI del libro V del codice civile e dal titolo VI del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, ovvero per delitti non colposi per i quali la legge prevede la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, salvo che sia intervenuta sentenza di riabilitazione; c) non aver riportato per due volte sentenze di condanna per reati in materia di previdenza e di assistenza sociale, di infortuni e di igiene del lavoro; d) non essere stati sottoposti a misure di prevenzione personali o patrimoniali. 3. I requisiti di cui al comma 2 debbono essere posseduti: a) dai titolari delle imprese individuali; b) da tutti i soci delle società di persone; c) dai soci accomandatari, quando trattasi di società in accomandita semplice o in accomandita per azioni; d) dagli amministratori delegati e dai legali rappresentanti per ogni altro tipo di società. 4. Se non si tratta di imprese individuali il requisito di cui al comma 2, lettera a), deve essere altresì posseduto dall'ente che esercita l'impresa. 5. Costituisce requisito di capacità finanziaria la capacità dell'impresa di far fronte agli impegni effettivi e potenziali, stabiliti in base a presupposti realistici, per un periodo non inferiore a dodici mesi. 6. Per l'effettuazione dell'esame di capacità finanziaria la richiesta di licenza deve essere corredata da specifiche informazioni e in particolare, dei seguenti elementi: a) risorse finanziarie disponibili, compresi depositi bancari, anticipi concessi in conto corrente, prestiti; b) fondi ed elementi di attivo realizzabile a titolo di garanzia; c) capitale di esercizio; d) costi di esercizio, compresi costi di acquisto e acconti per veicoli, terreni, edifici, attrezzature e materiale rotabile; e) oneri gravanti sul patrimonio dell'impresa ferroviaria. 7. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può inoltre esigere la presentazione di una relazione di valutazione, nonchè di documenti appropriati da parte di una banca, una cassa di risparmio, un revisore dei conti o di altro esperto contabile; tale documentazione deve comprendere le informazioni relative agli elementi indicati al comma 6. 8. In materia di competenza professionale, l'impresa ferroviaria garantisce: a) di disporre o di essere in grado di disporre di un'organizzazione gestionale efficiente e di possedere le conoscenze e l'esperienza necessarie per esercitare un controllo operativo ed una supervisione sicuri ed efficaci relativamente ai servizi ferroviari della tipologia specificata nella licenza; b) che il personale responsabile della sicurezza ed in particolare quello addetto alla guida dei convogli sia pienamente qualificato nel proprio campo di attività; c) che il personale, il materiale rotabile e l'organizzazione siano tali da garantire un alto livello di sicurezza per i servizi ferroviari da espletare. 9. Per l'effettuazione dell'esame della competenza professionale la richiesta di licenza deve essere corredata da specifiche informazioni relativamente: a) alla natura e allo stato di manutenzione del materiale rotabile con particolare riguardo alle norme di sicurezza; b) alle qualifiche del personale responsabile della sicurezza, nonchè alle modalità di formazione del personale, fermo restando che il rispetto dei requisiti in materia di qualifiche deve essere provato mediante la presentazione dei corrispondenti documenti giustificativi. Art. 6 Validità della licenza 1. La licenza ha validità temporale illimitata, salvo quanto previsto dal presente articolo. 2. Il Ministero dei trasporti e della navigazione, in qualsiasi momento, può richiedere all'impresa di comprovare il possesso ed il mantenimento dei requisiti che hanno consentito il rilascio della licenza. 3. Il Ministero dei trasporti e della navigazione revoca la licenza se accerta la mancanza dei titoli e dei requisiti per il suo rilascio, mentre ne sospende l'efficacia quando esiste un dubbio fondato circa la loro effettiva sussistenza, per un periodo non superiore ad un mese, per l'effettuazione dei necessari accertamenti. 4. Il Ministero dei trasporti e della navigazione, qualora vi siano fondati dubbi circa la sussistenza dei requisiti previsti dal presente regolamento per il rilascio della licenza ad un'impresa ferroviaria, ne informa l'autorità dello Stato membro che l'ha rilasciata. 5. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può rilasciare una licenza temporanea per il tempo necessario alla riorganizzazione dell'impresa ferroviaria, comunque non superiore al periodo di sei mesi dalla data di rilascio, purchè non sia compromessa la sicurezza del servizio di trasporto, quando la sospensione o la revoca della licenza è dovuta al mancato possesso dei requisiti di capacità finanziaria. 6. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può sospendere la licenza o richiedere la conferma dell'istanza di rilascio quando l'impresa ferroviaria sospende l'attività per oltre sei mesi o non la inizia decorsi sei mesi dal rilascio della licenza. L'impresa ferroviaria può chiedere la concessione di un termine più lungo di sei mesi per l'inizio dell'attività in considerazione della specificità dei servizi prestati. 7. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può invitare l'impresa ferroviaria a chiedere la conferma della licenza nel caso in cui siano sopravvenute modifiche della configurazione giuridica dell'impresa stessa e, in particolare, nei casi di fusione, incorporazione o acquisizione del controllo societario da parte di un altro soggetto. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può sospendere, con provvedimento motivato, l'efficacia della licenza già rilasciata se ritiene compromessa la sicurezza del servizio di trasporto. 8. L'impresa ferroviaria che intende estendere o modificare in modo rilevante la propria attività deve chiedere la revisione della licenza. Il Ministero dei trasporti e della navigazione può revocare la licenza quando l'impresa ferroviaria risulta assoggettata ad una procedura concorsuale e mancano realistiche possibilità di una soddisfacente ristrutturazione entro un ragionevole periodo di tempo. Il Ministero dei trasporti e della navigazione comunica senza indugio alla Commissione delle Comunità europee i provvedimenti di revoca, sospensione o modifica delle licenze adottati. 9. Al fine di verificare l'effettivo adempimento e il rispetto di quanto stabilito dal presente articolo, il Ministero dei trasporti e della navigazione provvede, con cadenza quinquennale, al riesame della posizione di ciascuna impresa ferroviaria cui è stata rilasciata la licenza, ferma restando comunque la possibilità di procedere, in qualsiasi momento, ad apposite verifiche circa l'osservanza e la sussistenza dei suddetti obblighi e requisiti. Art. 7 Certificato di sicurezza 1. L'articolo 5, comma 1, del decreto del Presidente dalla Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, è sostitutio dal seguente: "1. Il Ministero dei trasporti e della navigazione definisce gli standard e le norme di sicurezza, su proposta del gestore dell'infrastruttura ferroviaria, e controlla la loro applicazione.". 2. Il certificato di sicurezza di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b), attesta la conformità agli standard in materia di sicurezza della circolazione definiti dal Ministero dei trasporti e della navigazione, per le singole linee e per i singoli servizi, al fine di garantire il sicuro e affidabile espletamento dei servizi ferroviari. 3. Ai fini del rilascio del certificato di sicurezza le imprese ferroviarie devono dimostrare il rispetto delle prescrizioni e delle normative concernenti i requisiti tecnici e operativi specifici per i servizi ferroviari da espletare, oltre quelli in materia di sicurezza applicabili al personale, al materiale rotabile e all'organizzazione interna dell'impresa. 4. Le imprese ferroviarie attestano che il personale incaricato della guida e dell'accompagnamento dei convogli utilizzati per l'espletamento dei servizi di trasporto possiede la formazione e le conoscenze necessarie per il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza e di circolazione definite dal gestore dell'infrastruttura ferroviaria. 5. Le imprese ferroviarie attestano che il materiale rotabile che compone i convogli è stato regolarmente immatricolato ed omologato ed è stato sottoposto a tutti i controlli prescritti dalla vigente normativa. 6. Il certificato di sicurezza è rilasciato, su richiesta del legale rappresentante dell'impresa, dal gestore dell'infrastruttura ferroviaria entro tre mesi dalla richiesta. Entro lo stesso termine il gestore dell'infrastruttura ferroviaria comunica ai richiedenti le ragioni del mancato rilascio. 7. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria controlla periodicamente la conformità agli standard di sicurezza e può revocare il certificato di sicurezza, informandone immediatamente l'autorità che ha rilasciato la licenza all'impresa ferroviaria, nel caso in cui accerta la perdita dei requisiti previsti dal presente articolo. 8. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria è tenuto a rispettare gli obblighi di riservatezza inerenti alla tutela delle persone o delle imprese su notizie, informazioni e dati in conformità alla normativa in materia di tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali. 9. Le imprese ferroviarie che alla data di entrata in vigore del presente regolamento espletano regolarmente servizi di trasporto sull'infrastruttura ferroviaria devono richiedere la conferma del certificato di sicurezza ottenuto ai sensi dell'articolo 8, comma 5, del decreto del Presidente dalla Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, e, in attesa di tale conferma, continuano a svolgere la propria attività di trasporto. Art. 8 Criteri di ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria 1. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria di cui all'articolo 4 del decreto del Presidente dalla Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, è il soggetto preposto alla ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria. 2. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria, che è a conoscenza della capacità di tutte le linee disponibili, procede alla ripartizione della capacità, garantendo che: a) la capacità sia ripartita su base equa e non discriminatoria; b) la ripartizione della capacità consenta un utilizzo efficace e ottimale dell'infrastruttura ferroviaria. 3. Nella ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria il gestore dà priorita': a) ai servizi di trasporto quantitativamente e qualitativamente sufficienti a soddisfare la mobilità dei cittadini, disciplinati da appositi contratti di servizio da stipulare tra le imprese ferroviarie e lo Stato, o le regioni. Tali servizi, in presenza di richiesta di capacità per altri servizi, non possono comunque assorbire l'intera capacità delle tratte e delle fasce orarie interessate; b) ai servizi di trasporto ad alta velocità effettuati totalmente o parzialmente su infrastrutture appositamente costruite o adattate e ai servizi di trasporto merci effettuati su linee specializzate per tali servizi, fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 85, 86 e 90 del Trattato CEE. 4. Nell'ambito dei servizi di trasporto viaggiatori e in quello dei servizi merci, diversi da quelli previsti dal comma 3, è data priorità rispettivamente: a) ai servizi espletati con orario cadenzato o che costituiscono interconnessione cadenzata su più linee; b) ai servizi in grado di realizzare una interconnessione a rete di diffusione nazionale. 5. Il Ministero dei trasporti e della navigazione, fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 85, 86 e 90 del Trattato CEE e sentito il gestore dell'infrastruttura, può concedere diritti speciali, su base non discriminatoria, alle imprese ferroviarie che forniscono determinati servizi, se tali diritti speciali sono indispensabili: a) per garantire un buon livello di servizio pubblico; b) per garantire un utilizzo efficace della capacità d'infrastruttura; c) per consentire il finanziamento di nuove infrastrutture. Art. 9 Richiesta ed assegnazione di capacità 1. Le associazioni internazionali di imprese ferroviarie e le imprese ferroviarie presentano al gestore dell'infrastruttura ferroviaria la richiesta di capacità, quando la località di partenza dei servizi ferroviari si trova nel territorio italiano. 2. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria rende pubblici i criteri e le procedure per l'assegnazione della capacità e provvede in merito alla richiesta di capacità entro due mesi dal ricevimento di tutte le necessarie informazioni fornite dai soggetti di cui al comma 1, dandone comunicazione ai soggetti richiedenti. Il rigetto della richiesta deve essere motivato. 3. Quando il rigetto della richiesta è motivato dalla insufficienza della capacità, la richiesta è riesaminata, d'accordo con l'istante, in occasione del successivo adeguamento dell'orario per gli itinerari interessati. Le date degli adeguamenti di orario e le relative prescrizioni sono rese disponibili ai soggetti interessati. 4. Il gestore dell'infrastruttura adotta tutte le procedure necessarie al coordinamento ed agli scambi di informazione con gli organi corrispondenti interessati degli altri Stati membri. È fatto salvo il diritto dei soggetti di cui al comma 1 di contattare direttamente gli altri organi interessati preposti alla ripartizione, purchè informino il gestore dell'infrastruttura ferroviaria. 5. All'atto della richiesta di capacità i soggetti di cui al comma 1 sono tenuti a prestare a favore del gestore dell'infrastruttura ferroviaria una fidejussione, assicurativa o bancaria, per l'importo fissato direttamente dal gestore stesso sulla base dei commi 3, lettera a), e 4 dell'articolo 7 del decreto del Presidente dalla Repubblica 8 luglio 1998, n. 277, a garanzia della mancata utilizzazione della capacità assegnata. 6. Il gestore dell'infrastruttura ferroviaria è tenuto a comunicare tempestivamente alle imprese ferroviarie interessate ogni modifica rilevante della qualità delle linee o della capacità utilizzata per l'espletamento di servizi ferroviari internazionali. Art. 10 Riesame delle determinazioni del gestore dell'infrastruttura ferroviaria 1. Le imprese ferroviarie e le associazioni internazionali hanno facoltà di richiedere al Ministero dei trasporti e della navigazione il riesame delle determinazioni adottate dal gestore dell'infrastruttura ferroviaria in materia di ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria o in materia di riscossione del canone. Il Ministero dei trasporti e della navigazione provvede, entro due mesi dalla data di ricevimento di tutte le informazioni necessarie, ai fini della pronuncia richiesta. Art. 11 Disposizioni finali 1. Le imprese ferroviarie e le associazioni internazionali di imprese ferroviarie che espletano sull'infrastruttura ferroviaria nazionale servizi di trasporto di merci o di persone, sono tenute all'osservanza degli standard definiti e delle prescrizioni emesse dal gestore dell'infrastruttura, in particolare in materia di: a) requisiti tecnici ed operativi specifici per i servizi ferroviari; b) requisiti di sicurezza applicabili al personale, al materiale rotabile e all'organizzazione interna delle imprese ferroviarie; c) sanità, sicurezza e diritti dei lavoratori e dei consumatori. 2. È fatto obbligo alle imprese e associazioni di cui al comma 1 di rispettare gli accordi relativi ai trasporti ferroviari internazionali vigenti nel territorio italiano. Art. 12 Abrogazione 1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente regolamento sono abrogati i commi 4 e 5 dell'articolo 8 del decreto del Presidente dalla Repubblica 8 luglio 1998, n. 277. Art. 13 Entrata in vigore 1. Il presente decreto entra in vigore sessanta giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 16 marzo 1999 SCALFARO D'Alema, Presidente del Consiglio dei Ministri Letta, Ministro per le politiche comunitarie Treu, Ministro dei trasporti e della navigazione Ciampi, Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica Visto, il Guardasigilli: Diliberto Registrato alla Corte dei conti il 14 maggio 1999 Atti di Governo, registro n. 116, foglio n. 18
Concorsi
2016
UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
UNIVERSITA' DI ROMA «TOR VERGATA»
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 39 del 17-5-2016
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-05-17&atto.codiceRedazionale=16E02205
UNIVERSITA' DI ROMA «TOR VERGATA»
CONCORSO (scad. 16 giugno 2016)
Selezione pubblica per il reclutamento di un ricercatore con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato - settore concorsuale 13/B3 - settore scientifico-disciplinare SECS-P/10. (GU n.39 del 17-05-2016)
Con decreto rettorale n. 1060 del 3 maggio 2016, è indetta una selezione pubblica per il reclutamento di un ricercatore con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, ai sensi dell'art. 24, comma 3, lettera a) della legge n. 240/2010 - Settore concorsuale 13/B3 - Organizzazione aziendale, Settore scientifico-disciplinare: SECS-P/10 - Organizzazione aziendale, presso il Dipartimento di management e diritto dell'Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Il testo del bando è disponibile sul sito d'Ateneo all'indirizzo: http://concorsi.uniroma2.it Inoltre, il bando verrà pubblicizzato per estratto sui seguenti siti: http://bandi.miur.it e http://ec.europa.eu/euraxess La domanda di ammissione alla selezione, debitamente firmata e redatta in carta libera, oltre al plico separato, contenente i titoli e le pubblicazioni, dovranno essere prodotti con le modalità previste all'art. 3 del predetto bando, entro il termine perentorio di trenta giorni, a decorrere dal giorno successivo a quello della data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Concorsi
2023
ENTI DI RICERCA
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE - ISTITUTO DI BIOSCIENZE E BIORISORSE DI BARI
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 41 del 30-5-2023
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-05-30&atto.codiceRedazionale=23E06407
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE - ISTITUTO DI BIOSCIENZE E BIORISORSE DI BARI
GRADUATORIA
Approvazione atti, graduatoria e nomina del vincitore della selezione pubblica, per titoli e colloquio, per la copertura di un posto di ricercatore III livello, a tempo determinato, per la sede di Portici. (GU n.41 del 30-05-2023)
Si avvisa che è pubblicato sul sito istituzionale del Consiglio nazionale delle ricerche http://www.urp.cnr.it (sezione lavoro e formazione) e nel sistema di selezioni on-line https://selezionionline.cnr.it il provvedimento di approvazione atti, graduatoria e nomina del vincitore della selezione, per titoli e colloquio, ai sensi dell'art. 8 del «Disciplinare concernente le assunzioni di personale con contratto di lavoro a tempo determinato», per l'assunzione, ai sensi dell'art. 83 del CCNL del comparto Istruzione e ricerca 2016-2018, sottoscritto in data 19 aprile 2018, di una unità di personale con profilo professionale di ricercatore III livello, presso l'Istituto di bioscienze e biorisorse (IBBR) sede di Portici (NA), di cui al bando n. 400.6 IBBR PNRR, pubblicato, per estratto, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» - n. 8 del 31 gennaio 2023.
Concorsi
2016
UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
UNIVERSITA' DI MILANO-BICOCCA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 20 del 11-3-2016
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-03-11&atto.codiceRedazionale=16E01031
UNIVERSITA' DI MILANO-BICOCCA
CONCORSO (scad. 11 aprile 2016)
Selezione pubblica, per esami, per il reclutamento di una unita' di personale di categoria B, posizione economica B3, area amministrativa, con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato (12 mesi) e parziale al 50%, per le esigenze dell'area risorse finanziarie e bilancio - Centro Servizi di Scienze 1. (Cod. 5653). (GU n.20 del 11-03-2016)
IL DIRETTORE GENERALE Vista la legge 23 agosto 1988, n. 370, con la quale viene abolita l'imposta di bollo per le domande di concorso e di assunzione presso le amministrazioni pubbliche; Visto il D.P.C.M.30 marzo 1989, n. 127, in materia di costituzione di rapporti di lavoro a tempo determinato nel pubblico impiego; Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168; Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi e successive modifiche e integrazioni e il relativo regolamento di Ateneo vigente; Visto il D.P.C.M. 7 febbraio 1994, n. 174, che regolamenta l'accesso dei cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea ai posti di lavoro presso le Amministrazioni Pubbliche; Visto il D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487 e successive modifiche e integrazioni, le cui norme regolamentano l'accesso ai pubblici impieghi nella Pubblica Amministrazione e le modalità di svolgimento dei concorsi; Vista la legge 21 giugno 1995, n. 236 recante disposizioni urgenti per il funzionamento delle Università; Vista la legge 15 maggio 1997, n. 127, riguardante misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo e successive modifiche e integrazioni; Vista la legge 16 giugno 1998, n. 191, che, tra l'altro, modifica e integra la sopracitata legge 15.5.1997, n. 127; Visto il D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 e successive modifiche e integrazioni ; Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle Amministrazioni Pubbliche; Visto il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, in materia di protezione dei dati personali e il vigente regolamento di Ateneo per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari; Visto il decreto legge 10 gennaio 2006, n. 4, riguardante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione; Visto il decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, recante il codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'art. 6 della legge 28.11.2005, n. 246; Visto il decreto interministeriale del 9 luglio 2009 di equiparazione tra i diplomi di laurea vecchio ordinamento, lauree specialistiche (LS) ex D.M. 509/99 e lauree magistrali (LM) ex D.M. 270/04 ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi; Visto il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 in materia di "Codice dell'ordinamento militare"; Vista la legge 6 novembre 2012, n. 190, recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella Pubblica Amministrazione"; Visto il D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33, in materia di "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni Vista la legge 6 agosto 2013, n. 97, in materia di "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea - legge europea 2013" e in particolare l'art. 7 che modifica la disciplina in materia di accesso ai posti di lavoro presso le pubbliche amministrazioni; Visto il decreto n. 446/2014 del 19 febbraio 2014 con il quale il Direttore Generale stabilisce un contributo per spese generali e postali di euro 10,00 per la partecipazione ai concorsi indetti per l'assunzione di personale tecnico - amministrativo e di dirigente; Vista la legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" (Legge di stabilità 2016); Visto il D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, in materia di "Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell'art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183"; Visto il vigente CCNL del Comparto Università; Visto il vigente regolamento dell'Albo Ufficiale dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca; Visto il vigente regolamento di Ateneo per la costituzione di rapporti di lavoro a tempo determinato; Vista la delibera del 26 gennaio 2016 con la quale il Consiglio di Amministrazione ha approvato l'istituzione di n. 1 posto di Categoria B, posizione economica B3, area amministrativa, con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato (12 Mesi) e parziale 50%, per le esigenze dell'Area Risorse finanziarie e bilancio - Centro Servizi Scienze 1; Decreta: Art. 1 Selezione pubblica È indetta una selezione pubblica, per esami, per il reclutamento di n. 1 unità di personale di Categoria B, posizione economica B3, Area Amministrativa, con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato (12 mesi) e parziale 50% presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca per le esigenze dell'Area Risorse finanziarie e bilancio - Centro Servizi Scienze 1, per attività di preparazione e predisposizione dei documenti necessari alla pianificazione degli acquisti e alla rendicontazione dei progetti di ricerca. Art. 2 Requisiti Per l'ammissione alla selezione sono richiesti: a) titolo di studio: diploma di istruzione secondaria di I grado più diploma di qualifica professionale o attestato di qualifica rilasciato ai sensi della legge n. 845/78 o titolo equiparabile se rilasciato ai sensi di Leggi precedenti o diploma di corso professionale specifico o dichiarazione rilasciata dal datore di lavoro (Enti pubblici o privati, Aziende e P.A.) sulla competenza professionale acquisita durante l'esperienza lavorativa, della durata minima di almeno due anni, inerenti all'attività da svolgere prevista dall'art. 1. La dichiarazione del datore di lavoro deve riportare l'Ente previdenziale presso il quale sono stati versati i contributi. (per i titoli di studio conseguiti all'estero è richiesta la dichiarazione di equivalenza ai sensi della vigente normativa in materia (sito web: http://www.funzionepubblica.gov.it/la-struttura/dipartimento-della-fu nzione-pubblica/documentazione/modulistica-per-il-riconoscimento-dei- titoli-di-studio-/presentazione.aspx) ovvero la dichiarazione dell'avvio della richiesta di equivalenza del titolo posseduto al titolo richiesto dal bando con la procedura di cui all'art. 38 del D.Lgs. 165/2001; b) età non inferiore agli anni 18; c) cittadinanza italiana (sono equiparati ai cittadini italiani gli italiani non appartenenti alla Repubblica) ovvero cittadinanza di altro Stato membro della Unione Europea. In applicazione dell'art. 7 della legge 97/2013 di cui in premessa possono partecipare anche i familiari dei cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea non aventi la cittadinanza di uno Stato membro purchè siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente nonchè i cittadini di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria; d) godimento dei diritti civili e politici; e) idoneità fisica all'impiego. L'Amministrazione ha facoltà di sottoporre a visita medica di controllo i vincitori della selezione, in base alla normativa vigente; f) essere in posizione regolare nei riguardi degli obblighi militari (per i nati sino all'anno 1985). Non possono accedere agli impieghi coloro che siano esclusi dall'elettorato politico attivo e coloro che siano stati destituiti o dispensati dall'impiego presso una pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero siano stati dichiarati decaduti da un impiego statale, ai sensi dell'art. 127, primo comma, lettera d) del D.P.R. 10.1.1957, n. 3 e coloro che siano stati licenziati per aver conseguito l'impiego mediante la produzione di documenti falsi e comunque con mezzi fraudolenti. I cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea o loro familiari o cittadini di Paesi terzi devono possedere i seguenti requisiti: 1) godere dei diritti civili e politici anche negli Stati di appartenenza o di provenienza; 2) essere in possesso, fatta eccezione della titolarità della cittadinanza italiana, di tutti gli altri requisiti previsti per i cittadini della Repubblica; 3) avere adeguata conoscenza della lingua italiana. I requisiti prescritti, compresa la dichiarazione di equivalenza dell'eventuale titolo di studio conseguito all'estero o la dichiarazione di avvio della richiesta di equivalenza del titolo posseduto al titolo richiesto dal bando, devono essere posseduti alla data di scadenza del termine ultimo per la presentazione della domanda di ammissione. I candidati sono ammessi al concorso con riserva. L'Amministrazione può disporre in qualunque momento, con comunicazione motivata del direttore generale, l'esclusione dalla selezione per difetto dei requisiti prescritti. Art. 3 Domande e termine di presentazione Le domande di ammissione alla selezione, redatte a macchina o in stampatello utilizzando il modello allegato al presente bando o fotocopia dello stesso, devono essere indirizzate al Direttore Generale dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca e presentate direttamente all'Ufficio Protocollo e Posta, edificio U6, IV piano, stanza n. 4043c, P.zza dell'Ateneo Nuovo 1, Milano, nei giorni di Lunedì - Martedì - Giovedì dalle ore 09.00 alle ore 11.45 e dalle ore 14.30 alle ore 15.30 e nei giorni di Mercoledì e Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 11.45 o spedite a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, con esclusione di qualsiasi altro mezzo, al Settore Reclutamento, Ufficio Concorsi, Università degli Studi di Milano - Bicocca, P.zza dell'Ateneo Nuovo 1 - 20126 Milano, entro il termine perentorio di giorni trenta a decorrere dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica - 4a Serie speciale - Concorsi ed Esami. Qualora tale termine scada in giorno festivo, la scadenza slitta al primo giorno feriale utile. Si considerano prodotte in tempo utile le domande spedite a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno entro il termine suindicato. A tale fine fa fede il timbro a data dell'ufficio postale accettante. Sono altresì ritenute valide le domande inviate tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) all'indirizzo di posta elettronica certificata dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca ([email protected]) entro il suddetto termine. L'invio della domanda dovrà essere effettuato esclusivamente da altra PEC; non sarà ritenuta valida la domanda inviata da un indirizzo di posta elettronica non certificata o se trasmessa da una casella di posta elettronica certificata diversa dalla propria. A pena di esclusione della domanda è obbligatorio allegare al messaggio di posta elettronica certificata la domanda e relativi allegati sottoscritti in originale dal candidato e scansionati in formato PDF, la scansione PDF di un documento di identità valido (fronte/retro) e formato PDF di tutti gli eventuali altri allegati alla domanda. Il messaggio dovrà riportare nell'oggetto la seguente dicitura: PEC - domanda selezione cod. n. 5653. Nella domanda, ai sensi delle vigenti disposizioni, i candidati devono dichiarare sotto la propria personale responsabilità e a pena di esclusione: a) cognome e nome; b) la data ed il luogo di nascita; c) il possesso della cittadinanza italiana ovvero quella di altro Stato membro dell'Unione Europea o di essere familiare di un cittadino di uno Stato membro dell'Unione Europea ed essere titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o di essere cittadino di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o di essere titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria; d) se cittadini italiani, il Comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, ovvero i motivi della non iscrizione o della cancellazione dalle liste elettorali medesime; e) di avere o non avere riportato condanne penali e di avere o non avere procedimenti penali pendenti; f) il possesso di quanto richiesto dall'art. 2, lettera a) del presente bando; g) la posizione nei riguardi degli obblighi militari (per i nati sino all'anno 1985); h) gli eventuali servizi prestati presso Pubbliche Amministrazioni e le eventuali cause di risoluzione di precedenti rapporti di impieghi; i) di non essere stati destituiti, dispensati o licenziati dall'impiego presso una pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero di non essere stati dichiarati decaduti da un impiego statale ai sensi dell'art. 127, primo comma, lettera d) del D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3 e di non essere stati licenziati per aver conseguito l'impiego mediante la produzione di documenti falsi o con mezzi fraudolenti; j) i cittadini degli Stati membri dell'Unione Europea o loro familiari o cittadini di Paesi terzi devono dichiarare, altresì, di godere dei diritti civili e politici anche nello Stato di appartenenza o di provenienza, ovvero i motivi del mancato godimento e di avere adeguata conoscenza della lingua italiana; k) il domicilio o recapito, completo del codice di avviamento postale, al quale si desidera siano trasmesse le comunicazioni relative al concorso nonchè l'indirizzo di posta elettronica, se posseduto; l) l'avvenuto versamento di euro 10,00 sul conto corrente intestato all'Università degli Studi di Milano - Bicocca presso la Banca Popolare di Sondrio, Agenzia di Milano - ag. N. 29 - Bicocca, P.zza della Trivulziana 6, 20126 Milano - CODICE IBAN IT87 K056 9601 6280 0000 0200 X71. Nello spazio riservato alla causale del versamento indicare obbligatoriamente: "contributo per la partecipazione alla selezione codice 5653". La ricevuta del versamento deve essere allegata alla domanda di partecipazione. Il contributo non è rimborsabile. Alla domanda deve obbligatoriamente essere allegata una fotocopia non autenticata di un documento di riconoscimento. L'omissione della firma, per la quale non è richiesta l'autenticazione, in calce alla domanda, comporta l'esclusione dalla selezione. Il candidato portatore di handicap deve specificare l'eventuale ausilio necessario in relazione al proprio handicap, nonchè l'eventuale necessità di tempi aggiuntivi per l'espletamento delle prove da documentarsi entrambi a mezzo di idoneo certificato rilasciato dalla struttura sanitaria pubblica competente per territorio, ai sensi degli articoli 4 e 20 della legge 104/92. L'Amministrazione non assume responsabilità per lo smarrimento di comunicazioni dipendente da inesatte indicazioni del recapito da parte del concorrente oppure da mancata o tardiva comunicazione del cambiamento dell'indirizzo indicato nella domanda, nè per eventuali disguidi postali e telegrafici o comunque imputabili a fatto di terzi, a caso fortuito o forza maggiore. Art. 4 Commissione giudicatrice La Commissione giudicatrice è nominata dal direttore generale nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia. Art. 5 Prove d'esame Gli esami consisteranno in una prova scritta e in una prova orale sui seguenti argomenti: le procedure di acquisto tramite il Mercato Economico della Pubblica Amministrazione (MEPA) e le procedure di rendicontazione di progetti nazionali. Durante la prova orale verrà accertata la conoscenza della lingua inglese e la conoscenza delle applicazioni informatiche più diffuse (in particolare Microsoft word, excel). Le prove si svolgeranno presso secondo il seguente calendario: ================================================================= | | | Università Studi | | | 26 aprile | Milano-Bicocca, edificio U1, | | | 2016, ore |Aula 1, Piazza della Scienza n.| | Prova scritta  | 09.30  | 1, 20126 Milano  | +=================+=============+===============================+ | | |Università Studi | | |28 aprile |Milano-Bicocca, edificio U7 - | | |2016, ore |Aula 16, Via Bicocca degli | |Prova orale   |10.00  |Arcimboldi n. 8, 20126 Milano  | +-----------------+-------------+-------------------------------+ La pubblicazione del suddetto calendario ha valore di notifica a tutti gli effetti. Per essere ammessi a sostenere le prove d'esame, i candidati dovranno essere muniti di uno dei seguenti documenti di riconoscimento non scaduto: carta d'identità, passaporto, patente automobilistica o tessera postale. tessera di riconoscimento rilasciata dalle Amministrazioni dello Stato ai propri dipendenti (D.P.R. 28.7.67, n. 851, art. 12). Sono ammessi alla prova orale i candidati che abbiano riportato una votazione di almeno 21/30 o equivalente nella prova scritta. Ai candidati che conseguono l'ammissione alla prova orale viene data comunicazione con l'indicazione del voto riportato nella prova precedente. La prova orale non si intende superata se il candidato non ottenga almeno una votazione di 21/30 o equivalente. Art. 6 Preferenze a parità di merito i candidati che abbiano superato la prova orale dovranno far pervenire al Direttore Generale dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca, P.zza dell'Ateneo Nuovo n. 1, 20126 Milano, entro il termine perentorio di quindici giorni decorrenti dal giorno successivo a quello in cui hanno sostenuto la prova orale, i documenti in carta semplice attestanti il possesso dei titoli di preferenza, a parità di valutazione. Tali documenti potranno essere sostituiti, nei casi previsti dalla legge da dichiarazione sostitutiva di certificazione o dichiarazione sostitutiva di atto notorio. I documenti si considerano prodotti in tempo utile anche se spediti a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento entro il termine suindicato. A tal fine fa fede il timbro a data dell'ufficio postale accettante. Le categorie di cittadini che nei pubblici concorsi hanno preferenza a parità di merito sono: 1) gli insigniti di medaglia al valor militare; 2) i mutilati ed invalidi di guerra ex combattenti; 3) i mutilati ed invalidi per fatto di guerra; 4) i mutilati ed invalidi per servizio nel settore pubblico e privato; 5) gli orfani di guerra; 6) gli orfani dei caduti per fatto di guerra; 7) gli orfani dei caduti per servizio nel settore pubblico e privato; 8) i feriti in combattimento; 9) gli insigniti di croce di guerra o di altra attestazione speciale di merito di guerra, nonchè i capi di famiglia numerosa; 10) i figli di mutilati e degli invalidi di guerra ex combattenti; 11) i figli dei mutilati e degli invalidi per fatto di guerra; 12) i figli dei mutilati e degli invalidi per servizio nel settore pubblico e privato; 13) i genitori vedovi non risposati, i coniugi non risposati e le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti in guerra; 14) i genitori vedovi non risposati, i coniugi non risposati e le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti per fatto di guerra; 15) i genitori vedovi non risposati, i coniugi non risposati e le sorelle ed i fratelli vedovi o non sposati dei caduti per servizio nel settore pubblico e privato; 16) coloro che abbiano prestato servizio militare come combattenti; 17) coloro che abbiano prestato lodevole servizio a qualunque titolo, per non meno di un anno, nell'amministrazione che ha indetto il concorso; 18) i coniugati e i non coniugati con riguardo al numero dei figli a carico; 19) gli invalidi e i mutilati civili; 20) i militari volontari delle Forze Armate congedati senza demerito al termine della ferma o rafferma; A parità di merito e di titoli la preferenza è determinata: 1) dal numero dei figli a carico, indipendentemente dal fatto che il candidato sia coniugato o meno; 2) dall'aver prestato lodevole servizio nelle amministrazioni pubbliche; 3) dalla minore età. Art. 7 Approvazione della graduatoria di merito L'Amministrazione universitaria si riserva il diritto di modificare o, eventualmente, di revocare il presente bando o di non procedere all'assunzione, a suo insindacabile giudizio, quando l'interesse pubblico lo richieda in dipendenza di sopravvenute circostanze preclusive di natura normativa, contrattuale, organizzativa o finanziaria, senza che i vincitori o altri concorrenti idonei possano per questo vantare diritti nei confronti dell'Amministrazione. La graduatoria di merito dei candidati è formata secondo l'ordine decrescente dei punti della votazione complessiva riportata da ciascun candidato, con l'osservanza, a parità di merito, delle preferenze previste dall'art. 6 del presente bando La graduatoria di merito è approvata con decreto del direttore generale ed è formata sommando la votazione riportata nelle prove d'esame.. La graduatoria è pubblicata all'Albo Ufficiale dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca e di detta pubblicazione è dato avviso nella Gazzetta Ufficiale - 4ª serie speciale - Concorsi ed esami. Dalla data di pubblicazione decorre il termine per eventuali impugnative. La graduatoria ha una validità di 36 mesi dalla data di pubblicazione. Art. 8 Stipulazione del contratto individuale di lavoro e assunzione in servizio L'assunzione in servizio nonchè la fissazione della data di effettiva assunzione in servizio è comunque subordinata al rispetto da parte dell'Amministrazione della procedura di cui al precedente articolo nonchè dei vincoli normativi, contrattuali, o finanziari che risulteranno vigenti, senza che i vincitori od altri concorrenti idonei possano vantare diritti nei confronti della stessa Amministrazione. Il vincitore della selezione sarà assunto in prova, con contratto individuale di lavoro subordinato a tempo determinato e parziale al 50% della durata di 12 mesi, nella Categoria B - Area Amministrativa. All'atto dell'assunzione in servizio il dipendente è tenuto a comprovare, ai sensi dell'art. 46 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, mediante dichiarazione sostitutiva di certificazioni, il possesso dei requisiti previsti per l'ammissione all'impiego, come specificati nell'art. 2 del presente bando. La dichiarazione relativa al requisito della cittadinanza e del godimento dei diritti politici deve riportare l'indicazione del possesso del requisito alla data di scadenza del bando. L'amministrazione provvederà ad effettuare idonei controlli sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive, ai sensi dell'art. 71 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445. Qualora dal controllo dovesse emergere la non veridicità del contenuto della dichiarazione, il dichiarante decade dai benefici conseguiti sulla base della dichiarazione non veritiera, fermo restando quanto previsto dall'art. 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, in materia di norme penali. Qualora l'interessato non intenda o non sia in grado di ricorrere alla dichiarazione sostitutiva di certificazione, i certificati relativi a stati, fatti o qualità personali risultanti da albi o da pubblici registri tenuti o conservati da una pubblica amministrazione sono acquisiti d'ufficio da questo Ateneo su indicazione da parte dell'interessato della specifica amministrazione che conserva l'albo o il registro. L'idoneità fisica all'impiego sarà accertata dal medico competente dell'Università. Al personale assunto si applica il trattamento economico rapportato alla posizione economica B3, ridotto in misura proporzionale alla prestazione lavorativa, nonchè quello normativo previsto dal CCNL dei dipendenti del comparto Università per il personale assunto a tempo indeterminato, compatibilmente con la durata del contratto a termine. Il lavoratore sarà sottoposto a un periodo di prova pari ad un mese. Tale periodo non potrà essere rinnovato o prorogato alla scadenza. Art. 9 Trattamento dei dati personali Ai fini del D. Lgs. 196/2003, in materia di protezione dei dati personali, si informa che l'Università si impegna a rispettare il carattere riservato delle informazioni fornite dal candidato: tutti i dati forniti saranno trattati solo per le finalità connesse e strumentali al concorso ed alla eventuale stipula e gestione del contratto di lavoro, nel rispetto delle disposizioni vigenti. Art. 10 Responsabile del procedimento Ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, il responsabile del procedimento di selezione di cui al presente bando è il Dott. Cava Alessandro, Area del Personale, Settore Reclutamento, P.zza dell'Ateneo Nuovo 1, Milano. Art. 11 Norme di rinvio Per quanto non previsto nel presente bando valgono, semprechè applicabili, le disposizioni sullo svolgimento dei concorsi contenute nel Testo Unico del 10 gennaio 1957, n. 3, nel D.P.R. 3 maggio 1957, n. 686 e successive integrazioni e modificazioni, nel D.P.R. 9 maggio 1994, n. 487, e successive modificazioni e integrazioni e le disposizioni vigenti in materia, in quanto compatibili. Art. 12 Pubblicità Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - 4ª Serie speciale - Concorsi ed esami; sarà inoltre pubblicato all'Albo Ufficiale dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca, reso disponibile sul sito web di Ateneo (http://www.unimib.it) e presso l'Ufficio Protocollo e Posta. Milano, 25 febbraio 2016 Il direttore generale: Bellantoni Allegato Parte di provvedimento in formato grafico
Serie Generale
2012
SUPPLEMENTI ORDINARI
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
Serie Generale n. 118 del 22-5-2012
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-05-22&atto.codiceRedazionale=12A05350&elenco30giorni=false
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
COMUNICATO
Variazione di tipo II all'autorizzazione, secondo procedura nazionale, del medicinale «Protiaden» (12A05350) (GU Serie Generale n.118 del 22-05-2012 - Suppl. Ordinario n. 103)
Estratto determinazione V & A n. 599 del 23 aprile 2012 Titolare A.I.C: Teofarma S.r.l. con sede legale e domicilio fiscale in via Fratelli Cervi, 8, 27010 - Valle Salimbene - Pavia (codice fiscale 01423300183). Medicinale: PROTIADEN. Variazione AIC: B.I.a.1.b Modifica del fabbricante di una materia prima, di un reattivo o di un prodotto intermedio utilizzato nel procedimento di fabbricazione di una sostanza attiva o modifica del fabbricante della sostanza attiva (compresi, eventualmente, i siti di controllo della qualita'), per i quali non si dispone di un certificato di conformità alla farmacopea europea Introduzione di un nuovo fabbricante della sostanza attiva che ha il sostegno di un ASMF (Master File della sostanza attiva). Adeguamento Standard Terms. L'autorizzazione all'immissione in commercio è modificata come di seguito indicata è autorizzata la modifica relativa alla sostituzione del produttore di API Aesica Pharmaceuticals Limited con il produttore Dipharma Francis S.r.l. supportato da ASMF, come sotto riportato: Parte di provvedimento in formato grafico relativamente alla confezione sottoelencata: A.I.C. n. 025201031 - «75 mg compresse rivestite con film» 30 compresse. In adeguamento alla lista degli Standard Terms edizione 2004 dell'EDQM è inoltre autorizzata la modifica della forma farmaceutica e della confezione: da A.I.C. n. 025201031 - 30 confetti 75 mg; a A.I.C. n. 025201031 - «75 mg compresse rivestite con film» 30 compresse. La confezione del medicinale devono essere poste in commercio con gli stampati, così come precedentemente autorizzati da questa Amministrazione, con le sole modifiche necessarie per l'adeguamento alla presente determinazione. I lotti già prodotti possono essere mantenuti in commercio fino alla data di scadenza indicata in etichetta. La presente determinazione ha effetto dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Concorsi
2021
ENTI LOCALI
UNIONE TRESINARO SECCHIA DI SCANDIANO
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 58 del 23-7-2021
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-07-23&atto.codiceRedazionale=21E07792
UNIONE TRESINARO SECCHIA DI SCANDIANO
CONCORSO (scad. 12 agosto 2021)
Selezione pubblica, per titoli e colloquio, per la copertura di un posto di istruttore tecnico, categoria C, a tempo determinato e parziale trentatre', per il Comune di Scandiano. (GU n.58 del 23-07-2021)
È indetta selezione pubblica, per titoli e colloquio, per l'assunzione a tempo determinato e parziale (trentatrè ore settimanali) di una unità di personale nel profilo di istruttore tecnico - posizione economica di accesso C1 (C.C.N.L. funzioni locali) da assegnare al Comune di Scandiano. Scadenza presentazione delle domande: venti giorni successivi alla pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami». Tutte le informazioni relative alla selezione, ivi compresi i requisiti richiesti e le modalità per effettuare la domanda, sono contenute nell'avviso pubblicato sul sito internet dell'Unione Tresinaro Secchia. La copia integrale del bando è reperibile sul sito internet: http://www.tresinarosecchia.it/ Per informazioni: [email protected]
Contratti
2020
AVVISI E BANDI DI GARA
UNIVERSITÀ ED ALTRI ENTI DI ISTRUZIONE
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 33 del 20-3-2020
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-03-20&atto.codiceRedazionale=TX20BFL6919
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI FOGGIA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.33 del 20-3-2020)
Bando di gara - CIG 8239112A4D SEZIONE I: ENTE: Università di Foggia, Area Affari Negoziali, Via Gramsci 89/91, 71122 Foggia, @mail: [email protected], tel. 0881338407. SEZIONE II: OGGETTO: Accordo quadro quadriennale con unico operatore per l'affidamento di servizi fiduciari di portierato e assistenza alle aule nelle sedi dell'Università di Foggia (S02_2020). Valore dell'accordo quadro: E. 600.000,00 + IVA. Canone annuale a ribasso d'asta: E. 134.000,00 IVA esclusa. SEZIONE IV: PROCEDURA: Aperta telematica (www.empulia.it). Scadenza ricezione offerte: 30/04/2020 ore 12. SEZIONE VI:ALTRE INFORMAZIONI: Documentazione integrale su: www.unifg.it/ateneo/concorsi-e-gare/gare/servizi. GUCE n. 121316 del 12/03/20. Il R.U.P. dott.ssa Elisabetta Basile TX20BFL6919
Serie Generale
1997
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE
Serie Generale n. 34 del 11-2-1997
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1997-02-11&atto.codiceRedazionale=097A1035&elenco30giorni=false
MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE
DECRETO 29 gennaio 1997
Sostituzione del commissario liquidatore della societa' cooperativa "C.E.L.D. - Consorzio edilizio libero dauno", in San Severo. (GU Serie Generale n.34 del 11-02-1997)
IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE Visto il decreto ministeriale 18 luglio 1987 con il quale la società cooperativa "C.E.L.D. - Consorzio edilizio libero dauno", con sede in S. Severo (Foggia), è stata sciolta ai sensi dell'art. 2544 del codice civile ed il dott. Nicola Miticocchio ne è stato nominato commissario liquidatore; Visti i decreti ministeriali 23 maggio 1988 e 31 marzo 1995 con i quali si provvedeva alla sostituzione dei commisari liquidatori, che avevano rinunciato all'incarico; Visto il decreto ministeriale 9 febbraio 1996 con il quale è stato nominato commissario liquidatore il dott. Vittorio Antonacci, in sostituzione del rag. Giancarlo Silvestro Cristalli, rinunciatario; Vista la nota con la quale il dott. Vittorio Antonacci comunicava di non accettare l'incarico; Ravvisata, pertanto, la necessità di provvedere alla sua sostituzione nell'incarico di commissario liquidatore; Decreta: Il dott. Alessandro Buccino, nato a San Severo (Foggia), il 15 luglio 1945 ed ivi residente in via Carso n. 3, è nominato commissario liquidatore della società cooperativa "C.E.L.D. - Consorzio edilizio libero dauno", con sede in San Severo (Foggia), già sciolta ex art. 2544 del codice civile con precedente decreto ministeriale 18 luglio 1987, in sostituzione del dottor Vittorio Antonacci, rinunciatario. Roma, 29 gennaio 1997 p. Il Ministro: GASPARRINI
Contratti
2009
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 35 del 23-3-2009
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-03-23&atto.codiceRedazionale=T-09BGA3206
CITTA' DI PORTICI
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.35 del 23-3-2009)
AVVISO RISULTANZA DI GARA - Fornitura di sacchi trasparenti per raccolta differenziata. Importo dell'appalto:Euro 158.920,08 oltre IVA.Il Comune di Portici ha aggiudicato l'appalto in oggetto,con procedura di "pubblico incanto",espletato con il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso,ai sensi del D.Lgs.163/2006.Hanno partecipato n°5 ditte.Sono state escluse n°2 ditte.L'appalto è stato aggiudicato alla ditta:SALPLAST con sede in Afragola(NA)con il ribasso del 35,20%,quindi per l'importo di Euro 102.980,21 +IVA. Portici, li 9 marzo 2009 Il Dirigente Ix Settore Ing. Ciro Incoronato T-09BGA3206 (A pagamento).
Concorsi
2011
AMMINISTRAZIONI CENTRALI
AUTORITA' PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 75 del 20-9-2011
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2011-09-20&atto.codiceRedazionale=1E005224
AUTORITA' PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI
CONCORSO (scad. 19 novembre 2011)
Adozione di un bando relativo a un concorso pubblico per titoli ed esami per sei posti di personale con qualifica di operativo. (Deliberazione n. 420/11/CONS). (GU n.75 del 20-09-2011)
L'AUTORITÀ Nelle sue riunioni di Consiglio del 30 giugno 2011 e del 22 luglio 2011; Vista la legge 14 novembre 1995, n. 481, recante norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità. Istituzione delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità; Vista la legge 31 luglio 1997, n. 249, recante istituzione dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo; Visto il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122; Vista la delibera n. 17/98 del 16 giugno 1998, pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 22 luglio 1998, n. 169, e, in particolare, il regolamento concernente il trattamento giuridico ed economico del personale dell'autorità, e le sue successive modifiche ed integrazioni (di seguito, anche «il regolamento del personale»); Visto il nuovo regolamento concernente l'organizzazione e il funzionamento dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, approvato con delibera n. 316/02/CONS del 9 ottobre 2002, nel testo coordinato con le modifiche introdotte dalla delibera n. 506/05/CONS del 21 dicembre 2005 recante «modifiche ed integrazioni al regolamento di organizzazione e di funzionamento dell'autorita'», pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 11 del 14 gennaio 2006 e successive modifiche ed integrazioni; Vista la delibera n. 464/04/CONS del 22 dicembre 2004 e, in particolare, l'art. 2 che riconosce al personale in servizio alla data di approvazione della medesima ai soli fini della legittimazione alla partecipazione ai concorsi, l'anzianità maturata in Autorità con il titolo di studio richiesto per l'accesso alla qualifica; Vista la delibera n. 337/04/CONS del 19 ottobre 2004, concernente «regolamento recante l'adozione della pianta organica definitiva dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni» pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana dell'11 novembre 2004, n. 265; Vista la delibera n. 25/07/CONS del 17 gennaio 2007, recante «attuazione della nuova organizzazione dell'autorita': individuazione degli uffici di secondo livello e modifiche ed integrazioni al regolamento di organizzazione e di funzionamento», pubblicata per estratto nella Gazzetta Ufficiale n. 44 del 22 febbraio 2007; Vista la delibera n. 315/07/CONS recante la definizione della nuova dotazione organica dell'Autorità in applicazione dell'art. 1, comma 543, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007); Vista la delibera n. 557/08/CONS del 17 settembre 2008 recante disposizioni in merito alle attività relative al completamento della pianta organica; Visto l'art. 1, comma 543, della legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (legge finanziaria 2007) che consentiva all'autorità di «proporre una graduale ridefinizione della propria dotazione organica in misura non superiore al 25 per cento della consistenza attuale, mediante le risorse ad essa assicurate in via continuativa dall'art. 1, commi 65 e 66, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, senza aumenti del finanziamento a carico del bilancio statale»; Vista la delibera n. 315/07/CONS, già citata, resa esecutiva con d.P.C.M del 10 luglio 2007, con la quale, oltre a definire la dotazione organica dell'autorità, si indicava un percorso di graduale incremento dell'organico ricorrendo a piani di reclutamento anche a medio periodo; Vista la delibera n. 351/11/CONS del 15 giugno 2011 recante «disposizioni per assicurare la copertura dei posti previsti dalla dotazione organica e conseguenti modifiche al regolamento concernente il trattamento giuridico ed economico del personale»; Vista la delibera n. 374/11/CONS del 30 giugno 2011 con la quale sono state apportate modifiche alla delibera n. 315/07/CONS del 6 giugno 2007 recante: «definizione della nuova dotazione organica dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni in applicazione dell'art. 1, comma 543, della legge 27 dicembre 2006, n. 296»; Considerati gli impegni che graveranno in misura sempre più rilevante sulla struttura nel prossimo futuro e, in special modo, quelli in materia di procedure per l'assegnazione delle frequenze, di regolamentazione dei servizi di accesso alle reti di nuova generazione, dei nuovi servizi di media audiovisivi e di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica; Considerato che occorre assumere iniziative idonee a superare le criticità connesse alla carenza di risorse umane, a fronte dell'impegno, sempre più intenso, derivante dai compiti istituzionali già affidati all'autorità e delle incombenze conseguenti alle nuove attribuzioni come sopra descritte; Considerato che è opportuno a tal fine provvedere in tempi rapidi ad un'adeguata provvista di personale in possesso delle risorse professionali necessarie ad assicurare il regolare svolgimento dell'attività istituzionale e, nel contempo, a reclutare personale in misura tale da garantire l'espletamento dei servizi di carattere generale; Vista la disponibilità di posti in organico nella qualifica di operativo; Ritenuto che, sulla base delle considerazioni svolte in precedenza, sussistono i presupposti per procedere in tempi rapidi al completamento del percorso già indicato nella delibera 315/07/CONS coprendo le vacanze nella dotazione organica, nel rispetto di una equilibrata ripartizione del personale tra le due sedi dell'autorità e ferma restando la verifica della corretta copertura della spesa; Considerato che l'art. 28, del regolamento del personale attribuisce all'autorità il potere di stabilire nei bandi di concorso, entro i limiti previsti dalla normativa in vigore, una riserva di posti per il personale di ruolo, per il personale con contratto a tempo determinato ovvero per il personale in comando, fuori ruolo o provvedimenti analoghi incluso il personale di cui all'art. 4 del regolamento di organizzazione; Visto l'art. 34 che impone il previo superamento di un concorso pubblico per l'immissione nel ruolo organico dell'autorità del personale a contratto e di quello comunque distaccato; Ritenuto opportuno, valutate le proprie esigenze funzionali, destinare complessivi 6 posti a posizioni di personale con qualifica di operativo di livello iniziale della scala stipendiale; Valutata l'opportunità di prevedere riserve di posti nel limite di 3 posizioni a favore del personale che ne abbia titolo, secondo quanto previsto dal bando allegato, al fine di non disperdere le esperienze lavorative già maturate presso l'autorità; Considerato che gli oneri derivanti dai bandi allegati saranno imputati ai capitoli 1.05.1069 e 1.05.1081 e che comunque la corretta copertura della spesa sarà verificata in sede di assunzione che, ai sensi dell'art. 2, comma 2, lettera a), della delibera n. 351/11/CONS, è condizionata alla compatibilità con le risorse finanziarie dell'autorità e con le altre disposizioni di legge in materia di pianta organica e assunzione nei ruoli dell'autorità; Sentite le organizzazioni sindacali nella riunione del 7 - 8 marzo 2011 in merito al documento predisposto dall'amministrazione in materia di procedure di valorizzazione e reclutamento del personale e valutate le osservazioni svolte in quella sede e quelle contenute in documenti presentate; Udita la relazione dei commissari Stefano Mannoni e Michele Lauria, relatori ai sensi dell'art. 29, del regolamento concernente l'organizzazione e il funzionamento dell'autorità. Delibera: Art. 1 Approvazione del bando 1. È approvato il bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, per 6 posti di personale con qualifica di operativo, in prova. 2. I requisiti di partecipazione, nonchè le riserve dei posti sono specificati nel bando allegato. 3. L'onere derivante dalla presente delibera trova copertura, nel capitolo 1.05.1069 e collegati ed al capitolo 1.05.1081 per i conseguenti oneri riflessi, del bilancio di previsione per l'esercizio 2011 e dei successivi bilanci di competenza. 4. Il direttore del Servizio Risorse Umane e Formazione, nell'ambito delle proprie competenze, provvede agli atti ed alle iniziative conseguenti all'emanazione della presente delibera. La presente delibera è pubblicata, unitamente al bando, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi» e sul sito web dell'autorità. Roma, 22 luglio 2011 Il presidente: Calabrò I commissari relatori: Mannoni - Lauria ALLEGATO ALLA DELIBERA N. 420/11/CONS Bando di concorso pubblico, per titoli ed esami, a sei posti di personale con qualifica di operativo di livello iniziale in prova Art. 1 Posti a concorso 1. È indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per l'assunzione in prova di sei operativi da inquadrare nel ruolo al livello iniziale della scala stipendiale. 2. Ai sensi dell'art. 28, comma 5, del regolamento concernente il trattamento giuridico ed economico del personale è stabilita una riserva di tre posti per il personale con contratto a tempo determinato, in comando, fuori ruolo o provvedimenti analoghi incluso il personale di cui all'art. 4, del regolamento di organizzazione e funzionamento dell'autorità. 3. L'assunzione in servizio dei candidati dichiarati vincitori è disposta compatibilmente con le risorse finanziarie e con le altre disposizioni di legge in materia di pianta organica e assunzione nei ruoli dell'autorità. Art. 2. Requisiti di ammissione 1. Possono partecipare al concorso indetto all'art. 1 coloro che sono in possesso dei seguenti requisiti: a) cittadinanza italiana, ovvero cittadinanza di altro Stato membro dell'Unione europea, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 febbraio 1994, n. 174; b) idoneità fisica all'impiego, da accertarsi da parte di istituzioni sanitarie pubbliche; c) godimento dei diritti politici (per i cittadini di altro Stato membro dell'Unione europea nello Stato di appartenenza o di provenienza); d) diploma conclusivo di corso di studio di istruzione secondaria superiore o titolo equipollente a tutti gli effetti di legge. Il diploma estero sarà considerato utile purchè riconosciuto equipollente ad uno dei diplomi italiani; a tal fine la domanda di ammissione al concorso deve essere corredata a pena di esclusione dal provvedimento di riconoscimento dell'equipollenza al corrispondente titolo di studio italiano in base alla normativa vigente, con l'indicazione della scala di valutazione utilizzata per l'attribuzione del voto. Le equipollenze devono sussistere alla data di scadenza stabilita per la presentazione delle domande; e) possesso di uno dei seguenti requisiti: 1) abbiano svolto per almeno due anni dopo il diploma attività debitamente documentata nelle mansioni del personale operativo in uffici pubblici o privati; 2) abbiano prestato servizio presso l'autorità con funzioni di operativo per almeno un anno in base a contratto a tempo determinato ovvero a seguito di comando, distacco o fuori ruolo; 3) abbiano maturato i requisiti di cui all'art. 46 del regolamento concernente il trattamento giuridico ed economico del personale dell'autorità. 2. Ai fini del calcolo dell'esperienza qualificata post diploma nel caso in cui siano state svolte più attività ed esperienze, anche in contesti lavorativi diversi, i relativi periodi potranno essere cumulati. Tuttavia, qualora più attività siano state svolte contemporaneamente, si terrà conto, ai fini del cumulo dei periodi, di una sola di esse. Le attività saranno utilmente considerate solo se svolte nel contesto di un rapporto di natura istituzionale dal quale derivi un impegno continuativo per almeno tre mesi. Ai fini del calcolo del periodo minimo necessario per l'ammissione dovranno essere considerati prioritariamente i periodi di attività che non danno luogo a punteggi differenziati e maggiori in relazione alla particolare qualificazione dell'attività. 3. I requisiti indicati nel presente articolo devono essere posseduti alla data di scadenza del termine stabilito per la presentazione delle domande di ammissione al concorso; quelli indicati alle precedenti lettera a), b) devono essere posseduti alla data dell'assunzione. 4. Non possono accedere all'impiego presso l'autorita': a) coloro che abbiano riportato condanne penali passate in giudicato e subite per reati conseguenti a comportamenti ritenuti incompatibili con le funzioni da espletare nell'autorità; b) coloro che siano esclusi dall'elettorato politico attivo; c) coloro che siano stati destituiti, dispensati per persistente insufficiente rendimento o dichiarati decaduti dall'impiego presso una pubblica amministrazione per aver conseguito l'impiego mediante produzione di documenti falsi o viziati da invalidità insanabile o, comunque, con mezzi fraudolenti. 5. Tutti i candidati si intendono ammessi con riserva dell'accertamento dei requisiti prescritti per l'ammissione. Il direttore del Sermvizio per le risorse umane e formazione, con provvedimento motivato, dispone in ogni momento l'esclusione dal concorso dei candidati privi dei requisiti di ammissione previsti dal presente articolo ovvero in caso di irricevibilità o incompletezza della domanda di ammissione al concorso. Art. 3. Domande di ammissione 1. La domanda di ammissione al concorso dovrà essere redatta in carta semplice, con carattere stampatello e firmata dal candidato, a pena di irricevibilità, secondo lo schema del modulo allegato n. 1 al presente bando. Copia del modulo potrà essere anche stampata dal sito internet dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (www.agcom.it). Sulla busta contenente la domanda di ammissione al concorso dovrà essere indicato: «OLI». 2. La domanda dovrà essere spedita a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Centro Direzionale - Isola B5 - 80143 Napoli, entro il termine perentorio di giorni 60, che decorre dal giorno successivo a quello di pubblicazione del presente bando nella Gazzetta Ufficiale. A tal fine farà fede la data del timbro dell'ufficio postale accettante. 3. Il ritardo nella presentazione della domanda, quale ne sia la causa, anche se non imputabile al candidato, comporta la non ammissibilità del candidato stesso al concorso. Non saranno accettate domande inviate con modalità diverse da quella indicata al comma 2. 4. Il termine di scadenza per la spedizione, ove cada in giorno festivo, è prorogato al giorno seguente non festivo. 5. Nella domanda di ammissione al concorso il candidato deve dichiarare, tra l'altro: a) il nome e cognome; b) il luogo e la data di nascita; c) la residenza; d) il recapito al quale chiede che siano trasmesse le comunicazioni relative al presente concorso e un recapito telefonico; e) il possesso dei requisiti di cui all'art. 2; f) il comune nelle cui liste elettorali risulti iscritto, ovvero i motivi della non iscrizione o cancellazione dalle liste medesime; g) se abbia riportato condanne penali, indicando gli estremi del provvedimento di condanna o di applicazione dell'amnistia, del condono, dell'indulto o del perdono giudiziale e il titolo del reato (la dichiarazione va resa anche se negativa); h) se abbia procedimenti penali pendenti a suo carico, indicando gli estremi del procedimento ed il titolo del reato (la dichiarazione va resa anche se negativa); i) il diploma posseduto, con l'indicazione della data di conseguimento, del voto riportato e dell'esatta denominazione dell'istituto che lo ha rilasciato. I titoli di studio conseguiti all'estero saranno considerati validi soltanto se sarà allegato alla domanda il provvedimento di riconoscimento di equipollenza, rilasciato dalla competente autorità, con l'indicazione del tipo di diploma corrispondente al titolo estero e della votazione prevista dall'ordinamento italiano equivalente alla valutazione con cui è stato conseguito il titolo estero; l) la posizione nei riguardi degli obblighi militari; m) i servizi eventualmente prestati presso pubbliche amministrazioni e le cause di risoluzione dei predetti rapporti d'impiego; n) le esperienze qualificate maturate dopo il conseguimento del diploma, utili ai fini di quanto previsto dall'art. 2, comma 1, lettera e), specificando: la natura dell'attività svolta e la tipologia contrattuale di riferimento nonchè la posizione ricoperta (impiego pubblico o privato, con precisazione della carriera o categoria e del livello di inquadramento; ecc.); il contenuto dell'attività e delle funzioni esercitate; la denominazione, la sede ed il settore di competenza degli enti o imprese o studi professionali presso i quali l'attività o il servizio sono stati svolti; la data di inizio (giorno, mese ed anno) e quella di termine (giorno, mese ed anno) per ogni periodo di attività; o) la lingua straniera scelta, fra inglese e francese, per la prova orale; p) eventuali titoli di precedenza o preferenza e le riserve stabiliti da disposizioni di legge; q) curriculum formativo e professionale, datato e sottoscritto con firma autografa; r) elenco dei titoli valutabili ai sensi del successivo art. 6. Ai fini della valutazione ai sensi dell'art. 6, devono essere indicati i titoli, professionali o di studio, attinenti l'attività istituzionale dell'autorità, nonchè la conoscenza di lingue straniere, diverse da quella scelta per la prova orale; l'indicazione dei titoli e della conoscenza della lingue dovrà essere circostanziata con gli elementi idonei a consentire l'esatta individuazione dell'ente o istituto, pubblico o privato, nazionale o estero, che ha rilasciato il titolo, nonchè l'attribuzione di un punteggio o valutazione di merito. Alla domanda dovranno essere allegati fotocopia integrale di un documento di identità, che si intenderà prodotta con riferimento alle dichiarazioni contenute nei documenti e alla conformità di fotocopie agli originali, prodotti con la domanda di concorso, per le finalità previste dagli articoli 46 e 47 del d.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445; l'assenza del documento di identità comporterà l'invalidità delle dichiarazioni effettuate e dei documenti non prodotti in originale o in copia autentica, senza possibilità di regolarizzazione degli stessi. 6. Per il riconoscimento dei benefici previsti dall'art. 20, della legge 5 febbraio 1992, n. 104 («legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate»), i candidati portatori di handicap, ai sensi dell'art. 3, della medesima legge, devono specificare nella domanda di ammissione al concorso la necessità di tempi aggiuntivi e/o gli ausili per lo svolgimento delle prove del concorso, in relazione allo specifico handicap posseduto. È anche possibile attestare di essere stato riconosciuto portatore di handicap ai sensi del citato art. 3 mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione effettuata ai sensi dell'art. 46 del d.P.R. n. 445/2000. Qualora l'Autorità riscontri la non veridicità di quanto autocertificato dal candidato, procede all'annullamento delle prove dallo stesso sostenute. 7. Dalla domanda deve risultare l'autorizzazione in modo espresso agli enti privati o alle persone fisiche - citati nella domanda in qualità di datori di lavoro - a fornire conferma scritta a seguito di specifica richiesta dell'autorità volta ad accertare se le dichiarazioni di cui ai precedente comma 5 sono veritiere. 8. In caso di presentazione di istanze, atti o documenti in lingua straniera, deve essere allegata una traduzione in lingua italiana, certificata conforme al testo straniero, redatta dalla competente rappresentanza diplomatica o consolare. 9. L'autorità non assume alcuna responsabilità per la dispersione delle comunicazioni dipendente da inesatta indicazione del recapito da parte dell'aspirante oppure da mancata o tardiva comunicazione del cambiamento del recapito indicato nella domanda, e per eventuali disguidi postali o telegrafici imputabili a fatto di terzi, caso fortuito o forza maggiore. 10. Le informazioni relative al concorso saranno disponibili nel sito internet www.agcom.it. Art. 4. Commissione esaminatrice 1. La commissione esaminatrice del concorso, da nominarsi con successiva delibera, sarà costituita da esperti di provata competenza nelle materie oggetto delle prove d'esame del concorso scelti tra professori ordinari, tra magistrati delle giurisdizioni superiori, tra dirigenti generali dello Stato e tra dirigenti dell'autorità, anche in quiescenza. Per le lingue straniere e per particolari esigenze tecniche e funzionali la commissione potrà essere integrata da uno o più componenti esperti. Art. 5. Prove di esame, criteri di attribuzione dei punteggi 1. Il concorso è articolato in un'eventuale prova preselettiva, nella valutazione dei titoli, in una prova scritta teorico - pratica, e in una prova orale. 2. Il punteggio massimo complessivamente attribuibile è di 100 punti ripartiti in 20 punti per i titoli; 40 punti per la prova scritta e 40 punti per la prova orale. La valutazione dei titoli precede le prove d'esame ed è effettuata dalla commissione previa determinazione dei criteri di valutazione e nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal bando. Sono ammessi alla prova scritta i candidati che ottengano almeno 10 punti nella valutazione dei titoli. Sono ammessi alla prova orale i candidati che ottengano almeno 20 punti nella prova scritta. 3. Il punteggio complessivo sarà determinato dalla somma dei punteggi utili riportati nella valutazione dei titoli, nella prova scritta e nella prova orale. Sono considerati idonei i candidati che hanno conseguito almeno 70 punti. 4. La prova scritta ed orale verteranno sulle materie riportate nell'allegato n. 2 al presente bando. Nell'ambito della prova orale sarà accertata la conoscenza di una lingua straniera a scelta dal candidato tra inglese e francese ed indicata nella domanda di concorso, nonchè saranno accertate, anche con l'uso di personal computer, le conoscenze e la capacità applicativa del candidato in ambito OFFICE, nonchè rispetto alla navigazione in internet. 5. In relazione al numero dei candidati ammessi al concorso, l'autorità valuta la possibilità che le prove d'esame siano precedute da una prova preselettiva, effettuata anche con l'ausilio di sistemi elettronici, ed utilizzando criteri di svolgimento preventivamente stabiliti dalla commissione esaminatrice e comunicati ai candidati prima dell'inizio della prova. La prova preselettiva precede la valutazione dei titoli e la prova di esame scritta ed orale. La prova è intesa ad accertare il possesso di idonea e specifica preparazione professionale in relazione alle mansioni previste per la qualifica di operativo. I candidati che hanno prestato servizio in autorità con contratto a tempo determinato ovvero abbiano svolto periodi di stage presso l'autorità, sono esonerati dalla prova preselettiva. Sulla base dei risultati della prova preselettiva, per la quale è previsto un punteggio massimo di 100 punti, è formato un elenco dei candidati ammessi alla fase successiva . Sono ammessi i candidati che riportano una votazione di almeno 70 punti. Sono comunque ammessi coloro che sono collocati in detto elenco entro il quarantesimo posto, nonchè i candidati eventualmente classificati ex aequo al quarantesimo posto. Il punteggio conseguito nella prova preselettiva non viene preso in considerazione al fine della formazione della graduatoria finale di merito. L'elenco di coloro che hanno superato la prova preselettiva è pubblicato mediante affissione presso la sede di Napoli dell'autorità e sul sito web dell'autorità www.agcom.it. Art. 6. Valutazione dei titoli 1. La Commissione esaminatrice determina preliminarmente, per ciascuna delle categorie di titoli di seguito indicate i criteri per l'attribuzione del relativo punteggio. 2. Il punteggio massimo attribuibile ai titoli è 20 punti. Il risultato della valutazione dei titoli è reso noto ai candidati mediante affissione presso la sede di Napoli dell'autorità e mediante pubblicazione sul sito internet dell'autorità. I titoli a tal fine valutabili sono i seguenti: a) titoli relativi all'esperienza qualificata post-diploma, diversa da quella di cui al successivo punto c), da valutarsi limitatamente al periodo eccedente quello minimo necessario per l'ammissione al concorso fino ad un massimo di 9 punti attribuiti in base alla rilevanza e alla durata delle esperienze di lavoro maturate nei campi di interesse dell'autorità e all'attinenza con i compiti da svolgere in autorità. Saranno considerati soltanto i periodi conformi alle caratteristiche e negli ambiti descritti dall'art. 2, e risultanti dalle attestazioni dei datori di lavoro, allegate al modulo di domanda, che ne attestino la durata ed il regolare svolgimento. Per la determinazione dei periodi utilmente valutabili si applicano i criteri indicati all'art. 2, comma 1, del presente bando. b) altri titoli, professionali o di studio, attinenti l'attività istituzionale dell'autorità o la conoscenza di lingue straniere diverse da quella prescelta dal candidato per la prova orale punteggio massimo di 9 punti così ripartiti: voto conseguito nel diploma conclusivo di corso di studio di istruzione secondaria superiore prescritto: 0,5 punti i voti compresi tra 51/60 e 56/60 o tra 85/100 e 95/100; 1 punto per i voti compresi tra 57/60 e 59/60 o tra 96/100 e 99/100; 1,5 punti per i voti pari a 60/60 e 100/100; diploma di laurea breve o diploma di laurea specialistica o equipollente: fino ad un massimo di 2,5 punti; altri elementi che comprovino il possesso da parte del candidato di un profilo professionale e culturale aderente a quello richiesto per l'espletamento delle funzioni: fino ad un massimo di 3,5 punti; incarichi e servizi speciali svolti nelle pubbliche amministrazione, o altri incarichi di particolare rilevanza nei campi di interesse dell'autorita': fino ad un massimo di 1,5 punti; c) anzianità di servizio presso l'autorità, con particolare riferimento alla durata della stessa maturata in base a contratto a tempo determinato, ovvero a seguito di comando, distacco, fuori ruolo, e di altre analoghe posizioni, per periodi eccedenti quello valutato per l'ammissione al concorso con esclusione di periodi di aspettativa volontaria: 3 punti per ogni anno. 3. Salve le disposizioni contenute nel d.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, gli attestati relativi alle diverse categorie di titoli e le pubblicazioni devono essere prodotti in un unico esemplare originale, ovvero in fotocopia purchè accompagnati da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante che si tratta di copia conforme all'originale. Esclusivamente - a pena di non valutazione - a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, saranno presi in considerazione solo se inoltrati entro il termine utile per la presentazione delle domande. Art. 7. Svolgimento delle prove di esame 1. La data e la sede di svolgimento della prova scritta ovvero dell'eventuale prova preselettiva sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie Speciale - «Concorsi ed esami» del 22 novembre 2011 e saranno pubblicati sul sito internet dell'autorità. La pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli effetti nei confronti dei candidati ammessi a sostenerle. 2. Per essere ammessi a sostenere le prove del concorso i candidati devono essere muniti di un documento d'identità o di riconoscimento in corso di validità. I cittadini di Stato membro dell'Unione europea diverso dall'Italia devono essere muniti di un documento equipollente. 3. I risultati della prova scritta sono affissi presso la sede di Napoli dell'autorità e sono pubblicati sul sito internet. Ai candidati che abbiano superato la prova scritta è comunicata la data fissata per la prova orale. 4. Durante lo svolgimento della prova preselettiva e delle altre prove d'esame si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni contenute nel d.P.R. 9 maggio 1994, n. 487 e successive modificazioni ed integrazioni. Art. 8 Prova orale 1. La prova orale, finalizzata all'accertamento delle cognizioni e dei requisiti tecnico-professionali necessari all'espletamento delle funzioni proprie della qualifica da conferire, è articolata secondo quanto indicato nell'allegato n. 2 al presente bando. Art. 9. Graduatoria finale 1. Espletate le prove del concorso, la commissione esaminatrice forma la graduatoria di merito con l'indicazione dei punteggi conseguiti dai candidati. Il punteggio complessivo è dato dalla somma dei punteggi riportati, nella valutazione dei titoli posseduti, nella prova scritta e nella prova orale. 2. L'autorità approva la graduatoria finale in base alla graduatoria di merito e agli eventuali titoli di precedenza o preferenza stabiliti da disposizioni di legge per essa vincolanti. 3. Fermo restando quanto precede, qualora due o più candidati risultino in graduatoria nella medesima posizione, è preferito il candidato più giovane di età. 4. L'autorità, sotto condizione dell'accertamento del possesso dei requisiti per l'ammissione al concorso e all'impiego, nonchè dei titoli rientranti tra quelli indicati al precedente art. 6 e degli eventuali titoli di precedenza o preferenza dichiara vincitori del concorso i primi classificati nella graduatoria finale in relazione, in prima istanza, al numero dei posti non riservati messi a concorso e, successivamente, in relazione al numero di posti riservati. 5. In caso di rinuncia di uno dei vincitori, l'autorità si riserva la facoltà di assegnare ad altro candidato idoneo il posto resosi disponibile, seguendo l'ordine della relativa graduatoria finale. 6. La graduatoria del concorso è pubblicata mediante affissione presso la sede di Napoli dell'autorità e sul sito internet dell'autorità www.agcom.it - Di tale pubblicazione è data notizia mediante avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie Speciale - «Concorsi ed esami». 7. L'autorità si riserva la facoltà di utilizzare la graduatoria, nel termine di tre anni dalla data di approvazione della stessa, per eventuali ulteriori assunzioni resesi necessarie. Art. 10. Documenti per l'ammissione all'impiego 1. L'assunzione in servizio dei candidati dichiarati vincitori del concorso è disposta compatibilmente con le risorse finanziarie e con altre disposizioni di legge in materia di pianta organica e assunzione nei ruoli dell'autorità ed alla verifica, a pena di decadenza, dell'effettivo possesso dei requisiti per l'ammissione al concorso ed all'impiego nonchè dei titoli rientranti tra quelli indicati al precedente art. 6. 2. I candidati dichiarati vincitori del concorso, per i quali si intende disporre l'assunzione in servizio, sono invitati, sotto pena di decadenza, a presentare, ovvero a trasmettere a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni - Servizio risorse umane e formazione - Centro Direzionale, Isola B5 - 80143 Napoli - entro il termine stabilito in detta comunicazione, idonea documentazione comprovante il possesso dei soli stati, fatti o qualità soggetti a modificazione, nonchè dichiarazione datata e sottoscritta di insussistenza di situazioni di incompatibilità all' assunzione dell'impiego presso l'autorità. La documentazione deve essere in regola con le norme sul bollo ed ammissibile in sostituzione delle normali certificazioni ai sensi degli articoli 46 e 47 del d.P.R. n. 445/2000 e successive modificazioni. I candidati dipendenti di ruolo dello Stato dovranno presentare esclusivamente la certificazione medica e copia conforme dello stato matricolare rilasciati in data successiva all'invito a produrli. 3. I documenti presentati oltre il termine stabilito dal comma 2 del presente articolo non sono presi in considerazione e comportano la decadenza dal diritto alla nomina in prova. Si considerano prodotti in tempo utile i documenti spediti a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, ovvero consegnati a mano presso gli Uffici dell'Autorità - Centro Direzionale Isola B5 - Napoli, entro il termine stabilito dal comma 2 del presente articolo. Ai fini della determinazione della data di spedizione fa fede la data del timbro apposto dall'ufficio postale accettante ovvero quella apposta dagli Uffici dell'autorità. 4. È facoltà dell'autorità sottoporre a visita medica di controllo presso la A.S.L. competente per territorio i vincitori del concorso nei confronti dei quali si intenda procedere all'assunzione. 5. I vincitori del concorso sono nominati operativi di livello iniziale in prova nella carriera operativa del personale di ruolo dell'autorità, tre saranno assegnati alla sede di Roma e tre assegnati alla sede di Napoli. 6. I concorrenti utilmente collocati in graduatoria scelgono, secondo l'ordine della graduatoria stessa, la sede di assegnazione tra Napoli e Roma nell'ambito dei posti messi a concorso. 7. L'accettazione della nomina in prova non può essere in alcun modo condizionata ed include la disponibilità del candidato al trasferimento in altra sede dell'autorità. 8. In seguito al conferimento della nomina in prova, gli interessati devono presentarsi, entro il termine indicato nella relativa comunicazione, presso la sede di Napoli. Eventuali proroghe di detto termine sono concesse solo per giustificati, documentati motivi. 9. I candidati che hanno conseguito la nomina e non assumono servizio senza giustificato motivo entro il prescritto termine, sono dichiarati decaduti dalla nomina. 10. Il Servizio Risorse Umane e formazione effettuerà controlli, anche a campione, ai sensi dell'art. 71, del d.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445, sulla veridicità delle dichiarazioni rese nella domanda di ammissione. Entro il termine di trenta giorni dalla data di assunzione in servizio il vincitore del concorso dovrà comunque presentare, a pena di decadenza, al Servizio Risorse Umane e formazione, un certificato rilasciato da un'azienda sanitaria locale, da un medico militare o da un ufficiale sanitario, attestante l'idoneità fisica al servizio continuativo ed incondizionato nell'impiego al quale il concorso si riferisce. 11. La nomina in ruolo è subordinata al compimento, con esito positivo, del periodo di prova. Il periodo di prova ha la durata di sei mesi a decorrere dal giorno di effettivo inizio del servizio ed è prolungato per un periodo di tempo eguale a quello in cui il dipendente sia stato assente, a qualunque titolo, dal servizio stesso. Il periodo di prova, se concluso favorevolmente, è computato come servizio di ruolo effettivo. Nell'ipotesi di esito sfavorevole, esso è prorogato per altri sei mesi, al termine dei quali, ove l'esito sia ancora sfavorevole, viene dichiarata dall'autorità la risoluzione del rapporto. 12. Il personale, già in servizio presso l'autorità, che ha partecipato al concorso risultandone vincitore, è esentato dal periodo di prova sempre che il servizio prestato presso l'Autorità sia stato di durata superiore al periodo di prova stesso. Art. 11. Informativa sul trattamento dei dati personali dei candidati 1. Ai sensi dell'art. 13, comma 1, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, si informano i candidati che i dati personali sono raccolti e conservati presso l'autorità, servizio risorse umane e formazione, e sono trattati anche in forma automatizzata ai soli fini dell'espletamento del concorso e, successivamente all'eventuale instaurazione del rapporto di impiego, per le finalità inerenti alla gestione del rapporto medesimo, con logiche pienamente rispondenti alle predette finalità. 2. Per il trattamento, da parte dell'autorità, dei dati conferiti non è richiesto il consenso degli interessati. 3. I dati personali potranno essere comunicati alle amministrazioni pubbliche ovvero ai soggetti terzi nei confronti dei quali la comunicazione risulti necessaria per finalità connesse allo svolgimento del concorso ovvero alla gestione dell'eventuale rapporto d'impiego. 4. I dati idonei a rivelare lo stato di salute dei candidati sono trattati per l'adempimento degli obblighi previsti dalle leggi n. 104/1992 e n. 68/1999, nonchè per l'accertamento del requisito dell'idoneità fisica all'impiego, previsto dall'art. 2 del d.P.R. 9 maggio 1994, n. 487. 5. Ciascun candidato gode dei diritti riconosciuti dall'art. 7 del citato decreto legislativo n. 196/2003 tra i quali il diritto di accedere ai dati che lo riguardano; di far aggiornare, rettificare, integrare i dati erronei o incompleti; di far cancellare i dati trattati in violazione di legge; di opporsi, per motivi legittimi, al trattamento dei dati che lo riguardano. 6. Titolare del trattamento è l'autorità, Centro Direzionale Isola B5 - Napoli, nei cui confronti possono essere fatti valere i diritti di cui sopra. Il presidente: Calabrò Allegato 1 Parte di provvedimento in formato grafico Allegato 2 Parte di provvedimento in formato grafico
Parte Seconda
2010
Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione
Notifiche per pubblici proclami
Parte Seconda n. 136 del 16-11-2010
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-11-16&atto.codiceRedazionale=TC10ABA11010
TRIBUNALE DI VERONA
(GU Parte Seconda n.136 del 16-11-2010)
Estratto atto di citazione Con atto di citazione 29 settembre 2010 Sartori Luigi, residente in Brenzone (VR), via Cà Romana n. 11, con l'avv. Michele Fontana, domiciliato in Verona, via Pancaldo n. 70, ha convenuto avanti il Tribunale di Verona per l'udienza del 31 marzo 2011, ore di rito, Sartori Dolores, Mabel, Stefano, Formaggioni Clementina, Sartori Agostino, Antonia, Bartola, Berta, Domenico, Dora, Ezio, Francesca, Giuseppe, Luigi (fu Vittorio), Maria, Paolo, Zeno e Veronesi Elisa nonchè i loro eredi e/o aventi causa, per far accertare nei confronti degli stessi l'intervenuta usucapione in suo favore degli immobili distinti al CT Comune di Brenzone (VR), fg. 27, mm.nn. 25, 39, 106, 108 e 138. Il 19 ottobre 2010 il presidente del Tribunale di Verona, su parere positivo del P.M., ha autorizzato la notifica per pubblici proclami dell'atto di citazione disponendo deposito dello stesso nella Casa comunale di Verona, affissione all'albo nella Casa Comunale di Verona, inserzione per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica. Verona, 2 novembre 2010 Avv. Michele Fontana TC10ABA11010
Serie Generale
2020
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Serie Generale n. 206 del 19-8-2020
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-08-19&atto.codiceRedazionale=20A04436&elenco30giorni=false
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
DECRETO 5 agosto 2020
Conferma dell'incarico al Consorzio di tutela Provolone del Monaco DOP e attribuzione dell'incarico di svolgere le funzioni di cui all'articolo 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 per la DOP «Provolone del Monaco». (20A04436) (GU Serie Generale n.206 del 19-08-2020)
IL DIRIGENTE DELLA PQAI IV della direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell'ippica Visto il regolamento (CE) n. 1151/2012 del Consiglio del 21 novembre 2012 relativo ai regimi di qualità dei prodotti agricoli ed alimentari; Viste le premesse sulle quali è fondato il predetto regolamento ed, in particolare, quelle relative alle esigenze dei consumatori che, chiedendo qualità e prodotti tradizionali, determinano una domanda di prodotti agricoli o alimentari con caratteristiche specifiche riconoscibili, in particolare modo quelle connesse all'origine geografica. Considerato che tali esigenze possono essere soddisfatte dai consorzi di tutela che, in quanto costituiti dai soggetti direttamente coinvolti nella filiera produttiva, hanno un'esperienza specifica ed una conoscenza approfondita delle caratteristiche del prodotto; Vista la legge 21 dicembre 1999, n. 526, recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità europea - legge comunitaria 1999, ed in particolare l'art. 14, comma 15, che individua le funzioni per l'esercizio delle quali i Consorzi di tutela delle DOP, delle IGP e delle STG possono ricevere, mediante provvedimento di riconoscimento, l'incarico corrispondente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; Visto l'art. 14 della citata legge 21 dicembre 1999, n. 526, ed in particolare il comma 15, che individua le funzioni per l'esercizio delle quali i Consorzi di tutela delle DOP, delle IGP e delle STG possono ricevere, mediante provvedimento di riconoscimento, l'incarico corrispondente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; Visti i decreti ministeriali 12 aprile 2000, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 97 del 27 aprile 2000, recanti «disposizioni generali relative ai requisiti di rappresentatività dei Consorzi di tutela delle denominazioni di origine protette (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP)» e «individuazione dei criteri di rappresentanza negli organi sociali dei Consorzi di tutela delle denominazioni di origine protette (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP)», emanati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in attuazione dell'art. 14, comma 17, della citata legge n. 526/1999; Visto il decreto 12 settembre 2000, n. 410 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 9 del 12 gennaio 2001, con il quale, in attuazione dell'art. 14, comma 16, della legge n. 526/1999, è stato adottato il regolamento concernente la ripartizione dei costi derivanti dalle attività dei consorzi di tutela delle DOP e delle IGP incaricati dal Ministero; Visto il decreto 12 ottobre 2000 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 272 del 21 novembre 2000, con il quale, conformemente alle previsioni dell'art. 14, comma 15, lettera d) sono state impartite le direttive per la collaborazione dei consorzi di tutela delle DOP e delle IGP con l'Ispettorato centrale repressione frodi, ora Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), nell'attività di vigilanza; Visto il decreto 10 maggio 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 134 del 12 giugno 2001, recante integrazioni ai citati decreti del 12 aprile 2000; Visto il decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 297, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 293 del 15 dicembre 2004, recante «disposizioni sanzionatorie in applicazione del regolamento (CEE) n. 2081/92, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari»; Visti i decreti 4 maggio 2005, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 112 del 16 maggio 2005, recanti integrazione ai citati decreti del 12 aprile 2000; Visto il decreto 5 agosto 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale n. 191 del 18 agosto 2005, recante modifica al citato decreto del 4 maggio 2005; Visto il decreto dipartimentale n. 7422 del 12 maggio 2010 recante disposizioni generali in materia di verifica delle attività istituzionali attribuite ai Consorzi di tutela ai sensi dell'art. 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526; Visto il regolamento (UE) n. 121 della Commissione del 9 febbraio 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee legge 38 dell'11 febbraio 2010 con il quale è stata registrata la denominazione d'origine protetta «Provolone del Monaco»; Visto il decreto ministeriale del 21 febbraio 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 58 dell'11 marzo 2011, con il quale è stato attribuito per un triennio al Consorzio di tutela del Provolone del Monaco DOP il riconoscimento e l'incarico a svolgere le funzioni di cui all'art. 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 per la DOP «Provolone del Monaco»; Visto il decreto ministeriale del 19 luglio 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 187 del 11 agosto 2017, con il quale è stato rinnovato da ultimo al Consorzio di tutela del Provolone del Monaco DOP l'incarico a svolgere le funzioni di cui all'art. 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 per la DOP «Provolone del Monaco»; Visto l'art. 7 del decreto ministeriale del 12 aprile 2000, n. 61413 citato, recante disposizioni generali relative ai requisiti di rappresentatività dei Consorzi di tutela delle DOP e delle IGP che individua la modalità per la verifica della sussistenza del requisito della rappresentatività, effettuata con cadenza triennale, dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; Considerato che la condizione richiesta dall'art. 5 del decreto 12 aprile 2000 sopra citato, relativo ai requisiti di rappresentatività dei Consorzi di tutela, è soddisfatta in quanto il Ministero ha verificato che la partecipazione, nella compagine sociale, dei soggetti appartenenti alla categoria «caseifici» nella filiera «formaggi» individuata all'art. 4, lettera a) del medesimo decreto, rappresenta almeno i 2/3 della produzione controllata dall'organismo di controllo nel periodo significativo di riferimento. Tale verifica è stata eseguita sulla base delle dichiarazioni presentate dal Consorzio richiedente con nota del 21 luglio 2020 (prot. mipaaf n. 9013621) e delle attestazioni rilasciate dall'organismo di controllo agroqualità in data 4 agosto 2020 (prot. Mipaaf n. 9041223), autorizzato a svolgere le attività di controllo sulla denominazione di origine protetta «Provolone del Monaco»; Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, ed in particolare l'art. 16, lettera d); Vista la direttiva dipartimentale n. 805 del 12 marzo 2020, come modificata dalla direttiva dipartimentale n. 1483 del 21 aprile 2020, ed in particolare l'art. 2, comma 3, recante autorizzazione alla firma degli atti e dei provvedimenti relativi ai procedimenti amministrativi di loro competenza per i titolari degli uffici di livello dirigenziale non generale; Ritenuto pertanto necessario procedere alla conferma dell'incarico al Consorzio di tutela del Provolone del Monaco DOP a svolgere le funzioni indicate all'art. 14, comma 15, della legge n. 526/1999 per la DOP «Provolone del Monaco»; Decreta: Articolo unico 1. È confermato per un triennio l'incarico concesso con il decreto 21 febbraio 2011 e confermato da ultimo con decreto ministeriale 19 luglio 2017 al Consorzio di tutela del Provolone del Monaco DOP con sede legale in Montechiaro di Vico Equense (NA), via Calvania n. 20, a svolgere le funzioni di cui all'art. 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 per la DOP «Provolone del Monaco». 2. Il predetto incarico, che comporta l'obbligo delle prescrizioni previste nel decreto del 21 febbraio 2011 può essere sospeso con provvedimento motivato e revocato ai sensi dell'art. 7 del decreto 12 aprile 2000, recante disposizioni generali relative ai requisiti di rappresentatività dei consorzi di tutela delle denominazioni di origine protette (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP). Il presente decreto entra in vigore dalla data di emanazione dello stesso, ed è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 5 agosto 2020 Il dirigente: Polizzi
Parte Seconda
2014
Annunzi commerciali
Convocazioni di assemblea
Parte Seconda n. 44 del 12-4-2014
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2014-04-12&atto.codiceRedazionale=T14AAA5170
BONOTTO HOTELS S.P.A.
