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art239
reclamo dello stato di figlio.
qualora si tratti di supposizione di parto o di sostituzione di neonato, il figlio può reclamare uno stato diverso. l'azione di reclamo dello stato di figlio può essere esercitata anche da chi è nato nel matrimonio ma fu iscritto come figlio di ignoti, salvo che sia intervenuta sentenza di adozione. l'azione può inoltre essere esercitata per reclamare uno stato di figlio conforme alla presunzione di paternità da chi è stato riconosciuto in contrasto con tale presunzione e da chi fu iscritto in conformità di altra presunzione di paternità. l'azione può, altresì, essere esercitata per reclamare un diverso stato di figlio quando il precedente è stato comunque rimosso.
null
art240
contestazione dello stato di figlio.
lo stato di figlio può essere contestato nei casi di cui al primo e secondo dell'articolo .
art239
art241
prova in giudizio.
quando mancano l'atto di nascita e il possesso di stato, la prova della filiazione può darsi in giudizio con ogni mezzo. dal decreto legislativo dicembre , .
null
art243bis
disconoscimento di paternità.
l'azione di disconoscimento di paternità del figlio nato nel matrimonio può essere esercitata dal marito, dalla madre e dal figlio medesimo. chi esercita l'azione è ammesso a provare che non sussiste rapporto di filiazione tra il figlio e il presunto padre. la sola dichiarazione della madre non esclude la paternità.
null
art244
termini dell'azione di disconoscimento.
l'azione di disconoscimento della paternità da parte della madre deve essere proposta nel termine di sei mesi dalla nascita del figlio ovvero dal giorno in cui è venuta a conoscenza dell'impotenza di generare del marito al tempo del concepimento. il marito può disconoscere il figlio nel termine di un anno che decorre dal giorno della nascita quando egli si trovava al tempo di questa nel luogo in cui è nato il figlio; se prova di aver ignorato la propria impotenza di generare ovvero l'adulterio della moglie al tempo del concepimento, il termine decorre dal giorno in cui ne ha avuto conoscenza. se il marito non si trovava nel luogo in cui è nato il figlio il giorno della nascita il termine, di cui al secondo , decorre dal giorno del suo ritorno o dal giorno del ritorno nella residenza familiare se egli ne era lontano. in ogni caso, se egli prova di non aver avuto notizia della nascita in detti giorni, il termine decorre dal giorno in cui ne ha avuto notizia. nei casi previsti dal primo e dal secondo l'azione non può essere, comunque, proposta oltre cinque anni dal giorno della nascita. l'azione di disconoscimento della paternità può essere proposta dal figlio che ha raggiunto la maggiore età. l'azione è imprescrittibile riguardo al figlio. l'azione può essere altresì promossa da un curatore speciale nominato dal giudice, assunte sommarie informazioni, su istanza del figlio minore che ha compiuto i quattordici anni ovvero del pubblico ministero o dell'altro genitore, quando si tratti di figlio di età inferiore. la corte costituzionale, con sentenza maggio , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato l'illegittimità costituzionale " art244, secondo , del codice civile, nella parte in cui non dispone, per il caso previsto dal art235 dello stesso codice, che il termine dell'azione di disconoscimento decorra dal giorno in cui il marito sia venuto a conoscenza dell'adulterio della moglie". la corte costituzionale, con sentenza maggio , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art244, secondo , del codice civile, nella parte in cui non prevede che il termine per la proposizione dell'azione di disconoscimento della paternità, nell'ipotesi di impotenza solo di generare, contemplata dal numero art235 dello stesso codice, decorra per il marito dal giorno in cui esso sia venuto a conoscenza della propria impotenza di generare" e "in applicazione art27 della legge marzo , , l'illegittimità costituzionale art244, primo , del codice civile, nella parte in cui non prevede che il termine per la proposizione dell'azione di disconoscimento della paternità, nell'ipotesi di impotenza solo di generare di cui al numero art235 dello stesso codice, decorra per la moglie dal giorno in cui essa sia venuta a conoscenza dell'impotenza di generare del marito". il decreto legislativo dicembre , ha disposto con art104, che "fermi gli effetti del giudicato formatosi prima dell'entrata in vigore della legge dicembre , , i termini per proporre l'azione di disconoscimento di paternità, previsti dal quarto dell'articolo del codice civile, decorrono dal giorno dell'entrata in vigore del presente decreto legislativo".
art27 art235 art104
art245
sospensione del termine.
se la parte interessata a promuovere l'azione di disconoscimento di paternità si trova in stato di interdizione per infermità di mente ovvero versa in condizioni di abituale grave infermità di mente, che lo renda incapace di provvedere ai propri interessi, la decorrenza del termine indicato nell'articolo è sospesa nei suoi confronti, sino a che duri lo stato di interdizione o durino le condizioni di abituale grave infermità di mente. quando il figlio si trova in stato di interdizione ovvero versa in condizioni di abituale grave infermità di mente, che lo renda incapace di provvedere ai propri interessi, l'azione può essere altresì promossa da un curatore speciale nominato dal giudice, assunte sommarie informazioni, su istanza del pubblico ministero, del tutore, o dell'altro genitore. per gli altri legittimati l'azione può essere proposta dal tutore o, in mancanza di questo, da un curatore speciale, previa autorizzazione del giudice. la corte costituzionale, con sentenza novembre , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale dell'articolo del codice civile, nella parte in cui non prevede che la decorrenza del termine indicato art244 codice codice è sospesa anche nei confronti del soggetto che, sebbene non interdetto, versi in condizione di abituale grave infermità di mente, che lo renda incapace di provvedere ai propri interessi, sino a che duri tale stato di incapacità naturale".
art244
art246
trasmissibilità dell'azione.
se il presunto padre o la madre titolari dell'azione di disconoscimento di paternità sono morti senza averla promossa, ma prima che sia decorso il termine previsto dall'articolo , sono ammessi ad esercitarla in loro vece i discendenti o gli ascendenti; il nuovo termine decorre dalla morte del presunto padre o della madre, o dalla nascita del figlio se si tratta di figlio postumo o dal raggiungimento della maggiore età da parte di ciascuno dei discendenti. se il figlio titolare dell'azione di disconoscimento di paternità è morto senza averla promossa sono ammessi ad esercitarla in sua vece il coniuge o i discendenti nel termine di un anno che decorre dalla morte del figlio o dal raggiungimento della maggiore età da parte di ciascuno dei discendenti. si applicano il sesto dell'articolo e l'articolo .
art244 art245
art247
legittimazione passiva.
il presunto padre, la madre ed il figlio sono litisconsorti necessari nel giudizio di disconoscimento. se una delle parti è minore o interdetta, l'azione è proposta in contraddittorio con un curatore nominato dal giudice davanti al quale il giudizio deve essere promosso. se una delle parti è un minore emancipato o un maggiore inabilitato, l'azione è proposta contro la stessa assistita da un curatore parimenti nominato dal giudice. se il presunto padre o la madre o il figlio sono morti l'azione si propone nei confronti delle persone indicate nell'articolo precedente o, in loro mancanza, nei confronti di un curatore parimenti nominato dal giudice.
null
art248
legittimazione all'azione di contestazione dello stato di figlio.
imprescrittibilità. l'azione di contestazione dello stato di figlio spetta a chi dall'atto di nascita del figlio risulti suo genitore e a chiunque vi abbia interesse. l'azione è imprescrittibile. quando l'azione è proposta nei confronti di persone premorte o minori o altrimenti incapaci, si osservano le disposizioni dell'articolo precedente. nel giudizio devono essere chiamati entrambi i genitori. si applicano il sesto dell'articolo e il secondo dell'articolo .
art244 art245
art249
legittimazione all'azione di reclamo dello stato di figlio.
imprescrittibilità l'azione per reclamare lo stato di figlio spetta al medesimo. l'azione è imprescrittibile. quando l'azione è proposta nei confronti di persone premorte o minori o altrimenti incapaci, si osservano le disposizioni dell'articolo . nel giudizio devono essere chiamati entrambi i genitori. si applicano il sesto dell'articolo e il secondo dell'articolo .