Sede: viale delle Fosse, 3 - 36061 Bassano del Grappa (VI) Tel. +39 (0)424 522.055 - Fax +39 (0)424529.489 www.bonotto.it Capitale sociale: € 2.634.150 i.v. Registro delle imprese: VI n. 01276640248
(GU Parte Seconda n.44 del 12-4-2014)
Convocazione di assemblea ordinaria Gli azionisti della Bonotto Hotels S.p.A. sono convocati in Assemblea ordinaria in prima convocazione il giorno 29 Aprile 2014, alle ore 16,00 presso la sede legale in Bassano del Grappa, Viale delle Fosse, 3, per discutere e deliberare in merito al seguente ordine del giorno 1. Esame di Bilancio al 31 dicembre 2013, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa, lettura della relazione del Collegio Sindacale, delibere inerenti e conseguenti; 2. Nomina, per gli esercizi 2014, 2015 e 2016, del Collegio Sindacale, del suo Presidente, e determinazione dell'emolumento annuale da riconoscere al Collegio. Qualora l'Assemblea in prima convocazione non fosse validamente costituita per insufficienza del numero legale essa è sin d'ora convocata in seconda convocazione, con il medesimo ordine del giorno, per il giorno 19 maggio 2014, ore 11,00 presso l' Hotel Belvedere Piazzale G. Giardino,14 , Bassano del Grappa Ai sensi dell' art. 16 dello Statuto sociale, hanno diritto ad intervenire all' Assemblea ed esercitarvi il diritto di voto solo coloro che risultano iscritti nel libro dei soci almeno cinque giorni prima di quello fissato per l'Assemblea in prima convocazione e che siano in possesso del documento attestante l'avvenuto deposito, nello stesso termine, delle azioni presso la sede sociale . Per tale periodo, e fino a che l'Assemblea non abbia avuto luogo, le azioni resteranno indisponibili. Gli azionisti possono farsi rappresentare nell' Assemblea da altra persona mediante delega da conferirsi per iscritto . Bassano del Grappa, 09 Aprile 2014 L'amministratore unico Faresin cav. Giannina T14AAA5170
Concorsi
2001
UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
UNIVERSITA' DI PAVIA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 68 del 28-8-2001
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2001-08-28&atto.codiceRedazionale=001E7876
UNIVERSITA' DI PAVIA
NOMINA
Sostituzione di un membro della commissione giudicatrice per la procedura di valutazione comparativa per il settore scientifico-disciplinare L10Y - Filologia e linguistica romanza - scuola di paleografia e filologia musicale. (GU n.68 del 28-08-2001)
IL RETTORE Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168; Vista la legge 3 luglio 1998, n. 210, con la quale si è provveduto a trasferire alle università la competenza ad espletare le procedure per la copertura dei posti di ruolo e per la nomina in ruolo dei professori di prima e seconda fascia e dei ricercatori universitari; Vista la legge 19 ottobre 1999, n. 370; Visto il regolamento ministeriale emanato con il decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 2000, n. 117; Visto il decreto rettorale n. 139 del 3 luglio 2001 con cui è stato emanato il regolamento sulle modalità di espletamento delle procedure per il reclutamento dei professori universitari di ruolo e dei ricercatori; Visto il decreto rettorale n. 91/conc. del 20 marzo 2001 il cui avviso è stato pubblicato nel supplemento alla Gazzetta Ufficiale - 4a serie speciale - n. 30 del 13 aprile 2001 con il quale sono state indette le procedure di valutazione comparativa per la copertura di complessivi ventisette posti di ricercatore universitario tra cui un posto per il settore scientifico-disciplinare L10Y - Filologia e linguistica romanza, presso la scuola di paleografia e filologia musicale; Vista la delibera con la quale il consiglio della scuola ha provveduto a designare il prof. Speroni Gian Battista, quale componente interno della commissione giudicatrice della predetta procedura di valutazione comparativa; Vista la nota del 17 luglio 2001 con cui il prof. Speroni Gian Battista ha espresso la sua impossibilità a far parte della suddetta commissione, per gravi motivi di salute; Vista la delibera con la quale il consiglio della scuola nella seduta del 18 luglio 2001 ha provveduto a designare il prof. Formisano Luciano, ordinario del settore scientifico-disciplinare L10Y, in sostituzione del prof. Speroni Gian Battista; Visto il decreto rettorale n. 113/conc. del 28 maggio 2001 con cui sono state indette le procedure elettorali (seconda tornata 2001) per la costituzione delle commissioni giudicatrici delle procedure di valutazione comparativa a posti di professore di ruolo di prima e seconda fascia e di ricercatore universitario; Visto il risultato delle operazioni di voto per l'elezione dei componenti le commissioni giudicatrici; Ritenuto, pertanto, di dover provvedere alla costituzione della predetta commissione giudicatrice; Decreta: Art. 1. Per le motivazioni di cui in premessa il prof. Speroni Gian Battista, professore ordinario presso la facoltà di lettere e filosofia di questo Ateneo è sostituito dal prof. Formisano Luciano, ordinario del settore scientifico-disciplinare L10Y presso la facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Bologna. Art. 2. È costituita la commissione giudicatrice per la procedura di valutazione comparativa bandita con il decreto rettorale di cui in premessa per il settore scientifico-disciplinare L10Y - Filologia e linguistica romanza - Scuola di paleografia e filologia musicale. Membro designato: prof. Formisano Luciano, ordinario, Bologna - lettere e filosofia. Componente eletto - associato: prof. Porta Giuseppe - Siena - lettere e filosofia II. Componente eletto - ricercatore: dott. Maninchedda Paolo Giovanni - Cagliari - Lingue e letterature straniere. Le eventuali cause di incompatibilità e le modifiche dello stato giuridico intervenute successivamente alla nomina non incidono sulla qualità di componente delle commissioni giudicatrici. Art. 3. Ai sensi del comma 16, dell'art. 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 117/1995, dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto rettorale di nomina della commissione giudicatrice decorrono i trenta giorni previsti dall'art. 9 del decreto-legge 21 aprile 1995, n. 120, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2000, n. 236, per la presentazione al rettore da parte dei candidati di eventuali istanze di ricusazione dei commissari. Decorso tale termine e, comunque, dopo l'insediamento della commissione non sono ammesse istanze di ricusazione dei commissari. Al presente decreto viene data pubblicità anche per via telematica al seguente indirizzo: http://www.unipv.it/webdoc/ufficioconcorsi/tabaprile2001.htm Pavia, 25 luglio 2001 Il rettore: Schmid
Serie Generale
1994
AVVISI DI RETTIFICA
Serie Generale n. 83 del 11-4-1994
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1994-04-11&atto.codiceRedazionale=094A2373&elenco30giorni=false
AVVISO DI RETTIFICA
Comunicato relativo alla deliberazione della Commissione nazionale per le societa' e la borsa 8 marzo 1994 concernente: "Adozione del regolamento recante disposizioni in ordine alle modalita' di pubblicazione ed al contenuto dell'annuncio relativo agli accordi parasociali di cui all'art. 10, comma 4, della legge 18 febbraio 1992, n. 149. (Delibera n. 7835)". (Deliberazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 60 del 14 marzo 1994). (GU Serie Generale n.83 del 11-04-1994)
Nel regolamento allegato alla deliberazione citata in epigrafe, pubblicata nella sopra indicata Gazzetta Ufficiale, alla pag. 51, all'art. 4, comma 2, lettera a), seconda riga, dove è scritto: " .. e all'acquisto di nuovi titoli, ..", leggasi: " .. e all'acquisto di nuove azioni, ..".
Regioni
2014
REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE
3a Serie Speciale - Regioni n. 38 del 20-9-2014
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REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE
LEGGE REGIONALE 24 luglio 2014, n. 6
Disposizioni per la variazione di bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014 - 2016 della Regione autonoma Trentino-Alto Adige (legge finanziaria). (GU 3a Serie Speciale - Regioni n.38 del 20-09-2014)
(Pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione Trentino-Alto Adige n. 30/I-II del 29 luglio 2014) IL CONSIGLIO REGIONALE Ha approvato IL PRESIDENTE DELLA REGIONE Promulga la seguente legge: Art. 1 Ulteriore finanziamento interventi per lo sviluppo del territorio 1. Per interventi di sviluppo del territorio realizzati attraverso fondi di rotazione, nonchè per i fini di cui all'articolo 1, comma 4 della legge regionale 13 dicembre 2012, n. 8 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013 - 2015 della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige (legge finanziaria)" è autorizzato un ulteriore stanziamento pari a euro 200 milioni. 2. Lo stanziamento di cui al comma 1 è ripartito in parti uguali a favore delle Province autonome di Trento e di Bolzano. La Giunta regionale provvede all'assegnazione, previa presentazione da parte di ciascuna Provincia di un programma, anche stralcio, riportante le tipologie di intervento a cui è finalizzato l'utilizzo delle risorse stesse, l'entità delle somme da assegnare rispettivamente alla Provincia e/o alle società controllate dalla stessa, le modalità di utilizzo e i tempi di attivazione degli interventi. 3. Con il provvedimento di assegnazione è disposto l'impegno delle relative spese ai sensi dell'articolo 28 della legge regionale 15 luglio 2009, n. 3, concernente (Norme in materia di bilancio e di contabilità della Regione). 4. All'articolo 1, comma 4 della legge regionale n. 8 del 2012, la parola "quindici" è sostituita dalla parola: "venti". 5. Alla copertura dell'onere di cui al comma 1 per l'anno 2014 si provvede mediante utilizzo di pari importo dell'avanzo dell'esercizio finanziario 2013. Art. 2 Modifiche della legge regionale 15 luglio 2009, n. 3 concernente "Norme in materia di bilancio e di contabilità della Regione" e successive modificazioni 1. Alla legge regionale 15 luglio 2009, n. 3 concernente "Norme in materia di bilancio e di contabilità della Regione" e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche: a) dopo il comma 6 dell'articolo 4 è inserito il seguente: "6-bis. L'utilizzo di stanziamenti di spesa di competenza per un ammontare complessivo pari all'avanzo di amministrazione presunto, applicato ai sensi del comma 6 e non derivante da rendiconti già approvati da parte del Consiglio regionale, è subordinato alla approvazione da parte del Consiglio regionale del rendiconto dell'esercizio precedente. A tal fine al bilancio di previsione è allegato l'elenco dei capitoli di spesa con l'indicazione del relativo importo. La Giunta regionale con propria deliberazione, fermo restando l'importo complessivo riportato nell'elenco di cui al presente comma, può apportare modifiche con riferimento sia ai capitoli di spesa che agli importi. Qualora l'avanzo di amministrazione risultante dal rendiconto approvato dal Consiglio regionale sia inferiore a quello applicato ai sensi del comma 6, la Giunta regionale, entro quindici giorni dall'avvenuta approvazione da parte del Consiglio regionale, individua gli stanziamenti di spesa di competenza per un ammontare pari al minor avanzo che non possono essere utilizzati."; b) il comma 8 dell'articolo 11 è sostituito con il seguente: "8. In relazione al concorso della Regione al riequilibrio della finanza pubblica, anche mediante il rimborso allo Stato di spese dallo stesso eventualmente anticipate, la Giunta regionale con propria deliberazione può adottare le conseguenti variazioni di bilancio mediante storno delle somme dagli stanziamenti di competenza al fondo di cui al comma 1, lettera d). La disponibilità del fondo risultante al termine dell'esercizio finanziario viene portata a residuo passivo sino al permanere delle misure di risanamento disposte dallo Stato ovvero al raggiungimento di intese circa l'utilizzo delle suddette somme. Qualora vengano meno le motivazioni del vincolo, la Giunta regionale è autorizzata a prelevare dal fondo somme per integrare, in misura compatibile con il patto di stabilità, gli stanziamenti dei capitoli di spesa."; c) il comma 9 dell'articolo 11 è soppresso. Art. 3 Modifica dell'articolo 13 della legge regionale 16 luglio 2004, n. 1 concernente "Disposizioni per l'assestamento del bilancio di previsione dell'anno 2004 della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige (legge finanziaria)" e successive modificazioni) 1. All'articolo 13 della legge regionale 16 luglio 2004, n. 1 concernente "Disposizioni per l'assestamento del bilancio di previsione dell'anno 2004 della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige (legge finanziaria)", come sostituito dall'articolo 7, comma 1 della legge regionale 21 dicembre 2004, n. 5 concernente "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2005 e pluriennale 2005 - 2007 della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige (legge finanziaria)" e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche: a) al comma 1, dopo la lettera o) è aggiunta la seguente: "o-bis) legge regionale 18 febbraio 2005, n. 1 e successive modificazioni, concernente pacchetto famiglia e previdenza sociale."; b) al comma 4 è aggiunto il seguente periodo: "Sono in ogni caso destinate agli interventi in materia di previdenza integrativa le risorse assegnate per il finanziamento delle leggi regionali di cui al comma 1 con esclusione delle leggi di cui al comma 1, lettere c), f), g), m) ed o)."; c) il comma 5 è sostituito dal seguente: "5. È facoltà delle Province erogare in un esercizio somme minori o eccedenti le assegnazioni regionali a valere sul fondo unico, anche relativamente alle quote aventi vincolo specifico di destinazione. Fermo restando il vincolo di destinazione di cui al comma 4, ultimo periodo, le somme non erogate nell'anno di competenza, nonchè le eventuali economie derivanti da modifiche legislative, possono essere impiegate in esercizi successivi esclusivamente per le finalità previste dalle leggi regionali di cui al presente articolo.". Art. 4 Modifiche all'articolo 4 della legge regionale 18 marzo 2013, n. 2 concernente "Modifiche alla legge regionale 27 novembre 1993, n. 19 (Indennità regionale a favore dei lavoratori disoccupati inseriti nelle liste provinciali di mobilità e disposizioni in materia di previdenza integrativa)e successive modifiche e alla legge regionale 27 febbraio 1997, n. 3 concernente (Interventi di previdenza integrativa a sostegno dei fondi pensione a base territoriale regionale) e successive modifiche" 1. All'articolo 4 della legge regionale 18 marzo 2013, n. 2, come sostituto dall'articolo 1, comma 1 della legge regionale 12 settembre 2013, n. 6, le parole "4 milioni 500 mila" sono sostituite dalle parole: "3 milioni 500 mila" e le parole "3 milioni" sono sostituite dalle parole: "2 milioni". Art. 5 Proroga graduatoria per assunzioni a tempo determinato 1. L'efficacia della graduatoria della selezione pubblica per assunzioni a tempo determinato, indetta con deliberazione della Giunta regionale 26 ottobre 2011, n. 230, in corso di validità alla data del 1 ° settembre 2013, è prorogata fino al 31 dicembre 2016. Art. 6 Modifiche alla legge regionale 20 novembre 1999, n. 8 "Attribuzione di indennità a favore dei Giudici di pace della regione Trentino-Alto Adige") 1. L'articolo 7 della legge regionale 20 novembre 1999, n. 8 (Attribuzione di indennità a favore dei Giudici di pace della regione Trentino-Alto Adige) è sostituito dal seguente: "Art. 7 (Formazione dei Giudici di Pace) - 1. La Regione, in relazione alle competenze in materia di Giudici di Pace previste dalla normativa di attuazione dello Statuto speciale ed al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni di attuazione in materia di uso delle lingue, organizza, avvalendosi di norma della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Trento, nonchè di altre Università dell'area Euregio Tirolo Alto Adige Trentino, corsi e seminari di formazione, iniziale e permanente, per i Giudici di Pace del Distretto di Trento. 2. Il programma delle attività formative di cui al comma 1 tiene conto di quanto previsto per la formazione della magistratura onoraria dalle linee programmatiche adottate dal Consiglio Superiore della Magistratura e dal Ministero della Giustizia, nonchè dalle attività didattiche della Scuola Superiore della Magistratura. 3. I corsi di formazione iniziale sono inoltre organizzati d'intesa con il Consiglio giudiziario - Sezione autonoma Giudici di Pace. 4. La Regione al fine della trasparenza e conoscibilità ed in funzione della formazione di cui al comma 1 cura la pubblicazione tramite strumenti informatici della giurisprudenza dei Giudici di Pace del Distretto, avvalendosi di norma della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Trento, nonchè di altre Università dell'area Euregio Tirolo Alto Adige Trentino per l'analisi, catalogazione e massimazione delle decisioni.". Art. 7 Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2004, n. 5 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2005 e pluriennale 2005 - 2007 della Regione Autonoma Trentino -Alto Adige (legge finanziaria)" 1. L'articolo 4 della legge regionale 21 dicembre 2004, n. 5 è sostituito dal seguente: "Art. 4 (Immobili degli uffici del Giudice di Pace) - 1. La Regione, in relazione all'applicazione dell'articolo 3, comma 2 del decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 156 ed al fine di consentire efficiente funzionalità agli Uffici del Giudice di Pace, sostiene gli oneri relativi agli immobili messi a disposizione o comunque destinati quali sedi degli uffici medesimi.". 2. Per i fini del comma 1 è prevista la spesa di euro 1.050.000,00 per ciascuno degli anni dal 2014 al 2016 sull'unità previsionale di base 03125 per euro 750.000,00 e sull'unità previsionale di base 03210 per euro 300.000,00. 3. Alla copertura degli oneri derivanti dall'applicazione del comma 2 si provvede con gli stanziamenti di spesa già disposti in bilancio sull'unità previsionale di base 03125 per euro 550.000,00 e sull'unità previsionale di base 03210 per euro 300.000,00 a carico degli esercizi finanziari dal 2014 al 2016 e autorizzati per gli interventi di cui all'articolo 4 della legge regionale 21 dicembre 2004, n. 5, sostituito dal comma 1 del presente articolo, e per euro 200.000,00 mediante riduzione delle autorizzazioni di spesa disposte sull'unità previsionale di base 03100 per gli anni dal 2014 al 2016 dalla legge regionale 20 novembre 1999, n. 8. Art. 8 Entrata in vigore 1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione. La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione. Trento, 24 luglio 2014 ROSSI
Serie Generale
1995
SUPPLEMENTI ORDINARI
MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI
Serie Generale n. 146 del 24-6-1995
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1995-06-24&atto.codiceRedazionale=095A3537&elenco30giorni=false
MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI
COMUNICATO
Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei piani urbani del traffico. (GU Serie Generale n.146 del 24-06-1995 - Suppl. Ordinario n. 77)
IL MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI DI CONCERTO CON IL MINISTERO DELL'AMBIENTE E LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER LE AREE URBANE Vista la legge 13 giugno 1991, n. 190, ed in particolare l'articolo 1, comma 1, lettera a; Visto il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dal decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 360; Vista la deliberazione 7 aprile 1993 del Comitato interministeriale per la programmazione economica nel trasporto (CIPET); Sentito il parere della sesta sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, espresso nell'adunanza del 24 maggio 1994; Visto l'articolo 9, comma 9, del decreto legge 25 novembre 1994, n. 649, e successive reiterazioni, che modifica la denominazione dell'Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale in Direzione generale della viabilità e mobilità urbana ed extraurbana; sono emanate le seguenti: DIRETTIVE PER LA REDAZIONE, ADOZIONE ED ATTUAZIONE DEI PIANI URBANI DEL TRAFFICO 0 - PREMESSA Il nuovo Codice della strada (nuovo Cds), all'articolo 36, fa obbligo della redazione del Piano urbano del traffico (PUT) ai comuni con popolazione residente superiore a trentamila abitanti, ovvero comunque interessati da rilevanti problematiche di circolazione stradale. Il PUT costituisce uno strumento tecnico-amministrativo di breve periodo, finalizzato a conseguire il miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, la riduzione dell'inquinamento acustico ed atmosferico e il contenimento dei consumi energetici, nel rispetto dei valori ambientali. Esso deve essere coordinato, oltre che con i piani del traffico per la viabilità extraurbana previsti dallo stesso articolo 36, per i quali saranno emanate apposite direttive, con gli strumenti urbanistici, con i Piani di risanamento e tutela ambientale e con i Piani di trasporto. Piani - questi - che costituiscono gli strumenti di valenza strategica per il governo del sistema della mobilità, dell'ambiente, dell'assetto urbanistico e della programmazione economica di un determinato ambito territoriale. Tale governo è finalizzato al conseguimento, tra l'altro, dei medesimi obiettivi perseguiti dal PUT. Occorre quindi che questi strumenti siano coordinati in modo tale da rendere integrate e reciprocamente congrue le azioni e gli interventi che ogni strumento si propone di attuare. Le presenti "Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei Piani urbani del traffico", ai sensi del citato articolo 36 del nuovo Cds, vengono emanate dal Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro dell'ambiente ed il Ministro per i problemi delle aree urbane, sulla base delle indicazioni formulate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica nel trasporto (CIPET) nella deliberazione 7 aprile 1993. Le presenti direttive sono rivolte sia ai comuni, tenuti all'adozione del PUT, sia ai tecnici, ai quali i comuni stessi, con i criteri indicati al successivo paragrafo 5.8, affidano l'incarico di redazione del PUT. Alle direttive possono far riferimento anche quei comuni che, pur non essendo tenuti per legge, ritengono opportuno dotarsi di un PUT. Le direttive trattano sia la fase della redazione del PUT, per la quale hanno valenza di prescrizioni, sia le fasi dell'adozione e dell'attuazione dello stesso, intendendo rispettare, in ogni caso, l'autonomia degli enti locali nella determinazione delle procedure interne e nell'organizzazione degli uffici. La necessità della trattazione delle suddette fasi deriva: - dalla previsione del nuovo Cds dell'obbligo di adozione del PUT; - dalle specifiche indicazioni contenute al punto 4.4 della sopracitata delibera CIPET - dalla considerazione che l'adozione del PUT costituisce una fase intermedia tra i diversi livelli del processo di redazione del PUT (piano generale, piano particolareggiato, piano esecutivo), mentre l'attuazione del PUT stesso costituisce la prima fase del suo processo di aggiornamento. I criteri guida per la redazione dei PUT, tenuto anche conto delle anzidette indicazioni del CIPET, sono sinteticamente individuabili nei seguenti due punti: - progettazione degli interventi in una logica globale del sistema della mobilità, dell'ambiente e della pianificazione urbanistica, con particolare attenzione al coordinamento con i Piani che governano il sistema stesso; - utilizzo congiunto di misure atte a migliorare l'offerta di trasporto e di misure intese al controllo ed all'orientamento della domanda di mobilità, ivi inclusa l'eventuale introduzione di misure di tariffazione sull'uso dell'automobile in ambito urbano. Gli interventi da prevedersi nel PUT saranno relativi sia alle condizioni di circolazione usuali che si verificano durante l'anno sia alle eventuali condizioni di emergenza ambientale derivanti dal superamento dei limiti di inquinamento ammissibili, come indicato al successivo paragrafo 5.6. Analogamente particolare attenzione è posta per le aree protette - archeologiche, monumentali e naturali - e particolarmente vulnerabili, tramite i criteri individuati ai paragrafi 2.6, che dovranno essere rispettati, nella redazione del PUT, unitamente alle specifiche indicazioni dei Piani di tutela eventualmente predisposti dagli uffici competenti. Le presenti direttive sono formulate in maniera unitaria sia per i centri di piccole dimensioni sia per i centri di medie e grandi dimensioni, in quanto comuni sono i problemi della circolazione e gli obiettivi da perseguire. Diversi sono in genere i contenuti da applicare per le due tipologie di centri abitati e pertanto, per i piccoli centri, sono possibili ipotesi riduttive in rapporto alla realtà locale, come indicato nello specifico capitolo ed in particolare al paragrafo 4.4. Per i comuni interessati da fenomeni stagionali di affluenza turistica il PUT dovrà configurare diverse soluzioni di organizzazione della circolazione nella stagione turistica e nel residuo periodo dell'anno, con particolare riferimento a quelle della stagione turistica, e con possibilità d'uso di segnaletica rimovibile o di limitata valenza temporale. Il grado di approfondimento delle analisi, delle indagini, dei contenuti progettuali e dei relativi elaborati di piano sarà adeguato alla rilevanza delle problematiche di congestione della circolazione stradale. Fermo restando che il PUT è un piano a breve termine e che la sua attuazione non comporta rilevanti impegni finanziari, non è da escludere che in taluni casi sia necessario prevedere opere ed interventi di rilevante impegno economico. In detti casi, fatte salve le verifiche previste al paragrafo 2.5, nel PUT stesso devono essere contenute specifiche valutazioni di fattibilità tecnico-economica, in modo differenziato per ogni livello di Piano come indicato nei paragrafi 4.1 e 4.2. In ogni caso, al livello di piano esecutivo di cui al paragrafo 4.3 devono essere previste specifiche valutazioni finanziarie per l'attuazione del PUT in modo da consentire alle amministrazioni comunali una previsione di impegno certo di spesa. Le presenti direttive redatte in relazione alla crescente complessità dei problemi della mobilità e dell'ambiente nelle aree urbane ed agli avanzamenti scientifici nella pianificazione della circolazione, sostituiscono la precedente circolare 8 agosto 1986, n. 2575, del Ministero dei lavori pubblici "Disciplina della circolazione stradale nelle zone urbane ad elevata congestione del traffico veicolare. Piani urbani del traffico" e la circolare 20 settembre 1961, n. 50067, del Ministero dei lavori pubblici sugli "Uffici comunali del traffico". 1 - DEFINIZIONI Il Piano urbano del traffico (PUT) è costituito da un insieme coordinato di interventi per il miglioramento delle condizioni della circolazione stradale nell'area urbana, dei pedoni, dei mezzi pubblici e dei veicoli privati, realizzabili nel breve periodo - arco temporale biennale - e nell'ipotesi di dotazioni di infrastrutture e mezzi di trasporto sostanzialmente inveriate. In particolare il PUT deve essere inteso come "piano di immediata realizzabilita'", con l'obiettivo di contenere al massimo - mediante interventi di modesto onere economico - le criticità della circolazione; tali criticità - specialmente nelle aree urbane di maggiori dimensioni - potranno infatti essere interamente rimosse solo attraverso adeguati potenziamenti sull'offerta di infrastrutture e di servizi del trasporto pubblico collettivo, che costituiscono l'oggetto principale del Piano dei trasporti, realizzabile nel lungo periodo - arco temporale decennale -. La corretta progettazione dell'organizzazione della circolazione stradale deve prevedere interventi su tutti i suoi settori, ivi inclusa, oltre la gestione ottimale degli spazi stradali esistenti, pubblici o aperti all'uso pubblico (individuazione degli interventi di organizzazione delle sedi varie, finalizzata al miglior uso possibile delle medesime per la circolazione stradale), anche - ove necessario - la gestione ottimale del sistema di trasporto pubblico collettivo stradale (individuazione di nuovi percorsi e nuove frequenze delle linee, finalizzata al migliore uso possibile del relativo parco dei mezzi esistenti). In tale evenienza il PUT può più propriamente essere denominato Piano della mobilità, mentre nell'altra evenienza rimane al PUT il significato - più limitato - di gestione ottimale degli spazi stradali esistenti. Qualora, soprattutto nelle prime fasi di attuazione delle presenti direttive, difficoltà operative e finanziarie rendessero in genere non realizzabili in tempi brevi interventi significativi sulla struttura dei servizi di trasporto pubblico collettivo, quest'ultima può essere considerata invariante nella redazione del PUT. Tuttavia, anche in questo caso la progettazione e la verifica degli interventi previsti nel PUT devono considerare gli effetti di tali interventi sulle prestazioni e le capacità del servizio di trasporto pubblico collettivo, nonchè sulla nuova domanda di trasporto pubblico generata e sulla possibilità di soddisfacimento di tale domanda. Nel processo di pianificazione e governo del sistema dei trasporti a scala urbana, il PUT costituisce in definitiva lo strumento tecnico- amministrativo di breve periodo, che mediante successivi aggiornamenti (piano-processo) rappresenta le fasi attuative di un disegno strategico - di lungo periodo - espresso dal Piano dei trasporti, da elaborare in genere a scala comprensoriale (bacino di traffico) e con riferimento anche a tutte le altre modalità di trasporto non stradale. Quest'ultimo Piano, infatti, è costituito da un insieme articolato di interventi relativi allo sviluppo dell'offerta di infrastrutture e servizi di trasporto, congiunti a politiche di controllo delle modalità di soddisfacimento della domanda di mobilità (politiche di controllo della domanda) ed ad indirizzi per la pianificazione territoriale ed urbanistica; il Piano dei trasporti costituisce, pertanto, uno strumento di fondamentale valenza strategica per l'ordinato sviluppo delle aree urbane. Il PUT deve essere redatto, comunque, anche nelle more della redazione dei Piani di governo della mobilità e dell'ambiente di cui alla premessa, ivi compreso il Piano dei trasporti; in tal caso esso può prevedere eccezionalmente alcuni limitati interventi sull'offerta di infrastrutture e servizi di trasporto, per i quali vanno tuttavia effettuate accurate valutazioni economiche e finanziarie, come appresso specificato. 2 - OBIETTIVI ED INDICATORI FONDAMENTALI Il PUT va elaborato (articolo 36, comma 4, del nuovo Cds) attraverso indagini, studi e progetti finalizzati ad ottenere: 1) il miglioramento delle condizioni di circolazione (movimento e sosta), 2) il miglioramento della sicurezza stradale (riduzione degli incidenti stradali), 3) la riduzione degli inquinamenti atmosferico ed acustico, 4) il risparmio energetico, nonchè in accordo con gli strumenti urbanistici ed i piani dei trasporti vigenti e nel rispetto dei valori ambientali. Il conseguimento di ciascuno dei quattro obiettivi indicati può essere espresso da opportuni indicatori, il cui valore si può stimare in sede di progettazione e/o successivamente all'attuazione del Piano. Si considerano in generale sia i valori assoluti degli indicatori sia i valori relativi al traffico totale, espresso in termini di veicoli x km e/o viaggiatori x km. 2.1 - MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI CIRCOLAZIONE Migliorare le condizioni della circolazione stradale, nei suoi aspetti di movimento e sosta degli utenti, significa soddisfare la domanda di mobilità al miglior livello di servizio possibile, nel rispetto dei vincoli di Piano (economici, urbanistici ed ambientali). A questi fini di livello di servizio si identifica - anzitutto - con il grado di fluidità dei movimenti veicolari, il cui miglioramento permette velocità più regolari e mediamente più elevate di quelle attuali. Ciò comporta, in particolare, un benefico effetto anche sulle velocità dei trasporti collettivi su strada e, quindi, la riduzione dei tempi di spostamento e del disagio di tutti gli utenti. Inoltre, l'ottenimento di maggiore velocità e regolarità dei servizi collettivi di trasporto concorre a richiamare più utenza su tale tipo di servizio, determinando così un ulteriore fondamentale elemento di decongestionamento del traffico urbano, tenuto conto della più elevata capacità di trasporto dei mezzi collettivi rispetto a quelli individuali. Il miglioramento delle condizioni di circolazione riguarda anche l'utenza pedonale, nonchè la sosta veicolare. Maggiore fruibilità della città da parte dei pedoni e minore perdita di tempo nella ricerca dei posti di sosta veicolare, ove consentita, sono quindi obiettivi di pari importanza rispetto a quello della fluidificazione dei movimenti veicolari. In particolare, gli indicatori del miglioramento dei movimenti veicolari possono essere definiti, mediante parametri di deflusso in una fascia oraria, disaggregati (per singoli tronchi della rete) e/o aggregati (per intere reti stradali e di trasporto collettivo), quali il rapporto flusso/capacità, la velocità commerciale media, il tempo complessivo di viaggio (veicoli x ora e/o viaggiatori x ora). 2.2 - MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA STRADALE Il PUT deve perseguire, altresì, il miglioramento della sicurezza stradale e - quindi - la consistente riduzione degli incidenti stradali e delle loro conseguenze, in generale, mediante la separazione ed il controllo delle diverse componenti di traffico (di cui al successivo pgf. 3.2.1) ed, in particolare mediante l'attuazione delle proposte derivanti da specifiche analisi tecniche sulle cause degli incidenti stradali, con preminente riferimento a quelle relative a carenze infrastrutturali e/o di regolazione e controllo del traffico. La sicurezza della circolazione stradale deve in particolar modo interessare i ciclisti ed i pedoni e, fra quest'ultimi, precipuamente gli scolari e le persone anziane e quelle con limitate capacità motorie (difesa delle utenze deboli). Il conseguimento di questo obiettivo è da ritenersi soddisfatto in sede di redazione del Piano quando la progettazione risulti conforme alle norme del nuovo Cds ed a quelle - di settore - del Consiglio nazionale delle ricerche; esso - comunque - va successivamente misurato in fase di verifica e valutato nelle sue componenti attraverso una dettagliata analisi delle modalità e delle conseguenze degli incidenti stradali. 2.3 - RIDUZIONE DEGLI INQUINAMENTI ATMOSFERICO ED ACUSTICO Ai fini della protezione della salute e dell'ambiente il PUT deve concorrere a perseguire, inoltre, la riduzione degli inquinamenti atmosferico ed acustico, cui il traffico veicolare concorre in modo rilevante specialmente nei casi esistenti di marcia lenta, discontinua ed episodica e di condizioni meteorologiche particolari. Tale riduzione, oltre che mediante gli interventi propri dei piani e dei programmi di più ampia portata (controlli programmati sulla qualità dei carburanti usati per la trazione veicolare, campagne di controllo delle emissioni inquinanti e della rumorosità dei veicoli in circolazione, impiego alternativo di veicoli con propulsori ad energia pulita, interventi attivi o passivi di contenimento del rumore), viene perseguita, nei limiti del PUT, in generale attraverso la fluidificazione del traffico (cfr. 1 obiettivo) ed interventi di orientamento e controllo della domanda di mobilità, ed, ove necessario, attraverso la limitazione della circolazione veicolare. Per quel che riguarda l'inquinamento atmosferico tali misure dovranno riguardare, in particolare, i centri abitati compresi nelle zone esposte a rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico, individuate dalle regioni ai sensi dell'articolo 9 del decreto del Ministro dell'ambiente 20.5.91 "Criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell'aria". Specifici provvedimenti dovranno essere presi a difesa delle aree del centro abitato particolarmente vulnerabili dal punto di vista dell'esposizione ad inquinanti atmosferici ove individuate nell'ambito dei Piani di intervento operativo per la gestione degli stati di attenzione e di allarme, previsti dallo stesso D.M. 20.5.91 e predisposti dall'autorità competente individuata dalle regioni ai sensi del D.P.R. 10.1.92 "Atto di indirizzo e coordinamento in materia di sistemi di rilevazione dell'inquinamento urbano". Per quanto riguarda l'inquinamento acustico si dovrà tener conto della classificazione in zone di cui all'articolo 2 del D.P.C.M. 1.3.91 con particolare riguardo alle classi I e II di cui alla tabella I dell'allegato B allo stesso decreto. Il raggiungimento di questo obiettivo va verificato mediante la rilevazione sia delle emissioni e/o tassi di concentrazione delle principali sostanze inquinanti, sia dei livelli di rumore che si determinano nelle varie zone urbane, specialmente con riferimento a quelle oggetto di specifica tutela. I risultati di dette rilevazioni vanno confrontati con i valori limite fissati - per l'inquinamento acustico - dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1.3.1991, e - per l'inquinamento atmosferico - dal decreto del Ministro dell'ambiente 15.4.1994 (con rispettivi riferimenti, per quest'ultimo, al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28.3.1983 ed al decreto del Presidente della Repubblica n. 203/1988). 2.4 - RISPARMIO ENERGETICO Con il razionale uso dei mezzi di trasporto e delle sedi stradali si ottiene, la fluidificazione del traffico, il che comporta essenzialmente sia la riduzione dei tempi di viaggio, sia il risparmio dei consumi energetici dei veicoli pubblici e privati, come dettagliatamente esposto nella circolare del Ministro per i problemi delle aree urbane del 28.5.1991, n. 1196, pubblicata sulla G.U. n. 134 del 10.6.1991. Infatti, lo stesso controllo periodico dei livelli di efficienza dei motori a combustione dei veicoli pubblici e privati consente notevoli risparmi energetici, che vanno ad aggiungersi alla diminuzione degli inquinamenti atmosferici. Pertanto, anche dal punto di vista in esame, i benefici ricavabili in termini finanziari dalla collettività, pur valutati solo in termini economici diretti, in seguito all'adozione e conseguente realizzazione del PUT, sono quindi prevedibilmente di gran lunga superiori ai costi che le amministrazioni comunali devono affrontare. Il conseguimento dell'obiettivo in esame può essere misurato mediante la determinazione del consumo, specifico e complessivo, del carburante dei veicoli motorizzati pubblici e privati ed, eventualmente, di altre fonti energetiche (energia elettrica per tram e filovie), in relazione alle condizioni di traffico determinate. 2.5 - ACCORDO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI ED I PIANI DEI TRASPORTI VIGENTI Fermo restando che il PUT è uno strumento di pianificazione sottordinato rispetto al PRG vigente, il PUT stesso può proporre eccezionalmente aggiornamenti allo stesso PRG o agli strumenti di attuazione vigenti. L'armonizzazione tra PUT e strumenti urbanistici si realizza attraverso: - la verifica che le eventuali opere infrastrutturali previste dal PUT siano contenute negli strumenti urbanistici vigenti. In caso contrario si avviano le procedure di variazione degli strumenti urbanistici, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione vigente; - la verifica che le trasformazioni del territorio, le modifiche di destinazione d'uso ed in generale l'attuazione delle opere previste dagli strumenti urbanistici (qualora generino od attraggano traffico) siano compatibili con gli indirizzi del PUT. In caso contrario si procede attraverso una opportuna attività di coordinamento tra gli uffici appartenenti ai diversi assessorati competenti, al fine di raccordare le diverse esigenze. Per l'armonizzazione tra il PUT e l'eventuale Piano dei trasporti vigente vale quanto espresso al precedente capoverso. 2.6 - RISPETTO DEI VALORI AMBIENTALI Il rispetto dei valori ambientali consiste nel preservare ed al tempo stesso migliorare - per quanto possibile - la fruizione dell'ambiente urbano nel suo complesso e delle peculiarità delle singole parti che lo caratterizzano, quali i centri storici, le aree protette - archeologiche, monumentali e naturali - e gli spazi collettivi destinati al transito ed alla sosta pedonali, alle attività commerciali, culturali e ricreative ed al verde pubblico e privato. Nel settore specifico, la riqualificazione ambientale di detti centri ed aree, che in taluni casi si identifica con la diretta necessità di recupero fisico di spazio pedonale, si ottiene mediante la riduzione dei carichi veicolari stradali all'interno delle stesse aree, sempre comunque nell'ottica di conservare un efficiente grado di accessibilità alle aree medesime, proprio per mantenere in esercizio la loro elevata qualificazione funzionale. La riduzione dei carichi veicolari può interessare anche - in particolare - il transito dei mezzi pesanti per problemi di inquinamento da vibrazioni, oppure la sosta di autovetture e specialmente di mezzi pesanti per problemi di intrusione visiva. 3 - STRATEGIE GENERALI DI INTERVENTO La corretta organizzazione del traffico urbano richiede un'ampia serie coordinata di interventi, su tutto il territorio urbanizzato e su tutte le componenti della circolazione stradale. Gli interventi in questione possono riassumersi nei due seguenti tipi di strategie generali da adottare: - il miglioramento della capacità di trasporto dell'intero sistema, comprendente la rete stradale, le aree di sosta ed i servizi di trasporto pubblico collettivo, ove esistenti; - l'orientamento ed il controllo della domanda di mobilità verso modi di trasporto che richiedano minori disponibilità di spazi stradali rispetto alla situazione esistente. Le strategie in questione vengono di seguito indicate con le denominazioni sintetiche di "interventi sull'offerta di trasporto" ed "interventi sulla domanda di mobilita'". 3.1 - INTERVENTI SULL'OFFERTA DI TRASPORTO 3.1.1 - Classifica funzionale delle strade La principale causa di congestione del traffico urbano si identifica nella promiscuità d'uso delle strade (tra veicoli e pedoni, tra movimenti e soste, tra veicoli pubblici collettivi e veicoli privati individuali). Pertanto, la riorganizzazione della circolazione stradale richiede in primo luogo la definizione di un'idonea classifica funzionale delle strade. Detta classifica individua, infatti, la funzione preminente o l'uso più opportuno, che ciascun elemento vario deve svolgere all'interno della rete stradale urbana, per risolvere i relativi problemi di congestione e sicurezza del traffico, in analogia e stretta correlazione agli strumenti urbanistici che determinano l'uso delle diverse aree esterne alle sedi stradali. La classifica in questione, coerentemente all'articolo 2 del nuovo Cds ed alle norme del C.N.R., fa riferimento in generale ai seguenti quattro tipi fondamentali di strade urbane: - autostrade, la cui funzione è quella di rendere avulso il centro abitato dai problemi del suo traffico di attraversamento, traffico - questo - che non ha interessi specifici con il centro medesimo in quanto ad origine e destinazioni degli spostamenti. Nel caso di vaste dimensioni del centro abitato, alcuni tronchi terminali delle autostrade extraurbane - in quanto aste autostradali di penetrazione urbana - hanno la funzione di consentire un elevato livello di servizio anche per la parte finale (o iniziale) degli spostamenti di scambio tra il territorio extraurbano e quello urbano. Per questa categoria di strade sono ammesse solamente le componenti di traffico relative ai movimenti veicolari, nei limiti di quanto previsto all'articolo 175 del nuovo Cds ed all'articolo 372 del relativo Regolamento di esecuzione. Ne risultano pertanto, escluse, in particolare, le componenti di traffico relative ai pedoni, ai velocipedi, ai ciclomotori, alla fermata ed alla sosta (salvo quelle di emergenza); - strade di scorrimento, la cui funzione, oltre a quella precedentemente indicata per le autostrade nei riguardi del traffico di attraversamento e del traffico di scambio, da assolvere completamente o parzialmente nei casi rispettivamente di assenza o di contemporanea presenza delle autostrade medesime, è quella di garantire un elevato livello di servizio per gli spostamenti a più lunga distanza propri dell'ambito urbano (traffico interno al centro abitato). Per questa categoria di strade è prevista dall'articolo 142 del nuovo Cds la possibilità di elevare il limite generalizzato di velocità per le strade urbane, pari a 50 km/h, fino al 70 km/h. Per l'applicazione delle presenti direttive vengono individuati gli itinerari di scorrimento costituiti da serie di strade, le quali - nel caso di presenza di corsie o sedi riservate ai mezzi pubblici di superficie - devono comunque disporre di ulteriori due corsie per senso di marcia. Su tali strade di scorrimento sono ammesse tutte le componenti di traffico, escluse la circolazione dei veicoli a trazione animale, dei velocipedi e dei ciclomotori, qualora la velocità ammessa sia superiore a 50km/h, ed esclusa altresì la sosta dei veicoli, salvo che quest'ultima risulti separata con idonei spartitraffico; - strade di quartiere, con funzione di collegamento tra settori e quartieri limitrofi e, per centri abitati di più vaste dimensioni, tra zone estreme di un medesimo settore o quartiere (spostamenti di minore lunghezza rispetto a quelli eseguiti sulle strade di scorrimento, sempre interni al centro abitato). In questa categoria rientrano, in particolare, le strade destinate a servire gli insediamenti principali urbani e di quartiere (servizi, attrezzature, ecc.), attraverso gli opportuni elementi viari complementari. Sono ammesse tutte le componenti di traffico, compresa anche la sosta delle autovetture purchè esterna alla carreggiata e provvista di apposite corsie di manovra; - strade locali, a servizio diretto degli edifici per gli spostamenti pedonali e per la parte iniziale o finale degli spostamenti veicolari privati. In questa categoria rientrano, in particolare, le strade pedonali e le strade parcheggio; su di esse non è comunque ammessa la circolazione dei mezzi di trasporto pubblico collettivo. La classifica funzionale delle strade nell'ambito del PUT, attraverso gli anzidetti quattro tipi fondamentali di strade urbane, va adottata anche nelle more dell'emanazione da parte del Ministro dei lavori pubblici delle norme per la classificazione delle strade esistenti, di cui all'articolo 13, comma 4, del nuovo Cds. Detta classifica viene redatta tenuto conto - da un lato - delle caratteristiche strutturali fissate dall'articolo 2 del nuovo Cds e delle caratteristiche geometriche esistenti per ciascuna strada in esame, nonchè delle caratteristiche funzionali dianzi precisate, e - dall'altro lato - del fatto che le anzidette caratteristiche strutturali previste dal nuovo Cds sono da considerarsi come "obiettivo da raggiungere per le strade esistenti, laddove siano presenti vincoli fisici immediatamente non eliminabili (cfr. pgf. 1.2 dell'allegato, dove sono anche indicati altri tre tipi di strade, con caratteristiche intermedie rispetto a quelle del nuovo Cds, per meglio adattarsi alle situazioni esistenti). 3.1.2 - Viabilità principale ed isole ambientali L'insieme di tutti i tipi di strade dianzi esposte, escluse le strade locali, assume la denominazione di rete principale urbana, caratterizzata dalla preminente funzione di soddisfare le esigenze di mobilità della popolazione (movimenti motorizzati), attraverso - in particolare - l'esclusione della sosta veicolare dalle relative carreggiate stradali. L'insieme delle rimanenti strade (strade locali) assume la denominazione di rete locale urbana, con funzione preminente di soddisfare le esigenze dei pedoni e della sosta veicolare. La viabilità principale, così definita, viene a costituire una rete di itinerari stradali le cui maglie racchiudono singole zone urbane, alle quali viene assegnata la denominazione di isole ambientali, composte esclusivamente da strade locali ("isole", in quanto interne alla maglia di viabilità principale; "ambientali" in quanto finalizzate al recupero della vivibilità degli spazi urbani). Si consideri, in particolare, che il concetto di "maglia di viabilità principale" sembrerebbe non aver significato nel caso di centri abitati di modestissime dimensioni, basati su un'unica strada principale o su una coppia di strade principali (di cui l'una confluente o traversante rispetto all'altra). Tenuto però presente che il presupposto minimo di riorganizzazione del traffico s'identifica con l'esistenza di uno specifico itinerario per il traffico di attraversamento urbano, la contemporanea considerazione di quest'ultimo itinerario (circonvallazione, nel caso più semplice, e sistema tangenziale, nei casi più complessi) conduce all'esistenza di maglie della viabilità principale nel senso precitato. Le isole ambientali in questione, anche se periferiche, sono tutte da considerare come "aree con ridotti movimenti veicolari", in quanto - se non altro - il transito veicolare motorizzato viene dirottato sulla viabilità principale, almeno per la quota parte di non competenza specifica delle singole zone (eliminazione del traffico di attraversamento dalle singole isole ambientali). Naturalmente, quando la rimanente quota di traffico (quella in arrivo ed in partenza da ciascuna isola) viene anch'essa ad eccedere la capacità della rete stradale, il che accade in genere per le zone più centrali e per quelle a più spinta qualificazione direzionale e commerciale, le limitazioni di circolazione veicolare motorizzata divengono maggiormente impegnative, vincolando sempre di più la soste veicolare, fino ad escluderla e financo a consentire il transito - ove necessario - solo al sistema di trasporto collettivo, idoneo - appunto - per la sua maggiore capacità di trasporto a rispondere alle esigenze di mobilità della popolazione. Il passaggio graduale, dalla situazione attuale - di un servizio diffuso "porta a porta" (garantito dal trasporto individuale, ma non più consentito in determinati ambienti urbani dalla capacità della rete stradale)-, alla situazione di piano - relativa ad un servizio concentrato "fermata per fermata" del trasporto collettivo di linea, e/o concentrato "area di parcheggio per area di parcheggio"-, determina la formazione di consistenti flussi pedonali, il soddisfacimento delle cui esigenze - insieme a quelle di carattere ambientale e socioeconomico - costituiscono poi la premessa vincolante alla realizzazione di aree pedonali interamente coincidenti od interne alle isole ambientali anzidette. 3.1.3. - Principali interventi di miglioramento dell'offerta I principali strumenti attraverso i quali risulta possibile nel breve termine ottenere il miglioramento della capacità del sistema di trasporto urbano riguardano: - l'eliminazione della sosta veicolare dalla viabilità principale, - l'adeguamento della capacità delle intersezioni ai flussi veicolari in transito. L'eliminazione della sosta veicolare dalla viabilità principale, al di là degli interventi di orientamento e controllo della domanda di mobilità di cui al successivo paragrafo 3.2, in genere comporta: - il riordino delle strade, piazze e larghi appartenenti alla viabilità locale, finalizzato alla possibilità di recupero di nuovi spazi di sosta (strade-parcheggio ed aree-parcheggio), fatte sempre salve le esigenze dei pedoni e la vocazione ambientale dei luoghi, tenuto conto dei relativi valori storici artistici ed architettonici; - l'utilizzo - eventualmente provvisorio - delle aree pubbliche, ma anche private, in attesa di definitiva destinazione urbanistica, in termini di realizzazione e di gestione di aree di parcheggio - eventualmente multipiano - ad uso pubblico (parcheggi di tipo sostitutivo della sosta su strada), con possibile attrezzatura di alberature ed anche con riferimento ad interventi finanziati dall'iniziativa privata; - la realizzazione di parcheggi ad uso privato (parcheggi pertinenziali, sempre ad uso sostitutivo della sosta su strada), su suolo privato o anche pubblico, con particolari facilitazioni da prevedere per i privati interessati alla loro costruzione; - il potenziamento e la riorganizzazione del corpo di vigilanza urbana, in forma diretta ed indiretta, intesa quest'ultima come potenziamento dei servizi atti ad ottenere - in particolare - un idoneo ed efficace controllo delle modalità di sosta. In particolare, rispetto a quanto dianzi affermato, si osservi il significato di "sanatoria", per l'attuale situazione di congestione della sosta, che vengono ad assumere le strade-parcheggio e le aree- parcheggio, come aree sostitutive della vigente sosta indiscriminata su strada, mentre ai parcheggi pertinenziali ("stanziali" per i residenti e gli addetti e "di relazione" per l'utenza occasionale ed i visitatori) ed ai parcheggi di scambio (di cui si dirà successivamente) viene assegnato la particolare funzione di mantenimento nel tempo delle condizioni sia di recupero della fluidità sulla viabilità principale, sia di recupero ambientale dell'area urbana, ottenute attraverso la realizzazione degli interventi previsti dal PUT. Ancorchè sgomberata dalla sosta, la viabilità principale necessità poi - per l'efficiente svolgimento delle funzioni ad essa richieste - di tutto quell'insieme di interventi che vanno sotto la denominazione di adeguamento della capacità delle intersezioni ai flussi veicolari in transito, tenuto conto che esse rappresentano - in genere - i punti nevralgici del sistema della rete stradale. Questo settore di intervento, che coinvolge limitazioni alle manovre di svolta a sinistra, istituzione di sensi unici di marcia, adeguate canalizzazioni ed, eventualmente, ridisegno delle caratteristiche geometriche con riduzione del numero dei rami di intersezione, può oggi avvalersi dei più moderni sistemi tecnologici di controllo del traffico (a partire dagli impianti semaforici attuati dai flussi veicolari e/o pedonali), di vasta utilità, semprechè risulti corretto il dimensionamento della rete principale (come quantità, estesa e distribuzione delle corsie di marcia messe a disposizione per le diverse correnti veicolari) e delle politiche intermodali e tariffarie eventualmente adottate (di seguito esaminate). 3.2 - INTERVENTI SULLA DOMANDA DI MOBILITÀ 3.2.1 - Tipi di componenti del traffico Le quattro componenti fondamentali del traffico, qui di seguito esposte secondo l'ordine assunto nella loro scala dei valori all'interno del Piano, sono: 1 - circolazione dei pedoni; 2 - movimento di veicoli per il trasporto collettivo con fermate di linea (autobus, filobus e tram), urbani ed extraurbani; 3 - movimento di veicoli motorizzati senza fermate di linea (autovetture, autoveicoli commerciali, ciclomotori, motoveicoli, autobus turistici e taxi); 4 - sosta di veicoli motorizzati, in particolare relativamente alle autovetture private. Nell'individuazione delle suddette componenti, ai fini dell'organizzazione del traffico, si è ritenuta prioritaria la caratterizzazione dei veicoli in "di linea" o "non di linea" piuttosto che in "pubblici" e "privati". L'adozione dell'anzidetta scala dei valori delle componenti fondamentali del traffico rappresenta una precisa strategia del Pi- ano, dalla quale in generale consegue che, in caso di congestione di una strada dovuta alla presenza contemporanea delle quattro componenti anzidette, il problema viene risolto " allontanando" - dapprima - la sosta dei veicoli privati individuali e - successivamente, qualora non si fosse raggiunto il grado di riordino desiderato, - le altre componenti di traffico, nell'ordine inverso a quello precedentemente indicato. Naturalmente nel quadro anche di quanto esposto al paragrafo seguente, al fine di soddisfare - in ogni caso - le esigenze di mobilità della popolazione, al termine "allontanando" viene assegnato il significato progettuale di "fornendo l'alternativa comportamentale immediatamente più opportuna", di carattere spaziale e/o modale e/o temporale. La precedente elencazione delle componenti fondamentali non esclude, ove occorra, la considerazione di altre componenti del traffico, def- inite in tale contesto componenti secondarie (quali la circolazione di velocipedi), nonchè il trattamento differenziato di singole categorie di veicoli all'interno delle anzidette principali componenti di traffico (movimento di autovetture separato dal movimento di veicoli commerciali pesanti, oppure sosta di autovetture e sosta di mezzi collettivi). I piani ed i progetti parziali, ossia riferiti solo ad una o ad alcune delle componenti fondamentali del traffico elencate ed ancorchè estesi all'intera area urbana, non possono assumere la denominazione generale di PUT, ma solo denominazioni specifiche (pi- ano degli itinerari pedonali, piano delle corsie riservate ai mezzi pubblici, piano dei parcheggi, piano delle piste ciclabili), in quanto affrontano solo uno od alcuni aspetti dell'intera problematica. In quanto tale PUT richiede, dunque, la contemporanea considerazione sistematica almeno delle quattro componenti fondamentali del traffico sopra elencate e delle loro mutue interrelazioni (cfr. pgf. 4.4). 3.2.2 - Alternative spaziali, modali e temporali Laddove non esista il trasporto pubblico collettivo, oppure risultino assenti concrete possibilità di immediato miglioramento del suo servizio, gli interventi sull'offerta precedentemente descritti finalizzano gli obiettivi del Piano attraverso - sostanzialmente - la strategia di fornire alternative spaziali alla mobilità veicolare urbana, consistenti nell'individuazione di itinerari alternativi per i flussi veicolari e di spazi di sosta alternativi a quelli in uso sulla viabilità principale. L'attuale grado di saturazione fisica degli spazi disponibili per i movimenti e la sosta veicolare rende - però - molto spesso insufficiente l'adozione della sola strategia ora indicata, specialmente per le aree urbane maggiormente congestionate. In tali situazioni risulta quindi necessario intervenire orientando - come detto - la domanda di mobilità verso modi di trasporto che richiedono minori disponibilità di spazi stradali per il soddisfacimento della domanda medesima (domanda espressa, non più in veicoli x km, bensì in persone x km). Questa tipologia di interventi rientra nella cosiddetta politica delle alternative modali, che trova attuazione fondamentalmente nella migliore organizzazione possibile del trasporto collettivo, sia a carattere pubblico che privato (autobus aziendali). Nel caso di centri abitati di modeste dimensioni, laddove non esiste e non è fattibile un sistema di trasporto pubblico collettivo, risulta egualmente valido il criterio di fornire alternative modali all'uso di autoveicoli per il trasporto individuale privato, che trova la sua applicazione specifica attraverso adeguate facilitazioni per le modalità di trasporto pedonali (con eventuali loro ausili meccanici) e ciclistiche (specialmente per le aree urbane in pianura), naturalmente con un raggio di azione più limitato di quello del trasporto pubblico, ma - comunque - rese convenienti dalla minore estensione dei centri medesimi. Quest'ultime modalità di trasporto alternative (pedonale e ciclabile) sono utilizzabili anche nei centri abitati di maggiore estensione, per formare quel complesso di interventi che - insieme all'alternativa modale costituita dal trasporto pubblico collettivo - garantiscono il carattere di intermodalità del PUT. Oltre che delle alternative spaziali e modali, il Piano può avvalersi di interventi relativi alle strategie proprie delle alter- native temporali, le quali fanno riferimento al soddisfacimento della domanda di mobilità - per quanto utile e conveniente - in orari ricadenti nei cosiddetti periodi di morbida del traffico, durante i quali si registrano minori intensità dei flussi veicolari in movimento. Questi interventi, che coinvolgono anche altri settori - oltre quello del traffico - e che pertanto vanno con essi coordinati, riguardano in genere lo sfalsamento degli orari di inizio e termine delle attività lavorative e scolastiche, la migliore distribuzione degli orari delle attività commerciali e degli uffici aperti al pubblico e simili. 3.2.3 - Principali interventi intermodali La politica delle alternative modali viene in generale resa efficiente attraverso l'applicazione contestuale - da un lato - di forme di incentivazione dell'uso dei cosiddetti modi alternativi e - dall'altro lato - di forme di disincentivazione dell'uso degli autoveicoli per il trasporto individuale privato, con il vincolo - non sopprimibile - che la capacità di trasporto alternativa fornita risulti in grado di assorbire - ad un livello di esercizio accettabile - le quote di domanda ad essa trasferite dal sistema individuale privato. In quest'ambito di interventi rientrano misure molto varie, di carattere tecnico, normativo e tariffario; ad esempio sono ipotizzabili forme di facilitazione per l'utilizzazione dei taxi e delle autovetture ad uso collettivo (car pool), in contrapposizione all'adozione di restrizione alla circolazione delle autovetture ad uso individuale. Tra essi risultano peculiarmente significativi due tipi di intervento: - la realizzazione di aree di sosta dove lasciare la propria autovettura e proseguire lo spostamento con un altro modo di trasporto (parcheggi di scambio, intesi in questo contesto come forma di disincentivazione all'uso di autovetture per il trasporto individuale privato); - l'introduzione di particolari sistemi di tariffazione della circolazione dell'autovetture in determinate zone urbane (intesi in questo contesto come forme di disincentivazione all'uso delle autovetture con il solo conducente). I parcheggio di scambio, specie nelle aree urbane di maggiori dimensioni, incoraggiano infatti la intermodalità dei movimenti sulle direttrici centro-periferia, prevedendo adeguati spazi di sosta, preferibilmente custodita, in prossimità delle principali interconnessioni tra la rete viaria di adduzione all'area urbana ed i terminali periferici delle linee di trasporto pubblico collettivo. Gli spazi di sosta andranno attrezzati, in relazione alle dimensioni dell'area, con elementi di arredo urbano e con servizi complementari di ristoro, di informazione all'utente e di interesse culturale. Detti parcheggi risultano analogamente utili anche nelle aree urbane di minori dimensioni laddove non esiste il servizio di trasporto pubblico, con riferimento alla possibilità di proseguire lo spostamento a piedi con un percorso pedonale di accettabile lunghezza. D'altro verso, la tariffazione della sosta su strada in determinati ambienti urbani e/o, eventualmente, dell'accesso veicolare individuale a tali ambienti, conduce ad una riduzione della domanda di mobilità motorizzata individuale, sia in quanto rende maggiormente competitivo - dal punto di vista economico - l'uso degli anzidetti sistemi di trasporto alternativi, rispetto a quello individuale autoveicolare, sia in quanto induce all'uso collettivo (per accompagnamento, per accordi tra colleghi di lavoro o di studio, ecc.) dello stesso sistema di trasporto autoveicolare. Inoltre la tariffazione della sosta su strada, oltre che incentivare la rotazione dei veicoli su uno stesso posto di sosta, contribuisce al finanziamento degli interventi necessari alla gestione di tutto il traffico stradale (articolo 7, comma 7 del nuovo Cds). 4 - ARTICOLAZIONE E CONTENUTI PROGETTUALI I contenuti di seguito esposti - salvo specifiche menzioni - sono di generale applicazione, in quanto affrontano argomenti comunque presenti nell'elaborazione di un PUT, con riferimento anche ai centri abitati di più modeste dimensioni. In funzione del grado di affinamento delle proposte di intervento, in forma più o meno dettegliata, i contenuti in questione vengono distinti su tre livelli di progettazione del PUT, rappresentativi anche del suo specifico iter di approvazione da parte degli organi istituzionali competenti. 4.1 - PIANO GENERALE Il 1 livello di progettazione è quello del Piano generale del traffico urbano (PGTU), inteso quale progetto preliminare o piano quadro del PUT, relativo all'intero centro abitato (cfr. successivo pgf. 5.2) ed indicante sia la politica intermodale adottata, sia la qualificazione funzionale dei singoli elementi della viabilità principale e degli eventuali elementi della viabilità locale destinati esclusivamente ai pedoni (classifica funzionale della viabilita'), nonchè il rispettivo regolamento viario, anche delle occupazioni di suolo pubblico (standard geometrici e tipo di controllo per i diversi tipi di strade - cfr. allegato - pgf. 1.2), sia il dimensionamento preliminare degli interventi previsti in eventuale proposizione alternativa, sia il loro programma generale di esecuzione (priorità di intervento per l'esecuzione del PGTU). Detto dimensionamento deve rispondere al soddisfacimento complessivo della domanda di mobilità e deve risolvere il coordinamento delle esigenze almeno delle quattro componenti fondamentali del traffico, di cui si è detto al paragrafo 3.2.1. Esso pertanto riguarda, in particolare, la proposizione contestuale: - del piano di miglioramento della mobilità pedonale, con definizione delle piazze, strade, itinerari od aree pedonali - AP- e delle zone a traffico limitato - ZTL - o, comunque, a traffico pedonalmente privilegiato; - del piano di miglioramento della mobilità dei mezzi collettivi pubblici (fluidificazione dei percorsi, specialmente delle linee portanti) con definizione delle eventuali corsie e/o carreggiate stradali ad essi riservate, e dei principali nodi di interscambio, nonche dei rispettivi parcheggi di scambio con il trasporto privato e dell'eventuale piano di riorganizzazione delle linee esistenti e delle loro frequenze (PUT inteso come Piano della mobilita'); - del piano di riorganizzazione dei movimenti dei veicoli motorizzati privati, con definizione sia dello schema generale di circolazione veicolare (per la viabilità principale), sia della viabilità tangenziale per il traffico di attraversamento del centro abitato, sia delle modalità di assegnazione delle precedenze tra i diversi tipi di strade; - del piano di riorganizzazione della sosta delle autovetture, con definizione sia delle strade parcheggio, sia delle aree di sosta a raso fuori delle sedi stradali ed, eventualmente, delle possibili aree per i parcheggi multipiano, sostitutivi della sosta vietata su strada, sia del sistema di tariffazione e/o di limitazione temporale di quota parte della sosta rimanente su strada. Per i centri abitati di più modeste dimensioni, privi di servizio di trasporto pubblico urbano, il piano di miglioramento della mobilità dei mezzi pubblici collettivi riguarda le linee extraurbane traversanti o attestantisi nei centri medesimi. Gli elaborati progettuali del PGTU, relativi agli argomenti anzidetti, devono essere redatti in scala da 1:25.000 fino ad 1:5.000 (od eccezionalmente valori inferiori), in funzione delle dimensioni del centro abitato, e devono essere accompagnati da una relazione tecnica comprendente anche le analisi di rispondenza delle soluzioni proposte alla domanda di mobilità, con descrizione dei dati e dei metodi di calcolo utilizzati (simulazioni del traffico, con diverso grado di approfondimento delle valutazioni in rapporto alla complessità dell'area in esame). Tali analisi riguardano, in particolare, il dimensionamento e la configurazione della rete viaria principale, il bilancio della sosta veicolare (tra posti-auto eliminati e quelli recuperati, in rapporto alla politica intermodale adottata) ed, eventualmente (Piano della mobilita'), la riorganizzazione delle linee del trasporto pubblico collettivo. Qualora tra gli interventi del PGTU siano eccezionalmente previste opere di rilevante onere economico (parcheggi multipiano, nuove linee di trasporto pubblico collettivo, soluzioni di intersezioni a livelli sfalsati, nuovi tronchi di viabilità tangenziale, sistemi di controllo centralizzato del traffico, nuovi sistemi tecnologici di informazione per l'utenza), la relazione anzidetta deve essere integrata con le specifiche analisi di convenienza economica (benefici/costi) e di fattibilità finanziaria delle opere medesime. I parcheggi multipiano, ove non previsti nei PUP (Piani urbani dei parcheggi), le intersezioni a livelli sfalsati ed i nuovi tronchi di viabilità tangenziale, ove non previsti dagli strumenti urbanistici vigenti, devono essere opportunamente segnalati, per il tramite degli uffici comunali competenti, all'amministrazione per le necessarie modifiche di detti strumenti, secondo la vigente legislazione e normativa urbanistica, e, per le ipotesi viarie di interesse statale, secondo l'articolo 81 del D.P.R. 616/1977. Al contrario, qualora gli interventi infrastrutturali siano già previsti dagli strumenti urbanistici e le specifiche analisi di convenienza economica e di fattibilità finanziaria delle opere abbiano dato esito positivo, questi devono essere considerati prioritari prevedendo comunque la realizzazione dei necessari interventi atti alla limitazione ed all'abbattimento dei fenomeni di inquinamento atmosferico ed acustico. Qualora per la zona comprendente il centro abitato in esame sia stato predisposto il Piano di intervento operativo (PIO) per la gestione degli stati di attenzione e di allarme, come previsto dall'articolo 9 del D.M. 20.5.91 "Criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell'aria", uno specifico paragrafo della relazione tecnica (integrato con gli specifici elaborati grafici e di calcolo necessari) viene destinato al pacchetto degli interventi considerati dal Piano per prevenire l'inquinamento atmosferico e di quelli necessari quando il livello di attenzione o di allarme impone l'adozione di misure di emergenza; tali interventi devono essere integrati nella strategia adottata per il PUT. Per le aree metropolitane ed i comuni con più di 150.000 abitanti la suddetta relazione tecnica deve essere integrata con una valutazione, eventualmente anche mediante l'ausilio di modelli, degli effetti sull'inquinamento ambientale delle ipotesi progettuali formulate dal PUT che tenga conto dei Piani di intervento operativo e di risanamento acustico. Indicazioni relative alle tipologie ed all'uso dei modelli di cui sopra verranno fornite con successivi quaderni tecnici. 4.2 - PIANI PARTICOLAREGGIATI Il 2 livello di progettazione è quello dei piani particolareggiati del traffico urbano, intesi quali progetti di massima per l'attuazione del PGTU, relativi ad ambiti territoriali più ristretti di quelli dell'intero centro abitato, quali - a seconda delle dimensioni del centro medesimo - le circoscrizioni, i settori urbani, i quartieri o le singole zone urbane (anche come fascia di influenza dei singoli itinerari di viabilità principale), e da elaborare secondo l'ordine previsto nell'anzidetto programma generale di esecuzione del PGTU. Detto programma deve prevedere singoli insiemi di interventi attuabili - in particolare - sotto forma di specifici "lotti funzionali", nel senso che con la loro attuazione non devono riscontrarsi peggioramenti per la situazione del traffico nelle aree circostanti a quella di intervento. I Piani particolareggiati in questione indicano il dimensionamento di massima degli interventi previsti per tutta la viabilità, principale e locale, all'interno rispettivo ambito territoriale di studio con i rispettivi schemi di circolazione. Essi, in particolare, riguardano: - i progetti per le strutture pedonali, con eventuali marciapiedi, passaggi ed attraversamenti pedonali e relative protezioni, e per la salvaguardia della fluidità veicolare attorno alle eventuali AP, ZTL e zone particolarmente sensibili all'inquinamento atmosferico individuate dal PIO (organizzazione dei cosiddetti itinerari di arroccamento); - il tipo di organizzazione delle fermate, dei capilinea e dei punti di interscambio dei mezzi pubblici collettivi e delle rispettive eventuali corsie e/o sedi riservate e l'eventuale progetto di massima per i parcheggi di scambio con il trasporto privato, nonchè l'eventuale piano di dettaglio per la riorganizzazione delle linee esistenti e delle loro frequenze (PUT inteso come Piano della mobilita'); - gli schemi dettagliati di circolazione per i diversi itinerari della viabilità principale e per la viabilità di servizio, il tipo di organizzazione delle intersezioni stradali della viabilità principale (con relativo schema di fasatura e di coordinamento degli impianti semaforici od, eventualmente, schema di svincolo delle correnti veicolari e pedonali a livelli sfalsati) ed il piano generale della segnaletica verticale, specialmente di indicazione e precedenza; - il tipo di organizzazione della sosta per gli eventuali spazi laterali della viabilità principale, per le strade - parcheggio, per le aree di sosta esterne alle sedi stradali e per gli eventuali parcheggi multipiano sostitutivi della sosta vietata su strada, nonchè l'eventuale organizzazione della tariffazione e/o limitazione della sosta di superficie (strade ed aree). Gli elaborati progettuali di questo 2 livello di progettazione devono essere redatti in scala da 1:5.000 fino ad 1:1.000 (o eccezionalmente più dettagliata), in funzione delle dimensioni dell'ambito territoriale in studio (circoscrizione, settore urbano, quartiere, zona o fascia urbana), e devono essere accompagnati da una relazione tecnica comprendente, oltre al proporzionamento degli interventi proposti in rapporto ai livelli di traffico previsti, con l'indicazione dei dati, delle analisi e dei metodi di calcolo utilizzati, anche una stima sommaria dei relativi costi di intervento, nonchè gli approfondimenti necessari sia delle analisi di convenienza economica e di fattibilità finanziaria per le eventuali opere di rilevante impegno economico, sia degli eventuali pacchetti di interventi da adottare in condizioni di emergenza ambientale, di cui si è detto nel 1 livello di progettazione. 4.3 - PIANI ESECUTIVI Il 3 livello di progettazione è quello dei Piani esecutivi del traffico urbano, intesi quali progetti esecutivi dei piani particolareggiati del traffico urbano. La progettazione esecutiva riguarda, di volta in volta, l'intero complesso degli interventi di un singolo Piano particolareggiato, ovvero singoli lotti funzionali della viabilità principale e/o dell'intera rete viaria di specifiche zone urbane (comprendenti una o più maglie di viabilità principale, con relativa viabilità interna a carattere locale), facenti parte di uno stesso Piano particolareggiato. Detti Piani esecutivi definiscono completamente gli interventi proposti nei rispettivi Piani particolareggiati, quali - ad esempio - le sistemazioni delle sedi viarie, la canalizzazione delle intersezioni, gli interventi di protezione delle corsie e delle sedi riservate e le indicazioni finali della segnaletica stradale (orizzontale, verticale e luminosa), e li integrano - in particolare - per quanto attiene le modalità di gestione del PUT (in termini di verifiche ed aggiornamenti necessari). Tra queste ultime modalità assumono particolare importanza i due essenziali Piani di settore relativi al "potenziamento e/o ristrutturazione del servizio di vigilanza urbana" ed alle indispensabili "campagne di informazione e di sicurezza stradale". Gli elaborati progettuali di questo 3 livello di progettazione devono essere redatti in scala da 1:500 fino ad 1:200 o valori inferiori, in funzione delle necessità di descrezione esecutiva degli interventi proposti, e devono essere accompagnati da una relazione tecnica comprendente anche la valutazione dettagliata dei computi metrici estimativi necessari per la determinazione dei costi di intervento, nonchè la redazione del piano finanziario per la realizzazione e la gestione degli interventi medesimi. Per i centri urbani di più modeste dimensioni, specialmente se interessati da fenomeni stagionali di affluenza turistica, il 2 e 3 livello di progettazione possono anche essere riuniti in un'unica fase di progettazione (livello dei Piani di dettaglio). 4.4 - CONTENUTI FONDAMENTALI, EVENTUALI E COLLATERALI Gli anzidetti principali contenuti progettuali del PUT sono riepilogati nella seguente tabella, dove risultano integrati anche con ulteriori contenuti a carattere "collaterale", relativi alla disaggregazione delle quattro componenti fondamentali del traffico, (ad esempio, per i veicoli merci e per i taxi), alle altre componenti del traffico (ad esempio, per i portatori di handicap deambulanti e per i velocipedi), oppure ad altri argomenti di studio (ad esempio, per l'arredo urbano, per campagne di controllo delle emissioni inquinanti e della rumorosita') che potranno essere specificatamente indicati dall'amministrazione comunale. I piani relativi a queste ultime componenti di traffico, studiate con riferimento all'intero ambito urbano, assumono in genere la denominazione di Piani di settore, che potranno essere adeguatamente redatti solo dopo la predisposizione del PTGU ed a sua stretta integrazione (la stessa denominazione viene coerentemente assegnata agli interventi relativi a singoli strumenti di attuazione: si citano così - oltre a quelli precedentemente indicati per la vigilanza urbana e per l'informazione e la sicurezza stradale - i Piani di settore della regolazione semaforica, dell'arredo urbano, della segnaletica di indicazione, ecc.). Nella tabella anzidetta, gli argomenti relativi al 2 e 3 livello di progettazione del PUT sono accorpati in un unico livello, appunto definito di "dettaglio". Altresì, in detta tabella i tipi di intervento previsti vengono distinti in "fondamentali" ed in "eventuali", con riferimento alla loro obbligatorietà o meno di presenza nel PUT. Più precisamente, i "contenuti fondamentali" riguardano tutti i centri abitati, anche quelli di più modeste dimensioni, mentre i "contenuti eventuali" - risultando dipendenti dalla situazione locale di congestione del traffico - potranno anche non essere presenti nel PUT, salvo - in genere - che per i centri abitati di maggiori dimensioni (al di spora dei 100.000 abitanti). In particolare, per i centri abitati con popolazione superiore a 1.000.000 di abitanti, considerata l'ampiezza del territorio urbano ed i tempi di studio e di approvazione successivamente indicati, tra i contenuti fondamentali del PGTU possono essere eccezionalmente demandati ai successivi Piani particolareggiati quelli attinenti all'eventuale definizione dei sensi unici di marcia sulla viabilità principale. | | | PRINCIPALI CONTENUTI PROGETTUALI DEI PIANI URBANI DEL TRAFFICO | | | | | | | | | | Settore di intervento | | Tipo di | | Livello di | | | |intervento(*)| |progettazione| | | | | | | | | | | | | |- migliorie generali per la | |fondamentale | | generale | | mobilità pedonale (es. sgombero | | | | | | dei marciapiedi) | | | | | | | | | | | |- definizione delle piazze, strade,| | eventuale | | generale | | itinerari od aree pedonali - AP | | | | | | | | | | | |- definizione zone a traffico | | eventuale | | generale | | limitato - ZTL - o a traffico | | | | | | pedonale privilegiato | | | | | | | | | | | | | | | | | |- migliorie gen. per mobilità | |fondamentale | | generale | | mezzi pubblici collettivi | | | | | | fluidificazione percorsi) | | | | | | | | | | | |- individuazione delle corsie e/o | | eventuale | | generale | | sedi riservate ai mezzi pubblici | | | | | | | | | | | |- individuazione dei parcheggi di | | eventuale | | generale | | scambio tra mezzi privati e | | | | | | pubblici | | | | | | | | | | | | | | | | | |- definizione dello schema generale| |fondamentale | | generale | | di circolazione della viabilità | | | | | | principale | | | | | | | | | | | |- individuazione viabilità | |fondamentale | | generale | | tangenziale per traffico di | | | | | | attraversamento urbano | | | | | | | | | | | |- definizione delle modalità di | |fondamentale | | generale | | precedenza tra i diversi tipi di | | | | | | strade | | | | | | | | | | | | | | | | | |- definizione delle strade ed aree | |fondamentale | | generale | | esistenti da destinare a | | | | | | parcheggio | | | | | | | | | | | |- spazi di sosta sostitutivi (a | | eventuale | | generale | | raso, fuori delle sedi stradali, | | | | | | e/o multipiano) | | | | | | | | | | | |- aree e tipo di tariffazione e/o | |fondamentale | | generale | | limitazione temporale per la | | | | | | sosta su strada | | | | | | | | | | | | | | | | | |- definizione della classifica | |fondamentale | | generale | | funzionale delle strade e degli | | | | | | spazi stradali | | | | | | | | | | | |- definizione del regolamento | |fondamentale | | generale | | viario e delle occupazioni di | | | | | | suolo pubblico | | | | | | | | | | | |- individuazione delle priorità | |fondamentale | | generale | | di intervento per l'attuazione | | | | | | del PGTU | | | | | | | | | | | |- definizione degli interventi per | | eventuale | | generale | | l'emergenza ambientale | | | | | | | | | | | | | | | | | |- progetti per strutture pedonali | |fondamentale | | dettaglio | | (marciapiedi, passaggi ed | | | | | | attraversamenti) | | | | | | | | | | | |- progetti per l'itinerario di | | eventuale | | dettaglio | | arroccamento alle AP ed alle ZTL | | | | | | | | | | | | | | | | | |- organizzazione delle fermate e | |fondamentale | | dettaglio | | capilinea dei mezzi pubblici | | | | | | collettivi | | | | | | | | | | | |- organizzazione delle corsie e/o | | eventuale | | dettaglio | | sedi riservate ai mezzi pubblici | | | | | | collettivi | | | | | | | | | | | |- progetti dei parcheggi di scambio| | eventuale | | dettaglio | | tra mezzi privati e pubblici | | | | | | | | | | | | | | | | | |- schemi dettagliati di | |fondamentale | | dettaglio | | circolazione degli itinerari | | | | | | principali | | | | | | | | | | | |- schemi particolari di | |fondamentale | | dettaglio | | circolazione della viabilità di | | | | | | servizio e viabilità locale | | | | | | | | | | | |- progetti di canalizzazione delle | |fondamentale | | dettaglio | | intersezioni della viabilità | | | | | | principale | | | | | | | | | | | |- schemi di fasatura e di | |fondamentale | | dettaglio | | coordinamento degli impianti | | | | | | semaforici | | | | | | | | | | | |- progetti di svincoli stradali a | | eventuale | | dettaglio | | livelli sfalsati per veicoli e | | | | | | per pedoni | | | | | | | | | | | |- piano della segnaletica, in | |fondamentale | | dettaglio | | particolare di indicazione e di | | | | | | precedenza | | | | | | | | | | | | | | | | | |- organizzazione delle strade | |fondamentale | | dettaglio | | parcheggio e delle relative | | | | | | intersezioni | | | | | | | | | | | |- organizzazione delle aree di | | eventuale | | dettaglio | | sosta a raso fuori delle sedi | | | | | | stradali | | | | | | | | | | | |- progetti dei parcheggi multipiano| | eventuale | | dettaglio | | sostitutivi | | | | | | | | | | | |- organizzazione della tariffazione| |fondamentale | | dettaglio | | e/o limitazione temporale della | | | | | | sosta | | | | | | | | | | | | | | | | | |- modalità di gestione del piano | |fondamentale | | dettaglio | | (verifiche ed aggiornamenti) | | | | | | | | | | | |- progetto degli interventi per | | eventuale | | dettaglio | | l'emergenza ambientale | | | | | | | | | | | | | | | | | |- ristrutturazione della rete di | | collaterale | | gen.-dett. | | trasporto pubblico collettivo | | | | | | stradale | | | | | | | | | | | |- potenziamento e/o | | collaterale | | gen.-dett. | | ristrutturazione del servizio di | | | | | | vigilanza urbana | | | | | | | | | | | |- campagne di informazione e di | | collaterale | | gen.-dett. | | sicurezza stradale | | | | | | | | | | | |- movimento e sosta dei veicoli dei| | collaterale | | gen.-dett. | | portatori di handicap deambulanti| | | | | | | | | | | |- arredo urbano degli ambienti | | collaterale | | gen.-dett. | | pedonalizzati | | | | | | | | | | | |- sistemi di trasporto innovativi, | | collaterale | | gen.-dett. | | anche pedonali | | | | | | | | | | | |- movimento e sosta dei velocipedi | | collaterale | | gen.-dett. | | | | | | | |- movimento e sosta dei taxi | | collaterale | | gen.-dett. | | | | | | | |- movimento, sosta e relativi orari| | collaterale | | gen.-dett. | | di servizio per i veicoli merci | | | | | | | | | | | |- movimento e sosta degli autobus | | collaterale | | gen.-dett. | | turistici | | | | | | | | | | | |- sistemi di informazione | | collaterale | | gen.-dett. | | all'utenza | | | | | | | | | | | | | | (*) "fondamentale" = previsto obbligatoriamente nel Piano; | | | | "eventuale" = dipendente dalla situazione di traffico | | | | "collaterale" = su specifica richiesta dell'amministrazione | | committente l'incarico di redazione del Piano | | | 5 - MODALITÀ PROCEDURALI 5.1 - OBBLIGO DI ADOZIONE L'obbligo di adozione del PUT (articolo 36, comma 1, del nuovo Cds), fa riferimento alla redazione e all'approvazione del Piano generale del traffico urbano (PGTU), secondo la sua definizione fornita al capitolo precedente. Detto PGTU costituisce atto di programmazione ed è soggetto ad approvazione secondo le procedure della legge 8 giugno 1990, n. 142. Questo stesso iter di adozione è opportuno sia utilizzato nel caso di varianti al PGTU particolarmente importanti, che dovessero emergere durante la redazione dei successivi Piani particolareggiati per ambiti territoriali molto vasti. Varianti modeste, così come gli aggiornamenti della classifica funzionale della viabilità per il passaggio di categoria delle strade da un tipo ad un altro tipo, nonchè tutti gli interventi attuativi del PUT, possono essere direttamente oggetto di ordinanze del sindaco. 5.2. - AMBITO TERRITORIALE L'obbligo di adozione del PUT fa, inoltre, riferimento agli ambiti territoriali identificantisi - in genere - con l'intero centro abitato (come delimitato ai sensi dell'articolo 4 del nuovo Cds) di ogni territorio comunale con popolazione residente superiore a 30.000 abitanti (popolazione riferita all'1.1.1993, o a data successiva nel caso in cui detto valore non sia già stato raggiunto). Ambiti territoriali più ristretti di quello dell'intero centro abitato, quali le circoscrizioni, i settori urbani, i quartieri o le singole zone urbane, non possono essere oggetto esclusivo del PGTU, bensì di specifici progetti di dettaglio, successivi all'approvazione del PGTU ed in accordo con esso. Lo stesso intero ambito urbano oggetto del PUT riguarda, altresì (articolo 36, comma 2, del nuovo Cds), quei comuni che, seppure con popolazione residente inferiore a 30.000 abitanti, registrino - anche solo in particolari periodi dell'anno - un'affluenza turistica e/o pendolarismo per motivi di lavoro e di studio, tale che la popolazione presente risulti in detti periodi eguale o superiore a 30.000 unità. Sempre con riferimento ai comuni con popolazione residente inferiore a 30.000 abitanti, l'obbligo di adozione del PUT riguarda, altresì (sempre per effetto dello stesso comma 2 precitato), quei centri abitati di particolare valore ambientale (storico, artistico ed architettonico) o che presentino un intenso transito di mezzi pesanti, tale che ne derivino rilevanti ed estese problematiche di congestione della circolazione stradale. Nel caso di territori comunali comprendenti una o più frazioni, nettamente separate dal centro abitato del capoluogo, si procede all'elaborazione di PUT specifici, oltre che per il centro abitato anzidetto, anche per le singole frazioni. In tal caso, l'obbligo di adozione del PUT s'intende esteso a tutte le frazioni con popolazione residente, o presente anche solo in particolari periodi dell'anno, superiore ai 30.000 abitanti. 5.3 - ATTIVITÀ DI COORDINAMENTO Nel caso di centri abitati contigui di comuni diversi, durante la formazione dei rispettivi Piani, si deve fare riferimento ad una specifica attività di coordinamento, meglio se in sede progettuale (con riferimento ad un unico Piano) e - comunque - in sede di adozione dei Piani medesimi. A tale scopo le regioni, contestualmente alla predisposizione dell'elenco dei comuni tenuti all'adozione del PUT, individuano anche i comuni con aree urbane territorialmente finitime, per i quali è richiesta una specifica attività di coordinamento, e tra questi designano il comune capofila, al quale è demandata la redazione del PGTU dell'intera area. Il coordinamento tra le diverse amministrazioni comunali interessate viene perseguito mediante lo strumento dell'accordo di programma e, pertanto, le rela- tive conferenze di programma vengono convocate dal comune capofila, nelle forme previste dall'articolo 27 della legge 142/1990. Qualora il PUT interessi infrastrutture e servizi di altri enti e di aziende extracomunali (consorzi, province, A.N.A.S., F.S., società autostradali, aziende di trasporto collettivo, ecc.), l'attività di coordinamento per la redazione del PGTU deve essere svolta tra i relativi enti interessati, secondo quanto stabilito all'articolo 36, comma 7, del nuovo Cds, attraverso - anche in questo caso - il citato istituto della conferenza di programma tra i rappresentanti delle amministrazioni, anche statali, coinvolte. 5.4 - ATTUAZIONE TECNICA E FINANZIARIA Successivamente all'adozione del PGTU da parte del consiglio comunale, il Piano medesimo va portato in attuazione attraverso la redazione dei relativi Piani di dettaglio (Piani particolareggiati e Piani esecutivi) e la realizzazione degli interventi ivi previsti, secondo l'ordine stabilito nel loro programma generale di esecuzione, precedentemente approvato. Affinchè il PUT non perda la sua efficacia, detta fase di sua integrale attuazione non deve comportare una durata superiore ai due anni, compresa la completa revisione ed eventuale modifica della segnaletica verticale ed orizzontale per l'intera area urbana (incluse tutte le strade locali). Nel primo periodo di applicazione delle presenti direttive, questo limite di durata potrà essere eccezionalmente superato nei centri abitati di più rilevante dimensione (al di sopra dei 300.000 abitanti) e con riferimento esclusivo a quelle loro zone al momento non soggette a congestione del traffico, per le quali l'integrale revisione e l'eventuale modifica della segnaletica stradale potranno essere effettuate nel terzo anno di intervento per i comuni con popolazione tra i 300.000 ed 1.000.000 di abitanti, o nel quarto anno di intervento per i comuni al di sopra di 1.000.000 di abitanti, sempre a partire dalla data di adozione del PGTU. Per il rispetto dei tempi di attuazione anzidetti, diviene quindi essenziale - da un lato - che vengano semplificate al massimo possibile le procedure di controllo amministrativo e di approvazione dei Piani di dettaglio e dei relativi interventi, in modo tale cioè che la fase di attuazione del PGTU si caratterizzi prettamente come fase di attività tecnica, e - dall'altro lato - che risultino certe le fonti di finanziamento dei progetti e degli interventi attraverso la predisposizione di apposito capitolo di bilancio comunale, sul quale far confluire sia i proventi contravvenzionali (articolo 208, commi 2 e 4, del nuovo Cds), sia quelli (eventuali) di tariffazione della sosta (articolo 7, comma 7, del nuovo Cds) od anche dell'accesso a determinate zone urbane (articolo 7, comma 9, del nuovo Cds), sia quelli che eventualmente verranno messi a disposizione delle rispettive amministrazioni regionali (previa definizione dei meccanismi di controllo - in particolare - sull'attivazione degli interventi). 5.5 - GESTIONE ORDINARIA Per gestione ordinaria del PUT si intende l'attività di rispetto, di controllo e di aggiornamento delle discipline di traffico imposte a seguito dell'attuazione del PUT. L'attività di rispetto delle discipline imposte, ai fini della fluidità e della sicurezza stradale, comporta l'attuazione di quanto previsto nei Piani di settore relativi al "potenziamento e/o ristrutturazione del servizio di vigilanza urbana" ed alle "campagne di informazione e sicurezza stradale", che concludono la fase progettuale del PUT. La mancata attuazione di queste attività, con le modalità previste nei relativi Piani di settore, determina il fallimento certo del PUT e, pertanto, nei meccanismi di controllo degli eventuali finanziamenti da parte delle amministrazioni regionali vanno affrontati anche quest'ultimi argomenti. L'attività di controllo su strada dell'efficacia degli interventi previsti dal PUT, oltre che sul monitoraggio ambientale, di cui anche al paragrafo successivo, si basa essenzialmente sul monitoraggio del traffico e sulle analisi dei relativi dati "prima e dopo" l'attuazione delle nuove discipline di circolazione stradale. Il monitoraggio del traffico riguarda la raccolta dei dati relativi - essenzialmente - ai cinque parametri di seguito elencati con alcune loro finalità particolari: - i flussi veicolari sulle intersezioni e su alcune sezioni tipo della viabilità principale, ai fini del controllo di validità della regolazione semaforica e dei metodi previsionali e di simulazione adottati per la redazione del PUT; - le velocità di percorrenza veicolare per i mezzi pubblici e privati sui diversi itinerari della viabilità principale, ai fini del controllo sia del mantenimento dei livelli di fluidità recuperati con l'attuazione degli interventi del PUT, sia dei punti critici di "caduta" delle velocità medesime; - le presenze di sosta veicolare nelle diverse zone urbane, ai fini del controllo della politica di ripartizione modale degli spostamenti adottata (in correlazione ai dati dei passeggeri dei veicoli adibiti al trasporto collettivo pubblico) e come controllo dei possibili nuovi punti di innesco della congestione sulla viabilità principale; - il numero dei passeggeri su tratte significative della rete urbana di trasporto pubblico collettivo (ove esistente), ai fini dianzi espressi; - gli incidenti stradali che - in correlazione alla entità dei diversi tipi di infrazioni alle regole di circolazione - determinano i più necessari argomenti da trattare nelle campagne di sicurezza stradale. L'insieme di questi dati ed il loro confronto con quelli della situazione precedente (analisi "prima-dopo") consentono, quindi, di tenere sotto controllo la situazione dello stato di esercizio della rete stradale, delle aree di sosta e del sistema dei trasporti collettivi, per decidere sia le eventuali ulteriori "campagno di informazione" sul PUT (da svolgere per l'adeguamento dei comportamenti dell'utenza), sia gli stessi affinamenti progettuali del PUT, sia il suo aggiornamento, almeno biennale (piano processo), con basi informative eventualmente ampliate. La prescrizione di aggiornamento biennale del PUT (articolo 36, comma 5, del nuovo Cds) riguarda, in particolare, l'obbligo di riepilogo biennale dei risultati dell'anzidetto monitoraggio sul traffico, accompagnato dalla relativa relazione tecnica per gli aggiornamenti progettuali necessari (certamente indispensabili - almeno - per la regolazione semaforica e per le discipline della sosta) e per l'eventuale necessità di revisione integrale del PUT. Da ciò deriva la fondamentale importanza di mantenere in efficienza ed aggiornare costantemente gli archivi manuali ed informatici dei dati raccolti per la predisposizione del PUT, nonchè l'eventuale sistema di modelli del traffico messi a punto in tale occasione. 5.6 - GESTIONE DELL'EMERGENZA Salvo i casi dove risultino indispensabili anche le opere infrastrutturali proprie del Piano dei trasporti, l'attuazione degli interventi previsti dal PUT, attraverso la fluidificazione del traffico ed il più razionale uso dei veicoli individuali privati, dovrebbe ricondurre i dati dell'inquinamento acustico ed atmosferico (in condizioni meteorologiche normali) entro i rispettivi valori di soglia, se non altro per quanto attiene il contributo proprio del trasporto motorizzato e semprechè vengano parallelamente adottati gli interventi necessari sui carburanti, sui veicoli e sulle pavimentazioni ed attrezzature stradali, anche con specifico riferimento al rispetto delle norme in vigore per la limitazione della rumorosità e delle emissioni inquinanti dei veicoli a motore (articolo 79, comma 2, del nuovo Cds). Ciò non toglie che in condizioni meteorologiche particolari possano verificarsi episodi acuti di inquinamento atmosferico ed in caso di raggiungimento dello stato di attenzione o di allarme, come definiti dalla D.M. 15.4.94 "Norme tecniche in materia di livelli e di stati di attenzione e di allarme", e i suoi successivi aggiornamenti, debbano conseguentemente essere adottati provvedimenti di emergenza (forti restrizioni dei movimenti motorizzati individuali, almeno per i veicoli che non ottemperino alle più recenti norme per il contenimento delle emissioni inquinanti, tenendo altresì conto della minore capacità inquinante dei veicoli a due ruote e dei veicoli ad emissione zero) conformemente a quanto previsto in tale circostanza dal PUT in armonia con il Piano di intervento operativo previsto dall'articolo 9 del D.M. 20.5.91 "Criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell'aria". Tali provvedimenti devono essere ovviamente decisi con tutte le cautele possibili per i loro riflessi su tutte le attività socioeconomiche urbane. In questo senso, riguardo al provvedimento del blocco (ancorchè non generalizzato) dei veicoli individuali motorizzati, mentre da un lato risulta suggeribile la contestuale adozione del cosiddetto sistema del "car-pool", dall'altro lato è da sconsigliare il ricorso prolungato all'uso del cosiddetto sistema "a targhe alterne", in quanto nel lungo termine conduce ad effetti completamente opposti al contenimento dell'uso dei veicoli individuali a motore in ambito urbano. Ai fini delle situazioni di emergenza, diviene, quindi, indispensabile attuare con il massimo anticipo possibile gli interventi del PUT relativi alla fluidificazione degli itinerari più esterni del sistema viario tangenziale urbano, che possono anche interessare parzialmente la viabilità del centro abitato (in zone non congestionate e non densamente abitate), su cui deviare il traffico di attraversamento ed al cui interno potranno essere adottati i provvedimenti di parziale blocco dei veicoli individuali motorizzati e di contestuale aumento eccezionale della capacità della rete di trasporto collettivo, anche con ricorso al relativo sistema privato (istituzione temporanea di corse addizionali ed eventuali linee integrative). La definizione del sistema viario tangenziale a cui di volta in volta far riferimento per i provvedimenti anzidetti, in funzione dei livelli di inquinamento atmosferico misurati e previsti, anche in rapporto all'evoluzione del quadro meteorologico, dipenderà anche dalla preliminare individuazione delle aree del territorio urbano particolarmente vulnerabili dal punto di vista dell'esposizione ad inquinanti atmosferici, fornita dall'autorità competente - nell'ambito dei rispettivi Piani di intervento operativo -, sulla base dei dati del monitoraggio ambientale coordinato dalla stessa autorità. 5.7 - INCOMBENZE REGIONALI Le regioni, qualora non abbiano già provveduto, entro due mesi dall'emanazione delle presenti direttive devono predisporre l'elenco dei rispettivi comuni interessati al PUT (eventualmente raggruppati, nel caso di necessaria attività di coordinamento - cfr. pgf. 5.3) e trasmetterne copia alla Direzione generale della viabilità e mobilità urbana ed extraurbana affinchè, a cura del Ministero dei lavori pubblici, detto elenco venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (articolo 36, comma 2, del nuovo Cds). È inoltre necessario che la prescrizione anzidetta venga eventualmente integrata (anche attraverso successivo atto deliberativo - da emanarsi da parte della regione entro due mesi dal precedente -) con le disposizioni relative al possibile contributo di distinti finanziamenti regionali degli studi per la redazione dei PUT e degli interventi ivi previsti, nonchè alle procedure di controllo per l'assegnazione di detto contributo secondo i relativi stadi di avanzamento dei lavori. Il contributo in questione va comunque erogato nella misura compatibile con le risorse finanziarie disponibili e tenuto conto della gravità e rilevanza sociale dei problemi della mobilità per i singoli comuni. In ogni caso la parte dei finanziamenti relativa agli interventi di riorganizzazione o miglioramento della circolazione stradale potrà essere erogato unicamente a quei comuni che abbiano già adottato il PUT. È altresì necessario che le delibere in questione vengano biennalmente aggiornate da parte delle singole regioni, sia per quanto attiene eventuali possibili ampliamenti del finanziamento degli interventi, sia in merito all'elencazione di ulteriori comuni i cui caratteri insediativi e di traffico siano nel frattempo variati in modo tale da farli rientrare nell'obbligo di adozione del PUT (cfr. pgf. 5.2). In particolare, non è previsto l'istituto opposto, per il quale - cioè - la variazione di detti caratteri, con loro valori in diminuzione, possa comportare la cancellazione di un comune da un elenco precedente. Le regioni infine, contestualmente all'assegnazione dell'ultima quota di finanziamento degli interventi, danno comunicazione alla Direzione anzidetta dell'ammontare complessivo assegnato ad ogni comune, distintamente per la redazione dei progetti e per la realizzazione degli interventi ivi previsti, in modo tale che la Direzione medesima possa annualmente riferire al Ministro dei lavori pubblici lo stato di attuazione della legge. 5.8 - INCOMBENZE COMUNALI I comuni interessati all'attuazione del PUT, secondo quanto precedentemente anticipato e tenuto conto dei tempi di redazione dei relativi elaborati progettuali di dettaglio per l'intera rete stradale urbana, specialmente in connessione al particolare impegno conseguente alla prima applicazione delle presenti direttive, hanno in generale l'obbligo di: - adottare entro un anno il Piano generale del traffico urbano, a partire dall'emanazione delle presenti direttive (fatto salvo l'espletamento delle incombenze regionali per la predisposizione dei relativi elenchi di comuni coinvolti); - portarlo completamente in attuazione nei due anni successivi, attraverso la redazione dei relativi Piani particolareggiati e Piani esecutivi (fatte salve le deroghe previste per i comuni con popolazione superiore ai 300.000 abitanti, di cui al pgf. 5.4); - provvedere all'aggiornamento del PUT per ciascuno dei bienni successivi, con un anno di tempo per l'adozione delle sue varianti e l'anno susseguente per l'attuazione dei relativi interventi. A tale scopo i comuni interessati dovranno anzitutto assegnare l'incarico di redazione del PGTU a tecnici specializzati appartenenti al proprio personale o/e ad esperti specializzati esterni, inclusi nell'albo degli esperti in materia di Piani del traffico in corso di predisposizione presso il Ministero dei lavori pubblici (articolo 36, commi 8 e 9, del nuovo Cds). Nelle more di tali possibilità, l'incarico in questione deve essere comunque affidato a tecnici di comprovata esperienza nel settore della pianificazione del traffico. Ove necessario, l'incarico di redazione del Piano viene affidato tramite "sistema concorsuale per titoli", con particolare riferimento all'esperienza di pianificazione del settore. Con riferimento anche agli stadi di progettazione successivi al PGTU, nel relativo bando dovranno essere indicati il livello di Piano da progettare, il suo ambito territoriale d'intervento, gli eventuali contenuti "collaterali" da includere nel Piano (di cui alla tabella conclusiva del cap. 4) e la disponibilità economica complessiva (anche per l'esecuzione delle indagini e rilievi necessari); conseguentemente, la scelta dell'incaricato dovrà basarsi, oltre che sui titoli anzidetti, sulla proposta d'uso dei fondi messi a disposizione (tipologia e finalizzazione delle indagini, impostazione metodologica, argomenti di studio e di progettazione, loro specifica rispondenza alle presenti direttive ed eventuale possibilità di trasferimento all'Ufficio traffico delle banche-dati informatiche elaborate durante l'incarico). Nella stessa delibera di incarico per il PGTU dovranno anche essere indicati - in particolare - gli organi politici (sindaco, o assessore al traffico, o commissione consigliare, ecc.) e tecnici (ingegnere dirigente dell'Ufficio traffico o commissione tecnica, composta dal- predetto ingegnere e dai dirigenti degli altri uffici coinvolti nella problematica della mobilità, ecc.) di riferimento per la redazione del PGTU e per la sua approvazione. Redatto il PGTU, esso viene adottato dalla giunta comunale, e viene - poi - depositato per trenta giorni in visione del pubblico, con relativa contestuale comunicazione di possibile presentazione di osservazioni (nel medesimo termine), anche da parte di singoli cittadini. Successivamente, il consiglio comunale delibera sulle proposte di Piano e sulle eventuali osservazioni presentate (con possibilità di rinviare il PGTU in sede tecnica per le modifiche necessarie) e procede, infine, alla sua adozione definitiva. Per i Piani di dettaglio (Piani particolareggiati e Piani esecutivi), ferme restando le procedure precedentemente indicate per quanto attiene l'incarico di redazione (salvo che per gli interventi dell'arredo urbano di aree pedonali, il cui progetto preliminare potrà anche essere oggetto di specifico "concorso di idee"), devono adottarsi procedure semplificate relativamente alle loro fasi di controllo e di approvazione, in modo da rispettare la loro qualificazione prettamente tecnica. In particolare, per detti Piani di dettaglio non è prevista la fase di approvazione da parte del consiglio comunale, ma diviene - invece - ancor più essenziale la fase di presentazione pubblica attraverso le "campagne informative", propedeutiche all'entrata in esercizio degli interventi di Piano. Per l'aggiornamento del PUT si seguono procedure analoghe a quelle anzidette, sia nelle fasi di assegnazione degli incarichi di progettazione, sia in quelle di eventuale adozione del nuovo PGTU e di attuazione dei nuovi interventi previsti. I PUT che alla data della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle presenti direttive sono stati già adottati, o per i quali è in corso l'iter procedurale di approvazione, o anche sono in avanzata fase di redazione, possono essere portati direttamente in attuazione o completare il proprio iter procedurale di approvazione, se redatti secondo i criteri indicati dalla circolare 2575 dell'8 agosto 1986 vigente prima dell'emanazione delle presenti direttive. All'atto del primo aggiornamento i comuni procedono ad un completo adeguamento del PGTU alle presenti direttive. Analogamente dovrà procedersi per la redazione dei Piani di successivo livello. Per i comuni inadempienti all'obbligo di redazione, adozione ed attuazione del PUT, il Ministero dei lavori pubblici, dopo la segnalazione di provvedere entro un termine assegnato, oltre che avvalersi dell'esecuzione d'ufficio del Piano e dei suoi interventi (articolo 36, comma 10, del nuovo Cds), può anche avvalersi dell'istituto del "commissariamento ad acta". 6 - UFFICIO TECNICO DEL TRAFFICO Considerate anche le nuove incombenze assegnate ai comuni in materia di circolazione stradale dal nuovo Cds, è necessario che quelle amministrazioni comunali - le quali risultano vincolate dal Cds medesimo all'adozione del PUT (cfr. cap. 5) - costituiscano uno specifico Ufficio tecnico del traffico (peraltro già raccomandato con circolare del Ministro dei lavori pubblici, n. 50067 del 20.9.1961 e di seguito indicato con la denominazione abbreviata di Ufficio traffico), ovvero adeguino alle nuove funzioni - appresso in- dicate - l'eventuale rispettivo ufficio (sezione, servizio o ripartizione) già esistente. L'Ufficio traffico deve essere dotato di sufficiente autonomia decisionale ed operativa per poter operare con tempestività, autorità ed efficacia, eliminando eventuali ostacoli od interferenze da parte di altri settori della stessa amministrazione comunale ed, eventualmente, integrando l'Ufficio stesso con competenze di altri settori, quali - in particolare - quelle dell'ufficio vigilanza urbana e dell'ufficio viabilità dei lavori pubblici. Sarà, comunque, necessario che l'Ufficio traffico e gli uffici comunali già richiamati, nonchè quelli per il Piano regolatore, per l'urbanistica, per i lavori pubblici, per i beni storici, artistici e monumentali, per l'ambiente, per il verde e giardini, per la pubblicità stradale, per l'illuminazione e per i servizi tecnologici, trovino forme di "coordinamento" delle loro attività, ove queste competenze fossero attribuite ad assessorati diversi. L'amministrazione comunale potrà, in tal caso, indire "conferenze dei servizi" cui partecipino i responsabili di detti uffici. Si tratta quindi, in molti casi, di accorpare in un'unica struttura compiti e responsabilità della circolazione stradale oggi dispersi in più uffici e, comunque, di potenziare e coordinare energie e competenze esistenti, anche in rapporto alle esigenze imposte dall'applicazione delle più moderne logiche e tecnologie di regolazione e controllo del traffico. Le funzioni precipue dell'Ufficio traffico attengono al perseguimento integrale degli obiettivi precedentemente esposti in merito al PUT (cfr. cap. 2), con strumenti di intervento - però - che coinvolgono anche il controllo della scelta e dell'efficiente realizzazione delle nuove infrastrutture previste dal Piano dei trasporti o dagli strumenti urbanistici vigenti. Per il perseguimento di tali obiettivi devono essere svolte una serie di attività che sono dettagliatamente indicate al capitolo 5 dell'allegato. Roma, 12 aprile 1995 IL MINISTRO DEI LAVORI PUBBLICI E DELL'AMBIENTE BARATTA p. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Il Sottosegretario di Stato delegato in materia di aree urbane SCALZINI Registrato alla Corte dei Conti il 18 maggio 1995 Registro n. 1 Lavori pubblici, foglio n. 233 ALLEGATO 1 - CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE I criteri di seguito esposti sono di generale applicazione, in quanto affrontano argomenti comunque presenti nella elaborazione del PUT, anche con riferimento alle aree urbane di più modeste dimensioni, salvo specifica diversa menzione. Il loro ordine di esposizione riguarda, dapprima, gli aspetti generali del PGTU (pgff. 1.1 - 1.3) e, successivamente, gli aspetti connessi alle singole componenti fondamentali del traffico (pgff. 1.4 - 1.9); il capitolo risulta, infine, concluso dall'esposizione dei criteri di progettazione per il rispetto dei valori ambientali (pgf. 1.10) e da quelli per la redazione del programma di attuazione del PGTU (pgf. 1.11). 1.1 - CRITERIO INFORMATORE Il PGTU deve soddisfare tutte le esigenze di mobilità della popolazione al miglior livello di servizio possibile con gli interventi ed i vincoli propri del PUT (cfr. pgf. 2.1 delle direttive) e, pertanto, non risultano accettabili proposte di intervento che non diano risposta almeno in forma alternativa a dette esigenze (cfr. pgf. 3.2.2 delle direttive). Questo criterio di progettazione, deve condurre essenzialmente all'individuazione di una rete viaria principale di adeguata capacità, riguarda - in particolare - il soddisfacimento e coordinamento delle esigenze delle diverse componenti fondamentali del traffico urbano (cfr. pgf. 3.2.1 delle direttive), che viene ottenuto attraverso l'appropriata selezione ed assegnazione, per ciascuna componente anzidetta, di specifici itinerari, sedi, corsie ed aree, riservati, obbligati o preferenziali. Infatti, l'attuale situazione di congestione del traffico urbano è da connettere - anzitutto - alla promiscuità d'uso delle sedi viarie e pertanto il criterio organizzativo di base della circolazione stradale si identifica nella separazione dei traffici con differente tipo di marcia, lenta o veloce e continua o discontinua. In tal senso sono da separare per evidenti motivi, dapprima, i pedoni dai veicoli; successivamente, nell'ambito dei veicoli, quelli in movimento da quelli in sosta; infine, nell'ambito dei veicoli in movimento, quelli in marcia discontinua, caratterizzata quest'ultima da sistematiche fermate lungo un percorso prestabilito (vedi "di linea"), da quelli in marcia continua (vedi "non di linea"). La selezione dei traffici in questione - come singole visioni parziali - può apparire quale scelta prioritaria di esigenze generali del centro abitato a danno di esigenze locali (ad esempio, la scelta di alcune strade come viabilità principale urbana), oppure - viceversa - quale priorità di esigenze locali a danno di quelle generali (ad esempio, la scelta di alcune strade come aree pedonali o di parcheggio). Sta di fatto, invece, che - come visione globale - l'anzidetta selezione dei traffici risponde all'obiettivo di soddisfacimento, vincolato (con sacrificio di esigenze considerate di importanza secondaria nella logica del PUT), dell'insieme delle di- verse necessità di mobilità, di sicurezza stradale, di recupero ambientale e di economia urbana, oltre che di riduzione degli inquinamenti atmosferico ed acustico e di risparmio energetico. La selezione in questione si identifica con la idonea individuazione della classifica funzionale della viabilità, in modo tale da ottenere sia la separazione delle componenti di traffico nettamente diverse, sia - tenuto conto della maggiore capacità di trasporto fornibile dai mezzi collettivi rispetto a quelli individuali - la prevalenza d'uso, per quanto possibile ed ove necessario, del servizio di trasporto collettivo rispetto a quello individuale. Considerato l'elevato grado di congestione del traffico veicolare già raggiunto nei centri abitati, nel paragrafo 3.2 delle direttive è già stata infatti evidenziata la necessità che la redazione del PUT, venga affrontata con criteri di politica intermodale dei trasporti. Tale politica si attua con strumenti diversi (anche la stessa classifica funzionale della viabilità è uno di questi strumenti), tra i quali è importante evidenziare quello relativo alla tariffazione della sosta su strada (per i centri abitati di modeste dimensioni e non gravati da rilevante congestione del traffico quanto di seguito espresso va letto - con gli opportuni adattamenti - in riferimento alle limitazioni temporali della sosta con "zone disco"). In questo senso diviene essenziale assumere tra i criteri generali di progettazione del PUT, quello relativo ad una adeguata calibratura del provvedimento di tariffazione della sosta su strada, nella sua triplice funzione di strumento diretto per la regolazione del traffico (in quanto ad uso più razionale e più contenuto dei veicoli individuali privati ed al soddisfacimento di una maggiore quantità di utenza), di strumento idoneo a favorire la prevalenza d'uso del sistema di trasporto pubblico collettivo e di quelli pedonale e ciclistico (in quanto a loro maggiore convenienza economica) e di strumento capace a reperire (insieme ai proventi contravvenzionali ed agli eventuali contributi regionali) i fondi necessari per attuare gli interventi previsti dal PUT. L'adeguata calibratura in questione si riferisce, in special modo, alla determinazione del minimo numero di posti-auto su strada da sottoporre al pagamento di una tariffa di sosta (nelle zone maggiormente congestionate) e del valore delle rispettive tariffe (differenziate per grado di congestione e per classi di utenza - con agevolazioni per i residenti -), in modo tale che - dai relativi proventi e dalla creazione di una domanda economica della sosta - s'inneschi anche la possibilità di realizzazione di posti-auto fuori delle sedi stradali da parte dei privati (sempre come parcheggi sostitutivi). L'effetto sinergico di recupero dei proventi della sosta da quest'ultimi parcheggi consente altresì, di non dover estendere il provvedimento di tariffazione della sosta su strada all'intero centro abitato. Nelle città di maggiori dimensioni detto provvedimento è inoltre da verificare in rapporto alla disponibilità di capacità residua del servizio di trasporto pubblico collettivo, per il soddisfacimento delle esigenze dell'utenza, dirottata su quest'ultimo tipo di trasporto. 1.2 - CLASSIFICA DELLE STRADE E REGOLAMENTO VIARIO L'articolazione della classifica delle strade, per quanto attiene ai suoi aspetti funzionali, è già stata esposta nel paragrafo 3.1.1 delle direttive. Oltre a quanto già esposto, in questa sede è importante evidenziare che per i centri abitati di più vaste dimensioni, od anche per quelli di più modeste dimensioni, ai fini dell'applicazione delle presenti direttive ed, in particolare, al fine di adattare la classifica funzionale alle caratteristiche geometriche delle strade esistenti ed alle varie situazioni di traffico, possono prevedersi anche altri tipi di strade con funzione e caratteristiche intermedie rispetto ai tipi precedentemente indicati, quali: - strade di scorrimento veloce, intermedie tra le autostrade e le strade di scorrimento; - strade interquartiere, intermedie tra quelle di scorrimento e quelle di quartiere; - strade locali interzonali, intermedi tra quelle di quartiere e quelle locali, quest'ultime anche con funzioni di servizio rispetto alle strade di quartiere. Parimenti importante è il tenere presente che le intersezioni viarie di ogni tipo di strada sono ammesse esclusivamente con altre strade dello stesso tipo o di tipo immediatamente precedente o seguente (con riferimento ai tipi generali di strade, di cui al paragrafo 3.1.1 delle direttive). Altresì, la funzionalità delle intersezioni è garantita anche dall'individuazione dell'eventuali "strade di servizio" (articolo 2, comma 4, del nuovo Cds), per quanto attiene - in particolare - la concentrazione in punti opportuni delle manovre di svolta a sinistra ed il disimpegno di aree di sosta e di passi carrabili diffusi. È inoltre da rilevare che la classifica viaria anzidetta non esclude lo studio delle interconnesioni tra il traffico stradale e quello di altri tipi di trasporto; anzi, particolare attenzione deve essere riservata, oltre allo studio dei relativi parcheggi di scambio da sistema individuale a sistema collettivo, all'adatta classifica funzionale dei collegamenti stradali con le stazioni ferroviarie ed, ove esistono, con gli aeroporti, i porti e le stazioni dei trasporti a fune, nonchè - per i centri abitati di più vaste dimensioni - con le stazioni delle linee metropolitane. Al fine di assolvere adeguatamente la funzione preminente che ciascun elemento viario deve svolgere all'interno della rete stradale urbana e - quindi - al fine di assicurare un omogeneo grado di sicurezza e di regolarità d'uso delle stesse infrastrutture stradali, la classifica funzionale delle strade deve essere integrata da un apposito regolamento viario che determina le caratteristiche geometriche e di traffico e la disciplina d'uso di ogni tipo di strada. Tale regolamento è da elaborare - in attesa dell'emanazione delle specifiche direttive ministeriali, ma comunque tenuto già conto delle definizioni costruttive dei diversi tipi di strade, di cui all'articolo 2, comma 3, del nuovo Cds e delle norme previste dal Regolamento di esecuzione del medesimo - sulla base delle indicazioni fornite dalle altre normative vigenti (in particolare del Consiglio nazionale delle ricerche), da utilizzare in forma aggiornata tenuto conto di quanto prescritto nel nuovo Cds e nel Regolamento anzidetti. Dette normative riguardano: le "Norme sulla caratteristiche geometriche e di traffico delle strade urbane" - C.N.R., B.U. n. 60/1978; le "Norme sulle caratteristiche geometriche e di traffico delle intersezioni urbane" - C.N.R., B.U. n. 90/1983; le "Disposizioni in materia di parcheggi e programma triennale per le aree urbane maggiormente popolate" - legge n. 122/1989 e successive istruzioni; gli Indirizzi attuativi per la fluidificazione del traffico urbano ai fini del risparmio energetico" - circolare del Ministro delle aree urbane n. 1196/1991; le "Norme sull'arredo funzionale delle strade urbane" - C.N.R., B.U. n. 150/1992; i "Principali criteri e standard progettuali delle piste ciclabili" parte II della circolare del Ministro delle aree urbane n. 432/1993. Il regolamento viario determina, in particolare, specifici standard tecnici per ogni tipo di strada, in merito a: - le componenti di traffico ammesse e, quindi, il tipo di loro regolazione, quale marciapiedi protetti, corsie riservate per i mezzi pubblici collettivi, piste ciclabili, divieti di sosta, ecc.; - le caratteristiche geometriche della sezione trasversale, quali larghezza e numero minimo di corsie, presenza o meno dello spartitraffico centrale, larghezza minima delle banchine, dei marciapiedi ed, in generale, delle fasce di pertinenza, ecc. (già in parte evidenziate dal citato articolo 2, comma 3, del nuovo Cds); - le caratteristiche geometriche di tracciato in relazione alla velocità minima di progetto, quali pendenza massima trasversale in curva, raggi minimi planimetrici ed altimetrici, pendenza longitudinale massima, ecc.; - l'organizzazione delle intersezioni stradali, anche con riferimento a punti singolari di intersecazione delle traiettorie veicolari e pedonali, quali tipo di intersezioni e loro distanza, regolazione delle svolte a sinistra, dimensionamento e frequenza dei passi carrabili, tipi e distanze degli attraversamenti pedonali, dimensionamento delle piazzole di fermata dei mezzi pubblici collettivi e per il carico o lo scarico delle merci, ecc.; - le dimensioni delle fasce di sosta laterale, ove consentita, comprensive delle file di sosta e delle rispettive corsie di manovra, in funzione dell'angolo di parcheggio e del tipo di veicoli ammessi in sosta (standard da adottare anche per specifiche aree di sosta fuori delle sedi stradali); - le discipline delle altre occupazioni delle sedi stradali, distinte in relazione al carattere permanente o temporaneo che esse presentano, nonchè le modalità di coordinamento degli interventi connessi ad occupazioni contemporanee di sedi stradali ricadenti nella medesima zona urbana o direttrice viaria. Le occupazioni permanenti in particolare riguardano installazioni pubblicitarie, chioschi, edicole, cabine, sistemazioni a verde, punti di vendita per il commercio ambulante, mercati fissi, distributori di carburante, tavolini ombrelloni e fioriere; le occupazioni temporanee in particolare riguardano carico e scarico delle merci, raccolta dei rifiuti urbani, pulizia delle strade, fiere, mercati settimanali, giostre stagionali, riunioni assembleari, cortei, manifestazioni sportive e lavori di manutenzione delle pavimentazioni stradali, di segnaletica stradale e dei sottoservizi e sopraservizi (con specifiche regole di coordinamento dei lavori stradali tra aziende e comune, riferite anche alla possibile esecuzione dei lavori su più turni delle ventiquattro ore giornaliere). In generale, il regolamento viario, in quanto a valori degli standard geometrici previsti, è da considerarsi cogente per le strade di nuova realizzazione ed è da considerarsi come obiettivo da raggiungere per le strade esistenti laddove siano presenti vincoli strutturali immediatamente non eliminabili. Anche in quest'ultimo caso sono comunque da rispettare appieno le funzioni di traffico previste per le singole strade e tra queste, in particolare, quelle espresse attraverso l'identificazione delle componenti di traffico ammesse su ciascun tipo di strada. 1.3 - SEPARAZIONE DEI MOVIMENTI DALLE SOSTE Anche questo criterio di progettazione è stato parzialmente accennato nel cap. 3 delle direttive ed in questa sede è opportuno riesaminarlo nei suoi aspetti generali di separazione dei movimenti veicolari e pedonali dalle soste veicolari, al fine di facilitare la mobilità urbana, quale espressione delle esigenze generali dei cittadini in contrapposizione alle esigenze locali di sosta. Per quanto attiene la separazione tra veicoli in movimento e quelli in sosta, essa riguarda essenzialmente la rete viaria principale del centro abitato e va attuata in modo tale che sulle corsie di marcia delle autostrade e delle strade di scorrimento non si abbia alcun condizionamento da parte della sosta veicolare, mentre sulle strade di quartiere detto condizionamento deve essere comunque ridotto al minimo, attraverso l'esistenza di specifiche corsie di manovra per la sosta (cfr. articolo 2 del nuovo Cds). Per le reti viarie con elementi di limitata ampiezza della sede stradale, l'applicazione del criterio in questione si trasforma, in genere, direttamente nell'operazione di sgombero della sosta della viabilità principale. Per quanto attiene, invece, la separazione della mobilità dei pedoni dalla componente della sosta veicolare essa va attuata su tutti i tipi di strada (principali e locali), tenendo conto - in particolare - che le occupazione di suolo pubblico relative ai marciapiedi devono - in ogni caso (sia occupazioni temporanee che permanenti) - garantire uno spazio libero per i pedoni non inferiore a 2 m di larghezza (articolo 20, comma 3, del nuovo Cds). Rammentato - in particolare - che per passaggio pedonale s'intende quella parte longitudinale della sede stradale esterna alla carreggiata e specificatamente destinata al transito dei pedoni nel caso di assenza di marciapiede, l'applicazione del criterio in questione si trasforma in genere, per qualsiasi tipo di reti stradali, direttamente nell'operazione di sgombero della sosta dai marciapiedi e dai passaggi ed attraversamenti pedonali. 1.4 - CONTINUITÀ DELLA RETE PEDONALE Il rispetto delle esigenze della prima componente fondamentale del traffico urbano (circolazione dei pedoni) richiede una serie di interventi tutti finalizzati a garantire la fluida e sicura continuità dell'intera rete pedonale (sia in ambiti centrali che periferici del territorio urbano), costituita essenzialmente dai marciapiedi, dai passaggi pedonali e dagli attraversamenti pedonali (oltre che dalle eventuali aree pedonali) attraverso l'applicazione degli standard progettuali (dimensionali e tipologici) previsti nel Regolamento viario e derivati, in particolare, dalle citate norme C.N.R. sull'arredo funzionale delle strade. Da tale applicazione deriva, molto spesso, la necessità di ampliamento delle larghezze degli anzidetti elementi stradali pedonali In questo settore di progettazione assumono inoltre speciale rilievo - in sede di PGTU - l'eventuale individuazione di aree pedonali e di zone di traffico limitato o, meglio, zone a traffico pedonale privilegiato, operata in modo da garantire - da un lato - l'adeguata accessibilità e frequentazione delle aree e zone medesime, e - dall'altro lato - che l'ampiezza di tali ambiti urbani non abbia a compromettere la mobilità motorizzata nelle zone circostanti (contestuale definizione dei cosiddetti itinerari di arroccamento atti ad accogliere il traffico motorizzato deviato dagli ambiti in questione). Si consideri che le discipline di traffico caratterizzanti le zone a traffico pedonale privilegiato (isole ambientali costituite in genere da strade-parcheggio) sono: la precedenza generalizzata per i pedoni rispetto a veicoli (fermo restando - comunque - l'obbligo per i pedoni di attraversamento ortogonale delle carreggiate), il limite di velocità per i veicoli pari a 30 km/h, la tariffazione della sosta su spazi pubblici stradali (con agevolazioni tariffarie per i residenti) e lo schema di circolazione tale da impedire l'attraversamento veicolare della zona e da costringere le uscite dalla zona su percorsi prossimi a quelli di ingresso (percorsi ad U). 1.5 - PRIORITÀ DELLA RETE DEL TRASPORTO PUBBLICO COLLETTIVO Le strade dove transitano i mezzi di trasporto pubblico collettivo devono rientrare nella classificazione della viabilità principale (nelle sue diversificazioni di autostrade e di strade di scorrimento e di quartiere) e, quindi, come tali attrezzate in modo da garantire la massima possibile fluidità ai movimenti veicolari. Proprio per questo motivo nel PUT sono ricomprese eventuali deviazioni di percorso per alcune linee di servizio di trasporto pubblico collettivo, in modo da rendere organica la rete di itinerari della viabilità principale (assetto organico delle maglie di viabilità principale) e finalizzare - così - l'obiettivo di massima fluidità del servizio di trasporto pubblico. Nelle città di maggiori dimensioni ciò comporta in genere, la revisione dei cosiddetti "ricircoli di quartiere o di capolinea". Nei centri abitati di più modeste dimensioni, dove è assente questo tipo di servizio, il presente criterio di progettazione va, comunque, attuato con riferimento ai percorsi delle linee pubbliche extraurbane. All'interno di detta rete principale va - poi - curata l'ottimale localizzazione ed attrezzatura delle eventuali corsie e/o sedi stradali e dei punti di fermata per il servizio di trasporto pubblico (urbano ed extraurbano), finalizzate al raggiungimento dell'assetto- obiettivo di prevalenza d'uso del servizio collettivo rispetto al trasporto individuale. L'adozione di corsie e/o sedi stradali riservate va operata, in particolare, quando la frequenza di passaggio dei mezzi collettivi risulti tale da fornire una capacità di trasporto superiore a quella di transito dei soli mezzi individuali (in genere, almeno 25-30 autobus/ora per senso di marcia), situazione - questa - nella quale l'assenza della corsia riservata determinerebbe inoltre specifiche situazioni di insicurezza per la circolazione veicolare, dovute ai continui sorpassi per il traffico individuale in corrispondenza dei punti di fermata dei mezzi collettivi. Laddove non esistono spazi di adeguata ampiezza per la protezione delle operazioni di salita e di discesa dei passeggeri dai mezzi pubblici collettivi, le corsie riservate vanno di norma localizzate immediatamente a lato dei marciapiedi, al fine di consentire lo svolgimento di dette operazioni in condizioni di massima sicurezza. Nella definizione della rete preferenziale (corsie e/o sedi riservate) per i mezzi di trasporto pubblico, ma anche nella eventuale rilocalizzazione dei loro percorsi in promiscuo, specifica attenzione va posta nell'adozione dei relativi sensi unici di marcia, al fine di non ridurre eccessivamente la fascia di influenza integrale (nei due sensi di marcia) di ciascuna linea di trasporto pubblico (sensi unici a distanza - in genere - non superiore a 100 m). Le stesse cautele vanno in particolare adottate nella scelta dei percorsi delle corsie riservate con il cosiddetto sistema di "contraflow" (unica corsia riservata in opposto senso di marcia a quelle del traffico ordinario su una stessa carreggiata stradale). La localizzazione ottimale dei punti di fermata dei mezzi pubblici collettivi va attuata, oltre che in rapporto alle esigenze della relativa utenza, anche ai fini di loro possibili attestamenti preferenziali in aree di intersezione, particolarmente utili per l'efficienza del servizio di trasporto in questione specialmente in assenza di corsie riservate. Ulteriori criteri progettuali, strettamente connessi all'attrattività ed all'efficienza del servizio di trasporto collettivo pubblico e da adottare in sede di progettazione particolareggiata ed esecutiva del PGTU, sono quelli relativi sia all'arredo funzionale dei punti di fermata (con specifica indicazione dei "nomi-fermata", percorsi ed orari dei mezzi, ed opportune attrezzature di attesa, quali pensiline, illuminazione, sedili, ecc.), sia alle adeguate dimensioni delle zone di fermata medesime, in rapporto al numero dei mezzi di transito ed a quello dei passeggeri in attesa, specialmente per le fermate localizzate lungo le corsie riservate. Fanno altresì parte integrante della rete di trasporto pubblico collettivo i parcheggi di scambio, i cui principali criteri di progettazione richiedono il verificarsi delle seguenti condizioni: - ubicazione immediatamente a lato (in genere in destra rispetto all'accesso al centro-città di arterie stradali con intenso traffico individuale; - ampia disponibilità di spazio, oltre che per la sosta delle autovetture, anche per l'idonea fermata - o meglio capolinea - dei mezzi pubblici, con le relative attrezzature; - possibilità di esistenza del servizio di custodia dei veicoli (moderatamente oneroso) e di idonea illuminazione dell'area; - elevate frequenza e capacità residua di trasporto dei mezzi pubblici coinvolti (tenuto conto del preesistente carico dei passeggeri sui mezzi medesimi); - accertata utilità dei percorsi all'interno dell'area urbana (in termini di destinazioni raggiunte) da parte della (o delle) linee di trasporto pubblico coinvolte; - sensibile vantaggio in termini di risparmio sulla durata totale dello spostamento (oltre che monetario), nella prosecuzione del viaggio con il sistema collettivo (vantaggio - questo - che risulta connesso alla facile accessibilità sia al luogo del parcheggio sia alla fermata del sistema collettivo, nonchè alla lunghezza ed alla velocità di spostamento con quest'ultimo sistema rispetto a quello individuale). Dette condizioni si verificano più facilmente nelle grandi città dotate di linee metropolitane, che collegano le distanti periferie urbane (oltre 6 - 8 km) con le zone direzionali e commerciali dell'area centrale, linee per le quali è immediato rilevare i caratteri di elevate frequenza, capacità di trasporto e velocità di viaggio e, quindi, di risparmi in termini temporali e monetari, rispetto all'uso del sistema di trasporto individuale. Per le città di più modeste dimensioni le condizioni in questione vanno verificate al meglio possibile, tenuto comunque presente che, in assenza di sensibili vantaggi nel trasbordo per l'utenza individuale, l'operazione "parcheggi di scambio" può ritenersi certamente fallimentare. 1.6 - FACILITAZIONI PER LA MOBILITÀ A LUNGA DISTANZA All'interno della viabilità principale e salvo le autostrade, se esistenti (già caratterizzate dalle loro caratteristiche costruttive), la individuazione funzionale tra itinerari di scorrimento ed itinerari di quartiere (con limite di velocità rispettivamente pari a 70 ed a 50 km/h - cfr. articolo 142 del nuovo Cds) va operata tenendo conto della necessità di garantire l'esecuzione degli spostamenti veicolari con velocità crescente all'aumentare della loro lunghezza. Detto criterio va attuato attraverso l'adatta attrezzatura dei diversi elementi della rete stradale di movimento (rete principale), in modo tale che gli spostamenti più lunghi (traffici di attraversamento e di scambio del centro abitato, nonchè spostamenti tra opposte periferie urbane, che si attuano in genere sulle autostrade e sulle strade di scorrimento - cfr. pgf. 3.1.1 delle direttive) possano realizzarsi con velocità adeguata e superiore a quella degli spostamenti più brevi (spostamenti tra settori urbani e quartieri limitrofi, che si attuano in genere sulle strade di quartiere). Tale attrezzatura, che riguarda specialmente le caratteristiche geometriche della sezione trasversale, del tracciato e delle intersezioni dei diversi tipi di strade, deve rispondere agli stand- ard tecnici fissati nel regolamento viario (in particolare - cfr. articolo 2 del nuovo Cds -, le autostrade prive di intersezioni a raso e le strade di scorrimento con eventuali intersezioni a raso, nel qual caso devono essere semaforizzate con regolazione ad alta capacità di smaltimento dei flussi veicolari). 1.7.- IDONEITÀ DELLO SCHEMA DI CIRCOLAZIONE I criteri progettuali del PUT esposti in questo capitolo concorrono sostanzialmente tutti alla definizione dello schema di circolazione, nei suo aspetti essenziali di divieti di transito per le diverse categorie di utenza veicolare (strade riservate), di corsie riservate, di doppi sensi o sensi unici di marcia e di manovre consentite sulle intersezioni, nonchè di ordine dei diritti di precedenza sulle intersezioni dei vari itinerari stradali (ordine definito direttamente dalla classifica viaria per strade di tipo diverso - intersezioni disomogenee - e da stabilire di volta in volta per strade dello stesso tipo - intersezioni omogenee -). Rispetto allo schema generale di circolazione, relativo alla viabilità principale (o rete di movimento), incidono - in particolare - i criteri progettuali relativi: - alla necessità di deviazione del traffico di attraversamento su opportuni itinerari tangenziali al centro abitato (cfr. pgf. precedente); - alla sufficiente capacità di smaltimento del traffico da parte dei singoli itinerari principali urbani (cfr. pgf. 1.1), eventualmente sdoppiati su percorsi paralleli limitrofi a senso unico, ma tendenzialmente a doppio senso di marcia, per limitare al massimo possibile la quantità di strade soggette al transito di elevati flussi veicolari e, quindi, soggette a possibili fenomeni di inquinamento atmosferico ed acustico da parte del traffico motorizzato. I sensi unici, infatti, comportano in genere allungamenti di percorso, il che significa maggiore domanda di trasporto (espressa in termini di veicoli x km da soddisfare); - alla adeguata scorrevolezza delle percorrenze dei mezzi di trasporto pubblico collettivo (cfr. pgf. 1.5), eventualmente ottenuta anche tramite corsie e/o sedi stradali riservate; - alla idonea difesa di particolari zone urbane da proteggere dal loro traffico di possibile attraversamento (cfr. pgf. 1.4), tramite opportuni schemi di circolazione interna e sistemi di scorrimento tangenziale alle zone medesime (itinerari di arroccamento); - alla opportunità di deviare alcune manovre veicolari, relative alle principali intersezioni urbane, su strade di servizio alle intersezioni medesime (cfr. pgf. successivo). Rispetto allo schema di circolazione delle maglie viarie interne agli itinerari principali (schema di circolazione della viabilità locale nelle isole ambientali) incidono invece - in particolare - i criteri progettuali relativi: - alla congruenza con lo schema generale di circolazione, in modo da evitare percorsi alternativi (percorsi di by-pass) sulla viabilità locale per il traffico di attraversamento dell'isola ambientale; - alla ottimizzazione della capacità di sosta sui singoli tronchi di detta viabilità (cfr. pgf. 1.9); - alla facilitazione di ricerca dei relativi posti di sosta; - alla adeguata accessibilità tangenziale motorizzata per le eventuali aree pedonali; - alla accessibilità differenziata (tra categorie di utenza ammesse ed escluse) per le eventuali zone a traffico limitato. In genere, quest'ultimi criteri conducono ad un uso intensivo dei sensi unici di marcia sulla viabilità locale (salvo - ovviamente - per le strade a fondo cieco), tenuto anche conto della modesta rilevanza dei flussi veicolari coinvolti e della brevità dei loro percorsi e, quindi, senza eccessivo incremento della domanda di trasporto. 