art247 art244 art245
art250
riconoscimento.
il figlio nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto, nei modi previsti dall'articolo , dalla madre e dal padre, anche se già uniti in matrimonio con altra persona all'epoca del concepimento. il riconoscimento può avvenire tanto congiuntamente quanto separatamente. il riconoscimento del figlio che ha compiuto i quattordici anni non produce effetto senza il suo assenso. il riconoscimento del figlio che non ha compiuto i quattordici anni non può avvenire senza il consenso dell'altro genitore che abbia già effettuato il riconoscimento. il consenso non può essere rifiutato se risponde all'interesse del figlio. il genitore che vuole riconoscere il figlio, qualora il consenso dell'altro genitore sia rifiutato, ricorre al giudice competente, che fissa un termine per la notifica del ricorso all'altro genitore. se non viene proposta opposizione entro trenta giorni dalla notifica, il giudice decide con sentenza che tiene luogo del consenso mancante; se viene proposta opposizione, il giudice, assunta ogni opportuna informazione, dispone l'audizione del figlio minore che abbia compiuto i dodici anni, o anche di età inferiore, ove capace di discernimento, e assume eventuali provvedimenti provvisori e urgenti al fine di instaurare la relazione, salvo che l'opposizione non sia palesemente fondata. con la sentenza che tiene luogo del consenso mancante, il giudice assume i provvedimenti opportuni in relazione all'affidamento e al mantenimento del minore ai sensi dell'articolo bis e al suo cognome ai sensi dell'articolo . il riconoscimento non può essere fatto dai genitori che non abbiano compiuto il sedicesimo anno di età , salvo che il giudice li autorizzi, valutate le circostanze e avuto riguardo all'interesse del figlio.
art315bis art254 art262
art251
autorizzazione al riconoscimento.
il figlio nato da persone, tra le quali esiste un vincolo di parentela in linea retta all'infinito o in linea collaterale nel secondo grado, ovvero un vincolo di affinità in linea retta, può essere riconosciuto previa autorizzazione del giudice avuto riguardo all'interesse del figlio e alla necessità di evitare allo stesso qualsiasi pregiudizio. il riconoscimento di una persona minore di età è autorizzato dal giudice.
null
art252
affidamento del figlio nato fuori del matrimonio e suo inserimento nella famiglia del genitore.
qualora il figlio nato fuori del matrimonio di uno dei coniugi sia riconosciuto durante il matrimonio il giudice, valutate le circostanze, decide in ordine all'affidamento del minore e adotta ogni altro provvedimento a tutela del suo interesse morale e materiale. l'eventuale inserimento del figlio nato fuori del matrimonio nella famiglia legittima di uno dei genitori può essere autorizzato dal giudice qualora ciò non sia contrario all'interesse del minore e sia accertato il consenso dell'altro coniuge e dei figli che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e siano conviventi, nonché dell'altro genitore che abbia effettuato il riconoscimento. in questo caso il giudice stabilisce le condizioni cui ciascun genitore deve attenersi. qualora il figlio sia riconosciuto anteriormente al matrimonio, il suo inserimento nella famiglia è subordinato al consenso dell'altro coniuge, a meno che il figlio fosse già convivente con il genitore all'atto del matrimonio o l'altro coniuge conoscesse l'esistenza del figlio . è altresì richiesto il consenso dell'altro genitore che abbia effettuato il riconoscimento. in caso di disaccordo tra i genitori, ovvero di mancato consenso degli altri figli conviventi, la decisione è rimessa al giudice tenendo conto dell'interesse dei minori. prima dell'adozione del provvedimento, il giudice dispone l'ascolto dei figli minori che abbiano compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capaci di discernimento. il decreto legislativo dicembre , ha disposto con art23, , lettera c che al secondo "le parole: "e dei figli legittimi" sono sostituite dalle seguenti: "convivente e degli altri figli"".
null
art253
inammissibilità del riconoscimento.
in nessun caso è ammesso un riconoscimento in contrasto con lo stato di figlio in cui la persona si trova.
null
art254
forma del riconoscimento.
il riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio è fatto nell'atto di nascita, oppure con una apposita dichiarazione, posteriore alla nascita o al concepimento, davanti ad un ufficiale dello stato civile o in un atto pubblico o in un testamento, qualunque sia la forma di questo. a dal decreto legislativo dicembre , . il decreto legislativo febbraio , ha disposto con art247, che "il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella gazzetta ufficiale della repubblica italiana e diventa efficace decorso il termine stabilito dall'articolo , , lettera r, della legge luglio , , fatta eccezione per le disposizioni previste art17 art33, , e , commi e ". a il decreto legislativo febbraio , , come modificato dalla legge giugno , ha disposto con art247, che "il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella gazzetta ufficiale della repubblica italiana e diventa efficace a decorrere dal giugno , fatta eccezione per le disposizioni previste art17 art33, art38, art40, commi e ." .
null
art255
riconoscimento di un figlio premorto.
può anche aver luogo il riconoscimento del figlio premorto, in favore dei suoi discendenti . aggionramento la legge dicembre , ha disposto con art1, che "nel codice civile, le parole: �figli legittimi� e �figli naturali�, ovunque ricorrono, sono sostituite dalla seguente: �figli�." .
art1
art256
irrevocabilità del riconoscimento.
il riconoscimento è irrevocabile. quando è contenuto in un testamento ha effetto dal giorno della morte del testatore, anche se il testamento è stato revocato.
null
art257
clausole limitatrici.
è nulla ogni clausola diretta a limitare gli effetti del riconoscimento.
null
art258
effetti del riconoscimento.
il riconoscimento produce effetti riguardo al genitore da cui fu fatto e riguardo ai parenti di esso. l'atto di riconoscimento di uno solo dei genitori non può contenere indicazioni relative all'altro genitore. queste indicazioni, qualora siano state fatte, sono senza effetto. il pubblico ufficiale che le riceve e l'ufficiale dello stato civile che le riproduce sui registri dello stato civile sono puniti con l'ammenda da lire ventimila a lire ottantamila. le indicazioni stesse devono essere cancellate.
null
art262
cognome del figlio nato fuori del matrimonio.
il figlio assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto. se il riconoscimento è stato effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori il figlio assume il cognome del padre. se la filiazione nei confronti del padre è stata accertata o riconosciuta successivamente al riconoscimento da parte della madre, il figlio può assumere il cognome del padre aggiungendolo, anteponendolo o sostituendolo a quello della madre. se la filiazione nei confronti del genitore è stata accertata o riconosciuta successivamente all'attribuzione del cognome da parte dell'ufficiale dello stato civile, si applica il primo e il secondo del presente articolo; il figlio può mantenere il cognome precedentemente attribuitogli, ove tale cognome sia divenuto autonomo segno della sua identità personale, aggiungendolo, anteponendolo o sostituendolo al cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto o al cognome dei genitori in caso di riconoscimento da parte di entrambi. nel caso di minore età del figlio, il giudice decide circa l'assunzione del cognome del genitore, previo ascolto del figlio minore, che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento. la corte costituzionale, con sentenza luglio , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art262 del codice civile, nella parte in cui non prevede che il figlio naturale, nell'assumere il cognome del genitore che lo ha riconosciuto, possa ottenere dal giudice il riconoscimento del diritto a mantenere, anteponendolo o, a sua scelta, aggiungendolo a questo, il cognome precedentemente attribuitogli con atto formalmente legittimo, ove tale cognome sia divenuto autonomo segno distintivo della sua identità personale". la corte costituzionale, con sentenza novembre dicembre , in gazzetta ufficiale � , , ha dichiarato l'illegittimità costituzionale "della norma desumibile dagli art237 art262 art299 del codice civile; , primo , del regio decreto luglio , ordinamento dello stato civile; e e del d.p.r. novembre , regolamento per la revisione e la semplificazione dell'ordinamento dello stato civile, a norma dell'articolo , , della legge maggio , , nella parte in cui non consente ai coniugi, di comune accordo, di trasmettere ai figli, al momento della nascita, anche il cognome materno", e, in via consequenziale, ai sensi art27 della legge marzo , norme sulla costituzione e sul funzionamento della corte costituzionale, l'illegittimità costituzionale del primo del presente articolo, nella parte in cui non consente ai genitori, di comune accordo, di trasmettere al figlio, al momento della nascita, anche il cognome materno.