1.8. - FLUIDITÀ DELLE INTERSEZIONI Anche se dalla classifica funzionale delle strade e relativo regolamento viario (cfr. pgf. 1.2) derivano già precisi vincoli per la diversa tipologia delle intersezioni tra i vari tipi di strade, quest'ultima va attentamente verificata - in sede di - Piani particolareggiati del PGTU - in modo da rispettare il criterio progettuale di congruenza della capacità delle intersezioni stradali con i flussi di traffico previsti, in quanto esse rappresentano - quasi sempre - i punti nevralgici delle reti stradali urbane, anche se sgomberate dalla sosta veicolare di intralcio. Dalle relative analisi di capacità e di confronto con i flussi veicolari previsti in transito derivano quelle scelte progettuali, in loco o a più vasto raggio (intersezioni a livelli sfalsati su itinerari autostradali e di strade di scorrimento, eventuali sensi unici di marcia con relativi impianti semaforici coordinati su itinerari di strade di scorrimento e di quartiere, divieti di svolta a sinistra sulla viabilità principale, canalizzazioni del traffico, ecc.), che finalizzano in modo prevalente il precedente criterio progettuale di facilitazioni per la mobilità a lunga distanza (cfr. pgf. 1.6) e consentono di mettere a punto la classifica funzionale della viabilità. 1.9 - SODDISFACIMENTO DELLE ESIGENZE DI SOSTA Considerato che, anche con le politiche intermodali più influenti sulla riduzione dei movimenti con veicoli motorizzati individuali, rimane pur sempre da risolvere il problema della loro rilevante presenza in sosta su strada (con riferimento al valore già raggiunto dall'indice di motorizzazione privata), diviene essenziale adottare il criterio di utilizzazione ottimale delle strade locali e delle aree esterne alle sedi stradali destinate alla sosta (strade- parcheggio ed aree di parcheggio a raso, individuate anche tra le aree - pubbliche e private - in attesa di destinazione urbanistica definitiva), in termini di recupero del massimo numero possibile di posti-auto per riequilibrare - almeno - le esigenze di sosta sacrificate lungo la viabilità principale e per l'eventuale recupero di aree pedonali (parcheggi sostitutivi). Tale utilizzazione ottimale si ottiene, in sede di piani di dettaglio del PUT, attraverso l'uso intensivo e generalizzato dei relativi standard tecnici previsti nel regolamento viario e fatte - comunque - sempre salve le esigenze dei pedoni, espresse nel precedente criterio progettuale di cui al paragrafo 1.4. Oltre quello di riferirsi eventualmente alla realizzazione di parcheggi multipiano (sempre in termini di spazi sostitutivi della sosta eliminata sulla viabilità principale e semprechè quest'ultimi risultino economicamente convenienti e finanziariamente fattibili, tenuto conto della capacità di sosta recuperata con le strade- parcheggio e le nuove aree di parcheggio a raso), fanno parte del presente criterio progettuale, anche i criteri relativi: - sia a l'eventuale possibile - in fase di gestione del PUT - recupero di quelle aree pertinenziali (esterne o interne agli edifici) di cui è stata abusivamente variata la originaria destinazione d'uso a parcheggio, - sia - per fondamentali motivi di sicurezza - alla normale utilizzazione di fasce laterali di sosta, invece che centrali, specialmente nel caso di disponibilità residua di spazio su strade di scorrimento e di quartiere (utili - tra l'altro - per l'allontanamento dei prodotti inquinanti della motorizzazione veicolare dagli spazi destinati ai pedoni ed alle attività insediative). Su tutte le indicate organizzazioni di sosta sovrintendono, infine, i criteri progettuali connessi all'adeguata agibilità delle manovre per i diversi tipi di veicoli coinvolti ed - in particolare - al rispetto delle distanze minime di visibilità, da mantenere sgombere dalla sosta in prossimità delle intersezioni, in modo da assicurare una sufficiente distanza di arresto in rapporto alla velocità dei veicoli con traiettorie intersecantisi. 1.10 - RISPETTO DEI VALORI AMBIENTALI Nel nuovo Cds e nelle presenti direttive si è riconosciuto, tra gli obiettivi di fondo del PUT, quello di preservare ed al tempo stesso migliorare le condizioni ambientali - in particolare - dell'area centrale urbana, in quanto - in genere - area maggiormente congestionata e ricca di valori storici, artistici, architettonici e paesaggistici (in caso diverso, le considerazioni seguenti si adattano alle aree con tali caratteristiche). Il criterio di fondo per il raggiungimento di tale scopo è la deviazione, su itinerari tangenziali, del traffico veicolare in attraversamento rispetto all'area centrale, a tutto vantaggio anche dell'utenza che in essa deve arrivare o che da essa deve partire (traffico di scambio dell'area centrale). Contemporaneamente alla deviazione dei flussi veicolari di attraversamento, per il traffico di scambio si deve poi tendere alla riduzione dei percorsi interni al centro (e così anche per il traffico propriamente interno), adottando discipline circolatorie che favoriscano ingressi in detta area "all'ultimo momento" ed il più vicino possibile alle destinazioni (o, viceversa, uscite "immediate" dall'area centrale ed il più vicino possibile alle origini). Tali criteri, che finalizzano anche gli obiettivi di riduzione dell'inquinamento atmosferico ed acustico, sono analogamente da adottare anche per le zone residenziali ed, ancor più, per quelle ospedaliere e scolastiche. Per le zone centrali è inoltre da finalizzare, per quanto possibile, il criterio di effettuazione delle soste di lunga durata fuori dalle sedi stradali, attraverso eventualmente la realizzazione di nuove aree di parcheggio (parcheggi sostitutivi), e l'utilizzo pedonale delle superfici così recuperate. Parallelamente, risulta opportuno regolamentare le rimanenti superfici stradali da destinare alla sosta veicolare, al fine di favorire le soste di breve durata (regolamentazioni a tempo e/o a tariffa), in modo da ottenere la fruizione degli spazi su strada (più accessibili e quindi maggiormente richiesti di quelli fuori strada) per il maggior numero possibile di utenti. Quest'ultimo criterio si adatta funzionalmente anche alle zone a carattere prevalentemente commerciale e direzionale, non centrali, per le quali è particolarmente rilevante il problema della sosta dei veicoli individuali. L'applicazione dei criteri esposti si realizza attraverso l'idonea disciplina d'uso delle sedi stradali, secondo quanto indicato al paragrafo 1.2. Ciò significa che generalmente, le strade interne all'area centrale non dovranno essere organizzate come strade di scorrimento (salvo che, eccezionalmente, per i mezzi pubblici collettivi), ma utilizzate solo come strade di quartiere e strade locali (solo quest'ultime, nel caso in cui l'area centrale possa identificarsi con un'unica isola ambientale). Inoltre, il raggiungimento completo degli obiettivi di recupero e di miglioramento dei valori ambientali, viene perseguito - a corredo degli interventi propri del PUT - attraverso congrue opere di arredo urbano (sistemazioni a verde, tipi specifici di materiali per le pavimentazioni, illuminazioni diversificate, attrezzature per il miglioramento degli ambienti stradali, ecc.). 1.11 - IDONEITÀ DEL PROGRAMMA DI ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI Il programma di attuazione degli interventi, che conclude la redazione del PGTU (cfr. tabella dei contenuti del PUT, al termine del cap. 4 delle direttive), deve presentare caratteri di idoneità sia dal punto di vista economico-finanziario, specialmente per le eventuali opere di rilevante costo di realizzazione, sia dal punto di vista funzionale, nel senso che ciascun insieme di interventi previsti in ogni fase di attuazione del programma si caratterizzi come "lotto funzionale di opere", a cui corrisponde uno specifico miglioramento della situazione generale del traffico urbano. In genere ciò significa che ciascuna di tali fasi, in cui siano previsti interventi di restrizioni alla circolazione motorizzata individuale, deve essere accompagnata (meglio se preceduta) da interventi che forniscano concrete alternative di carattere modale e/o spaziale per la mobilità delle persone e delle merci. A titolo esemplificativo e con riferimento ad un centro abitato di medie dimensioni ed in situazione non eccezionale di congestione veicolare prevalentemente all'interno dell'area centrale, il relativo programma di attuazione del PGTU comprende - in genere - le seguenti fasi successive di intervento: 1) organizzazione sia della maglia di viabilità principale tangenziale all'area centrale (con recupero di fluidità veicolare), sia della sosta nella fascia urbana esterna adiacente all'area medesima (con recupero di spazi di sosta); 2) interventi sull'area centrale, per la deviazione del relativo traffico veicolare individuale di attraversamento, per le protezioni e facilitazioni della circolazione pedonale, per organizzazioni più vincolanti della sosta e per il miglioramento del servizio di trasporto collettivo da e per l'are medesima; 3) organizzazione degli itinerari di viabilità principale per il resto della città; 4) interventi sulle strade interne alle restanti maglie di viabilità principale, analogamente a quanto detto per l'isola ambientale centrale (fase 2). Per quanto attiene, in particolare, l'idoneità dal punto di vista delle analisi di utilità delle eventuali opere di rilevante costo di realizzazione (cfr. pgf. 4.1 delle direttive), le analisi in questione devono essere eseguite secondo criteri specifici del settore, quali - ad esempio - quelli forniti nel B.U. n. 91/1983 del C.N.R. sulle "Istruzioni per la determinazione della redditività degli interventi stradali". 2 - CRITERI PARTICOLARI DI PROGETTAZIONE I criteri di seguito esposti sono di particolare applicazione, in quanto riguardano o l'elaborazione dei Piani di dettaglio del PGTU (Piani particolareggiati e Piani esecutivi) o i Piani di settore relativi a componenti di traffico non ricomprese tra quelle fondamentali (cfr. tabella conclusiva del cap. 4 delle direttive). 2.1 - PROTEZIONE DELLE UTENZE DEBOLI Con il termine di utenze deboli si fa riferimento ai pedoni, ai ciclisti ed - in particolare - alle persone con limitate capacità motorie, sia per limitazioni fisiche permanenti o temporanee, sia per la loro età (bambini ed anziani). Per i pedoni, nel paragrafo 1.4 sono già stati evidenziati i criteri generali di progettazione da adottare in sede di redazione del PGTU. In sede - invece - di sua progettazione particolareggiata ed esecutiva, diviene essenziale l'individuazione della localizzazione più appropriata di eventuali sovrappassi e sottopassi pedonali sulle autostrade e sulle strade di scorrimento e di attraversamenti semaforizzati su quest'ultime strade e quelle di quartiere, nonchè l'individuazione degli elementi di arredo funzionale delle strade, oltre che per le aree pedonali, anche per tutta la rimanente viabilità. In quest'ultimo settore di progettazione rientrano - in particolare - le protezioni dei marciapiedi (specialmente sulle strade di scorrimento), le isole salvagente segnalate e protette per gli attraversamenti pedonali (specialmente sulle strade di quartiere a due o più corsie per senso di marcia), la continuità del piano dei marciapiedi non interrotta continuamente dai passi carrabili (salvo quest'ultimi non riguardino aree di parcheggio di vaste dimensioni), le protezioni degli alunni in entrata ed in uscita dalle scuole (con - per quanto possibile - accessi ubicati sulle strade locali e non su strade di quartiere o, peggio, su strade di scorrimento), ed - infine - il possibile ampliamento dei marciapiedi in corrispondenza degli attraversamenti pedonali ed in detrazione degli spazi di sosta (laddove consentita e tenuto comunque conto delle esigenze di capacità per il deflusso veicolare sulle intersezioni). Gli standard progettuali da adottare in questo settore di studi sono specificati nelle citate norme C.N.R. - "Arredo funzionale delle strade urbane". Anche per soddisfare le esigenze dei ciclisti sono da utilizzare specifici standard progettuali, emanati dal Ministro delle aree ur- bane in occasione della disponibilità di finanziamenti statali per la realizzazione di piste ciclabili (cfr. relativa circolare n. 432 del 31.3.1993). Riguardo a quest'ultime norme si sottolineano - in particolare - il criterio di protezione delle piste ciclabili sulle strade di scorrimento (con spartitraffico invalicabili) e quello di utilizzazione di rispettive corsie riservate a senso unico (concorde ed a destra della corsia per il traffico motorizzato), specialmente nel caso di piste realizzate su carreggiate esistenti, nonchè quello relativo all'adeguata organizzazione delle intersezioni tra piste ciclabili in presenza contestuale del traffico motorizzato e pedonale (possibile organizzazione dei rispettivi attraversamenti come sistema rotatorio a senso unico antiorario, ubicato immediatamente all'interno dell'insieme degli attraversamenti pedonali). Nel caso di mancanza di spazi per la realizzazione di piste ciclabili secondo gli standard in questione ed in presenza di non rilevanti flussi ciclistici, è suggerito l'uso di banchine ciclabili a senso unico (di larghezza di 1 m, compresa la segnaletica orizzontale) e con piano viabile idoneo all'uso specifico. Infine, riguardo alle persone con limitate capacità motorie va adottato ogni possibile miglioramento per la loro mobilità ai sensi della vigente legislazione in materia (cfr. art. 27 della legge n. 118/1971 e D.P.R. n. 384/1978), specialmente in rapporto all'utilizzazione del sistema di trasporto pubblico collettivo ed agli adeguamenti necessari per le superfici viabili, nonchè alla disponibilità di adeguati spazi di parcheggio con specifico riferimento ai detentori dell'apposito "speciale contrassegno" (cfr. D.l. n. 1176 del 8.6.1979, circolare del Ministero dei lavori pubblici n. 1030 del 13.6.1983 e successive "Direttive inerenti la facilitazione per la circolazione dei veicoli a servizio delle persone invalide" - compresa la relativa "Appendice integrativa" - emanate dallo stesso Ministero dei lavori pubblici nell'aprile 1985). 2.2 - EFFICIENTE DISTRIBUZIONE DELLE MERCI Nella riorganizzazione della circolare urbana il soddisfacimento delle esigenze di mobilità e di distribuzione delle merci assume pari importanza - anche se coinvolge una minore quantità di veicoli - di quella del soddisfacimento della domanda di mobilità delle persone. Nella circolare n. 62 del 5.8.1993 del Ministero dei lavori pubblici. sono esposti i criteri di intervento a cui occorre far riferimento nel caso di limitazioni ai movimenti dei mezzi pesanti di massa complessiva superiore a 7,5 t su determinati itinerari. Per i veicoli di massa inferiore a tale limite, in genere utilizzati per la distribuzione delle merci nella città, e con riferimento specifico a quest'ultimo tipo di servizio (compresi i mezzi della nettezza urbana), nel PUT vanno particolarmente affrontati gli argomenti relativi agli orari di servizio ed agli spazi di sosta ad essi riservati (piazzole per il carico e lo scarico delle merci). Riguardo gli orari di servizio, essi in generale vanno studiati in modo tale che, per la viabilità principale, non vengano a coincidere con le ore di punta della mobilità delle persone e, per le aree pedonali (con servizio merci tangenziale alle aree medesime) e le zone a traffico limitato, detti orari non abbiano a coincidere con i periodi di punta della frequentazione pedonale agli esercizi commerciali. Per le piazzole di carico e scarico delle merci occorre, poi, far riferimento particolare alla loro ubicazione in prossimità delle intersezioni, senza - comunque - che ciò venga a limitare la loro capacità di smaltimento del traffico, in modo tale che ogni singola piazzola riesca ad essere utile al maggior numero possibile di esercizi di attività circostanti, anche mediante l'uso di adeguati carrelli per le merci. Dette piazzole non sono - in ogni caso - soggette a tariffazione della sosta per i veicoli merci, ovviamente durante i previsti orari di servizio (negli altri orari rimangono - invece - a disposizione dei veicoli per il trasporto delle persone, con le relative limitazioni imposte nella zona). Da quanto esposto si evince la complessità della problematica, che richiede pertanto l'esecuzione di approfondite indagini e rilevazioni specifiche, da svolgere anche in collaborazione con gli enti ed associazioni coinvolte, a supporto delle relative attività di progettazione, ricomprese in uno specifico Piano di settore successivo al PGTU (cfr tabella dei contenuti del PUT, a conclusione del capitolo 4 delle direttive). 2.3 - VISIBILITÀ ED AGIBILITÀ DELLE MANOVRE VEICOLARI SULLE INTERSEZIONI Sia nella progettazione di sistemazione delle intersezioni della viabilità principale, sia nella progettazione di sistemazioni della sosta in vicinanza di intersezioni sulla viabilità locale, particolare cura va posta nella risoluzione dei problemi di visibilità (esistenza di sufficienti distanze di arresto per le traiettorie di veicoli intersecantesi) e di agibilità delle manovre veicolari dei mezzi pesanti (specialmente in svolte a destra), compresi quelli del servizio di trasporto pubblico collettivo. I relativi standard tecnici da rispettare sono esposti in generale nelle citate norme del C.N.R. relative alle "strade ed intersezioni urbane" ed in particolare per quanto attiene gli altri tipi di intersezioni e cioè i varchi degli spartitraffico, i passi carrabili e gli accessi ai distributori di carburante, nella norma del C.N.R. - "Arredo funzionale delle strade urbane". 2.4 - IDONEITÀ DELLA REGOLAZIONE SEMAFORICA Molto vasto è il settore progettuale della regolazione semaforica ed altrettanto ampia è la bibliografia disponibile in detto settore. Le relative norme sono pubblicate nel citato B.U. del C.N.R. - "Arredo delle strade urbane", rispetto al quale si evidenziano i criteri di progettazione connessi - in particolare - a: - la verifica dei limiti di capacità della regolazione semaforica, al di sotto dei cui valori minimi la regolazione medesima non è necessaria (salvo che per specifici problemi di sicurezza della circolazione, relativi alla mancanza di visibilità alle intersezioni per ostacoli inamovibili) ed al di sopra dei cui valori massimi la stessa regolazione non è più sufficiente a smaltire i flussi veicolari e pedonali in transito (con conseguente necessità di progettazione dei correttivi necessari); - l'utilizzo diffuso - per quanto possibile - di impianti semaforici attuati dal traffico in modo da evitare perdite di tempo in attesa (eliminazione dei "rossi inutili") non richiesti dall'intensità dei flussi veicolari e pedonali in movimento ed anche con riferimento all'eliminazione dell'innesco di possibili scorretti (e pericolosissimi) comportamenti dell'utenza che tali situazioni di "rosso inutile" determinano; - la coordinazione delle temporizzazioni semaforiche lungo itinerari di scorrimento o di quartiere, specialmente laddove le intersezioni risultino molto ravvicinate. 2.5 - IDONEITÀ DELLA SEGNALETICA STRADALE Questo settore di progettazione risulta il più delicato ed importante agli effetti del miglioramento della circolazione stradale, poichè anche le migliori discipline di traffico - sebbene attentamente studiate e verificate durante la progettazione nella loro efficienza a risolvere i problemi - vengono ad essere vanificate nella loro applicazione su strada, qualora non siano rese di precisa conoscenza pubblica attraverso l'idonea segnaletica orizzontale e verticale. Oltre che nel nuovo Cds e nel relativo Regolamento di esecuzione, i rispettivi criteri di progettazione sono riportati - in particolare - nello specifico capitolo delle citate norme C.N.R. - "Arredo funzionale delle strade urbane" e nella circolare del Ministero dei lavori pubblici n. 2730 del 19.4.1971, relativa alla "Segnaletica delle autostrade urbane", nonchè nella circolare n. 400 del 9.2.1979 relativa alla "Segnaletica urbana di indicazione", nella quale sono espressamente indicati i criteri da seguire nella progettazione di un Piano di segnalamento. Dette norme e circolari vanno comunque utilizzate in forma aggiornata tenuto conto di quanto prescritto nel nuovo Cds e - in particolare - nel titolo II, capo II, del Regolamento. 3 - ANALISI QUANTITATIVE FONDAMENTALI Questo tipo di analisi riguardano gli essenziali confronti tra domanda di mobilità ed offerta di trasporto, che sono da instaurare in sede di redazione del PUT (nelle forme più opportune in rapporto alle dimensioni del centro abitato). 3.1 - DIMENSIONAMENTO E QUALIFICAZIONE DELLA RETE PRINCIPALE Comunque nota la domanda di mobilità, sia essa espressa dai flussi di traffico sulla rete, sia dalla matrice origine/destinazione degli spostamenti (cfr. capitolo seguente), l'analisi in questione si identifica con un processo di assegnazione del traffico veicolare sulla viabilità principale, cioè con un processo di previsione dei carichi veicolari (collettivi ed individuali) che nei periodi di punta interesseranno i singoli elementi della rete di movimento proposta. Tale analisi viene finalizzata alla verifica, per ciascuno degli elementi in questione, dell'idoneità a soddisfare la domanda di mobilità con una prefissata riserva di capacità. Nel caso particolare in cui per diversi elementi viari non si verifichi l'evenienza citata (esistenza di riserva di capacita'), altri elementi della rete provvisoriamente classificati come viabilità locale dovranno essere inseriti nella viabilità principale, oppure dovranno essere riesaminate le ipotesi di politica intermodale adottata, in modo tale da raggiungere un soddisfacente equilibrio tra domanda ed offerta di trasporto. Qualora nel processo di assegnazione anzidetto venga ad utilizzarsi una rete stradale principale, con i singoli elementi già "classificati", dal processo medesimo deriva, non solo il dimensionamento della rete di movimento, ma anche la verifica della qualifica funzionale dei singoli tronchi stradali, cioè la conformità ai livelli di servizio desiderati. Per la classificazione in questione si tenga presente la necessità di disporre degli elementi conoscitivi indicati al paragrafo 1.2 ed, in particolare, di quelli attinenti alle previsioni indicate dagli strumenti urbanistici generali e/o attuativi, in modo che il PUT possa fornire un concreto contributo anche allo sviluppo ordinato della città. 3.2 - SGOMBERO DELLA SOSTA DALLA RETE PRINCIPALE In sede di redazione del PGTU l'analisi in questione richiede: - la conoscenza dell'attuale situazione di punta delle presenze di sosta sull'intera rete stradale (principale e locale), eventualmente con rilievi a campione per le diverse zone urbane (specialmente nel caso dei centri abitati di maggiori dimensioni); - l'introduzione di specifiche ipotesi di riassetto della sosta, ancorchè a livello preliminare, per singoli elementi delle reti anzidette (sgombero sulla viabilità principale ed utilizzazione intensiva su quella locale). Il bilancio, per aree sufficientemente ristrette, tra i valori della domanda e dell'offerta di sosta così determinati, consente di formulare adeguate ipotesi di soddisfacimento delle esigenze di sosta, eventualmente attraverso l'utilizzo di specifiche nuove strade ed aree di parcheggio (con la preliminare identificazione delle disposizioni ottimali di sosta - cfr. pgf. 1.9). Solo nel caso in cui tale analisi dimostri ancora insufficiente offerta di posto in superficie e non risulti possibile introdurre ulteriori ipotesi concrete di politica intermodale di soddisfacimento della domanda di mobilità, si potranno proporre idonei impianti multipiano di parcheggio (specialmente con riferimento alla situazione di sosta notturna dei residenti), da verificare con le specifiche analisi di fattibilità economica e finanziaria. 3.3 - VERIFICA DI CAPACITÀ DELLE INTERSEZIONI La verifica del livello di fluidità delle intersezioni si identifica con la determinazione - nei periodi di punta - dell'indice di congestione delle medesime, definendo quest'ultimo come rapporto tra i flussi veicolari previsti e quelli che potrebbero essere smaltiti da ciascuna intersezione, nel caso in cui si adottasse una regolazione semaforica della sua durata massima (cfr. pgf. 2.4). Dalla determinazione di detto indice, specialmente nel caso in cui esso assuma valore superiore all'unità, conseguono dirette e moti- vate ipotesi sull'organizzazione tipo da adottare per le intersezioni o sulle modifiche da adottare nello schema di circolazione e nella classifica viaria (strade di servizio per le svolte a sinistra devi- ate dall'intersezione in esame, nuovi sensi unici per la deviazione dell'intero flusso di traffico confluente sull'intersezione da uno o più rami, ecc.), o sull'eventuale ampliamento delle zone di accumulo e di uscita delle carreggiate stradali intersecantisi, oppure - in- fine - sull'eventuale utilizzo di soluzioni delle intersezioni a livelli sfalsati. Quest'ultime soluzioni possono essere proposte semprechè, anche in questo caso, non risulti possibile introdurre ulteriori ipotesi con- crete di politica intermodale di soddisfacimento della domanda di mobilità. Le verifiche in questione vengono in genere svolte in sede di Piani particolareggiati ed assumono significato tanto più concreto quanto più i traffici previsti si avvicinino alla realtà. Ciò significa che esse andranno ripetute in sede di gestione del PUT e, comunque, subito dopo l'instaurazione di nuovi sensi unici od altri provvedimenti che abbiano a modificare sostanzialmente la distribuzione dei flussi di traffico sulla rete stradale. 4 - INDAGINI E RILEVAZIONI Da quanto esposto deriva che i dati, occorrenti per una corretta impostazione di un PUT e per la successiva verifica degli interventi realizzati, possono essere fondamentalmente suddivisi in due insiemi, dei quali l'uno riguarda la descrizione della mobilità (domanda di trasporto) e l'altro la descrizione delle caratteristiche delle rete esistente (offerta di trasporto). Sia la domanda che l'offerta vanno compiutamente esaminate in termini di movimento e sosta, almeno con riferimento alle principali componenti di traffico (cfr. pgf. 3.2.1 delle direttive). Tali dati non esauriscono comunque l'intera base conoscitiva necessaria per la redazione del PUT secondo quanto messo in evidenza nel successivo paragrafo 4.3. Per tutti i tipi di rilevazioni su strada si dovrà accertare che durante il loro svolgimento non vi siano turbative del traffico dovute a situazioni spazio-temporali contingenti che renderebbero i risultati privi di significato. È opportuno, quindi, che le indagini ed i rilievi vengano generalmente eseguiti nei giorni feriali dal lunedì al venerdì e durante i normali periodi di attività lavorativa e scolastica (salvo che non si intenda studiare situazioni di punta specifiche, quali quelle connesse ad attività turistiche, ricreative, ecc., che coinvolgono direttamente i giorni festivi ed i periodi di ferie). 4.1 - LA DOMANDA DI TRASPORTO 4.1.1 - Mobilità La domanda di mobilità urbana stradale, afferente ai diversi modi di trasporto (collettivo ed individuale, motorizzati e non motorizzati, ecc.), può essere rapidamente descritta in termini di "flussi veicolari" su significative sezioni della rete, nel periodo temporale di riferimento, quando con il PUT non si intenda modificare in modo sostanziale l'attuale configurazione dei percorsi e di uso dei diversi mezzi di trasporto. In questo contesto, per variazione sostanziale della configurazione del traffico non si intende tanto quella conseguente - ad esempio - allo sdoppiamento dei sensi di marcia di alcune direttrici stradali o all'introduzione di taluni divieti di svolta, quanto quella conseguente - ad esempio - all'operazione di riassetto completo della circolazione su vaste aree urbane, con - in particolare - deviazione dei relativi traffici di attraversamento e variazioni significative della ripartizione modale degli spostamenti tra mezzi collettivi e mezzi individuali (per effetto - ad esempio - della tariffazione della sosta su strada, od altro). Nel caso, quindi, di sostanziale invarianza della configurazione del traffico, si provvederà al rilievo dei flussi veicolari (e/o di persone) sui tronchi principali della rete stradale, pervenendo così alla descrizione del sua assetto attuale. Tale modo di procedere risulta giustificabile anche in presenza di prevista variazione sostanziale della configurazione del traffico, nel caso - però - di ambiti territoriali di modeste dimensioni per i quali esistono limitatissime alternative di percorsi stradali, o comunque in situazioni di flussi veicolari da deviare di non rilevante entità rispetto alle capacità di trasporto disponibili. Per la rilevazione dei flussi di traffico si può ricorrere all'uso di tecniche campionarie, tenendo conto della peculiarità che la situazione in studio presenta, sia dal punto di vista della composizione dei flussi (definizione delle componenti di traffico da rilevare), sia della loro entità in relazione ai diversi periodi di punta del giorno (almeno nel primo mattino e nel tardo pomeriggio con periodi di rilevamento anche sub-orari) e dell'anno (definizione degli eventuali periodi stagionali). Nel caso, invece, in cui si ritenga di dover intervenire con una diversa configurazione del traffico, a raggio molto vasto e di consistente entità (nei significati precitati), sarà necessario conoscere la domanda di mobilità in termini di matrice origine/destinazione (matrice O/D) degli spostamenti veicolari (e/o di persone) totalmente o parzialmente interni all'area urbana. In altri termini si tratta di conoscere l'intensità delle singole linee di desiderio (l.d.d. - singoli elementi della matrice O/D citata), venendo così a disporre di una informazione più completa e totalmente indipendente dalla distribuzione attuale del traffico sulla rete e adatta, quindi, ad individuare configurazioni alterna- tive di traffico tra cui scegliere la migliore. A prescindere - infatti - dal periodo temporale di riferimento e dal modo di trasporto utilizzato, l'informazione "flusso di traffico" risulta definita attraverso l'indicazione della sola sezione di rilevamento, mentre, la "linea di desiderio" rimane descritta dalla coppia di indicazioni relative all'origine ed alla destinazione dello spostamento e, quindi, indipendentemente dal percorso seguito. Elemento di particolare attenzione nella descrizione della mobilità attraverso la matrice O/D è la partizione in zone dell'area di stu- dio, in quanto a partizioni diverse competono matrici diverse, capaci di esaltare, o addirittura celare, i fenomeni circolatori che si intendono studiare. Infatti, con suddivisioni del territorio in zone eccessivamente ampie si ha l'esaltazione della mobilità "intrazonale" che, per altro, non è poi possibile descrivere sulla rete. La dimensione delle zone dovrà pertanto essere congruente, in particolare, con la lunghezza degli spostamenti che non è necessario considerare per l'elaborazione del PUT (con riferimento - ad esempio - a percorsi pedonali massimi accettabili dell'ordine di 300 m, per il raggiungimento sia delle fermate del trasporto collettivo, sia delle aree di parcheggio dei veicoli individuali). Riguardo alle matrici O/D si evidenzia che, per quanto attiene alla mobilità sistematica (mobilità per motivi di studio e di lavoro), l'ISTAT - nell'ambito del censimento generale della popolazione - rileva le informazioni necessarie alla successiva ricostruzione della matrice O/D a livello comunale ed intercomunale, utilizzando come suddivisione di base del territorio le zone censuarie. L'ampiezza di quest'ultime zone risulta adatta agli scopi del PUT (in genere, attraverso operazioni di accorpamento delle zone medesime) ed relativi dati possono essere utilizzati purchè - preventivamente - la codifica delle informazioni in questione venga specificatamente ad interessare anche la zona di destinazione urbana degli spostamenti. Nel caso di utilizzazione di matrici O/D non derivanti da indagini specifiche (interviste a domicilio, su strada, ecc.), occorre che la loro ricostruzione sia eseguita attraverso sistemi di taratura dei dati che si avvalgano di approfonditi rilievi dei flussi di traffico su strada, di modo che il PUT possa - comunque - essere redatto con una base conoscitiva della domanda di trasporto sufficientemente attendibile e significativa. 4.1.2 - Sosta veicolare Tra le indagini necessarie a descrivere la domanda di trasporto è da comprendere - specificatamente - quella inerente alla domanda di sosta delle autovetture, quanto meno per la quota parte attualmente effettuata su strada e su aree aperte al pubblico. È, in particolare, necessario descrivere tale domanda sia in termini quantitativi (numero autovetture in sosta per particolari periodi di tempo, rotazioni giornaliere di sosta per specifiche aree, ecc.), che qualitativi (residenti, addetti, visitatori, ecc.), adottando di volta in volta metodi di indagine specifici, campionari o riferiti all'universo. A tali scopi vengono in genere effettuate rilevazioni di presenza di sosta a metà mattino, a metà pomeriggio e di notte. Ove specificatamente richiesto da parte delle amministrazioni comunali, devono inoltre, essere svolte indagini su componenti veicolari particolari, quali i veicoli merci, gli autobus turistici, i velocipedi, ecc. 4.2 - OFFERTA DI TRASPORTO 4.2.1 - Inventario della rete Anche al fine di avviare le necessarie operazioni del catasto stradale (articolo 13, comma 6, del nuovo Cds), la rete stradale va indagata al fine di predisporre elaborati (tabulari e/o grafici), che per ciascun suo tronco viario indichino - in genere - almeno: - la caratterizzazione urbanistica (residenziale, commerciale, industriale, ecc.); - l'organizzazione e le principali caratteristiche geometriche della sede stradale (larghezza della carreggiata e dei marciapiedi, spartitraffico, ecc.); - i sensi di circolazione, i divieti di svolta e le categorie veicolari ammesse (attuale schema di circolazione); - la presenza di linee di trasporto collettivo (servizi urbani ed extraurbani) e di relativi impianti fissi in sede propria (linee ferroviarie e tranviarie); - l'esistenza di impedimenti fisici notevolmente condizionanti il deflusso veicolare (curve eccezionali, strettoie, ecc.) e di fattori coadiuvanti l'inquinamento atmosferico ed acustico (edifici latistanti di notevole altezza, ecc.); - la tipologia della capacità legale di sosta e dei divieti di sosta, oltre che su strada anche su aree aperte al pubblico; - la disponibilità di aree, fuori dalla sedi stradali, eventualmente utilizzabili per la sosta dei veicoli (anche di proprietà privata). 4.2.2 - Mobilità L'offerta di trasporto è in genere caratterizzata dal numero di persone e/o quantità di merci che possono transitare su ciascun elemento della rete (nel periodo temporale di riferimento) e dalle relative condizioni di transito, tra cui viene esaminata in particolare la velocità. Nel caso della rete stradale, la presenza di traffico comporta il mutuo condizionamento tra i diversi veicoli e tra i vari tipi di utenti, specialmente sulle intersezioni; da ciò deriva che la velocità di esercizio della singola strada, compreso l'attraversamento delle intersezioni, dipende dal numero degli utenti che vi transitano (flusso - in genere - espresso in autovetture equivalenti/ora, attraverso l'uso di adeguati coefficienti di omogeneizzazione delle diverse categorie di veicoli rispetto alle condizioni di movimento in esame). L'offerta di mobilità di ciascun elemento della rete stradale è, pertanto, descritta tramite un'opportuna funzione denominata "curva di deflusso". Detta curva, in funzione delle caratteristiche geometriche, ambientali e di traffico di una strada, fornisce per ciascun tronco stradale omogeneo l'andamento della velocità della corrente veicolare in funzione del flusso di traffico. In altri termini la curva di deflusso fornisce per ciascun livello di servizio (velocita') la relativa capacità (o portata) del tronco stradale. Se nelle analisi (cfr. pgf. 3.1), il processo di assegnazione del traffico è eseguito a partire dalla conoscenza dei soli flussi di traffico, è sufficiente che l'offerta di mobilità della rete stradale sia descritta dalla capacità di ciascun tronco, ad un prefissato livello di servizio. Ciò risulta valido anche nel caso che si adottino modelli di assegnazione del traffico con criterio di individuazione dei percorsi del tipo "tutto o niente" sulla base della minimizzazione delle distanze o dei tempi di percorrenza (con velocità prefissate). Se, invece, si fa uso di un modello di assegnazione delle linee di desiderio alla rete stradale di tipo più complesso (con minimizzazione dei tempi di percorrenza o dei costi di trasporto - variabili in rapporto ai flussi veicolari -, od altro), l'offerta deve essere descritta tramite la curva di deflusso associata a ciascun tronco stradale. In particolare, si tenga presente che i modelli di assegnazione con minimizzazione dei tempi di percorrenza, specificamente adatti per il confronto di utilità tra schemi di circolazione alternativi, ben si prestano nell'ambito del PUT anche a tener conto degli effetti del consumo di carburante e dell'inquinamento atmosferico, poichè la minimizzazione degli anzidetti tempi si identifica con la massimizzazione delle velocità di percorrenza e quest'ultima, a sua volta, si identifica con la minimizzazione dei consumi di carburante e dell'inquinamento atmosferico. In ogni caso, con i modelli di assegnazione la rappresentazione delle reti viene effettuata tramite un grafo, che rimane descritto da un insieme di nodi, i quali identificano i centri di origine e di destinazione degli spostamenti (nodi centroidi) e/o le intersezioni tra le strade (nodi di scambio), e da un insieme di archi, i quali individuano le strade che si intendono descrivere (rete viaria principale sottoposta ad analisi). Diversa è la situazione per le linee di trasporto pubblico collettivo in sede propria, per le quali la velocità di esercizio non subisce sostanziali condizionamenti (a parte quelli delle intersezioni) dall'entità dell'utenza (passeggeri). In questo caso l'offerta di trasporto e'definita a priori e coincide generalmente con il servizio effettuato; il corrispondente parametro di misura (dipendente dal numero e tipo di mezzi, frequenza, velocità commerciale, ecc.) è direttamente rappresentato dal numero di "posti x km/ora" offerti. 4.2.3 - Sosta veicolare L'offerta di sosta è ottenuta quantificando la disponibilità dei posti-sosta (convenzionalmente posti-autovettura) consentiti dalle disposizioni vigenti (posti legali), sia su strada che su aree aperte al pubblico (cfr. pgf. 4.2.1). Per lo svolgimento dell'analisi relativa allo sgombero della sosta dalla rete principale è necessario disporre di dati sufficientemente disaggregati; pertanto le specifiche indagini devono essere svolte tronco per tronco stradale e/o per ambiti territoriali opportunamente ristretti. È inoltre opportuno che i rilievi interessino anche i divieti di sosta, con - possibilmente - le relative motivazioni. È, infine, necessario provvedere all'inventario delle aree (con le loro dimensioni) in cui sia possibile la realizzazione di parcheggi a raso, anche se attualmente non aperte al pubblico ed in special modo qualora siano di proprietà pubblica. 4.3 - ALTRE INDAGINI PARTICOLARI 4.3.1 - Rilievo dei flussi alle intersezioni Esso è costituito dal rilievo delle correnti veicolari distinte per categoria di veicoli e per tipo di manovra effettuata. Questo tipo di indagine va eseguita per fornire i dati necessari alla progettazione di una razionale organizzazione della circolazione sulle intersezioni. Pertanto, nel caso in cui il PUT si elabori sulla base della conoscenza dei flussi di traffico, il rilievo si esegue - in genere - prima del progetto degli interventi e, dal momento che esso viene esteso alle intersezioni della prevista viabilità principale, può praticamente sostituire il rilievo dei flussi sulle sezioni stradali di cui al paragrafo 4.1.1 (salvo problemi connessi a situazioni di congestione delle intersezioni, che richiedono l'esecuzione delle rilevazioni "a monte" delle code veicolari). Viceversa nel caso in cui il PUT si elabori sulla base della conoscenza della matrice O/D degli spostamenti, l'indagine in questione conviene - in genere - che sia eseguita dopo la realizzazione degli interventi di variazione dello schema di circolazione, sia per consentire i successivi affinamenti del Piano, sia per adeguarlo alle eventuali modifiche di comportamento degli utenti, non previste dal modello di assegnazione del traffico. 4.3.2 - Indagini sul trasporto pubblico collettivo Il trasporto pubblico collettivo può essere gestito da diversi soggetti pubblici e privati, le relative indagini devono pertanto essere svolte contemporaneamente su tutte le linee, distinguendo i dati relativi a singola azienda o società di gestione. Esse riguardano, in particolare, i percorsi delle linee, l'ubicazione delle fermate, le frequenze e le velocità operative e commerciali dei mezzi e, possibilmente, il numero dei passeggeri saliti e discesi alle principali fermate urbane. Dette informazioni, opportunamente elaborate, consentono di individuare - in particolare - i tronchi stradali dove è maggiormente necessario intervenire per la fluidificazione del servizio pubblico, nonchè risultano necessarie per il dimensionamento e l'attrezzatura delle aree di fermata. 4.3.3 - Indagini sugli incidenti Al fine di ridurre il numero e la gravità degli incidenti, è opportuno effettuare specifiche indagini sui medesimi e successive analisi per accertarne le cause tecniche, sulla base di riepiloghi annuali dei dati (possibilmente su base quinquennale), opportunamente localizzati su planimetrie (mappe dei punti neri). Ciò consente di studiare ed adottare i provvedimenti necessari, in tutti i casi in cui gli incidenti siano dovuti, prevalentemente, all'inadeguatezza delle infrastrutture stradali o della organizzazione del traffico. Qualora invece gli incidenti risultino dovuti essenzialmente al comportamento degli utenti, le relative analisi possono fornire indicazioni sull'opportunità di promuovere specifiche campagne in- formative di sicurezza, specialmente correlando i relativi dati con quelli delle contravvenzioni accertate. 4.3.4 - Indagini di controllo Questo tipo di indagini, che rappresentano il cosiddetto monitoraggio del traffico (cfr. pgf. 5.5 delle direttive), è richiesto: - per valutare lo stato di esercizio della rete; - per la taratura di eventuali modelli di assegnazione del traffico; - per quantificare l'efficacia degli interventi adottati mediante l'uso di parametri prefissati, rappresentativi della situazione ottenuta; - per consentire, eventuali, ulteriori affinamenti progettuali (piano processo). Tra i parametri da rilevare (flussi veicolari, velocità di percorrenza, presenze di sosta, carico di passeggeri sul servizio di trasporto pubblico ed incidenti) assume particolare significato la velocità commerciale, rilevata "prima-dopo" la realizzazione degli interventi lungo prestabiliti itinerari stradali, scelti in maniera da rappresentare significatamente anche la velocità media sull'intera rete stradale. 5 - ATTIVITÀ DELL'UFFICIO TECNICO DEL TRAFFICO Pe il perseguimento degli obiettivi indicati al capitolo 2 delle direttive, l'Ufficio tecnico del traffico (o - abbreviatamente - Ufficio traffico, contraddistinto con la sigla UTT), deve svolgere una serie di attività che risultano riepilogate nell'organigramma appresso esposto, il quale è stato elaborato - per quanto attiene la suddivisione dell'ufficio in più sezioni (o "funzioni") - con riferimento a città dell'ordine di 300.000 abitanti. Per città di dimensioni maggiori o inferiori dovranno, naturalmente, essere apportate le modifiche rispettivamente necessarie in ampliamento o in semplificazione, identificando - quindi - le "sezioni" come specifiche "funzioni". Ad esempio, per le aree urbane di maggiori dimensioni la 2 e la 3 sezione vanno articolate per singoli nuclei di progettazione (di settore e/o di ambito territoriale); viceversa, per i centri abitati di più modeste dimensioni, può prevedersi l'esistenza anche di una sola sezione (costituente l'intero ufficio), ferma restando comunque la necessità che vengano svolte tutte le attività esposte nell'organigramma (al livello consono con le rispettive dimensioni della problematica). Altresì importante è il tener presente che l'organigramma in questione non fa tanto riferimento alla fase di redazione del PUT o della sua rielaborazione integrale, quanto alla sua gestione continua nel tempo, con le sue necessarie verifiche ed aggiornamenti. Infatti, la fase di redazione del PUT rappresenta un periodo di particolare impegno progettuale, che può essere affrontato anche con la collaborazione di tecnici specialisti esterni all'amministrazione comunale, mentre altrettanto non può essere efficientemente fatto per quanto attiene la sua attuazione, il controllo di utilità degli interventi e le loro eventuali modifiche. ORGANIGRAMMA DELL'ATTIVITÀ DELL'UFFICIO TECNICO DEL TRAFFICO (per comuni dell'ordine di 300.000 abitanti) | | | ASSESSORE AL TRAFFICO ED AI TRASPORTI PUBBLICI (o ASSESSORE ALLA | | MOBILITA') | | | | | | INGEGNERE DEL TRAFFICO - DIRIGENTE DELL'UFFICIO | | | | | | INGEGNERI DEL TRAFFICO - DIRIGENTI DI SEZIONE TECNICA | | | | | | | | SEZIONI INDAGINI | | SEZIONE CONTROLLO E | | STATISTICHE E PROGRAMMI | | SEGNALETICA | | | | | | | | | | - statistiche sul traffico | | - segnaletica orizzontale | | | | | | - statistiche di incidenti e | | - segnaletica verticale e | | contravvenzioni | | complementare | | | | | | - indagini origine-destinazione| | - segnali luminosi | | | | | | - catasto degli spazi pubblici | | - segnali a messaggio | | stradali | | variabile | | | | | | - servizi e frequentazione dei | | - sistemi di parcheggio | | mezzi pubblici collettivi | | | | | | | | - monitoraggio del traffico | | - nuovi sistemi tecnologici | | | | | | - banca dati e modelli | | - segnaletica di fermata e | | | | capolinea mezzi pubblici | | | | | | - analisi "prima e dopo" | | - catasto della segnaletica | | | | orizzontale e verticale | | | | | | - analisi economico-finanziarie| | - catasto della regolazione | | | | semaforica | | | | | | - ricerche operative varie | | - rapporti con vigilanza urbana| | | | | | - previsioni e programmi di | | - pronto intervento | | intervento | | | | | | | | - rapporti con organismi per | | - banca-progetti di regolazione| | l'inquinamento ambientale | | del traffico | | | | | | - aggiornamento del PUT | | | | | | | segue | | | SEZIONE SISTEMAZIONI | | INFRASTRUTTURALI | | | | | | - marciapiedi e spartitraffico | | | | - aree di fermata e capolinea | | dei mezzi pubblici | | | | - intersezioni canalizzate | | | | - aree di sosta | | (ev. multipiano) | | | | - sistemazioni di accessi e | | viabilità di servizio | | | | - supervisione dei progetti di | | nuove linee di trasp. | | collettivo | | | | - supervisione dei progetti di | | nuove arterie e svincoli | | | | - esame progetti urbanistici | | interessanti la mobilità | | | | - arredo urbano | | | | - rapporti con gli uffici | | verde, illuminazione, | | pubblicità stradale e difesa| | beni ambientali | | | | - banca progetti di | | infrastrutture e di arredo | | | segue | | | | | DIRIGENTE SEGRETERIA | | DIRIGENTE AMMINISTRATIVO | | | | | | | | | | SEZIONE SEGRETERIA E | | SEZIONE GIURIDICO | | RELAZIONI PUBBLICHE | | AMMINISTRATIVA | | | | | | | | | | - protocollo ed archivio della | | - protocollo ed archivio delle | | corrispondenza | | ordinanze | | | | | | - rapporti con altri uffici | | - pareri giuridici e relativi | | pubbl., aziende trasporti, | | rapporti con altri uffici | | F.S., A.N.A.S. ed ispettorato| | pubbl. | | generale | | | | | | - licenze taxi e permessi di | | - campagne informative per | | circolazione | | il conseguimento del | | | | pubblico consenso sul PUT | | - concessioni trasporto | | | | pubblico ed aree di | | - conferenze stampa per | | parcheggio | | singoli interventi di | | | | attuazione del PUT | | - concessioni occupazioni | | | | stradali e passi carrabili | | - documentazioni sul traffico | | | | (studi e planimetrie) | | - tariffazione sosta ed accesso| | | | | | - "sportello pubblico" per | | - controllo pubblicità ed | | informazioni ed osservazioni | | insegne stradali | | | | | | - campagne preventive di | | - bilancio e gestione fondi | | educazione e sicurezza | | e personale dell'Ufficio | | stradale | | | | | | - corsi qualificazione | | | | personale | | | | | | | | - insegnamento scolastico e | | | | parchi-scuola del traffico | | | | | 5.1 - ORGANIZZAZIONE GENERALE E QUALIFICAZIONE DEL PERSONALE L'attività dell'Ufficio è coordinata dal suo dirigente, che può dipendere o direttamente dall'assessore al traffico ed ai trasporti pubblici (o assessore alla mobilita'), ove l'assessorato sia istituito in forma autonoma (caso più frequente, indicato nell'organigramma), oppure da altro assessorato più complesso, meglio se comprendente le competenze della vigilanza urbana e della viabilità ed opere di urbanizzazione primaria (cfr. pgf. 6 delle direttive). In quest'ultimo caso l'Ufficio traffico, dovrà comunque disporre - come detto - di autonomia funzionale, separata da quella degli altri uffici facente parte dello stesso assessorato. Dal dirigente dell'ufficio dipendono le seguenti cinque sezioni: 1 - indagini, statistiche e programmi, 2 - controllo e segnaletica, 3 - sistemazioni infrastrutturali, 4 - segreteria e relazioni pubbliche, 5 - giuridico-amministrativa. Il dirigente dell'ufficio ed i dirigenti delle prime tre sezioni anzidette (sezioni tecniche), è necessario che posseggano titoli accademici coerenti alle funzioni da svolgere, tra cui - almeno - la laurea in ingegneria civile trasporti; titoli preferenziali risultano - poi - essere l'esperienza in pianificazione del traffico e dei trasporti e la partecipazione a corsi di specializzazione post laurea in materia di pianificazione anzidetta ed in materie ad essa attinenti (programmi di formazione permanente, dottorati di ricerca, ecc.). Tale esperienza e/o specializzazione dovrebbe poterli rendere esenti dalle eventuali regole di rotazione del personale all'interno dell'amministrazione. Per gli altri due dirigenti di sezione possono valere le regole già in vigore presso le singole amministrazioni comunali, tenuta comunque presente l'opportunità di possedere esperienza nel settore delle pubbliche relazioni per la 4 sezione ed esperienza giuridico- amministrativa nel settore del traffico e dei trasporti per la 5 sezione. Oltre ai dirigenti di sezione, l'Ufficio traffico dovrebbe poter disporre di altro personale laureato, con riferimento particolare anche all'esperienza nei settori della statistica, economia, urbanistica, arredo urbano, ambiente ed informatica. Tenuto conto delle necessità e dei diversi livelli del personale, l'Ufficio traffico dovrebbe poter contare (sempre con riferimento a città dell'ordine di 300.000 abitanti) su una forza lavoro complessivamente pari a 20-30 unità (compresi i dirigenti, ma escluso il personale per l'esecuzione delle indagini su strada e per l'apposizione della segnaletica), di cui oltre la metà concentrate sulla 2 e 3 sezione, le quali devono in particolare disporre di tecnici coadiutori (geometri, periti o altri diplomati specializzati) che integrino opportunamente il corpo degli ingegneri specializzati in pianificazione del traffico e dei trasporti. In generale, poi, l'ufficio deve essere dotato delle attrezzature tecniche necessarie allo svolgimento efficiente e tempestivo della propria attività, con riferimento particolare alla gestione dei propri archivi (banca-dati e modelli sul traffico, catasto delle strade, della segnaletica e della regolazione semaforica, banca- progetti di regolazione della circolazione stradale, di infrastrutture dei trasporti e di arredo urbano, nonchè - ovviamente - archivi della corrispondenza e delle ordinanze), avvalendosi - per quanto possibile - delle più moderne attrezzature tecnologiche del settore (personal computer, stampanti grafiche, ecc.). In particolare, attraverso le conoscenze delle caratteristiche fisiche delle strade e delle relative pertinenze ed arredi, nonchè del traffico veicolare e pedonale che su di esse si svolge, il catasto stradale in ambito urbano è uno strumento che consente la programmazione della manutenzione e dello sviluppo viario, nonchè della gestione del traffico, e - più in generale - la stessa programmazione urbanistica. Pertanto, detto catasto costituisce essenziale strumento di supporto specialmente per: a) l'attività di coordinamento e integrazione tra PUT, pianificazione urbanistica e programmazione degli interventi (recependo indicazioni e fornendo elementi per le scelte operative); b) il monitoraggio del traffico (1 sezione dell'UTT); c) l'elaborazione delle analisi "prima-dopo" (1 sezione dell'UTT); d) la manutenzione e l'aggiornamento della segnaletica (2 sezione dell'UTT); e) l'individuazione delle sistemazioni infrastrutturali più urgenti e comunicazione di tali esigenze ai diversi uffici competenti (3 sezione dell'UTT); Successivamente, per tener conto anche delle informazioni relative alle aree di sosta, il catasto in questione assume la denominazione - più generale - di "catasto degli spazi pubblici stradali". 5.2 - ATTIVITÀ DELLE SINGOLE SEZIONI Sempre con riferimento all'organigramma esposto, qui di seguito vengono indicati alcuni aspetti peculiari dell'attività che deve essere svolta dalle singole cinque "sezioni" secondo cui si articola l'Ufficio traffico, identificabili - come detto per le città di minori dimensioni - più propriamente in cinque "funzioni". La 1 sezione - "Indagini, statistiche e programmi" trova la sua motivazione di esistere nella considerazione che per poter individuare le più adatte soluzioni alla congestione del traffico occorre preliminarmente conoscere i diversi aspetti del problema, in forma approfondita di dati attuali e previsionali (quest'ultimi in rapporto alle diverse politiche di intervento adottabili). I dati cui si fa riferimento sono quelli relativi alle statistiche di traffico (a partire dalla popolazione, parco circolante privato - persone e merci -, passeggeri dei mezzi pubblici, ecc.); alle statistiche degli incidenti stradali correlati a quelli delle contravvenzioni (relative mappe dei punti neri); alle indagini sulla origine e destinazione degli spostamenti (dati raccolti dal censimento decennale della popolazione e/o da specifiche indagini particolari); al catasto degli spazi pubblici stradali (con le relative caratteristiche toponomastiche e geometriche, di cui si è detto, correlate all'entità dei rispettivi flussi veicolari in transito ed alle presenze di sosta); ai servizi ed alla frequentazione dei mezzi collettivi pubblici (delle aziende locali e delle F.S.); ed, infine, al monitoraggio continuo del traffico (con particolare riferimento almeno ai dati dei flussi veicolari, delle loro velocità di percorrenza, delle presenze di sosta dei passeggeri dei mezzi pubblici e degli incidenti stradali - cfr. pgf. 5.5. delle direttive). I dati in questione possono essere ottenuti direttamente dalla bibliografia ufficiale ed attraverso rilievi, indagini ed inchieste condotte secondo opportuni metodo statistici, oppure richiedendoli agli altri uffici od enti rilevatori che già si occupano di rilevamenti statistici in genere. Queste notizie, continuamente aggiornate ed archiviate nella propria "banca-dati e modelli", consentono in particolare di svolgere le indispensabili "analisi prima e dopo gli interventi", le "analisi economico-finanziarie" (ad esempio, quelle relative alla tariffazione della sosta) e tutte le altre "varie ricerche operative" necessarie a mettere a punto le "previsioni ed i programmi di intervento" necessari all'aggiornamento biennale del PUT (in collaborazione con le altre due sezioni tecniche dell'Ufficio traffico). È fondamentale, inoltre, che questa sezione curi anche i "rapporti con gli organismi di controllo dell'inquinamento atmosferico ed acustico", per affrontare le eventuali rispettive situazioni di emergenza (cfr. pgf. 5.6 delle direttive) e per prevenirle sulla base dei dati del monitoraggio del traffico e del monitoraggio ambientale. La 2 sezione - "Controllo e segnaletica" - cura l'attuazione del PUT e dei suoi aggiornamenti per quanto attiene - in particolare - il controllo del traffico ed i piani di segnalamento nonchè l'installazione, la gestione e la manutenzione della segnaletica stradale e delle attrezzature tecnologiche su strada, nel rispetto dei criteri di idoneità di cui al paragrafo 2.5. La relativa attività concerne, in dettaglio, il corretto tracciamento della "segnaletica orizzontale" (comprese isole spartitraffico in vernice, stalli e piazzole di sosta, anche per i veicoli merci) e l'adeguata apposizione (compresa la risoluzione dei possibili problemi di interferenza tra segnali) della "segnaletica verticale" (con particolare attenzione a quella di indicazione) e "complementare" (delineatori stradali, toponomastica, ecc.), dei "segnali luminosi" (a luce fissa o variabile), dei "segnali a messaggio variabile" dei parcometri od altri "sistemi per la regolazione della sosta", dei "nuovi sistemi tecnologici" (con riferimento all'uso di tessere elettroniche prepagate per la sosta o per l'accesso in determinate aree), della "segnaletica di informazione alle fermate e capilinea dei mezzi pubblici" (taxi compresi), ecc. Ciò comporta, altresì, la disponibilità e l'aggiornamento continuo del "catasto della segnaletica orizzontale e verticale" (in correlazione al catasto stradale della 1 sezione) e del "catasto della regolazione semaforica" (compresi i relativi schemi di fasatura, di temporizzazione, di coordinamento, ecc.). È anche essenziale che questa 2 sezione svolga una continua e capillare azione di rapporti con la vigilanza urbana, affinchè quest'ultima esplichi nella migliore forma possibile la propria attività di controllo del traffico, sia per le nuove sistemazioni circolatorie sia per quelle già in atto. È del pari opportuno che il corpo di vigilanza urbana collabori, specialmente con questa sezione dell'Ufficio traffico, fornendo tutti quei suggerimenti di natura pratica che l'insostituibile esperienza diretta su strada è capace di sviluppare. Notevolmente importante è, infine, l'attività di "pronto intervento" che la sezione deve svolgere per situazioni particolari (lavori stradali, manifestazioni straordinarie, ecc.), con tempestivo approntamento di progetti per deviazioni del traffico, adeguati restringimenti delle sedi stradali, uso di semafori mobili per sensi unici alternati e rispettiva segnaletica di lavori in corso. La tempestività di redazione dei progetti è naturalmente connessa anche alla facile accessibilità alla "banca-progetti di regolazione del traffico", gestita dal questa 2 sezione. La 3 sezione - "Sistemazioni infrastrutturali" cura l'attuazione del PUT e dei suoi aggiornamenti per quanto attiene - in particolare - le modifiche (ancorchè modeste, ma indispensabili) delle sedi stradali e delle aree per la sosta, nonchè - almeno - l'impostazione e la verifica finale dei progetti di nuove opere infrastrutturali del Pi- ano dei trasporti e degli strumenti urbanistici generali ed attuativi. Le modifiche delle sedi ed aree stradali, con riferimento agli interventi propri del PUT, riguardano in genere i nuovi "marciapiedi, passaggi pedonali, piste ciclabili e vari spartitraffico materializzati" (comprese le isole salvagente), gli "apprestamenti per le fermate ed i capilinea dei mezzi pubblici", ed i relativi interscambi di passeggeri, le "intersezioni canalizzate" (comprese le isole spartitraffico, le rotatorie e le eventuali attrezzature a livelli sfalsati) - con risoluzione degli essenziali problemi di visibilità -, le sistemazioni delle "aree di sosta" su strada (con opportuna modellatura dei marciapiedi) e fuori delle sedi stradali (con eventuali impianti multipiano), di tipo sostituivo o di scambio ed anche a servizio di autobus turistici e di veicoli merci, nonchè le sistemazioni di "accessi" (passi carrabili) e della "viabilità di servizio" (anche con adeguati varchi degli spartitraffico). L'impostazione e la verifica finale di nuove opere infrastrutturali di trasporto riguardano la supervisione dei progetti sia di nuove "linee ed attestamenti di trasporto pubblico collettivo" (su gomma, su ferro, ecc.), sia di "nuove arterie e svincoli stradali", (veicolari, pedonali e ciclabili), progetti questi che - in linea di massima - dovranno essere tutti impostati dalla 3 sezione dell'Ufficio traffico. Se detti progetti verranno poi redatti esecutivamente da altri uffici, essi dovranno essere riesaminati ed approvati per il parere finale dalla sezione in questione. Parimenti, per quanto riguarda i "progetti urbanistici" più consistenti (anche a livello di relativi piani particolareggiati ed attuativi), che coinvolgono i problemi di mobilità dei cittadini (compresi i parcheggi pertinenziali), è necessario un'intervento informativo e consultivo della 3 sezione dell'Ufficio traffico, che possa concretarsi, se non proprio in un parere vincolante sulle concessioni edilizie, almeno mediante un efficiente e reale coordinamento delle competenze tra gli uffici coinvolti, su un piano di loro stretta collaborazione (conferenze dei servizi). In generale, all'atto realizzativo di ogni opera infrastrutturale dei trasporti, un rappresentante di questa sezione dell'Ufficio traffico dovrà affiancare la direzione dei lavori, per garantire che taluni particolari, definiti solo durante i lavori, non siano realizzati in modo da danneggiare la funzionalità delle opere sotto il profilo della fluidità e sicurezza della mobilità pedonale e veicolare. Un ultimo fondamentale settore di attività di questa 3 sezione riguarda i progetti di "arredo urbano", specialmente con riferimento alla organizzazione ambientale delle aree pedonali (a partire dalla rimodellatura delle pavimentazioni), ma anche con riferimento all'attrezzatura dei diversi tipi di strade, in modo che la loro categoria funzionale (cfr. pgf. 3.1.1 delle direttive) e, quindi, i comportamenti da tenere possano essere immediatamente compresi dall'utenza in transito (motorizzata, pedonale e ciclistica). Divengono in questo senso essenziali i "rapporti di collaborazione con altri uffici", eventualmente non comunali, relativi alle competenze sull'illuminazione stradale, sulle insegne e pubblicità stradale, sul verde stradale e sulla difesa dei beni ambientali. Anche in questo caso la funzionalità della sezione è strettamente connessa alla facile accessibilità alla propria "banca-progetti di infrastrutture di trasporto e di arredo stradale". Oltre alle "attività tradizionali di segreteria", comprendenti il protocollo e l'archivio della corrispondenza, nonchè i rapporti sia con altri uffici comunali precedentemente non menzionati (ma, anche a livello provinciale e regionale), sia con le aziende di trasporto pubblico coinvolte, con le Ferrovie dello Stato, con l'A.N.A.S. ed, in particolare, con la Direzione generale della viabilità e mobilità urbana ed extraurbana ed altri uffici ministeriali, la 4 sezione - "Segreteria e relazioni pubbliche" cura specialmente le attività connesse all'informazione pubblica nel settore del traffico. In tal senso questa 4 sezione deve essere particolarmente bene organizzata per quanto riguarda le pubbliche relazioni, dovendo assumersi il ruolo di coordinamento tra le iniziative degli altri servizi comunali che hanno attinenza con la mobilità e dovendo direttamente venire a contatto sia con numerosi organismi tecnici e sociali della città, sia con molte categorie di utenti che si considerano danneggiate dai provvedimenti restrittivi di regolamentazione della circolazione stradale. Conseguentemente, dalla 4 sezione dell'Ufficio traffico dovranno essere organizzate "adeguate campagne informative per il conseguimento del pubblico consenso sul PUT" e - pertanto - focalizzate, non solo sulla diffusa conoscenza degli interventi generali del Piano, ma anche sulle finalità e motivazioni che hanno determinato la loro scelta. Infatti, solo la diffusa e convinta conoscenza da parte di chi lo deve utilizzare, cioè di tutta la popolazione, può garantire al PUT il completo successo nella sua attuazione. Rientrano nella stessa logica anche le successive "conferenze stampa per le varie fasi attuative del Piano", con i relativi comunicati corredati di idonee planimetrie illustranti i singoli nuovi interventi. Questo tipo di attività presuppone, quindi, l'esistenza di addetti specifici alla preparazione di "documentazioni sul traffico urbano" (pubblicazione di studi e planimetrie della città, con percorsi delle linee di trasporto pubblico e relativi orari e tariffe, schemi generali e particolari di circolazione veicolare, ubicazione delle aree di parcheggio e relative tariffe, ambienti pedonalizzati, ecc.), da distribuire direttamente anche presso uno "sportello al pubblico", destinato sia a fornire informazioni, sia a raccogliere osservazioni da parte dei cittadini (con eventuale numero verde telefonico). Parimenti importante per questa 4 sezione, è lo svolgimento di campagne preventive di educazione e sicurezza stradale", finalizzate all'approfondita conoscenza delle norme del Cds da parte di tutta l'utenza, in modo da ottenere benefici effetti in termini sia di maggiore fluidità della mobilità veicolare, sia di minore frequenza e gravità degli incidenti stradali. Fondamentale è la selezione sistematica dei singoli argomenti da trattare nelle campagne in questione, individuando i settori di utenza e le discipline di traffico da affrontare (in collaborazione con la 1 sezione), eventualmente in forma ripetitiva e maggiormente diffusa, nel caso in cui le corrispondenti successive "campagne re- pressive" svolte dal corpo di vigilanza urbana dovessero dimostrare di non aver raggiunto gli obiettivi prefissati. Oltre alle attività tradizionali di "protocollo ed archivio delle ordinanze" e di "pareri giuridico-amministrativi" dello specifico settore e, quindi, di rapporti con gli altri analoghi uffici (comunali, provinciali, regionali e ministeriali), in modo da poter sempre operare nell'ambito della legalità, la 5 sezione - "Giuridico- amministrativa" viene a svolgere molte altre attività della pubblica amministrazione, connesse, - in particolare - al rilascio di "licenze per i taxi" e di "permessi speciali di circolazione" (per veicoli pesanti, veicoli dei residenti in determi- nate zone, ecc.), al rilascio di "concessioni per la costruzione e la gestione di nuove linee di trasporto pubblico e di nuovi parcheggi" (esclusi quelli a carattere pertinenziale), alle "concessioni di occupazione del suolo pubblico" ed all'apertura di "passi carrabili", al controllo della gestione dell'eventuale "tariffazione della sosta e dell'accesso in determinati ambienti urbani" ed al controllo dell'installazione di "sistemi pubblicitari e di insegne stradali". Quest'ultime attività consentono - tra l'altro - di recuperare fondi che istituzionalmente, insieme ai fondi contravvenzionali ed agli specifici contributi regionali, devono confluire nei capitoli di bilancio dell'Ufficio traffico, da utilizzare per le proprie attività di rilevazione, progettazione ed intervento per il miglioramento della circolazione e sicurezza stradale. Ne consegue una consistente e strategica attività di "bilancio e gestione dei fondi" dell'ufficio medesimo. Poichè, infine, questa 5 sezione risulta formata prevalentemente da personale amministrativo, ad essa vengono inoltre assegnati - in genere - i compiti di organizzazione sia dei "corsi di formazione ed aggiornamento tecnico del personale" interno ed esterno all'Ufficio (compresi specialmente i vigili urbani), sia dell'insegnamento scolastico, con quest'ultimo insegnamento eventualmente coadiuvato attraverso la realizzazione di specifici "parchi-scuola sul traffico". L'espletamento di quest'ultima attività è - in ogni caso - da svolgere in stretta collaborazione con il corpo dei vigili urbani ed in coordinazione con le attività relative alle campagne informative e di educazione stradale, precedentemente esposte (cfr. 4 sezione).