art299 art237
art263
impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità.
il riconoscimento può essere impugnato per difetto di veridicità dall'autore del riconoscimento, da colui che è stato riconosciuto e da chiunque vi abbia interesse. l'azione è imprescrittibile riguardo al figlio. l'azione di impugnazione da parte dell'autore del riconoscimento deve essere proposta nel termine di un anno che decorre dal giorno dell'annotazione del riconoscimento sull'atto di nascita. se l'autore del riconoscimento prova di aver ignorato la propria impotenza al tempo del concepimento, il termine decorre dal giorno in cui ne ha avuto conoscenza; nello stesso termine, la madre che abbia effettuato il riconoscimento è ammessa a provare di aver ignorato l'impotenza del presunto padre. l'azione non può essere comunque proposta oltre cinque anni dall'annotazione del riconoscimento. l'azione di impugnazione da parte degli altri legittimati deve essere proposta nel termine di cinque anni che decorrono dal giorno dall'annotazione del riconoscimento sull'atto di nascita. si applica l'articolo . il decreto legislativo dicembre , , ha disposto con art104, che " fermi gli effetti del giudicato formatosi prima dell'entrata in vigore della legge dicembre , , nel caso di riconoscimento di figlio annotato sull'atto di nascita prima dell'entrata in vigore del presente decreto legislativo, i termini per proporre l'azione di impugnazione, previsti dall'articolo e dai commi secondo, terzo e quarto dell'articolo del codice civile, decorrono dal giorno dell'entrata in vigore del medesimo decreto legislativo".
art267 art245 art104
art264
impugnazione da parte del figlio minore.
l'impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità può essere altresì promossa da un curatore speciale nominato dal giudice, assunte sommarie informazioni, su istanza del figlio minore che ha compiuto quattordici anni, ovvero del pubblico ministero o dell'altro genitore che abbia validamente riconosciuto il figlio, quando si tratti di figlio di età inferiore.
null
art265
impugnazione per violenza.
il riconoscimento può essere impugnato per violenza dall'autore del riconoscimento entro un anno dal giorno in cui la violenza è cessata. se l'autore del riconoscimento è minore, l'azione può essere promossa entro un anno dal conseguimento dell'età maggiore.
null
art266
impugnazione del riconoscimento per effetto di interdizione giudiziale.
il riconoscimento può essere impugnato per l'incapacità che deriva da interdizione giudiziale dal rappresentante dell'interdetto e, dopo la revoca dell'interdizione, dall'autore del riconoscimento, entro un anno dalla data della revoca.
null
art267
trasmissibilità dell'azione.
nei casi indicati art265 art266, se l'autore del riconoscimento è morto senza aver promosso l'azione, ma prima che sia scaduto il termine, l'azione può essere promossa dai discendenti, dagli ascendenti o dagli eredi. nel caso indicato dal primo dell'articolo , se l'autore del riconoscimento è morto senza aver promosso l'azione, ma prima che sia decorso il termine previsto dal terzo dello stesso articolo, sono ammessi ad esercitarla in sua vece i discendenti o gli ascendenti, entro un anno decorrente dalla morte dell'autore del riconoscimento o dalla nascita del figlio se si tratta di figlio postumo o dal raggiungimento della maggiore età da parte di ciascuno dei discendenti. se il figlio riconosciuto è morto senza aver promosso l'azione di cui all'articolo , sono ammessi ad esercitarla in sua vece il coniuge o i discendenti nel termine di un anno che decorre dalla morte del figlio riconosciuto o dal raggiungimento della maggiore età da parte di ciascuno dei discendenti. la morte dell'autore del riconoscimento o del figlio riconosciuto non impedisce l'esercizio dell'azione da parte di coloro che ne hanno interesse, nel termine di cui al quarto dell'articolo . si applicano il sesto dell'articolo e l'articolo . il decreto legislativo dicembre , , ha disposto con art104, che "fermi gli effetti del giudicato formatosi prima dell'entrata in vigore della legge dicembre , , nel caso di riconoscimento di figlio annotato sull'atto di nascita prima dell'entrata in vigore del presente decreto legislativo, i termini per proporre l'azione di impugnazione, previsti dall'articolo e dai commi secondo, terzo e quarto dell'articolo del codice civile, decorrono dal giorno dell'entrata in vigore del medesimo decreto legislativo".
art245 art263 art266 art244 art265 art104
art268
provvedimenti in pendenza del giudizio.
quando è impugnato il riconoscimento, il giudice può dare, in pendenza del giudizio, i provvedimenti che ritenga opportuni nell'interesse del figlio.
null
art269
dichiarazione giudiziale di paternità e maternità.
la paternità e la maternità possono essere giudizialmente dichiarate nei casi in cui il riconoscimento è ammesso. la prova della paternità e della maternità può essere data con ogni mezzo. la maternità è dimostrata provando la identità di colui che si pretende essere figlio e di colui che fu partorito dalla donna, la quale si assume essere madre. la sola dichiarazione della madre e la sola esistenza di rapporti tra la madre e il preteso padre all'epoca del concepimento non costituiscono prova della paternità .
null
art270
legittimazione attiva e termine.
l'azione per ottenere che sia dichiarata giudizialmente la paternità o la maternità è imprescrittibile riguardo al figlio. se il figlio muore prima di avere iniziato l'azione, questa può essere promossa dai discendenti , entro due anni dalla morte. l'azione promossa dal figlio, se egli muore, può essere proseguita dai discendenti legittimi, legittimati o naturali riconosciuti. si applica l'articolo .
art245
art273
azione nell'interesse del minore o dell'interdetto.
l'azione per ottenere che sia giudizialmente dichiarata la paternità o la maternità può essere promossa, nell'interesse del minore, dal genitore che esercita la responsabilità genitoriale prevista dall'articolo o dal tutore. il tutore però deve chiedere l'autorizzazione del giudice, il quale può anche nominare un curatore speciale. occorre il consenso del figlio per promuovere o per proseguire l'azione se egli ha compiuto l'età di quattordici anni. per l'interdetto l'azione può essere promossa dal tutore previa autorizzazione del giudice.
art316
art274
ammissibilità dell'azione.
l'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità o di maternità naturale è ammessa solo quando occorrono specifiche circostanze tali da farla apparire giustificata. sull'ammissibilità il tribunale decide in camera di consiglio con decreto motivato, su ricorso di chi intende promuovere l'azione, sentiti il pubblico ministero e le parti e assunte le informazioni del caso. contro il decreto si può proporre reclamo con ricorso alla corte d'appello, che pronuncia anche essa in camera di consiglio. l'inchiesta sommaria compiuta dal tribunale ha luogo senza alcuna pubblicità e deve essere mantenuta segreta. al termine della inchiesta gli atti e i documenti della stessa sono depositati in cancelleria ed il cancelliere deve darne avviso alle parti le quali, entro quindici giorni dalla comunicazione di detto avviso, hanno facoltà di esaminarli e di depositare memorie illustrative. il tribunale, anche prima di ammettere l'azione, può, se trattasi di minore o d'altra persona incapace, nominare un curatore speciale che la rappresenti in giudizio. la corte costituzionale, con sentenza giugno luglio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale del secondo art274 del codice civile per la parte in cui dispone che la decisione abbia luogo con decreto non motivato e non soggetto a reclamo, nonché per la parte in cui esclude la necessità che la decisione abbia luogo in contraddittorio e con assistenza dei difensori, in riferimento al art24, secondo , della costituzione" e, "sempre in riferimento al art24, secondo , della costituzione, l'illegittimità costituzionale del terzo art274 del codice civile, per la parte in cui dispone la segretezza dell'inchiesta anche nei confronti delle parti". la corte costituzionale, con sentenza febbraio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente articolo.