Serie Generale
2002
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Serie Generale n. 79 del 4-4-2002
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2002-04-04&atto.codiceRedazionale=02A03731&elenco30giorni=false
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
ORDINANZA 28 marzo 2002
Ulteriori disposizioni di protezione civile per il proseguimento degli interventi di superamento dell'emergenza nelle regioni colpite dagli eventi alluvionali dell'autunno 2000. Riparto dei fondi. (Ordinanza n. 3191). (GU Serie Generale n.79 del 04-04-2002)
IL MINISTRO DELL'INTERNO delegato per il coordinamento della protezione civile Visto l'art. 5, comma 2 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in data 21 settembre 2001, che delega le funzioni del coordinamento della protezione civile, di cui alla legge 24 febbraio 1992, n. 225, al Ministro dell'interno; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 2001 con il quale è stata disposta la proroga dello stato di emergenza in ordine a situazioni emergenziali derivanti dagli eventi alluvionali verificatisi nel corso dei mesi di ottobre e novembre 2000 che hanno interessato i territori delle regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e delle province autonome di Trento e di Bolzano; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2002 con il quale è stata disposta la proroga dello stato di emergenza in ordine a situazioni emergenziali derivanti dagli eventi alluvionali verificatisi nel corso dei mesi di ottobre e novembre 2000 che hanno interessato i territori delle regioni Veneto e Valle d'Aosta; Vista l'ordinanza del Ministro dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile n. 3135 del 10 maggio 2001, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 116 del 21 maggio 2001, recante disposizioni per il proseguimento degli interventi di superamento dell'emergenza nelle regioni colpite dagli eventi alluvionali dell'autunno 2000; Visto l'art. 2, commi 1 e 2 della predetta ordinanza che prevede la ripartizione per gli anni 2002 e 2003 delle somme assegnate alle regioni e alle province autonome con l'art. 1, comma 1, della medesima ordinanza; Tenuto conto che la tabella F allegata alla legge 28 dicembre 2001, n. 448, ha rimodulato per gli anni 2002, 2003 e 2004 gli stanziamenti originariamente previsti dalla tabella F allegata alla legge 23 dicembre 2000, n. 388, per gli anni 2002 e 2003, a titolo di reintegro del Fondo per la protezione civile; Tenuto conto altresi che per effetto di tale rimodulazione gli stanziamenti per gli anni 2002, 2003 e 2004 sono quantificati rispettivamente, in euro 165.266.207,71, euro 103.291.379,82 e euro 216.911.897,62, senza alcuna variazione rispetto all'assegnazione complessiva prevista dall'art. 1, comma 1, della sopra citata ordinanza n. 3135 del 10 maggio 2001; Considerato che occorre procedere ad un nuovo riparto dei fondi assegnati alle regioni e alle province autonome con l'art. 2, commi 1 e 2 della predetta ordinanza n. 3135 ridefinendo le suddette assegnazioni in misura proporzionale alla rimodulazione di cui sopra; Tenuto conto inoltre che, per tale mera rimodulazione, conseguente al predetto disposto legislativo ed effettuate sulla base di criteri oggettivi, predeterminati e senza alcuna discrezionalità in merito, non ricorrono le condizioni per acquisire l'intesa ex art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112; Su proposta del capo del Dipartimento della protezione civile; Dispone: Art. 1. 1. I commi 1 e 2 dell'art. 2 dell'ordinanza n. 3135 del 10 maggio 2001 sono così sostituiti: "1. All'onere derivante dall'applicazione dell'art. 1, comma 1, dell'ordinanza n. 3135 del 10 maggio 2001 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 116 del 21 maggio 2001) si provvede con la disponibilità di cui all'unità previsionale di base n. 13.2.1.3 (capitolo 974 - Fondo per la protezione civile) del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli anni 2002, 2003 e 2004, secondo la seguente ripartizione: regione autonoma Valle d'Aosta: euro 7.032.604,58 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 4.395.377,86 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 9.230.293,52 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione Piemonte: euro 66.809.743,54 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 41.756.089,71 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 87.687.788,40 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione Liguria: euro 24.614.116,04 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 15.383.822,53 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 32.306.027,30 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione Lombardia: euro 5.274.453,44 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 3.296.533,40 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 6.922.720,14 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione Emilia-Romagna: euro 20.570.368,41 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 12.856.480,25 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 26.998.608,53 a valere sulle di-sponibilità per l'anno 2004; regione Toscana: euro 20.218.738,18 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 12.636.711,36 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 26.537.093,86 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione Veneto: euro 5.801.898,78 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 3.626.186,74 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 7.614.992,15 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; regione autonoma Friuli-Venezia Giulia: euro 5.801.898,78 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 3.626.186,74 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 7.614.992,15 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; provincia autonoma di Trento: euro 3.867.932,52 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 2.417.457,83 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 5.076.661,43 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004; provincia autonoma di Bolzano: euro 5.274.453,44 a valere sulle disponibilità per l'anno 2002, euro 3.296.533,40 a valere sulle disponibilità per l'anno 2003, euro 6.922.720,14 a valere sulle disponibilità per l'anno 2004. 2. Le regioni e le province autonome di cui al com-ma 1, prima degli esercizi finanziari 2002, 2003 e 2004, possono anticipare le somme equivalenti allo scopo di provvedere ad eventuali erogazioni che si rendesse necessario disporre in favore dei soggetti attuatori degli interventi.". La presente ordinanza sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 28 marzo 2002 Il Ministro: Scajola
Contratti
2012
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 62 del 30-5-2012
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-05-30&atto.codiceRedazionale=T12BGA9750
BANCA D'ITALIA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.62 del 30-5-2012)
Avviso volontario per la trasparenza preventiva (art. 79-bis del d.lgs. n. 163/2006 e s.m.i.) Stazione appaltante: Banca d'Italia - Servizio Elaborazioni e Infrastrutture - Via Nazionale 91 - 00184 Roma - tel. 0647921 - www.bancaditalia.it. Oggetto del contratto: manutenzione e assistenza telefonica per il prodotto MULTILAB (C038/11). Motivazione dell'affidamento con procedura negoziata: ai sensi dell'art. 57, comma 2, lettera b) del d.lgs. n. 163/2006 e s.m.i., in quanto la società è titolare dei diritti di esclusiva. Denominazione aggiudicatario: TELPRESS ITALIA S.p.A. - Via Maestri del Lavoro, 1/b - 02010 Vazia (RI). Il capo del servizio - Responsabile del procedimento ing. Andrea Cividini T12BGA9750
Contratti
2022
ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA
ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 89 del 1-8-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-08-01&atto.codiceRedazionale=TX22BIA16499
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL'EMILIA-ROMAGNA
Sede legale: via Antonio Bianchi n. 9 - 25124 Brescia (BS), Italia Codice Fiscale: 00284840170 Partita IVA: 00284840170
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.89 del 1-8-2022)
Asta pubblica - Affitto di due lotti di terreno agricolo È indetta asta pubblica per la cessione in affitto di due lotti di terreno agricolo siti nel comune di Roncadelle (BS) di proprietà dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna "Bruno Ubertini" (P.I. e C.F. n.00284840170), di seguito indicati: - Lotto 1 - Foglio n.6 - Particella n.23 della superficie di Ha 12.68.50, pari a piò bresciani n.38,96 (piò bresciano = m2 3.255,39) - Seminativo irriguo di seconda classe - R.D. € 884,42 - R.A. € 1.113,71; - Lotto 2 - Foglio n.6 - Particella n.32 della superficie di Ha 05.05.10, pari a piò bresciani n.15,51 (piò bresciano = m2 3.255,39) - Seminativo irriguo di seconda classe - R.D. € 352,16 - R.A. € 443,47 L'asta pubblica sarà esperita con il metodo delle offerte segrete da confrontarsi al canone d'affitto annuo posto a base di gara stabilito in € 320,00 al piò bresciano. Non sono ammesse offerte inferiori al canone stabilito a base d'asta. Si procederà all'aggiudicazione anche in caso di presentazione di una sola offerta. Costituisce oggetto dell'affitto ciascun singolo lotto. La destinazione urbanistica dei terreni è di area agricola produttiva. I terreni dovranno essere utilizzati in conformità alla destinazione urbanistica degli stessi. Nessun altro impiego è consentito, pena l'immediata risoluzione del contratto. Sono ammessi a partecipare gli imprenditori agricoli, i coltivatori diretti ed i soggetti ad essi equiparati. Cauzione provvisoria € 1.000,00 per ciascun lotto. Il contratto sarà stipulato con disposizioni in deroga alla L.203/1982 (art.45). La durata del contratto di affitto è stabilita in anni sei. È esclusa ogni possibilità di rinnovo. Gli attuali affittuari sono titolari di un diritto di prelazione. La migliore offerta ricevuta sarà pertanto comunicata agli attuali affittuari, i quali saranno preferiti se offriranno condizioni uguali. Le offerte dovranno pervenire presso la sede legale dell'Istituto in via A. Bianchi n. 9, 25124 Brescia, entro e non oltre il giorno 22 agosto 2022. I plichi contenenti le offerte e la relativa documentazione saranno esaminati il giorno 23 agosto 2022 alle ore 16,00 presso la sala del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, in via A. Bianchi, 9 a Brescia. I soggetti interessati potranno ritirare il bando integrale di gara presso l'U.O. Affari Generali e Legali dell'Istituto (tel. 030 2290624-406-321). Il bando integrale, il modello di domanda di partecipazione ed il modello per l'offerta economica sono pubblicati all'albo on line dell'Istituto (www.izsler.it), all'albo pretorio della provincia di Brescia e del comune di Roncadelle. Il direttore generale dott. Piero Frazzi TX22BIA16499
Serie Generale
2021
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
MINISTERO DELL'INTERNO
Serie Generale n. 211 del 3-9-2021
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-09-03&atto.codiceRedazionale=21A05196&elenco30giorni=false
MINISTERO DELL'INTERNO
COMUNICATO
Soppressione del Monastero di Santa Chiara, in Termini Imerese (21A05196) (GU Serie Generale n.211 del 03-09-2021)
Con decreto del Ministro dell'interno del 19 agosto 2021 viene soppresso il Monastero di Santa Chiara, con sede in Termini Imerese (PA). Il provvedimento di soppressione acquista efficacia civile dal momento dell'iscrizione dello stesso nel registro delle persone giuridiche. Il patrimonio di cui è titolare l'ente soppresso è devoluto secondo le modalità disposte dal provvedimento canonico.
Contratti
2010
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 53 del 10-5-2010
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-05-10&atto.codiceRedazionale=TC10BGA8994
AZIENDA SANITARIA UNICA REGIONALE MARCHE
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.53 del 10-5-2010)
Avviso di appalto aggiudicato (decreto legislativo n. 163/2006) Codice identificativo gara: 0403503534 - CUP: E83B09000120002 Parte di provvedimento in formato grafico TC10BGA8994
Corte Costituzionale
2022
ATTI DI PROMOVIMENTO DEL GIUDIZIO DELLA CORTE
1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 28 del 13-7-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-13&atto.codiceRedazionale=22C00115
N. 37 RICORSO PER LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE 10 giugno 2022
Ricorso per questione di legittimita' costituzionale depositato in cancelleria il 10 giugno 2022 (del Presidente del Consiglio dei ministri). Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Previsione che gli interventi riguardano esclusivamente la canapa (Cannabis sativa L.) con un contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) entro i limiti previsti dalla normativa europea e statale. Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Previsione che la Regione promuove, tra l'altro, le attivita' di sperimentazione e ricerca funzionali all'espansione della coltura della canapa orientate all'utilizzo della canapa nel settore alimentare, cosmetico, farmacologico e ornamentale; le attivita' di formazione di coloro che operano nella filiera della canapa e di informazione per la diffusione della conoscenza delle proprieta' della canapa e dei suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, della bioedilizia e farmacologico; l'impiego e test dei semi di canapa per la produzione di semi decorticati ad uso alimentare. Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Prodotti ottenibili dalla coltivazione della canapa - Inserimento tra i prodotti ottenibili di piante intere, parti di pianta e rami freschi o essiccati, polveri derivate, ottenute dalla macinatura, vagliatura o setacciamento. Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Canapa terapeutica - Promozione, coltivazione e trasformazione della canapa terapeutica ad uso medico da parte delle aziende pubbliche e private presenti nel territorio regionale. Agricoltura - Coltura della canapa industriale - Norme della Regione autonoma Sardegna - Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale - Norma finanziaria - Previsione che la Regione attua la legge regionale n. 6 del 2022 nei limiti delle risorse finanziarie stanziate annualmente con legge di bilancio per tali finalita'. - Legge della Regione autonoma Sardegna 11 aprile 2022, n. 6 (Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale), artt. 1, comma 5; 2, comma 2, lettera a), numeri 1 e 6, lettera b) e lettera c); 3, comma 1, lettere h) e i); 8; e 9. (22C00115) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.28 del 13-7-2022)
Ricorso per la Presidenza del Consiglio dei ministri (codice fiscale n. 97163520584), in persona del Presidente p.t., ex lege rappresentata e difesa dall'Avvocatura Generale dello Stato (codice fiscale n. 80224030587) presso i cui uffici domicilia ex lege in Roma, via dei Portoghesi n. 12; Pec [email protected]; nei confronti della Regione Sardegna, in persona del Presidente pro tempore, per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge della Regione Sardegna n. 6/2022, pubblicata nel BUR n. 17 del 12 aprile 2022, recante: «Norme di sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale». La legge regionale n. 6/22, che reca «Norme di sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale", eccede dalle competenze statutarie della Regione Sardegna, in contrasto con gli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale di autonomia della Regione, risultando invasiva della competenza esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui all'art. 117, secondo comma, lettera h) della Costituzione, violando altresì i principi fondamentali in materia di tutela della salute di cui all'art. 117, terzo comma, della Costituzione, oltre a porsi in contrasto con l'art. 81, terzo comma, della Costituzione: come da delibera del Consiglio dei ministri in data 6 giugno 2022 si propone pertanto il presente ricorso ex art. 127 della Costituzione, e ciò nei sensi e per le ragioni di seguito indicate. - L'art. 3, lettera d) dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna, legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, attribuisce alla Regione potestà legislativa in materia di «agricoltura e foreste; piccole bonifiche e opere di miglioramento agrario e fondiario». In base al medesimo art. 3 dello Statuto speciale, la potestà legislativa regionale deve essere esercitata «in armonia con la Costituzione e i principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica e col rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali, nonchè delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica». Il successivo art. 4, lettera i) prevede la competenza regionale ad emanare norme legislative in materia di «igiene e sanità pubblica» con i medesimi limiti sopra enunciati, nonchè dei principi stabiliti dalle leggi dello Stato. Si rappresenta inoltre che la disciplina statale di principio è dettata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 309/1990 «Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati dì tossicodipendenza» e dalla legge n. 242 del 2016, intitolata «Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa». A tale riguardo, la giurisprudenza costante della Corte costituzionale interpreta il concetto di «ordine pubblico e sicurezza» - quale settore riservato dalla Costituzione alla legislazione esclusiva dello Stato - come comprendente l'insieme degli interventi e delle misure finalizzate al mantenimento dell'ordine pubblico ed alla prevenzione dei reati, tra i quali grave allarme sociale destano quelli in materia di stupefacenti. La Consulta, inoltre, ha sottolineato (sentenza n. 333/1991) che la citata normativa statale (in particolare, il decreto del Presidente della Repubblica n. 309/1990), nel definire il catalogo delle sostanze vietate (con le relative eccezioni di natura tassativa), integra elementi accessori delle fattispecie penali tipiche di cui al medesimo decreto del Presidente della Repubblica, nel pieno rispetto del principio della riserva di legge di cui all'art. 25 della Costituzione. La Corte ha, altresì, affermato che la predetta normativa in materia di sostanze stupefacenti ha come obiettivo la tutela dei beni giuridici della salute pubblica e dell'ordine e sicurezza pubblica (sentenze nn. 133/1992 e 109/2016). Il citato testo unico classifica le sostanze stupefacenti o psicotrope raggruppandole in cinque tabelle. La cannabis, in particolare, rientra nella «Tabella II». - L'art. 26 del testo unico vieta la coltivazione delle piante ricomprese nella Tabella II ad eccezione della canapa coltivata esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali, diversi da quelli di cui all'art. 27, consentiti dalla normativa dell'Unione europea. La coltura della canapa non può, quindi, riguardare le tipologie di piante ricomprese nei divieti di cui al citato testo unico ma, ai sensi dell'art. 1, comma 2, della legge n. 242/2016, è, invece, ammessa per le varietà iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell'art. 17 della direttiva 2002/54/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002. Il successivo comma 3 dell'art. 1 della legge n. 242/2016 specifica che le attività di sostegno e promozione riguardano, in particolare, la coltura della canapa finalizzata: a) alla coltivazione e alla trasformazione; b) all'incentivazione dell'impiego e del consumo finale di semilavorati di canapa provenienti da filiere prioritariamente locali; c) allo sviluppo di filiere territoriali integrate che valorizzino i risultati della ricerca e perseguano l'integrazione locale e la reale sostenibilità economica e ambientale; d) alla produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per le industrie di diversi settori; e) alla realizzazione di opere di bioingegneria, bonifica dei terreni, attività didattiche e di ricerca. Inoltre, l'art. 2 del medesimo testo di legge, rubricato «Liceità della coltivazione», reca l'elenco di prodotti che è lecito ottenere dalla canapa coltivata. Si tratta, in particolare, di: a) alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei relativi settori; b) semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico; c) materiale destinato alla pratica del sovescio; d) materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia; e) materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati; f) coltivazioni dedicate alle attività didattiche e dimostrative nonchè di ricerca da parte di istituti pubblici o privati; g) coltivazioni destinate al florovivaismo. La legge regionale in esame incide, dunque oltre che nella materia della tutela della salute pubblica, anche in quella dell'ordine e della sicurezza pubblica, di cui all'art. 117, secondo comma, lettera h) della Costituzione, ogniqualvolta la stessa legge introduca disposizioni incompatibili con i divieti posti dalla normativa statale. Ciò premesso le sotto-indicate disposizioni della legge regionale in esame risultano eccedere dalle competenze statutarie, per le specifiche motivazioni di seguito specificate. 1. Sull'art. 1, comma 5: contrasto con l'art. 117, secondo comma, lettera h) della Costituzione e con gli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale. - L'art. 1, comma 5, del provvedimento in esame individua l'ambito di applicazione della stessa legge esclusivamente alla canapa con un contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) entro i limiti previsti dalla normativa europea e statale. Tale disposizione appare eccentrica rispetto alla normativa statale (e pertanto, rispetto al riparto di competenze tra Stato e regioni) nei termini che seguono. I valori di tolleranza di THC indicati (0,2% - 0,6%) all'art. 4, comma 5, della legge n. 242 del 2016 si riferiscono solo al principio attivo rinvenuto nelle piante in coltivazione e non al prodotto oggetto di commercio. Tali limiti operano a tutela del coltivatore, quale valore massimo per l'applicazione della causa di esclusione della responsabilità. Sono evidenti, infatti, le motivazioni che hanno indotto il Legislatore statale all'elaborazione di questa disposizione finalizzata a tutelare l'imprenditore agricolo che abbia allestito regolarmente la piantagione, utilizzando sementi certificate idonee a sviluppare fisiologicamente piante con un corredo di THC inferiore allo 0,2%, e che, per cause naturali e senza avervi in alcun modo contribuito con il proprio consapevole intervento, veda svilupparsi una coltura che presenta valori di concentrazione del principio attivo superiori ai citati parametri percentuali. In merito ai «margini di tolleranza» in esame, come evidenziato nei documenti preparatori della legge n. 242 del 2016, il valore dello 0,2% è speculare a quello contenuto nell'art. 32, comma 6 del regolamento UE 1307/2013 del 17 dicembre 2013, secondo cui «le superfici utilizzate per la produzione di canapa sono ettari ammissibili solo se il tenore di tetraidrocannabinolo delle varietà coltivate non supera lo 0,2%». In sostanza, se il tenore di THC delle piante coltivate non supera il valore dello 0,2% la coltivazione è comunque lecita e l'imprenditore ha diritto a ricevere dei contributi per lo svolgimento della sua attività. Allo stesso tempo, il legislatore nazionale, con l'art. 4, comma 5 della richiamata legge n. 242 del 2016, ha inteso escludere la responsabilità dell'imprenditore agricolo nei casi in cui si sviluppi, per cause a lui non imputabili, una piantagione che si caratterizza per una concentrazione di THC superiore allo 0,2% ma nei limiti dello 0,6%. Pertanto, l'attribuzione di rilevanza generalizzata ai suddetti limiti al contenuto di THC appare esorbitare dalla competenza regionale in subiecta materia, andando a violare la competenza esclusiva statale in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui all'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione. 2. Sull'art. 2, comma 2, lettera A), punto 6; lettera B); lettera C): contrasto con l'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione, con i principi fondamentali in materia di tutela della salute, ai sensi dell'art. 117 terzo comma della Costituzione, e con gli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale. - L'art. 2, comma 2, lettera a), punto 6 riconosce alla Regione la facoltà di promuovere «le attività di sperimentazione e ricerca funzionali all'espansione della coltura della canapa in un'ottica di sostenibilità ambientale ed economica, orientate principalmente... all'utilizzo della canapa per uso alimentare, cosmetico, farmacologico e ornamentale». La citata disposizione regionale è censurabile, sotto il profilo della legittimità costituzionale, nella parte in cui non specifica che le attività di sperimentazione e ricerca orientate ad un eventuale uso farmacologico devono intendersi limitate a quelle previste ai sensi dell'art. 26 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 «Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati dì tossicodipendenza» ovvero ai sensi dell'art. 7 della legge n. 242 del 2016 recante «Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa». Le citate disposizioni statali di riferimento, infatti, costituiscono principi fondamentali in materia di tutela della salute, al cui rispetto la Regione Sardegna è tenuta ai sensi del combinato disposto degli articoli 3 e 4 lettera i) dello Statuto speciale di autonomia violando altresì i principi fondamentali stabiliti da leggi dello Stato in materia di «tutela della salute», di cui all'art. 117, terzo comma, della Costituzione. Si precisa, al riguardo, che l'utilizzo farmacologico della canapa non rientra tra gli usi consentiti ai sensi dell'art. 2, comma 2, della citata legge n. 242 del 2016 ed è viceversa disciplinato dal decreto legislativo n. 219 del 2006 recante «Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano». Pertanto, la legge regionale in esame, nel disciplinare aspetti propri della coltivazione della canapa industriale e richiamando espressamente la legge n. 242 del 2016, contiene disposizioni relative alla cannabis ad uso medico (stupefacente) che è, invece, disciplinata dai citati decreto del Presidente della Repubblica n. 309/90 e decreto legislativo n. 219/2006, confondendo conseguentemente i prodotti derivati dalla canapa industriale con quelli della cannabis ad uso medico e gli usi consentiti dalle due distinte discipline. Si segnala, peraltro, che un eventuale utilizzo a scopi sperimentali della semente è subordinato alle condizioni dettate dall'art. 7 della legge n. 242 del 2016 e deve avvenire secondo le modalità ivi indicate. Inoltre, va considerato che, ai sensi dell'art. 26 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990: «1. Salvo quanto stabilito nel comma 2, è vietata nel territorio dello Stato la coltivazione delle piante comprese nelle tabelle I e II di cui all'art. 14, ad eccezione della canapa coltivata esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali, diversi da quelli di cui all'art. 27, consentiti dalla normativa dell'Unione europea. 2. Il Ministro della sanità può autorizzare istituti universitari e laboratori pubblici aventi fini istituzionali di ricerca, alla coltivazione delle piante sopra indicate per scopi scientifici, sperimentali o didattici». La norma regionale si pone quindi in violazione della competenza esclusiva statale in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui all'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione ed in contrasto con i principi fondamentali in materia di tutela della salute dettati dallo Stato con le richiamate disposizioni, al cui rispetto la Regione è tenuta ai sensi degli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale di autonomia. Analoghe censure valgono anche per la lettera b) del comma 2, nonchè per la successiva lettera c) del medesimo art. 2, che, nel disciplinare l'impiego e i test dei semi di canapa per la produzione di semi decorticati ad uso alimentare, non appare in linea con la summenzionata legge n. 242/2016 che, come sopra puntualmente indicato, regolamenta l'utilizzo dei prodotti derivanti dalle coltivazioni di canapa ammesse, senza prevedere l'impiego alimentare indicato dalla disposizione in commento. Con riferimento ai limiti di THC valgono le medesime censure formulate al precedente punto 1, laddove (comma 2, lett. a), n. 1) gli stessi vengono richiamati, con riferimento all'individuazione, in funzione dei diversi impieghi, delle varietà o popolazioni di canapa più idonee alla coltivazione nel territorio sardo. 3. Sull'art. 3, comma 1, lettere H) e I); contrasto con l'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione, con i principi fondamentali in materia di tutela della salute, ai sensi dell'art. 117, terzo comma della Costituzione, e con gli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale. - L'art. 3, comma 1, alle lettere h) e i) inserisce tra i prodotti ottenibili dalla canapa anche «piante intere, parti di piante... polveri derivate ottenute dalla macinatura, vagliatura o setacciamento» non contemplate, invece, dalla legge n. 242 del 2016. In tal modo, la legge regionale integra di fatto il dettato normativo nazionale, eccedendo la propria sfera di competenza. Più precisamente, mediante, da un lato, il riferimento a tali prodotti e, dall'altro, il mancato richiamo alla vigente normativa in materia di utilizzo ad uso umano di piante intere o parti di esse e polveri derivate, ottenute dalla macinatura e dalla relativa trasformazione ai sensi del decreto legislativo n. 219 del 24 aprile 2006 e del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 9 ottobre 1990, per la successiva commercializzazione come medicinali, si delinea un contrasto tra la disposizione regionale in esame e i principi fondamentali in materia di tutela della salute dettati dallo Stato con le richiamate disposizioni, al cui rispetto la Regione è tenuta ai sensi degli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale di autonomia. Considerate altresì che l'art. 117, terzo comma della Costituzione che attribuisce alla legge dello Stato la competenza a fissare i principi fondamentali in materia di «tutela della salute». A tale riguardo, si precisa che non tutte le parti della pianta della canapa possono essere utilizzate per realizzare prodotti. Conformemente a quanto previsto dall'art. 2 della legge n. 242 del 2016, occorrerebbe fare riferimento ai soli prodotti che contengono semi e derivati (come fibre, canapuli e parti legnose, il cui uso è lecito) e non anche ai prodotti che contengono tutte le parti della pianta (ad es., bustine di fiori essiccati o polline-hasc). Più nel dettaglio, si osserva che non possono essere utilizzate le foglie e le infiorescenze della pianta della canapa, il cui utilizzo, in campo farmaceutico, costituendo sostanze stupefacenti, è soggetto ad autorizzazione preventiva, come previsto dalle Convenzioni delle Nazioni Unite del 1961 e del 1971, dalla normativa euro-unitaria e dalla normativa nazionale in materia di stupefacenti (articoli 17-26-27-32 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 e Tabella II del medesimo decreto). Le foglie e le infiorescenze di cannabis contengono anche CBD (cannabidiolo), che è da considerarsi a tutti gli effetti una sostanza attiva, ai sensi dell'art. 1, comma 1, lett. b-bis) del decreto legislativo n. 219/2006 e, per tale motivo, rientrano nell'ambito di applicazione della disciplina propria dei medicinali (art. 2, comma 2, del cit. decreto legislativo n. 219/2006). Da quanto esposto, si desume che dalla coltivazione della canapa non è possibile ottenere «piante intere», così come, viceversa, testualmente previsto dall'art. 3 della legge regionale in esame. Con specifico riferimento alla rilevanza delle previsioni contenute nella legge n. 242 del 2016 relativamente ai prodotti che possono essere ottenuti dalla coltivazione, appare opportuno richiamare quanto rilevato dalla Suprema Corte di Cassazione (Cass. pen. Sez. Unite, Sent., ud. 30 maggio 2019, 10 luglio 2019, n. 30475): «1) la legge n. 242 del 2016 è volta a promuovere la coltivazione agroindustriale di canapa delle varietà ammesse (cannabis sativa L.), coltivazione che beneficia dei contributi dell'Unione europea, ove il coltivatore dimostri di avere impiantato sementi ammesse; 2) si tratta di coltivazione consentita senza necessità di autorizzazione ma dalla stessa possono essere ottenuti esclusivamente i prodotti tassativamente indicati dalla legge n. 242 del 2016, art. 2, comma 2, (esemplificando: dalla coltivazione della canapa di cui si tratta possono ricavarsi fibre e carburanti, ma non hashish e marijuana); 3) la commercializzazione di cannabis sativa L. o dei suoi derivati, diversi da quelli elencati dalla legge del 2016, integra il reato di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, art. 73, commi 1 e 4, anche se il contenuto di THC sia inferiore alle concentrazioni indicate all'art. 4, commi 5 e 7 della legge del 2016. - L'art. 73 cit. incrimina la commercializzazione di foglie, inflorescenze, olio e resina, derivati della cannabis, senza operare alcuna distinzione rispetto alla percentuale di THC che deve essere presente in tali prodotti, attesa la richiamata nozione legale di sostanza stupefacente, che informa gli articoli 13 e 14 T. U. stupefacenti. Pertanto, impiegando il lessico corrente, deve rilevarsi che la cessione, la messa in vendita ovvero la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, di prodotti - diversi da quelli espressamente consentiti dalla legge n. 242 del 2016 - derivati dalla coltivazione della cosiddetta cannabis light, integra gli estremi del reato ex art. 73, T. U. stupefacenti». La previsione regionale in esame viola dunque la competenza esclusiva statale in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui all'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione e contrasta con i principi fondamentali in materia di tutela della salute dettati dallo Stato con le richiamate disposizioni, al cui rispetto la Regione è tenuta ai sensi degli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale di autonomia. 4. Sull'art. 8; contrasto con l'art. 117, secondo comma lettera h) della Costituzione, con i principi fondamentali in materia di tutela della salute, ai sensi dell'art. 117, terzo comma della Costituzione, e con gli articoli 3 e 4 dello Statuto speciale. - La legge regionale in esame è censurabile, altresì, relativamente all'art. 8 che attribuisce alla Regione il compito di sostenere e promuovere la coltivazione e la trasformazione della «canapa terapeutica ad uso medico» da parte delle aziende pubbliche e private presenti nel territorio regionale, al fine di «favorire la competitività e la sostenibilità delle produzioni canapicole, con particolare riferimento alle produzioni per scopi farmaceutici». Premesso che non esiste una definizione di «canapa terapeutica» e sarebbe più corretto l'utilizzo dell'espressione «medicinali di origine vegetale a base di cannabis», in quanto tali disciplinati dal decreto legislativo n. 219/2006 e dal decreto del Presidente della Repubblica n. 309/1990, occorre al riguardo richiamare quanto previsto dall'art. 18-quarter, comma 1, del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, convertito in legge 4 dicembre 2017, n. 172, in forza del quale lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, autorizzato alla fabbricazione di infiorescenze di cannabis in osservanza alle norme di buona fabbricazione, secondo le direttive dell'Unione europea, recepite con il decreto legislativo n. 219 del 2006, è l'unico soggetto che, per legge, può provvedere alla coltivazione e alla trasformazione della cannabis in sostanze e preparazioni vegetali (ad alto contenuto di THC e CBD) per la successiva distribuzione alle farmacie, al fine di soddisfare il fabbisogno nazionale di tali preparazioni e per la conduzione di studi clinici. Il medesimo art. 18-quanter, infatti, prevede che «2. Per assicurare la disponibilità di cannabis a uso medico sul territorio nazionale, anche al fine di garantire la continuità terapeutica dei pazienti già in trattamento, l'Organismo statale per la cannabis di cui al decreto del Ministro della salute 9 novembre 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30 novembre 2015, può autorizzare l'importazione di quote di cannabis da conferire allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, ai fini della trasformazione e della distribuzione presso le farmacie. 3. Qualora risulti necessaria la coltivazione di ulteriori quote di cannabis oltre quelle coltivate dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, possono essere individuati, con decreto del Ministro della salute, uno o più enti o imprese da autorizzare alla coltivazione nonchè alla trasformazione, con l'obbligo di operare secondo le Good agricultural and collecting practices (GACP) in base alle procedure indicate dallo stesso Stabilimento». Alla luce del su esposto quadro normativo, si rileva che la legge regionale non può introdurre o presupporre diversi meccanismi autorizzatori rispetto a quelli definiti dalla legge statale (cfr. anche Corte costituzionale, sentenza n. 141 del 2013). Manca, inoltre, nell'art. 8 della legge regionale in esame, il riferimento all'art. 26 del decreto del Presidente della Repubblica n. 109 del 1990, atteso che la locuzione «in particolare», seguita dal dettaglio degli articoli da rispettare, nell'escludere dal novero dei medesimi le disposizioni contenute nell'art. 26, appare idonea a determinare il contrasto con le previsioni legislative statali. Alla luce delle argomentazioni addotte, si ravvisa il contrasto tra l'art. 8 della legge in oggetto e le richiamate disposizioni statali e, conseguentemente un'ingerenza della legislazione regionale in ambiti di competenza statale, spettando allo Stato, in via esclusiva, la materia dell'ordine pubblico e della sicurezza, ai sensi dell'art. 117, secondo comma, lettera h) della Costituzione, nonchè, la definizione dei principi fondamentali a tutela della salute, di cui all'art. 117, terzo comma della Costituzione, cui la Regione Sardegna deve attenersi ai sensi dell'art. 4 dello Statuto speciale di autonomia. 5. Sull'art. 9; contrasto l'art. 81, terzo comma, della Costituzione. Infine, la norma finanziaria contenuta nell'art. 9, nel richiamare l'art. 38, comma 1, del decreto legislativo n. 118 del 2011, «Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42», prevede che «la Regione attua la presente legge nei limiti delle risorse finanziarie stanziate annualmente con legge di bilancio per tali finalita'». Il richiamato art. 38, comma 1, decreto legislativo n. 118 del 2011 dispone che «Le leggi regionali che prevedono spese a carattere continuativo quantificano l'onere annuale previsto per ciascuno degli esercizi compresi nel bilancio di previsione e indicano l'onere a regime, ovvero, nel caso in cui non si tratti di spese obbligatorie, possono rinviare le quantificazioni dell'onere annuo alla legge di bilancio». Ciò posto, la disposizione regionale in esame non quantifica gli oneri e indica la copertura finanziaria in maniera generica, facendo semplicemente riferimento alle «risorse finanziarie stanziate annualmente con legge di bilancio per tali finalita'». - La legge regionale in esame prevede, tra l'altro, all'art. 2, comma 4, che «Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, con propria deliberazione [...] determina le modalità, i criteri e le priorità per l'erogazione dei contributi, compatibilmente con la normativa dell'Unione europea vigente in materia di aiuti di Stato [...]». Tale previsione è suscettibile di determinare oneri a carico del bilancio regionale a decorrere dall'anno 2022, oneri non quantificati e per i quali la copertura finanziaria è indicata in maniera generica, senza neanche individuare la missione, il programma e il titolo ove imputare la spesa in esame. Per tali motivi, la richiamata norma finanziaria si pone in contrasto anche con l'art. 19, comma 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 «Legge di contabilità e finanza pubblica», che dispone che «le leggi e i provvedimenti che comportano oneri, anche sotto forma di minori entrate, a carico dei bilanci delle amministrazioni pubbliche devono contenere la previsione dell'onere stesso e l'indicazione della copertura finanziaria riferita ai relativi bilanci, annuali e pluriennali». La norma in esame non risulta quindi rispettosa dell'obbligo di copertura finanziaria delle leggi di spesa declinato nelle disposizioni del citato decreto legislativo n. 118 del 2011 e della legge n. 196 del 2009, risultando quindi in contrasto con l'art. 81, terzo comma, della Costituzione secondo cui «ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte». P. Q. M. La legge regionale in epigrafe, limitatamente alle disposizioni di cui agli articoli 1, comma 5, 2, comma 2, lettera a), numeri 1) e 6), lettera b) e lettera c), 3, comma 1, lettere h) e i), 8 e 9, viene con il presente atto impugnata dinanzi alla Corte costituzionale ai sensi dell'art. 127 della Costituzione, come da attestazione della delibera del Consiglio dei ministri in data 6 giugno 2022 che si deposita, unitamente alla proposta di impugnativa. Si conclude pertanto affinchè sia dichiarata l'illegittimità costituzionale, nei sensi sopra esposti, degli articoli 1, comma 5; 2, comma 2, lettera a), numeri 1) e 6), lettera b) e lettera c); 3, comma 1, lettere h) e i); 8 e 9, della legge della Regione Sardegna n. 6/2022, pubblicata nel BUR n. 17 del 12 aprile 2022, recante: «Norme di sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa industriale». Roma, 9 giugno 2022 Il vice avvocato generale: De Giovanni
Serie Generale
2018
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
Serie Generale n. 71 del 26-3-2018
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-03-26&atto.codiceRedazionale=18A02004&elenco30giorni=false
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
COMUNICATO
Autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale per uso umano «Staros» (18A02004) (GU Serie Generale n.71 del 26-03-2018)
Estratto determina n. 363/2018 del 9 marzo 2018 Medicinale: STAROS. Titolare A.I.C.: S.F. Group S.r.l., via Tiburtina n. 1143 - 00156 Roma (Italia). Confezioni: 5 mg, compresse rivestite con film. 28 compresse in blister Al/Al - A.I.C. n. 045245014 (in base 10); 10 mg, compresse rivestite con film. 28 compresse in blister Al/Al - A.I.C. n. 045245026 (in base 10); 20 mg, compresse rivestite con film. 28 compresse in blister Al/Al - A.I.C. n. 045245038 (in base 10); 40 mg, compresse rivestite con film. 28 compresse in blister Al/Al - A.I.C. n. 045245040 (in base 10). Forma farmaceutica: compresse rivestite con film. Validità prodotto integro: tre anni. Composizione: ciascuna compressa rivestita con film contiene 5 mg di rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio); ciascuna compressa rivestita con film contiene 10 mg di rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio); ciascuna compressa rivestita con film contiene 20 mg di rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio); ciascuna compressa rivestita con film contiene 40 mg di rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio); principio attivo: rosuvastatina (come rosuvastatina sale di calcio); eccipienti: nucleo della compressa: lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina crospovidone tipo A, sodio carbonato monoidrato, sodio laurilsolfato, magnesio stearato; rivestimento della compressa [5 mg]: opadry II 85F62533 giallo, polivinalcol parzialmente idrolizzato, titanio diossido (E171), polietilenglicole, talco, ferro ossido giallo (E172); rivestimento della compressa [10 mg, 20 mg, 40 mg]: polivinilalcol parzialmente idrolizzato, opadry II 85F64743 rosa, titanio diossido (E171), polietilenglicole, talco, ferro ossido giallo (E172), ferro ossido rosso (E172), rosso allura AC (E129), indigotina (E132). Produzione del principio attivo: Nantong Chanyoo Pharmatech Co., Ltd. - N°. 2 Tonghai Si Road, Yangkou Chemical - Industrial Park - 226407 - Cina; Nantong Chanyoo Pharmatech Co., Ltd. - Rudong Coastal Economic Development Zone, Nantong, Jiangsu Province 226407 - Cina, (produzione del principio attivo per sintesi chimica, lavorazione del principio attivo, confezionamento primario e secondario del principio attivo, conservazione e/o distribuzione del principio attivo). Produzione del prodotto finito: produzione: Arrow Pharm (Malta) Ltd. - Birzebbugia - BBG 3000 - Malta (produzione medicinali non-sterili, controllo di qualità chimico/fisico, conservazione e/o distribuzione); Actavis Ltd. BLB016, Bulebel Industrial Estate - Zjtun - ZTN 3000 - Malta (controllo di qualità chimico/fisico, confezionamento primario e secondario, conservazione e/o distribuzione); Balkanpharma-Dupnitsa AD - 3 Samokovsko Shosse Str. - Dupnitza - 2600 - Bulgaria (controllo di qualità chimico/fisico, confezionamento primario e secondario,, conservazione e/o distribuzione); confezionamento primario e secondario: Actavis Ltd. - BLB016, Bulebel Industrial Estate - Zjtun - ZTN 3000 - malta (confezionamento primario e secondario); Balkanpharma-Dupnitsa AD - 3 Samokovsko Shosse Str. - Dupnitza - 2600 - Bulgaria (confezionamento primario e secondario); Lachifarma S.r.l. - s.s. 16 zona industriale - 73010 Zollino (Lecce) - Italia (confezionamento secondario); rilascio dei lotti e controllo di qualità (controllo qualità chimico e fisico): Arrow Pharm (Malta) Ltd. - 62 Hal Far Industrial Estate - Birzebbugia - BBG 3000 - Malta; Actavis Ltd. - BLB016, Bulebel Industrial Estate - Zejtun - ZTN 3000 - Malta; Balkanpharma-Dupnitsa AD - 3 Samokovsko Shosse Str. - Dupnitza - 2600 - Bulgaria. Indicazioni terapeutiche: trattamento dell'ipercolesterolemia: adulti, adolescenti e bambini, di età pari o superiore a sei anni, con ipercolesterolemia primaria (tipo IIa inclusa l'ipercolesterolemia familiare omozigote) o dislipidemia mista (tipo IIb) come adiuvante di un regime alimentare e quando la risposta alla dieta o ad altri trattamenti non-farmacologici (ad es., esercizio fisico, riduzione del peso) risulti adeguati; ipercolesterolemia omozigote familiare come adiuvante di un regime alimentare o di trattamenti che riducono il livello dei lipidi (ad esempio, LDL-aferesi) o se tali trattamenti non sono appropriati; prevenzione degli eventi cardiovascolari: prevenzione degli eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti considerati ad alto rischio per un primo evento cardiovascolare, come adiuvante per la correzione di tali fattori di rischio. Classificazione ai fini della rimborsabilità Confezioni: 5 mg, compresse rivestite con film 28 compresse in blister Al/Al - A.I.C. n. 045245014 (in base 10); classe di rimborsabilità «A»; prezzo ex factory (IVA esclusa): € 3,51; prezzo al pubblico (IVA inclusa): € 6,58; nota AIFA 13; 10 mg, compresse rivestite con film 28 compresse in blister Al/Al - A.I.C. n. 045245026 (in base 10); classe di rimborsabilità «A»; prezzo ex factory (IVA esclusa): € 4,27; prezzo al pubblico (IVA inclusa): € 8,00; nota AIFA 13; 20 mg, compresse rivestite con film 28 compresse in blister Al/Al - A.I.C. n. 045245038 (in base 10); classe di rimborsabilità «A»; prezzo ex factory (IVA esclusa): € 6,45; prezzo al pubblico (IVA inclusa): € 12,10; nota AIFA 13; 40 mg, compresse rivestite con film 28 compresse in blister Al/Al - A.I.C. n. 045245040 (in base 10); classe di rimborsabilità «A»; prezzo ex factory (IVA esclusa): € 6,72; prezzo al pubblico (IVA inclusa): € 12,60; nota AIFA 13. Qualora il principio attivo, sia in monocomponente che in associazione, sia sottoposto a copertura brevettuale o al certificato di protezione complementare, la classificazione di cui alla presente determinazione ha efficacia, ai sensi dell'art. 11, comma 1, ultimo periodo, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, dal giorno successivo alla data di scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare, pubblicata dal Ministero dello sviluppo economico. Sino alla scadenza del termine di cui al precedente comma, il medicinale «Staros» è classificato, ai sensi dell'art. 12, comma 5, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, nell'apposita sezione, dedicata ai farmaci non ancora valutati ai fini della rimborsabilità, della classe di cui all'art. 8, comma 10, lettera c) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni, denominata classe «C (nn)». Classificazione ai fini della fornitura La classificazione ai fini della fornitura del medicinale «Staros» è la seguente: medicinale soggetto a prescrizione medica (RR). Stampati Le confezioni della specialità medicinale devono essere poste in commercio con etichette e fogli illustrativi conformi al testo allegato alla presente determinazione. È approvato il riassunto delle caratteristiche del prodotto allegato alla presente determinazione. Tutela brevettuale Il titolare dell'A.I.C. del farmaco generico è esclusivo responsabile del pieno rispetto dei diritti di proprietà industriale relativi al medicinale di riferimento e delle vigenti disposizioni normative in materia brevettuale. Il titolare dell'A.I.C. del farmaco generico è altresì responsabile del pieno rispetto di quanto disposto dall'art. 14, comma 2 del decreto legislativo n. 219/2006 che impone di non includere negli stampati quelle parti del riassunto delle caratteristiche del prodotto del medicinale di riferimento che si riferiscono a indicazioni o a dosaggi ancora coperti da brevetto al momento dell'immissione in commercio del medicinale. Rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza - PSUR Al momento del rilascio dell'autorizzazione all'immissione in commercio, la presentazione dei rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza non è richiesta per questo medicinale. Tuttavia, il titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio deve presentare i rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza per questo medicinale se il medicinale è inserito nell'elenco delle date di riferimento per l'Unione europea (elenco EURD) di cui all'art. 107-quater, paragrafo 7 della direttiva 2010/84/CE e pubblicato sul portale web dell'Agenzia europea dei medicinali. Decorrenza di efficacia della determinazione: dal giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Contratti
2020
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 137 del 23-11-2020
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-11-23&atto.codiceRedazionale=TX20BGA25395
COMUNE DI FERMO
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.137 del 23-11-2020)
Esito di gara - CIG 8390438878 SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Comune di Fermo Via Mazzini, 4 - 63900 Fermo (FM) [email protected] SEZIONE II: OGGETTO: Gestione del servizio di ricovero, custodia, mantenimento e cura dei cani nei termini e modalità specificati in dettaglio nel Capitolato Tecnico Prestazionale. Quantitativo a base di gara (comprensivo dell'opzione di rinnovo) € 391.061,00 di cui € 3.000,00 per oneri della sicurezza. Durata dell'appalto: anni due (2) e facoltà di rinnovo per un ulteriore periodo fino ad un massimo di ventiquattro (24) mesi. SEZIONE IV: PROCEDURA: aperta art. 60 Dlgs. 50/2016. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE: Imprese partecipanti: n. 1. Impresa aggiudicataria: GAZZOLI SIMONE "TUTTO PER IL CANE" di Fermo, con un punteggio per l'offerta economicamente più vantaggiosa di 100/100; importo euro/cane/giorno offerto: € 2,170. Il dirigente sett. LL.PP. protezione civile ambiente, urbanistica contratti appalti dott. Alessandro Paccapelo TX20BGA25395
Serie Generale
1996
AVVISI DI RETTIFICA
Serie Generale n. 130 del 5-6-1996
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1996-06-05&atto.codiceRedazionale=096A3379&elenco30giorni=false
AVVISO DI RETTIFICA
Avviso relativo al comunicato del Ministero della sanita' concernente: "Autorizzazioni all'immissione in commercio di specialita' medicinali per uso umano presso officine di terzi". (Comunicato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 77 del 1 aprile 1996). (GU Serie Generale n.130 del 05-06-1996)
Nella parte del comunicato citato in epigrafe riguardante il decreto del Ministero della sanità n. P.P.T./34 del 20 marzo 1996, concernente la specialità medicinale "MEFOXIN", alla pag. 55, prima colonna, della suindicata Gazzetta Ufficiale, dove è scritto: "è apportata la seguente modifica: la produzione della specialità medicinale 'MEFOXIN' è eseguita anche presso l'officina della Merck Sharp & Dohme - Chibret, sita in Clermont Ferrand (Francia).", leggasi: "è apportata la seguente modifica: la produzione (delle filale solventi) e tutte le operazioni terminali di confezionamento della specialità medicinale 'MEFOXIN' sono eseguite anche presso l'officina della Merck Sharp & Dohme - Chibret, sita in Clermont Ferrand (Francia).".
Serie Generale
2022
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Serie Generale n. 151 del 30-6-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-06-30&atto.codiceRedazionale=22A03806&elenco30giorni=false
MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
COMUNICATO
Approvazione del Programma nazionale di gestione dei rifiuti. (22A03806) (GU Serie Generale n.151 del 30-06-2022)
Si comunica che il Ministero della transizione ecologica (MiTE) con sede in Roma - via Cristoforo Colombo n. 44, ha pubblicato sul proprio sito istituzionale all'indirizzo https://www.mite.gov.it/pagina/riforma-1-2-programma-nazionale-la-ges tione-dei-rifiuti il decreto n. 257 del 24 giugno 2022 che approva il Programma nazionale di gestione dei rifiuti, di cui all'art. 198-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che ne costituisce parte integrante, con valenza per gli anni dal 2022 al 2028.
Contratti
2019
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 85 del 22-7-2019
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-07-22&atto.codiceRedazionale=TX19BGA16296
CITTA' DI TORINO
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.85 del 22-7-2019)
Esito di gara - Procedura aperta n. 13/2019 SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE -Denominazione ufficiale: CITTÀ DI TORINO - Area appalti ed economato - Servizio appalti lavori pubblici; indirizzo postale: piazza Palazzo di Città n.1 citta': Torino; codice postale: 10122; paese: Italia; punti di contatto: telefono: +39 (011) 01122253; posta elettronica: [email protected]; Sito internet: www.comune.torino.it/appalti/ SEZIONE II: OGGETTO DELL'APPALTO -Denominazione conferita all'appalto dall'amministrazione aggiudicatrice: procedura aperta n. 13/2019 -Tipo di appalto e luogo di esecuzione: lavori pubblici - Torino -Breve descrizione dell'appalto o degli acquisti: Rinforzo strutturale e risanamento conservativo dei ponti cittadini - Anno 2018 - C.O. 4302. -CPV (Vocabolario comune per gli appalti): vocabolario principale, oggetto principale: 45221000-2. -Valore finale totale degli appalti - I.V.A. esclusa: euro 450.916,93. SEZIONE V AGGIUDICAZIONE DELL'APPALTO -Data della decisione di aggiudicazione dell'appalto: 28.06.2019. -Informazione sulle offerte: Numero delle offerte pervenute: 23 -Nome e recapito dell'operatore economico aggiudicatario: F.lli Bottin di Bottin Livio Walter & C. s.n.c., ribasso del 44,30%; via Bruno Stefanat n. 121, 10078 Venaria (TO). Paese: Italia; P.e.c.: [email protected]. -Informazione sul valore iniziale dell'appalto - I.V.A. esclusa: 794.241,93. SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI -Organismo responsabile delle procedure di ricorso: Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte; Indirizzo postale: corso Stati Uniti n.45 Citta': Torino Codice Postale: 10129, Italia; telefono: +39 011 557.64.11. -Termini di presentazione dei ricorsi: 30 giorni a partire dal 4 luglio 2019. Il dirigente area appalti ed economato dott.ssa Margherita Rubino TX19BGA16296
Serie Generale
2020
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
MINISTERO DELLA SALUTE
Serie Generale n. 290 del 21-11-2020
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-11-21&atto.codiceRedazionale=20A06276&elenco30giorni=false
MINISTERO DELLA SALUTE
DECRETO 30 ottobre 2020
Conferma del riconoscimento del carattere scientifico dell'IRCCS di diritto pubblico «Centro di riferimento oncologico», in Aviano, nella disciplina di «oncologia». (20A06276) (GU Serie Generale n.290 del 21-11-2020)
IL VICE MINISTRO DELLA SALUTE Visto il decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, e successive modificazioni, concernente il riordino della disciplina degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e, in particolare, l'art. 13, che stabilisce i requisiti necessari ai fini del riconoscimento del carattere scientifico dei medesimi istituti; Visto, altresì, l'art. 15 del citato decreto legislativo n. 288 del 2003, il quale stabilisce che ogni due anni le Fondazioni IRCCS, gli IRCCS non trasformati e quelli privati inviano al Ministero della salute i dati aggiornati circa il possesso dei requisiti di cui al suddetto art. 13, nonchè la documentazione necessaria ai fini della conferma e che sulla base della sussistenza dei requisiti prescritti il Ministro della salute, d'intesa con il presidente della regione interessata, conferma o revoca il riconoscimento; Visto il decreto del Ministro della salute 14 marzo 2013 e, in particolare, l'art. 2, comma 1, come modificato dal decreto del Ministro della salute 5 febbraio 2015, che individua la documentazione necessaria per la conferma del riconoscimento del carattere scientifico degli IRCCS, ai sensi dell'art. 14, comma 1 del richiamato decreto legislativo; Visto il decreto del Ministro della salute 6 dicembre 2017, adottato d'intesa con il Presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, con il quale è stato confermato il carattere scientifico per la disciplina «Oncologia», dell'IRCCS di diritto pubblico «Centro di riferimento oncologico», per la sede di Aviano (PN), via F. Gallini, 2; Vista la nota del 15 novembre 2019 con la quale il «Centro di riferimento oncologico», codice fiscale e partita IVA 00623340932, ha trasmesso a questo Ministero la documentazione necessaria ai fini della conferma del riconoscimento quale Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per la disciplina «Oncologia» per la predetta sede; Vista la relazione riguardante la site-visit effettuata presso il citato istituto il 20 febbraio 2020 dagli esperti della commissione di valutazione nominata con decreto in data 19 dicembre 2019 del direttore generale della ricerca e dell'innovazione in sanità; Accertata la sussistenza dei requisiti previsti dall'art. 13, comma 3, lettere da a) ad h) del decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288 e successive modificazioni; Vista la nota prot. n. 0018354 del 7 ottobre 2020 con la quale il Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia ha espresso la propria intesa ai fini dell'adozione del provvedimento di conferma del riconoscimento del carattere scientifico dell'istituto; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 14 agosto 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - Serie generale - 25 agosto 2020, n. 211, recante l'attribuzione del titolo di Vice Ministro al Sottosegretario di Stato presso il Ministero della salute, sen. prof. Pierpaolo Sileri; Decreta: Art. 1 1. È confermato il riconoscimento del carattere scientifico dell'IRCCS di diritto pubblico «Centro di riferimento oncologico», nella disciplina «Oncologia», per la sede di Aviano (PN), via F. Gallini, 2. 2. Il riconoscimento è soggetto a revisione, ai sensi dell'art. 15 del decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, all'esito dell'invio dei dati aggiornati circa il possesso dei requisiti e della documentazione necessaria ai fini della conferma. Roma, 30 ottobre Il vice Ministro: Sileri
Parte Seconda
2014
Altri annunzi
Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici
Parte Seconda n. 58 del 17-5-2014
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2014-05-17&atto.codiceRedazionale=T14ADD6403
RATIOPHARM ITALIA S.R.L.
Sede legale: viale Monza n. 270 - Milano Codice Fiscale e/o Partita IVA: 12582960154
(GU Parte Seconda n.58 del 17-5-2014)
Modifica secondaria di un'autorizzazione all'immissione in commercio di un medicinale per uso umano. Modifica apportata ai sensi del Regolamento 1234/2008/CE e s.m.i. e del D. L.vo 29 dicembre 2007 n. 274 Medicinale: ALPRAZOLAM RATIOPHARM ITALIA Confezioni e numeri AIC: 035855042 "750 microgrammi/ml gocce orali, soluzione" - Flacone 20 ml Codice Pratica: N1B/2014/715 Tipo di modifica: Variazione Tipo IB - B.II.d.1.z Modifica apportata: rettifica del saggio per la determinazione dell'uniformità di dose (conformità a Ph. Eur. 0672, edizione corrente) Medicinale: AMIODARONE RATIOPHARM ITALIA Confezioni e numeri AIC: 035729019 "200 mg compresse" - 20 compresse Codice Pratica: N1A/2014/941 Tipo di modifica: Variazione Tipo IAIN - B.III.1.a.3 Modifica apportata: Presentazione di un certificato di conformità alla farmacopea europea. Nuovo certificato presentato da un nuovo fabbricante della sostanza attiva (R1-CEP 2005- 225-Rev 00 - Arevipharma GmbH - Meissner Strasse 35 - 01445 Radebeul - Germania). Medicinale: SIMVASTATINA RATIOPHARM ITALIA Confezioni e numeri AIC: 037451 per tutti i dosaggi e le confezioni autorizzate Codice Pratica: C1B/2014/1030 Procedura Europea: DE/H/2584/IB/0038/G Tipo di modifica: Grouping di variazioni Tipo IB - B.I.d.1.z e IAin B.III.1.a.3 Modifica apportata: Presentazione di un certificato di conformità alla farmacopea europea. Nuovo certificato presentato da un nuovo fabbricante della sostanza attiva (CEP R1-CEP 2003-257-Rev 01 - Artemis Biotech - a Division of Themis Medicare Limited - Industrial Development Area - Plot No. 1 & 5 Jeedimetla - 500 055 Hyderabad - India); introduzione del re-test period (36 mesi) Codice Pratica: C1B/2014/1032 Procedura Europea: DE/H/2584/002-004/IB/0039 Tipo di modifica: Tipo IB - B.I.d.1.z Modifica apportata: estensione del re-test period della sostanza attiva da "36 mesi" a "48 mesi" per il produttore Teva Pharmaceutical Works Private Limited Company - Pallagi Ut 13 - 4042 Debrecen (Ungheria) (CEP R0-CEP 2010-130-Rev 01). I lotti già prodotti sono mantenuti in commercio fino alla data di scadenza indicata in etichetta. Decorrenza della Modifica: dal giorno successivo alla data della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Un procuratore dott.ssa Maria Carla Curis T14ADD6403
Parte Seconda
2016
Altri annunzi
Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici
Parte Seconda n. 92 del 4-8-2016
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-08-04&atto.codiceRedazionale=TX16ADD7573
D.M.G. ITALIA S.R.L.
Sede: via Laurentina Km. 26,700 - 00071 Pomezia - Roma Codice Fiscale: 04502861000
(GU Parte Seconda n.92 del 4-8-2016)
Modifica secondaria di un'autorizzazione all'immissione in commercio di specialità medicinali per uso umano. Modifica apportata ai sensi del D.Lgs. 219/2006 e s.m.i. Titolare: DMG Italia srl Medicinale: PAIDOMICINA Codice pratica: N1A/2016/1561 Confezioni: Tutte, Numeri AIC: 0425400 Medicinale: NAFLOX Codice pratica: N1A/2016/1561 Confezioni: Tutte, Numeri di AIC: 0366500 Tipologia variazioni e modifiche apportate: raggruppamento di variazioni tipo IAIN - A.1 e A.5 a) Modifica dell'indirizzo del titolare AIC: modifica Codice di Avviamento Postale da 00040 a 00071. I lotti già prodotti possono essere mantenuti in commercio fino alla data di scadenza indicata in etichetta. Un procuratore Daniela Cornieri TX16ADD7573
Parte Seconda
2011
Altri annunzi
Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici
Parte Seconda n. 61 del 28-5-2011
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2011-05-28&atto.codiceRedazionale=TS11ADD7879
BAYER - S.P.A.
(GU Parte Seconda n.61 del 28-5-2011)
Modifiche secondarie di un'autorizzazione all'immissione in commercio di una specialità medicinale per uso umano. (Modifiche apportate ai sensi del regolamento (CE) n. 1234/2008). Titolare: Bayer S.p.a., con sede e domicilio legale in viale Certosa n. 130, 20156 (Milano). Codice fiscale e partita I.V.A. n. 05849130157. Specialità medicinale: CANESTEN UNIDIE. Confezione e numero di A.I.C.: 1% crema tubo da 30 g - A.I.C. n. 026045029. Modifica apportata ai sensi del regolamento CE n. 1234/2008 Pratica n.ro N1A/2011/133. IAin B.II.f.1.a.2 Modifica della stabilità del prodotto finito dopo prima apertura (16 mesi). I lotti già prodotti sono mantenuti in commercio fino alla data di scadenza indicata in etichetta. Un procuratore dirigente: dott. Salvatore Lenzo TS11ADD7879
Concorsi
2022
ENTI LOCALI
COMUNE DI MESERO
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 18 del 4-3-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-03-04&atto.codiceRedazionale=22E02252
COMUNE DI MESERO
CONCORSO (scad. 3 aprile 2022)
Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di collaboratore professionale, categoria B3, a tempo indeterminato e pieno. (GU n.18 del 04-03-2022)
L'amministrazione comunale di Mesero rende noto che è indetto il seguente concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di categoria B3, profilo professionale collaboratore professionale, a tempo pieno ed indeterminato. Gli interessati possono presentare apposita domanda da far pervenire all'ufficio protocollo entro trenta giorni successivi alla data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami». L'avviso pubblico integrale è pubblicato sul sito istituzionale www.comune.mesero.mi.it al link amministrazione trasparente, bandi di concorso. Per ulteriori informazioni rivolgersi all'ufficio personale del Comune di Mesero (telefono 02-97285013).
Parte Seconda
2022
Annunzi commerciali
Altri annunzi commerciali
Parte Seconda n. 150 del 27-12-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-12-27&atto.codiceRedazionale=TX22AAB13785
CONSULTINVEST LOANS SPV S.R.L.