art24
art276
legittimazione passiva.
la domanda per la dichiarazione di paternità o di maternità deve essere proposta nei confronti del presunto genitore o, in sua mancanza, nei confronti dei suoi eredi. in loro mancanza, la domanda deve essere proposta nei confronti di un curatore nominato dal giudice davanti al quale il giudizio deve essere promosso. alla domanda può contraddire chiunque vi abbia interesse.
null
art277
effetti della sentenza.
la sentenza che dichiara la filiazione produce gli effetti del riconoscimento. il giudice può anche dare i provvedimenti che stima utili per l'affidamento, il mantenimento, l'istruzione e l'educazione del figlio e per la tutela degli interessi patrimoniali di lui.
null
art278
autorizzazione all'azione.
nei casi di figlio nato da persone, tra le quali esiste un vincolo di parentela in linea retta all'infinito o in linea collaterale nel secondo grado, ovvero un vincolo di affinità in linea retta, l'azione per ottenere che sia giudizialmente dichiarata la paternità o la maternità non può essere promossa senza previa autorizzazione ai sensi dell'articolo . la corte costituzionale, con sentenza novembre , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art278, primo , del codice civile, nella parte in cui esclude la dichiarazione giudiziale della paternità e della maternità naturali e le relative indagini, nei casi in cui, a norma art251, primo , del codice civile, il riconoscimento dei figli incestuosi è vietato".
art251
art279
responsabilità per il mantenimento e l'educazione.
in ogni caso in cui non può proporsi l'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità o di maternità, il figlio nato fuori del matrimonio può agire per ottenere il mantenimento, l'istruzione e l'educazione. il figlio nato fuori del matrimonio se maggiorenne e in stato di bisogno può agire per ottenere gli alimenti a condizione che il diritto al mantenimento di cui all'articolo bis, sia venuto meno.. l'azione è ammessa previa autorizzazione del giudice ai sensi dell'articolo . l'azione può essere promossa nell'interesse del figlio minore da un curatore speciale nominato dal giudice su richiesta del pubblico ministero o del genitore che esercita la responsabilità genitoriale. la corte costituzionale, con sentenza maggio , in gazzetta ufficiale a , , ha dichiarato "la illegittimità costituzionale art279 del codice civile nella parte in cui, nei casi previsti art278 e in ogni altro caso in cui non possa più proporsi l'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità, non riconosce al figlio naturale, nelle tre ipotesi indicate nello stesso articolo e in aggiunta al diritto agli alimenti, quello al mantenimento, alla educazione e all'istruzione". la legge maggio , ha disposto con art232, che "le disposizioni della presente legge relative all'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità e maternità, nonché alle azioni previste dall'articolo del codice civile, si applicano anche ai figli nati o concepiti prima della sua entrata in vigore".
art232 art315bis art251 art278
art291
condizioni.
l'adozione è permessa alle persone che non hanno discendenti legittimi o legittimati, che hanno compiuto gli anni trentacinque e che superano almeno di diciotto anni l'età di coloro che intendano adottare. quando eccezionali circostanze lo consigliano, il tribunale può autorizzare l'adozione se l'adottante ha raggiunto almeno l'età di trenta anni, ferma restando la differenza di età di cui al precedente. la corte costituzionale, con sentenza maggio , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art291 codice codice, nella parte in cui non consente l'adozione a persone che abbiano discendenti legittimi o legittimati maggiorenni e consenzienti". la corte costituzionale, con sentenza luglio , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art291 del codice civile nella parte in cui non prevede che l'adozione di maggiorenni non possa essere pronunciata in presenza di figli naturali, riconosciuti dall'adottante, minorenni o, se maggiorenni, non consenzienti".
null
art292
il d.lgs. luogotenenziale 14 settembre 1944, n. 287 ha confermato l'abrogazione del presente.
articolo .
null
art293
divieto d'adozione di figli .
i figli non possono essere adottati dai loro genitori. dalla legge maggio , . dalla legge maggio , .
null
art294
pluralità di adottati o di adottanti.
è ammessa l'adozione di più persone, anche con atti successivi. nessuno può essere adottato da più d'una persona, salvo che i due adottanti siano marito e moglie.
null
art295
adozione da parte del tutore.
il tutore non può adottare la persona della quale ha avuto la tutela, se non dopo che sia stato approvato il conto della sua amministrazione, sia stata fatta la consegna dei beni e siano state estinte le obbligazioni risultanti a suo carico o data idonea garanzia per il loro adempimento.
null
art296
consenso per l'adozione.
per l'adozione si richiede il consenso dell'adottante e dell'adottando. dalla legge maggio , . dalla legge maggio , .
null
art297
assenso del coniuge o dei genitori.
per l'adozione è necessario l'assenso dei genitori dello adottando e l'assenso del coniuge dell'adottante e dello adottando, se coniugati e non legalmente separati. quando è negato l'assenso previsto dal primo , il tribunale, sentiti gli interessati, su istanza dello adottante, può, ove ritenga il rifiuto ingiustificato o contrario all'interesse dell'adottando, pronunziare ugualmente l'adozione, salvo che si tratti dell'assenso dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale o del coniuge, se convivente, dell'adottante o dell'adottando. parimenti il tribunale può pronunziare l'adozione quando è impossibile ottenere l'assenso per incapacità o irreperibilità delle persone chiamate ad esprimerlo.
null
art298
decorrenza degli effetti dell'adozione.
l'adozione produce i suoi effetti dalla data del decreto che la pronunzia. finché il decreto non è emanato, tanto l'adottante quanto l'adottando possono revocare il loro consenso. se l'adottante muore dopo la prestazione del consenso e prima dell'emanazione del decreto, si può procedere al compimento degli atti necessari per l'adozione. gli eredi dell'adottante possono presentare alla corte memorie e osservazioni per opporsi all'adozione. se l'adozione è ammessa, essa produce i suoi effetti dal momento della morte dell'adottante.
null
art299
cognome dell'adottato.
l'adottato assume il cognome dell'adottante e lo antepone al proprio. nel caso in cui la filiazione sia stata accertata o riconosciuta successivamente all'adozione si applica il primo . il figlio naturale che sia stato riconosciuto dai propri genitori e sia successivamente adottato, assume il cognome dell'adottante. se l'adozione è compiuta da coniugi, l'adottato assume il cognome del marito. se l'adozione è compiuta da una donna maritata, l'adottato, che non sia figlio del marito, assume il cognome della famiglia di lei. la corte costituzionale, con sentenza maggio , in gazzetta ufficiale a , ha dichiarato "l'illegittimità costituzionale art299, secondo , del codice civile, nella parte in cui nonprevede che, qualora sia figlio naturale non riconosciuto dai propri genitori, l'adottato possa aggiungere al cognome dell'adottante anche quello originariamente attribuitogli". la corte costituzionale, con sentenza novembre dicembre , in gazzetta ufficiale � , , ha dichiarato l'illegittimità costituzionale "della norma desumibile dagli art237 art262 art299 del codice civile; , primo , del regio decreto luglio , ordinamento dello stato civile; e e del d.p.r. novembre , regolamento per la revisione e la semplificazione dell'ordinamento dello stato civile, a norma dell'articolo , , della legge maggio , , nella parte in cui non consente ai coniugi, di comune accordo, di trasmettere ai figli, al momento della nascita, anche il cognome materno", e, in via consequenziale, ai sensi art27 della legge del , l'illegittimità costituzionale del terzo del presente articolo, nella parte in cui non consente ai coniugi, in caso di adozione compiuta da entrambi, di attribuire, di comune accordo, anche il cognome materno al momento dell'adozione.
art262 art237
art300
diritti e dovevi dell'adottato.
l'adottato conserva tutti i diritti e i doveri verso la sua famiglia di origine, salve le eccezioni stabilite dalla legge. l'adozione non induce alcun rapporto civile tra l'adottante e la famiglia dell'adottato né tra l'adottato e i parenti dell'adottante, salve le eccezioni stabilite dalla legge.
null
art304
diritti di successione.
l'adozione non attribuisce all'adottante alcun diritto di successione. i diritti dell'adottato nella successione dell'adottante sono regolati dalle norme contenute nel libro ii.
null
art305
revoca dell'adozione.
l'adozione si può revocare soltanto nei casi preveduti artt. seguenti.
null
art306
revoca per indegnità dell'adottato.
la revoca dell'adozione può essere pronunziata dal tribunale su domanda dell'adottante, quando l'adottato abbia attentato alla vita di lui o del suo coniuge, dei suoi discendenti o ascendenti, ovvero si sia reso colpevole verso loro di delitto punibile con pena restrittiva della libertà personale non inferiore nel minimo a tre anni. se l'adottante muore in conseguenza dell'attentato, la revoca dell'adozione può essere chiesta da coloro ai quali si devolverebbe l'eredità in mancanza dell'adottato e dei suoi discendenti.
null
art307
revoca per indegnità dell'adottante.
quando i fatti previsti dall'articolo precedente sono stati compiuti dall'adottante contro l'adottato, oppure contro il coniuge o i discendenti o gli ascendenti di lui, la revoca può essere pronunciata su domanda dell'adottato.
null
art309
decorrenza degli effetti della revoca.
gli effetti dell'adozione cessano quando passa in giudicato la sentenza di revoca. se tuttavia la revoca è pronunziata dopo la morte dell'adottante per fatto imputabile all'adottato, l'adottato e i suoi discendenti sono esclusi dalla successione dell'adottante.
null
art311
manifestazione del consenso.
il consenso dell'adottante e dell'adottando o del legale rappresentante di questo deve essere manifestato personalmente al presidente della corte di appello nel cui distretto l'adottante ha residenza. comma soppresso dalla legge giugno , . l'assenso delle persone indicate art296 art297 può essere dato da persona munita di procura speciale rilasciata per atto pubblico o per scrittura privata autenticata.
null
art312
accertamenti del tribunale.
il tribunale, assunte le opportune informazioni, verifica: se tutte le condizioni della legge sono state adempiute; se l'adozione conviene all'adottando.
null
art313
provvedimento del tribunale.
il tribunale, in camera di consiglio, sentito il pubblico ministero e omessa ogni altra formalità di procedura, provvede con sentenza decidendo di far luogo o non far luogo alla adozione. l'adottante, il pubblico ministero, l'adottando, entro trenta giorni dalla comunicazione, possono proporre impugnazione avanti la corte d'appello, che decide in camera di consiglio, sentito il pubblico ministero.
null
art314
pubblicità.
la sentenza definitiva che pronuncia l'adozione è trascritta a cura del cancelliere del tribunale competente, entro il decimo giorno successivo a quello della relativa comunicazione, da effettuarsi non oltre cinque giorni dal deposito, da parte del cancelliere del giudice dell'impugnazione, su apposito registro e comunicata all'ufficiale di stato civile per l'annotazione a margine dell'atto di nascita dell'adottato. con la procedura di cui al primo deve essere altresì trascritta ed annotata la sentenza di revoca della adozione, passata in giudicato. l'autorità giudiziaria può inoltre ordinare la pubblicazione della sentenza che pronuncia l'adozione o della sentenza di revoca nei modi che ritiene opportuni.
null
art315
stato giuridico della filiazione.
tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico.
null
art315bis
diritti e doveri del figlio.
il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni. il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti. il figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici, e anche di età inferiore ove capace di discernimento, ha diritto di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano. il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie capacità, alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con essa.
null
art316
responsabilità genitoriale.
entrambi i genitori hanno la responsabilità genitoriale che è esercitata di comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio. i genitori di comune accordo stabiliscono la residenza abituale del minore. in caso di contrasto su questioni di particolare importanza ciascuno dei genitori può ricorrere senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei. il giudice, sentiti i genitori e disposto l'ascolto del figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento, suggerisce le determinazioni che ritiene più utili nell'interesse del figlio e dell'unità familiare. se il contrasto permane il giudice attribuisce il potere di decisione a quello dei genitori che, nel singolo caso, ritiene il più idoneo a curare l'interesse del figlio. il genitore che ha riconosciuto il figlio esercita la responsabilità genitoriale su di lui. se il riconoscimento del figlio, nato fuori del matrimonio, è fatto dai genitori, l'esercizio della responsabilità genitoriale spetta ad entrambi. il genitore che non esercita la responsabilità genitoriale vigila sull'istruzione, sull'educazione e sulle condizioni di vita del figlio.
null
art316bis
concorso nel mantenimento .
i genitori devono adempiere i loro obblighi nei confronti dei figli in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la loro capacità di lavoro professionale o casalingo. quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli. in caso di inadempimento il presidente del tribunale, su istanza di chiunque vi ha interesse, sentito l'inadempiente ed assunte informazioni, può ordinare con decreto che una quota dei redditi dell'obbligato, in proporzione agli stessi, sia versata direttamente all'altro genitore o a chi sopporta le spese per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione della prole. il decreto, notificato agli interessati ed al terzo debitore, costituisce titolo esecutivo, ma le parti ed il terzo debitore possono proporre opposizione nel termine di venti giorni dalla notifica. l'opposizione è regolata dalle norme relative all'opposizione al decreto di ingiunzione, in quanto applicabili. le parti ed il terzo debitore possono sempre chiedere, con le forme del processo ordinario, la modificazione e la revoca del provvedimento.
null
art317
impedimento di uno dei genitori.
nel caso di lontananza, di incapacità o di altro impedimento che renda impossibile ad uno dei genitori l'esercizio della responsabilità genitoriale, questa è esercitata in modo esclusivo dall'altro. la responsabilità genitoriale di entrambi i genitori non cessa a seguito di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio; il suo esercizio, in tali casi, è regolato dal capo ii del presente titolo.
null
art317bis
rapporti con gli ascendenti.
gli ascendenti hanno diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni. l'ascendente al quale è impedito l'esercizio di tale diritto può ricorrere al giudice del luogo di residenza abituale del minore affinché siano adottati i provvedimenti più idonei nell'esclusivo interesse del minore. si applica l'articolo , secondo .
art336
art318
abbandono della casa del genitore.
il figlio , sino alla maggiore età o all'emancipazione, non può abbandonare la casa dei genitori o del genitore che esercita su di lui la responsabilità genitoriale né la dimora da essi assegnatagli. qualora se ne allontani senza permesso, i genitori possono richiamarlo ricorrendo, se necessario, al giudice tutelare.
null
art320
rappresentanza e amministrazione.
i genitori congiuntamente, o quello di essi che esercita in via esclusiva la responsabilità genitoriale, rappresentano i figli nati e nascituri , fino alla maggiore età o all'emancipazione, in tutti gli atti civili e ne amministrano i beni. gli atti di ordinaria amministrazione, esclusi i contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento, possono essere compiuti disgiuntamente da ciascun genitore. si applicano, in caso di disaccordo o di esercizio difforme dalle decisioni concordate, le disposizioni dello articolo . i genitori non possono alienare, ipotecare o dare in pegno i beni pervenuti al figlio a qualsiasi titolo, anche a causa di morte, accettare o rinunziare ad eredità o legati, accettare donazioni, procedere allo scioglimento di comunioni, contrarre mutui o locazioni ultranovennali o compiere altri atti eccedenti la ordinaria amministrazione né promuovere, transigere o compromettere in arbitri giudizi relativi a tali atti, se non per necessità o utilità evidente del figlio dopo autorizzazione del giudice tutelare. i capitali non possono essere riscossi senza autorizzazione del giudice tutelare, il quale ne determina l'impiego. l'esercizio di una impresa commerciale non può essere continuato se non con l'autorizzazione del tribunale su parere del giudice tutelare. questi può consentire l'esercizio provvisorio dell'impresa, fino a quando il tribunale abbia deliberato sulla istanza. se sorge conflitto di interessi patrimoniali tra i figli soggetti alla stessa responsabilità genitoriale, o tra essi e i genitori o quello di essi che esercita in via esclusiva la responsabilità genitoriale, il giudice tutelare nomina ai figli un curatore speciale. se il conflitto sorge tra i figli e uno solo dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale, la rappresentanza dei figli spetta esclusivamente all'altro genitore.