Sede: viale Luigi Majno, 10 - 20129 Milano Codice Fiscale: 12295130962
(GU Parte Seconda n.150 del 27-12-2022)
Avviso di cessione di crediti pro soluto ai sensi del combinato disposto degli articoli 1 e 4 della L. 130/1999 (la "Legge 130") corredato dall'informativa ai debitori ceduti sul trattamento dei dati personali, ai sensi degli articoli 13 e 14 del Regolamento UE n. 679/2016 sulla Protezione dei Dati Personali ("GDPR") Consultinvest Loans SPV S.r.l., (il "Cessionario") comunica, nell'ambito di un'operazione di cartolarizzazione denominata Consultinvest Notes - TST ai sensi della Legge 130 (l'"Operazione di Cartolarizzazione") da realizzarsi mediante l'emissione da parte dello stesso Cessionario di titoli ai sensi del combinato disposto degli articoli 1 e 5 della Legge 130 (i "Titoli"), l'acquisto pro soluto ai sensi dell'articolo 58 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 e degli articoli 1 e 4 della Legge n. 130 del 30 aprile 1999 (la "Legge 130"), in data 21 dicembre 2022, da BGS Securities S.r.l. con sede legale in Biella, via Aldo Moro, 3/A, codice fiscale, P.IVA 02604110029, REA di Biella n. 196673, (il "Cedente"), dei crediti, per nominali Euro 2.800.000, denominati in Euro e a qualsiasi titolo dovuti (per capitale, interessi - anche di mora -, indennizzi, commissioni, penalità o qualsiasi altro titolo) che rispettano i seguenti criteri: (a) Crediti originariamente acquistati dal Cedente ai sensi di un avviso di cessione pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Parte II, numero 81, del 10/07/2021; (b) Crediti derivanti da contratti regolati dalla legge italiana; (c) Crediti derivanti da contratti di finanziamento originariamente erogati da Credito Valtellinese SpA o da istituti di credito da questo incorporati. Unitamente ai predetti crediti sono stati altresì trasferiti al Cessionario, senza bisogno di alcuna formalità e annotazione, come previsto dal comma 3 dell'articolo 58 del Testo Unico Bancario, tutti gli altri diritti derivanti da essi, ivi incluse le altre garanzie reali e personali, i privilegi, gli accessori e, più in generale, ogni diritto, azione, facoltà o prerogativa, anche di natura processuale, inerenti ai crediti ed ai contratti che li hanno generati. Il ruolo di soggetto incaricato della riscossione dei crediti (ivi incluse le attività relative al recupero (giudiziale e stragiudiziale) oggetto della cessione, anche, se del caso, attraverso l'escussione delle relative garanzie) e dei relativi servizi di cassa e pagamento, nonchè il ruolo di responsabile della verifica della conformità delle operazioni alla legge, ai sensi dell'art. 2 co. 6 e 6 bis della Legge 130, è stato conferito dal Cessionario a Zenith Service S.p.A., una società costituita ed operante con la forma giuridica di società per azioni, con sede legale in Corso Vittorio Emanuele II, 24-28, Milano, codice fiscale e numero di iscrizione presso il Registro delle Imprese di Milano-Monza-Brianza-Lodi 02200990980, iscritta al registro generale degli intermediari finanziari ai sensi dell'articolo 106 del Testo Unico Bancario al n. 30, codice ABI 32590.2 (il "Servicer"). Il Servicer si avvarrà di BGS REC S.r.l. con sede in Biella Via Aldo Moro 3/A (il "Gestore del Portafoglio") quale Gestore del Portafoglio per lo svolgimento di alcune specifiche attività di natura operativa riguardanti la gestione dei suddetti crediti. Informativa privacy Atteso che la cessione dei crediti suddetti ha comportato il trasferimento di dati personali inerenti i debitori ceduti e i relativi garanti, la presente notizia è effettuata da Consultinvest Loans SPV S.r.l., quale nuovo titolare dei dati (il "Titolare"), anche ai sensi degli articoli 13 e 14 Regolamento UE 2016/679 (GDPR). Gli Interessati hanno il diritto di richiedere l'accesso ai dati che li riguardano, la rettifica o, se del caso, la cancellazione degli stessi o di opporsi al loro trattamento; hanno inoltre diritto di richiedere la limitazione del trattamento nei casi previsti dall'art. 18 GDPR, di ottenere i dati che li riguardano, nei casi previsti dall'art. 20 GDPR; nonchè di proporre reclamo al Garante per la protezione dei dati personali ai sensi dell'art. 77 GDPR, qualora ritengano che il trattamento dei dati che li riguardano sia contrario alla normativa applicabile. Inoltre, Zenith Service, operando in qualità di Servicer, e BGS REC S.r.l., in qualità di Gestore del Portafoglio, tratteranno i dati ciascuno in qualità di responsabile del trattamento (il "Responsabile del Trattamento"). Potranno, altresì, venire a conoscenza dei dati personali in qualità di soggetti autorizzati al trattamento - nei limiti dello svolgimento delle mansioni loro assegnate - persone fisiche appartenenti alle categorie dei consulenti e/o dei dipendenti del Titolare del Trattamento. L'elenco completo ed aggiornato dei soggetti ai quali i dati personali potranno essere comunicati e di quelli che ne potranno venire a conoscenza potrà essere consultato in ogni momento inoltrando apposita richiesta al Titolare o a ciascun Responsabile del Trattamento. Per l'esercizio dei diritti di cui sopra, nonchè per ogni informazione relativa al presente avviso ciascun Interessato potrà rivolgersi presso l'unità locale operativa di Zenith Service S.p.a., situata in Milano, Corso Vittorio Emanuele II, 24-28, nonchè presso la sede legale del Cessionario quella di BGS REC S.r.l. dalle ore 9.00 alle ore 12.30 di ogni giorno lavorativo bancario. Milano, 23 dicembre 2022 Consultinvest Loans SPV S.r.l. - Il legale rappresentate Gianluigi Indino TX22AAB13785
Contratti
2023
AVVISI E BANDI DI GARA
AUTORITÀ INDIPENDENTI, ENTI PUBBLICI NAZIONALI E ALTRI ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 73 del 28-6-2023
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-06-28&atto.codiceRedazionale=TX23BFG19241
AGENZIA DEL DEMANIO Direzione Regionale Toscana e Umbria
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.73 del 28-6-2023)
Bando di gara - CIG 9900723F12 SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Agenzia del Demanio Direzione Regionale Toscana e Umbria, via Laura 64 - 50121 Firenze, tel 055-200711 pec: [email protected]; http://www.agenziademanio.it. SEZIONE II: OGGETTO: Affidamento del servizio di progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza con applicazione del processo BIM per la rifunzionalizzazione di compendio demaniale Ex magazzini generi di monopolio da adibire a sede della Commissione tributaria della provincia di Arezzo. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Importo complessivo dell'appalto: € 302.605,07 IVA esclusa di cui € 491,27 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, suddivisi come indicato nel Disciplinare di gara. Durata dell'appalto: 150 giorni. SEZIONE IV: PROCEDURA: Aperta. Termine ultimo e luogo per la presentazione delle offerte: ore 12.00 del giorno 3/08/2023 attraverso la piattaforma telematica CONSIP. SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI: Spedizione in GUUE il 22/06/2023. Documentazione di gara consultabile sul sito www.agenziademanio.it. Il direttore regionale dell'Agenzia del Demanio Direzione regionale Toscana e Umbria ing. Dario Di Girolamo TX23BFG19241
Serie Generale
1989
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
MINISTRO PER IL COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Serie Generale n. 47 del 25-2-1989
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1989-02-25&atto.codiceRedazionale=089A0793&elenco30giorni=false
MINISTRO PER IL COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
ORDINANZA 10 febbraio 1989
Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza idrica nel comune di Castiglione Olona, in provincia di Varese. (Ordinanza n. 1652/FPC). (GU Serie Generale n.47 del 25-02-1989)
IL MINISTRO PER IL COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE Visto il decreto-legge 10 luglio 1982, n. 428, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 agosto 1982, n. 547; Visto il decreto-legge 12 novembre 1982, n. 829, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 dicembre 1982, n. 938; Visto l'art. 6, comma 7, del decreto-legge 26 gennaio 1987, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 marzo 1987, n. 120; Visto l'art. 17 del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 361, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1987, n. 441; Vista la deliberazione della giunta municipale del comune di Castiglione Olona n. 284 del 6 agosto 1987; Viste le deliberazioni del consiglio comunale n. 82 e n. 83 dell'8 agosto 1987; Vista la nota n. 318 del 13 gennaio 1988 del sindaco di Castiglione Olona, in esecuzione della deliberazione della giunta municipale n. 37 di pari data, intesa ad ottenere un finanziamento nella misura occorrente di lire 1 miliardo e 700 milioni, per la risoluzione del problema di approvvigionamento idrico alla popolazione di quel comune; Vista la successiva istanza n. 7202 del 21 settembre 1988 prodotta dal sindaco di cui sopra in cui la richiesta viene riformulata per ottenere: 1) ai sensi dell'art. 6, comma 7, della legge 27 marzo 1987, n. 120, la somma di L. 826.459.551 a copertura delle spese sostenute dall'amministrazione comunale nella fase di prima emergenza; 2) ai sensi dell'art. 17 della legge 29 ottobre 1987, n. 441, la somma d L. 900.000.000 a copertura delle spese per le opere da eseguire a completamento delle succitate; Vista la relazione dell'ufficio tecnico del comune di Castiglione Olona ove sono descritti gli interventi già realizzati, resisi necessari a seguito dell'emergenza idrica verificatasi dapprima per inquinamento da Tris (2-cloroetilfosfato) in uno dei pozzi destinati all'approvvigionamento idrico e, successivamente, per il franamento del pozzo n. 17 cui il civico acquedotto era stato allacciato per assicurare l'approvvigionamento stesso, per cui è dovuto ricorrersi alla potabilizzazione delle acque del pozzo inquinato; Visto che, come appare nella relazione in parola, le opere a completamento degli interventi sono necessarie per la normalizzazione della situazione idrica del comune; Vista la nota n. 5550/87 sett. 2 dell'11 agosto 1987 della prefettura di Varese; Vista la nota n. 4889 del 22 febbraio 1988 della giunta regionale della Lombardia in cui si rende noto che gli accertamenti effettuati dal genio civile di Varese hanno evidenziato la necessità di interventi nel comune suddetto, atti a fronteggiare l'emergenza idrica derivante da inquinamento delle falde; Ravvisata la necessità di provvedere con urgenza onde fronteggiare l'emergenza idrica sopra descritta; Acquisita l'intesa con il Ministero dell'ambiente; Sentito il Ministero della sanità; Avvalendosi dei poteri conferitigli ed in deroga ad ogni contraria norma; Dispone: Art. 1. È concesso al comune di Castiglione Olona, in provincia di Varese, un contributo straordinario di L. 826.459.551 a copertura delle spese anticipate nella fase di prima emergenza e consistenti nel collegamento del pozzo 17 all'acquedotto comunale; nella installazione dell'impianto di potabilizzazione; nella pulizia e spurgo dei pozzi in attività e negli interventi vari nella fase dell'emergenza e per la distribuzione dell'acqua alla cittadinanza. Art. 2. È concesso al comune stesso un finanziamento di L. 900.000.000 per il completamento degli interventi già effettuati od in corso di ultimazione e consistenti nell'esecuzione di una nuova condotta di adduzione dal bacino in località "Bisso" a quello in località "Casino"; nella trivellazione di un nuovo pozzo e nella realizzazione di una nuova cabina di trasformazione per alimentazione. Art. 3. L'onere derivante dall'attuazione della presente ordinanza, consistente in complessive L. 1.726.459.551, è posto a carico del fondo per la protezione civile, la somma indicata nell'art. 1 verrà recuperata sul mutuo che sarà concesso dalla Cassa depositi e prestiti al comune di Castiglione Olona, ai sensi dell'art. 6, comma 7, del decreto-legge 26 gennaio 1987, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 marzo 1987, n. 120; la somma relativa al finanziamento di cui all'art. 2 resterà invece a carico del fondo per la protezione civile con imputazione dei fondi di cui all'art. 17 del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 361, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1987, n. 441. La presente ordinanza sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, addì 10 febbraio 1989 Il Ministro: LATTANZIO
Concorsi
2022
AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE
AZIENDA SANITARIA UNIVERSITARIA GIULIANO ISONTINA DI TRIESTE
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 89 del 11-11-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-11-11&atto.codiceRedazionale=22E13980
AZIENDA SANITARIA UNIVERSITARIA GIULIANO ISONTINA DI TRIESTE
CONCORSO (scad. 11 dicembre 2022)
Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di dirigente medico a tempo indeterminato, disciplina di medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza. (GU n.89 del 11-11-2022)
È indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di un posto di dirigente medico in disciplina di medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza. Il termine per la presentazione delle domande, prodotte esclusivamente in via telematica, scade il trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami». Il bando integrale, contenente le indicazioni e le modalità di compilazione e presentazione delle domande, è disponibile sul sito internet http://www.asugi.sanita.fvg.it sezione Concorsi e Avvisi. Il medesimo è altresì pubblicato nel B.U.R. della Regione Friuli-Venezia Giulia n. 40 del 5 ottobre 2022.
Contratti
2009
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 17 del 9-2-2009
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-02-09&atto.codiceRedazionale=T-09BGA1403
AUTOSTRADE PER L'ITALIA S.P.A.
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.17 del 9-2-2009)
ESITO DI GARA Parte di provvedimento in formato grafico Autostrade // Per L'Italia S.P.A. Direzione Servizi Tecnici Acquisti e Appalti Il Responsabile (Amedeo Gagliardi) T-09BGA1403 (A pagamento).
Concorsi
2020
AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE
AZIENDA SOCIO-SANITARIA TERRITORIALE «RHODENSE» DI GARBAGNATE MILANESE
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 24 del 24-3-2020
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-03-24&atto.codiceRedazionale=20E03833
AZIENDA SOCIO-SANITARIA TERRITORIALE «RHODENSE» DI GARBAGNATE MILANESE
CONCORSO (scad. 23 aprile 2020)
Concorso pubblico per la copertura di un posto di dirigente biologo, disciplina di patologia clinica, area della medicina diagnostica e dei servizi, a tempo indeterminato. (GU n.24 del 24-03-2020)
È indetto concorso pubblico per la copertura a tempo indeterminato di: un posto di dirigente biologo - disciplina di patologia clinica, area della medicina diagnostica e dei servizi. Il termine per la presentazione delle domande, redatte su carta semplice e corredate dei documenti prescritti, scade il trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il testo integrale del bando è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie avvisi e concorsi n. 8 del 19 febbraio 2020 ed è inoltre acquisibile dal sito web dell'Azienda www.asst-rhodense.it - sezione concorsi. Per ulteriori informazioni rivolgersi all'ufficio concorsi dell'A.S.S.T. Rhodense, viale Forlanini n. 95 - 20024 Garbagnate Milanese (MI) - Tel. 02 994302755/2756.
Contratti
2015
AVVISI E BANDI DI GARA
ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 100 del 26-8-2015
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-08-26&atto.codiceRedazionale=T15BFM14463
ETRA S.P.A.
Sede legale: largo Parolini, 82b - Bassano del Grappa (VI)
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.100 del 26-8-2015)
Estratto avviso di attivazione della procedura di selezione di imprese cui affidare in appalto l'esecuzione di lavori di acquedotto e fognatura (OG6) nel triennio 2015/2017 Visto l'avviso di attivazione della procedura di selezione di imprese cui affidare in appalto l'esecuzione di lavori di acquedotto e fognatura (OG6) nel triennio 2014/2016, assunto al protocollo aziendale n. 48295 del 07.07.2014 e pubblicato sulla G.U.R.I. V° Serie Speciale n. 76 del 07.07.2014, nonchè, il relativo Regolamento della qualificazione delle imprese esecutrici dei lavori di acquedotto e fognatura, pubblicato unitamente al suddetto avviso sul sito web di E.T.R.A. S.p.A. e sul portale https://etraspa.bravosolution.com, Considerato che all'avviso suddetto ha risposto un numero d'imprese insufficiente a costituire un elenco da invitare alle procedure d'affidamento per l'esecuzione di lavori di acquedotto e fognatura, rientranti nella categoria OG6; Vista la deliberazione assunta dal Consiglio di Gestione il 06.07.2015, con la quale è stata approvata, per la summenzionata motivazione, una nuova versione del regolamento per la qualificazione delle imprese esecutrici dei lavori di acquedotto e fognatura; RENDE NOTO CHE E.T.R.A. S.p.A. intende selezionare soggetti idonei, interessati ad assumere in appalto l'esecuzione di lavori di acquedotto e fognatura, rientranti nella categoria OG 6, fino al valore dell'importo della soglia comunitaria vigente nel corso di validità del sistema e cioè nel triennio 2015/2017. Possono presentare domanda di qualificazione tutti i soggetti elencati all'art. 9 del regolamento, in possesso dei requisiti elencati nel regolamento medesimo (prima scadenza ai fini dell'avvio del sistema: ore 12.00 del 02.10.2015). Le imprese interessate ad essere selezionate, possono presentare domanda di qualificazione anche dopo il suddetto termine di scadenza. Le modalità, e la documentazione da presentare ai fini della qualificazione, sono dettagliatamente descritti nel Regolamento per la qualificazione delle imprese esecutrici di lavori di acquedotto e fognatura e nell'Avviso integrale, entrambi consultabili sul sito di Etra S.p.a. www.etraspa.it alla sezione bandi di gara e nel Portale all'indirizzo internet: https://etraspa.bravosolution.com. La procedura di qualificazione si svolgerà interamente in modalità telematica: le candidature dovranno essere formulate dai soggetti interessati e ricevute dalla stazione appaltante esclusivamente per mezzo del Portale accessibile all'indirizzo internet: https://etraspa.bravosolution.com. Alle imprese che alla data di pubblicazione del presente avviso risultano qualificabili secondo quanto previsto dalla precedente versione del regolamento, ossia l'edizione 2014, verrà comunicata attraverso il Portale la relativa qualificazione. Queste ultime potranno decidere, se lo ritengono opportuno, di qualificarsi nuovamente sulla base della nuova versione del regolamento. Chiarimenti inerenti la procedura di qualificazione possono essere inviati all'indirizzo e-mail [email protected]. Svolge le funzioni di Responsabile del procedimento il Sig. Leonardo Pieretti. Per il direttore generale - Il direttore commerciale dott. Paolo Zancanaro T15BFM14463
Concorsi
2013
ENTI LOCALI
COMUNE DI BOSA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 58 del 23-7-2013
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-07-23&atto.codiceRedazionale=13E03114
COMUNE DI BOSA
CONCORSO (scad. 26 agosto 2013)
Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato parziale a 32 ore settimanali per un posto di collaboratore ai servizi amministrativo-contabili cat. C. (GU n.58 del 23-07-2013)
È indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato parziale a 32 ore settimanali di un posto di collaboratore ai servizi amm.vo-contabile cat. C. Requisiti specifici: diploma di scuola media superiore di durata quinquennale. Termine di presentazione delle domande: 26 agosto 2013. Il bando e lo schema di domanda sono pubblicati sul sito Internet www.comune.bosa.or.it all'albo pretorio online e nella sezione «Amministrazione Trasparente» - Bandi di concorso.
Contratti
2017
AVVISI E BANDI DI GARA
ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 74 del 30-6-2017
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-06-30&atto.codiceRedazionale=TX17BFM11099
MILANO RISTORAZIONE S.P.A.
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.74 del 30-6-2017)
Bando di gara per gli appalti di lavori, forniture e servizi - Allegato I - art. 3 - comma 1 - D. Lgs. n. 67 del 9.4.2003 - Lotto n. 1 CIG 71108570D5 - Lotto n. 2 CIG 7110866840 - Forniture L'appalto rientra nel campo di applicazione dell'accordo sugli appalti pubblici? NO SEZIONE I: Amministrazione aggiudicatrice: 1.1.Denominazione e indirizzo ufficiali dell'Amministrazione aggiudicatrice: Denominazione: Milano Ristorazione spa Servizio Responsabile: Direzione Acquisti e Contratti Indirizzo: via Quaranta, 41 C.a.p.: 20139 Localita'/Citta': Milano Stato: Italia Telefono: 0390288463200 Telefax: 0390288464695 Posta elettronica: [email protected] Indirizzo Internet: www.milanoristorazione.it I.2 Indirizzo presso il quale è possibile ottenere ulteriori informazioni: come al punto 1.1; I.3 Indirizzo presso il quale è possibile ottenere la documentazione: come al punto 1.1; I.4 Indirizzo presso il quale è possibile inviare le offerte: come al punto 1.1; I.5 Tipo di amministrazione aggiudicatrice: Organismo di diritto pubblico; SEZIONE II: Oggetto dell'appalto: II.1 DESCRIZIONE: II.1.2 Acquisto; II.1.4 Si tratta di un accordo quadro? No; II.1.6 Descrizione/Oggetto dell'appalto: Fornitura di Verdure IV Gamma; II.1.7 Luogo di prestazione della fornitura: Milano; II.1.8.1 CPV: 15331000-7 II.1.9 Divisione in lotti: SI; II.1.10 Ammissibilità di varianti: NO; II.2 QUANTITATIVO O ENTITÀ DELL'APPALTO: II.2.1 Entità totale € 1.946.880,00 (iva esclusa), di cui: Lotto 1: € 973.440,00 (iva esclusa) di cui: - € 405.600,00 a base d'asta - € 405.600,00 per eventuale rinnovo - € 162.240,00 per eventuale utilizzo dell'importo previsto ai sensi dell'art. 106 comma 12 del D.lgs. 50/2016 e s.m.i. (c.d. "quinto d'obbligo") Lotto 2: € 973.440,00 (iva esclusa) di cui: - € 405.600,00 a base d'asta - € 405.600,00 per eventuale rinnovo - € 162.240,00 per eventuale utilizzo dell'importo previsto ai sensi dell'art. 106 comma 12 del D.lgs. 50/2016 e s.m.i. (c.d. "quinto d'obbligo") II.2.2 Opzioni: NO; II.3 : DURATA DELL'APPALTO O TERMINE DI ESECUZIONE: Anni 1; SEZIONE III: Informazioni di carattere giuridico, economico, finanziario e tecnico: III.1 CONDIZIONI RELATIVE ALL'APPALTO: III.1.1 Cauzioni e garanzie richieste: deposito cauzionale provvisorio, previsto nella misura del 2% (due per cento) dell'importo complessivo presunto a base d'asta del lotto di concorrenza; III.1.2 Principali modalità di finanziamento e di pagamento e/o riferimenti alle disposizioni applicabili in materia: mezzi propri di bilancio. Pagamento entro il termine di 30 gg. dal giorno del mese di ricevimento della fattura; III.1.3 Forma giuridica che dovrà assumere il raggruppamento di imprenditori, di fornitori o di prestatori di servizi aggiudicatario dell'appalto: art. 48 D.Lgs. 50/2016; III.2 CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE: III.2.1 Indicazioni riguardanti la situazione propria dell'imprenditore / del fornitore / del prestatore di servizi, nonchè informazioni e formalità necessarie per la valutazione dei requisiti minimi di carattere economico e tecnico che questi devono possedere: - iscrizione nel Registro delle Imprese per le attività inerenti la fornitura in questione, in conformità a quanto previsto dall'art. 83 co. 3 - D. Lgs. 50/2016; - non sussistenza dei motivi di esclusione di cui all'art. 80 - D. Lgs. 50/2016; - rispetto del contratto nazionale di lavoro ed eventuali integrativi territoriali e/o aziendali e delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ai sensi del D. Lgs. 81/2008, nonchè di tutti gli adempimenti di legge nei confronti dei lavoratori dipendenti o soci; - solo per gli operatori aventi sede, residenza o domicilio nei Paesi inseriti nelle "black list" di cui al D.M. 4.5.1999 ed al D.M. 21.11.2001: autorizzazione rilasciata ai sensi del D.M. 14.12.2010; - forniture, comprensive della tipologia di prodotti previsti oggetto della gara, eseguite nell'ultimo triennio presso enti pubblici o soggetti privati, con l'indicazione del relativo importo e dichiarazione di buon esito delle stesse. La somma degli importi dei contratti stipulati nell'ultimo triennio dovrà essere almeno pari all'importo posto a base d'asta dei lotti aggiudicabili; - qualora le fornitura di cui al punto precedente siano state effettuate presso soggetti privati: - documentazione rilasciata dai committenti, dalla quale risulti, in riferimento alla forniture di cui all'elenco presentato, il buon esito e la regolare esecuzione delle stesse; oppure, in alternativa: - copia delle fatture quietanziate fino all'importo minimo richiesto. - non sussistenza, anche riferita all'eventuale /agli eventuali subappaltatori, delle cause di esclusione di cui all'art. 80 - co. 1, 2, 4 e 5, del D. Lgs. 50/2016.; - dichiarazione, resa ai sensi dell'art. 46 dpr 445/2000, da parte: - titolare dell'impresa e direttori tecnici per le imprese individuali; - i soci ed i direttori tecnici per le Snc - i soci accomandatari ed i direttori tecnici se si tratta di Sas; - dei membri del consiglio di amministrazione cui sia stata conferita la legale rappresentanza, ivi compresi institori e procuratori generali, dei membri degli organi con poteri di direzioni o di vigilanza o dei soggetti muniti di poteri di rappresentanza, di direzione o di controllo, dei direttori tecnici o del socio unico persona fisica, ovvero il socio di maggioranza in caso di società con meno di quattro soci, se si tratta di altro tipo di società o consorzio; attestante l'assenza delle cause di esclusione indicate all'art. 80- commi 1 e 2 -del D.lgs. n. 50/2016; III.2.1.1 Situazione giuridica - prove richieste: dichiarazione resa ai sensi degli artt. 46 e 47 dpr 445/00; III.2.1.2 Capacità economica e finanziaria - prove richieste: attestazione di almeno n. 2 istituti bancari che attestino l'idoneità finanziaria ed economica dei concorrenti; II.2.1.3 Capacità tecnica - tipo di prove richieste: - dichiarazione resa ai sensi degli artt. 46 e 47 dpr 445/00; - documentazione rilasciata dai committenti, oppure, in alternativa, copia delle fatture quietanziate; SEZIONE IV: PROCEDURE: IV.1 TIPO DI PROCEDURA: Aperta; IV.2: CRITERI DI AGGIUDICAZIONE; B) offerta economicamente più vantaggiosa B2) criteri enunciati nel disciplinare di gara IV.3 INFORMAZIONI DI CARATTERE AMMINISTRATIVO: IV.3.1 Numero di riferimento attribuito al dossier dall'amministrazione aggiudicatrice: 14/2017; IV.3.2 Documenti contrattuali e documenti complementari - condizioni per ottenerli: disponibili fino al 21.07.2017 - ore 12,00- gratuito; IV.3.3 Scadenza fissata per la ricezione delle offerte o delle domande di partecipazione: 28.07.2017 - ore 11,00; IV.3.5. Lingua utilizzabile nelle offerte o nelle domande di partecipazione: italiano; IV. 3.6 Periodo minimo durante il quale l'offerente è vincolato dalla propria offerta: 180 giorni (dalla scadenza fissata per le ricezione delle offerte); IV.3.7 Modalità di apertura delle offerte: seduta pubblica; IV.3.7.1 Persone ammesse ad assistere all'apertura delle offerte: Legali Rappresentanti degli offerenti o loro procuratori o rappresentanti; IV.3.7.2 Data, ora e luogo: 28.07.2017 - ore 14,00 Sede di Milano Ristorazione Spa - Via Quaranta, 41 - Milano; SEZIONE VI: Altre informazioni: VI.1 TRATTASI DI BANDO NON OBBLIGATORIO: no; VI.2 PRECISARE, ALL'OCCORRENZA, SE IL PRESENTE APPALTO HA CARATTERE PERIODICO E INDICARE IL CALENDARIO PREVISTO PER LA PUBBLICAZIONE DEI PROSSIMI AVVISI: VI.3 L'APPALTO È CONNESSO AD UN PROGETTI / PROGRAMMA FINANZIATO CON FONDI DELL'UE: no; VI.5 DATA DI SPEDIZIONE DEL PRESENTE BANDO: 22.06.2017 Il direttore acquisti e contratti dott.ssa Roberta Mascheroni TX17BFM11099
Contratti
2022
AVVISI E BANDI DI GARA
COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 71 del 20-6-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-06-20&atto.codiceRedazionale=TX22BFF12936
STAZIONE UNICA APPALTANTE UNIONE DEI COMUNI VALLE DEL SAVIO
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.71 del 20-6-2022)
Bando di gara - Concorso di progettazione - CIG 9252582037 - CPV 71250000-5 AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Stazione Unica Appaltante Unione dei Comuni Valle del Savio, Piazza Del Popolo,10 - Cesena (FC) - 47521; Punti Di Contatto: Dott. Fabiano Michelini; Telefono 0547/356233 - 0547/356234; P.E.C.: [email protected]; sito: www.unionevallesavio.it. OGGETTO: Comune di Cesena. Concorso di progettazione a procedura aperta in un unico grado "Prossima stazione: Cesena. Gli spazi pubblici dalla stazione alla Citta'". Importo complessivo: € 115.000,00 (oltre IVA e altri tributi). PROCEDURA: aperta. Criterio di aggiudicazione: vedi disciplinare di concorso. Termine ricezione offerte: 05.09.2022 ore 12,00. ALTRE INFORMAZIONI: Info e doc.: www.unionevallesavio.it/profilocommittente. Il dirigente della S.U.A. - Responsabile del procedimento di gara dott. Fabiano Michelini TX22BFF12936
Parte Seconda
2022
Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione
Piani di riparto e deposito bilanci finali di liquidazione
Parte Seconda n. 87 del 28-7-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-28&atto.codiceRedazionale=TX22ABS8720
L'AURA SOCIETA' COOPERATIVA
in liquidazione coatta amministrativa
(GU Parte Seconda n.87 del 28-7-2022)
Deposito bilancio finale di liquidazione Si comunica che in data 17/01/2022 è stato depositato presso la Sezione Fallimentare del Tribunale di Reggio Emilia il bilancio finale di liquidazione della L'aura società cooperativa in liquidazione coatta amministrativa. Gli interessati, entro 30 giorni dalla pubblicazione del presente avviso, possono proporre, con ricorso al Tribunale, le loro contestazioni. Il commissario liquidatore dott.ssa Giovanna Lumetti TX22ABS8720
Serie Generale
2009
DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA'
GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI
Serie Generale n. 288 del 11-12-2009
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-12-11&atto.codiceRedazionale=09A14777&elenco30giorni=false
GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI
DELIBERAZIONE 19 novembre 2009
Linee guida in tema di referti on-line. (Deliberazione n. 36). (09A14777) (GU Serie Generale n.288 del 11-12-2009)
IL GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI Nella riunione odierna, in presenza del prof. Francesco Pizzetti, presidente, del dott. Giuseppe Chiaravalloti, vice presidente, del dott. Mauro Paissan e del dott. Giuseppe Fortunato, componenti, e del dott. Filippo Patroni Griffi, segretario generale; Vista ladeliberazione del 25 giugno 2009, n. 21, con la quale l'Autorità ha avviato una procedura di consultazione pubblica su un documento, adottato in pari data, contenente "Linee guida in tema di referti on-line" e pubblicato, unitamente alla medesima deliberazione, sul sito web dell'Autorità e sulla Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15 luglio 2009; Visti i commenti e le osservazioni pervenute a questa Autorità a seguito della consultazione pubblica per la quale era stato fissato il termine del 30 settembre 2009; Tenuto conto che le osservazioni ricevute hanno riguardato principalmente la necessità di prevedere un periodo di disponibilità del referto on-line superiore a 30 gg., nonchè di evidenziare il diverso ambito di applicazione delle presenti Linee guida sia rispetto a quelle in tema di Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e di dossier sanitario, sia in relazione alla specifica disciplina in tema di validità legale del referto; Ritenuto opportuno, alla luce delle osservazioni ricevute, di apportare alcune modifiche alle "Linee guida in tema di referti on-line" oggetto di consultazione pubblica, ed, in particolare, di prevedere un periodo di disponibilità del referto on-line di 45 gg., tenuto conto che tale maggiore intervallo temporale può considerarsi congruo sotto il profilo delle specifiche cautele che, secondo quanto disposto nelle medesime Linee guida, devono essere adottate al fine di assicurare un idoneo livello di sicurezza dei dati personali in tal modo trattati; Ritenuto, in base agli approfondimenti svolti e tenuto conto delle suddette osservazioni ricevute, di individuare un quadro unitario di misure e accorgimenti necessari e opportuni da porre a garanzia dei cittadini, in relazione ai trattamenti di dati che li riguardano; Visto il codice in materia di protezione dei dati personali (d.lg. 30 giugno 2003, n. 196); Vista la documentazione in atti; Viste le osservazioni dell'Ufficio formulate dal segretario generale ai sensi dell'art. 15 del regolamento del Garante n. 1/2000; Relatore il prof. Francesco Pizzetti; Delibera: a) di adottare in via definitiva le "Linee guida in tema di referti on-line", contenute nel documento allegato quale parte integrante della presente deliberazione (Allegato n. 1); b) che copia della presente deliberazione, unitamente ai menzionati allegati, sia trasmessa al Ministero della giustizia - Ufficio pubblicazione leggi e decreti, per la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del codice. Roma, 19 novembre 2009 Il Presidente e relatore Pizzetti Il segretario generale Patroni Griffi Allegato 1 1. Ambito di applicazione delle linee guida. L'Autorità ritiene opportuno fornire alcune indicazioni in merito all'utilizzo dei dati personali nell'ambito di alcune iniziative sorte nel processo di ammodernamento della sanità pubblica e privata che ha generato un maggiore sviluppo delle reti e una più ampia gestione informatica e telematica di atti, documenti e procedure. All'interno di tali iniziative è stato riscontrato essere di recente molto diffusa in numerose strutture sanitarie, soprattutto private, l'offerta di servizi gratuiti generalmente riconducibili all'espressione "referti on-line", consistenti nella possibilità per l'assistito di accedere al "referto", inteso come la relazione scritta rilasciata dal medico sullo stato clinico del paziente dopo un esame clinico o strumentale, con modalità informatica. Analogamente è concessa all'assistito la possibilità di decidere, di volta in volta o una tantum, di ricevere telematicamente i predetti esiti clinici direttamente attraverso il proprio medico curante o il medico di medicina generale/pediatra di libera scelta (MMG/PLS). Tale modalità di conoscibilità dei referti viene generalmente realizzata attraverso due modalita': 1) la ricezione del referto presso la casella di posta elettronica dell'interessato; 2) il collegamento al sito Internet della struttura sanitaria ove è stato eseguito l'esame clinico, al fine di effettuare il download del referto. In quest'ultimo caso, che sembra essere il più utilizzato, al paziente viene generalmente fornito un nome utente ed una password all'atto della prenotazione o dell'effettuazione dell'esame. In alcune delle iniziative esaminate è anche possibile effettuare il download del "reperto" (inteso come il risultato dell'esame clinico o strumentale effettuato, come ad es. un'immagine radiografica, un'ecografica o un valore ematico) assieme al referto stilato dal medico. Talvolta, il paziente viene avvisato della possibilità di visualizzare il referto attraverso una delle modalità sopra descritte mediante l'invio di uno short message service (sms) sul numero di telefono mobile fornito alla struttura sanitaria dallo stesso paziente all'atto dell'adesione al servizio. Le presenti linee guida non intendono disciplinare gli aspetti relativi alla validità legale del referto, che rimane regolata dalla specifica normativa di settore, ferme restando, ovviamente, anche le disposizioni relative alla firma elettronica del documento informatico, con specifico riferimento alle metodologie dell'autenticazione informatica ove applicabili (d.lg. 7 marzo 2005, n. 82). Allo stato delle notizie acquisite, non consta l'esistenza di una normativa in merito a tali modalità di consegna dei referti. Ciò stante, si è osservato che nella quasi totalità delle iniziative esaminate, la refertazione on-line non sostituisce le normali procedure di consegna dei referti, che restano, in ogni caso, disponibili in formato cartaceo, ai sensi e per gli effetti di legge, presso la struttura sanitaria dove è stata erogata la prestazione. Il paziente, infatti, può generalmente ritirare i referti in originale (1). Tali servizi, infatti, non si propongono, di regola, di sostituire la refertazione cartacea, bensì di anticiparla, fornendo un'anteprima dei referti, attraverso la visualizzazione e la stampa dei documenti stessi non appena questi siano resi disponibili dalla struttura erogatrice della prestazione sanitaria. ------- (1) Al riguardo, cfr. art. 5, comma 8, legge 29 dicembre 1990, n. 407 e art. 4, comma 18, legge 30 dicembre 1991, n. 412. Si ritiene opportuno precisare che i servizi oggetto delle presenti linee guida sono da considerare del tutto distinti e autonomi dal Fascicolo sanitario elettronico (Fse) (2), consistendo quest'ultimo nell'insieme delle informazioni relative ai diversi eventi clinici (e, quindi, non solo quelle sui referti) occorsi ad un individuo durante la sua vita, messo in condivisione logica dai professionisti o organismi sanitari, in qualità di autonomi titolari del trattamento, che assistono nel tempo l'interessato, al fine di offrirgli un migliore processo di cura. ------- (2) Provvedimento del Garante del 16 luglio 2009, recante "Linee guida in tema di Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e di dossier sanitario", pubblicato in G.U. n. 178 del 3 agosto 2009 e consultabile sul sito: www.garanteprivacy.it [doc.web n. 1634116]. Con le presenti linee guida si intende individuare uno specifico quadro unitario di garanzie per i cittadini nei confronti di alcuni servizi, attualmente in uso, consistenti nella possibilità di ricevere via posta elettronica o di consultare telematicamente il referto relativo ad un singolo evento sanitario (es. analisi cliniche) non appena lo stesso sia reso disponibile da parte dell'organismo sanitario presso il quale si è rivolto l'interessato. 2. Fruizione facoltativa del servizio di refertazione on-line. In base alle disposizioni contenute nel Codice dell'amministrazione digitale, deve essere assicurata la disponibilità, la gestione, l'accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell'informazione in modalità digitale utilizzando le tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel rispetto della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali e, in particolare, delle disposizioni del Codice in materia di protezione dei dati personali (art. 2, d.lg. 7 marzo 2005, n. 82). Come già anticipato, la mancanza di specifiche disposizioni normative in merito a tali modalità di consegna dei referti determina che tali servizi devono essere considerati facoltativi per l'interessato, ovvero offerti con modalità tali da rendere possibile a quest'ultimo di potere comunque scegliere di ritirare il referto in formato cartaceo. All'interessato deve essere consentito, infatti, di scegliere, in piena libertà, se accedere o meno al servizio di refertazione on-line, garantendogli in ogni caso la possibilità di continuare a ritirare i referti cartacei presso la struttura erogatrice della prestazione. La struttura sanitaria deve, anche, garantire all'interessato di decidere liberamente, sulla base di una specifica informativa e di un apposito consenso in ordine al trattamento dei dati personali connessi a tale servizio, di aderire o meno a tali servizi di refertazione, senza alcun pregiudizio sulla possibilità di usufruire delle prestazioni mediche richieste. Qualora l'interessato abbia scelto di aderire ai suddetti servizi di refertazione, deve essergli concesso, in relazione ai singoli esami clinici a cui si sottoporrà di volta in volta, di manifestare una volontà contraria, ovvero che i relativi referti non siano oggetto del servizio di refertazione on-line precedentemente scelto. Anche nel caso di comunicazione del referto presso l'indirizzo della casella di posta elettronica fornito dall'interessato, a quest'ultimo deve essere concessa la possibilità di confermare l'indirizzo di posta elettronica in cui ricevere tale comunicazione in occasione dei successivi accertamenti clinici. Resta ferma l'operatività del sistema che verrà adottato ai sensi del d.P.C.M. 6 maggio 2009 in materia di rilascio e di uso della casella di posta elettronica certificata assegnata ai cittadini. Per quanto riguarda la possibilità per l'interessato di acconsentire alla comunicazione dei risultati diagnostici al medico curante o al MMG/PLS dallo stesso indicato, tale volontà deve essere manifestata di volta in volta. All'interessato deve, infatti, essere concesso il diritto di non comunicare sistematicamente al medico curante tutti i risultati delle indagini cliniche effettuate, lasciandogli la possibilità di scegliere, di volta in volta, quali referti mettere a disposizione del proprio medico. Tale garanzia deve intendersi operante sia nel caso più frequente in cui l'interessato autorizzi la comunicazione del referto presso la casella di posta elettronica del medico curante, sia in quello in cui autorizzi la struttura sanitaria a fornire le credenziali di autenticazione direttamente al medico, affinchè quest'ultimo effettui il download del suo referto. Nel caso di utilizzazione del servizio di avviso tramite sms della disponibilità alla consultazione dei referti attraverso le modalità sopra descritte, nel messaggio inviato deve essere data solo notizia della disponibilità del referto e non anche del dettaglio della tipologia di accertamenti effettuati, del loro esito o delle credenziali di autenticazione assegnate all'interessato (Cfr. successivo punto 6). 3. Informativa e consenso. Per consentire all'interessato di esprimere scelte consapevoli in relazione al trattamento dei propri dati personali, il titolare del trattamento deve previamente fornirgli un'idonea informativa sulle caratteristiche del servizio di refertazione on-line (artt. 13, 79 e 80 del Codice). Tale informativa, che può essere resa anche unitamente a quella relativa al trattamento dei dati personali per finalità di cura ma distinta da essa, deve indicare, con linguaggio semplice, tutti gli elementi richiesti dall'art. 13 del Codice. In particolare, deve essere evidenziata la facoltatività dell'adesione a tali servizi, aventi la finalità di rendere più rapidamente conoscibile all'interessato il risultato dell'esame clinico effettuato. L'informativa deve rendere note all'interessato anche le modalità attraverso le quali rivolgersi al titolare per esercitare i diritti di cui agli artt. 7 e ss. del Codice. Al fine di assicurare una piena comprensione degli elementi indicati nell'informativa, il titolare deve formare adeguatamente il personale coinvolto sugli aspetti rilevanti della disciplina sulla protezione dei dati personali, anche ai fini di un più efficace rapporto con gli interessati. Dopo aver fornito l'informativa, il titolare del trattamento deve acquisire un autonomo e specifico consenso dell'interessato a trattare i suoi dati personali, anche sanitari, attraverso le suddette modalità di refertazione. 4. Archivio dei referti. In alcune delle iniziative di refertazione on-line in essere, è offerto all'interessato anche un servizio aggiuntivo, solitamente gratuito, consistente nella possibilità di archiviare, presso la struttura sanitaria, tutti i referti effettuati nei laboratori della stessa. Il suddetto archivio è generalmente consultabile on-line dall'interessato, il quale può anche effettuare il download dei referti ivi raccolti. Il titolare del trattamento che intenda offrire all'interessato tale servizio di archiviazione è tenuto a fornire allo stesso una specifica informativa ed ad acquisire un autonomo consenso. Tali archivi, raccogliendo tutti i referti effettuati nel tempo dall'interessato ed essendo realizzati presso un organismo sanitario in qualità di unico titolare del trattamento (es., laboratorio di analisi, clinica privata), ricadono nella definizione di dossier sanitario, secondo quanto indicato nel richiamato Provvedimento del Garante del 16 luglio 2009, recante "Linee guida in tema di Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e di dossier sanitario". Ciò stante, il titolare del trattamento che intenda offrire all'interessato la possibilità di raccogliere i referti in tali archivi deve tenere conto delle garanzie, anche di sicurezza, individuate nel citato provvedimento per i dossier sanitari. 5. Comunicazione dei dati all'interessato. Secondo quanto previsto dall'art. 84 del Codice, i dati personali inerenti allo stato di salute devono essere resi noti all'interessato solo per il tramite di un medico designato dallo stesso o dal titolare. Il secondo comma di tale disposizione prevede che il titolare o il responsabile possano autorizzare per iscritto esercenti le professioni sanitarie diversi dai medici, che nell'esercizio dei propri compiti intrattengono rapporti diretti con i pazienti e sono incaricati di trattare dati personali idonei a rivelare lo stato di salute, a rendere noti i medesimi dati all'interessato. L'abilitazione all'accesso dei suddetti sistemi di refertazione deve, pertanto, essere consentita all'interessato nel rispetto delle cautele previste dalla disciplina di settore già applicabili anche per il cartaceo e richiamate dal Garante nel provvedimento generale del 2005 (3). In particolare, nel caso di specie, l'intermediazione può essere soddisfatta accompagnando la comunicazione del reperto con un giudizio scritto e la disponibilità del medico a fornire ulteriori indicazioni su richiesta dell'interessato. ------- (3) Cfr. punto 4 del provvedimento del Garante del 9 novembre 2005 "Strutture sanitarie: rispetto della dignita'" consultabile sul sito www.garanteprivacy.it - doc. web n.1191411 I titolari del trattamento, nell'offrire tali servizi, devono tenere conto delle disposizioni di settore che prevedono, nella comunicazione dei referti e nella illustrazione del loro significato diagnostico, una specifica attività di consulenza da parte del personale medico (ad esempio, nel caso di indagini cliniche volte a rivelare direttamente o indirettamente l'infezione da HIV (4) ). La necessità di assicurare una consulenza genetica appropriata nell'effettuazione di test genetici (5), anche prenatali, fa ritenere di potere, poi, escludere la possibilità di offrire tali servizi di refertazione nel caso in cui l'interessato si sottoponga a tali indagini cliniche. ------- (4) Cfr. art. 5, l. 5 giugno 1990, n.135, Relazione al parlamento sullo stato di attuazione delle strategie attivate per fronteggiare l'infezione da HIV nell'anno 2006, Ministero della salute, Dipartimento della prevenzione e della comunicazione, Direzione generale della prevenzione sanitaria e Manuale di informazioni pro-positive, a cura della Consulta del volontariato per i problemi dell'AIDS presso il Ministero della salute, in merito all'assistenza psicologica e alla consulenza specialistica alle persone che hanno effettuato il test HIV. (5) Cfr. art.12, Convenzione sui diritti dell'uomo e sulla biomedicina, Oviedo il 4 aprile 1997 e Autorizzazione al trattamento dei dati genetici del 22 febbraio 2007, pubblicata in G.U. n. 65 del 19 marzo 2007, consultabile sul sito: www.garanteprivacy.it - doc. web n. 1389918, la cui efficacia è stata differita con provvedimento del 19 dicembre 2008 pubblicato in G.U. n. 15 del 20 gennaio 2009 - doc. web n. 1582871 6. Misure di sicurezza e tempi di conservazione dei dati. La particolare delicatezza dei dati personali trattati mediante i servizi di refertazione on-line impone l'adozione di specifici accorgimenti tecnici per assicurare idonei livelli di sicurezza ai sensi dell'art. 31 del Codice, ferme restando le misure minime che ciascun titolare del trattamento deve comunque adottare ai sensi del Codice (artt. 33 e ss.) e, in particolare, laddove applicabili, quelle richieste dalla regola 24 del Disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza, allegato B) al Codice, laddove per il trasferimento di dati idonei a rivelare l'identità genetica di un individuo viene richiesto il ricorso alla cifratura. Per la consegna degli esiti dell'attività diagnostica e di analisi biomedica si prospettano attualmente i due diversi scenari sopra descritti che pongono problemi di protezione dei dati da affrontare con differenti approcci. Scenario 1 - consultazione on-line dei referti tramite servizi Web accessibili da Internet. Nel caso in cui il servizio che si intenda offrire consti nella possibilità per l'interessato di collegarsi al sito Internet della struttura sanitaria che ha eseguito l'esame clinico, al fine di effettuare la copia locale (download) o la visualizzazione interattiva del referto, devono essere adottate delle specifiche cautele quali: 1. protocolli di comunicazione sicuri, basati sull'utilizzo di standard crittografici per la comunicazione elettronica dei dati, con la certificazione digitale dell'identità dei sistemi che erogano il servizio in rete (protocolli https ssl - Secure Socket Layer); 2. tecniche idonee ad evitare la possibile acquisizione delle informazioni contenute nel file elettronico nel caso di sua memorizzazione intermedia in sistemi di caching, locali o centralizzati, a seguito della sua consultazione on-line; 3. l'utilizzo di idonei sistemi di autenticazione dell'interessato attraverso ordinarie credenziali o, preferibilmente, tramite procedure di strong authentication; 4. disponibilità limitata nel tempo del referto on-line (massimo 45 gg.); 5. possibilità da parte dell'utente di sottrarre alla visibilità in modalità on-line o di cancellare dal sistema di consultazione, in modo complessivo o selettivo, i referti che lo riguardano. Scenario 2 - spedizione del referto tramite posta elettronica. Qualora il titolare del trattamento intenda inviare copia del referto alla casella di posta elettronica dell'interessato, a seguito di sua richiesta, per il referto prodotto in formato digitale devono essere osservate le seguenti cautele: 1. spedizione del referto in forma di allegato a un messaggio e-mail e non come testo compreso nella body part del messaggio; 2. il file contenente il referto dovrà essere protetto con modalità idonee a impedire l'illecita o fortuita acquisizione delle informazioni trasmesse da parte di soggetti diversi da quello cui sono destinati, che potranno consistere in una password per l'apertura del file o in una chiave crittografica rese note agli interessati tramite canali di comunicazione differenti da quelli utilizzati per la spedizione dei referti (Cfr. regola 24 del Disciplinare tecnico allegato B) al Codice). Tale cautela può non essere osservata qualora l'interessato ne faccia espressa e consapevole richiesta, in quanto l'invio del referto alla casella di posta elettronica indicata dall'interessato non configura un trasferimento di dati sanitari tra diversi titolari del trattamento, bensì una comunicazione di dati tra la struttura sanitaria e l'interessato effettuata su specifica richiesta di quest'ultimo; 3. convalida degli indirizzi e-mail tramite apposita procedura di verifica on-line, in modo da evitare la spedizione di documenti elettronici, pur protetti con tecniche di cifratura, verso soggetti diversi dall'utente richiedente il servizio. In ogni caso, per il trattamento dei dati nell'ambito dell'erogazione del servizio on-line agli utenti deve essere garantita la disponibilità di: 1. idonei sistemi di autenticazione e di autorizzazione per gli incaricati in funzione dei ruoli e delle esigenze di accesso e trattamento (ad es., in relazione alla possibilità di consultazione, modifica e integrazione dei dati), prevedendo il ricorso alla strong authentication con utilizzo di caratteristiche biometriche nel caso del trattamento di dati idonei a rivelare l'identità genetica di un individuo; 2. separazione fisica o logica dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale dagli altri dati personali trattati per scopi amministrativo-contabili. Il titolare del trattamento deve, inoltre, prevedere apposite procedure che rendano immediatamente non disponibili per la consultazione on-line o interrompano la procedura di spedizione per posta elettronica dei referti relativi a un interessato che abbia comunicato il furto o lo smarrimento delle proprie credenziali di autenticazione all'accesso al sistema di consultazione on-line o altre condizioni di possibile rischio per la riservatezza dei propri dati personali. In ogni caso devono essere adottate tutte le misure di sicurezza necessarie per rispettare il divieto di diffusione dei dati sanitari prescritto dal Codice (artt. 22, comma 8 e 26, comma 5).
Concorsi
2023
AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE
AZIENDA SANITARIA LOCALE CN2 ALBA-BRA DI ALBA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 33 del 2-5-2023
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-05-02&atto.codiceRedazionale=23E05219
AZIENDA SANITARIA LOCALE CN2 ALBA-BRA DI ALBA
CONCORSO (scad. 1 giugno 2023)
Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di dirigente medico, disciplina di radiodiagnostica. (GU n.33 del 02-05-2023)
In esecuzione della determinazione n. 480 del 22 marzo 2023 è indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, a un posto di dirigente medico, disciplina di radiodiagnostica Il termine per la presentazione delle domande, redatte su carta semplice e corredate dei documenti prescritti, scade il trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami». Il testo integrale del bando è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 15 del 13 aprile 2023. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla S.C. amministrazione del personale e sviluppo risorse umane dell'A.S.L. CN2 Alba-Bra, via Vida n. 10 - 12051 Alba; tel. 0173/316521/205 oppure consultare il sito: www.aslcn2.it
Contratti
2022
ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA
ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 51 del 4-5-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-05-04&atto.codiceRedazionale=TX22BIA9023
PROVINCIA DI CHIETI
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.51 del 4-5-2022)
Asta pubblica È indetto Avviso Pubblico di vendita con il metodo delle offerte segrete del Complesso immobiliare "Mario Negri Sud", di proprietà della Provincia di Chieti, ubicato a Santa Maria Imbaro. Il Complesso ha una superficie totale di 55.000,00 mq, è censito in Catasto al foglio 2, part.lle nn. 57, 479, 480, 481 e 62 del medesimo comune. Detto bene, destinato a Centro di Ricerche, ospita immobili con destinazioni differenti, ma strettamente funzionali all'attività di ricerca. Prezzo a base d'asta € 10.729.260,00. Le domande devono pervenire entro le ore 12:00 del 03/06/2022. L'apertura delle offerte avverrà il 06/06/2022 ore 10:00 presso gli uffici provinciali siti a Chieti in Corso Marrucino, 97. L'avviso e gli allegati sono disponibili sull'albo pretorio on line e sul sito internet della Provincia di Chieti, http://www.provincia.chieti.it. Il dirigente del servizio patrimonio immobiliare ing. Giancarlo Moca TX22BIA9023
Serie Generale
2007
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI FERRARA
Serie Generale n. 166 del 19-7-2007
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2007-07-19&atto.codiceRedazionale=07A06314&elenco30giorni=false
CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI FERRARA
COMUNICATO
Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli preziosi (GU Serie Generale n.166 del 19-07-2007)
Ai sensi dell'art. 29, comma 5 del regolamento recante norme per l'applicazione del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251, sulla disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli preziosi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002 n. 150, si rende noto che: la sottoriportata impresa, già assegnataria del marchio a fianco indicato, ha cessato la propria attività connessa con l'uso del marchio stesso ed è stata cancellata dal Registro degli assegnatari di cui all'art. 14 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251, dalla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Ferrara con determinazione del dirigente del segretario n. 114 del 19 giugno 2007. ===================================================================== n. marchio | Impresa | Sede ===================================================================== 52FE |D.E.A. s.n.c. di Salmi Davide |Formignana
Contratti
2011
AVVISI E BANDI DI GARA
ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 42 del 8-4-2011
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2011-04-08&atto.codiceRedazionale=TC11BFM6707
QUADRIFOGLIO SERVIZI AMBIENTALI AREA FIORENTINA - S.p.a.
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.42 del 8-4-2011)
Bando di gara a procedura aperta Parte di provvedimento in formato grafico TC11BFM6707
Parte Seconda
2012
Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione
Ammortamenti
Parte Seconda n. 42 del 7-4-2012
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-04-07&atto.codiceRedazionale=TC12ABC5331
TRIBUNALE DI PISTOIA
(GU Parte Seconda n.42 del 7-4-2012)
Ammortamento libretto Il presidente del Tribunale di Pistoia con decreto del 4 febbraio 2012, ha dichiarato l'ammortamento del libretto n. 00558/413/182 convenzionalmente intestato a «Linda 2» con un saldo apparente di € 2.286,14 (duemiladuecentoottantasei/14), emesso dalla Banca Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.a., con sede in via Mammianese n. 236, Marliana, Filiale di Marliana. Opposizione giorni 90. Il richiedente Rossana Cecchini TC12ABC5331
Concorsi
2019
ENTI PUBBLICI STATALI
CONSIGLIO PER LA RICERCA IN AGRICOLTURA E L'ANALISI DELL'ECONOMIA AGRARIA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 61 del 2-8-2019
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-08-02&atto.codiceRedazionale=19E09053
CONSIGLIO PER LA RICERCA IN AGRICOLTURA E L'ANALISI DELL'ECONOMIA AGRARIA
RETTIFICA
Riapertura dei termini del conferimento, per titoli ed esame-colloquio, di una borsa di studio per laureati, presso il Centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali di Caserta. (GU n.61 del 02-08-2019)
Si comunica la riapertura dei termini di presentazione delle domande per la selezione pubblica, per titoli ed esame-colloquio, per il conferimento di una borsa di studio per laureati della durata di undici mesi presso la sede di Caserta del CREA - Centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali, per la seguente tematica: «Politiche sull'agricoltura sostenibile con particolare riferimento alla razionalizzazione della risorsa irrigua. Politiche di filiera con particolare riguardo al tema del biologico e dell'integrato» nell'ambito del progetto di ricerca PROSURI. (Avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 45 del 7 giugno 2019). Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione alla selezione, redatte in carta semplice, utilizzando lo schema allegato al bando e indirizzate al CREA - Centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali - Via Torrino n. 2 81100 Caserta, scade perentoriamente il trentesimo giorno successivo a quello della data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami». Tale termine, qualora venga a scadere in giorno festivo, si intenderà protratto al primo giorno non festivo immediatamente seguente. Il bando di selezione, in versione integrale, è disponibile sul sito internet istituzionale: http://www.crea.gov.it al link «Amministrazione - Lavoro / Formazione» e costituisce l'unico testo definitivo che prevale in caso di discordanza.
Corte Costituzionale
1999
SENTENZE ED ORDINANZE DELLA CORTE
1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 29 del 21-7-1999
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1999-07-21&atto.codiceRedazionale=099C0760
N. 302 ORDINANZA 7 - 14 luglio 1999
Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Comuni e province - Ordinamento dei segretari comunali e provinciali - Concorso dei segretari capi - Requisiti di ammissione - Dedotta ingiustificata disparita' di trattamento rispetto ai vice segretari ed ai capi ripartizione - Normativa sopravvenuta, con integrale abrogazione del decreto normativo denunciato - Restituzione degli atti al giudice rimettente. (D.P.R. 23 giugno 1972, n. 749, art. 8, secondo comma, lettera a)). (Cost., art. 3). (099C0760) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.29 del 21-7-1999)
LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente: dott. Renato GRANATA; Giudici: prof. Giuliano VASSALLI, prof. Francesco GUIZZI, prof. Cesare MIRABELLI, avv. Massimo VARI, dott. Cesare RUPERTO, dott. Riccardo CHIEPPA, prof. Gustavo ZAGREBELSKY, prof. Valerio ONIDA, prof. Carlo MEZZANOTTE, prof. Guido NEPPI MODONA, prof. Piero Alberto CAPOTOSTI, prof. Annibale MARINI; ha pronunciato la seguente Ordinanza nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 8, secondo comma, lettera a), del d.P.R. 23 giugno 1972, n. 749 (Nuovo ordinamento dei segretari comunali e provinciali), promosso con ordinanza emessa il 25 marzo 1997 dal Consiglio di Stato sul ricorso proposto da N.B. contro il Ministero dell'Interno, iscritta al n. 88 del registro ordinanze 1998 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 9, prima serie speciale dell'anno 1998. Visto l'atto di costituzione di N.B., nonchè l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri; Udito nell'udienza pubblica del 22 giugno 1999 il giudice relatore Piero Alberto Capotosti; Udito l'Avvocato dello Stato Gaetano Zotta per il Presidente del Consiglio dei Ministri. Ritenuto che, nel corso di un giudizio instaurato da un segretario capo del ruolo dei segretari comunali per l'annullamento di un bando di concorso per la nomina a segretario comunale generale di classe seconda, il Consiglio di Stato, quarta sezione, con ordinanza del 25 marzo 1997, ha sollevato, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'art. 8, secondo comma, lettera a) del d.P.R. 23 giugno 1972, n. 749 (Nuovo ordinamento dei segretari comunali e provinciali), nella parte in cui prevede che il requisito del servizio effettivo di ruolo per almeno cinque anni nella qualifica, prescritto per l'ammissione al concorso dei segretari capi, debba essere posseduto "alla data di pubblicazione del decreto che indice il concorso"; che, secondo l'ordinanza di rimessione, la disposizione impugnata realizzerebbe una ingiustificata disparità di trattamento rispetto ai vice segretari comunali e provinciali ed ai capi ripartizione titolari dei comuni e delle province, che, a norma dell'art. 8, secondo comma, lettera b) siano in possesso, tra l'altro, di determinati requisiti di anzianità, da valutarsi, secondo l'art. 1, quinto comma, del d.P.R. n. 749 del 1972, con riferimento "alla data di scadenza del termine prevista nel bando di concorso per la presentazione della domanda di ammissione"; che, ad avviso del giudice rimettente, quest'ultima disposizione costituirebbe espressione di un principio generale, diretto a favorire la più ampia partecipazione ai concorsi per l'accesso al pubblico impiego, che potrebbe ben essere derogato, a tutela di particolari interessi pubblici, ma, avendo natura procedimentale, richiederebbe una uniformità di disciplina inconciliabile con l'instaurazione di un doppio regime giuridico nell'ambito del medesimo concorso; che, nel caso di specie, la deroga non sarebbe giustificata nè dalla diversa posizione dei segretari capi rispetto ai vice segretari ed ai capi ripartizione, in quanto per questi è già prescritta una maggiore anzianità di servizio, nè dall'esigenza di bilanciare la minore anzianità richiesta ai segretari capi, tenuto conto del breve periodo di tempo normalmente intercorrente tra la pubblicazione del bando e la scadenza del termine per la presentazione delle domande; che nel giudizio è intervenuto il Presidente del Consiglio dei Ministri, rappresentato e difeso dall'Avvocatura generale dello Stato, il quale ha eccepito l'infondatezza della questione, sostenendo che la norma censurata non ha natura meramente procedimentale, ma caratterizza lo stesso requisito dell'anzianità di servizio, allo scopo di assicurare l'equità nel trattamento di categorie diverse di aspiranti; che si è costituito altresì il ricorrente, il quale ha insistito per la dichiarazione di illegittimità costituzionale, svolgendo argomentazioni sostanzialmente analoghe a quelle risultanti dall'ordinanza di rimessione. Considerato che, successivamente alla proposizione della questione di legittimità costituzionale, è intervenuto il d.P.R. 4 dicembre 1997, n. 465 (Regolamento recante disposizioni in materia di ordinamento dei segretari comunali e provinciali, a norma dell'art. 17, comma 78, della legge 15 maggio 1997, n. 127), il quale, all'art. 35, lettera i) ha disposto, in conformità al predetto art. 17, comma 78, l'integrale abrogazione del d.P.R. n. 749 del 1972, e quindi anche della disposizione censurata, "decorsi centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento"; che il medesimo d.P.R. n. 465 del 1997 ha radicalmente modificato l'ordinamento di carriera dei segretari comunali e provinciali, in particolare disciplinando l'amministrazione dell'albo nazionale dei segretari comunali e provinciali, previsto dall'art. 17, comma 75, della legge n. 127 del 1997 e disponendone l'articolazione in fasce professionali (art. 11), individuando i criteri per la prima iscrizione dei segretari già in ruolo, in relazione alla qualifica ed all'anzianità di servizio (art. 12), determinando le procedure per l'accesso all'albo (art. 13) e la progressione in carriera (art. 14), fissando le modalità per la nomina del segretario da parte dei sindaci e dei presidenti delle province (art. 15), e dettando le regole della mobilità conseguente al mancato conferimento o alla revoca dell'incarico (art. 18); che le norme sopravvenute, volte ad adeguare la disciplina del rapporto di impiego dei segretari comunali e provinciali alle innovazioni introdotte nella loro posizione giuridica, hanno determinato un mutamento del complessivo quadro normativo di riferimento, che impone il riesame della perdurante rilevanza della questione di legittimità costituzionale da parte del giudice a quo. Per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE Ordina la restituzione degli atti al Consiglio di Stato, quarta sezione. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 7 luglio 1999. Il Presidente: Granata Il redattore: Capotosti Il cancelliere: Fruscella Depositata in cancelleria il 14 luglio 1999. Il cancelliere: Fruscella 99C0760
Contratti
2008
AVVISI E BANDI DI GARA
COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 53 del 7-5-2008
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2008-05-07&atto.codiceRedazionale=C-088344
COMUNE DI VAIRANO PATENORA (Provincia di Caserta)
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.53 del 7-5-2008)
Avviso di gara per pubblico incanto per l'affidamento del servizio di tesoreria comunale Parte di provvedimento in formato grafico C-088344 (A pagamento).
Concorsi
2016
UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
UNIVERSITA' «LA SAPIENZA» DI ROMA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 94 del 29-11-2016
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-11-29&atto.codiceRedazionale=16E06236
UNIVERSITA' «LA SAPIENZA» DI ROMA
CONCORSO (scad. 29 dicembre 2016)
Procedura comparativa, per titoli e colloquio, per il reclutamento di un ricercatore con rapporto di lavoro a tempo determinato, con regime di impegno a tempo pieno della durata di tre anni eventualmente prorogabile per ulteriori due anni, presso il Dipartimento di Medicina clinica. (GU n.94 del 29-11-2016)
Ai sensi dell'art. 24 della legge n. 240/2010 e del regolamento per il reclutamento di ricercatori con contratto a tempo determinato di tipologia «A», emanato da questa Università con decreto rettorale n. 1785/2016 del 22 luglio 2016 è indetta una procedura comparativa per titoli e colloquio per il reclutamento di un ricercatore con rapporto di lavoro a tempo determinato, con regime di impegno a tempo pieno, della durata di tre anni eventualmente prorogabile per ulteriori due anni - settore concorsuale 06/D4 - Malattie cutanee, malattie infettive e malattie dell'apparato digerente - settore scientifico-disciplinare MED/17 per svolgere attività di ricerca presso il Dipartimento di Medicina clinica della Sapienza Università di Roma. Dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» - decorre il termine di trenta giorni per la presentazione della domanda di partecipazione, secondo le modalità indicate nel bando. Ad avvenuta pubblicazione dell'avviso nella Gazzetta Ufficiale, il bando integrale comprensivo dello schema di domanda, sarà reso immediatamente disponibile: sul sito web dell'Ateneo: https://web.uniroma1.it/trasparenza/personale-docente/bandi-personale -docente sul sito web del Dipartimento: http://www.dmc-sapienza.it nonchè in stralcio sul sito del Miur: http://bandi.miur.it e sul sito web dell'Unione europea: http://ec.europa.eu/euraxess
Concorsi
2024
AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI CATANZARO
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 12 del 9-2-2024
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2024-02-09&atto.codiceRedazionale=24E00762
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI CATANZARO
CONCORSO (scad. 10 marzo 2024)
Conferimento dell'incarico quinquennale di direttore della struttura complessa di igiene degli alimenti di origine animale e loro derivati. (GU n.12 del 09-02-2024)
In esecuzione della deliberazione n. 98 del 23 gennaio 2024, è indetto avviso pubblico per il conferimento dell'incarico quinquennale di direttore della Struttura complessa «Igiene degli alimenti di origine animale e loro derivati» dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Il termine per la presentazione delle domande, redatte su carta semplice e corredate dei documenti prescritti, scade il trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami». Il testo integrale del bando, con l'indicazione dei requisiti e le modalità di partecipazione all'avviso, è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria, parte terza, n. 18 del 25 gennaio 2024. Per ulteriori informazioni rivolgersi aIl'U.O. Gestione risorse umane - Gestione delle procedure di selezione e reclutamento dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro - via Vinicio Cortese n. 25 - 88100 - Catanzaro - oppure collegarsi al sito www.asp.cz.it - Concorsi e Avvisi.
Contratti
2020
AVVISI E BANDI DI GARA
AUTORITÀ INDIPENDENTI, ENTI PUBBLICI NAZIONALI E ALTRI ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 49 del 29-4-2020
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-04-29&atto.codiceRedazionale=TX20BFG9381
AUTORITA' DI SISTEMA PORTUALE DEL MARE DI SARDEGNA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.49 del 29-4-2020)
Bando di gara telematica - CUP D27I19000010005 - CIG 8224944E7E SEZIONE I: ENTE: Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, Molo Dogana Porto di Cagliari 09124 Tel. 070679531 pec: [email protected] SEZIONE II: OGGETTO: Affidamento dei lavori di consolidamento statico della banchina antistante il capannone Nervi. L'importo complessivo dell'appalto ammonta ad € 1.175.058,06 di cui € 1.151.913,06 per lavori ed € 23.145,00 per oneri sulla sicurezza non soggetto a ribasso. RUP: Ing. Alessandra Mannai SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO, FINANZIARIO E TECNICO: Si rinvia alla documentazione di gara pubblicata sul sito dell'Ente: http://www.adspmaredisardegna.it/ nella sezione Albo Pretorio- Bandi e gare SEZIONE IV: PROCEDURA: aperta ai sensi art.60 D.Lgs.50/16 da aggiudicarsi in base al criterio del minor prezzo ed applicazione delle previsioni di cui art.97 co.8 del medesimo D.Lgs, secondo quanto previsto dall'art.36 co.2 lett.d D.Lgs 50/16, così come modificato dalla Legge 55/19. Termine ricezione offerte: 26.05.2020 h.13. Apertura: 26.05.2020 h.15. SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI: Sopralluogo obbligatorio:no. Il segretario generale avv. Natale Ditel TX20BFG9381
Parte Seconda
2010
Annunzi giudiziari e della Pubblica amministrazione
Ammortamenti
Parte Seconda n. 38 del 30-3-2010
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-03-30&atto.codiceRedazionale=T10ABC3644
TRIBUNALE DI TRANI
(GU Parte Seconda n.38 del 30-3-2010)
AMMORTAMENTO Il Presidente del Tribunale di Trani con decreto n.345/2010 ha pronunciato l'ammortamento autorizzandone l'insinuazione allo stato passivo del fallimento LA CASALINGA S.r.l. trascorsi 30 gg dall'effetto cambiario emesso in data 23/03/2008 con scadenza 15/11/2008 di Euro 3.500,00 N. 1051121171 a firma della "LA CASALINGA Srl" e all'ordine di CARBONE FRANCESCO. Purchè non venga fatta nel frattempo opposizione dal detentore. Avv. Massimiliano Matera T10ABC3644
Contratti
2019
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 47 del 19-4-2019
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-04-19&atto.codiceRedazionale=TX19BGA8585
CONTARINA S.P.A.