art316
art321
nomina di un curatore speciale.
in tutti i casi in cui i genitori congiuntamente, o quello di essi che esercita in via esclusiva la responsabilità genitoriale, non possono o non vogliono compiere uno o più atti di interesse del figlio, eccedente l'ordinaria amministrazione, il giudice, su richiesta del figlio stesso, del pubblico ministero o di uno dei parenti che vi abbia interesse, e sentiti i genitori, può nominare al figlio un curatore speciale autorizzandolo al compimento di tali atti.
null
art322
inosservanza delle disposizioni precedenti.
gli atti compiuti senza osservare le norme dei precedenti artt. del presente titolo possono essere annullati su istanza dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale o del figlio o dei suoi eredi o aventi causa.
null
art323
atti vietati ai genitori.
i genitori esercenti la responsabilità genitoriale sui figli non possono, neppure all'asta pubblica, rendersi acquirenti direttamente o per interposta persona dei beni e dei diritti del minore. gli atti compiuti in violazione del divieto previsto nel precedente possono essere annullati su istanza del figlio o dei suoi eredi o aventi causa. i genitori esercenti la responsabilità genitoriale non possono diventare cessionari di alcuna ragione o credito verso il minore.
null
art324
usufrutto legale.
i genitori esercenti la responsabilità genitoriale hanno in comune l'usufrutto dei beni del figlio , fino alla maggiore età o all'emancipazione. i frutti percepiti sono destinati al mantenimento della famiglia e all'istruzione ed educazione dei figli. non sono soggetti ad usufrutto legale: i beni acquistati dal figlio con i proventi del proprio lavoro; i beni lasciati o donati al figlio per intraprendere una carriera, un'arte o una professione; i beni lasciati o donati con la condizione che i genitori esercenti la responsabilità genitoriale o uno di essi non ne abbiano l'usufrutto: la condizione però non ha effetto per i beni spettanti al figlio a titolo di legittima; i beni pervenuti al figlio per eredità, legato o donazione e accettati nell'interesse del figlio contro la volontà dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale. se uno solo di essi era favorevole all'accettazione, l'usufrutto legale spetta esclusivamente a lui.
null
art325
obblighi inerenti all'usufrutto legale.
gravano sull'usufrutto legale gli obblighi propri dello usufruttuario.
null
art326
inalienabilità dell'usufrutto legale. esecuzione sui frutti.
l'usufrutto legale non può essere oggetto di alienazione, di pegno o di ipoteca né di esecuzione da parte dei creditori. l'esecuzione sui frutti dei beni del figlio da parte dei creditori dei genitori o di quello di essi che ne è titolare esclusivo non può aver luogo per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia.
null
art327
usufrutto legale di uno solo dei genitori.
il genitore che esercita in modo esclusivo la responsabilità genitoriale è il solo titolare dell'usufrutto legale.
null
art328
nuove nozze.
il genitore che passa a nuove nozze conserva l'usufrutto legale, con l'obbligo tuttavia di accantonare in favore del figlio quanto risulti eccedente rispetto alle spese per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione di quest'ultimo.
null
art329
godimento dei beni dopo la cessazione dell'usufrutto legale.
cessato l'usufrutto legale, se il genitore ha continuato a godere i beni del figlio convivente con esso senza procura ma senza opposizione, o anche con procura ma senza l'obbligo di rendere conto dei frutti, egli o i suoi eredi non sono tenuti che a consegnare i frutti esistenti al tempo della domanda.
null
art330
decadenza dalla responsabilità genitoriale sui figli.
il giudice può pronunziare la decadenza dalla responsabilità genitoriale quando il genitore viola o trascura i doveri ad essa inerenti o abusa dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio. in tale caso, per gravi motivi, il giudice può ordinare l'allontanamento del figlio dalla residenza familiare ovvero l'allontanamento del genitore o convivente che maltratta o abusa del minore.
null
art332
reintegrazione nella responsabilità genitoriale.
il giudice può reintegrare nella responsabilità genitoriale il genitore che ne è decaduto, quando, cessate le ragioni per le quali la decadenza è stata pronunciata, è escluso ogni pericolo di pregiudizio per il figlio.
null
art333
condotta del genitore pregiudizievole ai figli.
quando la condotta di uno o di entrambi i genitori non è tale da dare luogo alla pronuncia di decadenza prevista dall'articolo , ma appare comunque pregiudizievole al figlio, il giudice, secondo le circostanze può adottare i provvedimenti convenienti e può anche disporre l'allontanamento di lui dalla residenza familiare ovvero l'allontanamento del genitore o convivente che maltratta o abusa del minore. tali provvedimenti sono revocabili in qualsiasi momento.
art330
art334
rimozione dall'amministrazione.
quando il patrimonio del minore è male amministrato, il tribunale può stabilire le condizioni a cui i genitori devono attenersi nell'amministrazione o può rimuovere entrambi o uno solo di essi dall'amministrazione stessa e privarli, in tutto o in parte, dell'usufrutto legale. l'amministrazione è affidata ad un curatore, se è disposta la rimozione di entrambi i genitori.
null
art335
riammissione nell'esercizio dell'amministrazione.
il genitore rimosso dall'amministrazione ed eventualmente privato dell'usufrutto legale può essere riammesso dal tribunale nell'esercizio dell'una e nel godimento dell'altro, quando sono cessati i motivi che hanno provocato il provvedimento.
null
art336
procedimento.
i provvedimenti indicati artt. precedenti sono adottati su ricorso dell'altro genitore, dei parenti o del pubblico ministero e, quando si tratta di revocare deliberazioni anteriori, anche del genitore interessato. il tribunale provvede in camera di consiglio, assunte informazioni e sentito il pubblico ministero; dispone, inoltre, l'ascolto del figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento. nei casi in cui il provvedimento è richiesto contro il genitore, questi deve essere sentito. in caso di urgente necessità il tribunale può adottare, anche d'ufficio, provvedimenti temporanei nello interesse del figlio. per i provvedimenti di cui ai commi precedenti, i genitori e il minore sono assistiti da un difensore.
null
art336bis
ascolto del minore.
il minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento è ascoltato dal presidente del tribunale o dal giudice delegato nell'ambito dei procedimenti nei quali devono essere adottati provvedimenti che lo riguardano. se l'ascolto è in contrasto con l'interesse del minore, o manifestamente superfluo, il giudice non procede all'adempimento dandone atto con provvedimento motivato. l'ascolto è condotto dal giudice, anche avvalendosi di esperti o di altri ausiliari. i genitori, anche quando parti processuali del procedimento, i difensori delle parti, il curatore speciale del minore, se già nominato, ed il pubblico ministero, sono ammessi a partecipare all'ascolto se autorizzati dal giudice, al quale possono proporre argomenti e temi di approfondimento prima dell'inizio dell'adempimento. prima di procedere all'ascolto il giudice informa il minore della natura del procedimento e degli effetti dell'ascolto. dell'adempimento è redatto processo verbale nel quale è descritto il contegno del minore, ovvero è effettuata registrazione audio video.
null
art337
vigilanza del giudice tutelare.
il giudice tutelare deve vigilare sull'osservanza delle condizioni che il tribunale abbia stabilito per l'esercizio della responsabilità genitoriale e per l'amministrazione dei beni.
null
art337bis
ambito di applicazione.
in caso di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio e nei procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio si applicano le disposizioni del presente capo.
null
art337ter
provvedimenti riguardo ai figli.
il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale. per realizzare la finalità indicata dal primo , nei procedimenti di cui all'articolo bis, il giudice adotta i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento all'interesse morale e materiale di essa. valuta prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati, determina i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore, fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all'istruzione e all'educazione dei figli. prende atto, se non contrari all'interesse dei figli, degli accordi intervenuti tra i genitori. adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole, ivi compreso, in caso di temporanea impossibilità di affidare il minore ad uno dei genitori, l'affidamento familiare. all'attuazione dei provvedimenti relativi all'affidamento della prole provvede il giudice del merito e, nel caso di affidamento familiare, anche d'ufficio. a tal fine copia del provvedimento di affidamento e' trasmessa, a cura del pubblico ministero, al giudice tutelare. la responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all'istruzione, all'educazione, alla salute e alla scelta della residenza abituale del minore sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli. in caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice. limitatamente alle decisioni su questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può stabilire che i genitori esercitino la responsabilità genitoriale separatamente. qualora il genitore non si attenga alle condizioni dettate, il giudice valuterà detto comportamento anche al fine della modifica delle modalità di affidamento. salvo accordi diversi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il giudice stabilisce, ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di proporzionalità, da determinare considerando: le attuali esigenze del figlio. il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori. i tempi di permanenza presso ciascun genitore. le risorse economiche di entrambi i genitori. la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore. l'assegno è automaticamente adeguato agli indici istat in difetto di altro parametro indicato dalle parti o dal giudice. ove le informazioni di carattere economico fornite dai genitori non risultino sufficientemente documentate, il giudice dispone un accertamento della polizia tributaria sui redditi e sui beni oggetto della contestazione, anche se intestati a soggetti diversi.
art337bis
art337quater
affidamento a un solo genitore e opposizione all'affidamento condiviso.
il giudice può disporre l'affidamento dei figli ad uno solo dei genitori qualora ritenga con provvedimento motivato che l'affidamento all'altro sia contrario all'interesse del minore. ciascuno dei genitori può, in qualsiasi momento, chiedere l'affidamento esclusivo quando sussistono le condizioni indicate al primo . il giudice, se accoglie la domanda, dispone l'affidamento esclusivo al genitore istante, facendo salvi, per quanto possibile, i diritti del minore previsti dal primo dell'articolo ter. se la domanda risulta manifestamente infondata, il giudice può considerare il comportamento del genitore istante ai fini della determinazione dei provvedimenti da adottare nell'interesse dei figli, rimanendo ferma l'applicazione dell'articolo del codice di procedura civile. il genitore cui sono affidati i figli in via esclusiva, salva diversa disposizione del giudice, ha l'esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale su di essi; egli deve attenersi alle condizioni determinate dal giudice. salvo che non sia diversamente stabilito, le decisioni di maggiore interesse per i figli sono adottate da entrambi i genitori. il genitore cui i figli non sono affidati ha il diritto ed il dovere di vigilare sulla loro istruzione ed educazione e può ricorrere al giudice quando ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli al loro interesse.
art96 art337ter
art337quinquies
revisione delle disposizioni concernenti l'affidamento dei figli.
i genitori hanno diritto di chiedere in ogni tempo la revisione delle disposizioni concernenti l'affidamento dei figli, l'attribuzione dell'esercizio della responsabilità genitoriale su di essi e delle eventuali disposizioni relative alla misura e alla modalità del contributo.
null
art337sexies
assegnazione della casa familiare e prescrizioni in tema di residenza.
il godimento della casa familiare è attribuito tenendo prioritariamente conto dell'interesse dei figli. dell'assegnazione il giudice tiene conto nella regolazione dei rapporti economici tra i genitori, considerato l'eventuale titolo di proprietà. il diritto al godimento della casa familiare viene meno nel caso che l'assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio. il provvedimento di assegnazione e quello di revoca sono trascrivibili e opponibili a terzi ai sensi dell'articolo . in presenza di figli minori, ciascuno dei genitori è obbligato a comunicare all'altro, entro il termine perentorio di trenta giorni, l'avvenuto cambiamento di residenza o di domicilio. la mancata comunicazione obbliga al risarcimento del danno eventualmente verificatosi a carico del coniuge o dei figli per la difficoltà di reperire il soggetto.
art2643
art337septies
disposizioni in favore dei figli maggiorenni.
il giudice, valutate le circostanze, può disporre in favore dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente il pagamento di un assegno periodico. tale assegno, salvo diversa determinazione del giudice, è versato direttamente all'avente diritto. ai figli maggiorenni portatori di handicap grave si applicano integralmente le disposizioni previste in favore dei figli minori.
null
art337octies
poteri del giudice e ascolto del minore.
prima dell'emanazione, anche in via provvisoria, dei provvedimenti di cui all'articolo ter, il giudice può assumere, ad istanza di parte o d'ufficio, mezzi di prova. il giudice dispone, inoltre, l'ascolto del figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento. nei procedimenti in cui si omologa o si prende atto di un accordo dei genitori, relativo alle condizioni di affidamento dei figli, il giudice non procede all'ascolto se in contrasto con l'interesse del minore o manifestamente superfluo. qualora ne ravvisi l'opportunità, il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo ter per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell'interesse morale e materiale dei figli.
art337ter
art342
il d.lgs. luogotenenziale 14 settembre 1944, n. 287 ha confermato l'abrogazione del presente.
articolo il decreto legislativo dicembre , ha disposto con art7, che "dopo l'articolo del codice civile è inserito il seguente: " capo ii. "esercizio della responsabilità genitoriale a seguito di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio ovvero all'esito di procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio"".
art337 art7
art342bis
ordini di protezione contro gli abusi familiari.
quando la condotta del coniuge o di altro convivente è causa di grave pregiudizio all'integrità fisica o morale ovvero alla libertà dell'altro coniuge o convivente, il giudice, su istanza di parte, può adottare con decreto uno o più dei provvedimenti di cui all'articolo ter. la legge aprile , ha disposto con art8, che "le disposizioni art2 art3 della presente legge non si applicano quando la condotta pregiudizievole è tenuta dal coniuge che ha proposto o nei confronti del quale è stata proposta domanda di separazione personale ovvero di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio se nel relativo procedimento si è svolta l'udienza di comparizione dei coniugi davanti al presidente prevista dall'articolo del codice di procedura civile ovvero, rispettivamente, dall'articolo della legge � dicembre , , e successive modificazioni." .
art342ter
art342ter
contenuto degli ordini di protezione.
con il decreto di cui all'articolo bis il giudice ordina al coniuge o convivente, che ha tenuto la condotta pregiudizievole, la cessazione della stessa condotta e dispone l'allontanamento dalla casa familiare del coniuge o del convivente che ha tenuto la condotta pregiudizievole prescrivendogli altresì, ove occorra, di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dall'istante, ed in particolare al luogo di lavoro, al domicilio della famiglia d'origine, ovvero al domicilio di altri prossimi congiunti o di altre persone ed in prossimità dei luoghi di istruzione dei figli della coppia, salvo che questi non debba frequentare i medesimi luoghi per esigenze di lavoro. il giudice può disporre, altresì, ove occorra l'intervento dei servizi sociali del territorio o di un centro di mediazione familiare, nonché delle associazioni che abbiano come fine statutario il sostegno e l'accoglienza di donne e minori o di altri soggetti vittime di abusi e maltrattati; il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi che, per effetto dei provvedimenti di cui al primo , rimangono prive di mezzi adeguati, fissando modalità e termini di versamento e prescrivendo, se del caso, che la somma sia versata direttamente all'avente diritto dal datore di lavoro dell'obbligato, detraendola dalla retribuzione allo stesso spettante. con il medesimo decreto il giudice, nei casi di cui ai precedenti commi, stabilisce la durata dell'ordine di protezione, che decorre dal giorno dell'avvenuta esecuzione dello stesso. questa non può essere superiore a un anno e può essere prorogata, su istanza di parte, soltanto se ricorrano gravi motivi per il tempo strettamente necessario. con il medesimo decreto il giudice determina le modalità di attuazione. ove sorgano difficoltà o contestazioni in ordine all'esecuzione, lo stesso giudice provvede con decreto ad emanare i provvedimenti più opportuni per l'attuazione, ivi compreso l'ausilio della forza pubblica e dell'ufficiale sanitario. la legge aprile , ha disposto con art8, che "le disposizioni art2 art3 della presente legge non si applicano quando la condotta pregiudizievole è tenuta dal coniuge che ha proposto o nei confronti del quale è stata proposta domanda di separazione personale ovvero di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio se nel relativo procedimento si è svolta l'udienza di comparizione dei coniugi davanti al presidente prevista dall'articolo del codice di procedura civile ovvero, rispettivamente, dall'articolo della legge � dicembre , , e successive modificazioni." .