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.47 del 19-4-2019)
Esito di gara - CIG 76234448FF - CIG 7623454142 - CIG 7623464980 SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE. Contarina S.p.a. - Via Vittorio Veneto n. 6 - Spresiano (TV). SEZIONE II: OGGETTO. Affidamento dell'appalto di fornitura e manutenzione di mezzi d'opera e macchine operatrici (bando su GUUE n. 2019/S 058-133761). SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE. Affidatari: lotto n. 1 MAIE SpA per un importo di € 151.497,00; lotto n. 2 Zandonà Luigi S.r.l. per un importo di € 41.500,00; lotto n. 3 Zandonà Luigi S.r.l. per un importo di € 40.500,00. Spresiano,11/04/2019 Il direttore generale Michele Rasera TX19BGA8585
Contratti
2012
AVVISI E BANDI DI GARA
COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 110 del 21-9-2012
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2012-09-21&atto.codiceRedazionale=T12BFF17087
COMUNE DI LACONI Provincia di Oristano
Piazza Marconi, 1 - 08034 Tel. 0782 866200 - fax 0782 869579
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.110 del 21-9-2012)
Pubblicazione per estratto Il Responsabile del Servizio Tecnico RENDE NOTO che con propria determinazione n. 549 del 07.09.2012 è stato approvato il bando di gara per l'affidamento del servizio di direzione lavori, misura e contabilità, emissione del certificato di regolare esecuzione, redazione del piano di manutenzione dell'opera, di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione per l'intervento di: "Riqualificazione del tessuto insediativo e completamento dei servizi turistici del centro urbano di Laconi. Riqualificazione urbana Parco Piso. Stralci Funzionali B-C". CIG: 453147102B. Importo a base d'asta: Euro 147.205,51. Le modalità ed i termini di presentazione delle offerte, riservate ai soggetti di cui all'art. 90, comma 1, lett. d), e), f), g) ed h) del D Lgs n. 163/2006 sono riportate nel bando integrale pubblicato all'Albo Pretorio on-line del Comune di Laconi, accessibile dal link presente nel sito istituzionale www.comune.laconi.or.it e nel sito www.regione.sardegna.it Il termine di presentazione delle domande, come indicati nel bando integrale di gara e nel capitolato d'oneri, è previsto per il quindicesimo giorno a decorrere dalla data di inserzione del presente avviso sulla G.U.R.I. - V Serie Speciale Contratti Pubblici. Chiunque abbia interesse può prendere visione degli atti e ritirare copia del bando e degli appositi modelli presso l'Ufficio Tecnico del Comune negli orari d'ufficio, ovvero scaricarli gratuitamente dal sito istituzionale del Comune. Laconi, 19.09.2012 Il responsabile del servizio tecnico dott. ing. Massimo Dessanai T12BFF17087
Serie Generale
2005
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Serie Generale n. 41 del 19-2-2005
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2005-02-19&atto.codiceRedazionale=05A01219&elenco30giorni=false
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
DECRETO 31 gennaio 2005
Sostituzione di un componente effettivo della commissione di certificazione presso la direzione provinciale del lavoro di Ancona. (GU Serie Generale n.41 del 19-02-2005)
IL DIRIGENTE della direzione provinciale del lavoro di Ancona Visti gli articoli 75 e seguenti del decreto legislativo del 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni sulle certificazioni dei rapporti di lavoro; Visto il decreto 21 luglio 2004 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Gazzetta Ufficiale n. 198 del 24 agosto 2004) e segnatamente l'art. 1 «Costituzione e composizione delle commissioni di certificazione»; Tenuto conto della circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 126 del 15 dicembre 2004; Visto il proprio decreto 11 novembre 2004 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 278 del 26 novembre 2004 con il quale è stata costituita la commissione di certificazione presso il servizio politiche del lavoro della direzione provinciale del lavoro di Ancona; Vista la nota del 27 gennaio 2005 con la quale l'I.N.A.I.L., sede provinciale di Ancona, ha comunicato la sostituzione del proprio rappresentante, dott.ssa Sonia Serani, con il dott. Giuseppe M. Mariotti, direttore della sede provinciale di Ancona; Tenuto conto che sia l'I.N.A.I.L. che l'I.N.P.S. hanno comunicato i nominativi di due componenti supplenti destinati in caso di assenza o impedimento a sostituire i titolari; Considerato, inoltre, che al fine di assicurare la piena operatività della commissione occorre individuare anche due componenti supplenti in rappresentanza della direzione provinciale del lavoro di Ancona; Decreta: Art. 1. La commissione di certificazione presso la direzione provinciale del lavoro di Ancona è, pertanto, così composta: componenti di diritto: dott. Luigi Formentini, direttore della direzione provinciale del lavoro di Ancona, presidente; dott. Alessandro Polloni, in rappresentanza della DPL di Ancona con delega alla presidenza in caso di assenza o impedimento del presidente; dott. Giampiero Guiducci, in rappresentanza della DPL di Ancona; dott. Domenico Lapenna, in rappresentanza dell'I.N.P.S. di Ancona; dott. Giuseppe M. Mariotti, in rappresentanza dell'I.N.A.I.L. di Ancona; componenti supplenti: dott. Roberta Rosini, funzionario temporanemente addetto al servizio politiche del lavoro in rappresentanza della direzione provinciale del lavoro di Ancona; dott.ssa Marta Molisani, in rappresentanza della Direzione provinciale del lavoro di Ancona; dott. Giuliano Giovannetti, in rappresentanza dell'I.N.P.S. di Ancona; dott.ssa Sonia Serani, in rappresentanza dell'I.N.A.I.L. di Ancona. Art. 2. Alle riunioni della commissione partecipano a titolo consultivo un rappresentante Consigli provinciali degli Ordini professionali di appartenenza dei soggetti di cui all'art. 1 della legge n. 12/1979. Ancona, 31 gennaio 2005 Il dirigente: Formentini
Serie Generale
2010
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Serie Generale n. 169 del 22-7-2010
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2010-07-22&atto.codiceRedazionale=10A08905&elenco30giorni=false
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
DECRETO 14 giugno 2010
Iscrizione in tariffa del fiammifero denominato Euromatch Euro caminetto tipo caminetto, variazione del prezzo di vendita al pubblico dei fiammiferi denominati Athena SAF 40, Uragano, ETNA fiamma, Euro S/40, e rideterminazione dell'importo di fabbricazione relativa al fiammifero denominato Big Matches By IFR. (10A08905) (GU Serie Generale n.169 del 22-07-2010)
IL DIRETTORE per le accise Visto il decreto ministeriale 22 dicembre 1958, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 43 del 20 febbraio 1959, recante le caratteristiche delle marche contrassegno per fiammiferi, e successive modificazioni; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, relativo all'istituzione dell'imposta sul valore aggiunto, e successive modificazioni; Vista la legge 13 maggio 1983, n. 198, recante l'adeguamento alla normativa comunitaria della disciplina concernente i monopoli del tabacco lavorato e dei fiammiferi; Visto il decreto ministeriale 21 maggio 1992, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 129 del 3 giugno 1992, con il quale l'aggio per la vendita dei fiammiferi è stato fissato nella misura del 10 per cento del prezzo di vendita al pubblico; Visto il decreto ministeriale 4 luglio 1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 216 del 15 settembre 1994, concernente le condizioni e modalità di applicazione dell'imposta di fabbricazione sui fiammiferi di provenienza comunitaria; Visto il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni ed integrazioni, testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali ed amministrative; Visto il decreto ministeriale 1° marzo 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2002, con il quale vengono, tra l'altro, rideterminati gli scaglioni di prezzo di vendita dei fiammiferi di ordinario consumo ai fini dell'applicazione delle aliquote di imposta di fabbricazione; Visto il decreto ministeriale 16 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2003, con il quale è stato iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di fiammifero denominato «Athena SAF 40»; Visto il decreto ministeriale 16 ottobre 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 258 del 6 novembre 2003, con il quale è stato iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di fiammifero denominato «Uragano»; Visto il decreto direttoriale 27 maggio 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 2004, con il quale è stato iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di fiammifero denominato «Etna Fiamma»; Visto il decreto direttoriale 14 settembre 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 263 dell'11 novembre 2005, con il quale è stato iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di fiammifero denominato «Euro S/40»; Visto il decreto direttoriale 25 gennaio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 73 del 28 marzo 2007, con il quale è stato iscritto nella tariffa di vendita al pubblico un nuovo tipo di fiammifero denominato «Big Matches By IFR»; Vista la richiesta di iscrizione in tariffa di un nuovo tipo di fiammifero denominato Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto, presentata dalla società Euromatch; Vista la richiesta di variazione del prezzo di vendita al pubblico dei fiammiferi denominati «Athena SAF 40», «Uragano», «Etna Fiamma» ed «Euro S/40» presentata dalla società Tecnomatch S.r.l.; Considerata l'esigenza di procedere alla rideterminazione dell'imposta di fabbricazione sul fiammifero «Big Matches By IFR», stabilita con decreto direttoriale 3 marzo 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 76 del 1° aprile 2010; Attesa la necessità di procedere in linea con le citate richieste; Decreta: Art. 1 È iscritto nella tariffa di vendita al pubblico il seguente tipo di condizionamento di fiammiferi denominati Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto, le cui caratteristiche sono così determinate: Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto Condizionamento: scatola di cartoncino a tiretto passante contenente 40 fiammiferi di legno paraffinati amorfi. Caratteristiche del fiammifero: lunghezza: mm. 190; lunghezza con capocchia: mm. 196; larghezza: mm. 3,0 x 3,0; tolleranza misure: +/- 3 %; capocchie accendibili solo su striscia impregnata di fosforo amorfo. Caratteristiche della scatola: dimensioni esterne: mm. 220 x 65 x 18; grammatura cartoncino esterno: gr. 350 al mq.; grammatura cartoncino interno: gr. 300 al mq.; ruvido: striscia di fosforo amorfo su un solo lato di mm. 220 x 15; tolleranza contenuto: 4 %. Le caratteristiche comuni delle marche contrassegno da applicare su ciascun condizionamento di fiammiferi Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto, sono quelle previste all'art. 1, paragrafo I, del decreto ministeriale 22 dicembre 1958, citato nelle premesse. All'art. 1, paragrafo II, dello stesso decreto ministeriale 22 dicembre 1958 e successive modificazioni, è aggiunto il seguente numero: 137) colore «rosso-giallo», con legenda Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto in basso, per la scatola di cartoncino a tiretto passante con 40 fiammiferi di legno paraffinati amorfi, denominata Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto. Fino a nuove disposizioni, possono essere applicate sul nuovo tipo di fiammifero denominato Euromatch «Euro Caminetto» tipo caminetto le marche di cui all'art. 1 del ripetuto decreto ministeriale 22 dicembre 1958, indicate al n. 18, di colore rosso-giallo. Art. 2 Il prezzo di vendita al pubblico e l'imposta di fabbricazione calcolata ai sensi del decreto ministeriale 1° marzo 2002, sul fiammifero denominato Euromatch «Euro Caminetto» tipo Caminetto, sono stabilite nelle misure di seguito indicate, unitamente all'imposta sul valore aggiunto dovuta per singolo condizionamento di fiammiferi di ordinario consumo: Parte di provvedimento in formato grafico Art. 3 Il prezzo di vendita al pubblico dei seguenti tipi di fiammiferi, per singolo condizionamento, è variato come segue: Parte di provvedimento in formato grafico Art. 4 L'imposta di fabbricazione, ai sensi del decreto ministeriale 1° marzo 2002 e l'imposta sul valore aggiunto dovute per singolo condizionamento dei fiammiferi di ordinario consumo di cui all'art. 3, in relazione al prezzo di vendita al pubblico, sono determinate come segue: Parte di provvedimento in formato grafico Art. 5 L'imposta di fabbricazione dovuta per singolo condizionamento del fiammifero di ordinario consumo denominato «Big Matches By IFR», calcolata ai sensi del decreto ministeriale 1° marzo 2002, è rideterminata come segue: Parte di provvedimento in formato grafico Il presente decreto entra in vigore dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 14 giugno 2010 Il direttore per le accise: Rispoli Registrato alla Corte dei conti il 2 luglio 2010 Ufficio controllo Ministeri economico-finanziari, registro n.3 Economia e finanze, foglio n. 301
Contratti
2016
AVVISI E BANDI DI GARA
COMUNI, ENTI LOCALI E CONSORZI DI COMUNI
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 111 del 26-9-2016
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-09-26&atto.codiceRedazionale=TX16BFF12312
COMUNE DI CORSICO (MI)
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.111 del 26-9-2016)
Bando di gara - CIG 680857342E SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE. Comune di Corsico - Città Metropolitana di Milano - Via Roma 18, 20094 Corsico (MI) Italia. SEZIONE II: OGGETTO. Il servizio consiste nel trasporto di cittadini, residenti a Corsico, portatori di handicap, per raggiungere strutture sanitarie, riabilitative e socio-educative ubicate nel territorio comunale e regionale. Il valore stimato totale dell'appalto è pari ad euro 220.500,00= oltre IVA 10% SEZIONE IV: PROCEDURA: aperta telematica (Sintel). Criterio: offerta economicamente più vantaggiosa. Termine ricezione offerte: 31/10/2016 entro le ore 23:59. SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI. Responsabile del procedimento: Dott.ssa Angela Ianzano. Documentazione disponibile su: www.comune.corsico.mi.it. Il dirigente del settore istituzionale dott.ssa Filomena Romagnuolo TX16BFF12312
Concorsi
2018
UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
UNIVERSITA' DI BERGAMO
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 34 del 27-4-2018
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2018-04-27&atto.codiceRedazionale=18E03779
UNIVERSITA' DI BERGAMO
CONCORSO (scad. 28 maggio 2018)
Procedura di selezione per la copertura di un posto di ricercatore a tempo determinato, settore concorsuale 10/H1 - Lingua, letteratura e cultura francese. (GU n.34 del 27-04-2018)
È indetta una procedura pubblica di selezione per un posto di ricercatore universitario a tempo determinato, (tipo b), ai sensi dell'art. 24, comma 3, lettera b) della legge 30 dicembre 2010, n. 240, per il settore concorsuale 10/H1 - Lingua, letteratura e cultura francese - settore scientifico-disciplinare L-LIN/03 - Letteratura francese, presso il Dipartimento di lettere, filosofia, comunicazione dell'Università degli studi di Bergamo. Le domande di ammissione alla procedura, completate secondo le modalità previste dal bando, devono essere inoltrate entro il termine perentorio di trenta giorni, a decorrere dal giorno successivo a quello di pubblicazione dell'avviso nella Gazzetta Ufficiale. Qualora il termine di scadenza cada in giorno festivo, la scadenza è posticipata al primo giorno lavorativo successivo. Il testo integrale del bando con l'indicazione dei requisiti di ammissione alla procedura e delle modalità di partecipazione al concorso, è disponibile sul sito web dell'Università degli studi di Bergamo all'indirizzo http://www.unibg.it/ sezione Concorsi e selezioni. Il responsabile del procedimento della selezione di cui al presente bando è il dott. William Del Re, dirigente responsabile dei Servizi amministrativi generali, in via dei Caniana n. 2 - 24127 Bergamo, tel. 035/2052876, fax 035/2052862, indirizzo di posta elettronica [email protected] - indirizzo PEC [email protected]
Contratti
2019
AVVISI E BANDI DI GARA
ENTI DEL SETTORE SANITARIO
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 16 del 6-2-2019
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-02-06&atto.codiceRedazionale=TX19BFK2346
AZIENDA SANITARIA LOCALE LECCE
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.16 del 6-2-2019)
Bando di gara POR Puglia 2014-2020 - Intervento A912.9 "Potenziamento della rete di emergenza urgenza legata al territorio delle ASL Lecce, mediante l'acquisto di autoambulanze" - Procedura aperta ai sensi dell'art. 60 D.Lgs. n. 50/2016 e smi per l'acquisto di ambulanze - CUP F89DI7000740006 - Lotto 1 CIG 7783865898 - Lotto 2 CIG 7783869BE4 SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: I.1) Denominazione ufficiale: ASL Lecce, Via Miglietta n. 5 - 73100 Lecce, Italia. Indirizzi e punti di contatto presso i quali sono disponibili ulteriori informazioni: Area Gestione del Patrimonio, Piazza Bottazzi n.1 - 73100 - Lecce. RUP DR. Silvio Schito, Tel 0832215914, email: [email protected]. Tutta la documentazione è visionabile e scaricabile sul sito internet http://www.sanita.puglia.it/web/asl-lecce. Le offerte e le domande di partecipazione vanno inviate telematicamente tramite il Portale EmPULIA www.empulia.it. I.2.4) Tipo di amministrazione aggiudicatrice: Autorità Regionale/locale. Salute. L'amministrazione aggiudicatrice acquista per conto di altre amministrazioni aggiudicatrici: No. SEZIONE II: OGGETTO DELL'APPALTO: II.1.1) Por Puglia 2014-2020 - Intervento A912.9 "Potenziamento della rete di emergenza urgenza legata al territorio delle ASL Lecce, mediante l'acquisto di autoambulanze". Procedura aperta ai sensi dell'art. 60 DLGS n. 50/2016 e smi per l'acquisto di ambulanze. CUP: F89DI7000740006. II.1.2) Appalto Fornitura: Acquisto. Luogo principale di esecuzione: Presidi Ospedalieri, PTA. II.1.3) Appalto pubblico suddiviso in due lotti: Lotto 1 E 1.440.000,00+IVA da aggiudicarsi secondo il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell'art.95 comma 2 del D.Lgs. 50/2016 in base ai parametri indicati nel Capitolato Tecnico - Allegato A. Lotto 2 E 770.000,00 + IVA da aggiudicarsi al prezzo più basso ai sensi dell'art. 95 comma 4, lett. b del D.LGS. 50/2016 e s.m.i., in quanto fornitura con caratteristiche standardizzate riportate nel capitolato tecnico - Allegato B. II.1.5) Puglia 2014-2020 - P.O. F.E.S.R. 2014-2020 - Intervento A912.9 "Potenziamento della rete di emergenza urgenza legata al territorio delle ASL Lecce, mediante l'acquisto di autoambulanze". Procedura aperta ai sensi dell'art. 60 DLGS n. 50/2016 e smi per l'acquisto di ambulanze. II.1.1.6) 34114121-3 - Ambulanze. II.1.8) Divisione in lotti: Si. II.2.1) Quantitativo o entità dell'appalto: E.2.210.000 oltre IVA. SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO, FINANZIARIO E TECNICO: III.1.1) Cauzioni e garanzie richieste: secondo le modalità e condizioni stabilite nel Capitolato di gara. III.1.2) Principali modalità di finanziamento e di pagamento e/o riferimenti alle disposizioni applicabili in materia: Puglia 2014-2020 - P.O. F.E.S.R. 2014-2020 - Intervento A912.9 "Potenziamento della rete di emergenza urgenza legata al territorio delle ASL Lecce. III.1.3) È ammessa la partecipazione alla gara di imprese temporaneamente raggruppate/raggruppande e di Consorzi con l'osservanza degli artt. 45, 47, 48 del DLGS 50/2016. III.2.1) Situazione personale degli operatori, inclusi i requisiti relativi all'iscrizione nell'albo professionale o nel registro commerciale: si rimanda al Disciplinare di gara. a) Iscrizione al registro delle imprese della CCIAA o ad uno dei registri di cui all'art. 83 comma 3 del D.Lgs. n. 50/16. b) Insussistenza delle cause di esclusione di cui all'art. 80 del D.Lgs. 50/16. III.2.2) Capacità economica e finanziaria: secondo le indicazioni riportate nel Disciplinare Art. 6, punto o). a) fatturato globale di impresa per fornitura analoghe, conseguito negli ultimi tre esercizi, non inferiore ad E. 500.000 IVA esclusa. III.2.3) Capacità Tecnica: secondo le indicazioni riportate nel Capitolato Speciale d'appalto. SEZIONE IV: PROCEDURE: IV.1.1) Procedura Aperta in forma telematica tramite il Portale EmPULIA www.empulia.it. IV.2.1) Criteri di aggiudicazione: Lotto 1 da aggiudicare secondo il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell'art.95 comma 2 del D.Lgs. 50/2016 in base ai parametri indicati nel Capitolato Tecnico- Allegato A. Lotto 2 da aggiudicare al prezzo più basso ai sensi dell'art. 95 comma 4, let. b del DLGS 50/2016 e s.m.i., in quanto fornitura con caratteristiche standardizzate riportate nel capitolato tecnico - Allegato B. IV.3.2) Pubblicazioni precedenti relative allo stesso appalto: Si. IV.3.3) Termine per il ricevimento delle richieste di documenti o per l'accesso ai documenti: 11.03.2019 ore 12:00. IV.3.4) Termine per il ricevimento delle offerte o domande di partecipazione: 28.03.2019 ore 13:00. IV.3.6) Lingua: Italiano. IV.3.7) L'offerente è vincolato alla propria offerta per 360 giorni (dalla scadenza fissata per la ricezione delle offerte). IV.3.8) L'apertura delle offerte avrà luogo in seduta pubblica il 29.03.2019 ore 10:00 c/o l'Azienda Sanitaria Lecce - Area Gestione Patrimonio, Piazza Bottazzi 1-73100 Lecce. SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI: VI.3) Le ditte che intendono presentare offerta devono provvedere al versamento del contributo ANAC corrispondente al lotto per cui intendono partecipare secondo le modalità previste dal Disciplinare di Gara a pena di esclusione dal procedimento nonchè trascrivere il C.I.G. di riferimento sulla busta contenente la documentazione. L'Azienda si riserva di revocare il presente bando o l'intera procedura di gara per autotutela o per sopravvenuti impedimenti di qualsiasi natura. Responsabile Unico del Procedimento: Dott. Silvio Schito. Ogni chiarimento in ordine alla procedura di gara dovrà essere inviato all'indirizzo di posta elettronica: [email protected]. Per informazioni telefonare dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 al numero Tel: 0832215914-215937. VI.4) Organismo responsabile delle procedure di ricorso: TAR Puglia sez. Lecce. VI.4.1) Presentazione di ricorso: 30 gg, ai sensi dell'art. 8, comma 2 quinquies del decreto n. 53/2010. VI.5) Data di spedizione del presente avviso alla G.U.C.E.: 31/01/2019 Lecce. Il direttore generale dott. Antonio Pastore TX19BFK2346
Contratti
2009
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 137 del 20-11-2009
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-11-20&atto.codiceRedazionale=T-09BGA20311
REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA CENTRO SERVIZI CONDIVISI
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.137 del 20-11-2009)
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE Il Centro Servizi Condivisi - Via Uccellis 12/f- 33100 Udine - ha aggiudicato, in nome e per conto delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale del Friuli Venezia Giulia e dell'A.R.P.A. del Friuli Venezia Giulia, i seguenti servizi e forniture, ai sensi del D.Lgs. 163/2006: a) ID09ARPA011 gascromotografo-spettrometro di massa; b) ID09AE011 lavapadelle; c) ID08A320 contropulsatori aortici; d) ID09ARPA019 manutenzione della rete di rilevamento della qualità dell'aria; e) ID09BS056 medicazioni per ortopedia; f) ID09BS191 dispositivo per il trattamento delle neoplasie epatiche; g) ID09ARPA020 fornitura di tre autovetture; h) ID09ARPA03 acidi per analisi, solventi e reagenti; i) ID09BS061 prodotti feather per anatomia patologica; j) ID09BS222 placche per malleolo; k) ID09ARPA016 fornitura di acidi, terreni disidratati e terreni pronti; l) ID09BS195 reagenti e materiali di consumo con messa a disposizione di analizzatori per emogasanalisi; m) ID09BS122 alcool etilico 95°; n) ID09SE063 accordo quadro per l'assegnazione di progetti finalizzati alla promozione della salute mentale per l'A.S.S. n. 6 "Friuli Occidentale"; o) ID09SE066 servizio di asportazione e smaltimento rifiuti sanitari; p) ID09AE010 sgabelli per reparti ospedalieri. La documentazione di aggiudicazione è reperibile sul sito www.csc.sanita.fvg.it alla sezione "Delibere e decreti". Gli avvisi relativi alle aggiudicazioni sono disponibili sul sito www.csc.sanita.fvg.it alla voce "Bandi e Avvisi di gara - Esiti 2009", previo accesso tramite l' "area riservata". Udine, 16.11.2009 Il Commissario Straordinario Ing. Claudio Giuricin T-09BGA20311
Corte Costituzionale
1998
ATTI DI PROMOVIMENTO DEL GIUDIZIO DELLA CORTE
1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 38 del 23-9-1998
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1998-09-23&atto.codiceRedazionale=098C1065
N. 36 RICORSO PER LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE 28 agosto 1998
N. 36 Ricorso per questione di legittimita' costituzionale depositato in cancelleria il 28 agosto 1998 (della regione siciliana) Sanita' pubblica - Rifornimento idrico delle isole minori - Funzioni in materia esercitate dal Ministero della difesa - Trasferimento alle regioni a statuto speciale per le isole minori comprese nel territorio - Lesione delle competenze e dell'autonomia della regione siciliana, in particolare, nelle materie di igiene, sanita' publica, assistenza sanitaria, comunicazione e trasporti - Mancata attribuzione di mezzi finanziari per fronteggiare i nuovi oneri, con violazione dell'obbligo di copertura per nuove o maggiori spese - Inosservanza delle procedure statutariamente previste per l'adozione di normative interessanti la regione stessa - Incidenza sulle competenze e sull'autonomia finanziaria delle regioni. (D.Lgs. 30 giugno 1998, n. 244). (Cost., art. 81, quarto comma, 116 e 119; statuto regione Sicilia, art. 17, 19, 21, comma 3, e 43; legge 27 dicembre 1997, n. 449, art. 55, comma 5). (098C1065) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.38 del 23-9-1998)
Ricorso della regione siciliana, in persona del Presidente pro-tempore on. dott. Giuseppe Drago, rappresentato e difeso, sia congiuntamente che disgiuntamente, giusta procura a margine del presente atto, dall'avv. Michele Arcadipane e dall'avv. Giovanni Carapezza Figlia, ed elettivamente domiciliato presso la sede dell'ufficio della regione siciliana in Roma, via Marghera n. 36, autorizzato a proporre ricorso con deliberazione della Giunta regionale n. 269 del 20 agosto 1998; Contro il Presidente del Consiglio dei Ministri pro-tempore, domiciliato per la carica in Roma, Palazzo Chigi presso gli uffici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e difeso per legge dall'Avvocatura dello Stato, per la dichiarazione di illegittimità costituzionale del decreto legislativo 30 giugno 1998, n. 244: "Trasferimento alle regioni a statuto speciale delle funzioni del Ministero della difesa in materia di rifornimento idrico delle isole minori, a norma dell'art. 55, comma 5, della legge 27 dicembre 1997, n. 449" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, n. 171, serie generale, del 24 luglio 1998. Con l'art. 55, comma 5, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, è stata disposta la delega al Governo della Repubblica per l'emanazione di un decreto legislativo volto a: "a) trasferire alle regioni a statuto speciale le funzioni in materia di rifornimento idrico delle isole minori, assegnate dall'art. 4 della legge 21 dicembre 1978, n. 861, al Ministero della difesa fermo restando il concorso del predetto Ministero quando ricorrano particolari necessità nello specifico settore e fermi restando la continuità e il livello qualitativo del servizio; b) disciplinare il concorso di cui alla lett. a), sulla base della capacità operativa delle unità di rifornimento idrico in dotazione al Ministero della difesa e dei relativi stanziamenti di bilancio". Con decreto legislativo 30 giugno 1998, n. 244, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, n. 171, s.g., del 24 luglio 1998, il previsto trasferimento è stato attuato senza il rispetto delle particolari forme procedurali sancite dallo statuto siciliano e senza disporre una correlativa attribuzione di mezzi finanziari. In definitiva, il predetto "trasferimento di funzioni" si è risolto in un puro addossamento alle regioni ad autonomia differenziata, e in particolare alla regione siciliana (il cui territorio, tra tutte, conta un maggior numero di isole minori), dell'onere gestionale e finanziario del rifornimento idrico delle isole minori, "senza spese" per lo Stato. Il decreto legislativo 30 giugno 1998, n. 244, è costituzionalmente illegittimo per le ragioni che di seguito si espongono. 1. - Violazione dell'art. 43 dello statuto siciliano. Violazione delle norme di attuazione dello statuto siciliano in materia di igiene, sanità pubblica ed assistenza sanitaria e/o in materia di comunicazione e trasporti. L'art. 43 dello statuto siciliano impone che la normativa di attuazione dello statuto medesimo venga determinata da una commissione paritetica. Non è dubitabile che il trasferimento di funzioni determinato dal decreto legislativo n. 244 del 1998, qui impugnato, abbisognasse dello speciale procedimento imposto dall'art. 43 dello statuto siciliano, e non escluso, peraltro, dall'art. 55, comma 5, della legge di delega 27 dicembre 1997, n. 449. Secondo l'insegnamento di codesta ecc.ma Corte, infatti, solo in dipendenza di un'attribuzione statutaria ben definita in tutti i suoi aspetti, non sorge la necessità di norme di attuazione (sentenze 15 luglio 1969, n. 136 e 11 maggio 1971, n. 95. D'altronde la stessa circostanza che l'art. 55 della legge n. 449/1997 ha delegato il Governo ad attuare il trasferimento di funzioni de qua (e, di certo, non ha inteso escludere l'osservanza dell'art. 43 dello statuto siciliano) evidenzia, di per se, la necessità di specifiche norme di attuazione in merito. È appena il caso di evidenziare che l'illegittimità costituzionale ora lamentata, non è solo correlata ad una questione di pura forma; infatti, la ponderazione delle norme in questione in sede di confronto e raffronto tra gli interessi e le ragioni dello Stato e della regione, avrebbe portato all'emanazione di una disciplina che tenesse in debito conto tutte le esigenze degli enti interessati e, in definitiva e soprattutto, delle popolazioni delle isole minori in questione. La palese violazione dell'art. 43 dello statuto regionale determina, peraltro, la violazione della vigente normativa di attuazione dello statuto, che, per effetto del decreto legislativo qui impugnato, subisce modificazioni strutturali ad opera di una norma di rango inferiore. È ben nota la posizione, nella gerarchia delle fonti, attribuita alle norme di attuazione dello statuto siciliano, che si pongono in posizione intermedia tra le norme delle leggi costituzionali e quelle delle leggi ordinarie, statali o regionali (Corte costituzionale sentenza n. 151/1972). Il decreto legislativo n. 244/1998, quindi, viola la normativa di attuazione dello statuto regionale in materia di igiene, sanità pubblica ed assistenza sanitaria (d.P.R 9 agosto 1956, n. 1111, e successive modifiche ed integrazioni), attribuendo alla regione siciliana parte dei compiti riservati allo Stato dal quarto comma dell'art. 1 del d.P.R. 9 agosto 1956, n. 1111, nel testo novato dal d.P.R. 13 maggio 1985, n. 256, e specificatamente quelli previsti dall'art. 4, primo comma, n. 2, della legge 23 dicembre 1978, n. 833, in ordine a "igiene e sicurezza in ambienti di vita e di lavoro"; materia quest'ultima in cui è dato ricomprendere, sotto il profilo della tutela della salute anche le funzioni di che trattasi. Nè, in proposito, potrebbe rilevarsi, per eludere la specifica censura testè avanzata, che le funzioni in questione non siano di diretta pertinenza del Ministero della sanità. È oltremodo evidente, infatti, che le funzioni di che trattasi erano state attribuite dalla legislazione statale pregressa al Ministero della difesa solo per ragioni logistiche, essendo detto Ministero in possesso - o autorizzato a dotarsi, in forza dello stanziamento disposto con l'art. 1 della legge 21 dicembre 1978, n. 861 - dei mezzi idonei all'approvvigionamento idrico via mare; ed invero nessuna competenza specifica correlata con la sicurezza e difesa nazionale, di tale Ministero potrebbe venire trasferita alla regione. Ove, invece, l'aspetto prevalente - o uno degli aspetti - delle fuzioni e compiti trasferiti si ravvisi nella fase dell'approvvigionamento idrico sotto il profilo del trasporto dell'acqua, potabile o meno, la violazione si determinerebbe con riferimento alla normativa di attuazione in materia di comunicazioni e trasporti d.P.R 17 dicembre 1953, n 1113, e successive modifiche ed integrazioni), dal momento che la competenza in ordine ai trasporti in questione, sinora riservati e gestiti in ambito nazionale, viene, con il decreto legislativo impugnato, trasferita - salve le eccezioni di particolare necessità, previste in via generale nel medesimo atto, e peraltro da definire concretamente in sede di accordo di programma - alla regione. 2. - Violazione degli artt. 81, comma quarto, 116 e 119 della Costituzione e degli artt. 17 e 19 dello statuto della regione siciliana. L'art. 81, quarto comma, della Costituzione impone il principio generale dell'obbligo di copertura delle nuove o maggiori spese; obbligo che codesta ecc.ma Corte ha sempre ritenuto estendersi oltre il bilancio dello Sato persona in senso stretto obbligando viceversa tutti gli enti rientranti nel complesso della finanza pubblica allargata, e destinato altresì ad operare non soltanto con una efficacia circoscritta all'interno del singolo ente, bensì tale da condizionare anche i rapporti che intercorrono tra enti diversi, reciprocamente ordinati. Il principio costituzionale sancito dall'art. 81, comma 4, non consente dunque al legislatore nazionale - a pena di una illegittima elusione del principio medesimo - di addossare agli enti rientranti nella così detta finanza pubblica allargata, nuove e maggiori spese senza contestualmente indicare i mezzi con cui fare fronte agli oneri imposti (Corte costituzionale 17 dicembre 1981, n. 189 e 8 giugno 1981, n. 92); ciò anche nel presupposto dell'esistente collegamento finanziario tra simili enti e lo Stato, che appare in realtà "dare luogo ad un unico complesso". Si osserva peraltro che - come è stato evidenziato in dottrina - l'obbligo della copertura appare avere anche la finalità di assicurare la razionalità dei processi decisionali; razionalità che esige consapevolezza delle conseguenze indotte sulla situazione finanziaria non soltanto dello Stato, ma anche degli enti sui quali gli oneri sono destinati a gravare. Inoltre, il medesimo principio costituzionale fornisce una garanzia agli enti sottoposti salvaguardando la competenza dei loro bilanci a determinare i relativi equilibri finanziari. Il decreto legislativo impugnato incide invero direttamente sulle attribuzioni regionali, imponendo alla regione lo svolgimento della funzione di rifornimento idrico in precedenza svolta dal Ministero della difesa con l'utilizzo dei propri mezzi, con refluenze quindi non solo organizzatorie, ma anche finanziarie, e con la conseguente lesione, altresì, dell'autonomia garantita dallo statuto speciale. La norma impugnata appare dunque - in conformità peraltro, ai principi desumibili dalla sentenza 11 ottobre l983, n. 307, di codesta ecc.ma Corte - costituzionalmente illegittima, poichè addossa alla regione siciliana un onere del tutto nuovo, in precedenza sostenuto dallo Stato, senza determinare - in contrasto con l'art. l, comma 4, della Costituzione - una apposita copertura finanziaria, ed obbligandola quindi ad imputare al proprio bilancio di previsione, mediante un corrispondente utilizzo di risorse proprie, la spesa occorrente, con la conseguente limitazione, in realtà, oltre che dell'autonomia finanziaria sotto il versante delle uscite, anche dell'autonomia legislativa, che, come effetto indiretto, ne risulterebbe compressa. Va ancora rilevato che il trasferimento di specifiche funzioni e/o competenze dallo Stato alla regione, senza prevedere la contestuale attribuzione delle risorse necessarie all'espletamento delle medesime, altera l'equilibrio tra mezzi finanziari ed insieme delle funzioni e/o competenze, vulnerando così, in violazione degli artt. 116 e 119 della Costituzione, nonchè degli artt. 17 e 19 dello statuto della regione siciliana l'autonomia costituzionalmente riconosciuta. 3. - Violazione dell'art. 21, comma 3, dello statuto della regione siciliana. L'art. 21, terzo comma, dello statuto statuisce che il Presidente della regione "col rango di Ministro partecipa al Consiglio dei Ministri con voto deliberativo nelle materie che interessano la regione". Premesso che, in via generale, in conformità alla costante giurisprudenza costituzionale in materia, la partecipazione dei Presidenti delle regioni (o delle province ad autonomia differenziata) alle sedute del Consiglio dei Ministri nelle quali si discutono questioni di interesse delle rispettive regioni (o province autonome) "si rende necessaria soltanto nei casi in cui l'interesse di quest'ultime possa essere qualificato, oltrechè di particolare rilevanza o intensità, come interesse differenziato, nel senso che dev'essere tale da distaccarsi da quelli generali e comuni a tutte o a una categoria di regioni e da configurarsi come interesse proprio e peculiare della singola regione" (sentenza 31 luglio 1990, n. 38l), va rilevata la particolare pregnanza, ampiezza e specialità della riportata disposizione statutaria che - attribuendo al Presidente della regione il rango di Ministro, sancendo il carattere deliberativo del suo voto e prescrivendo la partecipazione del medesimo ogni qual volta si trattino materie che interessano la regione - comporta una maggiore incisività ed estensione della competenza in questione. Ma anche a voler prescindere dalla peculiarità della competenza attribuita - in maniera differenziata rispetto a quella di cui in analoghe, ma non identiche, previsioni contenute in altri statuti speciali - al Presidente della regione siciliana, che ne differenzierebbe il grado di tutela, si rileva che, in ogni caso, la mancata partecipazione alla riunione del Consiglio dei Ministri del 26 giugno 1998 in cui e stata adottata la deliberazione di approvazione del decreto legislativo impugnato, non ha consentito la tutela degli interessi che si collegano alla regione come ente esponenziale di poteri giuridici di autonomia. Ed invero, considerato che le isole minori riguardate dall'impugnato atto risultano esclusivamente ricomprese - per ciò che concerne le regioni a statuto speciale nei cui confronti, in via apparentemente indifferenziata, si procede a trasferire le funzioni in materia di rifornimento idrico assegnate al Ministero della difesa dall'art 4 della legge 21 dicembre 1978, n. 861 - nell'ambito territoriale di due sole regioni, e specificatamente della regione siciliana e della regione Sardegna, la deliberazione del Consiglio dei Ministri sottostante all'atto impugnato coinvolgeva in concreto interessi regionali qualificati da una "rilevante peculiarità e da una particolare intensita'", che giustificavano quella particolare forma di cooperazione tra organi del più alto livello statale e regionale qual'è quella in esame, e che appare appunto necessaria ed indispensabile in presenza di quegli "interessi che si distaccano da quelli generali come propri e peculiari di singole regioni", cui ha avuto modo di riferirsi codesta ecc.ma Corte nella sentenza n. 545 del 1989. P. Q. M. Voglia codesta ecc.ma Corte costituzionale accogliere il presente ricorso, dichiarando l'illegittimità costituzionale del decreto legislativo impugnato, in quanto lesivo dell'autonomia regionale e posto in essere in contrasto con le procedure previste dall'art. 43 dello statuto della regione siciliana, in violazione dell'art. 21 del medesimo statuto, ed in dispregio degli artt. 81, 116 e 119 della Costituzione. Con riserva di ulteriori deduzioni. Si depositano con il presente atto: 1) Autorizzazione a ricorrere (deliberazione della Giunta regionale n. 269 del 20 agosto 1998); 2) Copia del decreto legislativo 30 giugno 1998, n. 244. Palermo, addì 21 agosto 1998 Avv. Michele Arcadipane - avv. Giovanni Carapezza Figlia 98C1065
Contratti
2007
BANDI DI GARA
BANDI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 59 del 23-5-2007
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2007-05-23&atto.codiceRedazionale=S-5362
PROVINCIA DI MANTOVA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.59 del 23-5-2007)
Procedura aperta per l'affidamento della fornitura di automezzi nuovi per il servizio faunistico-venatorio della provincia di Mantova e contestuale cessione di automezzi usati di proprietà della provincia di Mantova Parte di provvedimento in formato grafico S-5362 (A pagamento).
Corte Costituzionale
2005
ATTI DI PROMOVIMENTO DEL GIUDIZIO DELLA CORTE
1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 4 del 26-1-2005
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2005-01-26&atto.codiceRedazionale=005C1464
N. 112 RICORSO PER LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE 16 dicembre 2004
Ricorso per questione di legittimita' costituzionale depositato in cancelleria il 16 dicembre 2004 (della Regione Marche) Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 in materia di occupazione e mercato del lavoro - Previsione dell'autorizzazione all'esercizio di attivita' di intermediazione dei comuni singoli, o associati nelle unioni di comuni, delle comunita' montane, delle camere di commercio e degli istituti di secondo grado statali e paritari, a condizione che svolgono la predetta attivita' senza fini di lucro - Subordinazione del regime autorizzatorio al previo accertamento dei requisiti, di cui agli artt. 4 e 5 del d.lgs. n. 276/2003 - Ricorso della Regione Marche - Denunciata lesione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro mediante disciplina analitica e di dettaglio - Violazione del principio di liberta' di impresa economica - Violazione dei principi di sussidiarieta' e di adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 2, comma 1. - Costituzione, artt. 41, 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo, secondo e terzo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Procedura di autorizzazione alle attivita' di intermediazione - Previsione di disciplina, da parte delle Regioni, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni e dei principi fondamentali desumibili in materia del decreto legislativo - Previsione, in assenza di autorizzazione a livello nazionale, della possibilita' di esercizio provvisorio delle attivita' con esclusivo riferimento ad una singola Regione - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro - Lesione del principio di liberta' di impresa economica - Lesione dei principi di sussidiarieta' e di adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 2, comma 2. - Costituzione, artt. 41, 77, 117, terzo, quarto e sesto comma e 118, primo, secondo e terzo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Soggetti autorizzati all'attivita' di intermediazione ai sensi dell'art. 2 del d.lgs. n. 276 del 2003 - Divieto di svolgere attivita' di intermediazione nella forma del consorzio - Soggetti autorizzati da una singola regione - Divieto di operare a favore di imprese con sede legale in altre regioni - Ricorso della Regione Marche - Denunciata lesione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione del principio di liberta' di impresa economica - Lesione dei principi di sussidiarieta' e di adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 2, comma 3. - Costituzione, artt. 41, 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo, secondo e terzo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Inadempimento nell'erogazione delle funzioni attribuibile alla responsabilita' esclusiva del datore di lavoro e tale da impedire la realizzazione della finalita' di cui agli artt. 48, comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, del d.lgs. n. 276 del 2003 - Obbligo in tale ipotesi del datore di lavoro di versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sia stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di apprendistato, maggiorata del 100 per cento - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di formazione professionale e di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 11. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Gravi inadempienze nella realizzazione del progetto individuale di inserimento di cui sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e tali da impedire la realizzazione delle finalita' di cui all'art. 54, comma 1 del d.lgs. n. 276 del 2003 - Obbligo, in tale ipotesi, del datore di lavoro di versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di inserimento, maggiorata del 100 per cento - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di formazione professionale e di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 12. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Incentivi economici previsti dalla disciplina vigente in materia di contratto di formazione e lavoro - Applicazione ai soli lavoratori di cui all'art. 54, comma 1, lett. b), c), e) ed f), del d.lgs. n. 276 del 2003, nel rispetto del regolamento CE n. 2204/2002 della Commissione - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di formazione professionale e di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 13. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Disciplina transitoria dei contratti di formazione e lavoro - Limiti per l'accesso ai benefici economici - Attribuzione all'INPS dello scrutinio della domanda per l'accesso ai benefici economici secondo i criteri fissati del decreto legislativo - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di formazione professionale e di tutela e sicurezza del lavoro - Lesione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 14. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Attivita' lavorative - Determinazione della retribuzione massima del lavoro accessorio - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro - Violazione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 16. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. Lavoro e occupazione - Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Disciplina della modalita' di svolgimento del lavoro accessorio - Conferimento al Ministro del lavoro e delle politiche sociali del potere di individuare con proprio decreto le aree metropolitane ed il concessionario del servizio, nonche' di regolamentare criteri e modalita' per il versamento dei contributi assicurativi e previdenziali - Ricorso della Regione Marche - Denunciata violazione della sfera di competenza regionale in materia di tutela e sicurezza del lavoro - Lesione dei principi di sussidiarieta' ed adeguatezza - Eccesso di delega. - Decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251, art. 17. - Costituzione, artt. 77, 117, terzo, quarto e sesto comma, e 118, primo e secondo comma. (005C1464) (GU 1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n.4 del 26-1-2005)
Ricorso per la Regione Marche, in persona del Presidente pro tempore della Giunta regionale, a ciò autorizzato con deliberazione della Giunta regionale n. 1462 del 2 dicembre 2004, rappresentato e difeso dall'avv. prof. Stefano Grassi del Foro di Firenze ed elettivamente domiciliato presso lo studio di quest'ultimo in Roma, piazza Barberini n. 12, come da procura speciale per atto del notaio Sabatini di Ancona rep. n. 36.269 del 7 dicembre 2004; Contro lo Stato, in persona del Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, per la dichiarazione di illegittimità costituzionale degli artt. 2, 11, 12, 13, 14, 16 e 17 del decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 239 dell'11 ottobre 2004), che reca «Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, in materia di occupazione e mercato del lavoro», per violazione degli artt. 41, 77, 117, 118 Cost. 1. - La Regione Marche ha sollevato questione di legittimità costituzionale di diverse norme della L. 14 febbraio 2003, n. 30 (Delega al Governo in materia di occupazione e lavoro), in particolare degli artt. 1 (Delega al Governo per la revisione della disciplina dei servizi pubblici e privati per l'impiego, nonchè in materia di intermediazione e interposizione privata nella somministrazione di lavoro), comma 1; comma 2, lettera a), lettera b), lettera c), lettera d), lettera e), lettera f), lettera h), lettera l), lettera m); 2 (Delega al Governo in materia di riordino dei contratti a contenuto formativo e di tirocinio) comma 1, lettera b), lettera c), lettera d), lettera e), lettera f), lettera h), lettera i); 3 (Delega al Governo in materia di riforma della disciplina del lavoro a tempo parziale) comma 1, lettera a), lettera b), lettera c); 8 (Delega al Governo per la razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro), con ricorso pendente davanti a questa Corte con n. 41/2003, discusso all'udienza del 12 ottobre 2004. 2. - La Regione Marche ha, successivamente, sollevato questione di legittimità costituzionale delle seguenti norme contenute nel decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276, con ricorso pendente davanti a questa Corte con n. 92/2003, discusso all'udienza del 12 ottobre 2004: art. 3, comma 2, per la parte in cui dispone il mantenimento da parte delle Province delle funzioni amministrative attribuite dal decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469; art. 4, che disciplina le «agenzie per il lavoro», in particolare del comma 2, per la parte in cui riserva al Ministero del lavoro e delle politiche sociali l'autorizzazione delle «agenzie per il lavoro» con efficacia per l'intero territorio nazionale; art. 6, che individua taluni «regimi particolari di attuazione» per lo svolgimento dell'attività di intermediazione da parte di soggetti pubblici e privati, in particolare del comma 6, per la parte in cui limita l'efficacia dell'autorizzazione conferita alle «agenzie per il lavoro» dalle Regioni con esclusivo riferimento al proprio territorio; art. 47, che definisce le tipologie e i limiti quantitativi dei «rapporti di apprendistato»; art. 48, che disciplina il contenuto del contratto di apprendistato; art. 49, che disciplina il rapporto di «apprendistato professionalizzante»; art. 50, che disciplina il rapporto di «apprendistato per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta funzione»; art. 51, che detta norma in materia di «crediti formativi» dell'apprendista; art. 52, che disciplina il «repertorio delle professioni» istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali; art. 53, che disciplina gli incentivi economici, normativi e previdenziali del rapporto di apprendistato; art. 54, che definisce il campo di applicazione del «contratto di inserimento»; art. 55, che delinea la nozione di «progetto individuale di inserimento»; art. 56, che disciplina la forma del «contratto di inserimento»; art. 57, che disciplina la durata del contratto di inserimento; art. 58, che detta norme sulla disciplina del contratto di inserimento; art. 59, che detta norme per gli incentivi economici e normativi per quanto riguarda il contratto di inserimento; art. 60, che disciplina i «tirocini estivi di orientamento»; art. 70, che definisce le «prestazioni di lavoro accessorio»; art. 71, che delinea il campo di applicazione dell'attività di «lavoro accessorio»; art. 72, che disciplina il «lavoro accessorio»; art. 73, che prevede il coordinamento a livello informativo tra INPS, INAIL e Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di «lavoro accessorio»; art. 74, che identifica talune tipologie di prestazioni che non integrano un rapporto di lavoro autonomo e subordinato. 3. - Il 6 ottobre 2004 è stato quindi emanato il decreto legislativo n. 251, che prevede disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, in materia di occupazione e lavoro, in particolare, le seguenti: l'art. 2 prevede che «1. All'articolo del decreto legislativo, il comma 2 è sostituito dal seguente: "2. Sono altresì autorizzati allo svolgimento della attività di intermediazione, secondo le procedure di cui al comma 6, i comuni singoli o associati nelle forme delle unioni di comuni e delle comunità montane, le camere di commercio e gli istituti di scuola secondaria di secondo grado, statali e paritari a condizione che svolgano la predetta attività senza finalità di lucro e che siano rispettati i requisiti di cui alle lettere c), f) e g), del comma 1, dell'art. 5, nonchè l'invio di ogni informazione relativa al funzionamento del mercato del lavoro ai sensi di quanto disposto dall'art. 17". 2. All'articolo 6 del decreto legislativo, il comma 8 è sostituito dal seguente: "8. Le procedure di autorizzazione di cui ai commi 6 e 7 sono disciplinate dalle regioni nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni e dei principi fondamentali desumibili in materia dal presente decreto. In attesa delle normative regionali, i soggetti autorizzati ai sensi della disciplina previgente allo svolgimento della attività di intermediazione, nonchè i soggetti di cui al comma 3, che non intendono richiedere l'autorizzazione a livello nazionale possono continuare a svolgere, in via provvisoria e previa comunicazione al Ministero del lavoro e delle politiche sociali dell'ambito regionale, le attività oggetto di autorizzazione con esclusivo riferimento ad una singola regione. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali provvede alla iscrizione dei predetti soggetti, in via provvisoria e previa verifica che l'attività si sia svolta nel rispetto della normativa all'epoca vigente, nella sezione regionale dell'albo di cui all'art. 4, comma 1". 3. All'articolo 6 del decreto legislativo, dopo il comma 8 è aggiunto il seguente: "8-bis. I soggetti autorizzati ai sensi del presente articolo non possono in ogni caso svolgere l'attività di intermediazione nella forma del consorzio, i soggetti autorizzati da una singola regione, ai sensi dei commi 6, 7, e 8, non possono operare a favore di imprese con sede legale in altre regioni»; l'art. 11 prevede che: «1. All'articolo 53, comma 3, del decreto legislativo, il secondo periodo è sostituito dai seguenti: "In caso di inadempimento nella erogazione della formazione di cui sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e che sia tale da impedire la realizzazione delle finalità di cui agli articoli 48, comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, il datore di lavoro è tenuto a versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con nferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di apprendistato, maggiorata del 100 per cento. La maggiorazione così stabilita esclude l'applicazione di qualsiasi altra sanzione prevista in caso di omessa contribuzione"»; l'art. 12 prevede che: «1. All'articolo 55 del decreto legislativo, il comma 5 è sostituito dal seguente: "5. In caso di gravi inadempienze nella realizzazione del progetto individuale di inserimento di cui sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e che siano tali da impedire la realizzazione delle finalità di cui all'articolo 54, comma 1, il datore di lavoro è tenuto a versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di inserimento, maggiorata del 100 per cento. La maggiorazione così stabilita esclude l'applicazione di qualsiasi altra sanzione prevista in caso di omessa contribuzione"»; l'art. 13 prevede che «1. All'articolo 59, comma 3, dopo le parole: "lettere b), c), d), e), ed f)" sono aggiunte le seguenti: "nel rispetto del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 5 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle comunità Europee il 13 dicembre 2002"»; l'art. 14 prevede che «1. Dopo l'articolo 59 del decreto legislativo è inserito il seguente: "Art. 59-bis (Disciplina transitoria dei contratti di formazione e lavoro). 1. Ai contratti di formazione e lavoro stipulati dal 24 ottobre 2003 e fino al 31 ottobre 2004, sulla base di progetti autorizzati entro il 23 ottobre 2003, si applica la disciplina vigente prima della data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, ad eccezione dei benefici economici previsti in materia di contratti di formazione e lavoro, per i quali si applica la disciplina di cui al comma 2. 2. Per poter accedere ai benefici economici previsti dalla disciplina vigente prima della data del 24 ottobre 2003 in materia di contratti di formazione e lavoro, nel limite massimo complessivo di 16.000 lavoratori, i datori di lavoro, che abbiano stipulato i contratti di cui al comma 1, devono presentare, entro trenta giorni dalla stipula, domanda all'INPS contenente l'indicazione del numero dei contratti stipulati. Alla domanda va allegata copia delle rispettive autorizzazioni. 3. L'I.N.P.S. ammette, entro il trenta novembre 2004 e nel limite numerico di cui al comma 2, l'accesso ai benefici economici di cui allo stesso comma 2, secondo il criterio della priorità della data della stipula del contratto di formazione e lavoro. L'accesso ai benefici è comunque concesso in via prioritaria ai contratti di formazione e lavoro stipulati nell'ambito di contratti d'area o patti territoriali". 2. Per i contratti di formazione e lavoro già stipulati, il termine della presentazione delle domande di cui al comma 2, dell'art. 59-bis del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, decorre dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo». l'art. 16 prevede che: «1. All'articolo 70, comma 2, del decreto legislativo, le parole: "a 3 mila euro" sono sostituite dalle seguenti: "a 5 mila euro"»; l'art. 17 prevede che: «1. L'articolo 72 del decreto legislativo è sostituito dal seguente: "Art. 72 (Disciplina del lavoro accessorio). 1. Per ricorrere a prestazioni di lavoro accessorio, i beneficiari acquistano presso le rivendite autorizzate uno o più carnet di buoni per prestazioni di lavoro accessorio il cui valore nominale è fissato con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, da adottarsi entro trenta giorni e periodicamente aggiornato. 2. Tale valore nominale è stabilito tenendo conto della media delle retribuzioni rilevate per le attività lavorative affini a quelle di cui all'articolo 70, comma 1, nonchè del costo di gestione del servizio. 3. Il prestatore di lavoro accessorio percepisce il proprio compenso presso il concessionario, di cui al comma 5, all'atto della restituzione dei buoni ricevuti dal beneficiario della prestazione di lavoro accessorio. Tale compenso è esente da qualsiasi imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato del prestatore di lavoro accessorio. 4. Il concessionario provvede al pagamento delle spettanze alla persona che presenta i buoni, registrandone i dati anagrafici e il codice fiscale; effettua il versamento per suo conto dei contributi per fini previdenziali all'INPS, alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in misura pari al 13 per cento del valore nominale del buono, e per fini assicurativi contro gli infortuni all'INAIL, in misura pari al 7 per cento del valore nominale del buono, e trattiene l'importo autorizzato dal decreto, di cui al comma 1, a titolo di rimborso spese. 5. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto, individua le aree metropolitane e il concessionario del servizio attraverso cui avviare una prima fase di sperimentazione delle prestazioni di lavoro accessorio e regolamenta criteri e modalità per il versamento dei contributi di cui al comma 4 e delle relative coperture assicurative e previdenziali". 2. Il termine per l'adozione del decreto di cui al comma 1 dell'articolo 72 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, decorre dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo». 4. - Le modifiche così apportate alle norme già impugnate del D.lgs. 10 settembre 2003, n. 276, invece di rimuoverne i precetti ritenuti illegittimi, ne confermano la portata, risultando, pertanto, lesive delle competenze costituzionalmente garantite dalla nostra Costituzione. In particolare, l'emanazione del decreto correttivo 251 del 2004 non determina la cessazione della materia del contendere con riferimento alla questione di legittimità costituzionale degli articoli 6, 53, 55, 59, 70, 72 del d.lgs. 10 settembre 2003 n. 276, perchè contiene norme che li modifica senza rimuoverne i profili di illegittimità già censurati, laddove la cessazione della materia del contendere si configura, come afferma questa Corte solo se «la norma sopravvenuta soddisfa pienamente le pretese del ricorrente, essendo stato rimosso il precetto normativo censurato» (Corte costituzionale (ord.), 7 maggio 2004, n. 137, ultimo considerato). È, infatti, evidente che la disciplina delineata dalle norme del decreto correttivo che si impugna conferma regole in grado di impedire il libero ed autonomo esercizio delle funzioni legislative regionali in materia di tutela e sicurezza del lavoro, materia attribuita alla competenza concorrente delle Regioni dal terzo comma dell'art. 117 Cost., nonchè in materia di formazione e istruzione professionale, di competenza legislativa regionale esclusiva, ai sensi dell'art. 117, quarto comma, Cost., ponendosi così in contrasto con il ruolo specificamente riservato allo Stato nella legislazione concorrente; limitato dalla norma costituzionale alla determinazione dei principi fondamentali della materia. Principi che devono tradursi in «norme-principio chiare ed omogenee, tenendo peraltro conto che non tutte le disposizioni che in tal senso si autoqualificano, nè "il loro compiuto tenore letterale" costituiscono in ogni caso «principi della legislazione dello Stato", ma soltanto "i nuclei essenziali del contenuto normativo" che tali disposizioni esprimono (sentenza n. 482 del 1995)» (afferma questa Corte nella recente sentenza 28 luglio 2004, n. 280, punto 3 parte in diritto). Le norme impugnate con il presente ricorso fissano inoltre principi e regole dei settori trattati, che sono in grado di condizionare in modo assorbente il potere regolamentare e l'esercizio delle funzioni amministrative da parte della Regione ricorrente. Ciò in violazione della riserva alla Regione della funzione regolamentare e della funzione amministrativa nelle materie di sua competenza legislativa, così come stabilito dall'art. 117, sesto comma, della Costituzione, nonchè dall'art. 118 Cost. La Regione Marche ritiene, altresì, che il d.lgs. n. 251 del 2004, invadendo le proprie attribuzioni costituzionali, si discosti dalle stesse prescrizioni della legge di delegazione n. 30 del 2003, violando l'art. 77 Cost. La legge n. 30 del 2003 infatti, nel conferire la delega al Governo, afferma, in linea di principio, che l'esercizio del potere legislativo delegato deve avvenire «nel rispetto delle competenze affidate alle regioni in materia di tutela e sicurezza del lavoro dalla legge di revisione costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3» (art. 1, comma 1). Tale disciplina, lesiva delle competenze costituzionalmente spettanti alla Regione ricorrente, è illegittima costituzionalmente per i seguenti motivi di diritto. 5. - Illegittimità dell'art. 2 del decreto legislativo n. 251 del 6 ottobre 2004, per violazione degli artt. 41, 117, terzo, quarto e sesto comma Cost.; nonchè con riferimento all'art. 118, primo, secondo e terzo comma Cost., anche in relazione all'art. 77 Cost. L'art. 2, primo comma del D.lgs. 251 del 2004 sostituisce il comma 2 dell'art. 6 del D.lgs. 276/2003, nella parte in cui autorizzava allo svolgimento dell'attività di intermediazione «secondo le procedure di cui all'articolo 4 o di cui al comma 6 del presente articolo i comuni, le camere di commercio e gli istituti di scuola secondaria di secondo grado, statali e paritari». In particolare il testo del comma 2 dell'art. 6 modificato non prevede più, per il procedimento di autorizzazione relativo all'attività di intermediazione, le procedure dell'art. 4, riportandosi solo a quelle previste dall'art. 6, comma 6 e, inoltre, amplia i soggetti destinatari, includendovi "i comuni singoli o associati nelle forme delle unioni di comuni e delle comunità montane". Da una parte, quindi, tra i regimi particolari di autorizzazione, non sono più compresi quelli sottoposti alle procedure di rilascio da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 4), dall'altra i regimi che residuano dalla modifica apportata ovvero «concessi dalle regioni e dalle province autonome» (art. 6, comma 6), sono comunque subordinati al «previo accertamento dei requisiti di cui agli articoli 4 e 5», requisiti puntualmente definiti dalla normativa statale, con conseguente violazione dell'art. 117, terzo comma Cost. La circoscritta estensione territoriale in relazione alla validità dell'autorizzazione concessa dalla Regione si configura inoltre quale violazione del principio di libertà di impresa economica con riferimento all'art. 41 Cost. Analoga censura deve essere formulata con riferimento al terzo comma dell'art. 2 del D.lgs. 251/2004, che aggiunge all'art. 6 del D.lgs. 276/2003, il comma 8-bis, limitando l'operatività dei soggetti così autorizzati, in quanto «non possono in ogni caso svolgere l'attività di intermediazione nella forma del consorzio. I soggetti autorizzati da una singola regione, ai sensi dei commi 6, 7, e 8, non possono operare a favore di imprese con sede legale in altre regioni». È evidente la lesione del principio di libertà dell'impresa economica in relazione all'art. 41 Cost., difatti «emerge una nozione unitaria di mercato che non consente la creazione di artificiose barriere territoriali all'espandersi dell'impresa e al diritto di questa di calibrare le proprie strutture organizzative sulla propria capacità produttiva» (cfr. sent. di questa Corte, n. 362/1998). L'art. 2, secondo comma, del D.lgs. 251/2004, che sostituisce il comma 8 dell'art. 6 del D.lgs. 276/2003, risulta parimenti illegittimo. È vero che, con la modifica apportata, non è più previsto che sia il Ministro del lavoro e delle politiche sociali a stabilire con decreto le modalità di costituzione della apposita sezione regionale dell'albo di cui all'articolo 4, comma 1 e delle procedure ad essa connesse (secondo la versione precedente dell'art. 6, comma 8), ma la norma nel testo sostituito, prevedendo che «le procedure di autorizzazione di cui ai commi 6 e 7 sono disciplinate dalle regioni nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni e dei principi fondamentali desumibili in materia dal presente decreto», viola la competenza garantita dall'art. 117, terzo comma Cost., dal momento che i «principi fondamentali desumibili in materia dal presente decreto» in realtà si traducono in norme puntualmente dettagliate. In altri termini, i «particolari regimi di autorizzazione» di cui all'art. 6 sono funzioni amministrative che rientrano nell'ambito della tutela e della sicurezza del lavoro di cui all'art. 117, terzo comma Cost., mentre il legislatore statale fissa una disciplina puntuale di questa materia, sottraendo la possibilità di un esercizio coerente della competenza legislativa regionale (con violazione anche in questo caso sia della competenza legislativa concorrente, a norma dell'art. 117, terzo comma, Cost., sia delle competenze regolamentari ed amministrative di cui agli artt. 117, sesto comma, e 118 Cost.). È, inoltre, evidente che il comma 8 dell'art. 6, nel testo sostituito, nella parte in cui prevede che «in attesa delle normative regionali, i soggetti autorizzati ai sensi della disciplina previgente allo svolgimento della attività di intermediazione, nonchè i soggetti di cui al comma 3, che non intendono richiedere l'autorizzazione a livello nazionale possono continuare a svolgere, in via provvisoria e previa comunicazione al Ministero del lavoro e delle politiche sociali dell'ambito regionale, le attività oggetto di autorizzazione con esclusivo riferimento ad una singola regione. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali provvede alla iscrizione dei predetti soggetti, in via provvisoria e previa verifica che l'attività si sia svolta nel rispetto della normativa all'epoca vigente, nella sezione regionale dell'albo di cui all'art. 4, comma 1», si pone in violazione dell'art. 118 Cost. Questa Corte ha chiarito, infatti, che «la concreta allocazione delle funzioni amministrative ai vari livelli di governo non puo prescindere da un intervento legislativo (statale o regionale, a seconda della ripartizione della competenza legislativa in materia), che deve, di volta in volta, manifestare la prevalenza del criterio generale di allocazione al livello comunale ovvero la necessaria preminente considerazione di esigenze unitarie che impongono una allocazione diversa: in questo contesto, il nuovo art. 118, secondo comma, della Costituzione, stabilisce che i comuni (oltre che le Province e le Città metropolitane) sono titolari sia di "funzioni amministrative proprie" sia di funzioni "conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze")» (Corte Costituzionale, 11 giugno 2004, n. 172, punto 4 parte in diritto). Di conseguenza, una deroga alla potestà regolamentare degli enti locali in merito alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni conferite «si inserisce nell'ambito della previsione del sesto comma dell'art. 117, come attuato dall'art. 4, comma 4, della legge n. 131 del 2003, secondo cui la potestà regolamentare dell'ente locale in materia di organizzazione e svolgimento delle funzioni si esplica nell'ambito delle leggi statali e regionali, che ne assicurano i requisiti minimi di uniformita» (Corte costituzionale, 2 dicembre 2004, n. 372, punto 5 parte in diritto). Questo significa che i principi di sussidiarietà e adeguatezza «convivono con il normale riparto di competenze legislative contenuto nel Titolo V e possono giustificarne una deroga solo se la valutazione dell'interesse pubblico sottostante all'assunzione di funzioni regionali da parte dello Stato sia proporzionata, non risulti affetta da irragionevolezza alla stregua di uno scrutinio stretto di costituzionalità, e sia oggetto di un accordo stipulato con la Regione interessata». Pertanto, «per giudicare se una legge statale che occupi questo spazio sia invasiva delle attribuzioni regionali o non costituisca invece applicazione dei principi di sussidiarietà ed adeguatezza, diviene elemento valutativo essenziale la previsione di un'intesa fra lo Stato e le Regioni interessate, alla quale sia subordinata l'operatività della disciplina» (Corte Costituzionale, 16 luglio 2004, n. 233, punto 3 parte in diritto). 6. - Illegittimità degli artt. 11, 12, 13, 14 del decreto legislativo n. 251 del 6 ottobre 2004 con particolare riferimento all'art. 117, terzo, quarto e sesto comma Cost., nonchè con riferimento all'art. 118 primo e secondo comma Cost., anche in relazione all'art. 77 Cost. L'art. 11 del D.lg. 251/2004 prevede che: «1. All'articolo 53, comma 3, del decreto legislativo, il secondo periodo è sostituito dai seguenti: "In caso di inadempimento nella erogazione della formazione di cui sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e che sia tale da impedire la realizzazione delle finalità di cui agli articoli 48, comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, il datore di lavoro è tenuto a versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di apprendistato, maggiorata del 100 per cento. La maggiorazione così stabilita esclude l'applicazione di qualsiasi altra sanzione prevista in caso di omessa contribuzione"». La precedente formulazione del secondo periodo del terzo comma dell'art. 53 prevedeva che «in caso di inadempimento nella erogazione della formazione di cui sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e che sia tale da impedire la realizzazione delle finalità di cui agli articoli 48, comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, il datore di lavoro è tenuto a versare la quota dei contributi agevolati maggiorati del 100 per cento». L'art. 12 del D.lg. 251/2004 prevede che «1. All'articolo 55 del decreto legislativo, il comma 5 è sostituito dal seguente: "5. In caso di gravi inadempienze nella realizzazione del progetto individuale di inserimento di cui sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e che siano tali da impedire la realizzazione delle finalità di cui all'articolo 54, comma 1, il datore di lavoro è tenuto a versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore al termine del periodo di inserimento, maggiorata del 100 per cento. La maggiorazione così stabilita esclude l'applicazione di qualsiasi altra sanzione prevista in caso di omessa contribuzione"». La precedente formulazione del quinto comma dell'art. 55 prevedeva che «in caso di gravi inadempienze nella realizzazione del progetto individuale di inserimento il datore di lavoro è tenuto a versare la quota dei contributi agevolati maggiorati del 100 per cento». L'art. 13 prevede che «1. All'articolo 59, comma 3, dopo le parole: "lettere b), c), d), e), ed f)" sono aggiunta le seguenti: "nel rispetto del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 5 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle comunità Europee il 13 dicembre 2002"», per cui il testo del comma 3 dell'art. 59 così modificato risulta il seguente: «In attesa della riforma del sistema degli incentivi alla occupazione, gli incentivi economici previsti dalla disciplina vigente in materia di contratto di formazione e lavoro trovano applicazione con esclusivo riferimento ai lavoratori di cui all'art. 54, comma 1, lettere b), c), d), e), ed f), nel rispetto del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 5 dicembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle comunità europee il 13 dicembre 2002"». L'art. 14 prevede che «1. Dopo l'articolo 59 del decreto legislativo è inserito il seguente: "Art. 59-bis (Disciplina transitoria dei contratti di formazione e lavoro). 1. Ai contratti di formazione e lavoro stipulati dal 24 ottobre 2003 e fino al 31 ottobre 2004, sulla base di progetti autorizzati entro il 23 ottobre 2003, si applica la disciplina vigente prima della data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, ad eccezione dei benefici economici previsti in materia di contratti di formazione e lavoro, per i quali si applica la disciplina di cui al comma 2. 2. Per poter accedere ai benefici economici previsti dalla disciplina vigente prima della data del 24 ottobre 2003 in materia di contratti di formazione e lavoro, nel limite massimo complessivo di 16.000 lavoratori, i datori di lavoro, che abbiano stipulato i contratti di cui al comma 1, devono presentare, entro trenta giorni dalla stipula, domanda all'INPS contenente l'indicazione del numero dei contratti stipulati. Alla domanda va allegata copia delle rispettive autorizzazioni. 3. L'I.N.P.S. ammette, entro il trenta novembre 2004 e nel limite numerico di cui al comma 2, l'accesso ai benefici economici di cui allo stesso comma 2, secondo il criterio della priorità della data della stipula del contratto di formazione e lavoro. L'accesso ai benefici è comunque concesso in via prioritaria ai contratti di formazione e lavoro stipulati nell'ambito di contratti d'area o patti territoriali». 2. Per i contratti di formazione e lavoro già stipulati, il termine della presentazione delle domande di cui al comma 2, dell'art. 59-bis del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, decorre dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo». Gli articoli 11 e 12 si traducono in precetti invasivi delle competenze regionali garantite dall'art. 117, quarto comma Cost., regolando in modo esauriente le inadempienze relative al contratto di apprendistato (art. 11, primo comma, che sostituisce il secondo periodo dell'art. 53, terzo comma del D.lgs. 276/2003) e al contratto di inserimento (art. 12, che sostituisce il quinto comma dell'art. 55 D.lgs. 276/2003), quindi aspetti attinenti alla formazione professionale. Si osservi, fra l'altro, che, in data 14 ottobre 2004, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha emanato la circolare n. 40/2004, che all'art. 8 (Disciplina sanzionatoria), conferma tale ingerenza prevedendo che «l'inadempimento formativo imputabile al datore di lavoro sarà valutato sulla base del percorso di formazione previsto all'interno del piano formativo e di quanto regolamentato dalla disciplina regionale». Perciò le impugnate disposizioni si pongono in contrasto con l'art. 117 Cost. perchè violano la competenza residuale riservata alle Regioni in materia di formazione professionale (art. 117, quarto comma), che esula dalla fissazione dei livelli essenziali dei diritti civili e sociali, nonchè la competenza concorrente in materia di tutela e sicurezza del lavoro (art. 117, terzo comma, Cost.), posto che la disciplina del contratto di apprendistato e del progetto di inserimento è riconducibile oltre che alla formazione professionale, anche alle politiche attive del lavoro. Analoga censura deve essere formulata con riferimento all'introduzione dell'art. 59-bis operata dall'art. 14 D.lgs. 251/2004 sulla «Disciplina transitoria dei contratti di formazione e lavoro» e all'art. 13 (che modifica l'art. 59, terzo comma del D.lgs. 276/2003) che individua e delimita i beneficiari degli incentivi economici previsti dalla disciplina vigente in materia di contratto di formazione e lavoro. Sulla stessa linea, fra l'altro, è intervenuto il D.M. del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, approvato ma non ancora pubblicato, che, in senso - ulteriormente restrittivo, prevede all'art. 3, che «gli incentivi economici di cui all'articolo 59, comma 3, del decreto legislativo n. 276 del 2003, si applicano ai contratti stipulati ai sensi dell'articolo 54, comma 1, lettera e) del medesimo decreto legislativo solo ove le lavoratrici siano residenti nei territori di cui all'articolo 2 del presente decreto». Anche in questo caso le regole fissate dal legislatore delegato risultano lesive delle competenze legislative regionali, per la parte in cui escludono la possibilità per le Regioni di intervenire nella disciplina in un settore che investe non soltanto la tutela e la sicurezza del lavoro ma anche le materie della formazione professionale e dell'istruzione (materie quest'ultime riservate alla potestà legislativa esclusiva della Regione, ai sensi dell'art. 117, quarto comma, Cost. e, conseguentemente, alla potestà regolamentare, di cui all'art. 117, sesto comma, ed amministrativa, di cui all'art. 118 Cost.). La competenza riconosciuta allo Stato dall'art. 117, comma 1 cost., in materia di ordinamento civile, peraltro, non può giustificare la disciplina di principio relativa ai rapporti interprivati che si instaurano nell'ambito della contrattazione tra lavoratori e datori di lavoro, operando in un momento successivo e necessariamente conforme all'assetto delle competenze legislative fissate dalla Costituzione. La stessa Corte, con riferimento al contratto di apprendistato, del resto ha ammesso che la competenza legislativa regionale possa incidere sui rapporti privati mediante la disciplina di profili pubblicistici del contratto (Corte costituzionale, 23 giugno 1988, n. 691, punto 2 parte in diritto). In definitiva, gli articoli 11, 12, 13 e 14 del D.lgs. n. 251 del 2004, in quanto disciplinano non soltanto i rapporti interprivati di lavoro ma disciplina in particolare i servizi pubblici e privati attinenti al mercato del lavoro e alle politiche attive e passive che vi sono connesse; nonchè, nella parte in cui tocca i temi della istruzione e formazione professionale è viceversa da considerare lesivo delle competenze costituzionalmente spettanti alla Regione ricorrente e costituzionalmente illegittimo. 7. - Illegittimità degli artt. 16 e 17 del decreto legislativo n. 251 del 6 ottobre 2004 con particolare riferimento all'art. 117, terzo, quarto e sesto comma Cost., nonchè con riferimento all'art. 118, primo e secondo comma Cost., anche in relazione all'art. 77 Cost. Gli artt. 16 e 17 del decreto legislativo n. 251 del 2004 modificano la disciplina delle prestazioni occasionali di tipo accessorio. L'art. 16 prevede che: «1. All'articolo 70, comma 2, del decreto legislativo, le parole: "a 3 mila euro" sono sostituite dalle seguenti: "a 5 mila euro"», per cui il testo del comma 2 dell'art. 70 così modificato risulta il seguente: «2. Le attività lavorative di cui al comma 1, anche se svolte a favore di più beneficiari, configurano rapporti di natura meramente occasionale e accessoria, intendendosi per tali le attività che coinvolgono il lavoratore per una durata complessiva non superiore a trenta giorni nel corso dell'anno solare e che, in ogni caso, non danno complessivamente luogo a compensi superiori a 5 mila euro sempre nel corso di un anno solare"». L'art. 17 prevede che: «1. L'articolo 72 del decreto legislativo è sostituito dal seguente: "Art. 72 (Disciplina del lavoro accessorio). - 1. Per ricorrere a prestazioni di lavoro accessorio, i beneficiari acquistano presso le rivendite autorizzate uno o più carnet di buoni per prestazioni di lavoro accessorio il cui valore nominale è fissato con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, da adottarsi entro trenta giorni e periodicamente aggiornato. 2. Tale valore nominale è stabilito tenendo conto della media delle retribuzioni rilevate per le attività lavorative affini a quelle di cui all'articolo 70, comma 1, nonchè del costo di gestione del servizio. 3. Il prestatore di lavoro accessorio percepisce il proprio compenso presso il concessionario, di cui al comma 5, all'atto della restituzione dei buoni ricevuti dal beneficiario della prestazione di lavoro accessorio. Tale compenso è esente da qualsiasi imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato del prestatore di lavoro accessorio. 4. Il concessionario provvede al pagamento delle spettanze alla persona che presenta i buoni, registrandone i dati anagrafici e il codice fiscale; effettua il versamento per suo conto dei contributi per fini previdenziali all'INPS, alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in misura pari al 13 per cento del valore nominale del buono, e per fini assicurativi contro gli infortuni all'INAIL, in misura pari al 7 per cento del valore nominale del buono, e trattiene l'importo autorizzato dal decreto, di cui al comma 1, a titolo di rimborso spese. 5. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto, individua le aree metropolitane e il concessionario del servizio attraverso cui avviare una prima fase di sperimentazione delle prestazioni di lavoro accessorio e regolamenta criteri e modalità per il versamento dei contributi di cui al comma 4 e delle relative coperture assicurative e previdenziali". 2. Il termine per l'adozione del decreto di cui al comma 1 dell'articolo 72 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, decorre dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo». Anche gli articoli 16 e 17 risultano lesivi delle competenze legislative regionali, per la parte in cui escludono la possibilità per le Regioni di intervenire nella disciplina di questo settore, che riguarda la promozione del lavoro e di conseguenza la materia delle politiche attive afferente alla tutela e la sicurezza del lavoro. L'art. 16, che modifica l'art. 70 del D.lgs. 276/2003, individua la retribuzione massima delle prestazioni di lavoro accessorio. L'art. 17, che sostituisce l'art. 72 del D.lgs. 276/2003, da un lato, prevede una dettagliata disciplina delle modalità di svolgimento del lavoro accessorio, in violazione dell'art. 117, terzo comma Cost., dall'altro, in particolare al quinto comma, conferendo al Ministro del lavoro e delle politiche sociali la legittimazione ad individuare con proprio decreto, le aree metropolitane e il concessionario del servizio attraverso cui avviare una prima fase di sperimentazione delle prestazioni di lavoro accessorio e regolamentare criteri e modalità per il versamento dei contributi assicurativi e previdenziali, attribuisce potestà regolamentare al Ministro in violazione dell'art. 117, sesto comma Cost., che esclude la possibilità per lo Stato di intervenire» con atti normativi di rango sublegislativo» (Corte Costituzionale, 27 ottobre 2003, n. 329, punto 4 parte in diritto). P. Q. M. Si chiede che questa ecc.ma Corte dichiari l'illegittimità costituzionale degli artt. 2, 11, 12, 13, 14, 16 e 17 del decreto legislativo 6 ottobre 2004, n. 251 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 239 dell'11 ottobre 2004), che reca disposizioni correttive del d.lgs. 276/2003 in materia di occupazione e mercato del lavoro, per violazione degli artt. 41, 77, 117, 118 Cost. Firenze - Roma, addì 7 dicembre 2004 Prof. avv. Stefano Grassi 05C1464
Contratti
2020
AVVISI E BANDI DI GARA
ENTI DEL SETTORE SANITARIO
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 11 del 29-1-2020
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-01-29&atto.codiceRedazionale=TX20BFK2010
AZIENDA SANITARIA PESCARA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.11 del 29-1-2020)
Bando di gara SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE. Azienda Sanitaria Pescara. Sede legale: Via Renato Paolini 47 65124 Pescara. Punti di contatto: UO. Acquisizione beni e servizi- PEC: [email protected] - Tel: 085 425 3018 - 3035 Fax: 085 425 3024 - Fax 085 4253024 - Sito: http://www.ausl.pe.it /appalti e contratti/ - Codice Fiscale e P.I. : C.F./P.IVA 01397530682. SEZIONE II: OGGETTO DELL'APPALTO. Deliberazione n. 9 del 09/01/2020- fornitura di cartucce e toner, originali e rigenerati a ridotto impatto ambientale. II.1.2) Codice CPV principale: C.P.V. 30125100-2 e C.P.V. 30192113-6. II.1.3) Tipo di appalto forniture II.1.4) Breve descrizione: fornitura di cartucce e toner, originali e rigenerati a ridotto impatto ambientale II.1.5) Valore totale, opzioni e IVA esclusa: € 500.000,00 Eur II.1.6) Informazioni relative ai lotti Questo appalto è suddiviso in lotti: no. II.2.1) Denominazione: vedi disciplinare. II.2.3) Luogo di esecuzione Codice NUTS: ITF13 - Criteri di aggiudicazione vedi Disciplinare II.2.7) Durata dell'accordo quadro in mesi: 48 (vedi art 2 Disciplinare di gara) II.2.11) Informazioni relative alle opzioni e descrizione: sì, 50 per cento del valore dell'accordo quadro, proroga semestrale. SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO, FINANZIARIO E TECNICO. Vedi disciplinare III.1.2) Capacità economica e finanziaria e tecnico professionale: vedi disciplinare - Criteri di selezione indicati nei documenti di gara. SEZIONE IV: PROCEDURA. IV.1.1) Tipo procedura: Aperta IV.1.3) L'avviso comporta la conclusione di un accordo quadro con un unico operatore. Numero massimo di partecipanti all'accordo quadro previsto: non previsto IV.2.2) Termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione Data: 24/03/2020, Ora locale: 13:00 - IV.2.4) Lingue utilizzabili per la presentazione delle offerte Italiano IV.2.6) Periodo minimo durante il quale l'offerente è vincolato alla propria offerta Durata in mesi: 8 (dal termine ultimo per il ricevimento delle offerte) IV.2.7) Modalità di apertura delle offerte : pubblica, in seguito ad avviso notificato ai concorrenti - Luogo e persone ammesse e alla procedura di apertura: vedi disciplinare. SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI. VI.3) Informazioni complementari: ogni chiarimento va richiesto solo a mezzo PEC: la gara sarà svolta con modalità telematica su piattaforma Net4Market. CIG: 81839644BD - R.U.P.: Tiziana Petrella. VI.4.1) Organismo resp. procedure ricorso: TAR Pescara, Via A. Lo Feudo 1. 65129 Pescara - tel. +39 085918661 fax +39 0859186633 VI.4.4) Servizio presso il quale sono disponibili informazioni sulle procedure di ricorso U.O. Affari generali Via Renato Paolini 47 65124 Pescara, Italia VI.5) Data di spedizione dell' avviso GUUE: 24/01/20. Il direttore U.O.C. ABS dott.ssa Tiziana Petrella TX20BFK2010
Concorsi
2019
ENTI LOCALI
COMUNE DI BOARA PISANI
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 83 del 18-10-2019
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-10-18&atto.codiceRedazionale=19E12628
COMUNE DI BOARA PISANI
CONCORSO (scad. 17 novembre 2019)
Concorso pubblico, per titoli ed per esami, per la copertura di un posto di istruttore amministrativo contabile, categoria D1, a tempo pieno ed indeterminato. (GU n.83 del 18-10-2019)
È indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, per l'assunzione a tempo pieno ed indeterminato di un istruttore amministrativo/contabile, categoria D1. Il bando integrale con modalità e requisiti per la partecipazione è reperibile presso il sito istituzionale dell'ente: www.comune.boarapisani.pd.it nella sezione amministrazione trasparente - bandi di concorso. Il calendario e le sedi di svolgimento dell'eventuale prova preselettiva e delle altre prove concorsuali verranno comunicati con successivo avviso sul sito web istituzionale nella sezione dedicata e sopramenzionata. Scadenza per la presentazione delle domande: trenta giorni dalla pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami».
Concorsi
2021
AZIENDE SANITARIE LOCALI ED ALTRE ISTITUZIONI SANITARIE
ESTAR
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 14 del 19-2-2021
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-02-19&atto.codiceRedazionale=21E01393
ESTAR
CONCORSO (scad. 21 marzo 2021)
Concorso pubblico unificato, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di dirigente medico, disciplina di reumatologia, a tempo indeterminato, per l'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi. (GU n.14 del 19-02-2021)
In esecuzione della deliberazione del direttore generale di ESTAR n. 11 del 13 gennaio 2021, esecutiva ai sensi di legge, è indetto concorso pubblico unificato, per titoli ed esami, per la copertura di un posto a tempo indeterminato di dirigente medico nella disciplina di reumatologia (area medica e delle specialità mediche) (9/2021/CON). Il vincitore verrà assunto dall'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi. La graduatoria generale di merito potrà essere utilizzata da tutte le aziende ed enti del Servizio sanitario della Regione Toscana, secondo il loro fabbisogno e fatto salvo l'esaurimento delle eventuali graduatorie vigenti. Le domande di partecipazione al concorso dovranno essere presentate esclusivamente in forma telematica connettendosi al sito Estar: www.estar.toscana.it seguendo il percorso: concorsi -> concorsi e selezioni in atto -> concorsi pubblici -> dirigenza e compilando lo specifico modulo on-line e seguendo le istruzioni ivi contenute, entro le ore 12,00 del trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami». Qualora detto giorno sia festivo, il termine è prorogato al primo giorno successivo non festivo. Il testo integrale del bando, con l'indicazione dei requisiti, delle modalità di partecipazione al concorso, è pubblicato nel Supplemento n. 12 del Bollettino Ufficiale della Regione Toscana - Parte III - n. 3 del 20 gennaio 2021 e potrà essere consultato sul sito internet di Estar all'apertura termini di presentazione domande. Per chiarimenti ed informazioni i candidati potranno rivolgersi all'ufficio concorsi di Estar tramite e-mail all'indirizzo [email protected]
Serie Generale
2001
DECRETI PRESIDENZIALI
Serie Generale n. 249 del 25-10-2001
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2001-10-25&atto.codiceRedazionale=01A11570&elenco30giorni=false
DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21 settembre 2001
Direttiva sulla sperimentazione dell'analisi di impatto della regolamentazione sui cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. (GU Serie Generale n.249 del 25-10-2001)
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante la disciplina dell'attività di Governo e l'ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e successive modificazioni ed integrazioni; Visto l'art. 5, della legge 8 marzo 1999, n. 50, il quale stabilisce che con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sono definiti, in via sperimentale, tempi e modalità di effettuazione dell'Analisi di impatto della regolamentazione (AIR) sull'attività dei cittadini e delle imprese e sull'organizzazione delle amministrazioni pubbliche in relazione agli schemi di atti normativi adottati dal Governo e di regolamenti ministeriali e interministeriali; Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, recante norme sul riordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 novembre 1993 recante il regolamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Vista la circolare del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 aprile 1998 relativa agli adempimenti del Governo in materia di istruttoria legislativa; Vista la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 marzo 2000, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 118 del 23 maggio 2000, che ha fornito prime indicazioni per la sperimentazione dell'analisi di impatto della regolamentazione; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 agosto 2001 recante delega al Ministro per la funzione pubblica per la semplificazione del sistema di regolazione e per l'attuazione della legge 8 marzo 1999, n. 50; Vista la raccomandazione ai Paesi membri, adottata dall'OCSE il 9 marzo 1995, sul miglioramento della qualità della normazione pubblica ed il rapporto OCSE, del maggio 1997, sulla riforma della regolazione; Vista la dichiarazione n. 39 adottata dalla Conferenza intergovernativa per la revisione del trattato sull'Unione europea ed allegata al trattato di Amsterdam del 2 ottobre 1997, concernente la qualità redazionale della legislazione comunitaria; Visto il rapporto OCSE sulla riforma della regolazione in Italia del 2001, in cui l'AIR è considerata come una tra le riforme dalle più elevate potenzialità per migliorare la qualità della regolazione, e le relative raccomandazioni; Visto il "Rapporto iniziale" del marzo 2001 del "Gruppo consultivo di alto livello" sulla qualità della regolamentazione a livello europeo, costituiti dai Ministri europei della funzione pubblica nel novembre 2000; Viste le conclusioni del Consiglio europeo di Stoccolma del 23-24 marzo 2001, e in particolare il punto 23, in cui si considera l'AIR come uno strumento fondamentale per una regolazione più chiara, semplice ed efficace; Considerata la necessità di definire principi comuni ai fini del miglioramento della qualità e della trasparenza del sistema normativo; Valutata l'opportunità di ridefinire e rendere più efficace la sperimentazione dell'analisi di impatto della regolamentazione al fine di una sua graduale applicazione a tutta l'attività normativa del Governo, ampliando consistentemente il novero dei casi oggetto di sperimentazione ed estendendo l'attività di formazione dei dipendenti pubblici all'utilizzo dell'AIR; Su proposta del Ministro per la funzione pubblica; Sentito il Consiglio dei Ministri nella riunione del 31 agosto 2001; A d o t t a la seguente direttiva: I - Finalità. 1. L'art. 5 della legge 8 marzo 1999, n. 50, ha introdotto l'analisi di impatto della regolazione (di seguito denominata AIR) nel nostro ordinamento. La direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 marzo 2000 ha fornito prime indicazioni per l'avvio della fase di sperimentazione. 2. La presente direttiva contiene gli indirizzi volti a ridefinire e rendere efficace la sperimentazione dell'analisi di impatto della regolamentazione sui cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni al fine di una sua graduale applicazione a tutta l'attività normativa del Governo, ampliando consistentemente il novero dei casi oggetto di sperimentazione ed estendendo l'attività di formazione dei dipendenti pubblici all'utilizzo dell'AIR. 3. La nuova attività di sperimentazione è finalizzata a: a) responsabilizzare i singoli Ministeri nella realizzazione delle analisi e sviluppare le capacità tecniche necessarie all'interno delle singole amministrazioni; b) ampliare e diversificare il novero dei casi-pilota; c) definire criteri di individuazione delle ipotesi in cui non è necessario sottoporre lo schema di un atto normativo ad AIR, anche in base al parametro della rilevanza dell'impatto della norma sui destinatari; d) definire prime modalità di monitoraggio e verifica ex post dell'impatto della regolamentazione (VIR), del suo grado di applicazione e della sua efficacia rispetto agli obiettivi prefigurati con l'AIR; e) realizzare, al fine di una effettiva attuazione dell'AIR, un esteso programma di riqualificazione dei dipendenti pubblici che dovranno svolgere le analisi; f) individuare le modalità più semplici ed efficaci di inserimento dell'AIR nell'ambito del procedimento di progettazione, redazione e approvazione degli atti normativi da parte del Governo; g) sviluppare forme di coordinamento istituzionale tra il Governo e il Parlamento in materia di AIR; h) individuare, in relazione alle attività previste dalla presente direttiva, misure di rafforzamento dei settori giuridico-legislativi dei Ministeri, anche con l'inserimento di specifiche professionalità. II - Organizzazione. 1. La guida strategica della sperimentazione è attribuita ad un comitato di indirizzo, presieduto dal Ministro per la funzione pubblica e composto dal capo del Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri (di seguito denominato DAGL), con funzioni di vice presidente, da un vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, designato dal segretario generale, dal capo del Dipartimento affari economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal capo ufficio legislativo del Dipartimento della funzione pubblica, dal coordinatore del Nucleo per la semplificazione delle norme e delle procedure (di seguito denominato Nucleo), e dal direttore della Scuola superiore della pubblica amministrazione (di seguito denominata SSPA). 2. Il comitato: a) definisce ed aggiorna il piano operativo della sperimentazione; b) approva il piano di formazione; c) coordina le attività di comunicazione istituzionale sull'AIR; d) individua, a seguito di consultazione con i singoli Ministeri, almeno venti casi di sperimentazione riconducibili a diverse tipologie di atto normativo (disegno di legge, decreto legislativo, regolamento governativo, regolamento ministeriale, provvedimento di attuazione di direttiva comunitaria); e) verifica, anche tramite rapporti intermedi, l'andamento della sperimentazione, adottando tutte le misure necessarie per assicurarne l'efficacia; f) ridefinisce la realizzazione dell'AIR sulla base di una o, eventualmente, più griglie metodologiche differenziate a seconda del tipo di intervento normativo e verifica l'opportunità del modello di AIR basato su una doppia fase di analisi (preliminare e finale); g) valuta i risultati della sperimentazione; h) approva il manuale delle pratiche per la realizzazione dell'AIR. 3. Ciascun Ministro individua un "referente per l'analisi di impatto della regolamentazione", responsabile nei confronti del comitato di indirizzo dell'andamento e dei risultati della sperimentazione presso il proprio dicastero. In particolare, il referente per l'AIR dovrà assicurare, con il coinvolgimento dei singoli uffici di settore, la realizzazione dell'analisi di impatto per ciascuno dei casi-pilota di competenza di quel dicastero. 4. Il DAGL assicura il coordinamento tra le attività dei diversi Ministeri e valuta, anche con il supporto del Nucleo, l'AIR (sia preliminare che finale) prodotta dai singoli Ministeri, demandando alle amministrazioni, laddove necessario, di operare integrazioni. 5. La SSPA sottopone al comitato direttivo un progetto di piano di formazione del personale coinvolto nell'applicazione dell'AIR e ne cura la realizzazione. III - Attività. 1. La nuova attività di sperimentazione si divide in quattro fasi secondo il calendario stabilito dal comitato: a) prima fase: si costituirà il comitato di indirizzo, si individueranno i "referenti per l'analisi di impatto", si predisporranno il piano operativo iniziale della sperimentazione ed il piano della formazione, si individueranno i casi oggetto della sperimentazione; b) seconda fase: si realizzeranno la sperimentazione ed il programma di formazione; c) terza fase: nel corso di questa fase si predisporrà il rapporto finale di valutazione delle attività di sperimentazione e si definiranno le modalità di introduzione a regime dell'AIR; d) quarta fase: si redigerà il manuale delle pratiche per la realizzazione dell'AIR. Roma, 21 settembre 2001 Il Presidente: Berlusconi Registrato alla Corte dei conti il 10 ottobre 2001 Ministeri istituzionali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, registro n. 12, foglio n. 219
Concorsi
2000
UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
UNIVERSITA' «LA SAPIENZA» DI ROMA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 26 del 31-3-2000
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2000-03-31&atto.codiceRedazionale=000E2876
UNIVERSITA' «LA SAPIENZA» DI ROMA
RINVIO
Rinvio della pubblicazione della prova preselettiva del concorso pubblico, per esami, a trentadue posti di assistente socio sanitario - infermiere professionale. (GU n.26 del 31-03-2000)
Il calendario della prova preselettiva del concorso pubblico esami a trentadue posti di assistente socio sanitario - infermiere professionale - presso i servizi generali della facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza" sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - 4a serie speciale - "Concorsi ed esami" del 30 giugno 2000.
Contratti
2022
AVVISI E BANDI DI GARA
ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 61 del 27-5-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-05-27&atto.codiceRedazionale=TX22BFM10973
TRENORD S.R.L.
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.61 del 27-5-2022)
Bando di gara - Servizi di pubblica utilità - Servizi - Base giuridica: Direttiva 2014/25/UE SEZIONE I: ENTE AGGIUDICATORE I.1) Denominazione e indirizzi Denominazione ufficiale: Trenord S.r.l. Indirizzo postale: Piazzale Cadorna 14 Citta': Milano Codice NUTS: ITC4C Milano Codice postale: 20123Paese: Italia Persona di contatto: Dott.ssa Sarah Laquagni E-mail: [email protected] Tel.: +39 0285114250Fax: +39 0285114621 Indirizzi Internet: Indirizzo principale: https://acquistionline.trenord.itIndirizzo del profilo di committente: https://acquistionline.trenord.it I.3) Comunicazione I documenti di gara sono disponibili per un accesso gratuito, illimitato e diretto presso: https://acquistionline.trenord.it Ulteriori informazioni sono disponibili presso l'indirizzo sopraindicato Le offerte o le domande di partecipazione vanno inviate all'indirizzo sopraindicato I.6) Principali settori di attività Servizi ferroviari SEZIONE II: OGGETTO II.1) Entità dell'appalto II.1.1) Denominazione: Interventi di manutenzione sul materiale rotabile Trenord presso i siti del "Deposito Esteso" Numero di riferimento: Proc. 177/2022 CIG: 9226151CA6 II.1.2) Codice CPV principale 50222000 Servizi di manutenzione di materiale rotabile II.1.3) Tipo di appalto Servizi II.1.4) Breve descrizione: La procedura è finalizzata alla stipula di un contratto d'appalto per servizi di manutenzione sul materiale rotabile Trenord presso i siti del "Deposito Esteso", da realizzarsi durante le soste notturne e/o diurne del materiale rotabile, sono finalizzati a garantire gli standard di qualità del servizio offerto ai viaggiatori, in termini di affidabilità, decoro e comfort. Gli interventi di seguito descritti dovranno essere realizzati secondo modalità e tempistiche tali da non compromettere la regolarità dei treni in partenza. Maggiori informazioni relative alla descrizione dell'appalto sono indicate nella documentazione scaricabile dal sito Internet: https://acquistionline.trenord.it. II.1.5) Valore totale stimato Valore, IVA esclusa: 14.015.640,00 EUR II.1.6) Informazioni relative ai lotti Questo appalto è suddiviso in lotti: no II.2) Descrizione II.2.3) Luogo di esecuzione Codice NUTS: ITC4 Lombardia Luogo principale di esecuzione: Regione Lombardia e regioni limitrofe. II.2.4) Descrizione dell'appalto: La procedura è finalizzata alla stipula di un contratto d'appalto per servizi di manutenzione sul materiale rotabile Trenord presso i siti del "Deposito Esteso", da realizzarsi durante le soste notturne e/o diurne del materiale rotabile, sono finalizzati a garantire gli standard di qualità del servizio offerto ai viaggiatori, in termini di affidabilità, decoro e comfort. Gli interventi di seguito descritti dovranno essere realizzati secondo modalità e tempistiche tali da non compromettere la regolarità dei treni in partenza. Maggiori informazioni relative alla descrizione dell'appalto sono indicate nella documentazione scaricabile dal sito Internet: https://acquistionline.trenord.it. II.2.5) Criteri di aggiudicazione Il prezzo non è il solo criterio di aggiudicazione e tutti i criteri sono indicati solo nei documenti di gara II.2.6) Valore stimato Valore, IVA esclusa: 14.015.640,00 EUR II.2.7) Durata del contratto d'appalto, dell'accordo quadro o del sistema dinamico di acquisizione Durata in mesi: 24 Il contratto d'appalto è oggetto di rinnovo: no II.2.10) Informazioni sulle varianti Sono autorizzate varianti: no II.2.11) Informazioni relative alle opzioni Opzioni: sì Descrizione delle opzioni: La durata dell'appalto è pari a 24 mesi + eventuale opzione di 24 mesi. La durata dell'appalto può inoltre essere prorogata per il tempo strettamente necessario all'individuazione di un nuovo contraente, ai sensi e per gli effetti dell'art. 106, comma 11 del D.Lgs. 50/2016 e ss.mm.ii. II.2.13) Informazioni relative ai fondi dell'Unione europea L'appalto è connesso ad un progetto e/o programma finanziato da fondi dell'Unione europea: no II.2.14) Informazioni complementari L'importo complessivo presunto dell'appalto è pari ad Euro 14.015.640,00 più I.V.A., con la seguente articolazione: - Euro 7.015.640,00 per il servizio base di 24 mesi di cui Euro 15.640,00 quali costi della sicurezza non soggetti a ribasso. - Euro 7.000.000,00 per eventuale opzione economica esercitabile anche parzialmente. SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO, FINANZIARIO E TECNICO III.1) Condizioni di partecipazione III.1.1) Abilitazione all'esercizio dell'attività professionale, inclusi i requisiti relativi all'iscrizione nell'albo professionale o nel registro commerciale Elenco e breve descrizione delle condizioni: a) ai sensi dell'art. 85, comma 1 del codice, i concorrenti rendono formale dichiarazione di non trovarsi nelle situazioni di esclusione di cui all'art. 80 del codice e di soddisfare i pertinenti criteri di selezione stabiliti dalla stazione appaltante ai sensi dell'art. 83 del codice, nonchè gli eventuali criteri oggettivi fissati ai sensi dell'art. 91 del codice, compilando apposito documento predisposto dalla stazione appaltante in conformità alle linee guida di cui al decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti pubblicate sulla GU n. 174 del 27.7.2016 denominato mod. D.G.U.E.; b) i concorrenti dichiarano l'iscrizione nel registro delle imprese della Camera di commercio o in analogo registro dello Stato di appartenenza (se imprenditore straniero) da cui risulti che l'impresa opera in settore analogo a quello oggetto del presente bando di gara, mediante la compilazione del modello CCIAA allegato. III.1.2) Capacità economica e finanziaria Elenco e breve descrizione dei criteri di selezione: Previsti nel disciplinare di gara disponibile con accesso gratuito, illimitato e diretto presso: https://acquistionline.trenord.it III.1.3) Capacità professionale e tecnica Elenco e breve descrizione dei criteri di selezione: Previsti nel disciplinare di gara disponibile con accesso gratuito, illimitato e diretto presso: https://acquistionline.trenord.it III.1.6) Cauzioni e garanzie richieste: Si precisa che, trattandosi di procedura esperita da impresa appartenente ai cosiddetti settori speciali, non trova applicazione il disposto di cui all'art. 93, comma 7 del codice. Non sarà dunque ammesso, per gli operatori economici in possesso di certificazione del sistema di qualità aziendale e/o delle altre certificazioni citate dalla richiamata disposizione normativa, il beneficio della riduzione del 50 % dell'importo della garanzia provvisoria e definitiva. III.1.7) Principali modalità di finanziamento e di pagamento e/o riferimenti alle disposizioni applicabili in materia: Fondi propri di esercizio. III.1.8) Forma giuridica che dovrà assumere il raggruppamento di operatori economici aggiudicatario dell'appalto: Sono ammessi a partecipare alla gara tutti i soggetti indicati all'art. 45 del codice. Al momento della presentazione dell'offerta, i soggetti di cui all'art. 45, comma 1, lettere d), e) ed f) del D.Lgs. n. 50/2016 e ss.mm.ii. potranno non essere ancora formalmente costituiti, ma a condizione che l'offerta contenga l'impegno che, in caso di aggiudicazione, le stesse imprese costituiranno l'RTI, il consorzio o il GEIE, e conferiranno mandato collettivo speciale con rappresentanza a una di esse, espressamente indicata e qualificata come mandataria o capogruppo, la quale stipulerà il contratto in nome e per conto proprio e delle mandanti. In caso di consorzi di cui all'art. 45, comma 1, lett. b) e c) del codice, l'offerta dovrà contenere l'indicazione dei consorziati esecutori. SEZIONE IV: PROCEDURA IV.1) Descrizione IV.1.1) Tipo di procedura Procedura negoziata con previo avviso di indizione di gara IV.1.3) Informazioni su un accordo quadro o un sistema dinamico di acquisizione IV.1.8) Informazioni relative all'accordo sugli appalti pubblici (AAP) L'appalto è disciplinato dall'accordo sugli appalti pubblici: no IV.2) Informazioni di carattere amministrativo IV.2.2) Termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione Data: 30/06/2022 Ora locale: 12:00 IV.2.3) Data stimata di spedizione ai candidati prescelti degli inviti a presentare offerte o a partecipare IV.2.4) Lingue utilizzabili per la presentazione delle offerte o delle domande di partecipazione: Italiano SEZIONE VI: ALTRE INFORMAZIONI VI.1) Informazioni relative alla rinnovabilità Si tratta di un appalto rinnovabile: no VI.3) Informazioni complementari: La procedura è interamente gestita con sistemi telematici. È previsto sopralluogo obbligatorio con le modalità disposte dal Disciplinare di Gara. La domanda di partecipazione deve essere formulata entro la data prevista al punto IV.2.2) e secondo le modalità indicate nel disciplinare di gara. Concorrenti potranno richiedere eventuali chiarimenti inerenti alla presente gara entro il termine delle ore 12:00 del giorno 20.06.2022 utilizzando esclusivamente il servizio di messaggistica della gara online (area «messaggi»). Non verranno prese in considerazione richieste di chiarimenti pervenute a voce, telefonicamente o comunque dopo la data ultima sopra indicata. I chiarimenti sul bando e/o eventuali informazioni sostanziali in merito alla presente procedura di gara, verranno pubblicati - entro le ore 16:00 del giorno 23.06.2022 - sul portale nell'apposita area «messaggi» ovvero nell'area «allegati» della presente gara e saranno visibili ai concorrenti abilitati alla gara medesima. In tema di avvalimento, si applica l'art. 89 del codice. Per partecipare alla procedura di gara, gli operatori economici interessati dovranno preventivamente registrarsi sul portale; a tal fine, dovranno seguire le istruzioni disponibili sulla home page del portale medesimo o quanto indicato nel documento «disciplinare di gara» allegato alla presente procedura; la registrazione e la successiva abilitazione consentono all'operatore economico di accedere alla sezione dedicata alla presente gara; con l'accesso a tale sezione ciascun operatore economico potra': - prendere visione della documentazione di gara, - inviare richieste di chiarimento, - presentare la propria offerta. La stazione appaltante esclude i candidati o i concorrenti in caso di mancato adempimento alle prescrizioni previste dalle disposizioni di legge vigenti nonchè di sussistenza delle circostanze previste dall'art. 80 del codice; costituiscono ulteriore causa di esclusione: l'inutile decorso del termine di regolarizzazione concesso dalla stazione appaltante ai sensi dell'art. 83, comma 9 del codice; la sussistenza di irregolarità essenziali non sanabili quali carenze della documentazione tali da non consentire l'individuazione del contenuto e del soggetto responsabile della stessa; parimenti, saranno escluse le offerte non conformi alle prescrizioni di cui agli atti di gara la cui osservanza sia prevista «a pena di esclusione»; Trenord srl si riserva di escludere le offerte formulate da raggruppamenti sovrabbondanti qualora le modalità di costituzione del raggruppamento rivelino profili anticoncorrenziali. Le spese per la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del presente bando di gara sono rimborsate alla stazione appaltante dall'aggiudicatario entro il termine di 60 giorni dall'aggiudicazione: a tal fine Trenord provvederà alla fatturazione nei confronti del soggetto aggiudicatario e tale fatturazione potrà essere compensata con i pagamenti dovuti al soggetto aggiudicatario medesimo per l'esecuzione dell'appalto. Ai sensi del regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), si informa che i dati comunicati dai concorrenti verranno utilizzati solo per le finalità connesse all'espletamento della procedura di gara e verranno comunque trattati in modo tale da garantirne la riservatezza e la sicura conservazione. Maggiori informazioni complementari sono indicate nella documentazione scaricabile dal sito Internet: https://acquistionline.trenord.it VI.4) Procedure di ricorso VI.4.1) Organismo responsabile delle procedure di ricorso Denominazione ufficiale: T.A.R. LOMBARDIA Citta': MILANO Paese: Italia VI.4.3) Procedure di ricorso Informazioni dettagliate sui termini di presentazione dei ricorsi: TAR Lombardia Milano Italia VI.4.4) Servizio presso il quale sono disponibili informazioni sulle procedure di ricorso Denominazione ufficiale: TAR LOMBARDIA Citta': MILANO Paese: Italia VI.5) Data di spedizione del presente avviso: VI.5) Data di spedizione del presente avviso in Guue: 24/05/2022 L'amministratore delegato dott. Marco Piuri TX22BFM10973
Contratti
2015
AVVISI ESITI DI GARA
AVVISI ESITI DI GARA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 89 del 31-7-2015
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2015-07-31&atto.codiceRedazionale=TX15BGA953
REGIONE BASILICATA Dipartimento programmazione e finanze - Ufficio amministrazione digitale
Sede: via Vincenzo Verrastro n. 4 - 85100 Potenza (PZ), Italia Punti di contatto: [email protected]. Codice Fiscale: Codice Fiscale: 80002950766 Partita IVA: Partita IVA: 00949000764
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.89 del 31-7-2015)
Avviso di aggiudicazione di affidamento dei lavori per la realizzazione del nuovo data center della Regione Basilicata. Categoria prevalente OG11 - Classifica III - Categoria scorporabile/subappaltabile OG1 - Classifica I. I.1) Ente Regione Basilicata - Dipartimento Programmazione e Finanze, Ufficio Amministrazione Digitale - 85100 Potenza (PZ) - email [email protected]. II.1) Affidamento dei lavori per la realizzazione del nuovo data center della Regione Basilicata, sito al piano terreno della sede di via V. Verrastro n. 4 Potenza - Codice CIG 5378198563; Codice CUP: G43D12000070006 - Categoria prevalente OG11 - Classifica III - Categoria scorporabile/subappaltabile OG1 - Classifica I. IV.2) Criterio di aggiudicazione: Procedura aperta, ai sensi dell'art. 55 - "Procedure aperte e ristrette" del D.Lgs. 163/2006 utilizzando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa (art. 83 del D.Lgs. n. 163/06). IV.3.2) Bando di gara: GU 5 Serie Speciale - Contratti Pubblici n.132 del 11-11-2013). V.1) Data di Aggiudicazione: 18/06/2015. V.2) Offerte pervenute: n° 7 . V.3) Aggiudicatario: Pietrafesa Canio s.r.l. - con sede in Potenza (PZ), via Isca del Pioppo 27/H, codice fiscale e Partita IVA n. 01752890762. V.4) Importo di aggiudicazione: euro 769.963,44 oltre a euro 10.000,00 quali oneri per la sicurezza, non soggetti a ribasso, per un totale di euro 779.963,44. VI.3.1) T.A.R. della Basilicata - via Rosica n. 89/91 - 85100 Potenza (PZ). Responsabile unico del procedimento ing. Salvatore Panzanaro TX15BGA953
Parte Seconda
2019
Altri annunzi
Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici
Parte Seconda n. 24 del 26-2-2019
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-02-26&atto.codiceRedazionale=TV19ADD1896
I.B.N. SAVIO S.R.L.
Sede sociale: via del Mare n. 36, 00071 Pomezia (RM)
(GU Parte Seconda n.24 del 26-2-2019)
Modifiche secondarie di autorizzazioni all'immissione in commercio di specialità medicinali per uso umano. Modifiche apportate ai sensi del Regolamento (CE) 1234/2008 e s.m.i. Titolare: I.B.N. SAVIO S.r.l. Med. PRODIREXAN A.I.C. n. 043912 Tutte le confezioni: Prat. C1B/2017/1708 - MT/H/0170/001/IB/008/G Var. grouping IB: IAIN - C.I.8.a; IB - A.2.b Introduzione nuova sintesi Sistema di Farmacovigilanza PSMF in Francia e modifica della denominazione del medicinale in Francia. Decorrenza delle modifiche: dal giorno successivo alla data della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Prat. C1A/2018/2204 - MT/H/0170/001/IA/014 Var. IAIN - B.II.b.2.c.1 Aggiunta di un fabbricante responsabile del rilascio dei lotti (Industria Quimica y Farmaceutica Vir, S.A. - solo per la Spagna). Prat. C1A/2019/70 - MT/H/0170/001/IA/015 Var. IA - A.7 Soppressione del sito di fabbricazione del prodotto finito in cui si svolge il rilascio dei lotti (Alcala Farma S.L. - Spagna). I lotti già prodotti sono mantenuti in commercio fino alla data di scadenza indicata in etichetta ai sensi dell'art. 14 del decreto-legge n. 178/91 e successive modificazioni ed integrazioni. Il direttore ufficio regolatorio dott. Stefano Bonani TV19ADD1896
Serie Generale
2002
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
MINISTERO DELLA DIFESA
Serie Generale n. 287 del 7-12-2002
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2002-12-07&atto.codiceRedazionale=02A13763&elenco30giorni=false
MINISTERO DELLA DIFESA
COMUNICATO
Conferimento di onorificenze al merito dell'Esercito (GU Serie Generale n.287 del 07-12-2002)
Croce d'argento al merito dell'Esercito Con decreto ministeriale 12 novembre 2001 è conferita la seguente ricompensa: Croce d'argento. Al Col. Pietro Costantino, nato il 22 maggio 1952 a Francavilla Fontana (Brindisi), con la seguente motivazione: "Capo delle operazioni terrestri e direttore del centro operativo interforze del Comando KFOR impegnato in Kosovo nell'operazione "Consistent effort , affrontava il delicatissimo e fondamentale incarico con grande lucidità, intelligenza, energia, iniziativa e grandissimo spirito di servizio. Dimostrava in ogni circostanza elevata professionalità e competenza, con ciò procurandosi l'immediata e profonda stima e l'unanime apprezzamento dei vertici militari e civili della missione. Chiarissimo esempio di ufficiale di rango che ha contribuito in maniera determinante ad accrescere il prestigio della nazione e delle Forze armate in ambito internazionale. Ha saputo ben meritare per la Patria". Kosovo, 1 ottobre 1999 - 2 marzo 2000 Con decreto ministeriale 12 novembre 2001 è conferita la seguente ricompensa: Croce d'argento. Al Col. Leonardo Di Marco nato il 5 febbraio 1955 a San Severo (Foggia) con la seguente motivazione: "Ufficiale assistente del Capo di SM dell'ARRC per il coordinamento del fuoco ha assolto, nel corso delle operazioni NATO "Joint guarantor e "Joint guardian , condotte da KFOR in Macedonia e Kosovo, la funzione preminente di vice capo della Commissione per l'attuazione dei due accordi NATO-Serbia e NATO-UCK, contribuendo in modo determinante alla stesura definitiva del primo dei due accordi e al loro rispetto da parte serba e kosovara, una volta perfezionati e firmati. Con determinazione fuori dal comune, altissima professionalità, si distingueva per competenza, acuta intelligenza ed equilibrio in fase di stesura e nel corso degli estenuanti negoziati con le controparti. Contribuiva, poi, alla verifica del rispetto dei medesimi, operando sempre in prima linea in situazioni rapidamente mutevoli e caratterizzate da contatti con controparti diffidenti e talora imprevedibili, in un ambiente ad alto ed, in talune circostanze e momenti, altissimo rischio personale. generoso, energico, con spiccate attitudini di negoziatore, pienamente consapevole dell'onere delle responsabilità assunte e dei rischi che avrebbe corso, ha fornito prestazioni altissime, accrescendo il lustro e l'immagine delle Forze armate italiane. Rarissimo esempio di ufficiale totalmente dedicato al servizio, altamente competente e con vastissime conoscenze culturali e operative, di assoluta lealta'". Skopje, 30 marzo - 11 giugno 1999 Pristina, 12 giugno - 10 settembre 1999 Croce di bronzo al merito dell'Esercito Con decreto 12 novembre 2001 è conferita la seguente ricompensa: Croce di bronzo. Al Cap. Luigi Musti nato il 26 gennaio 1964 a Catania con la seguente motivazione: "Ufficiale addetto alle operazioni e piani del Genio del Comando KFOR, operante in Kosovo nell'ambito dell'operazione "Consistent effort , affrontava il proprio incarico con maturità, decisione e determinazione. Dotato di ottime qualità intellettuali e di una approfondita preparazione professionale forniva, sia a tavolino che sul campo, un rendimento costantemente elevatissimo, conseguendo l'incondizionato apprezzamento di quanti, nel difficile ambiente internazionale, lo hanno impiegato e giudicato. Con il proprio indefesso impegno ha contribuito in misura notevolissima ad accrescere il prestigio della nazione e dell'Esercito italiano in ambito internazionale. Chiarissimo esempio di giovane ufficiale motivato e capace che ha saputo ben meritare per la Patria". Kosovo, 24 settembre 1999 - 24 marzo 2000
Contratti
2017
AVVISI E BANDI DI GARA
ALTRE FIGURE SOGGETTIVE PUBBLICHE E PRIVATE
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 8 del 20-1-2017
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-01-20&atto.codiceRedazionale=TX17BFM977
S.I.T.A.F. S.P.A. - SOCIETA' ITALIANA TRAFORO AUTOSTRADALE DEL FREJUS
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.8 del 20-1-2017)
Bando di gara - Direttiva 2004/18/CE Sezione I : Amministrazione aggiudicatrice I.1) Denominazione, indirizzi e punti di contatto: Denominazione ufficiale: S.I.T.A.F. S.p.A. - Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus Indirizzo postale: Frazione San Giuliano n. 2 Citta': SUSA Codice postale: 10059 Paese: Italia (IT) Punti di contatto: Telefono: +39 122621621. All'attenzione di: Direzione Tecnica. Posta elettronica: [email protected] Fax: +39 122629673 - Indirizzi internet: Indirizzo generale dell'amministrazione aggiudicatrice/ente aggiudicatore: (URL) http://www.sitaf.it. Ulteriori informazioni sono disponibili presso I punti di contatto sopra indicati Il capitolato d'oneri e la documentazione complementare (inclusi i documenti per il dialogo competitivo e per il sistema dinamico di acquisizione) sono disponibili presso I punti di contatto sopra indicati. Le offerte o le domande di partecipazione vanno inviate a I punti di contatto sopra indicati. I.2) Tipo di amministrazione aggiudicatrice: Concessionario di lavori pubblici I.3) Principali settori di attivita': costruzione e gestione autostrade I.4) Concessione di un appalto a nome di altre amministrazioni aggiudicatrici L'amministrazione aggiudicatrice acquista per conto di altre amministrazioni aggiudicatrici: NO Sezione II: Oggetto dell'appalto II.1) Descrizione: l'Appalto ha per oggetto la fornitura e l'assistenza in loco in fase di montaggio di 10 portoni HCM 120, 62 porte HCM 120 e 180 porte REI 120/60, di varie dimensioni, all'interno dei rifugi, dei by-pass e dei locali tecnici a servizio della Galleria di Sicurezza del Traforo del Frejus in fase di realizzazione ed allestimento come Galleria di Transito. II.1.1) Denominazione conferita all'appalto dall'amministrazione aggiudicatrice : SITAF SpA: Galleria di Sicurezza del Tunnel del Frejus - Fornitura serramenti locali tecnici - CIG 6918651B69 - CUP H31B01000250008. II.1.2) Tipo di appalto e luogo di consegna o di esecuzione: Fornitura - Luogo principale di consegna delle forniture: Tutte le forniture dovranno essere consegnate sul piazzale lato Italia Traforo T4 e collocate nei locali indicati dalla Direzione dei Lavori - Codice NUTS: ITC11 II.1.3) Vocabolario comune per gli appalti (CPV) : Oggetto principale 44421500-2 II.1.4) Informazioni relative all'accordo sugli appalti pubblici (AAP) : L'appalto è disciplinato dall'accordo sugli appalti pubblici (AAP) : NO. II.1.5) Lotti: Questo appalto è suddiviso in lotti: NO . Le offerte vanno presentate per uno o più lotti. II.1.6) Informazioni sulle varianti: Ammissibilità di varianti : NO II.2) Quantitativo o entità dell'appalto : Valore stimato, IVA esclusa : 2.744.648,42 Valuta : EUR II.2.2) Opzioni : Opzioni : NO (in caso affermativo) Descrizione delle opzioni : II.2.3) Informazioni sui rinnovi : L'appalto è oggetto di rinnovo: NO II.3) Durata dell'appalto o termine di esecuzione: Durata in mesi : 30 giugno 2018 Sezione III : Informazioni di carattere giuridico, economico, finanziario e tecnico III.1) Condizioni relative all'appalto: III.1.1) Cauzioni e garanzie richieste: Garanzia ai sensi dell'art. 93, comma 1, del D.Lgs 50/2016, secondo le modalità descritte nel disciplinare di gara. Garanzia a titolo di cauzione definitiva, ai sensi dell'art. 103, D.Lgs. n. 50/2016. III.1.2) Principali modalità di finanziamento e di pagamento e/o riferimenti alle disposizioni applicabili in materia: Forniture corrisposte in autofinanziamento. III.1.3) Forma giuridica che dovrà assumere il raggruppamento di operatori economici aggiudicatario dell'appalto: Sono ammessi alla gara i soggetti di cui all'art. 45, commi 1 e 2, del D.lgs. 50/2016, nonchè i soggetti di cui all'art. 49 del medesimo decreto, in possesso dei requisiti previsti nel disciplinare. Ai raggruppamenti temporanei e consorzi ordinari si applica l'art. 48 del decreto citato. III.1.4) Altre condizioni particolari: La realizzazione dell'appalto è soggetta a condizioni particolari : NO. III.2) Condizioni di partecipazione: III.2.1) Situazione personale degli operatori economici, inclusi i requisiti relativi all'iscrizione nell'albo professionale o nel registro commerciale: Informazioni e formalità necessarie per valutare la conformità ai requisiti: Ogni singolo operatore economico (anche in caso di R.T.I., consorzio) dovrà, a pena di esclusione della procedura, essere in possesso dei seguenti requisiti: 1. di non trovarsi in situazioni tali da configurare una delle condizioni previste nell'art. 80 del D.Lgs 50/2016; 2. requisiti di idoneità professionale previsti dall'art. 83, commi 1, lett. a) e 3 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50: iscrizione alla C.C.I.A.A. o analogo registro di stato estero aderente alla U.E. dalla quale risulti che l'impresa è iscritta con uno scopo sociale compatibile con le attività oggetto dell'appalto. Da dichiarare mediante compilazione del DGUE III.2.2) Capacità economica e finanziaria: Informazioni e formalità necessarie per valutare la conformità ai requisiti: Da dichiarare mediante compilazione del DGUE Livelli minimi di capacità eventualmente richiesti: 1. fatturato degli ultimi tre esercizi 2013, 2014, 2015, non inferiore complessivamente a € 5.489.296,84; 2. idonee referenze bancarie da parte di almeno due Istituti di credito a livello nazionale. III.2.3) Capacità tecnica: Informazioni e formalità necessarie per valutare la conformità ai requisiti: Da dichiarare mediante compilazione del DGUE Livelli minimi di capacità eventualmente richiesti: 1. Elenco delle principali forniture di beni analoghi a quelli richiesti nel presente bando, effettuati negli ultimi tre anni, con l'indicazione dei rispettivi importi, date e destinatari, pubblici o privati; 2. Descrizione dell'attrezzatura, del materiale e dell'equipaggiamento tecnico di cui l'operatore economico dispone per eseguire la fornitura. III.3) Condizioni relative agli appalti di servizi: III.3.1) Informazioni relative ad una particolare professione: La prestazione del servizio è riservata ad una particolare professione: NO. III.3.2) Personale responsabile dell'esecuzione del servizio: Le persone giuridiche devono indicare il nome e le qualifiche professionali del personale incaricato della prestazione del servizio: NO Sezione IV : Procedura IV.1) Tipo di procedura: Aperta IV.2) Criteri di aggiudicazione: Minor Prezzo IV.2.2) Informazioni sull'asta elettronica Ricorso ad un'asta elettronica: NO IV.3) Informazioni di carattere amministrativo: IV.3.1) Numero di riferimento attribuito al dossier dall'amministrazione aggiudicatrice: CIG 6918651B69 - CUP H31B01000250008. IV.3.2) Pubblicazioni precedenti relative allo stesso appalto: NO. IV.3.3) Condizioni per ottenere il capitolato d'oneri e documenti complementari o il documento - Documenti a pagamento: NO IV.3.4) Termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione: Data: 20/02/2017 Ora: 12:00 IV.3.6) Lingue utilizzabili per la presentazione delle offerte o delle domande di partecipazione: Lingua o lingue ufficiali dell'UE: ITALIANO IV.3.7) Periodo minimo durante il quale l'offerente è vincolato alla propria offerta: Durata in giorni : 180 (dal termine ultimo per il ricevimento delle offerte) IV.3.8) Modalità di apertura delle offerte: Data : 22/02/2017 Ora 10:00 Luogo: Susa (TO) - Frazione San Giuliano 2 Persone ammesse ad assistere all'apertura delle offerte: SÌ un rappresentante per ogni operatore economico concorrente Sezione VI: Altre informazioni VI.1) Informazioni sulla periodicita': Si tratta di un appalto periodico : no. VI.2) Informazioni sui fondi dell'Unione europea: L'appalto è connesso ad un progetto e/o programma finanziato da fondi dell'Unione europea : no VI.3) Informazioni complementari: Procedura aperta ex art. 60 del D.Lgs. 50/2016, disposta con provvedimento di approvazione dell'Amministratore Delegato della S.I.T.A.F. S.p.A. prot. n. 12112 del 15/12/2106, con adozione del criterio di aggiudicazione del minor prezzo, in ragione della necessità di fornire beni in continuità con le caratteristiche tipologiche dei prodotti già installati presso l'infrastruttura di riferimento. Il termine di durata dell'appalto, indicato nel 30 giugno 2018, va considerato tenendo presenti le consegne parziali come di seguito descritte. Entro due mesi dall'aggiudicazione e comunque non oltre il 31 marzo 2017, dovranno essere fornite le porte HCM/REI per l'allestimento di almeno due rifugi. Più precisamente: - n. 4 porte tagliafuoco in acciaio inox AISI 304L minimo ad apertura scorrevole REI 120 interna ai rifugi di dimensioni passaggio: 150 x 200 cm; - n. 4 porte tagliafuoco in acciaio inox AISI 304L minimo a due battenti cieco HCM 120 certificata per pressioni di esercizio fino a 2.200 Pa, di dimensioni: 1,50(0,95 + 0,55) x 2,07 m; - n. 2 porte tagliafuoco in acciaio zincato a caldo verniciato a un battente REI 60 nel locale tecnico interno ai rifugi di dimensioni passaggio: 0,90 x 200 cm. Entro e non oltre 30 settembre 2017 dovrà essere completata la fornitura di tutte le porte HCM/REI per l'allestimento dei restanti rifugi. Inoltre, entro il 30 settembre 2017 dovrà essere completata la fornitura necessaria per l'allestimento del by pass 5. Più precisamente: n. 2 portoni tagliafuoco in acciaio inox AISI 304L minimo motorizzati a due battenti HCM 120 certificati per pressioni di esercizio fino a 2.200 Pa, di dimensioni: 4,00(2,00 + 2,00) x 4,00 m, così distribuite: n. 1 lato galleria sul versante italiano; n. 1 lato T4 sul versante italiano; n. 3 porte tagliafuoco in acciaio zincato a caldo verniciato a un battente REI 60 di dimensioni passaggio: 0,90 x 210 cm, così distribuite: n. 1 nel locale tecnico del by pass 5 sul versante italiano; n. 2 nel posto fisso nel by pass 5 sul versante italiano; n. 3 porte tagliafuoco in acciaio zincato a caldo verniciato a un battente REI 60 di dimensioni passaggio: 0,60 x 210 cm, così distribuite: n. 3 all'interno del posto fisso nel by pass 5 sul versante italiano. Le disposizioni per partecipare alla presente procedura sono integralmente previste nel Disciplinare di Gara, disponibile sul sito www.sitaf.it. La stazione appaltante si riserva la facoltà di aggiudicare anche in presenza di una sola offerta valida. La stazione appaltante si riserva la facoltà di revocare (e non aggiudicare) in ogni momento l'intera procedura, per sopravvenute ragioni di pubblico interesse o per la modifica delle circostanze di fatto o dei presupposti giuridici su cui la procedura si basa, come anche di non procedere - a suo insindacabile giudizio - all'aggiudicazione qualora ritenga che nessuna delle offerte ottenute sia conveniente o rispondente alle proprie esigenze, così come previsto dall'art. 95, comma 12, del D. Lgs. n. 50/2016. La Stazione Appaltante avvisa che, nel caso di procedura deserta, non prenderà in considerazione le eventuali manifestazioni di interesse alla partecipazione ad una successiva procedura, qualora le stesse non contengano specifica motivazione delle ragioni che hanno impedito la presentazione dell'offerta. Il concorrente dovrà indicare nell'Offerta Economica, a pena di esclusione, i propri costi aziendali concernenti l'adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, ai sensi dell'art. 95, comma 10, del D.lgs. n. 50/2016. Ai sensi degli artt. 81 e 216, comma 13, del D.lgs. 50/2016, la verifica del possesso dei requisiti di carattere generale, di capacità economico-finanziaria e tecnico-professionale della presente procedura, sarà effettuata mediante l'utilizzo della Banca dati nazionale degli operatori economici di cui al sistema AVCPASS, reso disponibile dall'Autorità. Pertanto, gli operatori economici sono tenuti ad effettuare la procedura di registrazione al sistema accedendo all'apposito collegamento del portale ANAC (Servizi ad accesso riservato - AVCPASS), nonchè ad acquisire il PASSOE di cui all'art. 2, comma 3 della delibera dell'AVCP (ora ANAC) n. 111 del 20 dicembre 2012, che dovrà essere stampato, sottoscritto ed inserito nella busta dedicata alla DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA. Salvo quanto disposto nel disciplinare, tutte le comunicazioni e tutti gli scambi di informazioni tra stazione appaltante e operatori economici si intendono validamente effettuate qualora rese all'indirizzo PEC indicato dai concorrenti. Ai fini delle eventuali richieste di accesso agli atti, il concorrente, ai sensi dell'art. 53, comma 5, lett. a) del D.lgs. 50/2016, potrà allegare eventuale e motivata dichiarazione che indichi quali informazioni fornite costituiscano segreti tecnici o commerciali e che ritenga escluse dall'esercizio del diritto di accesso ex L. 241/1990 e s.m.i. e da ogni forma di divulgazione, fatto salvo quanto previsto all'art. 53, comma 6, del medesimo decreto. Il presente appalto è soggetto a tracciabilità dei flussi finanziari di cui alla Legge n. 136/2010 e s.m.i. e al rispetto del Protocollo Operativo di cui alla Delibera CIPE 15/2015, pubblicata sulla G.U. Serie generale n° 155 del 07/07/2015, in relazione al monitoraggio finanziario per l'opera in oggetto. Pertanto, l'aggiudicatario dell'appalto sarà soggetto ai seguenti obblighi: - l'obbligo di accendere uno o più conti "dedicati" in via esclusiva all'opera considerata; - l'obbligo di effettuare tutti i pagamenti, salve le eccezioni indicate le Protocollo Operativo, tramite bonifici SEPA sui quali riportare il CUP (H31B01000250008) nell'ambito della stringa alfanumerica di individuazione del pagamento e delle relative causali; - l'obbligo di rilasciare agli intermediari finanziari presso cui sono accesi i suddetti conti dedicati una "lettera di manleva", che li autorizzi a trasmettere al DIPE le informazioni del pari specificate nel Protocollo operativo; Ai sensi della Delibera CIPE 26 giugno 2009 n.43/2009, è prescritto che tutti gli affidamenti a valle dell'aggiudicazione, di qualunque importo, saranno sottoposti all'acquisizione di informazioni antimafia nei confronti dei subappaltatori e sub affidatari, ai sensi del DPR 03/06/1998, n. 252, secondo le modalità stabilite dall'Allegato 3 alla Delibera CIPE n. 43 del 26/06/2009: a tal riguardo, la Committente ha sottoscritto con PREFETTURA UTG di TORINO un Protocollo di Legalità ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata, in forza del quale la Committente si obbliga, nella sua qualità di Soggetto Aggiudicatore, a comunicare tempestivamente alla Prefettura - U.T.G. di TORINO i dati relativi alle società e imprese, anche con riferimento ai loro assetti societari, cui intende affidare l'esecuzione dei lavori o di cui intende avvalersi nell'affidamento di servizi, noli o trasporti, o per la fornitura di materiali facenti parte integrante del ciclo produttivo o comunque strettamente inerenti alla realizzazione dell'opera, fatta eccezione per i dati relativi ai concessionari e/o gestori e licenziatari di Stato. Eventuali chiarimenti potranno essere richiesti esclusivamente in lingua italiana e dovranno pervenire per iscritto tassativamente entro le ore 12:00 del giorno 08/02/2017 all'indirizzo PEC: [email protected]. Non saranno, pertanto, fornite risposte ai quesiti pervenuti successivamente al termine indicato. Le risposte ai quesiti saranno pubblicate sul sito internet della Stazione appaltante www.sitaf.it, Sezione "Società Trasparente", Bandi di Gara, entro il giorno 15/02/2017. Sul medesimo sito saranno inoltre pubblicate eventuali ulteriori informazioni o variazioni relative alla procedura di gara. Gli interessati sono pertanto tenuti a consultare il sito fino alla data di scadenza fissata per la presentazione delle offerte. Il Responsabile del procedimento, ai sensi dell'art. 31 del D.lgs. 50/2016, è il Direttore Tecnico Ing. Massimo Berti - Frazione San Giuliano, n. 2 - 10059 Susa (TO). VI.4) Procedure di ricorso: VI.4.1) Organismo responsabile delle procedure di ricorso: Denominazione ufficiale: Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) Piemonte Indirizzo postale: Corso Stati Uniti, 45 Citta': Torino Codice postale: 10129 Paese: Italia (IT) Telefono: +39 115576411 Posta elettronica: Fax: +39 11539265 VI.4.2) Presentazione di ricorsi: 30 giorni dalla pubblicazione del bando. Ai sensi dell'art. 29 comma 1 del D.lgs. n. 50/2016 i concorrenti possono impugnare i provvedimenti di ammissione e di esclusione entro 30 giorni dalla loro pubblicazione su profilo della Stazione Appaltante VI.4.3) Servizio presso il quale sono disponibili informazioni sulla presentazione dei ricorsi: Denominazione ufficiale: SITAF S.p.A. -Ufficio Legale Indirizzo postale: Frazione San Giuliano, 2 Citta': Susa (TO) Codice postale: 10059 Paese: Italia (IT) Telefono: +39 122621621 Posta elettronica: [email protected] Fax: +39 122621686 VI.5) Data di spedizione del presente avviso: 11/01/2017 S.I.T.A.F. S.p.A. - L'amministratore delegato ing. Gianni Luciani TX17BFM977
Parte Seconda
2011
Altri annunzi
Specialita' medicinali, presidi sanitari e medico chirurgici
Parte Seconda n. 8 del 22-1-2011
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2011-01-22&atto.codiceRedazionale=T11ADD689
ACTAVIS GROUP PTC EHF
(GU Parte Seconda n.8 del 22-1-2011)
Estratto Comunicazione notifica regolare UVA del 07 Gennaio 2011 protocollo n. AIFA/V & A/PC/P/1136. Specialità Medicinale: GLIMEPIRIDE ACTAVIS (AIC: 03642) 1 mg, 2 mg, 3 mg, 4 mg, compresse. Confezioni: 038642043, 038642106, 038642195, 038642272, 038642056, 038642094, 038642171, 038642260, 038642068, 038642132, 038642207, 038642258, 038642017, 038642144, 038642169, 038642245, 038642031, 038642120, 038642157, 038642221, 038642070, 038642082, 038642183, 038642233, 038642029, 038642118, 038642219, 038642284. Titolare AIC: ACTAVIS GROUP PTC ehf N° e Tipologia variazione: IT/H/0240/001-004/IB/06 C.I.3.a IB foreseen Codice Pratica:C1B/2010/3971 Tipo di Modifica: Modifica stampati Modifica apportata: Aggiornamento di SPC e PIL a seguito della valutazione finale dello PSUR per glimepiride. È autorizzata la modifica degli stampati richiesta (paragrafi 4.5 e 4.8 del Riassunto delle Caratteristiche del prodotto e corrispondente paragrafo del Foglio Illustrativo) relativamente alle confezioni sopra elencate e la responsabilità si ritiene affidata alla Azienda titolare dell'AIC. I lotti già prodotti non possono più essere dispensati al pubblico a decorrere dal 120° giorno successivo a quello della pubblicazione della presente determinazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Trascorso il suddetto termine non potranno più essere dispensate al pubblico confezioni che non rechino le modifiche indicate dal presente provvedimento. È approvata, altresì, secondo la lista dei termini standard della Farmacopea Europea, la denominazione delle confezioni da riportare sugli stampati così come indicata nell'oggetto. Un Procuratore: Lorena Verza. T11ADD689
Serie Generale
2009
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
MINISTERO DELL'INTERNO
Serie Generale n. 224 del 26-9-2009
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2009-09-26&atto.codiceRedazionale=09A11265&elenco30giorni=false
MINISTERO DELL'INTERNO
COMUNICATO
Riconoscimento della personalita' giuridica alla Provincia italiana dell'Istituto figlie di nostra Signora della Misericordia, in Roma. (09A11265) (GU Serie Generale n.224 del 26-09-2009)
Con decreto del Ministro dell'interno in data 26 agosto 2009, viene riconosciuta la personalità giuridica civile alla Provincia italiana dell'Istituto figlie di nostra Signora della Misericordia, con sede in Roma.
Serie Generale
2022
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Serie Generale n. 10 del 14-1-2022
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-01-14&atto.codiceRedazionale=22A00115&elenco30giorni=false
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
DECRETO 29 dicembre 2021
Liquidazione coatta amministrativa della «Lignum Vitae societa' cooperativa», in Arezzo e nomina del commissario liquidatore. (22A00115) (GU Serie Generale n.10 del 14-01-2022)
IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Visto l'art. 198 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267; Visto il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito nella legge 7 agosto 2012, n. 135; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 luglio 2021, n. 149, recante «Regolamento di organizzazione del Ministero dello sviluppo economico»; Vista la sentenza n. 25/2021 del 21 aprile 2021 del Tribunale di Arezzo con la quale è stato dichiarato lo stato d'insolvenza della società cooperativa «Cooperativa Lignum Vitae - cooperativa sociale di tipo A e B onlus in liquidazione»; Considerato che, ex art. 195, comma 4 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, la stessa è stata comunicata all'autorità competente perchè disponga la liquidazione ed è stata inoltre notificata, affissa e resa pubblica nei modi e nei termini stabiliti per la sentenza dichiarativa dello stato di fallimento; Ritenuta l'opportunità di omettere la comunicazione di avvio del procedimento ex art. 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241, con prevalenza dei principi di economicità e speditezza dell'azione amministrativa, atteso che l'adozione del decreto di liquidazione coatta amministrativa è atto dovuto e consequenziale alla dichiarazione dello stato di insolvenza e che il debitore è stato messo in condizione di esercitare il proprio diritto di difesa; Considerato che il nominativo del professionista cui affidare l'incarico di commissario liquidatore è stato individuato tramite processo di estrazione informatico, tra coloro che risultano regolarmente iscritti nella banca dati del ministero, tramite il portale di gestione dei commissari liquidatori, nel rispetto del criterio territoriale e di rotazione, conformemente a quanto prescritto dalla circolare del direttore generale del 4 aprile 2018 recante «Banca dati dei professionisti interessati alla attribuzione di incarichi ex articoli 2545-terdecies, 2545-sexiesdecies, 2545-septiesdecies, secondo comma e 2545-octiesdecies del codice civile», pubblicata sul sito internet del ministero; Decreta: Art. 1 La società cooperativa «Cooperativa Lignum Vitae - cooperativa sociale di tipo A e B onlus in liquidazione» con sede in Arezzo (codice fiscale n. 02294060518) è posta in liquidazione coatta amministrativa, ai sensi dell'art. 2545-terdecies del codice civile. Considerati gli specifici requisiti professionali, come risultanti dal curriculum vitae, è nominato commissario liquidatore il dott. Franco Gliatta, nato a Chiusi (SI) il 20 aprile 1962 (codice fiscale: GLTFNC62D20C662S), domiciliato in Cortona (AR), via Ipogeo n. 12. Art. 2 Al predetto commissario liquidatore spetta il trattamento economico previsto dal decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze del 3 novembre 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 5 dicembre 2016. Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il presente provvedimento potrà essere impugnato dinnanzi al competente Tribunale amministrativo regionale, ovvero a mezzo di ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ove ne sussistano i presupposti di legge. Roma, 29 dicembre 2021 Il Ministro: Giorgetti
Concorsi
2004
UNIVERSITA' ED ALTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
UNIVERSITA' DI PERUGIA
4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 41 del 25-5-2004
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2004-05-25&atto.codiceRedazionale=04E02837
UNIVERSITA' DI PERUGIA
DIARIO
Diario delle prove di esame della procedura di valutazione comparativa ad un posto di ricercatore universitario, facolta' di agraria, settore scientifico-disciplinare AGR/11 - Entomologia generale e applicata. (GU n.41 del 25-05-2004)
Le prove di esame della procedura di valutazione comparativa ad un posto di ricercatore universitario per il settore scientifico-disciplinare AGR/11 entomologia generale e applicata della facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia, indetta con decreto rettorale n. 1776 del 30 settembre 2003 - il cui avviso è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - 4ª serie speciale - n. 79 del 10 ottobre 2003, si svolgeranno presso l'auletta didattica della sezione di entomologia agraria del Dipartimento di arboricoltura e protezione delle piante dell'Università degli studi di Perugia, borgo XX Giugno, 74 - Perugia, secondo il seguente calendario: prova scritta: 28 giugno 2004 ore 9; prova pratica: 29 giugno 2004 ore 9; prova orale: 30 giugno 2004 ore 9.
Contratti
2021
ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA
ASTE IMMOBILIARI ED ALTRE PROCEDURE AD EVIDENZA PUBBLICA
5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 106 del 13-9-2021
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/contratti/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-09-13&atto.codiceRedazionale=TX21BIA21128
ASST DI MONZA
(GU 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici n.106 del 13-9-2021)
Asta pubblica per l'alienazione di bene immobile Si rende noto che l'ASST di Monza, in esecuzione della Deliberazione del Direttore Generale n. 775 del 25 maggio 2021 - intende procedere all'alienazione - mediante asta pubblica - di una abitazione (villetta a schiera) ubicata nel Comune di Gignese (VB), in via Barè 23. L'importo a base d'asta è fissato in € 195.000,00 oltre agli oneri annessi e connessi al trasferimento del diritto di proprietà e di pubblicità del procedimento di vendita. L'abitazione è messa in vendita unitamente agli arredi ivi ubicati come da lascito testamentario stimati in € 200,00 che l'acquirente dovrà versare cumulativamente al prezzo offerto per l'abitazione. Il termine di scadenza delle offerte è fissato per le ore 12.00 del giorno 29.10.2021. L'asta avrà luogo in Monza, il giorno 29.10.2021, alle ore 15.00, presso la sede della S.C. Gestione Tecnico Patrimoniale dell'ASST di Monza - ubicata al quarto piano della Palazzina Villa Serena - adiacente al P.O. di Monza,Via Pergolesi 33. Il Bando integrale e i relativi allegati sono acquisibile dal profilo informatico dell'ASST Monza www.asst-monza.it. Le informazioni riguardo all'immobile in vendita, ivi compresi i sopralluoghi, potranno essere richieste tramite via mail: [email protected] o tramite il cell. 3666807514 del responsabile del procedimento. Le funzioni di responsabile del procedimento per l'espletamento dell'asta pubblica sono assunte dal dott. Antonio Borreca in qualità dirigente amministrativo dell'ASST di Monza. Il R.U.P. Antonio Borreca TX21BIA21128