art342bis
art343
apertura della tutela.
se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la patria potestà, si apre la tutela presso il tribunale del circondario dove è la sede principale degli affari e interessi del minore. se il tutore è domiciliato o trasferisce il domicilio in altro circondario, la tutela può essere ivi trasferita con decreto del tribunale. a il decreto legislativo febbraio , ha disposto con art247, che "il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella gazzetta ufficiale della repubblica italiana e diventa efficace decorso il termine stabilito dall'articolo , , lettera r, della legge luglio , , fatta eccezione per le disposizioni previste art17 art33, , e , commi e ." a il decreto legislativo febbraio , , come modificato dalla legge giugno , ha disposto con art247, che "il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella gazzetta ufficiale della repubblica italiana e diventa efficace a decorrere dal giugno , fatta eccezione per le disposizioni previste art17 art33, art38, art40, commi e ." il decreto legislativo dicembre , ha disposto con art56, che ". al primo dell'articolo del codice civile le parole: "potestà dei genitori" sono sostituite dalle seguenti: "responsabilità genitoriale".".
art247 art1 art33 art56 art40 art38 art17
art344
funzioni del giudice tutelare.
presso ogni tribunale il giudice tutelare soprintende alle tutele e alle curatele ed esercita le altre funzioni affidategli dalla legge. a il giudice tutelare può chiedere l'assistenza degli organi della pubblica amministrazione e di tutti gli enti i cui scopi corrispondono alle sue funzioni. il decreto legislativo febbraio , ha disposto con art247, che "il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella gazzetta ufficiale della repubblica italiana e diventa efficace decorso il termine stabilito dall'articolo , , lettera r, della legge luglio , , fatta eccezione per le disposizioni previste art17 art33, , e , commi e ." a il decreto legislativo febbraio , , come modificato dalla legge giugno , ha disposto con art247, che "il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella gazzetta ufficiale della repubblica italiana e diventa efficace a decorrere dal giugno , fatta eccezione per le disposizioni previste art17 art33, art38, art40, commi e ." .
null
art345
denunzie al giudice tutelare.
l'ufficiale dello stato civile, che riceve la dichiarazione di morte di una persona la quale ha lasciato figli in età minore ovvero la dichiarazione di nascita di un figlio di genitori ignoti, e il notaio, che procede alla pubblicazione di un testamento contenente la designazione di un tutore o di un protutore, devono darne notizia al giudice tutelare entro dieci giorni. il cancelliere, entro quindici giorni dalla pubblicazione o dal deposito in cancelleria, deve dare notizia al giudice tutelare delle decisioni dalle quali derivi l'apertura di una tutela. i parenti entro il terzo grado devono denunziare al giudice tutelare il fatto da cui deriva l'apertura della tutela entro dieci giorni da quello in cui ne hanno avuto notizia. la denunzia deve essere fatta anche dalla persona designata quale tutore o protutore entro dieci giorni da quello in cui ha avuto notizia della designazione.
null
art346
nomina del tutore e del protutore.
il giudice tutelare, appena avuta notizia del fatto da cui deriva l'apertura della tutela, procede alla nomina del tutore e del protutore.
null
art347
tutela di più fratelli.
è nominato un solo tutore a più fratelli e sorelle, salvo che particolari circostanze consiglino la nomina di più tutori. se vi è conflitto di interessi tra minori soggetti alla stessa tutela, il giudice tutelare nomina ai minori un curatore speciale.
null
art348
scelta del tutore.
il giudice tutelare nomina tutore la persona designata dal genitore che ha esercitato per ultimo la patria potestà. la designazione può essere fatta per testamento, per atto pubblico o per scrittura privata autenticata. se manca la designazione ovvero se gravi motivi si oppongono alla nomina della persona designata, la scelta del tutore avviene preferibilmente tra gli ascendenti o tra gli altri prossimi parenti o affini del minore, i quali, in quanto sia opportuno, devono essere sentiti. il giudice, prima di procedere alla nomina del tutore, dispone l'ascolto del minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento. in ogni caso la scelta deve cadere su persona idonea all'ufficio, di ineccepibile condotta, la quale dia affidamento di educare e istruire il minore conformemente a quanto è prescritto art147. il decreto legislativo luogotenenziale settembre , ha confermato l'abrogazione del presente comma. il decreto legislativo dicembre , ha disposto con art57, , lettera a che "al primo le parole: "potestà dei genitori" sono sostituite dalle seguenti: "responsabilità genitoriale".".
art147
art349
giuramento del tutore.
il tutore, prima di assumere l'ufficio, presta davanti al giudice tutelare giuramento di esercitarlo con fedeltà e diligenza.
null
art350
incapacità all'ufficio tutelare.
non possono essere nominati tutori e, se sono stati nominati, devono cessare dall'ufficio: coloro che non hanno la libera amministrazione del proprio patrimonio; coloro che sono stati esclusi dalla tutela per disposizione scritta del genitore il quale per ultimo ha esercitato la patria potestà; coloro che hanno o sono per avere o dei quali gli ascendenti, i discendenti o il coniuge hanno o sono per avere col minore una lite, per effetto della quale può essere pregiudicato lo stato del minore o una parte notevole del patrimonio di lui; coloro che sono incorsi nella perdita della patria potestà o nella decadenza da essa, o sono stati rimossi da altra tutela; il fallito che non è stato cancellato dal registro dei falliti. il decreto legislativo dicembre , ha disposto con art58, che "all'articolo del codice civile le parole: "potestà dei genitori" sono sostituite dalle seguenti: "responsabilità genitoriale".".
art58
art351
dispensa dall'ufficio tutelare.
sono dispensati dall'ufficio di tutore: i principi della famiglia reale, salve le disposizioni che regolano la tutela dei principi della stessa famiglia; il primo ministro, capo del governo; i membri del sacro collegio; i presidenti delle assemblee legislative; i ministri segretari di stato. le persone indicate nei numeri , e possono far noto al giudice tutelare che non intendono valersi della dispensa.
null
art352
dispensa su domanda.
hanno diritto di essere dispensati su loro domanda dall'assumere o dal continuare l'esercizio della tutela: i grandi ufficiali dello stato non compresi nell'articolo precedente; gli arcivescovi, i vescovi e i ministri del culto aventi cura d'anime; numero abrogato dalla legge maggio , ; i militari in attività di servizio; chi ha compiuto gli anni sessantacinque; chi ha più di tre figli minori; chi esercita altra tutela; chi è impedito di esercitare la tutela da infermità permanente; chi ha missione dal governo fuori del regno o risiede per ragioni di pubblico servizio fuori della circoscrizione del tribunale dove è costituita la tutela.
null
art353
domanda di dispensa.
la domanda di dispensa per le cause indicate nell'articolo precedente deve essere presentata al giudice tutelare prima della prestazione del giuramento, salvo che la causa di dispensa sia sopravvenuta. il tutore è tenuto ad assumere e a mantenere l'ufficio fino a quando la tutela non sia stata conferita ad altra persona.
null
art354
tutela affidata a enti di assistenza.
la tutela dei minori, che non hanno nel luogo del loro domicilio parenti conosciuti o capaci di esercitare l'ufficio di tutore, può essere deferita dal giudice tutelare a un ente di assistenza nel comune dove ha domicilio il minore o all'ospizio in cui questi è ricoverato. l'amministrazione dell'ente o dell'ospizio delega uno dei propri membri a esercitare le funzioni di tutela. è tuttavia in facoltà del giudice tutelare di nominare un tutore al minore quando la natura o l'entità dei beni o altre circostanze lo richiedono.
null